Opuscolo Ulcere da Pressione
Il progetto si sviluppa attraverso la scrittura di fogli informativi per la prevenzione delle u.d.p. e la
possibilità per tutti di potervi accedere, attraverso la libera visualizzazione e download del
documento. La guida è in bianco e nero.
Gentile Signora, gentile Signore, questo foglio informativo vuole rappresentare un piccolo aiuto a
quanti sono impegnati ad assistere una persona a rischio o portatore di piaghe da decubito.
Esso contiene informazioni utili per poter assistere meglio persone costrette a letto o a stare sedute
per molto tempo. Tale conoscenza speriamo favorisca la collaborazione reciproca per rendere più
semplice possibile la gestione del paziente a domicilio.
LE LESIONI DA PRESSIONE CHE COSA SONO? PERCHE’ SI FORMANO?
Sono lesioni della pelle che possono arrivare anche al sottocute, ai muscoli e alle ossa. La causa in
genere è rappresentata dallo schiacciamento prolungato dei tessuti tra una sporgenza ossea, su cui
grava il peso del corpo, ed un piano di appoggio, come un materasso, una poltrona o una
carrozzella.
Però ci possono essere anche altri fattori come le forze di stiramento e di taglio che possono
contribuire alla formazione di lesioni cutanee. Per fare un esempio, le forze di stiramento agiscono
sulla persona allettata in posizione seduta che progressivamente scivola verso il fondo del letto.
Questo determina uno scorrimento di muscoli ed di altre strutture, sul tessuto cutaneo e
sottocutaneo.
Invece un esempio di forza di frizione si verifica quando l'ammalato viene “trascinato” per gli
spostamenti nel letto, in questo caso la forza è quella esercitata sullo strato esterno dell'epidermide,
dalla superficie delle lenzuola.
In sostanza nei tessuti circola meno sangue e ossigeno così essi si danneggiano o vanno incontro a
degenerazione.
COME SI PRESENTANO?
-arrossamento della pelle che nella fase iniziale rimane integra
-lesione giallo grigiastra con secrezioni sierose e materiale sul fondo
-crosta nera che copre un cratere profondo, che può interessare i tessuti sottostanti.
-a volte ci può essere cattivo odore dalla lesione ed è un indice d’infezione.
DOVE SI FORMANO?
Soprattutto in corrispondenza delle prominenze ossee.
Dipende dalle posizioni per più tempo assunte dal paziente, infatti è a rischio qualsiasi sede
sottoposta a pressione prolungata.
COME CURARLE?
Le cure variano in base alle condizioni del paziente e dal tipo di lesione, e verranno definite dal
Medico Curante e dal personale di assistenza, che darà istruzioni su come procedere. Sono
fortemente sconsigliate metodologie personali, prese d’iniziativa, senza aver consultato prima il
personale sanitario.
QUALI SONO LE PERSONE A RISCHIO?
Tutte quelle che rimangono ferme a letto o in carrozzina per lunghi periodi, incapaci di muoversi o
con gravi difficoltà, incontinenti per feci ed urine, con difficoltà di alimentazione o con ridotta
lucidità mentale. Il rischio aumenta quando sono presenti più tipi di fattori sopraelencati.
QUALI SONO I SEGNI DI PEGGIORAMENTO?
− La lesione si allarga e si approfondisce
− La secrezione aumenta con odore sgradevole
− Il tessuto sul fondo rimane giallo-grigio
− La pelle intorno è arrossata, calda e gonfia
CHE COSA FARE PER PREVENIRLE O FACILITARNE LA GUARIGIONE?
1. MOBILIZZAZIONE DEL PAZIENTE
2. IGIENE E CURA DELLA CUTE
3. CURA DELL’AMBIENTE E DEGLI INDUMENTI
4. IDRATAZIONE E ALIMENTAZIONE ADEGUATE
1 MOBILIZZAZIONE
La migliore prevenzione è rappresentata dalla mobilizzazione del paziente.
Se il paziente è costretto a letto: cambiare posizione preferibilmente ogni 2 ore o
comunque almeno ogni 4 ore, stando attenti a non tirare o sfregare la cute. Quindi la persona va
sollevata e non trascinata. Per fare ciò si può utilizzare un lenzuolo o una traversa di trazione posta
sotto l’assistito per spostarlo sul letto.
La testata del letto dovrebbe essere non troppo rialzata per evitare slittamenti del paziente verso il
fondo del letto. Se consentito dalle condizioni cliniche del soggetto, il minimo grado di elevazione,
è rappresentato dalla posizionesemiseduta con un’ inclinazione a circa 30°. In questa posizione si
può porre un cuscino tra i piedi e la pediera per evitare lo scivolamento.
Nei soggetti allettati e completamente immobili, i talloni devono essere sempre sollevati dal piano
del letto mediante un cuscino posizionato sotto la gamba (dalla coscia alla caviglia), evitando che
appoggi esclusivamente sul tendine di Achille. Le coperte vanno sollevate opportunamente per
evitare una posizione scorretta dei piedi. Evitare il contatto diretto tra le gambe utilizzando un
cuscino.
Se il paziente è in carrozzina o in sedia: si deve fare attenzione all’allineamento
posturale, così da migliorare la stabilità, favorire l’equilibrio e garantire la distribuzione del peso
sulla maggiore superficie d' appoggio possibile.
Si deve cambiare posizione ogni ora (basta anche staccare la schiena e far appoggiare i gomiti su un
tavolino).
Se è in grado di muoversi da solo, stimolarlo a spostare il peso del corpo almeno ogni 15-20 minuti.
Utili possono essere i cuscini antidecubito; sono invece da evitare le “ciambelle”, che creano zone
di maggiore e minore pressione.
Il solo materasso o altri presidi da soli non bastano alla prevenzione.
2 IGIENE E CURA DELLA CUTE
Lavare la pelle con acqua tiepida, mai troppo calda e con saponi delicati, o neutri o leggermente
acidi (pH 5.5), asciugare tamponando, senza strofinare né massaggiare con forza, soprattutto nelle
sporgenze ossee.
Per evitare infezioni il materiale con cui si esegue l’igiene deve essere usato in maniera appropriata,
per fare un esempio la stessa spugna con cui si è detersa la cute per il bagno a letto non deve essere
usata per detergere le lesioni.
Nutrire la pelle con creme idratanti per mantenerla morbida e idrata; non usare prodotti contenenti
alcool per evitare che la pelle si secchi e si irriti.
Controllare almeno una volta al giorno la cute, in particolare prominenze ossee e zone tra le pieghe
cutanee, segnalando al personale di assistenza se compaiono arrossamenti o abrasioni. Anche il
semplice arrossamento deve essere considerato attentamente perché potrebbe essere la spia di un
alterazione che già sta avvenendo nella regione sottocutanea. In caso di incontinenza, cambiare
quanto più precocemente possibile un pannolone che risulti bagnato o sporco e curare la relativa
igiene al fine di ridurre quanto più possibile la macerazione della cute nella zona dell’osso sacro,
frequentemente sede di lesioni da pressione.
3 CURA DELL’AMBIENTE E DEGLI INDUMENTI
Ridurre al minimo i fattori ambientali che possono causare la secchezza della pelle, ossia scarsa
umidità ed esposizione al freddo.
Evitare anche che la stanza del paziente sia troppo calda, al fine di ridurre la sudorazione che
potrebbe contribuire alla macerazione della cute evitare di utilizzare indumenti o oggetti (es.
cerate) che riducono la traspirazione e quindi determinano una maggiore umidità della cute;
attenzione alla presenza di pieghe delle lenzuola o di briciole o piccoli oggetti, a dispositivi come il
catetere vescicale, il tubo endotracheale e tutto ciò che per lungo tempo sta a contatto con la pelle,
specialmente sotto al paziente, perché determinano un aumento importante della pressione locale e
quindi un aumento del rischio di sviluppo di lesioni da pressione;
Evitare elastici stretti e bottoni su indumenti intimi e pigiami, che tendono a ridurre la circolazione
necessaria a nutrire adeguatamente cute, muscoli.
4 IDRATAZIONE E ALIMENTAZIONE
E’ importante cercare di valutare frequentemente la capacità dell’assistito di alimentarsi
correttamente ed autonomamente; dove ci fosse la necessità, si dovrà sopperire all’ incapacità di
alimentarsi, imboccando o stabilendo con il medico una corretta alimentazione enterale o
parenterale.
Seguire i consigli alimentari del proprio Medico Curante o del personale specializzato, con cui
valutare la necessità di assunzione di integratori proteici; Non stabilire da soli l’alimentazione.
Detto questo è bene considerare il principio generale che una dieta equilibrata per una persona
senza particolari restrizioni alimentari, rimane la scelta consigliata: variegata, ricca di frutta e
verdura, pane e cereali, carne, pesce, uova, latte e derivati perché facilita la prevenzione della
degenerazione e la promozione della guarigione di lesioni in atto;
Bere almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno per facilitare l’idratazione cutanea ed evitare la
disidratazione, specie nel periodo estivo. Un metodo semplice per cercare di seguire
quest’indicazione, può essere quello di segnare, di volta in volta, il livello d’acqua sulla bottiglia
con un pennarello.
Ricordate di annotare e riferire elementi importanti come perdita di peso, di appetito, disidratazione
e quantità di alimenti ingerita, che sono tutti indici di alterazione nutrizionale.
• Come detergere la lesione e a eseguire una medicazione semplice in caso di distacco di quella
confezionata dall'infermiere, per proteggere l’ulcera in attesa dell'intervento infermieristico?
I presupposti per questo tipo di medicazioni sono:
Vanno usate una volta sola toccandole il meno possibile e solo sui bordi.
Vanno conservate nelle confezioni in un posto pulito e asciutto.
Non devono essere toccate con mani sporche o con i guanti che hanno toccato la lesione.
PROCEDURA=
1. Lavarsi le mani con acqua e sapone
2. Preparare tutto il materiale occorrente (soluzione fisiologica, garze cerotti, guanti monouso
ecc.), compreso un sacchetto per gettare il materiale usato
3. Mettere il paziente in una posizione comoda
4. Proteggere le lenzuola in vicinanza della lesione da eventuali schizzi che avverranno durante
le manovre, con una traversa impermeabile o con un telo di plastica
5. Rimozione della medicazione con un paio di guanti
6. Rovesciare il guanto sopra il materiale tolto oppure gettarlo nel sacchetto
7. Pulizia della lesione
8. Indossare un nuovo paio di guanti
9. Riempire una siringa con soluzione fisiologica
10. Tenendo la siringa a circa 5 - 10 cm dalla ferita spruzzare più volte con fisiologica per pulire
bene la lesione
11. Asciugare la pelle attorno alla ferita, tamponando con una garza pulita
12. Controllare la ferita prima di rimedicarla, per annotare eventuali modifiche
A CHI RIVOLGERSI?
Al Medico di Medicina Generale (Medico Curante) che potrà valutare la
necessita di prevenzione per mezzo di ausili (materasso o cuscino
antidecubito, letto attrezzato) o potrà stabilire un piano di cura che
può prevedere anche l’attivazione dell’Assistenza Infermieristica
Domiciliare, alla Centrale Operativa di Assistenza Domiciliare Infermieristica del proprio Punto
Salute, qualora sia già stata attivata una forma di ADI dal Medico di Medicina Generale.
L’infermiere, all’occorrenza, effettuerà una visita domiciliare, valuterà il bisogno e concorderà un
piano di cura con il paziente e con chi se ne prende cura.
Un ultimo consiglio:
La cura di una persona malata può causare stress che influisce sulle capacità del caregiver di
continuare a dare il livello necessario di assistenza.
Lo stress sperimentato può essere molto importante e riguardare molti ambiti: fisico, finanziario,
occupazionale e/o emozionale.
Le faccende domestiche e le attività quotidiane come la pulizia, fare la spesa, la preparazione dei
pasti, il sollevamento e il trasferimento del paziente, richiedono molta energia e possono essere
molto stressanti. E’ chiaro che non si può sottovalutare il problema soprattutto se a questi fattori si
aggiungono situazioni in cui il paziente manifesta problemi di comportamento (agitazione,
rabbia...).
Il benessere di chi si prende cura, risulta necessario per il malato da accudire.
Il primo passo per diventare un buon caregiver è essere forte e sano.
E’ importante non solo l’accettazione dei sentimenti propri e del malato che possono avvicendarsi
nel decorso della malattia, ma anche definire quali siano i compiti a cui poter adempiere, per tempo
e capacità. Si deve delegare a volte e per decidere a chi chiedere un valido aiuto è quindi utile stilare
una lista di persone che siano all’altezza del ruolo. Il tutto senza scordarsi di assecondare i propri
bisogni e ascoltare le proprie esigenze.
Sono molti gli accorgimenti da poter prendere:
-Ad esempio può essere utile parlare con qualcuno per esternare i propri sentimenti e non trascurare
le relazioni sociali, hobby e passioni.
-Curare il proprio aspetto sia da un punto di vista mentale che fisico, poiché anche una semplice
passeggiata quotidiana aiuta.
E’ quindi importante sapere che non si è soli e che esistono varie strategie per migliorare la
situazione, come l'adesione a un gruppo di sostegno o l’ utilizzo di risorse comunitarie.
ASSOCIAZIONI
In Italia sono presenti molte Associazioni di volontariato e di professionisti
che possono aiutare ad affrontare problematiche sanitarie ed assistenziali.
Per le Associazioni di volontariato essendo numerose è opportuno chiedere
alla “Consulta Comunale del Volontariato” a cui sono iscritte tutte le associazioni di volontariato
presenti sul territorio comunale, o comunque all’Assessorato Comunale ai Servizi Sociali.
Se non presenti nel vostro comune, potete chiedere all’Assessorato Regionale
alla Sanità presso cui è stato istituito il Registro Regionale del Volontariato.
IL FARMACISTA
Può consigliarvi quale tipo di medicazione, nella fascia di vostro interesse, è
"rimborsabile" ed in quale formato.
Può anche indicarvi quale tipo di medicazione non rimborsabile è attualmente
inserita nell'informatore farmaceutico e quindi comunque commercializzata.
LE AZIENDE FARMACEUTICHE
Sempre più spesso le aziende farmaceutiche forniscono anche un servizio di consulenza gratuito
attraverso i numeri verdi, mediante i quali anche l'utente potrà richiedere informazioni sui prodotti e
sul loro reperimento nelle farmacie.
Ma soprattutto il risultato e la continuità del suo successo, dipendono veramente da quanto il
caregiver si occupa di sè stesso/a.
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