Newsletter zootecnica n.13, del 26 giugno 2003
MICOTOSSINE PARTE PRIMA
“Prevenzione”
I funghi e le micotossine sono ampiamente diffusi in natura, potendosi riscontrare in
qualsiasi luogo dove esista materia organica, temperatura e umidità.
I funghi sono organismi ubiquitari di conseguenza è molto difficile evitare la loro presenza
e possono contaminare l’alimento in campo, alla raccolta, al trasporto, allo stoccaggio,
alla macinazione, alla conservazione in azienda e in greppia.
I prodotti più facilmente contaminati sono :
mais
oleaginose e derivati
seme di cotone
panelli proteici
insilati
Le micotossine sono meteboliti secondari dei funghi patogeni e sono molto pericolose
anche a bassissimi dosaggi sia per la salute animale (con conseguente peggioramento dei
parametri produttivi) che per la salute dell’uomo.
Ci sono più di 350 tipi di micotossine isolate, ed i sintomi di riscontro nella vacca variano in
funzione del:
tipo di micotossina
quantitativo di micotossina ingerito
sinergismo tra le micotossine
età degli animali
tempo di esposizione alla micotossina
interazioni dirette ed indirette
I livelli indicati dai regolamenti sono basati solo sulla presenza di una micotossina alla
volta e non prendono in considerazione la sinergia tra micotossine, le interazioni dirette
(ossidazione e/o contaminazione batterica degli alimenti, farina di pesce …) e le
interazioni indirette (stress da calore, vaccinazioni, management scadente …)
Ricordiamo sempre che le micotossine sono altrettanto pericolose e costose quanto le
malattie virali e batteriche!
Le più comunemente riconosciute per la loro tossicità sono generalmente sei che
elenchiamo nella tabella con gli alimenti più a rischio :
TIPO DI
MICOTOSSINA
INGREDIENTI
/
ALIMENTI
AFLATOSSINE
VOMITOSSINA (DON)
FUMONISINA
OCRATOSSINA
mais
farina di mais
germe di mais
cruscami di
grano
seme di cotone
panelli di cocco,
palma e lino
farina di arachidi
farina di pesce
corn gluten feed
mais
grano/cruscami
orzo
avena
riso
mais
riso
grano/cruscami
avena
mais
grano/cruscami
orzo
sorgo
avena
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ZEARALENONE
T2
mais
mais
grano/cruscami
grano/cruscami
orzo
orzo
far .pesce
far .pesce
sorgo
sorgo
avena
Newsletter zootecnica n.13, del 26 giugno 2003
PROBLEMATICHE IN VACCHE AFFETTE DA
MICOTOSSICOSI
ZEARALENONE
T2
VULVOVAGINITI
GASTROENTERITI
T2 VOMITOSSINA ZEARALENONE
PROLASSI
EMORRAGIE INTESTINALI
IMMUNODEPRESSIONE
MORTALITA’ EMBRIONALE
VOMITOSSINA
CISTI OVARICHE
T2
VOMITOSSINA
RIFIUTO DELL’ALIMENTO
VOMITO
AFLATOSSINA M1 - VOMITOSSINA - T2
CONTAMINAZIONE DEL LATTE O RIDUZIONE DELLA
PRODUZIONE LATTEA
Le micotossine determinano patologie gravi in diversi organi e tessuti :
sistema digerente
sistema riproduttore
sistema respiratorio
sistema locomotore
sistema immunitario
produzione
L’aflatossima B1 è quella che viene rilevata direttamente nel latte come M1 e ha come
caratteristiche: il rapido assorbimento, la distribuzione prevalente a fegato e rene ed è la
stabilità ai trattamenti termici. Gli effetti sono nel ridurre la motilità nel rumine (riduzione
dell’utilizzo dell’alimento) e negli effetti epatotossici e cancerogenetici.
L’aflatossina M1 compare nel latte 12 ore dopo la somministrazione dell’alimento e si
riduce già dopo 24/48 ore dopo la sua eliminazione dalla dieta. L’organo più colpito è il
fegato, dove si determinano fenomeni di necrosi e ingrossamento. L’aflatossina si ritrova
nel latte (M1), ma anche nella carne (B1). Le aflatossine non sono liposolubili ed è quindi
normale che vengano concentrate nel latte e nei formaggi.
Il limite per legge nel latte è di 50 ppt (parti per trilione) affinchè possa essere messo in
commercio.
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Newsletter zootecnica n.13, del 26 giugno 2003
COME COMBATTERE LE MICOTOSSINE
IN PREVENZIONE
Per quanto si possa intervenire contro gli effetti delle micotossine, è necessario prestare la
massima attenzione a che non si formino contaminazioni nella propria Azienda, e non
acquistare prodotti già contaminati evitando l’utilizzo di sottoprodotti “a rischio” (come da
tabella) non monitorati, rivolgendosi ad una offerta di materie prime e mangimi da
“Industria Mangimistica” controllati. Per esempio la cooperativa Granlatte ha realizzato un
modello che prevede la qualifica dei fornitori dei propri soci sulla base di parametri
determinati. Tali fornitori sono oggetto di Verifiche Ispettive periodiche sui prodotti e sulle
produzioni (nel sito www.agriok.it ).
Prevenire la formazione di micotossine nella propria Azienda significa innanzitutto
prevenire l’accrescimento dei funghi, e deve essere condotta :
in campo - rintracciabilità delle produzioni agronomiche affiancate da capitolati di
coltivazione e raccolta
in magazzino – pulizia periodica e programmata dei locali di stoccaggio, silos
esterni in condizioni fisiche ottimali (senza microfratture che possono provocare
infiltrazioni) e di collocazione (per evitare condense interne)
nella preparazione della razione alimentare – assicurandoci della sanità
ambientale (pulizia delle attrezzature) e rimuovendo quotidianamente gli alimenti
rimasti in greppia
Essendo le micotossine molto resistenti alla degradazione, una volta presenti in un prodotto è
molto difficile allontanarle o distruggerle; é molto probabile che le micotossine introdotte in azienda
in una materia prima si ritrovino poi ridistribuite nei diversi prodotti in cui è stata impiegata la
materia prima contaminata.
Prossimamente : MICOTOSSINE PARTE SECONDA …“Cura”
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