➯ ➯ Sommario I concetti di base sulle equazioni frazionarie © 2013 Gustavo Mezzetti Ist. mag. st. «A. di Savoia Duca d’Aosta» di Padova Inizio Fine Esci Salta manifesto ➯ ➯ Sommario Parte di questa presentazione è stata realizzata durante la giornata di protesta dei docenti delle scuole padovane del 18 dicembre 2012. Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario Questa giornata è una delle numerose iniziative volte a far conoscere il prezioso lavoro svolto dai docenti, il quale va molto oltre le 18 ore settimanali di lezione frontale in classe. Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario http://www.example.com/ Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario Lo scopo di questa presentazione è di chiarire gli aspetti concettuali che riguardano le equazioni algebriche frazionarie (o fratte) e la loro risoluzione. Come sempre, infatti, imparare solo a risolvere meccanicamente gli esercizi, senza aver chiari i concetti, serve a poco. Prima di trattare le equazioni frazionarie, vogliamo anche riprendere i concetti riguardanti le equazioni in generale: che cos’è una soluzione di un’equazione; cosa vuol dire risolvere un’equazione; ecc. ecc. Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario Sommario Sulle equazioni in generale Intervallo Sulle equazioni frazionarie Inizio Fine Esci Sulle equazioni in generale ➯ Sommario Sulle equazioni in generale ➯ È importante rivedere i concetti di base sulle equazioni perché alla scuola media inferiore si impara a risolvere un solo tipo di esercizio, che non fa capire bene la questione. Se si chiede a un alunno fresco di media inferiore che cosa voglia dire risolvere un’equazione, praticamente sempre risponderà che significa «trovare il valore della x». Vediamo perché quest’idea è troppo semplicistica. Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario Ricordiamo che una equazione (in una sola incognita) è un’uguaglianza fra due espressioni contenenti un’incognita: F(x) = G(x) Prima espressione Incognita Seconda espressione L’incognita x rappresenta un “valore numerico sconosciuto”. Intuitivamente, il problema che ci si pone è quello di trovare “i valori” (non è detto che ce ne sia uno solo!) tali che… … se li si sostituisce al posto dell’incognita e si eseguono le operazioni indicate dalle due espressioni, si ottiene una uguaglianza vera. Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario F(x) = G(x) Ci si pone il problema di trovare “i valori” tali che… … se li si sostituisce al posto dell’incognita e si eseguono le operazioni indicate dalle due espressioni, si ottiene una uguaglianza vera. Ciò sottointende che l’incognita x indichi qualcosa per cui ha senso eseguire tutte le operazioni indicate da F(x) e G(x). I valori da sostituire a x dovranno quindi essere “pescati” da un opportuno insieme numerico. Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario Vediamo un altro aspetto collegato a questo problema dell’insieme dal quale “pescare” i valori dell’incognita. Problema: il papà di Anna e di Bruno ha 20 caramelle e le vuole distribuire fra loro due in modo che Anna abbia il doppio delle caramelle di Bruno. Quante caramelle dà a ciascuno? 2x = numero di caramelle date a Bruno, 2x = numero di caramelle date ad Anna; allora 2x + x = 20 Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario Ma x dev’essere un numero naturale (sono caramelle)! 2x + x = 20 L’equazione 2x + x = 20, cioè 3x = 20, non ha soluzioni nell’insieme dei numeri naturali! 20 non è multiplo di 3. Quindi, il problema posto non ha alcuna soluzione. Si noti che la condizione che l’incognita x debba indicare un numero naturale è posta dalla natura stessa del problema. In altre parole, anche l’insieme dal quale “pescare” i valori da attribuire all’incognita, fra i quali si trovano le eventuali soluzioni dell’equazione, fa parte dei dati del problema. Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario Siamo ora pronti a definire con precisione il concetto di soluzione di un’equazione. Dati: un’uguaglianza contenente una incognita F(x) = G(x); un insieme A (“ambiente” in cui cercare le soluzioni); chiameremo soluzione dell’equazione data qualsiasi numero, preso dall’insieme A, che, sostituito al posto della incognita nell’equazione, la rende un’uguaglianza vera. In generale, un’equazione può avere diverse soluzioni! Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario Riconoscere se un numero dato è o non è soluzione di un’equazione data è banale: basta sostituire quel numero all’incognita e controllare se l’uguaglianza risulta soddisfatta. Risolvere un’equazione vuol dire una cosa ben più difficile: dati un’equazione e un insieme “ambiente” A… … si vogliono trovare tutti gli elementi di A che sono soluzioni dell’equazione data. … i quali ora non sono dati! In altre parole, si vuole ritagliare dentro l’insieme A il suo sottoinsieme S formato da tutte e sole le soluzioni. Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario Per comprendere al meglio il primo problema, quello banale, immaginate una macchina dotata di due lampadine, una rossa e una verde, e di due ingressi. Negli ingressi si inseriscono una equazione e un numero: se il numero è soluzione della equazione, la macchina accende la lampadina verde; se il numero non è soluzione, accende la lampadina rossa. Inizio Fine Esci 3 3-2 = 3? Sì! 3 3 x-2 1 3 =x 1-2 = 1? No! ➯ ➯ Sommario Il secondo problema (risolvere un’equazione) è invece ben rappresentato da una macchina con due ingressi e un’uscita. Nei due ingressi si inseriscono un’equazione e un insieme A. La macchina fa dei conti “misteriosi” e manda all’uscita il sottoinsieme S di A costituito dalle soluzioni dell’equazione. In questo caso spetta alla macchina fabbricare le soluzioni. A x3 ℤ = 4x S { -2; 0; 2 } Inizio Fine Esci { -2; 0; 2 } Tutte e sole le soluzioni. ➯ ➯ Sommario Dati ⬊ ℚ ⬋ Risposta {-2/3} 3x + 2 = 0 {-2/3} Negli esercizi di risoluzione delle equazioni, voi siete al posto di questa «macchina con due ingressi e un’uscita». Vi si chiede come risposta l’insieme delle soluzioni S. Sappiate che, se scrivete “a caso” un’equazione, il compito di individuarne esattamente le soluzioni è di solito impossibile. Imparerete a risolvere solo certi tipi particolari di equazioni. Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario Ripetiamo ancora una volta che l’insieme S delle soluzioni deve essere un sottoinsieme dello insieme “ambiente” A (dato). Concettualmente, dunque, la risoluzione di un’equazione procede così: dato l’insieme A… … si ritaglia dentro di esso l’insieme S delle soluzioni. Inizio Fine Esci A S e t a d r o Ric ! a r u g fi a t s e qu ➯ ➯ Sommario Dato un insieme A (“ambiente” in cui cercare le soluzioni), due equazioni si dicono equivalenti in A se i sottoinsiemi di A formati dalle rispettive soluzioni sono uguali… … (cioè, le due equazioni hanno le stesse soluzioni in A). Ricordiamo che il procedimento che avete imparato per risolvere un’equazione prevede che essa venga trasformata in equazioni equivalenti via via più semplici… … finché si ottiene un’equazione talmente semplice che si sa dire “a vista” qual è il suo insieme delle soluzioni. Inizio Fine Esci Intervallo ➯➯ Inizio Sommario Fine Esci Sulle equazioni frazionarie ➯ Sommario Sulle equazioni frazionarie ➯ Le equazioni frazionarie rientrano nella famiglia delle equazioni algebriche razionali. Ricordiamo che un’equazione si dice algebrica razionale se è (equivalente a) un’equazione della forma R(x) = 0 con R(x) funzione razionale, cioè una frazione algebrica. Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario Informalmente, un’equazione si dice frazionaria (o fratta) quando l’incognita “appare a denominatore”. Per esempio, la seguente equazione è frazionaria: Naturalmente, la presenza di denominatori puramente numerici non rende frazionaria un’equazione: Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario Le equazioni frazionarie presentano un problema che non si presentava nelle equazioni intere. Abbiamo detto che ciò che va sostituito all’incognita deve essere qualcosa per cui abbia senso eseguire tutte le operazioni che l’equazione prescrive per l’incognita stessa. Nelle equazioni intere, qualsiasi numero può essere sostituito all’incognita, e le operazioni si eseguono senz’altro. Ma se l’incognita compare a denominatore, non è più detto che tutte le operazioni (incluse le divisioni) siano possibili. Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario A seconda del numero che si sostituisce al posto dell’incognita, possono infatti succedere tre cose: 1) il numero sostituito (p.e., 3) rende vera l’uguaglianza; 2) il numero sostituito (p.e., 2) rende falsa l’uguaglianza; 3) il numero sostituito (p.e., 1) rende l’uguaglianza priva di significato. e n o i s i Div ! o r e per z Inizio Fine Esci Sì! No! ?!? ➯ ➯ Sommario È evidente che solo nel caso 1 (l’equazione si tramuta in una uguaglianza vera) il numero sostituito si può considerare una soluzione. Qualcuno vuole sostenere il contrario? Nei casi 2 (uguaglianza falsa) e 3 (uguaglianza priva di significato), il numero sostituito non è una soluzione, ma ciò accade per ragioni diverse nei due casi. Questo ha delle conseguenze nel procedimento risolutivo: quando si “ritaglia” l’insieme delle soluzioni, i numeri che ricadono, rispettivamente, nei casi 3 e 2 vengono “tagliati fuori” in due fasi diverse. Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario Si dice dominio dell’equazione (qui indicato con D) il sottoinsieme dell’insieme “ambiente” A formato da quei numeri che, sostituiti al posto dell’incognita, danno luogo a un’uguaglianza che Non importa ha significato. se vera o falsa. L’insieme S delle soluzioni deve essere un sottoinsieme del dominio D. Inizio Fine Esci A D S a d r o c i Vi r ? a s o c l qua ➯ ➯ Sommario Dato l’insieme “ambiente” A… A D … nelle equazioni fratte la ricerca dell’insieme S delle soluzioni procede in due stadi successivi: 1) si determina il dominio D; 2) dentro D si ritaglia l’insieme delle soluzioni S. S Il motivo per cui bisogna procedere così è legato all’utilizzo appropriato dei principi di equivalenza: vediamo perché. Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario Nella risoluzione di equazioni con denominatori numerici si applicava il secondo principio di equivalenza… … il quale consente di moltiplicare ambo i membri per uno stesso numero ≠ 0. e n o i z i Cond ! e l a i cr uc Ora che i denominatori possono contenenere l’incognita, servirebbe un principio di equivalenza analogo che consenta di moltiplicare per espressioni dipendenti dall’incognita. Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario Purtroppo, non si può garantire che, moltiplicando per una tale espressione, si ottenga un’equazione equivalente in A A proposito, che fine fa la condizione «≠ 0»? a quella data. Vediamo un esempio: un’equazione fratta che, moltiplicata per una quantità dipendente dall’incognita, si trasforma in una non equivalente. Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario Se fossero equivalenti, avrebbero le stesse soluz. Però, sostituendo 1: l’equazione intera è verificata (1 è soluz.); l’equazione fratta è priva di significato (1 non è soluzione). Fratta: Intera: Intera: Sì! Fratta: Dunque, le due equazioni non sono equivalenti! Inizio Fine ?!? Esci ➯ ➯ Sommario Ma anche se possono non essere equivalenti in A, le due equazioni lo sono senz’altro nel dominio D. Fratta: Intera: (Ciò non è difficile da verificare, ma non approfondiamo.) Quindi, le soluzioni che si trovano risolvendo l’equazione intera ottenuta sono anche soluzioni di quella fratta data… … a patto di controllare, per ciascuna di esse, che appartengano al dominio D (precedentemente determinato). Inizio Fine Esci ➯ ➯ Sommario Dei dettagli del procedimento risolutivo, però, parleremo con calma nella prossima lezione. Qui volevamo solo porre le basi concettuali che ci permettano di capire perché il procedimento è formulato in quel modo. Il punto essenziale è quello di ricordarsi di controllare che le soluzioni trovate appartengano al dominio dell’equazione. Vedrete che, anche se la teoria può forse un po’ disorientare all’inizio, in pratica il procedimento per risolvere gli esercizi si riduce a poche regolette molto semplici. Inizio Fine Esci ➯ Sommario Rivedi la lezione su Scarica la versione stampabile di questa presentazione dal sito del «Duca d’Aosta». In tale versione, inquadra il «QR-code» sulla destra con il tuo smartphone. Se esso è abilitato, verrai indirizzato a un video con la ripetizione della lezione. Richiedi al tuo gestore i costi del servizio. Inizio Fine Esci ➯