Auditorium parco della musica di Roma. Prof. Gilberta Materazzo ……"La più bella avventura, per un architetto, è quella di costruire una sala per concerti. Forse è ancora più bello per un liutaio costruire un violino; ma si tratta (con tutte le differenze di dimensione e di impiego) di attività molto simili. In fondo si tratta sempre di costruire strumenti per fare musica o per ascoltare musica…… Renzo Piano La Storia 1 Nel settembre del 1995 iniziano i lavori per la costruzione del nuovo Auditorium. La scelta insediativa per il grande complesso dei nuovo Auditorium di Roma è quella di completare con un raccordo organico l'orografia dei paesaggio esistente, cercando in particolare di ricomporre l'artificiosa frattura venutasi a creare tra le propaggini inferiori della collina dei Parioli e la pianura fluviale su cui sorge il Villaggio Olimpico. L'occasione di una riqualificazione urbana dell'area scelta per l'Auditorium, delimitata dal quartiere dei Parioli a sud, dal quartiere Flaminio ad ovest, dal Villaggio olimpico a nord e da Villa Glori ad est, non può quindi essere trascurata: occorre dare al luogo la stessa dignità urbana e territoriale che presentano le quattro aree che la contornano, ognuna delle quali possiede una propria identità ed un proprio modello di vita quotidiana. L'Auditorium deve agire da un lato come sofisticato strumento di forte attrazione per un'utenza sovraurbana e dall'altro deve poter concentrare tutte le varie funzioni che costituiscono la normale urbanità di un luogo. Questo è garantito sia dalla particolare configurazione dei volumi costruiti che dalla distribuzione di tutte le attività presenti. Lungo Viale Maresciallo Pilsudski e Via Giulio Gaudini si aprono i principali ingressi al parco ed ai parcheggi sotterranei, realizzando una importante continuità fisica e percettiva con la zona a Sud e ad Est dell'area; su questo piano, su una dolce salita, emergono le tre Sale per la Musica creando una sequenza di tre volumi fortemente connotati, di dimensioni diverse, ma appartenenti alla stessa famiglia di architetture. Le tre "casse armoniche" sono immerse nel grande parco alberato e disposte ortogonalmente attorno ad una grande cavea teatrale all'aperto, rivolta verso il Villaggio Olimpico. Su questo lato, ossia su Viale de Coubertin, il volume dell'edificio diventa permeabile, organizzando una serie di attività legate a funzioni più tipicamente urbane permettendo così un utilizzo quotidiano e continuo di tutto il complesso. LA COPERTURA 2 3 LA CAVEA 4 Una vista d'insieme del quartiere Parioli intorno all'Auditorium. Descrizione Si sviluppa su un'area di 55.000 m² nel quartiere Flaminio, tra la Villa Glori, la collina dei Parioli e il Villaggio Olimpico, ed è stato progettato dall'architetto italiano Renzo Piano. I volumi principali del complesso sono costituiti dalle tre sale da concerto, allocate in edifici di diverse dimensioni, con una forma che richiama quella di uno scarabeo; le tre sale sono coperte con lastre di piombo e disposte a raggiera intorno a un anfiteatro all'aperto, la cavea, che può accogliere circa 3.000 spettatori.[senza fonte] Lo spazio circostante, dove le costruzioni non superano l'altezza della cavea, è occupato da altre strutture - ambienti di servizio, studi di registrazione, sale prove - mentre attorno all'insieme degli edifici corre un vasto terrazzo praticabile. Da qui, tra la sala Santa Cecilia e la sala Sinopoli, sono visibili i resti della villa romana venuti in luce durante la costruzione del complesso (la cui scoperta comportò una sostanziale modifica del progetto originario di Piano), i cui reperti sono esposti in un piccolo museo ricavato sotto la cavea. Oltre alle tre sale da concerto la struttura comprende anche il Teatro Studio, tre diversi studi di registrazione, e il foyer (che in realtà è l'atrio comune alle sale). Sono stati aperti un bar, un bar-caffetteria e (con accesso anche alla strada) un bar-ristorante e una grande libreria. Il complesso ospita anche gli uffici della Fondazione Musica per Roma, che gestisce la struttura, e dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia, della quale è sede principale. l'Accademia nazionale di Santa Cecilia Dal novembre 2005 l'Accademia nazionale di Santa Cecilia ha trasferito il suo intero fondo bibliotecario e archivistico al Parco della Musica, con l'apertura della Bibliomediateca, una struttura pubblica di carattere prevalentemente musicale. Dal febbraio 2008 l'accademia ha aperto, sempre al Parco della Musica, anche la nuova sede del suo museo degli strumenti musicali ("MUSA"), che conserva ed espone la collezione di sua proprietà. L'auditorium è la sede stabile della stagione sinfonica e cameristica dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia e della fitta programmazione della Fondazione Musica per Roma, che comprende eventi multidisciplinari, concerti di musica rock, pop, jazz, contemporanea, lirica, elettronica e etnica, rassegne di teatro, danza, circo, letteratura e poesia, mostre, incontri con gli autori, 5 Festival di scienze e del libro e le stagioni delle quattro orchestre residenti dedicate al jazz, alla muisca contemporanea e alla musica popolare. Le sale Le tre sale sono esternamente formate da una base in mattone e dalla sala vera e propria, rivestita esternamente con listelli in piombo. Le tre sale sono state così battezzate: Sala Santa Cecilia, in onore della patrona della musica, con 2756 posti a sedere; Sala Sinopoli, in onore al direttore d'orchestra Giuseppe Sinopoli, con 1133 posti; Sala Petrassi, in onore al compositore contemporaneo Goffredo Petrassi, con 673 posti. Teatro Studio, con 300 posti. A queste si aggiunge la cavea di 3000 posti, intitolata a Luciano Berio. Sala Santa Cecilia Posta nel punto di maggior impatto visivo dal parcheggio della struttura, la Sala Santa Cecilia è la più grande delle tre, ma anche quella acusticamente più difficile da gestire (vedi paragrafo Elogi e critiche).È caratterizzata dalla vastità del palco e dall'innovativa soluzione per la copertura del soffitto, formato da 26 gusci in legno di ciliegio americano, ciascuno con una superficie media di 180 m2. L'intera sala assume funzione di vera e propria cassa armonica. Attorno al palco, compresa la parte posteriore, si sviluppa una galleria con ulteriori posti a sedere, forse non favoriti acusticamente.Questa sala, espressamente progettata per la musica classica ma utilizzata anche per ospitare altri tipi di eventi, ha caratteristiche di riverberazione uniche in Italia, con un tempo di ritorno di 2,2 secondi per le dimensioni assolutamente fuori dal comune della struttura, e per l'effetto dei già citati gusci lignei che fungono da specchio acustico. L'effetto prodotto consiste nella netta sensazione che l'intensità sonora diminuisca solo fino alla decima fila, oltre la quale sembra mantenersi costante. Le motivazioni alla base di una simile scelta progettuale sono insite nella destinazione d'uso della sala che nelle intenzioni sarebbe dovuta essere impiegata unicamente per la musica classica, nella quale la sola pressione sonora a disposizione per raggiungere a un volume soddisfacente gli oltre 2.700 posti è quella fornita dallo strumento, da qui la necessità di centellinare ogni singolo metro di superficie per "far suonare" opportunamente la sala. Sala Sinopoli La sala mediana dell'Auditorium è stata intitolata al maestro Giuseppe Sinopoli. Ha come prerogativa l'adattabilità dello spazio interno in funzione del numero di esecutori e del comportamento acustico richiesto dall'evento. L'interno si presenta in modo esteticamente più sobrio, con pareti e controsoffitto perpendicolari. Una galleria si estende su tre dei quattro lati della sala. Sala Petrassi La più piccola delle sale da concerto dell'Auditorium di Roma è stata intitolata al maestro Goffredo Petrassi dopo la sua morte nel 2003. All'epoca dell'inaugurazione era ancora nominata genericamente Sala Settecento dal numero di posti a sedere. Appare verosimile che l'intenzione di dedicargli una delle sale dell'Auditorium fosse già da tempo nell'animo degli amministratori capitolini. Il maestro Petrassi, nonostante l'età avanzata, volle assistere all'inaugurazione, ed ebbe l'onore della prima assoluta nella Sala Sinopoli dell'Ouverture da Concerto per Orchestra da lui composta nel 1931.Il repertorio a cui si dedica la Sala Petrassi è principalmente costituito da musica lirica, musica jazz, spettacoli di teatro, di danza, e 6 proiezione di film. Per assecondare le necessità teatrali è stata realizzata l'apposita fossa d'orchestra, oltre alle pareti laterali del palco semoventi, che permettono di ridurre le dimensioni del palco e ricavare spazio ai lati per l'ingresso in scena degli attori. 7