I tipi di analisi In questa seconda parte della dispensa vengono presi in esame alcuni dei principali tipi di approcci che si possono seguire quando si svolge un’analisi socioeconomica nel campo della pianificazione e della progettazione. Semplificando notevolmente il mondo dell’analisi sociologica, si possono individuare due famiglie di metodi: la raccolta e il commento dei dati statistici e l’applicazione di indagini dirette. I dati statistici o secondari Le indagini sociali a carattere territoriale si basano molto sull’analisi dei dati quantitativi numerici ossia sui dati secondari. Bisogna fare attenzione che, in questo caso, l’aggettivo “secondari” non sta a significare che essi siano poco importanti, ma semplicemente che, spesso, vengono utilizzati in seconda battuta da parte del ricercatore, dopo aver svolto un’analisi diretta (Mela, Belloni, Davico, 2000). L’obiettivo di raccogliere e commentare questi dati è quello di costruire uno scenario indispensabile per poi contestualizzare il fenomeno che si sta studiando. Nell’analisi sociali applicate al territorio sono spesso utilizzati i dati di carattere demografico, le cui fonti sono i censimenti della popolazione – condotti ogni dieci anni – e le varie banche dati organizzate e gestite da numerosi uffici pubblici (quali anagrafi, uffici di statistica, ecc.). Incrociando questi tipi di dati con altri – per esempio, quelli sul livello di istruzione o sulle abitazioni – si possono poi calcolare degli indicatori o acquisire ulteriori informazioni che, come detto, hanno lo scopo di ricostruire uno scenario dove poi si svolgerà l’attività di progettazione o di pianificazione. I vantaggi di questo tipo di analisi sono molteplici: è facile, soprattutto grazie all’uso di Internet e alle numerose pubblicazioni statistiche, reperire i dati, e grazie al computer si possono fare veloci elaborazioni e, magari, costruire dei grafici per rendere più facile la lettura dei dati, inoltre gli indicatori e i tassi permettono di fare dei confronti fra aree diverse. Ma bisogna fare attenzione ad alcuni rischi che questo metodo di indagine può nascondere (per ulteriori approfondimenti si veda Utili informazioni e consigli partici). Per avere un panorama dei tipi di dati e indicatori che possono essere utilizzati in un’analisi socioeconomica si può consultare l’ultima parte della dispensa intitolata“Dati & Indicatori”. Le indagini dirette Nella ricerca sociale, è necessario condurre indagini dirette su di una popolazione in tutti i casi in cui si desidera raccogliere un complesso di informazioni che non può essere ricavato da documentazione già presente, come, ad esempio, in fonti statistiche (di origine Istat, anagrafica, o altre), o in fonti a stampa (giornali, pubblicazioni), in documenti predisposti da soggetti pubblici e privati, e così via. Il ricorso all’indagine diretta si rende quasi sempre necessario quando l’oggetto dell’indagine è nettamente delimitato, oppure riguarda un fenomeno in atto (e, dunque, è improbabile che su di 11 esso siano già state prodotte informazioni da parte di istituzioni o di enti di ricerca), oppure quando si tratta di raccogliere opinioni, percezioni, attese, timori, ecc., vale a dire atteggiamenti soggettivi espressi dalle persone interessate. Per fare un esempio, se si tratta di avere informazioni su caratteristiche oggettive delle popolazione di un dato comune, quali la sua composizione per età, livelli di istruzione ecc. non è necessario ricorrere all’indagine diretta, in quanto questi dati sono reperibili presso fonti già esistenti (i risultati dei censimenti, i dati anagrafici). Viceversa, se si tratta di analizzare i servizi commerciali frequentati dagli abitanti di un dato quartiere, oppure si intende conoscere il parere della popolazione interessata a riguardo di un’opera pubblica, o di un piano urbanistico, non vi è altra via - per ottenere tali informazioni – se non quella di svolgere indagini dirette presso i soggetti in questione. I principali metodi per condurre indagini dirette Nella tradizione delle scienze sociali, esistono numerosi metodi per l’indagine diretta. Essi possono essere usati singolarmente, oppure essere tra di loro combinati; la scelta tra le varie metodologie è effettuata tenendo conto delle finalità e dell’oggetto dell’indagine, delle risorse di cui si dispone e dei vincoli entro cui si opera (ad esempio, del budget finanziario che può essere impegnato per l’indagine, del tempo a disposizione ecc.). Esistono diverse “famiglie” di metodi per l’indagine diretta: qui si accenna, in particolare, a 3 di esse, ovvero: 1. L’indagine mediante questionario 2. Le interviste a “testimoni qualificati” 3. L’osservazione 4. L’analisi dei mezzi di comunicazione di stampa L’indagine mediante questionario Un questionario è uno strumento tendenzialmente strutturato, consistente in una batteria più o meno ampia di domande, molte delle quali hanno delle risposte predefinite, tra le quale il soggetto è invitato a scegliere (domande "chiuse"), e solo poche (o nessuna) consentono una risposta liberamente espressa (domande "aperte"). Questa strutturazione rende più facile l'elaborazione dei risultati e, dunque, l'uso del questionario si presta bene per campioni di grandi dimensioni (in particolare per campioni rappresentativi), in indagini nelle quali si intenda giungere ad una quantificazione delle informazioni e ad un loro trattamento statistico. Il questionario, per contro, richiede una maggiore semplificazione e standardizzazione delle domande: dunque, esso appare meno efficace in situazioni in cui si vuole pervenire ad un grado elevato di approfondimento. In questi casi, appare più efficace lo strumento dell'intervista (ad esempio, quella rivolta a testimoni qualificati). Le tappe principali per la realizzazione di un'indagine con questionario sono le seguenti. 1. La scelta della popolazione oggetto dell'indagine. Dopo avere precisato il tema su cui verte l'indagine, si tratta di stabilire la popolazione a cui essa si rivolge (vale a dire il target dell'inchiesta): ad esempio, decidere che si intendono intervistare, mediante questionario, gli abitanti del comune X superiori a 18 anni, oppure la 12 popolazione femminile del quartiere Y, o gli iscritti all'associazione Z ecc. Dopo questo passo preliminare, si tratta di scegliere se raggiungere la totalità dei potenziali interlocutori, o selezionare un campione, mediante un metodo di campionamento. In questo secondo caso, la scelta cadrà quasi sempre sulla definizione di un campione rappresentativo. 2. La scelta delle modalità di somministrazione del questionario. "Somministrare" un questionario significa rivolgere le domande, contenute in esso, ai soggetti prescelti. A tale proposito esistono diverse possibilità: ad esempio, quella di inviare un intervistatore ad interrogare di persona il soggetto, oppure di raggiungerlo telefonicamente, o di spedire il questionario per posta ecc. Ciascuna modalità presenta vantaggi e svantaggi, che occorre valutare con attenzione caso per caso. La somministrazione in forma diretta presenta costi più elevati, ma ha anche maggiori probabilità di ottenere un'alta percentuale di risposte completamente compilate; l'uso del telefono riduce i costi, ma richiede questionari molto più brevi e più semplici; l'invio per posta ha costi molto ridotti ma è, in genere, sconsigliabile nella ricerca scientifica, in quanto è assai probabile che sia elevata la quota delle mancate risposte (a meno che il target sia un insieme di soggetti fortemente motivati a rispondere). 3. La preparazione del questionario. Preparare un questionario significa scegliere le domande, formularle in modo comprensibile per gli intervisti cui ci si rivolge, predefinire le possibili modalità di risposta nel caso delle domande chiuse. Per facilitare la trascrizione dei dati su un file, che possa essere letto da un programma informatico di elaborazione dei dati, è anche necessario "precodificare" il questionario, e cioè predisporre dei codici, da inserire accanto ad ogni modalità di risposta. Inoltre, specie se il questionario è destinato ad essere compilato dagli intervistati, è molto importante curarne l'aspetto grafico. L'articolazione delle domande (e delle modalità di risposta tra cui l'intervistato può scegliere) comporta numerose difficoltà; una formulazione inadeguata può influenzare la risposta dell'intervistato, o può generare ad esso problemi di comprensione, ambiguità, imbarazzo ecc., inducendolo a "saltare" una o più domande, o a non esprimere il suo pensiero reale o, al limite, a rifiutare di proseguire nelle risposte. Per una rassegna delle principali difficoltà – e delle modalità di costruzione del questionario opportune nelle diverse circostanze - si può consultare un manuale di metodologia della ricerca sociale, ad esempio Bailey (1985), o Guala (2000). 4. La somministrazione del questionario. La somministrazione del questionario, ovviamente, avviene con la modalità scelte in partenza ed è preceduta da una fase in cui vengono date agli intervistatori le indicazioni necessarie per ottenere e trascrivere correttamente le risposte. Inoltre, prima di avviare l'indagine vera e propria è utile effettuare una "prova", per cui il questionario è somministrato ad un numero ristretto di soggetti che non fanno parte del campione, in modo tale da verificare la presenza di eventuali errori nella formulazione delle domande e di correggerla in tempo utile. 5. L'elaborazione dei dati e la compilazione della relazione. L'elaborazione dei dati è preceduta da una trascrizione delle risposte ottenute (mediante l'uso dei codici predefiniti) su di un file. L'uso di un package statistico consente di effettuare elaborazioni più o meno complesse, che vanno dalla semplice distribuzione di frequenza (indicazione del valore assoluto e delle percentuali di rispondenti che hanno scelto ciascuna modalità di risposta), alla compilazione di tabelle a doppia entrata, ad operazioni che prevedono tecniche statistiche anche molto sofisticate. Grazie all'uso di strumenti informatici è agevole compiere numerose elaborazioni e rappresentare i risultati attraverso tabelle, grafici, istogrammi ecc. Tuttavia, una buona conoscenza, quanto meno, dei principi 13 basilari della statistica è necessaria per scegliere le corrette modalità di elaborazione e per comprendere il reale valore informativo dei risultati raggiunti, evitando errori interpretativi e modalità sbagliate di rappresentazione che, invece, sono tipici dei ricercatori inesperti. La stesura della relazione della ricerca deve mettere in risalto tutte le scelte metodologiche compiute (in assenza delle quali è impossibile, per il lettore, valutare la qualità e l'attendibilità dei risultati), deve usare un linguaggio il più possibile preciso e comprensibile, deve essere esauriente ma, al tempo stesso, evidenziare i tratti salienti delle informazioni ottenute. Le informazioni raccolte mediante indagini con questionario si prestano ad essere espresse in forma numerica e consentono la costruzione di indicatori, i quali, a loro volta, possono essere messi a confronto con altri indicatori, anche reperibili su fonti statistiche già esistenti. A seconda della natura e dei contenuti del questionario, si possono avere differenti input per l'attività progettuale. Per accennare solo a possibilità diametralmente opposte, da un lato vi possono essere questionari "a largo spettro", contenenti domande su diversi argomenti, riferiti, ad esempio, a differenti aspetti delle condizioni della popolazione di un contesto locale (dunque, sulla residenza, il lavoro, i servizi, i luoghi di aggregazione ecc.). Questo tipo di indagine può consentire di definire degli indicatori, che possono completare le informazioni di sfondo sul contesto analizzato. Dall'altro lato, vi possono essere questionari "mirati" ad un solo problema, che cercano di approfondirlo e di quantificare gli atteggiamenti presenti nella popolazione a suo riguardo (per fare qualche esempio: sugli orari di apertura dei servizi comunali, sul percorso dei mezzi pubblici, sulla destinazione d'uso di un'area industriale dismessa ecc.). In questo caso, l'input alla progettazione è immediato, anche se, ovviamente, sarà responsabilità del progettista e degli amministratori stabilire in quale misura tener conto delle opinioni della popolazione. Per vere un’idea di come possa essere un questionario, si rimanda alla scheda 5 “Esempio di questionario”. Le interviste a “testimoni qualificati” Questo metodo di analisi consiste nello svolgimento di interviste ad un campione di soggetti, scelti non con criteri di rappresentatività statistica, ma in quanto particolarmente adatti a fornire informazioni approfondite sul tema dell’indagine. I soggetti vengono, dunque, scelti in quanto “testimoni” di un determinato fenomeno e sono ritenuti “qualificati” in quanto si ritiene che, per il ruolo svolto o per la loro conoscenza del contesto, siano in possesso di conoscenze dettagliate e siano anche in grado di esprimere, più di altri, valutazioni critiche, proposte ecc. Negli studi condotti in vista di operazioni progettuali o di pianificazione, questo approccio si rivela particolarmente adatto per indagini che riguardino i problemi di ambiti territoriali delimitati (un quartiere urbano, un comune di dimensione medio-piccola, un insieme di piccoli comuni…). I passi da compiere per la realizzazione di una campagna di interviste a testimoni qualificati sono essenzialmente i seguenti. 1. La scelta degli intervistati. Il metodo di campionamento, in molti casi, si avvicina a quello (di carattere non probabilistico) del campionamento “per quote”. In sostanza, si cerca di riprodurre nel campione la varietà di ruoli e di atteggiamenti presumibilmente presenti nel contesto in cui si opera; si cerca, cioè, di includere tra gli intervistati, persone che – pur essendo in ogni 14 caso esperte del problema in questione – appartengano ad ambienti eterogenei e possano testimoniare di aspetti diversi del fenomeno studiato. In concreto, nelle analisi su contesti territoriali, dovranno essere prese in particolare considerazione le seguenti figure sociali: • amministratori locali e funzionari pubblici; • operatori sociali, scolastici, sanitari ecc.; • operatori economici di livello locale; • professionisti nel settore della progettazione, dell’urbanistica, dell’edilizia, della promozione turistica; • rappresentanti del mondo del lavoro (es. sindacati) e dell’associazionismo locale (associazioni culturali, ricreative, sportive ecc.); • rappresentanti del “terzo settore” (volontariato, cooperative sociali ecc.). 2. La definizione della traccia dell’intervista. L’intervista consiste in un colloquio nel corso del quale l’intervistatore pone al suo interlocutore un complesso di domande prestabilite che, tuttavia, lasciano del tutto aperte le modalità di risposta e consentono all’intervistato di esprimere con i tempi e le modalità che ritiene opportune il proprio pensiero. La traccia dell’intervista deve comprendere il complesso degli argomenti su cui far esprimere l’intervistato, ma non è necessario che le domande vengano poste esattamente nello stesso ordine, né è preclusa la possibilità che, per iniziativa dell’intervistato stesso, il discorso tocchi anche aspetti inizialmente non previsti. L’elenco delle domande deve essere, comunque, messo per iscritto e memorizzato dall’intervistatore, anche se, tendenzialmente, non viene presentato all’intervistato. 3. Lo svolgimento dell’intervista. Esso prevede quasi sempre un colloquio diretto (e non per telefono o con altro strumento di telecomunicazione) ed è preceduto da una richiesta di appuntamento (telefonica ed, eventualmente, con lettera di presentazione da parte del committente dell'indagine). All’inizio del colloquio, l’intervistatore deve chiarire le finalità dell’indagine, la natura del committente (ad esempio, un’amministrazione comunale), i motivi per cui si è scelta la persona in questione. La durata del colloquio può variare, ma deve essere sufficientemente ampia per permettere l’espressione adeguata del pensiero dell’intervistato; dunque, potrà andare da un minimo di 30-40 minuti sino a 75-90 minuti e, talora, anche di più. Le risposte dell’intervistato debbono essere registrate (ovviamente, con il consenso dell’intervistato), o, in caso di mancato consenso, riprodotte per iscritto su un taccuino. Durante l’intervista, può essere utile - in alcuni casi – presentare materiale visivo (ad esempio, fotografie o mappe dei luoghi su cui verte il colloquio), onde facilitare la comunicazione e stimolare l’interesse. Il modo con cui le domande vengono poste deve essere comprensibile all’intervistato e non deve influenzare le risposte, ad esempio evitando di formulare osservazioni che rendano evidente il punto di vista dell’intervistatore, o fornendo esemplificazioni che possano essere riprese nelle risposte stesse. Una conduzione efficace dell’intervista richiede un addestramento specifico ed esperienza; in ogni caso, è utile consultare un manuale sulla tecnica relativa: si veda ad esempio Guala (1993). 4. L’elaborazione delle interviste e la stesura del rapporto. Il materiale raccolto durante l'intervista deve essere, innanzitutto, organizzato in vista della elaborazione: dunque, occorre "sbobinare" le registrazioni, trascrivere in forma comprensibile le annotazioni fatte a mano sul taccuino, ordinare il materiale visivo eventualmente prodotto dall'intervistato (es.; annotazioni sulle mappe utilizzate per l'intervista) ecc. A partire da questo lavoro preliminare si procede ad elaborazioni che possono essere condotte con procedure alquanto semplici, oppure avvalersi anche di strumenti più sofisticati (tra cui appositi programmi informatici per l'analisi del contenuto). 15 Nel caso delle analisi più semplici, occorre innanzitutto suddividere le interviste raccolte in parti, corrispondenti ai diversi argomenti affrontati nel corso del colloquio. Per ciascuna parte, si procede ad una valutazione comparativa delle risposte ottenute, cercando di individuare gli aspetti su cui le opinioni sono del tutto convergenti e quelli in cui le risposte rivelano atteggiamenti diversi. In questo caso, si tratta di classificare tali atteggiamenti in tipi, cercando di capire se esiste una qualche correlazione tra la tipologia di opinioni e le caratteristiche degli intervistati. E' possibile, ad esempio, che, a riguardo di alcuni aspetti della politica urbana di un'amministrazione comunale (ad esempio, la pedonalizzazione di una parte del centro) esistano pareri diversi e, talora, opposti (favorevoli, contrari, favorevoli solo a date condizioni…). Si tratta, innanzitutto, di capire e riportare fedelmente le argomentazioni che supportano ciascun atteggiamento; in secondo luogo, si tratta di verificare se i favorevoli appartengono a determinate categorie sociali ed i contrari ad altre, oppure se vi sono altre variabili che possono motivare la differenza dei pareri. Infine si tratta di stendere una relazione, suddivisa in paragrafi che corrispondono a ciascun tema, servendosi anche (nei casi in cui appare particolarmente significativo) di citazioni testuali degi intervistati (riportate tra virgolette, o con carattere tipografico particolare, che le renda riconoscibili nel contesto della relazione). E' opportuno anche che il testo comprenda una parte iniziale, in cui viene illustrata la metodologia dell'indagine, ed un punto conclusivo nel quale il ricercatore esprime le sue valutazioni sugli elementi più importanti emersi nel corso della campagna di interviste. In vista della pianificazione o della progettazione, le indicazioni che si possono ottenere sono di natura essenzialmente qualitativa e riguardano, in particolare, gli atteggiamenti soggettivi degli intervistati a proposito del tema dell'intervista. Tuttavia, in molte situazioni, i soggetti prescelti hanno la caratteristica di essere, oltre che persone dotate di buona conoscenza dei problemi analizzati, anche degli opinion leaders, ovvero persone capaci di influenzare le opinioni più diffuse e, comunque, che operano a stretto contatto con la popolazione di un contesto. In questi casi, pur non essendo possibile compiere delle quantificazioni, è lecito ipotizzare che gli atteggiamenti manifestati dagli intervistati corrispondano anche a quelli più diffusi, quanto meno, in parte della popolazione. In alcune circostanze, poi, possono emergere anche informazioni di carattere oggettivo, che non erano a conoscenza del ricercatore, né dell'ente che funge da committente delle interviste; esse riguardano, ad esempio, fatti, circostanze, processi in atto in un contesto territoriale molto specifico, che sono a conoscenza di chi vive in esso, ma sfuggono ad un'amministrazione comunale o ad un ufficio tecnico. Nella scheda 6 si può leggere un esempio di traccia di intervista, mentre per avere un’idea di relazione di interviste a testimoni qualificati, per motivi di spazio, si rimanda al sito, da cui queste dispense sono state scaricate. L’osservazione L’osservazione è definibile come «quell’insieme di tecniche che si basano su una raccolta sistematica da parte del ricercatore di informazioni, dati ed impressioni sul mondo circostante, attraverso ogni facoltà umana e, tendenzialmente, attraverso una presa di contatto diretto» (Mela, Belloni, Davico, 2000, pag. 277). Mentre si utilizza l’intervista per sapere l’opinione di una persona, l’osservazione permette di raccogliere i dati sul comportamento non verbale degli attori sociali in particolari contesti. Non a caso questo metodo risulta essere lo strumento migliore se si deve studiare la condotta privata che i singoli individui non ammetterebbero mai ad un intervistatore (Biorcio e Pagani 1997; 16 Bailey 1985). Ma con l’osservazione è anche possibile cogliere come l’ambiente naturale influenzi il comportamento delle persone (Come le persone utilizzano lo spazio? Come si collocano nei luoghi? Come interagiscono fra di loro? ecc.) A differenza dell’intervista o del questionario, che necessita di una partecipazione attiva, ma soprattutto consapevole dell’intervistato, l’osservatore, conducendo la raccolta dati nell’ambiente naturale dei soggetti osservati, non ha, sempre, bisogno di interagire con loro. Grazie anche a questa caratteristica, l’osservazione presenta un altro vantaggio: quello di permettere un’analisi longitudinale (Bailey, 1985), cioè si può svolgere questo tipo di indagine in periodi differenti e per maggiore tempo, senza dover fissare alcun appuntamento ossia «competere con le attività e i doveri quotidiani del rispondente per strappare un’ora del suo tempo da dedicare all’intervista» (Bailey, 1985, pag. 290). Infine, l’osservazione può venire utilizzata come fase preliminare di raccolta informazioni per formulare un questionario o una traccia di intervista. Ovviamente anche questo metodo di indagine diretta presenta alcuni svantaggi. Prima di tutto se la presenza dell’osservatore è evidente ai soggetti osservati esiste il rischio che il dato venga perturbato (le persone si potrebbero comportare diversamente da come di solito usano fare…). Inoltre il ricercatore ha uno scarso controllo sulle variabili esterne che potrebbero influenzare il dato (tutte le volte che si organizza un’osservazione nello spazio aperto piove o c’è un avvenimento – uno sciopero o una manifestazione - che distorce la raccolta delle impressioni del ricercatore). Infine, essendo questo strumento capace di raccogliere molte informazioni, può essere difficile poi quantificarle in modo da renderle confrontabili e/o classificabili in modo sistematico. Si possono individuare diverse tipologie di osservazioni: • Osservazione partecipata o non partecipata L’osservazione è partecipata se il ricercatore entra a far parte attiva della realtà che sta studiando, identificandosi con gli altri attori. Non è, invece, partecipata se il ricercatore mantiene una certa distanza con l’oggetto della sua indagine, limitando il coinvolgimento personale. • Osservazione strutturata o non strutturata In un’osservazione strutturata il ricercatore trascrive la frequenza con cui un determinato comportamento avviene e descrive il modo in cui avviene. In quella non strutturata l’osservatore annota semplicemente ciò che accade. L’osservazione, però, può anche essere semi-strutturata, nel caso si debbano segnalare azioni già ipotizzate dal ricercatore, ma si voglia, comunque, lasciare un margine abbondante di libertà all’osservatore. • Osservazione in un ambiente naturale o in un laboratorio chiuso. L’osservazione può avvenire in un ambiente naturale, per esempio in un quartiere, in un parco, in un negozio, in una scuola; oppure in un laboratorio artificiale. Quest’ultimo caso avviene, per esempio, quando si invitano delle persone in un luogo ben preciso e le si osserva mentre risolvono alcuni esercizi o problemi proposti dall’osservatore. Ovviamente il fattore ambiente influisce meno, ma le informazioni maggiori derivano dallo studio del comportamento e dell’interazione dei soggetti. • Osservazione con strumenti ottici ed elettronici Essendo difficile annotarsi tutto ciò che succede, soprattutto se si sta eseguendo un’osservazione non strutturata, è possibile che il ricercatore utilizzi alcuni strumenti come una macchina fotografica, un registratore, una telecamera per raccogliere e fissare maggiori informazioni. Per svolgere un’osservazione si può seguire il seguente schema: 17 1. Prima di tutto bisogna fissare gli obiettivi dell’osservazione. Per esempio, voglio studiare come la struttura del costruito crei delle insicurezze nel comportamento delle persone; oppure come e quando le persone utilizzano i mezzi pubblici. 2. Poi si passa a decidere l’area e le persone da osservare. Se si è optato per un’osservazione, ad esempio in un negozio o in una scuola è necessario chiedere un’autorizzazione. Ovviamente, sono importati le dimensioni dell’area: non deve essere né troppo estesa, perché renderebbe l’osservazione difficile e impraticabile, né troppo ristretta, perché potrebbe essere scarsamente significativa. Se si organizza l’indagine in un laboratorio bisogna, infine, contattare le persone da osservare. 3. Durante l’osservazione si possono prendere appunti (nel caso di un’osservazione non struttura), oppure si può compilare una griglia già preparata in cui sono stati annottati determinati fattori da studiare (osservazione strutturata). Si possono usare, come detto, vari strumenti come macchine fotografiche, registratori, telecamere ecc. e può essere utile disegnare degli schizzi per memorizzare meglio alcuni avvenimenti o situazioni. Si ricordi che è sbagliato – oltre che impossibile – annotarsi qualsiasi cosa stia accadendo nell’area o nel gruppo in esame, ma bisogna effettuare ogni istante delle scelte e riportare solo le informazioni veramente utili all’obbiettivo dell’indagine. Per avere un’idea di che cosa osservare si può leggere la scheda 7 “Attraverso i nostri sensi”. 4. Si può ripetere l’osservazione in ore, giorni, mesi e, addirittura, anni diversi a seconda delle esigenze e dell’obiettivo della ricerca. Se si decide di ripetere in circostanze diverse questo tipo di indagine, si ricordi di annotarsi alcuni elementi come: la data, il giorno, l’ora, la temperatura, il clima ecc. ecc. Tutti questi possono essere fattori che influenzano il comportamento degli attori (ad esempio, se piove e nella piazza che si sta osservando non c’è nessuno, ciò non significa che questa non possa essere un luogo d’incontro). 5. Infine, si passa all’analisi dei dati raccolti e si redige una relazione sull’osservazione, cercando si rispondere alla domande che si erano poste come obiettivo dell’indagine. Essendo l’analisi del comportamento delle persone in determinati ambienti uno dei obiettivi principali dell’osservazione, da questi studi si possono dedurre importanti informazioni su come organizzare meglio lo spazio per renderlo più confortevole e più rispondente alle esigenze degli individui che vi abitano. Si possono, in pratica, trasformare i dati raccolti in consigli od osservazioni utili per chi deve poi svolgere la fase di progettazione o di pianificazione. Ad esempio in un giardino pubblico spesso succede che sorgano dei conflitti fra i possessori dei cani che utilizzano le aree verdi per fare i loro bisogni e i genitori dei bambini che non possono giocarvi perché l’area è sporca. Se, però, durante l’osservazione si nota che i cani utilizzano una porzione precisa del parco, è possibile far costruire un’area apposita per gli amici a quattro zampe. Oppure se l’obiettivo dell’osservazione è quella di valutare come la conformazione dello spazio e del costruito possa indurre sensazioni di sicurezza o insicurezza nelle persone e si nota che in una data via non vi passa nessuno perché è particolarmente buia, si può riorganizzare il posizionamento dei lampioni. Altro esempio è quello riferito alla viabilità. Se si osserva che la maggior parte delle persone per accedere, ad esempio, ad un supermercato devono attraversare un corso molto trafficato e non vi è alcun semaforo o limitatore di velocità (dossi, strisce pedonali, ecc.), si possono prendere i provvedimenti necessari. 18 L’analisi dei mezzi di comunicazione di massa L’analisi dei mezzi di comunicazione di massa è una tecnica di indagine che muove dalla considerazione di come si costruiscono socialmente percezioni, opinioni e atteggiamenti degli attori sociali, nel corso dei processi di socializzazione. In tale contesto di riferimento, i mass media sono indubbiamente oggi una delle principali agenzie di socializzazione (sia per i bambini sia per gli adulti), in grado spesso di influenzare in modo diretto opinioni e tendenze; ma, soprattutto, di pre-determinare (funzione cosiddetta di “agenda setting”) il ventaglio dei temi e degli argomenti oggetto di attenzione e di confronto. Indipendentemente dal tipo di argomento trattato, infatti, è quasi sempre certo che se i maggiori giornali e notiziari “aprono” per alcuni giorni con una certa notizia, questa diventerà quasi sicuramente oggetto di interesse e di discussione per ampie fasce di popolazione (es: un certo episodio di cronaca, una guerra, un problema ambientale). A livello locale, poi, la risonanza dei mass media può essere spesso ancora più marcata, proprio perché le notizie finiscono per essere incentrate su realtà, fatti, situazioni, luoghi, persone a tutti maggiormente noti (rispetto alle cose “distanti” perloppiù evocate dai media nazionali). Schematicamente, le principali fasi che contraddistinguono un’analisi sui mezzi di comunicazione si possono riassumere come segue: 1. individuazione e selezione delle fonti, ovvero quali e quante testate studiare, quali parti / sezioni dei giornali, ecc.; 2. verifica dell’esistenza e della disponibilità delle fonti: ad esempio, annate presso emeroteche / biblioteche; oppure, meglio ancora, disponibilità su siti internet delle serie storiche con tutti gli articoli pubblicati su una certa testata; 3. definizione delle aree tematiche da indagare (es: cronaca, politica, cultura, …) e dei singoli temi (es: criminalità, elezioni, manifestazioni, …); 4. definizione dell’area interessata dall’analisi (uno o più comuni, province, regioni, ecc.); 5. definizione del periodo d’analisi: lunghezza complessiva, eventuale selezione di periodi particolari, di mesi, giorni della settimana, ecc.; Dopo questa fase preliminare, si possono avviare le operazioni di analisi vera e propria. Le principali delle quali riguardano, in genere: 6. analisi quali-quantitativa: mira all’individuazione, ad esempio, della numerosità di articoli su certi temi; il che permette, tra l'altro, di verificare, ad esempio, se in periodi diversi sia andato modificandosi il livello d’attenzione per determinate tematiche; oppure i differenti livelli d’attenzione da parte di media diversi; 7. analisi della rilevanza: ossia dimensione degli articoli, dimensione/tipo di titolo, collocazione all’interno del giornale (pagina) o del notiziario; occorre infatti tenere conto che non è certamente la stessa cosa pubblicare un articolo con ampio spazio in prima pagina, oppure nelle pagine interne, magari in formato ridotto; 8. analisi del contenuto: verifica delle principali parole-chiave presenti negli articoli (ed eventualmente della loro ricorrenza / frequenza), dei concetti-chiave, dei toni prevalenti nel discorso, del tipo di immagini iconografiche (foto, grafici, ecc.) eventualmente utilizzate. Sul metodo più specifico dell'analisi del contenuto, si veda anche: Amaturo (1993), “Messaggio simbolo comunicazione. Introduzione all’analisi del contenuto” 19 Questo tipo di analisi può fornire alcune informazioni che possono rivelarsi molto utili anche in fase di pianificazione e progettazione. L’analisi sulle fonti di stampa - e sulla stampa locale, in particolar modo - può produrre un contributo ad un’analisi riflessiva sulle modalità di costruzione delle opinioni presso le popolazioni locali (stakeholders e testimoni qualificati compresi). Diverse ricerche hanno dimostrato, ad esempio, come le percezioni dei cittadini circa i principali problemi di una certa zona (es: sicurezza) siano molto più correlate con i livelli di attenzione dimostrati dai mass media per quei problemi che non con l’andamento (oggettivamente rilevato) dei fenomeni stessi. Ciò nonostante, bisogna anche evitare di commettere l’errore di effettuare una valutazione automatica (e meccanica) dei risultati di un’analisi di questo tipo, ad esempio confondendo quelli che risultano i temi più trattati dalla stampa immediatamente con quelli maggiormente sedimentati nella memoria e nella coscienza individuale e collettiva: ad esempio, il fatto che un certo tema risulti molto presente sui mass media non significa sempre e comunque che quel certo tema sia anche fortemente presente nell’immaginario della popolazione (aspetto che, se mai, occorrerà indagare a parte, con appostiti strumenti: es. interviste). 20 Scheda 5 - Esempio di questionario1 Nella prima parte di questo modulo troverà delle domande su alcuni progetti in corso di realizzazione a Torino. Nella seconda parte Le verrà chiesto di esprimere la sua opinione su alcuni fenomeni che interessano la città, mentre nella terza si richiedono alcune informazioni personali. Prima Parte Lei ha sentito parlare del progetto Alta velocità? Sì, e conosco il progetto Sì, ma non conosco il progetto No Se sì, attraverso quali canali ne è venuto a conoscenza? Televisione Quotidiani Radio Informazione istituzionale sul progetto, depliant, opuscoli, manifesti, inserzioni Ne ho sentito parlare in ufficio, in ambito associativo (associazioni culturali, ricreative, professionali) Ne ho sentito parlare da amici, parenti Altro: specificare…………………………………………………………………….. Mi indichi con un punteggio da 1 a 10 quanto considera importante il progetto dell’Alta velocità. (1 per nulla importate ….. 10 importantissimo) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Lei ha sentito parlare del progetto Turismo Torino? Sì, e conosco il progetto Sì, ma non conosco il progetto No Se sì, attraverso quali canali ne è venuto a conoscenza? Televisione Quotidiani Radio Informazione istituzionale sul progetto, depliant, opuscoli, manifesti, inserzioni 1 Questa traccia di questionario è frutto di una rielaborazione di un’indagine organizzata all’interno di una ricerca che aveva come obiettivo quello di verificare il livello di conoscenza dei Torinesi di alcuni progetti in corso nel capoluogo piemontese e la loro opinione su alcune tendenze in atto nell’Area Metropolitana. I risultati dell’indagine completa si trovano nel testo “La mappa del mutamento. 2001” (Circolo Eau Vive, Comitato Giorgio Rota, 2001) presente in bibliografia. 21 Ne ho sentito parlare in ufficio, in ambito associativo (associazioni culturali, ricreative, professionali) Ne ho sentito parlare da amici, parenti Altro: specificare…………………………………………………………………….. Mi indichi con un punteggio da 1 a 10 quanto considera importante il progetto Turismo Torino (1 per nulla importate ….. 10 importantissimo) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Lei ha sentito parlare delle Olimpiadi del 2006? Sì, e conosco il progetto Sì, ma non conosco il progetto No Se sì, attraverso quali canali ne è venuto a conoscenza? Televisione Quotidiani Radio Informazione istituzionale sul progetto, depliant, opuscoli, manifesti, inserzioni Ne ho sentito parlare in ufficio, in ambito associativo (associazioni culturali, ricreative, professionali) Ne ho sentito parlare da amici, parenti Altro: specificare…………………………………………………………………….. Mi indichi con un punteggio da 1 a 10 quanto considera importante il progetto delle Olimpiadi del 2006. (1 per nulla importate ….. 10 importantissimo) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Seconda Parte Adesso dovrebbe esprimere le sue personali impressioni sull'andamento di alcuni fenomeni che hanno interessato la città di Torino. Secondo Lei, nell'area torinese, negli ultimi 4-5 anni la disoccupazione e': in forte aumento in lieve aumento né in aumento né in diminuzione in lieve diminuzione in forte diminuzione non so 22 A Torino, negli ultimi 4-5 anni la quantità di automobili in circolazione è: in forte aumento in lieve aumento né in aumento né in diminuzione in lieve diminuzione in forte diminuzione non so E il numero di passeggeri su tram e autobus è: in forte aumento in lieve aumento né in aumento né in diminuzione in lieve diminuzione in forte diminuzione non so E il numero di turisti che vengono a Torino è: in forte aumento in lieve aumento né in aumento né in diminuzione in lieve diminuzione in forte diminuzione non so L'inquinamento dell'aria e': in forte aumento in lieve aumento né in aumento né in diminuzione in lieve diminuzione in forte diminuzione non so E il numero di reati (furti, scippi) e': in forte aumento in lieve aumento né in aumento né in diminuzione in lieve diminuzione in forte diminuzione non so Terza Parte Età: 18-24 anni 25-29 anni 30-34 anni 35-39 anni 40-44 anni 45-49 anni 50-54 anni 23 55-59 anni 60-64 anni più di 64 anni Titolo di studio conseguito: elementare/privo di titolo media inferiore diploma diploma universitario, laurea, specializzazione post laurea Professione svolta: imprenditore, libero professionista, dirigente alto funzionario, manager... lavoratore autonomo (commerciante, artigiano, coltivatore diretto) insegnante quadro, direttivo, tecnico impiegato (esecutivo di concetto in genere) operaio (esecutivo, lavoratore manuale in genere) altro occupato studente casalinga pensionato disoccupato altro o non occupato Comune di residenza: …………………………………………………………………………… Sesso: maschio femmina 24 Scheda 6 – Esempio di traccia di intervista2 Tema: La percezione soggettiva dei luoghi della città di Alba N.B. I testimoni qualificati da intervistare debbono essere scelti con riferimento all'ambito locale su cui si è operato l'approfondimento nel corso dell'attività del laboratorio di progettazione. Su tale ambito è prevalentemente centrata l'intervista. Nelle domande qui presentate, ad esso ci si riferisce con l'espressione "questa piazza (via, giardino....)": ovviamente, nel corso dell'intervista occorrerà usare il nome effettivo dell'ambito locale in oggetto. Domande • Dovendo individuare la zona (area urbana, frazione) in cui si trova questo luogo, quale nome userebbe? • Mi potrebbe indicare i confini di questa zona? • Nella zona, quali sono i luoghi (vie, piazze, aree verdi, edifici...) più significativi? Perché li ritiene particolarmente significativi? • Quali luoghi della zona hanno un carattere negativo? Perché? • Come definirebbe questo luogo? Ci dica tre aggettivi che le vengono in mente pensando ad esso. • Se lei fosse il sindaco di Alba, farebbe eseguire dei lavori per modificare questo luogo? Quali? A che scopo? • In quali altri luoghi di questa zona farebbe eseguire dei lavori? Quali? A che scopo? • Quali luoghi di questa zona, invece, vorrebbe che fossero conservati come sono? Perché? • Quali servizi mancano in questa zona (e, invece, dovrebbero esserci, a suo parere)? • In conclusione, come pensa che possa divenire, in futuro, la zona di cui abbiamo parlato? (Eventuali commenti finali dell'intervistato) 2 Questo schema di intervista è stato utilizzato nel 1998 nel corso delle esercitazioni svolte nel quadro di un laboratorio di progettazione urbanistica, avente come tema la riqualificazione di alcuni contesti territoriali (urbani e rurali) del comune di Alba. Si riproduce qui la traccia utilizzata dagli studenti per svolgere interviste a soggetti residenti nei contesti analizzati (es: commercianti, rappresentanti di associazioni ecc.) 25 DATI DELL'INTERVISTATO/A A che titolo viene intervistato /a___________________________________________________ maschio femmina Sesso: Anno di nascita: ________________ Luogo nascita: Comune _____________________________ (Prov: __________ ) Luogo residenza: Comune _____________________________ (Prov: __________ ) Se risiede ad Alba: In quale quartiere (zona, borgata) risiede ? _________________ Da quanti anni vi risiede ? meno di 1 anno 1-3 anni 4-9 anni 10 anni o più oppure: Se lavora soltanto ad Alba: In quale quartiere (zona, borgata) _______________________________ Da quanti anni vi lavora ? meno di 1 anno 1-3 anni 4-9 anni 10 anni o più lavora ? oppure: Quali altri rapporti ha con la realtà di questa zona (oltre alla residenza o il lavoro)? __________ _____________________________________________________________________________ Titolo di studio: maturità classica, scientifica, maturità artistica, geometra, perito, ragioniere, magistrali altro diploma superiore media inferiore o avviamento commerciale licenza elementare nessun titolo di studio altro Professione: politico, amministratore pubblico imprenditore, alto dirigente, libero professionista, docente universitario insegnante (fino alle superiori) dirigente, impiegato direttivo impiegato esecutivo artigiano commerciante coltivatore diretto operaio casalinga altro: (specificare: _______________________________ ) (Nome Intervistatore/ trice __________________________________________________) 26 Scheda 7 - Attraverso i nostri sensi3 Vista: guardare... • Conformazione fisica degli spazi e degli edifici. Ad esempio, rientranze, angoli bui, scale nascoste possono rivelarsi “sacche” utilizzate da particolari categorie di persone; l’altezza degli edifici può anche creare un’impressione di sproporzione tra i soggetti e l’ambiente circostante, determinando un senso di “smarrimento”; • Ombre In alcuni momenti della giornata, le ombre possono influenzare una delimitazione tra diverse parti dell’area in questione ed una conseguente non-fruizione integrale della stessa (ad esempio un giardinetto pubblico può non essere frequentato proprio perché è “sempre all’ombra”). • Illuminazione L’illuminazione può influenzare il traffico pedonale e le relazioni sociali nell’area osservata (ad esempio una strada male illuminata non invita di certo al passeggio serale, specie di donne o di persone anziane, ma, al contrario, può attrarre altre categorie di individui, come “coppiette” in cerca di un luogo tranquillo). • Tipi di frequentatori Un mercato, ad esempio, può essere frequentato da popolazione diversa, dove possibile riconoscere alcune categorie, come i ragazzi della scuola, i turisti, le massaie, ecc... • Contesto È importante osservare l’ambiente esterno. Ciò significa che è utile appuntarsi se nell’area in esame vi sono scuole, ospedali, caserme, che possono influenzare l’uso o meno dell’ambiente. • Poli di attrazione Nell’area oggetto dell’osservazione si possono, a volte, individuare dei punti che assumono la funzione di poli di attrazione: ad esempio un bar o un negozio. • Presenza di attività illecita Può creare una barriera psicologica e la conseguente non-fruizione dell’area nelle fasce temporali in cui si manifesta. • Presenza della forza pubblica All’opposto del punto precedente, può creare un senso di sicurezza e favorire il passaggio e le relazioni sociali; ma può anche provocare un senso di soggezione nei passanti ed indurli a “girare al largo”. • Elementi di degrado/abbellimento Gli elementi di arredo urbano in generale, come fioriere, cassonetti, ecc. si integrano nel contesto e possono funzionare come elementi di attrazione o repulsione. 3 Questa scheda di approfondimento è frutto di una rielaborazione dell’Appendice 1 intitolata “Spunti per un’osservazione di spazi pubblici su più piani di realtà, grazie a diverse percezioni sensoriali” presente nel testo “Sociologia e progettazione del territorio” (Mela A., Belloni M.C., Davico L., 2000). 27 Udito: sentire... • Suoni e musiche I suoni e le musiche che possono provenire da un locale pubblico possono, ad esempio, funzionare come “filtro” di ingresso; il volume dei suoni o il tipo di musica potrebbero indurre alcuni tipi di soggetti a sentirsi a disagio, mentre per altri possono rappresentare un elemento rassicurante (“mi sento a casa!”). • Rumori urbani e prodotti dal traffico Qualora eccessivi, questi suoni possono limitare la frequentazione di una determinata area. Olfatto: annusare… • Odori gradevoli e sgradevoli Funzionano come elementi di attrazione o di repulsione spaziale (ad esempio, una panchina situata accanto ad un cassonetto dell’immondizia non invoglia i passanti a sedersi per chiacchierare); oppure contribuiscono a selezionare particolari tipi di fruitori (ad esempio, l’odore del cibo che proviene da un ristorante può attrarre chi è interessato ad un pasto e respingere chi ha appena mangiato). Tatto: toccare... • Terreno A seconda del suo stato, sconnesso, dissestato, con dislivelli o depressioni, può creare difficoltà riguardo all’uso (ad esempio un lato di una strada pieno di buche e pozzanghere può venire evitato dalla maggior parte dei passanti che si riverseranno sull’altro lato). • Distribuzione dell’arredo urbano La distanza e la collocazione delle panchine può, per esempio, influenzare l’uso o il non uso di queste. 28 Scheda 8 – Il campionamento Nell’indagine diretta su popolazioni in molti casi è impossibile (dati i vincoli di tempo e di costi) raggiungere direttamente tutti i soggetti che fanno parte di tale popolazione, per sottoporre ad essi un questionario o per svolgere delle interviste. In tali casi è conveniente condurre l’indagine su una parte più ridotta di tale popolazione, ovvero selezionare quello che, nella terminologia delle scienze statistiche, viene definito un “campione”. Un campione è, appunto, un sottoinsieme di una popolazione, cioè una parte ridotta del complesso dei soggetti ai quali, potenzialmente, l’indagine è rivolta (complesso che, nella sua interezza, viene definito “universo”). Ad esempio, in un’indagine finalizzata a conoscere il gradimento nei confronti della costruzione di un nuovo centro civico comunale, da parte degli abitanti di quel comune, l’universo è costituito dalla totalità dei cittadini. Ma se il numero dei cittadini è troppo elevato (supponiamo che sia di 40.000 persone) diventa pressoché obbligatorio selezionare un numero molto più ridotto di soggetti (ad esempio, 500) presso i quali, in concreto, svolgere l’indagine. Tale selezione viene operata secondo determinate procedure, dette appunto “metodi di campionamento”. Questi metodi possono essere sommariamente divisi in due tipologie. I metodi “probabilistici” La prima tipologia è costituita dai metodi di campionamento di tipo “probabilistico”: essi offrono basi statistiche rigorose per ottenere dei campioni che siano “rappresentativi” della popolazione indagata (ossia dell’universo di riferimento). In termini sommari, possiamo dire che un campione è rappresentativo se alcune sue importanti caratteristiche (ad esempio, la distribuzione di persone dei due sessi, o delle diverse classi di età) si avvicinano alle analoghe caratteristiche dell’universo. Per esempio, supponiamo che, delle 40.000 persone che rappresentano l’universo, il 51% siano donne e il 40% abbiano un’età superiore ai 60 anni; se il campione è rappresentativo, vi sono elevate probabilità che anche in esso la proporzione delle donne si avvicini al 51% e quella delle persone oltre i 60 anni si avvicini al 40%. Nessun campione, per quanto rappresentativo, darà la certezza di rispecchiare fedelmente l’universo: esso possiede sempre qualche margine di errore; tuttavia, se il metodo di campionamento scelto è stato applicato rigorosamente, sarà possibile compiere stime probabilistiche sull’ordine di grandezza di tale errore. La dimensione esatta di un campione rappresentativo dipende da calcoli statistici di carattere non elementare; in ogni caso, i metodi di campionamento probabilistici danno luogo a campioni sufficientemente ampi (di almeno qualche centinaio di soggetti), quale che sia la numerosità dell’universo. Dunque, si scelgono campioni rappresentativi quando si dispone di risorse sufficienti per condurre un’indagine su un numero relativamente elevato di soggetti e quando si intendono elaborare statisticamente i risultati, ottenendo informazioni che possono essere generalizzate all’intero universo. Fra i metodi probabilistici, possiamo ricordare i seguenti: - Campionamento casuale semplice In base a questo tipo di procedura, ogni soggetto, appartenente all’universo in oggetto, ha una opportunità pari a quelle di tutti gli altri soggetti di essere scelto a far parte del campione. Per svolgere questo tipo di campionamento, si stila un elenco esaustivo dei soggetti che fanno parte dell’universo e si procede a sceglierne il numero prestabilito (idealmente, si compie un’operazione analoga a quella della estrazione casuale, da un’urna, di palline contenenti i nomi dei soggetti). 29 - Campionamento casuale stratificato Prima di procedere alla selezione, la popolazione è divisa in sottoinsiemi (o “strati”); da ciascuno di essi si sceglie casualmente un numero prefissato di soggetti. Per esempio, si divide preliminarmente la popolazione in base ad una variabile relativa al sesso, all’età o al luogo di nascita (es.: nati nel comune in cui si svolge l’indagine / nati in altri comuni); ovviamente, ciò viene fatto qualora si presuma che la variabile in oggetto possa essere significativa ai fini dell’indagine che si sta svolgendo (ad esempio, se si presume che l’essere nati in altro comune possa dar luogo ad opinioni diverse rispetto a quelle dei nati nel comune stesso). I metodi “non probabilistici” La seconda tipologia è rappresentata dai metodi “non probabilistici” di campionamento. Essi contemplano delle procedure che non garantiscono che tutti i soggetti facenti parte dell’universo abbiano la stessa probabilità di entrare nel campione o che, comunque, tale probabilità possa essere determinata. Il vantaggio di tali metodi è quello di potere dar luogo a campioni di ridotte dimensioni (ad esempio, alcune decine di soggetti), tali da poter essere selezionati senza difficoltà, riducendo in tal modo i costi della ricerca. Il loro svantaggio è quello di non definire dei campioni effettivamente “rappresentativi” dell’universo: in sostanza, i risultati di un’indagine compiuta attraverso questi metodi di campionamento non può essere generalizzato all’intero universo. Così, ad esempio, se un campione non probabilistico di abitanti di un quartiere viene intervistato a proposito di temi che riguardano politiche comunali nei confronti di quell’area, in base ai risultati ottenuti non è possibile stabilire quali siano le opinioni effettivamente più diffuse nel complesso della popolazione. E’ però possibile selezionare il campione secondo criteri che lo rendano, se non statisticamente rappresentativo, quanto meno significativo e capace di produrre informazioni interessanti. Inoltre, dato che è consentito svolgere l’indagine su un numero più ridotto di soggetti, sarà anche possibile condurre interviste più approfondite, raccogliendo informazioni circostanziate e ricche di sfumature. Tra i metodi di campionamento non probabilistici si possono citare i seguenti: - campionamento “per quote” Si costruisce una griglia nella quale sono prestabilite le categorie di soggetti che si intendono intervistare e si definisce il campione individuando un numero prefissato di soggetti appartenenti a ciascuna categoria. Ad esempio, volendo condurre un’indagine presso gli operatori economici di un’area, si individuano le principali categorie in cui questi possono essere suddivisi (es.: grandi industriali, piccoli industriali, artigiani, commercianti ecc.). Inoltre, si stabilisce il peso relativo che ciascuna categoria dovrà avere sul totale (es. 40% commercianti, 20% artigiani, 20% piccoli industriali ecc.). Una volta definito il numero complessivo delle interviste (es. 50), si sarà deciso di intervistare 20 commercianti, 10 artigiani, 10 piccoli industriali ecc., e si procederà ad individuare i soggetti appartenenti alle diverse categorie. - campionamento “a valanga”: Si comincia stabilendo un contatto con un numero limitato di soggetti appartenenti alla popolazione cui si rivolge l’indagine. Durante le prime interviste, si chiede agli intervistati di nominare altri soggetti da contattare, contribuendo così ad ingrandire il campione e allo stesso modo si procede sino a che non si ritenga di avere raggiunto un numero significativo di soggetti. Questa tecnica può essere utile quando appaia difficile stabilire in anticipo quanti e quali siano gli appartenenti alla popolazione in oggetto (come avviene nel caso di indagini su fenomeni “informali”: ad esempio, sui giovani che si raggruppano in bande di quartiere). 30