consumatori I "al tavolo" La questione della maggiorazione per chi decide di non consumare al bancone Un prezzo esagerato ro Eu Ca ffè + Su di cco fru = tta 50 , 11 501 r.a. na cura di Stefano Zerbi Il Codacons - Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell’Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori - è un’Associazione di volontariato autonoma e senza fini di lucro. La sua esclusiva finalità è quella di tutelare con ogni mezzo legittimo, ed in particolare con il ricorso allo strumento giudiziario, i diritti e gli interessi di consumatori ed utenti. www.codacons.it idoti.it Questa mattina... Più di 11 euro per un caffè e un succo di frutta in un comunissimo bar a roma: un conto difficilmente giustificabile mi è capitato di entrare con la mia compagna in un piccolo e trascurato bar su via del Teatro Marcello, in Roma. Il locale, non più ampio di 40 mq, aveva un minuscolo tavolino in plastica con due sedie appena di fronte al bancone. Ho chiesto al proprietario un caffè ed un succo di frutta. Lui, prontamente, mi ha avvisato che il prezzo, sedendoci, sarebbe stato maggiorato. "Nessun problema" ho risposto io che, come tanti, ho preso caffè in posti del mondo tradizionalmente ben più "esclusivi" o in locali storici. Ma mai mi sarei aspettato di sentirmi chiedere, in un mini-bar, un conto così elevato: 11,50 euro! Ovviamente l'ho bloccato ancor prima di consumare ed abbiamo immediatamente cambiato posto, pagando, pochi metri più in là, la stessa consumazione al tavolino 5,00 euro. Denuncio questo fatto solo perché mi sta a cuore l'immagine, oramai ridicola, di questo Paese. Suppongo infatti che il bar sarà frequentato da qualche turista che, in difficoltà con la lingua, non saprà evitare la truffa. Lettera firmata 116 mixer N. 229 / ottobre 2010 Gentile Signore, Il termine “truffa” utilizzato dal consumatore per definire l’episodio è senza dubbio quello più azzeccato. Purtroppo, però, bisogna mettervi accanto la parola “legalizzata”, perché in effetti il comportamento del gestore del bar non viola alcuna legge, anche se nella sostanza mette in atto un atteggiamento speculativo che il consumatore qualifica come una vera e propria truffa. Di segnalazioni come questa il Codacons ne riceve a bizzeffe, ma sappiamo bene che, in regime di libero mercato, ogni esercente applica il prezzo che preferisce: spetterà poi alla legge della concorrenza fare il suo dovere. In questo caso tale legge ha funzionato benissimo: il cittadino, sentendosi raggirato e non ritenendo equo il prezzo fissato dal proprietario del bar, ha preferito rinunciare alla consumazione, recandosi altrove. E, così facendo, ha risparmiato ben 6,50 euro, ossia ha speso meno della metà rispetto a quanto richiesto dal primo bar. Ma quanti clienti di fronte a un conto eccessivo hanno il coraggio di dire no, girare i tacchi e andarsene? Pochi, specie se la clientela è costituita in maggioranza da turisti. Noi del Codacons riteniamo sia giusto applicare una maggiorazione per chi decide di consumatore al tavolino. Il problema, semmai, è “l’entità della maggiorazione”. Una vera e propria terra di La maggiorazione in alcuni casi è inaccettabile e rappresenta una "truffa legalizzata" nessuno dove, e voi esercenti lo sapete benissimo, è possibile ottenere ampi margini di guadagno. Analizzando la situazione nel dettaglio, un incremento dei listini per le consumazioni al tavolo è corretta e sacrosanta, perché corrisponde ad una maggiore spesa che il gestore di un locale deve sostenere (tasse sull’occupazione del suolo pubblico, personale, illuminazione esterna, ecc.). La maggiorazione è inaccettabile e addirittura rappresenta una “truffa legalizzata”, quando ad esempio il caffè che al bancone costa 1 euro, al tavolo viene fatto pagare 5 euro, magari perché da quella posizione si gode della vista del Colosseo o di qualche altro monumento importante. Siamo sicuri che le tasse comunali, il costo del personale, le bollette della luce esterna, e mettiamoci anche la vista del Colosseo, possano giustificare una maggiorazione sul prezzo del 400%? A nulla vale la contestazione che alcuni potrebbero muovere che si tratta di casi isolati e poco indicativi: al Codacons abbiamo raccolto una casistica che dimostra come nelle città d’arte, in testa Roma e Firenze, episodi di questo genere siano la prassi quotidiana. Farebbero bene gli avventori ad emulare il comportamento del consumatore che ci ha scritto: informarsi prima sui costi delle consumazioni al tavolo e, se il prezzo è esagerato, ringraziare e cercare un altro posto più economico, magari senza vista sul Colosseo. Siamo certi che l’Anfiteatro Flavio non si offenderà! n Il parere di Edi Sommariva Sono dell’idea che un Esercente possa fare il prezzo che ritiene più giusto per vendere il suo servizio, come fanno tutti coloro ( piccoli, medi e grandi) che producono beni e servizi in un Paese ad economia di mercato come il nostro. Quando poi il Consumatore viene informato preventivamente dei costi che deve sostenere per consumare in modo da scegliere consapevolmente, come nel caso in esame, allora il comportamento dell’Esercente è ineccepibile. Altro che truffa! Certo con la determinazione del prezzo l’Esercente gioca molto della sua credibilità e il “gioco” può diventare pericoloso quando si sbaglia. Ma quello che la Categoria deve sempre tenere presente è la trasparenza delle sue proposte. In quest’ottica FIPE ha appunto siglato con tre grandi Associazioni dei Consumatori (Federconsumatori, Adiconsum e Movimento di Difesa del Cittadino) e con il Governo un Protocollo per la realizzazione di un Comitato Paritetico di Conciliazione che ci consentirà di valutare con buon senso ed equanimità e senza “spettacolarizzazioni” gli eventuali casi di “incomprensione” tra Clienti ed Esercenti, in modo da educare gli uni e gli altri ad assumere comportamenti corretti e rispettosi. Quei comportamenti che alla fine costituiscono la regola del nostro turismo, come emerge anche dalla cronaca estiva che quest’anno non ha portato alla luce casi eclatanti.