UN APPROCCIO INTEGRATO ALLA GESTIONE DEL RISCHIO: IL CASO DELLE MICOTOSSINE Claudio Mazzini, Coop Italia, Dir. Qualità Qualyfood, 15 Ottobre 2004 1 GRADUATORIA DEI RISCHI SANITARI DERIVANTI DAGLI ALIMENTI fonte: Kuiper-Goodman, 1998 ACUTI CRONICI RISCHIO ALTO Microbiologici Ficotossine Fitotossine Micotossine Contaminanti ambientali Fitotossine Micotossine Dieta sbilanciata Ficotossine Microbiologici Additivi Residui fitofarmaci Contaminanti ambientali Additivi Residui fitofarmaci Dieta sbilanciata RISCHIO BASSO 2 MICOTOSSINE E POSSIBILI INTERAZIONI CON L’UOMO Fonte: ISS 3 MICOTOSSINE:CONTAMINAZIONE DEGLI ALIMENTI Fonte: articolo “Agricoltura” sett 2004 CONTAMINAZIONE 25% delle derrate alimentari mondiali Contaminazione Mais: Afla B1 : limite 2 ppb Fumonisina B1: limite proposto 400 ppb consumo diretto 2000 ppb mais non processato 2000 su 320 campioni coacervo 48% >Limite di legge Afla B1 2003 su 300 campioni coacervo 28% >Limite di legge 1999 su 323 campioni coacervo 25%>2000 ppb Fumonisina B1 2003 su 310 campioni coacervo 72%> 2000 ppb di cui 46% > 6000 ppb 4 DIRETTIVE A LIVELLO NAZIONALE ED EUROPEO PER IL CONTROLLO:VALORI MAX AMMESSI NELLE DERRATE 1998 Regolamento(CE) n° 1525/98 del 16/07/98 Modifica il Regolamento (CE) n° 194/97 che stabilisce tenori massimi ammissibili per alcuni contaminanti negli alimenti. 1999 Circolare 09/06/99, n°10 (GU 11/06/99) L’Italia recepisce il Regolamento (CE) n°1525/98 del 16/07/98 ed aggiunge dei valori guida per Aflatossine (spezie e piante infusionali), Ocratossina A, Patulina e Zearalenone. 2000 DM 23 dicembre 2000 (GU 09/02/01) L’Italia recepisce la Dir. 98/53/CE che stabilisce i metodi di campionamento ed analisi. 2001 Regolamento (CE) n. 466/2001 del 8 marzo 2001 Definisce i tenori massimi di taluni contaminanti presenti nelle derrate alimentari“. 2002 Regolamento (CE) n°257/2002 del 13/02/2002 Aggiorna i limiti di aflatossine nei cereali del Regolamento (CE) n°1525/98. 2002 Regolamento (CE) n°472/2002 del16/03/2002 Stabilisce i limiti di aflatossine nel peperoncino e di Ocratossina A nei cereali ed uvetta. 2003 Circolare 28/11/03, n°6 (GU 10/12/03) Stabilisce i limiti di Ocratossina A nel cacao e cioccolato. 2004 Regolamento (CE) n° 455/2004 del 11 marzo 2004 Modifica il Regolamento (CE) n° 466/2001 per quanto riguarda la Patulina. 2004 Regolamento (CE) n° 683/2004 del 13 aprile 2004 Modifica il Regolamento (CE) n° 466/2001 per quanto riguarda le Aflatossine e l’Ocratossina A negli alimenti prima infanzia e lattanti. 5 LA REGOLAMENTAZIONE MICOTOSSINE NEL MONDO: IL CONTESTO E LE NECESSITA’ Il 90% della popolazione mondiale vive in paesi in cui esiste una regolamentazione sulle micotossine. (ma resta il dubbio che le leggi vengano effettivamente applicate e rispettate nei paesi meno sviluppati) Il TREND 1995-2002 è stato: sempre più micotossine regolate, in più prodotti, e con limiti sempre più bassi I campioni analizzati rappresentano spesso grosse partite di merci importate da Paesi extracomunitari La CE chiede oggi a tutti i Paesi membri di disporre di laboratori accreditati per il controllo delle micotossine nelle derrate alimentari che transitano nei punti di dogana, ritenendo queste sostanze estremamente pericolose per la salute umana; 6 Legislazione EU prossima-futura per Fumonisine ed Ocratossina A Fumonisine B1+B2 Fonte: Commission of Europeans Communites Bruxelles, SANCO/0006/2004-rev 6-updated Draft amending Regulation (EC) N° 466/2001 as regard Fusarium-toxins Se non vengono fissati altri livelli specifici prima del 1 Luglio 2007,dopo scadenza i limiti max ammmessi saranno: Mais non processato Ocratossina A Fonte: (ISS) Entro il 2004: Caffè tostato e caffè istantaneo solubile (4-5 g/kg) Vino +Succo d’uva (2 g/kg) Da considerare 2000 ug/kg Alimenti con mais come Ingrediente: Mais in grani 1000 ug/kg Farina di mais 1000 ug/kg Prod. a base mais 400 ug/kg Alim.infanzia 200 ug/kg nel prossimo futuro: Caffè verde, birra, cacao e deriv., spezie, liquerizia, frutta secca e prodotti essicati della vite 7 L’impegno di COOP nella tutela dei prodotti dal rischio micotossine Cronologia: 1989: allerta Afla in “fichi secchi” dalla Turchia.La reazione di COOP: richiesta al governo turco di organizzare un sistema di controllo e prevenzione. 1990: Inizio campagna di sensibilizzazione nei confronti dei fornitori di materie prime, sollecitando l’autocontrollo. 1992:Organizzazione di un controllo diretto, tramite il Laboratorio Chimico Coop e selezione di laboratori chimici esterni idonei per eseguire le analisi routinarie di controllo. 1999: Attivazione di un lavoro sistematico per la gestione del rischio, con precise richieste nei confronti del mondo della produzione, con obiettivo finale quello della possibilità di risalire la filiera. 2001:Linee-guida COOP per gestione rischio micotossine sulle materie prime; stilate basandosi su documento ufficiale FAO/WHO. 2003:Attivazione presidio interno specialistico relativamente al knowhow sulle micotossine e per controllo analitico su vari tipi di matrici;. 8 2004: Nuovo progetto COOP per la gestione del rischio micotossine MICOTOSSINE: PROGETTO DI FILIERA COOP 2004 Missione del progetto Implementazione del più evoluto sistema prevenzione micotossine da parte di COOP di TUTELA DEL CONSUMATORE Obiettivo del progetto Individuare e testare un approccio integrato di filiera che consenta la gestione controllata del rischio micotossine 9 MICOTOSSINE: PROGETTO DI FILIERA COOP 2004 Approccio integrato Revisione della ns. attuale linea guida con conseguente specializzazione per specifico rischio/coltura (mais, grano tenero, grano duro, cacao, caffè, vino/birra….) Validazione/integrazione delle Gap da parte del “Comitato tecnico scientifico” Avviate due filiere sperimentali : mais (già dal 2003) e grano tenero (dal 2004) Test esteso della linea guida già dalle semine 2004/2005 Review scientifica di terza parte indipendente delle evidenze oggettive raccolte e loro pubblicazione 10 MICOTOSSINE: PROGETTO DI FILIERA COOP 2004 CNR Bari Dr Visconti/Dr Lo Grieco/ Dr Moretti Univ. di Piacenza Università di Bologna Prof Piva/Prof Pietri Prof Vecchiettini/Prof Cinti Comitato Tecnico Scientifico Univ. di Torino Ist.Cer Bergamo e Fiorenzuola Prof Reyneri Dr Delogu/Dr Terzi/Dr Berardo 11 MICOTOSSINE: PROGETTO DI FILIERA COOP 2004 Filiera sperimentale mais USO UMANO MOLINO NICOLI con proprio centro di stoccaggio USO ALIMENTAZIONE ANIMALE CALV VERONA 12 MICOTOSSINE: PROGETTO DI FILIERA COOP 2004 Test 2003 CONTAMINAZIONE AFLATOSSINE IN MAIS Senza applicazione LG Con applicazione LG AFLA B1 : - 50% Riduzione del contenuto di Afla B1 sia sul “verde” che sull’essiccato superiore al 50% 13 MICOTOSSINE: PROGETTO DI FILIERA COOP 2004 DOCUMENTAZIONE COOP Linea guida per la gestione del rischio micotossine + Allegato GAP mais + Allegato GAP grano tenero + Allegato istruzioni operative (mais e grano) + Allegato limiti 14 MICOTOSSINE: PROGETTO DI FILIERA COOP 2004 “Linea guida per la gestione del rischio micotossine” Analisi del rischio potenziale di contaminazione da Mt - Modalità di conduzione - Metodi di campionamento Classificazione delle Mt e assegnazione dei limiti critici Definizione delle Classi di rischio - Azioni Preventive - Esclusione MP a rischio - Politiche di approvvigionamento - Rintracciabilità Piano dei controlli e verifiche - Controlli analitici - Audit Trattamento delle NC e implementazione delle AC Analisi dei dati dati dei dati - Banca - Elaborazione 15 Esempi di aspetti preventivi a livello di campo (GAP) Campo Uso di varietà maggiormente resistenti all’attacco fungino; Uso di pratiche colturali finalizzate alla minimizzazione dei rischi da micotossine (rotazione delle coltivazioni, irrigazione, controllo delle erbe infestanti, programmi intensivi di controllo degli insetti,etc.) Raccolta Effettuazione della fase di raccolta al tempo appropriato (è sconsigliabile ritardare i tempi) Effettuazione di procedure di essiccamento in tempi rapidi mantenendo l’umidità al di sotto del 10% 16 Interventi preventivi post-raccolto e durante la fase di lavorazione (GMP ed HACCP) Selezione dei fornitori (zona geografica di origine, eventuali prove analitiche effettuate); Controllo analitico periodico delle MP e degli ingredienti (prima dell’accettazione); Stoccaggio in condizioni di umidità e temperatura controllate nei sili di stoccaggio; Tempi eTemperature di lavorazione; (Conoscenza dell’effetto tecnologico) 17 MICOTOSSINE: PIANO CONTROLLI Linee-guida COOPItalia Specifiche per i controlli analitici delle micotossine (a disposizione dei laboratori chimici coinvolti e dei fornitori) Controlli analitici di routine Griglia: legislazione + DON e Fumonisina (prodotti base cereali) Analisi su prodotti finiti e semilavorati tutti secondo metodica ufficiale (oltre 700 campioni nel 2002/2003 e più di 750 solo nel 2004) Controlli analitici allargati Matrici: pasta, prodotti base mais, latte, latticini, frutta secca, cacao, cioccolato e caffè. Frequenza: “campionamento allargato” su più lotti (almeno tre) Ricerca delle micotossine T2 e HT2 Presenti in mais e frumento di provenienza estera (importato 18 dai paesi freddi) Metodologie di analisi micotossine: Criteri di accettazione COOP (1) Requisiti di base per i laboratori: Utilizzare, laddove presenti, metodi di analisi ufficiali (AOAC, CEN, etc.) e/o validati per le prove; Preferibilmente essere dotati dell’accreditamento SINAL per le prove in oggetto; Dichiarare preventivamente i Limiti di Rilevabilità (LOD) ed i Limiti di Quantificazione (LOQ) raggiungibili; Partecipare attivamente a circuiti inter-laboratorio (per es. FAPAS) a scopo auto-controllo sull’ affidabilità; 19 Metodologie di analisi micotossine: Criteri di accettazione COOP (2) Conduzione delle prove secondo i seguenti steps analitici: 1. 2. 3. 4. Estrazione: secondo protocolli dei vari metodi uffic. e/o validati; Purificazione: da usare specifiche colonnine (IAC) Concentrazione: con flusso di gas inerte (dell’estratto); Quantificazione: per via strumentale1 Usualmente: HPLC/Fluorimetro (un solo tipo di micotossina) Per Tricoteceni:GC/MS (per analisi simultanee di più tricoteceni) Nota1: la determinazione viene preceduta da un'indagine di screening con metodo Perseconferme: LC/MS (per indagare su campioni in immuno-enzimatico ELISA, in caso di riscontro “positivo” (presenza di micotossina), dubbio e per alla determinazioni simultanee) si deve poi procedere quantificazione con opportuno metodo strumentale. 20 ANALISI DEL RISCHIO-MICOTOSSINE NELLA CATENA ALIMENTARE (VALUTAZIONI TOSSICOLOGICHE): STATO DELL’ ARTE Nel campo delle micotossine non tutte queste informazioni sono già disponibili a causa dell’enorme lavoro richiesto; La EU si sta attivando proprio in questi anni per colmare questa lacuna con lavori di cooperazione fra i vari stati membri; Gli Scientific Cooperation Task Report (SCOOP) sono le raccolte di dati effettuate per porre le basi del futuro sviluppo della legislazione EU; Reports on tasks for scientific cooperation Final SCOOP Task 3.2.10 : "Collection of occurrence data of Fusarium toxins in food and assessment of dietary intake by the population of EU Member States“ Report of experts participating in Task 3.2.7 Assessment of dietary intake of Ochratoxin A by the population of EU Member States, January 2002 Report of experts participating in Task 3.2.8 Assessment of dietary intake of Patulin by the population of EU Member 21 RISULTATI e CONCLUSIONI Fumonisina B1+B2: TDI(2µg/Kgpc/die) L’esposizione della popol. Italiana risulta ben inferiore al TDI; OTA: TDI (5ng/Kgpc/die) L’esposizione della popol. italiana risulta ben inferiore al TDI; Patulina: TDI (400ng/Kgpc/die) L’esposizione della popol. italiana risulta ben inferiore al TDI; Vomitossina (DON): TDI (1ug/Kgpc/die) L’esposizione della popol. Italiana non supera la metà del TDI; Tuttavia negli adolescenti e nei bambini l’assunzione può avvicinarsi al TDI; Zearalenone (ZEN): TDI (0.2 ug/Kgpc/die) I livelli di assunzione media oscillano negli adulti da 0.8-29 ng/kgpc/die. I bambini presentano i livelli max di assunzione media tra 6-55 ng/Kgpc/die. Il TDI non viene quindi superato; 22 RISULTATI e CONCLUSIONI Nivalenolo (NIV): TDI (0,7ug/Kgpc/die) L’assunzione è molto al di sotto del TDI; Tossine T-2 e HT-2: TDI(0.06 ug/Kgpc/die) La loro somma supera molto spesso il TDI. Sono stati trovati dei campioni positivi,anche se la significatività di tali campioni è messa in discussione. Solo il 20% dei campioni testati per la HT-2 e il 14% di quelli per la T-2 sono risultati positivi; Altri tricoteceni (Diacetossiscirperolo, 3-Acetildeossinivalenolo, etc.): Le informazioni sono scarse ma pare che i livelli di assunzione siano molto bassi 23 Distribuzione delle micotossine negli alimenti e campionamento Fonte: Dr.Carlo Brera (ISS) - Errate procedure di campionamento rappresentano la fonte di errore principale per analiti distribuiti in modo eterogeneo all’interno di un lotto. L’ampiezza dell’errore di campionamento è di gran lunga più significativa di quella derivante dall’analisi quantitativa. - In considerazione della percentuale di contaminazione da micotossine che in media si riscontra nelle merci sfuse, che varia dall’1% al 3%, e della distribuzione estremamente eterogenea è stato calcolato un errore dovuto al campionamento pari al 90% 24 Bt Corn and Mycotoxins La piralide è un insetto a spiccata polifagia, la sua coltura preferita è il mais. In biotecnologia sono presenti diversi cloni di mais che portano il transgene Bt, resistente alla piralide. Diversi studi degli anni passati hanno accertato la correlazione tra i danni provocati dalla piralide e le infezioni fungine A partire dal 1999 sono stati condotti degli studi in campo con cloni transgenici resistenti alla piralide dove si misuravano i livelli di danni prodotti dagli insetti, in relazione all’infezione fungina ed i conseguenti livelli di Micotossine. Questi studi condotti sia negli Stati Uniti che in Europa però non risolvono i dubbi (risultati non omogenei e con risultati apprezzabili solo sulla fumonisina). Bibliografia Munkvold, Hellmich, Tice (1999); Dowd (2000-2001), Bakan , Melcion, Richard-Moland ,Cahagnier (2002); Magg, Melchinger, Klein, Bohn(2002); Hammond ,Campbell, Pilcher, Degooyer , Robinson, McMillen Spangler, Riordan , Rice, Rochard (2004). 25 COOP: Attività 2005 Richiesta ai fornitori di adozione linea-guida COOP gestione rischio micotossine Rev.3 (2004); Permanenti contatti esperti del settore; Implementazione linee guida micotossine per altre matrici alimentari: grano duro, cacao e caffè; Piano controlli: Analisi sui prodotti finiti e semilavorati tecnico-scientifici con 26