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SANITÀ
Fondi Sanitari Integrativi
I Fondi Sanitari Integrativi:
prospettive e opportunità
UNA COMPONENTE ESSENZIALE PER LA SANITÀ ITALIANA.
IN FORTE CRESCITA
G
li attuali studi e proiezioni
di spesa in ambito sanitario mostrano come le dinamiche evolutive della popolazione italiana (aumento
medio della speranza di vita, ma anche
incremento delle patologie croniche e
degenerative) insieme con le continue
innovazioni tecnologiche e scientifiche
stanno determinando un costante e generale innalzamento dei costi di assistenza sanitaria con il rischio di incidere
concretamente sulla sostenibilità del
Sistema Sanitario Nazionale.
Innanzi tutto bisogna tenere presente
il grande rilievo della Spesa Sanitaria
Pubblica in Italia che nell’anno 2011 è
stata di113 miliardi di euro, pari al 7%
del PIL, cui si aggiungono 28 miliardi
di euro di Spesa Privata per un valore
complessivo di 141 miliardi di euro, cioè
il 9% del PIL (Rapporto Oasi 2012,
Cergas Bocconi).
Il piano per la salute 2013-2015 ha introdotto pesanti misure di contenimento finanziario attraverso piani di rientro
regionali e manovre di spending review.
Tutto ciò ha determinato da un lato un
crollo importante del ritmo di crescita
della Spesa Pubblica della Sanità, ma
dall’altro ha di fatto prodotto un incremento complessivo della spesa sanitaria
privata a carico dei cittadini non solo
per effetto dell’aumento del valore dei
ticket, ma anche perché ha ulteriormente incentivato il ricorso alle strutture
private per porre rimedio a liste d’attesa
insostenibili.
A ciò si aggiunge la crisi economica in
atto in Italia. Una ricerca del Censis
riporta che più di 9 milioni di Italiani
dichiarano di non aver potuto accedere,
per motivi economici, ad alcune prestazioni sanitarie di cui avevano bisogno.
In questo scenario è prioritario trovare
nuove risorse aggiuntive per impedire
che meno spesa pubblica significhi più
spesa privata e meno sanità per chi non
può pagare.
Quale ruolo pertanto svolge e potrà
maggiormente svolgere la Sanità
Integrativa?
Attualmente dei circa 28 miliardi di
euro annui attribuibili alla Sanità
Privata, circa l’82% del suo ammontare è pagata direttamente dai cittadini,
out of pocket. Solo un 14 %, pari circa
a 4,5 miliardi di euro, è intermediata
da Fondi Sanitari Integrativi, nelle varie forme giuridiche, e solo il 4% circa
è legata alle Assicurazioni Sanitarie
Private. (Fonte Ania - Mastrobuono).
La Sanità Integrativa ha trovato una
rinvigorita spinta politica, trasversale
agli schieramenti, alla fine degli anni
’90. Ci si riferisce al DLgs. 502 del
1992, al DLgs. 419 del 1998 (riforma
Bindi), al Decreto del Ministero della
Salute Livia Turco che uniforma la
deduzione fiscale dei contributi fino
ad un massimo di 3.615,20 euro sia
ai Fondi Sanitari Integrativi (Art 9
D.Lgs. 502/1992) che agli Enti o Casse
aventi fini esclusivamente assistenziali
che per il beneficio fiscale si rifanno
all’art 51 del Tuir.
Con il DM del 2009 (decreto Sacconi),
inoltre, viene stabilito che, per beneficiare delle agevolazioni fiscali, almeno
il 20% delle risorse globali deve essere
destinate alle prestazioni di assistenza
odontoiatrica e di assistenza socio-sanitaria rivolta a persone non autosufficienti o temporaneamente inabilitate
da malattia o infortunio.Viene istituita anche l’Anagrafe dei Fondi Sanitari
cui i fondi devono iscriversi entro il
31 luglio di ogni anno. Al dicembre
2011 risultano iscritti all’anagrafe
del Ministero della Salute 293 Fondi
e Casse Sanitarie.
La dimensione e la consistenza del fenomeno indicano un trend fortemente
crescente. Gli iscritti sono passati da
650.000 nel 1998 a circa 7 milioni nel
2011 con oltre 11 milioni di assistiti
(Censis).
La contrattazione nazionale ha visto
nascere fondi integrativi in molti settori quali i trasporti, le telecomunicazioni, energia, chimica, bancario,
assicurativo, commercio, turismo e
servizi, metalmeccanici, artigiani, dirigenti , quadri.
Il mondo delle professioni ha da
tempo i propri fondi, notai, avvocati, commercialisti, ragionieri, ingegneri, geometri, medici, giornalisti,
architetti,studi professionali.
L’assistenza sanitaria integrativa è diventata una componente importante e
in qualche caso imprescindibile delle
aspettative di tutela di ampie categorie
di lavoratori che la pongono con sempre maggiore frequenza all’ordine del
giorno in occasione dei rinnovi contrattuali, sia di categoria che aziendali.
Sicuramente il trattamento fiscale che
la legge ad oggi prevede è un elemento
incentivante. I contributi di assistenza
sanitaria versati dal datore di lavoro o
dal lavoratore ad Enti o Casse aventi
fine assistenziale non concorrono a
formare reddito; non sono assoggettati quindi agli oneri fiscali e l’azienda
ai fini Inps è soggetta al pagamento
del solo contributo di solidarietà del
10%. Nel momento in cui al lavoratore
vengono rimborsate le spese sanitarie
sostenute (o vengono pagate direttamente dalla Cassa) potrà, in sede di
dichiarazione dei redditi, avvalersi
della detrazione del 19% sull’importo
che eccede 129,11 euro limitatamente
alla parte di spesa rimasta a suo carico
e non rimborsata o anticipata dalla
Cassa.
L’attività dei Fondi Sanitari
Integrativi è contraddistinta da una
notevole complessità e diversità.
Variano infatti molteplici aspetti quali
l’ampiezza delle prestazioni erogate, la
politica relativa ai rimborsi delle spese
sostenute (che possono essere accordati
in percentuale di spesa o sulla base di
un tariffario predeterminato, con o
senza limitazioni o scoperti o franchigie ecc.), nonché la possibilità o meno
di inserire l’intero nucleo familiare o i
pensionati. Anche per quanto concerne il sistema gestionale, possono essere Fondi assicurati o auto assicurati,
autogestiti o con gestione esterna da
parte di provider autonomi.
Molto varia è la gamma delle coperture previste ovviamente strettamente
connessa all’entità delle somme destinate a tale scopo; esistono coperture
relative esclusivamente a prestazioni
di ambito ospedaliero, coperture estese anche a prestazioni ambulatoriali e
di diagnostica, a visite specialistiche.
Accanto a queste tipologie di prestazioni si stanno sempre più spesso
inserendo programmi di prevenzione
sanitaria più o meno corposi. Assume
inoltre importanza particolare la copertura delle spese odontoiatriche.
Per le famiglie le cure dentarie , infatti, rappresentano sempre più spesso un
costo proibitivo e dalle ultime indagini
risultano essere proprio le prestazioni
alle quali più frequentemente i cittadi-
ni hanno dovuto rinunciare in questo
momento di crisi economica.
Una particolare valenza assumono il
modello di assistenza e la sua gestione,
e cioè la possibilità per l’assistito di
attuare la scelta della struttura erogatrice all’interno di una rete di centri
sanitari con i quali il fondo direttamente o attraverso società di gestione
ha instaurato rapporti convenzionali.
Negli ultimi anni ormai il modello
maggiormente richiesto e adottato è
quello del convenzionamento diretto
grazie al quale l’assistito non anticipa l’importo della prestazione, ma è
il fondo stesso che interviene a monte
nel pagamento della tariffa concordata
con la struttura.
Una recente ricerca del Censis riporta
che il 33% degli intervistati non conosce i Fondi Sanitari Integrativi o le polizze malattia, il 53% non ne conosce
la differenza, né il trattamento fiscale,
ma esprime un particolare interesse alle
spese relative alla tutela della salute e
si dichiara favorevole a destinare parte
del proprio reddito a forme di sanità
integrativa seppur non ben identificate. Secondo gli intervistati i fondi sanitari integrativi e le polizze malattia
dovrebbero garantire per il 24,3% solo
prestazioni non coperte dal Servizio
Sanitario, per il 68,1% anche prestazioni coperte dal Servizio sanitario e
per un 7,6% dovrebbero sostituire il
Servizio sanitario.
In questo quadro la domanda di
Assistenza Sanitaria Integrativa è destinata a cambiare e a crescere molto
velocemente e deve essere considerata
una concreta opportunità per favorire il decollo dell’auspicato “secondo
pilastro” del SSN in un contesto di
responsabilità condivise e articolate
che coinvolgono tutti, l’azienda come
il singolo, per la creazione di un sistema
più ricco e più equo.
Dott.ssa Silvia Bedini
Responsabile Fondi Sanitari Integrativi
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