128_131 Vet OK.qxp 7-09-2008 12:21 Pagina 128 Natural Vet IL BENESSERE DEL CAVALLO Come curano le erbe L’uso scientifico delle piante come metodo di cura è storia recente e i rimedi fitoterapici vanno prescritti sempre e solo da un professionista. Nel caso dei cavalli, da un veterinario che abbia fatto studi approfonditi in materia Testo e foto del Dott. Stefano Morini* F Fino ad ora ho scritto molto di malattie, visite e diagnosi, terapie e modi di somministrazione dei rimedi fitoterapici, ma poco ho approfondito dei concetti basilari delle cure a base di erbe. Beninteso, medici e scienziati di grande levatura hanno studiato la fitoterapia, dimostrandone l’efficacia secondo criteri severamente scientifici: quello che una volta era considerato impostura, credenza popolare o eresia medica, oggi viene accettato con profonda serietà come metodo di cura. L’uso scientifico delle piante medicinali è molto recente. La codificazione delle specie botaniche e relativa identificazione, il miglioramento delle condizioni di raccolta, l’uso di nuove metodologie di conservazione ed estrazione, il confeUn uso modermo della natura I sistemi più all’avanguardia di estrazione, conservazione, confezione e perfino coltivazione delle erbe consentono loro garanzie di qualità, anche terapeutiche, che le rendono farmaci a pieno titolo 128 zionamento in forme di consumo più moderne hanno trasformato a pieno titolo le erbe in “medicinali”, di importanza capitale per la pratica quotidiana del medico. Fondamentale, a questo punto, chiarire che la prescrizione di rimedi fitoterapici va fatta da un professionista esperto, ovverossia da un laureato in medicina veterinaria, abilitato alla libera professione, che abbia fatto studi approfonditi di medicina naturale e fitoterapia e sia quindi in grado di fare diagnosi e prescrivere terapie a ragion veduta. Chi decide di seguire consigli di venditori di prodotti erboristici o di entusiasti del “fai da te” (senza offesa per nessuno, naturalmente), corre seri rischi di causare danni al pro- prio animale oppure di esporsi a delusioni non realmente motivate sull’uso terapeutico delle erbe medicamentose. Questo mi ricorda il proprietario di uno stupendo Frisone che, nell’entusiasmo frenetico verso le cure naturali, gli riempiva la mangiatoia di ogni sostanza vegetale esistente al mondo. Il povero animale produceva quantità industriali di feci diarroiche e mi guardava con occhi disperati, tipo: «Voglio morire!». A nulla valse spiegare che le bucce di patata e di cocomera, unite a un bel secchio di mele cotte poteva anche ammazzare il cavallo! La leggenda narra di nipoti intraprendenti che servirono al nonno ignaro un maxipurgante, giusto per fargli provare l’ebbrezza riservata al Frisone. Non si è mai saputa la verità, fatto sta che il vecchio tornò al solito fieno con avena e orzo, lasciando perdere le verdure… Storie da camino acceso e vin brulè nel- 128_131 Vet OK.qxp 7-09-2008 12:21 Pagina 129 Un’azione mirata Le capacità curative delle erbe sono mirate alla causa delle patologie. In pratica, la loro somministrazione consente all’organismo di reagire con le proprie forze a molte patologie le sere invernali. Come agiscono le erbe? La loro azione è più focalizzata sulle cause della malattia e ha come obiettivo principale quello di mettere un organismo in grado di combattere la malattia con le proprie forze, quindi esistono trattamenti che tendono sì a togliere i sintomi, ma la maggior parte delle cure a base di erbe ha un effetto causale e il miglioramento, seguito da guarigione, testimonia un attacco vincente alla causa della patologia e non la repressione delle manifestazioni cliniche della malattia. Un aspetto molto interessante da valutare è l’equivoco che si ingenera quando si dice che i farmaci, in fondo, non hanno fatto altro che estrarre dalle erbe il loro principio attivo, quindi sono una cura più avanzata ed efficace nei confronti delle piante officinali. In verità i farmaci sono prodotti chimici di sintesi e, a volte, estraggono dalle piante un solo principio attivo che si pensa possa essere efficace contro la malattia, mentre i rimedi fitoterapici utilizzano tutti i principi attivi delle varie parti della pianta: radice, fusto, foglie, fiori, semi. Que- sto fa sì che, con effetti meno immediati e violenti dei propri componenti chimici, abbiano delle proprietà (date dalle cosiddette “vitalie”) e delle azioni generali sull’organismo che li rendono insostituibili e preziosi nel processo di guarigione. Le varie componenti delle essenze naturali interagiscono fra loro, a volte potenziandosi a vicenda, a volte cambiando o attenuando gli effetti dell’uno o dell’altro componente. È così che, impiegando la pianta in toto, si pre- vengono e si combattono i cosiddetti “effetti collaterali”. Qualche esempio doveroso per essere più chiaro. In natura esistono moltissime erbe a effetto diuretico che possono essere somministrate anche per lunghi periodi senza dare carenze di sali minerali e di potassio, tipico effetto indesiderato dei diuretici chimici. Come mai questo non avviene somministrando le piante da cui questi composti chimici sono stati estratti? Semplice, tutte le erbe diuretiche possiedono un alto contenuto di sali minerali e potassio. Questi vengono prontamente assimilati dall’organismo, assieme alla componente diuretica, impedendone automaticamente la perdita. Altro esempio, non si è mai riusciti a debellare lo scorbu- 129 128_131 Vet OK.qxp 7-09-2008 12:21 Pagina 130 Tra chimica e natura I farmaci di origine chimica, detti di sintesi, spesso estraggono dalle erbe un solo principio attivo. Quelli fitoterapici invece utilizzano i deversi principi attivi contenuti in parti altrettanto diverse della stessa pianta to con la somministrazione di vitamina C di sintesi, anche ad alte dosi, mentre la stessa malattia è stata sconfitta con l’assunzione di ortaggi e frutta (Coclearia, Cavolo, Rafano, Limone…). È stato scientificamente dimostrato che questi vegetali agiscono utilizzando il loro contenuto di Vitamina C, ma anche e soprattutto, grazie alla contemporanea presenza di un’altra vitamina, chiamata C2 e necessaria all’azione della prima. Pensiamo ancora al tannino, sostanza utile nella farmacopea tradizionale, ma che può dare problemi di allergie e ipersensibilità, mentre la somministrazione di foglie di quercia, ricchissime di 130 tannino, non dà alcun problema. È perlomeno tranquillizzante, dal mio punto di vista, sapere di avere a disposizione così tanti mezzi di cura, senza sottovalutare il fatto che farmaci ed erbe, usati assieme con competenza, possono essere la soluzione vincente. A volte le terapie basate su erbe medicinali non sono un “colpo di fucile”, ma richiedono tempi più lunghi per curare efficacemente, soprattutto le malattie croniche. Queste cure richiedono pazienza e dedizione verso il vostro compagno di galoppate, ma probabilmente ve lo restituiranno sano e avranno forse cementato il vostro rap- porto, sviluppando quel senso di reciprocità, di affetto e, perchè no, di serena dipendenza che dovrebbe esistere tra animale e uomo. Alla fine il problema sarà stabilire chi dovrà essere paziente verso chi… * [email protected] www.naturvet.it 128_131 Vet OK.qxp 7-09-2008 12:21 Pagina 131 131