LA CHIRURGIA L’indicazione all’intervento chirurgico per neoplasia polmonare deve essere ristretta ai casi in cui questo abbia un intento radicale, cioè con una finalità di guarigione. Questa indicazione viene naturalmente sempre posta dal chirurgo toracico al quale l’oncologo o lo pneumologo possono indirizzare il paziente nel momento in cui abbiano valutato per parte loro tale indicazione. Gli interventi sul polmone sono interventi di chirurgia maggiore, con rischi operatori non indifferenti che possono variare in relazione alle caratteristiche cliniche del paziente, alla posizione della massa neoplastica nel parenchima polmonare e alle capacità tecniche degli operatori. L’indicazione alla procedura chirurgica è tipicamente rappresentata da patologie sufficientemente localizzate, quali quelle rappresentate dallo stadio I, II o casi selezionati dello stadio III (vedi capitolo sulla Stadiazione). Accertato questo, il paziente deve essere sottoposto ad accertamenti cardiologici ed anestesiologici per verificare che possa affrontare l’intervento chirurgico e l’anestesia, e a controlli per verificarne la funzionalità 1 respiratoria, in modo tale da assicurare che in seguito alla resezione di parte del polmone il paziente mantenga una capacità respiratoria adeguata. Le tipologie di intervento comunemente eseguite sono rappresentate da: • la pneumonectomia, asportazione dell’intero polmone; • la bilobectomia, asportazione di due lobi polmonari; • la lobectomia, asportazione di un lobo polmonare; • segmentectomia tipica anatomica dove si asporta un segmento anatomico, che viene effettuata solo nei casi in cui patologie cardiopolmonari controindichino la lobectomia; • sleeve lobectomy che si effettua se è interessato dalla malattia il bronco lobare all’origine con reimpianto del bronco residuo con plastica bronchiale; • la resezione segmentaria con l’asportazione del solo nodulo, che può essere fatta con la tecnica “wedge resection”, resezione a cuneo; Tutti i precedenti interventi possono essere accompagnati dalla linfoadenectomia, la asportazione delle ghiandole linfatiche loco regionali, una metodica molto importante per diminuire il rischio di recidive loco-regionali e per valutare la metastatizzazione o meno per via linfatica. La mortalità post-operatoria di questi interventi chirurgici è nettamente diminuita negli ultimi anni assestandosi intorno al 6% per la pneumonectomia, il 3% per la lobectomia e meno dell’1% per le resezioni minori. La video toracoscopia è una tecnica che consente, con il paziente in anestesia generale, di esplorare e operare all’interno del torace tramite delle sonde, inserite dopo aver effettuato dei piccoli tagli sulla parete toracica. Questa metodica consente di effettuare prelievi bioptici o il talcaggio pleurico. Il talcaggio è una metodica indicata nei casi in cui esista un versamento pleurico e consiste nello svuotare il cavo pleurico dal liquido presente e spruzzare del talco sulla superficie pleurica che con una altissima percentuale consentirà di evitare il riformarsi del versamento pleurico in questo tipo di pazienti. 2 Un bisturi nel polmone L’operazione necessita dell’anestesia generale, di un ricovero che può essere contenuto in assenza di complicazioni in 7-10 giorni circa e di un periodo di limitata attività di almeno uno o due mesi. Se non ci sono altre patologie polmonari e se la funzionalità polmonare (valutabile con la spirometria) è nei limiti, nonostante la mancanza di un lobo non ci sono difficoltà nel riprendere le normali attività. Diverso è il caso della asportazione completa di un polmone intero, intervento sempre meno praticato, in quanto più invalidante per il paziente e 3 maggiormente gravato da complicanze cardio-vascolari specie nelle persone anziane o con copatologie cardio-vascolari. Esistono dei casi non infrequenti in cui prima viene realizzata una chirurgia su una lesione cerebrale unica sintomatica da parte del neurochirurgo e successivamente viene effettuato un intervento chirurgico sul torace di tipo radicale da parte del chirurgo toracico, liberando così con due interventi chirurgici consecutivi, il paziente di una malattia già metastatica. Questo evento naturalmente che necessita naturalmente di un paziente in buone condizioni generali e respiratorie e con una prognosi favorevole, ha bisogno di un coordinamento fra le due chirurgie e la oncologia medica che valuterà successivamente la necessità integrativa di altre terapie mediche. 4