INTERNAZIONALE
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CARRARA SpA
STONE SECTOR 2002
STONE SECTOR
2002
INDUSTRIA ITALIANA
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TRENDS
LA INDUSTRIA ITALIANA
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QUADRO GENERALE
Non ci vuole molto per ricordare quali eventi hanno maggiormente segnato il trascorrere dell’anno 2002: il passaggio dal ricordo recente della tragedia dell’11 di settembre 2001 alla guerra in Iraq del 2003 è stato progressivo e deciso. Dopo una prima metà d’anno che ha visto l’economia mondiale riprendersi dallo shock della tragedia di New York, nell’estate abbiamo assistito ad un crescente rallentamento degli scambi commerciali, come conseguenza delle tensioni politiche internazionali in fase di riacutizzazione. Le prospettive del conflitto in Iraq hanno
poi fortemente segnato i primi mesi dell’anno 2003, e l’evolversi delle prossime settimane deciderà se per ritrovare la ripresa marcata di cui tutti hanno ormai forte desiderio basterà aspettare l’inizio del 2004, o bisognerà ancora una volta rinviare ad un’altra data.
È soprattutto l’area nordamericana a risentire delle incertezze sull’andamento futuro, con un
dollaro che si confronta per la prima volta nella storia con una moneta unica europea, che gli fa
da alternativa sui mercati internazionali, anche come moneta di transazione.
E qui troviamo l’altra grande svolta del 2002: il primo anno dell’euro. Vicende altalenanti dapprima, ma da qualche mese ormai stabilmente sopra la parità con il dollaro statunitense: dall’inizio del marzo 2002 al marzo 2003, l’apprezzamento dell’euro sul dollaro ha toccato il 21 per
cento nominale, mentre l’indice Dow Jones è sceso del 26 per cento nello stesso periodo.
Quanta parte di questo sia dovuto alle vicende internazionali, e quanta invece alla situazione
economica ancora debole degli Stati Uniti, e alle vicende speculative esplose in tutta la loro fragilità nei mesi scorsi, è materia di discussione tra tecnici. Il risultato comunque, almeno per ora,
rimane lo stesso: che l’euro forte consente di acquistare materie prime a cambio favorevole, ma
comporta anche un rovescio della medaglia che tocca le esportazioni e coinvolge una serie di
scelte da parte di organismi comunitari e di operatori privati non facili da prendere.
Nell’area dell’euro, il PIL è sceso progressivamente nel corso dell’anno, mentre nell’area asiatica l’economia ha continuato in termini positivi e a buon ritmo di espansione. E soltanto le
recenti minacce indotte dalla sindrome SARS, ben più che dalle variabili economiche o dai fondamentali dei maggiori Paesi estremo orientali, gettano ombre sul ritmo complessivo di crescita dell’intero areale. Non è ancora una crisi di mercato, ma per alcuni Paesi è già una crisi di
operatività complessiva, e di immagine, prima che politica o altro ancora.
Anche in America Latina ci sono segnali positivi di ripresa, lenta ma diffusa, rispetto alla
depressione generalizzata dello scorso anno, nonostante il permanere di forti fattori di debolezza. Alcuni Paesi importanti sono ad una svolta politica rilevante, che potrebbe davvero segnare
un cambiamento di ciclo e di clima complessivo, di cui non solo i singoli paesi hanno bisogno.
Essa potrebbe incidere sull’andamento generale dell’economia del continente, e di riflesso toccare le aree partner per i vari comparti.
La grande incognita rimane comunque l’economia nordamericana, nell’andamento dei suoi
consumi, della sua Borsa, e del suo mercato immobiliare e finanziario. La crisi dell’economia
pubblica, particolarmente profonda per alcuni stati, ha potenzialità di riflesso molto serie nel
complesso delle voci di spesa dei cittadini, tendendo ad aumentare la forbice tra classi sociali,
che fino agli anni ’80 si era invece riempita di classe media. Il settore immobiliare continua ad
avere movimento, con la facilità tradizionale negli USA di rinegoziazione dei mutui ipotecari,
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che ha portato all’espandersi dell’indebitamento familiare. Al momento, le conseguenze sono
positive, e alcuni meccanismi di ridistribuzione delle perdite speculative di borsa hanno mantenuto al riparo i bilanci delle famiglie dagli effetti negativi dei cali e degli scandali tipo Enron.
Prima o poi, però, se anche il mercato immobiliare divenisse speculativo, assumerebbe dei contorni di rischio, che potrebbero divenire difficili da controllare. La guerra al terrorismo sta inoltre assorbendo grandi risorse di bilancio, e le prossime scelte dell’amministrazione saranno
assolutamente decisive per gli sviluppi economici e politici della situazione non solo interna
statunitense.
IL SETTORE LAPIDEO
Che cosa è accaduto al settore lapideo nel corso del 2002?
Ci sono molti dati, accanto ad elementi più generali, che portano a descrivere il 2002 come un
altro anno sostanzialmente positivo per il settore a livello internazionale. Si sono ulteriormente
approfonditi i processi in corso, sia per la ristrutturazione dei mercati, che per la ridistribuzione dei ruoli tra produttori, che per le dinamiche d’incontro tra offerta e domanda. Il peso degli
strumenti nuovi d’informazione si è ulteriormente accresciuto, divenendo a sua volta causa di
cambiamento, secondo uno schema già individuato negli anni scorsi, e le vicende politiche che
hanno dominato i mercati delle merci e dei capitali nel corso dell’anno hanno influito relativamente sul settore, e prevalentemente in maniera indiretta e nella parte conclusiva dell’anno. Le
produzioni sono generalmente cresciute, i consumi anche, ed i cambiamenti avviati negli anni
precedenti hanno continuato ad operare senza apparenti inversioni di rotta. E però i processi non
hanno visto andare tutti in una medesima direzione, al contrario: la geografia della crescita è
fortemente localizzata, così come quella degli arretramenti, più o meno contenuti che siano.
Ancora una volta, si accelerano i cambiamenti di ruolo dei vari soggetti nazionali, in un effetto
incrociato di crescite e diminuzioni, e di ricollocamento su fasce diverse per specializzazione e
giro d’affari e mercati di sbocco.
Dal punto di vista della produzione internazionale, gli aumenti dei consumi complessivi hanno
reso la domanda di produzione più elevata, e l’offerta ha seguito o meglio ha favorito il processo, soprattutto ad opera di alcuni Paesi, particolarmente attivi, e relativamente nuovi al settore, che hanno fortemente puntato su pochi ma efficaci fattori di competizione:
◆
◆
◆
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concorrenzialità sul piano dei costi di produzione, e quindi dei prezzi di vendita;
diversificazione delle qualità in offerta sul mercato internazionale;
politica aggressiva di presenza ed espansione nei vari mercati di vendita, favorita dal
ricorso a tutti gli strumenti tecnologici di ingresso e di comunicazione con il mercato;
sforzo di evoluzione produttiva e di complessità di filiera, che ha ulteriormente spostato,
soprattutto per la Cina, ma non solo per essa, la frontiera dell’offerta dalla sola materia
prima, e dal prodotto di fascia corrente per il solo areale di prossimità, al prodotto finito
di fascia media anche per mercati più lontani e meno tradizionalmente favorevoli alle loro
produzioni.
E così abbiamo assistito ad una riconferma e rafforzamento di quel processo iniziato da qualche anno, che vede Paesi recenti affermarsi, in un primo momento in forza dei loro prezzi e
potenzialità produttive di materia prima, ma poi anche in virtù di un profondo sforzo di arricchimento di offerta e di capacità commerciale e di filiera. Tale processo sta ridefinendo le specializzazioni produttive e di mercato dei Paesi più tradizionalmente presenti nel settore, come
l’Italia, la Spagna, il Portogallo e la Grecia, e spingendo avanti i processi di sviluppo negli altri
Paesi, ad ingresso più recente di quelli europei, ma non altrettanto recenti come la Cina o l’Iran:
Turchia, India, Brasile e altri minori. La risposta dei Paesi tradizionali è varia, ma nel corso del
2002 il clima generale non è stato sereno, e cambiamenti progressivi, e riduzioni di giro d’affari si sono verificati e si verificano tuttora in molti distretti produttivi lapidei. In alcuni casi, il
cambiamento non è ancora percepito in tutta la sua portata, ma si sta progressivamente creando la consapevolezza che il percorso di sviluppo seguito anche dai Paesi non ancora storici ma
non più recenti nel panorama internazionale non è replicabile in maniera analoga per i nuovi
produttori, che si affacciano ora al mercato internazionale. Questi ultimi sono pochi, ormai, le
risorse internazionali non ancora operativamente scoperte sono sempre di meno, ma per loro
non si potrà riproporre lo stesso modello di affermazione “anni novanta”, che Paesi come la
Turchia o la stessa Cina hanno conosciuto. Le modifiche intercorse nel frattempo sono troppo
profonde, e non si torna indietro, né sull’offerta, né sull’interscambio, né sul mercato dei prodotti finiti e sull’organizzazione delle commesse.
E proprio in forza della nuova presenza di realtà esplosive come Cina, Turchia e Iran, è radicalmente mutato il quadro in pochissimi anni, e i rapporti di competizione, i ruoli degli altri protagonisti del comparto si sono e si stanno tuttora ri-disegnando sulla base dei nuovi input settoriali, di domanda e di offerta.
Aumenta così la produzione internazionale di materia prima, aumentano i consumi interni e gli
interscambi, soprattutto di blocchi, ma anche di semilavorati, e in misura minore di lavorati, e
il settore nel suo insieme si espande. E scende il ruolo dei vecchi leoni del settore, primi fra tutti
i Paesi europei produttori, che scavano di meno, esportano di meno, ma consumano ugualmente, anzi, in qualche caso aumentano le importazioni di lavorati e di semigrezzi, alimentando a
loro volta proprio quei processi di cambiamento che piano piano li stanno ricollocando su nicchie e specializzazioni particolari di produzione.
È un processo in corso soprattutto sul versante dei graniti: storicamente i giacimenti di marmi
sono stati più ricercati e sfruttati di quelli di graniti, e quindi sono a regime consolidato di sfruttamento da più tempo, poiché il marmo è una pietra più duttile,e quindi più “facile” sia nella
lavorazione che nell’uso, e le novità sono di minore importanza e prestigio. Ma sui graniti, è
notoriamente diverso, e lì la turbolenza si apprezza, e sta diventando in un certo senso strutturale. Quanto poi il “contagio” possa estendersi anche ai calcarei, è da vedere; però certamente
l’insieme dei rapporti internazionali di scambio si è riposizionato sulla base di una scala mutata di fattori, che coinvolgono di più la materia prima, da cui sono partiti i processi di modifica,
ma che ormai si estendono a tutto campo a tutto l’insieme del settore lapideo.
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ITALIA
Per l’Italia in particolare le conseguenze dei cambiamenti esterni si sono fatte sentire in maniera chiara nel corso del 2002, e pongono una serie di quesiti operativi e di mercato, a cui le aziende stanno dando una risposta funzionale abbastanza omogenea e condivisa, ma non per questo
organizzata e consapevole dell’esito finale possibile. Questo genere di reazione al momento di
sfida in corso sui mercati interno ed esterni accomuna molti settori industriali italiani, soprattutto quelli sostenuti da un tessuto produttivo di medie e piccole imprese, vale a dire la maggioranza, magari con forti presenze produttive distrettuali. E certamente le capacità di lungimiranza e di gestione dei possibili scenari esterni sono messe a dura prova dalla situazione internazionale, e dalle sue evoluzioni improvvise e globali. Se, infatti, ad esempio, era prevedibile
lo sbocco bellico in Iraq, non lo era davvero la vicenda SARS, di cui tuttora non si riesce a valutare l’impatto sulle economie dei Paesi maggiormente coinvolti, e dei loro partner principali, e
le conseguenze eventuali sull’interscambio non soltanto di areale nei prossimi mesi.
Il 2002 è stato un anno di costanza di consumi interni nazionali di lapidei, sostenuti da un mercato immobiliare e delle costruzioni che ancora ha tenuto i livelli elevati raggiunti negli ultimi
anni. Sul comparto delle costruzioni, le previsioni per gli anni prossimi non sono più altrettanto favorevoli quanto negli anni passati: la fase positiva iniziata nel 1995 è in via di esaurimento, e il 2002 ha già risentito i primi effetti della frenata adesso, a 2003 inoltrato, più visibilmente
in corso. Si prevede anzi che a partire dal 2004 la frenata diventerà inversione di tendenza esplicita, e per lo più condivisa da una larga parte di Paesi europei. Sono quegli stessi Paesi che in
questi ultimi tre, quattro anni hanno visto invece il loro settore non solo immobiliare, ma più
generalmente edile, comprese le nuove edificazioni, evolversi ed espandersi in maniera significativa, con l’eccezione atipica della Germania.
Ma il ciclo espansivo dell’edilizia nel suo complesso, a livello europeo e nazionale italiano,
dopo aver conosciuto il più lungo periodo di durata a partire dagli anni cinquanta, è entrato
ormai in fase di stanca, e comincerà a scendere progressivamente, già dal consuntivo 2003. È
una situazione complessa, in cui s’intrecciano fattori a volte così discordi nell’andamento e
negli sviluppi, da generare la più facile delle conclusioni nei consumatori e negli investitori:
l’incertezza.
L’incertezza è l’elemento che domina anche in questo, come in altri comparti. Negli scorsi anni,
i processi hanno seguito un percorso più lineare, e le trasformazioni in atto hanno generato
prima di tutto competizione, variazione di modelli di comportamento del mercato, ridefinizione delle strategie di competizione. In questi giorni invece domina l’incertezza, ed è un’incertezza che nasce prima di tutto nella domanda, e poi si applica all’incontro tra domanda e offerta. Il ruolo del comparto immobiliare, in questo quadro in variazione, cambia anch’esso, e trascina anche i settori minori, come quello lapideo. E così i consumi interni italiani hanno continuato ad assorbire materiale lapideo, ma in un contesto che vede le prospettive rallentare e progressivamente risentire di un clima di spesa delle famiglie italiane in calo generale. L’effetto
congiunto del rallentamento dell’immobiliare unito al calo dei consumi familiari si riversa, per
la prima volta nella storia recente dell’edilizia italiana, sul mercato delle manutenzioni, che
sinora era stato il protagonista dei cambiamenti maggiori nella composizione dei capitoli di
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bilancio del comparto edile, fino a superare quella soglia del 50% di fatturato dell’intero comparto, già parecchi anni fa. Il lapideo è un settore che svolge un ruolo piccolo, ma importante
proprio nella parte di rivalutazione degli immobili, nel re-investimento di immagine e di mercato degli edifici e delle strutture, e l’industria italiana di settore non si è lasciata sfuggire questa possibilità, sia a livello interno, che di area comunitaria, e poi anche oltre oceano. Ma proprio per questo motivo, dopo averne beneficiato negli anni scorsi, potenzialmente può rimanere più esposto in una simile dinamica di cambiamenti: il lapideo dopo avere avuto un 2002
ancora buono, sembra avere una prospettiva di più forte competizione e di mercati sempre più
di nicchia e di specializzazione per il futuro, logica a cui anche il mercato domestico non sembra sfuggire.
Questo scenario trova una forte conferma nella nostra indagine annuale di andamento congiunturale, svolta in apertura 2003 sia a livello di distretto toscano che a livello nazionale: le aziende hanno vissuto e vivono tuttora un sostanziale sdoppiamento di prospettiva, tra il settore e le
aspettative generali, da una parte, e la propria particolare e soggettiva situazione, dall’altra. Nel
primo caso, decisamente l’industria lapidea nazionale prevede un ridimensionamento di possibilità di business e di sviluppo, prevalendo un clima, anzi una convinzione diffusa di negatività
e di pessimismo, come se i problemi posti dalle sfide esterne fossero percepiti come strutturali
e inattaccabili, come se i cambiamenti in corso lasciassero poco spazio a politiche di intervento e di recupero di leadership e di brillantezza settoriale, come se gli strumenti che invece in
altri settori dell’edilizia sono stati messi in essere per migliorare la propria capacità di competere e accentuare i propri vantaggi, non avessero grandi possibilità di successo e fossero percepiti nella sostanza come dei palliativi su cui non investire più di tanto, neanche emotivamente.
Quando poi, però, si passa all’altra visuale, quella aziendale, allora le prospettive quasi sempre
migliorano e scattano tutti quei meccanismi di difesa tipici dell’operare e del fare business concreto, che non eliminano le difficoltà, ma trasferendole nel quotidiano le esorcizzano in qualche
misura, riportandole a una dimensione aggredibile. E allora il lavoro continua, l’ottimismo
quasi si ritrova, e le prospettive di vitalità del settore, visto come somma di attività individuali,
migliorano. Questo, ovviamente, in quelle parti del settore, e sono positivamente la maggioranza, che non hanno avuto uno scontro troppo diretto con quei fattori di distorsione della normale concorrenza, che il settore a livello internazionale sta vivendo in questo periodo.
E così assistiamo alla ricerca delle propria collocazione singola in un mercato che cambia, alla
ricerca della specializzazione, di business e produttiva, della soluzione individuale a problemi
comuni, in una collocazione che esalti il proprio saper fare, e metta così a massimo frutto i propri vantaggi assoluti e competitivi. Non sempre, nel corso di questo 2002, la ricerca ha dato
buoni risultati. Per alcune aree produttive, particolarmente, e per alcuni prodotti, il confronto
con i concorrenti non è stato positivo, e ne hanno risentito occupazione, giro d’affari e prospettive di futuro medio e breve. E questo non si è limitato al solo al settore lapideo, ma si è esteso
a tutti i settori collegati, e all’indotto in genere, che seppure in ritardo ha già comunque cominciato a risentire dell’onda bassa della congiuntura.
Si spiegano dunque i dati in calo, in primo luogo sulla produzione di cava (cfr. Tav. B), che ha
visto alcune regioni scendere in maniera sensibile rispetto agli anni addietro, ma poi anche della
produzione complessiva, del fatturato e delle esportazioni. Le produzioni di cava che più hanno
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risentito non sono state tanto quelle legate a fattori di moda o di scelta estetica, quanto piuttosto quelle più “sostituibili” da parte di produzioni a minor costo e a minor prezzo di vendita,
principalmente cinesi ma non solo, quelle cioè più esposte a una concorrenza basata soprattutto sul prezzo e non su quegli altri fattori che circondano ancora i prodotti di fascia più elevata.
Ne hanno risentito anche quelle aree di produzione che avevano problemi propri non risolti, che
non hanno potuto affrontare in questo periodo di difficoltà esterna, in cui il redde rationem si è
semplicemente e pericolosamente sovrapposto al resto, diventando un co-fattore di difficoltà:
problemi ambientali, di adeguamento delle strutture produttive, di normativa e quanto altro il
settore lapideo e particolarmente l’escavazione ben conosce da tempo. Oppure, ne hanno risentito quelle aree che più di altre erano e sono legate a mercati particolarmente esposti ai venti
negativi del momento, Medio ed Estremo Oriente soprattutto.
La produzione globale di cava si è così ridotta, anche in forza di un’esportazione complessiva,
soprattutto di lavorati, che ha visto scendere il suo fatturato annuale complessivo del –6,4% su
base annua, cifra che diventa –6,9% se ci restringiamo ai soli prodotti di maggior valore aggiunto. All’interno di questo quadro ci sono due momenti positivi rispetto alle esportazioni del 2001:
i granulati, e i blocchi di marmo e travertino, che anche a fronte di un 2001 particolarmente
favorevole nel suo insieme, hanno spuntato un aumento visibile, contenuto per i secondi, ma
deciso per i primi.
La lettura dei dati di export del 2002 deve infatti partire da una considerazione di base: il 2001
è stato un anno molto positivo, almeno fino al mese di settembre, in cui tutti ricordiamo che la
tragedia di New York e dell’attentato alle Torri Gemelle ha dato una svolta decisa ad un mercato che comunque stava già rallentando. Nel 2002 abbiamo in buona misura portato a resoconto le conseguenze sia del settembre 2001, che non va sottovalutato sotto nessun aspetto,
principalmente psicologico ma non solo, che della crisi strisciante già in atto e operante negli
Usa, vale a dire nel mercato maggiore per alcuni prodotti, quel mercato americano che ha sommato i suoi problemi interni a quelli già esplosi da tempo nell’altro Paese cardine delle nostre
esportazioni lapidee, la Germania. Si sono quindi sovrapposti due momenti di crisi congiunturale affannosa di due grandi Paesi industriali, consumatori di lapidei oltre che di altre merci,
creando una situazione di difficoltà di cui non solo l’Italia ha sofferto, ma anche altri produttori storici, come la Spagna e il Portogallo. La hanno subita in maniera particolare tutti quei produttori che non hanno potuto fare ricorso al prezzo di vendita come fattore di mantenimento del
mercato a tutte le condizioni, perché le rigidità interne non consentivano e non consentono di
scendere sotto una soglia minima, che altri produttori invece stanno ampiamente oltrepassando.
Per di più, si sono sommate a questo quadro le difficoltà aggiuntive di un euro in grande ascesa sul mercato dei cambi, irrigidendolo ulteriormente, e appesantendo la situazione. E così, le
cifre sono sempre alte, e di tutto rispetto, consentendo ampiamente di dire che il nostro settore
è ancora al massimo livello sia come giro d’affari, che come estensione di mercati, che come
presenza internazionale e qualità di prodotto. Ma il raffronto con l’anno precedente mostra i
segni di un processo difficile e non certo indolore, di ri-collocazione internazionale, l’ennesima
negli ultimi venti anni, proseguito ampiamente in questa prima metà di 2003. È il posizionamento strategico dell’industria nazionale che ha consentito che la somma delle nicchie e delle
specializzazioni qualitative e industriali delle imprese desse un risultato complessivo ancora
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forte, mostrando quale sia tuttora la robustezza e il ruolo del lapideo italiano e delle sue produzioni.
Tav. 1A. Export nazionale italiano gennaio dicembre 2002.
2001
Tonn.
Euro
MARMO BLOCCHI E LASTRE
754,246
170,331,058
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
184,613
49,885,182
MARMO LAVORATI
1,375,933
938,546,514
GRANITO LAVORATI
979,560
815,009,217
ALTRE PIETRE LAVORATI
220,936
48,311,297
SubTOT Blocchi, Lastre e Lavorati
3,515,288
2,022,083,268
GRANULATI E POLVERI
1,072,955
37,502,119
SubTOT con Granulati e Polveri
4,588,243
2,059,585,387
ARDESIA GREZZA
4,764
3,236,772
ARDESIA LAVORATA
32,518
24,240,761
PIETRA POMICE
75,088
4,422,606
TOTALE
4,700,613
2,091,485,526
Fonte: Istituto Nazionale di Statistica, elaborazione IMM.
2002
Tonn.
761,426
165,926
1,333,752
902,644
230,105
3,393,853
1,251,943
4,645,796
3,921
33,230
100,088
4,783,035
diff. % ’02/’01
Euro % Q.tà % Valore
170,752,098
0,95
0,25
47,548,867
–10,12
–4,68
883,050,165
–3,07
–5,91
736,370,256
–7,85
–9,65
44,590,445
4,15
–7,70
1,882,311,831
–3,45
–6,91
44,977,159
16,68
19,93
1,927,288,990
1,25
–6,42
2,323,731
–17,70
–28,21
23,527,763
2,19
–2,94
5,364,853
33,29
21,31
1,958,505.337
1,75
–6,36
In alcuni casi il valore medio ha tenuto, in altri no e comunque i dati tutti risentono di un effetto euro in crescita che ha costretto talvolta a ritoccare i listini, soprattutto nell’ultima parte dell’anno, e poi ancor più nell’inizio del 2003, erodendo spesso i margini di elasticità che si esplicano sui prezzi, e consentendo invece spazi di maggiore competizione ad altri produttori che
operano in valute esterne all’area dell’Unione. Sta di fatto che il consuntivo rimane negativo, e
pesante soprattutto sui graniti. È su questi materiali in particolare che la concorrenza, soprattutto cinese ma non solo, si è fatta sentire, e sta facendo soffrire i produttori nazionali, sardi in
particolare, ma anche di altre aree, sovrapponendosi alle altre difficoltà rilevate. In qualche
caso, anche per i marmi ci sono state negatività indotte dalla situazione esterna: tutti i distretti
che operano abitualmente con il Medio Oriente hanno subito più o meno un rallentamento o una
battuta d’arresto nel periodo finale dell’anno e poi nel periodo prebellico, così come ora la polmonite atipica sta condizionando, sia pure in maniera ben diversa, i traffici verso alcuni Paesi
dell’Estremo Oriente. Ma le turbolenze del quadro esterno devono entrare ormai nella nostra
ottica quotidiana, e non c’è una risposta unica a tutte le domande che anche in futuro si porranno.
Le aree di maggior sbocco per i prodotti nazionali sono rimaste ancora, anzi di più, quelle tradizionali per il lapideo italiano: area europea, sia comunitaria che non, area nordamericana, e in
misura minore le altre. Le tavole in allegato Statistico quantificano con esattezza le cifre e il
confronto con l’anno 2001: su circa 2000 milioni di euro, 650 sono dovuti all’Unione Europea,
che pure ha subito un calo attorno al 10% sui prodotti migliori, soprattutto in granito, e oltre
200 all’Europa non comunitaria. Il prossimo ingresso dei nuovi Paesi membri dell’Unione allargherà ulteriormente il ruolo del mercato comunitario, tanto più quanto alcuni di questi nuovi
soci sono Paesi in crescita sia economica generale che di importanza per il settore, sia come
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consumatori, che come produttori e trasformatori. E cresce spesso anche il loro ruolo come partner commerciali e di trasformazione non tanto e non solo per l’Italia, quanto per la Germania e
l’Austria. Le pietre della Croazia e degli altri Stati dell’ex Jugoslavia sono spesso belle e interessanti per tutto il mercato del lapideo. E assieme a loro crescono in partnership, e in autonomia i Paesi del sud del Mediterraneo, con un Nord Africa in crescita, sia pure su cifre ancora
contenute, sia in quantità che in valore.
Discorso a parte per il Nord America, dove le difficoltà maggiori nascono, anche qui, dall’incertezza sugli sviluppi futuri dell’economia e del quadro politico. Fino al 2003, il quadro sembra ancora sotto controllo, con il settore immobiliare e dei consumi familiari dei edilizia e
manutenzione stabili, anche se con sintomi di crescente nervosismo. Ma a partire dal 2004, per
ora, nessuno azzarda previsioni o ipotesi che non siano di larga massima. Per il 2002, ancora, i
lavori e le forniture tecnologicamente avanzate sono stati appannaggio delle imprese italiane, in
grande maggioranza, come pure le forniture di semilavorati sia in marmo che in granito, e si
registra una leggera crescita di fatturato proprio sulle voci più deboli altrove. Pesa, però, l’effetto euro, che se consente di acquistare meglio, impone poi di vendere con più difficoltà e
minor margine. E così sui lavorati sia di marmo che di granito divergono i consuntivi dei valori da quelli delle quantità, fino a diventare, i primi, negativi per il marmo: il valore medio unitario, in altre parole, ha risentito delle difficoltà esterne.
Negativo, ancora, il quadro delle esportazioni in Sud America, dove i saldi sono in perdita sull’anno 2001 per oltre il 30% complessivamente. Sono Paesi per i quali il settore rappresenta una
risorsa piuttosto che un capitolo di spesa, e nemmeno le strette relazioni con l’Italia possono forzare la situazione più di tanto. In alcuni casi, ci sono in corso dei rapporti di joint ventures con
imprese italiane, che operano localmente in varie forme, spesso con obiettivi di business rivolti
verso mercati terzi. L’obiettivo e la speranza comune è che servano non solo a consolidare la presenza italiana e locale nei mercati a cui si rivolgono, ma anche a favorire il superamento di difficoltà più generali, con il contributo che può dare un settore piccolo ma vitale come il lapideo.
Le esportazioni verso il Medio Oriente hanno subìto il clima creato dalla situazione generale
prebellica, prima, e poi nel 2003 di conflitto aperto. Le difficoltà anche pratiche di trasporti,
unite a quelle più generali di incertezza di quadro, si sono fatte sentire, pur se la volontà di andare oltre, e di ignorarle finché possibile è stata molto forte e attiva. Per l’Italia, tuttavia, il calo è
stato sensibile, sia in termini quantitativi che di valore: –10,6% in volume e –15% in valore. Si
tratta di Paesi, comunque, per i quali l’attenzione alle nostre produzioni e forniture è sempre
alto, e comprensori di produzione italiani fortemente legati alle realtà medio orientali, dopo aver
sofferto per la situazione creatasi nei mesi scorsi, sono tuttavia già pronti a ricreare le condizioni precedenti e a riprendere i rapporti al punto in cui si sono temporaneamente sospesi.
Tutt’altro tenore per l’Estremo Oriente: qui i dati parlano ancora più chiaro degli scorsi anni, se
possibile. La Corea del Sud è quasi il solo Paese che cresce un po’ sul 2001, sia in volume che
in valore, ma anch’essa nello stile di tutta l’area: la media unitaria in valore è in vero e proprio
crollo, significando che i nostri fornitori possono mediamente collocare sui mercati estremo
orientali soltanto materiale in qualità decrescente. Il mercato cinese, in particolare, cresce di
oltre il 30% in quantità, ma scende di quasi il 10 in valore. Accanto a lavori di grande pregio e
prestigio, si muove una massa di esportazioni in deprezzamento medio progressivo, che poco
12
danno alla nostra industria, anche se contribuiscono alla crescita di un mercato interno che
forse, in futuro, potrà diventare più qualificato e ricettivo anche per altre forniture.
Insomma, non è stato un anno facile, per le esportazioni italiane, che hanno conosciuto difficoltà oggettive, e sfide crescenti, ma hanno saputo ugualmente trovare la loro strada verso un
2003 che potrebbe segnare un’inversione su molti mercati. Certo, la sfida imposta dalla Cina
non si risolve facilmente, ma le risorse per continuare a competere non mancano, e lo confermano le stesse imprese italiane, quando definiscono le loro prospettive individuali migliori di
quelle del settore nel suo insieme.
Le importazioni, accanto alle esportazioni hanno pure sofferto, anche se in misura assai minore. Sono scese soprattutto le importazioni di marmi, mentre quelle di graniti hanno beneficiato
finalmente dell’effetto euro forte, anche se in maniera non pari alle difficoltà di segno opposto
patite dalle esportazioni.
Tav. 1B Import nazionale italiano gennaio dicembre 2002.
2001
Tonn.
Euro
MARMO BLOCCHI E LASTRE
431,973
87,433,805
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
1,725,880
387,610,016
MARMO LAVORATI
48,927
30,596,817
GRANITO LAVORATI
41,866
19,110,022
ALTRE PIETRE LAVORATI
69,096
11,759,025
SubTOT Blocchi, Lastre e Lavorati
2,317,742
536,509,685
GRANULATI E POLVERI
293,176
16,347,182
SubTOT con Granulati e Polveri
2,610,918
552,856,867
ARDESIA GREZZA
3,458
845,633
ARDESIA LAVORATA
6,013
3,007,940
PIETRA POMICE
13,685
1,177,575
TOTALE
2,634,074
557,888,015
Fonte: Istituto Nazionale di Statistica, elaborazione IMM.
2002
Tonn.
398,258
1,708,934
51,956
44,720
101,027
2,304,895
372,370
2,677,265
5,473
7,357
13,337
2,703,432
diff. % ’02/’01
Euro % Q.tà % Valore
74,319,267
–7,81
–15,00
373,025,672
–0,98
–3,76
29,035,229
6,19
–5,10
21,470,866
6,82
12,35
13,877,009
46,21
18,01
511,728,043
–0,55
–4,62
18,281,398
27,01
11,83
530,009,441
2,54
–4,13
952,120
58,27
12,59
2,803,032
22,35
–6,81
1,476,276
–2,54
25,37
535,240.869
2,63
–4,06
Cominciano a diventare apprezzabili le importazioni di lavorati finiti, sia in marmi che in graniti, soprattutto in virtù di un valore che in media unitaria anche qui scende: inutile dire che proprio questo fattore, anche se non è assolutamente il solo, conta in misura crescente sull’andamento che in queste cifre si riassume. In diverse occasioni, la competitività dei prezzi di vendita di alcuni manufatti esteri, in gara con quelli nazionali, ha fatto propendere la scelta verso il
prodotto estero, a parità o quasi di qualità in offerta. Certo, in quel “quasi” ci sono molte differenze e sfumature, che danno suggerimenti e indicazioni per le strategie di difesa dell’industria
interna, che possono mettersi in opera senza violare le norme generali del libero scambio e della
libera concorrenza. Alcune rigidità non possono essere aggirate, e allora l’unica alternativa
rimane il ricorso a politiche di differenziazione dell’offerta, su un piano di qualificazione che
spinga il prezzo in fondo alla graduatoria dei valori.
13
IL MERCATO INTERNAZIONALE
Abbiamo già detto in apertura che il mercato internazionale, nel corso del 2002, non si è fermato neppure in seguito alle vicende medio orientali, ma ha continuato il suo trend espansivo
semplicemente rallentando localmente gli interscambi. Il risultato complessivo è stato così un
interscambio ancora in crescita, anche se ridotto rispetto all’evoluzione quasi turbolenta di due
o tre anni fa. E soprattutto molto più disomogeneo geograficamente, registrandosi un ulteriore
sviluppo anche rispetto al modello regionalizzato degli anni novanta.
È rimasto elevato il movimento verso le aree del nord America, verso e all’interno dell’Unione
Europea e dei Paesi europei confinanti, elevato è ancora il movimento interno all’area del sud
est asiatico, nonostante le attuali difficoltà di ordine sanitario. Anche il nord Africa, pur così
scarno di informazioni quantitative, muove volumi crescenti di materia prima e di trasformati,
e soprattutto aggiorna le sue produzioni di materia prima, che diventano sempre più interessanti, sia a livello di volumi per i mercati domestici, che a livello internazionale come tipologia e
qualità di materiali.
Dal lato dell’offerta, è superfluo tornare a dire che la Cina si qualifica sempre più come un
Paese “totale”, nel senso che è ormai un protagonista internazionale che produce, consuma,
compra, trasforma e rivende a tutti i livelli, e in tutte le aree del globo. L’interscambio di areale rimane sempre, anche per lei, quello più elevato, che supera, dalle cifre ufficiali, il 47% del
totale dei movimenti di Cina e Hong Kong insieme, al netto dell’interscambio interno alle due
dogane. E si tratta di dati quantitativi, che motivano la progressiva emarginazione degli altri
produttori da alcune fasce di mercato locale. Giappone e Corea del Sud sono i due partner più
attivi, accanto a Singapore e Taiwan in misura calante. La Cina consuma anche, e in maniera
robusta, ma le esportazioni verso questo Paese rimangono circoscritte a poche fasce di prodotto, anche se con molte tipologie di materiali e spesso con un’ottima qualità di lavorazione. Il
suo mercato interno comunque resta enorme e consente una stabilità di espressione all’industria
locale lapidea, che soltanto un Paese quasi altrettanto grande, come è l’India, può emulare. La
preponderanza del fenomeno Cina non è una novità del 2002, ma la velocità con cui si stanno
affermando alcuni processi già delineati negli anni scorsi è tale che fa notizia nonostante le previsioni, e produce effetti di anno in anno tangibili nei numeri e nelle imprese degli altri Paesi.
E non si tratta solo di Paesi storici, e qui sta la novità del 2002, ma anche di Paesi recentemente entrati o entranti adesso nel panorama dell’offerta lapidea internazionale.
Così, le esportazioni di alcuni Paesi storici, come ad esempio la Spagna, quando sono cresciute in quantità, lo hanno fatto assai più nelle voci dedicate ai grezzi e ai semigrezzi che non ai
lavorati, mentre hanno visto scendere le produzioni di escavato, cominciando le imprese locali
a sentire le conseguenze di un mercato che cambia. Non solo, ma le esportazioni di blocchi sono
cresciute verso la Cina in primo luogo, e poi verso i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente,
e dell’Europa non comunitaria, vale a dire verso Paesi tutti o quasi che da qualche tempo trasformano in proprio, e stanno crescendo anche in autonomia, oltre che in consumo.
Il mercato statunitense ha tenuto in piedi molte realtà produttive nazionali, con i suoi consumi
ancora forti e tenuti tali dall’andamento del mercato immobiliare e di edilizia abitativa. Ormai,
la saturazione si avvicina, ma intanto sembra che ancora il 2003 manterrà il tenore sin qui vis-
14
suto. L’euro forte ha in buona parte condizionato l’interscambio tra Unione Europea e questo
Paese, ma riguarda più il 2003 che non il 2002, la cui prima metà, anzi, ha risentito di altri condizionamenti. L’onda lunga del settembre 2001, e poi le vicende legate all’Afghanistan e soprattutto all’Iraq hanno fatto sentire anche nel nostro settore i loro effetti, anche se in misura minore. Il drenaggio di liquidità e la sfiducia degli investitori minori di borsa, seguita agli scandali
Enron e Tyco, hanno causato anche qui effetti di incertezza nei consumi familiari, ma il settore
immobiliare ed edile, come appare da tutti gli indicatori tecnici, ha tenuto bene, e anzi ha fatto
barriera contro effetti potenzialmente pericolosi di deflusso di capitali dagli investimenti interni. E così i lapidei hanno continuato a collocarsi bene nel mercato domestico, attraverso i canali consolidati che hanno lavorato negli ultimi anni. Lo staff dei fornitori anche in questo caso si
è allargato, poiché alla fine tutti si rivolgono agli USA e ne curano il mercato. Verso gli USA
sono cresciute le esportazioni globali di lavorati, soprattutto dalla Cina, e ancor più di grezzi e
semigrezzi, con un ruolo forte dei graniti del Sud Africa, che come Paese domina per una volta
anche sulla Cina, del Canada e del Brasile, mentre per i marmi cresce di più la Turchia. Tuttavia,
leggendo la serie storica degli ultimi anni, è il 2000 l’anno dell’incremento complessivo maggiore, del vero e proprio salto nel volume di consumi, soprattutto di graniti, importati sia
dall’Italia che in misura minore dall’India e dalla Cina. Emerge un’anomalia nella registrazione dei dati USA rispetto a quelli registrati dall’Italia, una non coincidenza abbastanza vistosa,
come se lo scollamento abituale tra tempi di uscita da una dogana e di ingresso nell’altra fosse
divenuto particolarmente sensibile in questi ultimi tre anni. La media delle esportazioni italiane di lavorati versi gli Stati Uniti negli ultimi tre anni rimane comparabile con la media delle
importazioni dichiarate dagli USA, ma i dati annuali divergono apprezzabilmente. Rimane
comunque il senso generale del processo in corso: un calo registrato nel saldo 2001, recuperato pienamente nel 2002, con una maggior presenza di altri Paesi fornitori oltre all’Italia, come
Brasile nei graniti, e Turchia nei marmi.
Quest’ultimo Paese sta vivendo un ottimo momento nel panorama internazionale, anche se da
qualche tempo sente la concorrenza asiatica, così come altri produttori. Ma l’offerta che l’industria lapidea turca è in grado di proporre è non soltanto ampia come tipologia di materiali e
di prodotti, ma anche avanzata e di anno in anno più esperta e competitiva. Lo stesso vale per
altri Paesi di area medio orientale e nordafricana, come l’Iran, l’Egitto, il Marocco, l’Algeria e
altri ancora. Ma per tutti lo scenario internazionale progressivamente impone di spostare in
avanti la qualificazione dell’offerta, e di conseguenza la frontiera del confronto con gli altri
competitori, e la complessità della presenza globale sul mercato.
È questa, in fondo, la novità vera della chiusura 2002: è ormai definitivamente chiaro che la presenza sul mercato internazionale per tutti si gioca su fattori multipli, e sempre più evoluti e complessi, che non si esauriscono soltanto nella materia prima e nei prezzi. Su questi ultimi, “semplici” fattori, la presenza di un colosso come la Cina ha già definito gli esiti, e soltanto un Paese
altrettanto grande e potente sul piano della produzione di cava, dei costi di produzione e delle
dimensioni del mercato interno potenziale come è l’India può forse reggere il confronto. Per gli
altri, più o meno tutti gli altri, il futuro si gioca su un altro piano, e su altri termini di competizione, e tocca ancora all’Italia, data la complessità e il livello avanzato della sua industria e della
sua capacità di offerta, tracciare la strada maestra del nuovo modello di leadership.
15
MACCHINE PER IL MARMO
Il mercato della tecnologia produttiva di settore ha conosciuto in parte le stesse alternanze del
lapideo, avendone condiviso lo scenario di collocazione internazionale e le vicende. Anche se
da anni ormai vediamo che il settore delle macchine, principalmente quello delle macchine prodotte in Italia, le più diffuse ed avanzate tecnologicamente, anticipa alcuni tratti di cambiamento del settore lapideo nel suo insieme, quest’anno i motivi del rallentamento dell’interscambio
internazionale sono da ricondursi a quei fattori di incertezza generale, che hanno contagiato più
o meno tutti, piuttosto che a elementi prevalentemente interni al settore. Fattori congiunturali
come l’apprezzamento dell’euro non hanno soltanto moderato le esportazioni italiane di pietre
più o meno lavorate, hanno anche consigliato spesso di attendere nel rinnovo produttivo, nella
speranza tuttora accesa che la parità con il dollaro rientri a breve, e l’attesa non divenga controproducente. In questo settore, lo abbiamo già detto spesso, la leadership italiana è ancora
molto più salda e diffusa che nel settore lapideo, e la lettura dei dati nazionali è trasparente in
maniera diretta agli interscambi e ai movimenti internazionali.
L’export italiano di macchine per la lavorazione delle pietre naturali ha conosciuto un leggero
calo nel 2002 rispetto all’anno precedente, calo che si è addensato soprattutto sulle macchine da
taglio primario, ma che ha conosciuto una distribuzione basata piuttosto sulle aree di sbocco,
che non sulla tipologia di macchinario. Il segno negativo, in altre parole, è stato determinato
soprattutto dai Paesi, dalle loro vicende interne di sviluppo settoriale, e non dall’offerta di tecnologia. Rispetto alle cifre negative dell’area europea in genere, ma soprattutto comunitaria,
poco hanno potuto compensare i mercati pur molto attivi e interessanti del Nord Africa, tesi ad
innovare quando non a definire la loro industria nazionale di trasformazione (ricordiamo che i
dati di cui si riesce a disporre non includono le macchine da cava, che rientrano nella categoria più ampia delle macchine da miniera e cava). Egitto Tunisia, Algeria e Marocco hanno continuato ad investire nelle loro strutture produttive, principalmente e notevolmente l’Algeria,
ricorrendo alla tecnologia che meglio si colloca nel panorama internazionale di sempre. Ma
siamo comunque su cifre attorno ai 38 milioni complessivi di euro, contro gli oltre 90 milioni
dell’Unione Europea, che nel 2001 ne aveva invece raggiunti circa 128 milioni. Spagna, Grecia
e Portogallo sono i primi protagonisti della performance negativa dell’UE, riportando al settore collaterale il riflesso del momento congiunturale incerto, se non proprio negativo. In questi
Paesi, non è stato tanto l’effetto euro, che è moneta comune, a contare, quanto piuttosto l’andamento del mercato interno e l’incertezza delle prospettive, l’asprezza della competizione
esterna, e i recenti forti investimenti fatti negli ultimissimi anni, a determinare la frenata, che
continua ancora in questi mesi, e forse prenderà ancora tutto il 2003 per esaurirsi.
Negli Stati Uniti sono state soprattutto le macchine da finitura a contare positivamente, in coerenza con quanto abbiamo già detto a proposito dell’organizzazione del mercato nordamericano, e al suo sviluppo interno, volto spesso alla finitura locale del semilavorato, per adattarlo al
cliente, piuttosto che alla fornitura completa dal blocco in poi, fornitura che per altro non
manca. E allora si vendono meno telai e più lucidatrici, e l’andamento del cambio alimenta la
crescita del valore medio di esportato.
Più problematica la situazione del Sud America, dove pure, così come nel Nord, vanno meglio
16
le macchine da finitura che i più costosi telai da granito. Ma il Brasile, l’acquirente maggiore
assieme al Messico, cresce in quantità e scende in valore, in maniera sensibile, nemmeno compensata dal cambio, ma anzi penalizzata dall’euro forte.
Tiene bene invece il Medio Oriente, dove l’Iran diviene il primo partner delle imprese italiane,
superando chiaramente anche l’Arabia Saudita e Israele: di nuovo, dal settore collaterale viene
conferma dei processi più generali in corso nel lapideo e di quanto le prospettive stiano cambiando, e i termini di competizione e i protagonisti del mercato.
Riprende a comprare l’India, ma la vera sorpresa dell’Estremo Oriente è il Vietnam, che con i
suoi 23 milioni di euro supera anche la Cina, che si ferma a 13, e la Corea del Sud.
Tav. 2.A Export italiano di macchine verso Vietnam, Cina e Corea del Sud.
VIETNAM
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE
2001
Tonn.
708
2,119
2,827
Euro
1,728
21,499
23,227
2002
Tonn.
0
2,584
2,584
Euro
0
16,464
16,464
CINA
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE
2001
Tonn.
827
1,286
2,113
Euro
2,853
11,068
13,922
2002
Tonn.
272
1,538
1,810
diff. % ’02/’01
Euro % Q.tà % Valore
2,093 203,84
36,31
13,161 –16,37
–15,90
15,254
16,75
–8,73
COREA DEL SUD
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
Tonn.
444
574
Euro
1,459
6,778
2002
Tonn.
11
178
diff. % ’02/’01
Euro % Q.tà % Valore
98 3894,30 1387,84
2,254 223,15
200,63
TOTALE
1,018
8,237
189
2,352
diff. % ’02/’01
% Q.tà % Valore
0,00
0,00
–18,01
30,59
9,39
41,08
439,34
250,13
Soltanto Spagna, Stati Uniti, Algeria e Iran si collocano su questo livello di cifre, e di movimento, per tutto il 2002. Sono dati che danno da soli il quadro del nuovo che sta per accadere
in questa parte di mondo, e di riflesso anche nel resto.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Il 2002 lascia un panorama con alcune profonde trasformazioni avvenute, che continueranno ad
operare nei prossimi anni, e molto probabilmente in maniera tale da cambiare a livello internazionale la faccia conosciuta sinora del comparto. L’“Effetto Cina” ha cominciato a dispiegarsi
a livelli estesi, ormai, imboccando nella realtà le strade che erano previste sinora come una probabilità, sia pure elevata. Uno svolgimento probabile e chiaro, ma che non tutti erano disposti
17
a sottoscrivere, e che certamente in pochi al primo affacciarsi dei sintomi di crescita tumultuosa di questo Paese hanno saputo intuire nelle sue potenzialità reali. E invece, ormai ci siamo, lo
scenario internazionale di settore deve fare i conti con un Paese enorme che sta ripercorrendo
qualche decina di anni più tardi il percorso di sviluppo che nel dopoguerra e fino agli anni 80
ha seguito l’Italia, e con essa una parte dei Paesi europei produttori di settore, e poi alcuni altri
Paesi esterni che fanno parte oggi dello staff dei conducenti. Questo avviene in presenza di alcuni elementi fondamentali completamente cambiati, però, rispetto al quadro precedente, per cui
gli sviluppi non potranno essere più di tanto analoghi, riproponendo sfide nuove e problemi
nuovi da risolvere agli operatori, individuali e istituzionali, che vivono nel settore.
Negli anni 80, funzionava anche per l’Italia del granito un modello particolarmente complesso,
che vedeva alcune caratteristiche all’apparenza contraddittorie, ma invece con una stretta logica di funzionalità interna che operava secondo questo schema: importazione di materia prima
da Paesi esteri, trasformazione in Italia, e riesportazione del trasformato verso la destinazione
finale. Il motivo per cui, venti anni fa, questo accadeva con l’Italia stava nella qualità assoluta
della offerta, prima di tutto tecnologica, che non aveva concorrenti a quei livelli, e che quindi
faceva convergere principalmente nel distretto apuo versiliese, ma anche verso i distretti veneti e di altre regioni, i grandi contratti internazionali di forniture complesse, a lavorazione altamente raffinata e tecnologicamente avanzata, che altrove non trovavano altrettanta completezza, competenza e versatilità di svolgimento.
I fattori di competitività del modello italiano dell’epoca risiedevano in questo: nella praticamente incontrastata capacità di fornitura complessa delle maggiori imprese italiane di trasformazione, imprese che funzionavano nel loro distretto come vere e proprie aziende-sistema, e
che erano pochissime, ben introdotte presso i decisori tecnici e i general contractors dell’epoca, e che fornivano una completezza di servizio, di fornitura e di competenze che non aveva
rivali. Alcune condizioni particolari consentivano a queste imprese di coprire forniture che comprendevano a volte moltissimi tipi di materiali diversi, provenienti da vari Paesi e continenti,
con lavorazioni complicate e tecnicamente problematiche, con forniture che richiedevano anticipazioni di cassa, oltre che capacità di job management gravose. Risale a questo periodo anche
la massima accelerazione di sviluppo tecnologico delle imprese collaterali italiane, che hanno
fondato sulla collaborazione con le aziende lapidee e sul laboratorio naturale da esse offerto le
condizioni di evoluzione progettuale, che ora continuano a fare evolvere in maniera autonoma
e diffusa il comparto, ma che allora ha beneficiato di una spinta propulsiva notevole. All’Italia
è rimasta questa specializzazione produttiva internazionale, essendo ancora leader incontrastato delle forniture ad altissimo valore aggiunto, e soprattutto ad alto livello di contenuto tecnico,
ma le modalità di coordinamento internazionale di questo tipo di contratti sono profondamente
cambiate, nel frattempo, e già negli anni scorsi lo abbiamo ampiamente verificato e descritto.
Merito di diversi motivi, da internet alla presenza di professionalità adesso esterne alle imprese, e di avvicinamento complessivo tra domanda e offerta, talvolta anche sulla base di schemi
ripetitivi e automatici che penalizzano le dinamiche evolutive dell’offerta soprattutto: Ma il
risultato non cambia: l’Italia è ancora leader del settore per la completezza di funzionamento
del suo modello, e per la complessità dell’offerta che è in grado di fornire, dal prodotto seriale
alle lavorazioni specializzate, ai materiali tecnologici rielaborati, alla tecnologia produttiva.
18
Adesso, invece, per i nuovi protagonisti del lapideo, a cominciare soprattutto dalla Cina, ma
passando anche per qualche altra realtà minore (sia pure con forti differenze di connotazione),
il modello è diverso, e il fattore che guida l’evoluzione attuale sta prevalentemente nel prezzo
finale dell’operazione, che può rimanere, a quasi parità di offerta, estremamente contenuto in
virtù di una serie di fattori non solo strettamente legati al costo della manodopera, o alla catena
di costruzione del valore in genere. Non è un’analisi semplice da farsi: si va dal costo della
manodopera, che è incomparabilmente più basso rispetto ai Paesi europei o occidentali, ma è
competitivo anche nei confronti di Paesi meno industrializzati, al costo dei trasporti, alla modalità di presenza nei mercati vicini, ma soprattutto alla disponibilità di un mercato interno di
dimensioni talmente elevate, da poter fungere da mercato di compensazione per le qualità minori eventualmente invendute all’esterno. Gli ultimi due fattori si mescolano e si integrano tra
loro, potenziandosi, e sommandosi alle novità di questo ultimo anno.
Nel 2002 è finalmente affiorata nel mercato internazionale in maniera decisa e chiara l’azione
svolta dalle imprese cinesi negli ultimi anni, di acquisizione crescente di materia prima all’estero, in termini sempre più massicci e mirati, non solo attraverso l’acquisto presso i produttori locali, che pure ha costituito il primo passo di integrazione del modello iniziale di offerta, ma
attraverso l’intervento diretto in cava, a integrazione delle già fortissima capacità di fornitura
propria di materia prima, che come primo fattore è stato il vero motore iniziale dell’intero settore nazionale. E così, accanto alle altre politiche di aggressione dei mercati sin qui adottate,
vediamo anche seguire la falsa riga di quanto facevano le imprese-sistema italiane degli anni
’80 nelle punte estreme del modello vincente di allora: apertura di cave all’estero, acquisizione
della materia prima da trasportare e trasformare in patria, e successiva riesportazione del lavorato all’estero, talvolta persino nel Paese stesso di origine del materiale, e con prezzi finali di
vendita talvolta persino competitivi con quelli locali. Manca tutto il resto di quanto negli anni
’80 ha fatto la fortuna del lapideo italiano, ma rimane comunque un rischio molto concreto e
forte per l’intero settore, riassumibile in un “semplice” quesito: se il modello cinese continua ad
operare in questi termini, quanto possono gli altri produttori reggere ad una concorrenza su questi parametri, senza la possibilità di ricollocarsi facilmente, come le imprese europee spontaneamente e naturalmente fanno, su fasce di offerta ad alto contenuto di valore aggiunto?
Diventa, in questi termini, fondamentale rovesciare la lettura del modello, e guardare al mercato cinese non solo come alla grande sfida dei prossimi anni, ma anche come a un mercato in
crescita di domanda e non solo di offerta, come un mercato destinato a svilupparsi non soltanto nel consumo di produzione propria, ma anche di produzione esterna, integrativa di quanto
l’offerta domestica non possa coprire. E soprattutto, ancora, come a un mercato a dimensioni
potenziali grandissime, solo in piccola parte già reali. I ritmi di sviluppo complessivo del Paese
sono tali, che le autorità prevedono entro il 2020 al massimo il sorpasso nei confronti degli USA
come dimensioni assolute del PIL. Questo non significa, ovviamente, una ricchezza pro capite
paragonabile, nemmeno nel 2020, con quella degli Stati Uniti, però significa una presenza che
in tutti campi, in tutti i momenti della vita economica del globo diventerà pervasiva e irrinunciabile, quale in parte è già ora per alcuni settori. E il lapideo non farà davvero eccezione, e la
competizione riguarderà assai più, stanti così le cose, i Paesi a nuovo ingresso settoriale, che
quelli storici, avanzati nelle tradizioni di consumo e di produzione e di mercato. È molto diffi-
19
cile così prefigurare gli esiti che tali fattori possono produrre nello scenario internazionale del
settore.
Le sfide che ci attendono sono quindi estremamente impegnative, ma anche esaltanti, in un
certo senso, perché i contenuti del confronto sono avanzati e possono con facilità portare ad un
generale processo di crescita del settore lapideo e delle tecnologie ad esso necessarie.
Si pongono anche dei quesiti importanti: quale ruolo svolge la ricerca, e la tecnologia non solo
di produzione o di comunicazione, ma complessiva? Bastano i distretti, con la loro logica prevalentemente a radice endogena a dare le risposte giuste alle sfide condivise?
E però la risposta a queste sfide, di nuovo, non può essere più di tanto individuale e priva di
strategia complessiva, sia da parte delle imprese che da parte dei distretti e delle istituzioni,
anche se la storia insegna che nei momenti di necessità, le strategie, quando esistono, vengono
trovate in maniera quasi naturale, sia dagli uni che dalle altre. Ci vuole però un maggior sforzo
di volontà e di consapevolezza, di unità di risposta ricercata attivamente, più che trovata o addirittura subita. Bisogna trovare le modalità di reazione attorno alle quali, di volta in volta, aggregare massa critica per svolgere il proprio lavoro in serenità e costruendo ricchezza collettiva.
Scomporre i problemi per livelli di interesse comune attorno ai quali aggregare il consenso e le
azioni, non è cosa facile. Le imprese hanno sinora cercato le loro vie individuali ai cambiamenti
esterni, più o meno dappertutto, ed è un processo naturale di ricerca di best practices, che le
guida in questo senso: si cercano soluzioni valide, si innestano nel proprio ambiente soluzioni
elaborate in altri contesti, si inventano percorsi nuovi verso la domanda del mercato, attuale e
potenziale, e verso la sua soddisfazione ottimale, o verso la sua gestione più complessiva. Ma
è un processo che va affiancato con un’iniziativa di generale costruzione per livelli successivi
di alternative di percorso, e di consenso chiaramente realizzato e condiviso.
20
Italian Industry
and International
Trends
22
OUTLINE
It doesn’t take much to recall which events left the heaviest mark on the year 2002: the transition from the fresh memories of September 11th to the war in Iraq in 2003 has been progressive
and clear-cut. After six months in which the world’s economy had got back on its feet after the
shock of the New York tragedy, in the summer we saw trade slowing down as a consequence of
the international political tensions deteriorating again. Then, the prospect of the war in Iraq
markedly affected the first few months of 2003, and the next few weeks will determine if, to
resume the strong recovery everyone by now longs for, we have just to wait for the first few
months of 2004 or if we have to put it off once again.
It is North America that has been hit hardest by the uncertainty of the future, with the dollar
being challenged for the very first time by a single European currency which alternates with it
on the world’s markets also as a transaction currency.
And here is the other great turning point of 2002: the first year of the euro. With some wavering at first, but by now constantly above par with the US dollar: from the beginning of March
2002 to March 2003, the appreciation of the euro over the dollar topped 21 per cent of its nominal value, while the Dow Jones dropped by 26 per cent over the same period. How much of this
is due to international events and how much to the still weak economic situation of the United
States and to the speculations that have burst out in all their weakness in the last few months,
will be decided by the experts. The result in any case, at last for the time being, remains unchanged: a strong euro allows us to buy raw materials at a favourable exchange rate but also involves the other side of the coin, which affects exports and a number of choices that EU institutions and private operators find hard to take.
In the eurozone, the GDP has slowly decreased over the year, while in the Asian zone the economy continued to be favourable and to expand quickly. And only the recent threats of the
SARS, rather than the economic variables or the fundamentals of the greatest Far Eastern countries, have cast a shadow on the overall rate of growth of the entire area. It is not a market crisis yet, but for some countries it is already a general work and image crisis rather than a political crisis.
Even in Latin America, there are positive signs of a slow but widespread recovery compared
with last year’s general depression despite the continuation of weakening factors. Some major
countries are at a significant political turning point that could really mark a new cycle and general climate, which is needed everywhere. It could affect the general economic trend of the continent and indirectly affect the partner areas of each industry.
The North American economy remains completely unknown, however, including its consumption trends, Stock Exchange and property and financial markets. The crisis of public economy,
which in some countries is dramatic, can very seriously affect the family spending, thus deepening the social gaps that up to the Eighties had been filled up by the middle classes. The property market continues to be lively, with the traditional US ability to renegotiate mortgages,
which has led to the expansion of family borrowing. At present, the consequences are favourable, and some mechanisms of redistribution of the speculative Stock Exchange losses have protected the family balances from the negative effects of drops and scandals, such as Enron’s.
23
Sooner or later, though, even if the property market became speculative, it will become
somewhat risky and therefore hard to control. In addition, the war against terrorism is taking up
a large part of the budget, and the next choices of the administration will be key to the economic and political developments of the situation, not only for the US.
STONE INDUSTRY
What happened to the stone industry in 2002?
Many figures, as well as more general elements, seem to describe 2002 as another basically
positive year for the industry across the world. The processes under way have got deeper, in
terms of market rearrangements, the new roles of producers, and demand/supply dynamics. The
weight of the new information media has grown, becoming in turn a cause of change according
to a pattern that has already been identified in the past, and the political events that dominated
the commodities and capitals markets during the year have comparatively affected the industry,
mostly indirectly and at the end of the year. Productions and consumption have generally
grown, and the changes started in the preceding years have kept going on, with no apparent turnabouts. And yet these processes did not see everyone going in the same direction, quite the
opposite: the geography of growth was very local, as was that of regressions, whether small or
large. Once again, the national institutions are changing roles more and more quickly, in a crisscross effect of increases and decreases, and specialisation, turnover and outlet market segments
are changing places.
As to international production, the increase in overall consumption has increased the demand,
and the supply has followed or better boosted the process, especially in some very active countries which are comparatively new to the industry, which have heavily relied on few but effective competitive factors:
◆
◆
◆
◆
Competitiveness of production costs and therefore sales prices.
Diversification of the quality of supplies on international markets.
Aggressive policies of visibility and expansion on different sales markets, boosted by the
use of all market penetration and communication technologies.
Efforts to develop products and make the sector more complex, which further moved,
especially in China, but not only there, the frontier of the supply of raw materials only,
and from the local supply of standard-range products to the supply of medium-range products to farther markets, including those that have always been less in favour of their products.
And so we see that the process started a few years ago, in which new countries took leading
positions at first by virtue of their prices and potential production of raw materials, then also by
virtue of a strong effort to enrich their supplies and commercial and sector resources, continuing
and getting stronger and stronger. Such process is reshaping the productive and market specialisation of more traditional countries, such as Italy, Spain, Portugal and Greece, and boosting
24
the development of other countries that are newer than European countries but not as new as
China or Iran: Turkey, India, Brazil and others. The more traditional countries have responded
in different ways, but the general climate was not peaceful, and progressive changes and drops
in turnovers did and do take place in many stone production areas. In some cases, the change
has not been completely grasped yet, but the industry is realising that the development pattern
of the countries that are not expert yet, but no longer new to the international arena, is not reproducible in the new producing countries that are just appearing on the international market. The
latter are by now very few, the international resources to be still utilised are fewer and fewer but
the “Nineties style” model adopted by Turkey or China cannot be reproduced. The changes that
have taken place in the meantime are too dramatic, and one cannot go back on supplies or trade
or on the finished goods market or on job organisation.
And just because of the coming of new bombshells, such as China, Turkey and Iran, the scenario has rapidly changed in just a few years, and competition and the players’ roles have and are
being reshaped by the new industry inputs of demand and supply.
The international production of raw materials is thus increasing, domestic consumption and
trade, especially blocks, but also semi-finished goods, are increasing, and the industry is generally growing. And the role of the old lions of the industry, first and foremost the European producing countries, is reduced, and they quarry less, export less but consume the same amounts;
actually sometimes the imports of finished and semi-finished goods increase, thereby boosting
those changes that are slowly moving them towards special productive niches and specialised
ranges.
This process involves above all granite: marble deposits have always been more in demand and
more heavily exploited than granite ones, and have been constantly exploited for longer since
marble is a more pliable stone which is therefore “easier” to process and use, and novelties are
less important and prestigious. But with granite, as everybody knows, it’s a different matter, and
there the storm can be clearly seen and is becoming somehow structural. It remains to be seen
how much the “contagion” can spread to calcareous stones as well; but there’s no doubt that the
international trade has moved, and is now based on a new scale of factors that involve more the
raw materials, which kick-started these changes which by now affect all of the stone industry.
ITALY
For Italy in particular, the effects of the external changes have been clearly felt in 2002, and
have raised some operating and marketing questions that the companies are trying to solve in a
fairly consistent and common manner, which is not however organised or aware of the final
result. This kind of reaction to the challenges of the domestic and foreign markets is shared by
many industrial sectors in Italy, especially those that rely on medium- and small-size manufacturing concerns, i.e. the majority, possibly many local producers. And certainly their farsightedness and ability to control the potential external scenarios are challenged by the international situation and by its sudden and global developments. Whereas, for instance, the war in Iraq
was to be expected, the SARS was completely unpredictable, and its impact on the economies
25
of the most heavily affected countries and their major partners, and the potential consequences
on local and non-local trade in the next few months cannot be determined yet.
In 2002, the domestic consumption of stone materials has been consistent and supported by the
property and building markets that are still at the same high levels as in the last few years. In
the building industry, forecasts for next years are no longer so rosy as in the past: the positive
cycle of 1995 is drying up and 2002 has already been hit by the fall that is by now becoming
more apparent. Actually, this fall is expected to turn into a neat turnabout in 2004, as in many
European countries. They are the same countries that over the last three, four years have seen
their property and building markets, including new buildings, significantly grow and develop,
with the unusual exception of Germany.
But the expansion cycle of the building industry in general, in Europe and in Italy, which has
lasted the longest since the Fifties, is now going through a slack period and will begin to progressively decrease even at the end of 2003. It is a complicated situation, with a criss-crossing
of factors that are sometimes so inconsistent in their trends and developments as to cause consumers and investors to draw the simplest conclusion: uncertainty.
Uncertainty is the prevailing element in this industry as in many others. In the past, the processes were more straightforward, and the changes under way have given raise to competition,
have changed the market behavioural models and have reshaped competition strategies. In these
days and age, it is uncertainty that prevails, and this uncertainty comes first of all from the
demand, then affects the relation between demand and supply. The role of the property market,
in this ever-changing scenario, is also changing and dragging other markets with it, for instance the stone market. And so the Italian domestic consumption has kept taking up stone, although the prospects are slowing down and progressively being affected by a general decrease in
household spending. The joint effect of the decrease in the property market and the drop in
family spending falls, for the very first time in the recent history of the Italian building industry, on the maintenance market, which so far had been the one most involved in the major changes of the balance-sheet items of the building industry, so much so that even a lot of time ago
it had exceeded the 50% threshold of the turnover of the entire industry. The stone industry
plays a small, but significant, role precisely in the revaluation of buildings, in the reinvestment
in the image and marketing of buildings and constructions, and the Italian industry has not missed the opportunity, both in Italy and in the EU, then also overseas. But just for this reason, after
having benefited from it in the past, it can potentially be more vulnerable to such changes: after
a good 2002, the stone industry seems to be challenged by competition and niche and specialist markets in the future, something that even the domestic market is unable to sidestep.
This scenario is corroborated by our annual survey, that we conducted in early 2003 on Tuscany
and Italy: the companies did and do face double prospects, with the industry and the general
expectations on one side, and their subjective situations on the other. On one hand, the Italian
stone industry expects to have to cut down on business and development opportunities, with a
climate or better a common acceptance of negativity and pessimism, as if the external challenges were felt as structural and unassailable, as if the changes under way left no room for taking
action and recovering leadership and success, as if the means that other building sectors have
used to improve their competitiveness and advantages were doomed to fail and were essential-
26
ly regarded as palliatives in which they should not invest too much, not even emotionally. But
if we look at the corporate approach, then in most cases the prospects are better and involve the
use of all those defence mechanisms that are typical of proactive work and business, which do
not solve problems but bring them down to a day-to-day size, thus warding them off someway
and breaking them down to an assailable scale. And then work goes on, optimism almost comes
back and the prospects of the sector, as a whole of individual businesses, look more viable. This
happens of course in those industry segments (and they are positively the majority) that have
not been too much challenged by the distortion of the usual competition factors that the industry is experiencing all over the world.
And so we see a search for an individual position in an ever-changing market, in search of a
business and productive specialisation, of an individual solution to common problems, a position that may give pride of place to one’s know-how, thus making the most of one’s absolute
and competitive advantages. This search has not always been successful in 2002. In some production areas and for some products, competition has not been favourable and has affected
employment, turnover and medium – and short-term prospects. And this did not only concern
the stone industry but all the allied industries as well, that even if late have begun to be affected by this low economic ‘tide’.
This accounts therefore for the decreasing figures, first of all in quarry production (see Table
B), which in some regions has remarkably decreased, but also in the overall production, turnover and exports. The quarry productions that have been hit hardest have not been so much those
associated with fashions or aesthetic choices, but rather those that could be more easily ‘replaced’ by low-cost, cheaper productions, mainly Chinese, those that were more vulnerable to a
competition based on prices, but not on the other factors that remain the prerogative of higherrange products. This also affected those production areas that had unsolved problems of their
own, which they could not tackle at such a hard time, in which the day of reckoning simply and
dangerously added up to the rest, thus turning into a concomitant cause of problems: environmental problems, adjustment of productive facilities, regulations and all that the stone industry,
quarrying in particular, knows very well. Or it affected those areas that were and are linked,
more than others, to markets that are exposed to today’s negative ‘winds’, above all the Middle
and the Far East.
The overall quarry production has therefore decreased, also because the annual overall turnover
of all exports, above all of finished goods, has decreased by 6.4%/year, or by 6.9% if we look
at the highest added value goods alone. This scenario contains two positive figures: chips, and
marble and travertine blocks, even compared to a generally very positive 2001, have fetched
remarkable increases, a lower one for the latter, but a neat one for the former.
The 2002 export figures should actually be looked at by keeping in mind that 2001 was a very
positive year, at least until September, when, as we all know, the New York tragedy and the
Twin Towers attack made a neat turning point in a market that was already slowing down. 2002
largely reaped the consequences of both September 2001, which should not be underestimated
in any respect, even psychological, and of the creeping crisis that was already under way in the
USA, i.e. the greatest market of some products, the US market that added its domestic problems
to those that had already burst out in the other great importer of Italian stone products,
27
Germany. So, two troubled economic crises of two great industrial countries, consumers of
stone as well as of other commodities, added up, resulting in a difficult scenario which affected
not only Italy, but also other traditional producers, such as Spain and Portugal. It hit hardest all
those producers which could not reduce their sales prices to maintain their market shares at all
costs, because their internal rigidity did and do not allow them to drop below a given threshold
which other producers are instead largely trespassing. And that’s not all: this picture was aggravated by the problem of the euro dramatically rising on the currency market, which made the
picture even more rigid and exacerbated the situation. And so the figures are still high and
respectable, so that we can say our industry is still the best in terms of turnover, market share,
international success and product quality. But a comparison with last year shows that this process is troubled and certainly not painless, an international shift in position, the umpteenth in
the last twenty years, which has largely continued in the first half of 2003. It is the strategic
positioning of the domestic industry that made the success of the addition of niches and quality
and industry specialisation, evidence of the strong and important role that the Italian stone industry and products still play.
Table 1A. Italian domestic exports – January/December 2002
2001
Tons.
Euro
MARBLE BLOCKS AND SLABS
754.246
170.331.058
GRANITE BLOCKS AND SLABS
184.613
49.885.182
FINISHED MARBLE
1.375.933
938.546.514
FINISHED GRANITE
979.560
815.009.217
OTHER FINISHED STONES
220.936
48.311.297
Subtotal of blocks, slabs and finished stones3.515.288
2.022.083.268
CHIPS AND DUSTS
1.072.955
37.502.119
Subtotal including chips and dusts
4.588.243
2.059.585.387
RAW SLATE
4.764
3.236.772
FINISHED SLATE
32.518
24.240.761
PUMICE STONE
75.088
4.422.606
TOTAL
4.700.613
2.091.485.526
Source: National Statistic Office, processed by IMM.
2002
Tons.
761.426
165.926
1.333.752
902.644
230.105
3.393.853
1.251.943
4.645.796
3.921
33.230
100.088
4.783.035
Euro
170.752.098
47.548.867
883.050.165
736.370.256
44.590.445
1.882.311.831
44.977.159
1.927.288.990
2.323.731
23.527.763
5.364.853
1.958.505,337
diff. % ’02/’01
% Q.ty
% Value
0.95
0.25
–10.12
–4.68
–3.07
–5.91
–7.85
–9.65
4.15
–7.70
–3.45
–6.91
16.68
19.93
1.25
–6.42
–17.70
–28.21
2.19
–2.94
33.29
21.31
1.75
–6.36
In some cases, the mean value has held out, sometimes it has not, and in any case all figures
suffer from the ‘growing euro’ effect which sometimes led to change the price lists, especially
at the end of the year and even more at the beginning of 2003, often eating away the elasticity
margins that are reflected in the prices, and opening the way to the competition of other producers that work in non-EU currencies. The fact is that the balance remains on the debit side, and
worst on granite. It is especially these materials that Chinese and other competitors have hit hardest and that are giving a hard time to Italian producers, especially Sardinian ones, aggravating
the other problems. In some cases, there are been problems with marble as well, because of
external effects: all the areas that normally work with the Middle East have slowed down or
stopped completely at the end of the year and then in the pre-war period, just like now atypical
pneumonia is affecting trade, although in a very different way, with some Far Eastern countries.
28
But the storms of the external scenario must become part of our daily life, and there is no such
thing as one answer to all questions, including the future ones.
The areas where Italian products sell most have remained or are even more the traditional ones:
Europe, even outside the EU, North America, and to a smaller extent all the others. The enclosed tables provide accurate figures and a comparison with the year 2001: out of about 2000 million euros, 650 are made up by the European Union, although with a 10% decrease on the best
products, mostly granite, and over 200 by the rest of Europe. The future entrance of the new EU
member states will further extend the role of the EU market, even more because some of these
new members are becoming more and more important for the general economy and for this specific industry, both as consumers and as producers and converters. And often they are also becoming increasingly important as commercial and working partners not so much and not only for
Italy, but rather for Germany and Austria. Stone from Croatia and other former Yugoslavian states is often beautiful and attractive for the entire stone market. And southern Mediterranean
countries, such as North Africa, are also growing through partnerships or by themselves, although on still low quantities and values.
North America is quite a different market, because here the greatest problems arise from the
uncertainty on the future economic and political developments. Up to 2003, the picture seems
to be still under control, with stable property, family spending, building and maintenance
markets, even if with signs of increasing unrest. But as to 2004, nobody dares to make accurate predictions or assumptions. In 2002, high-tech jobs and supplies have been largely the prerogative of Italian companies along with supplies of marble and granite semi-finished goods,
and the turnover slightly increased on the commodities that are weakest elsewhere. But the
‘euro’ effect is heavy, and even if one can buy better one then finds it harder to sell. And so the
balances by value and by quantity of finished marble and granite differ, with values becoming
negative for marble: in other words, the unit mean value has been affected by external problems.
Once again, the picture of exports to South America is negative, with balances over 30% in the
red for the year 2001. In these countries, the industry is more of a resource than an expenditure, and not even the close relations with Italy can do much to change the situation. In some
cases, there are joint ventures with Italian companies working locally in different forms, sometimes orientated to other countries. The common goal and hope is that they may be useful not
only to strengthen the Italian and local share of these markets but also to help them overcome
more general problems, with the help that a small but lively segment as stone can give.
Exports to the Middle East have been hit hard by the climate caused first by the pre-war situation, then by the actual war in 2003. The problems, including practical transport problems, and
the general uncertainty of the picture have been deeply felt, even if there was a strong will to
go on and forget about them. The decrease in Italy was however remarkable both by quantities
and values: –10.6% by volume and –15% by value. These are countries, however, which have
always carefully followed our products and supplies, and the Italian production areas that are
closely bonded to the Middle East, after having been hit by last months’ events, are however
ready to recreate the previous conditions and to resume their relations where they had been stopped.
It’s quite a different matter for the Far East: here the figures speak louder than in the past. South
29
Korea is virtually the only country that grew a bit in 2001, by volume and values, but just like
the rest of the region: the unit mean values are definitely collapsing, which means that our suppliers can usually place lower quality materials on the Far Eastern market. The Chinese market
in particular is growing by over 30% by amounts but is decreasing by almost 10% by values.
Along with very valuable and prestigious jobs, there is a mass of exports whose value is progressively falling in value, which don’t do much for our industry even if they contribute to the
development of a domestic market that perhaps might become higher quality and more open to
other supplies as well in future.
In other words, this year has not been easy for Italian exports that have been affected by objective difficulties and growing challenges, but managed nevertheless to find their way to 2003,
which could be a turning point on many markets. Of course, the Chinese challenge cannot be
easily solved but we are not short of resources to remain competitive, as is proven by the Italian
companies when they say their individual prospects are better than those of the global system.
Imports too have suffered, even if less than exports. Marble imports in particular have decreased, while granite imports have at last benefited from the ‘strong euro’ effect even if not so
much as exports have suffered.
Table 1B. Italian domestic imports – January-December 2002
2001
Tons
MARBLE BLOCKS AND SLABS
431.973
GRANITE BLOCKS AND SLABS
1.725.880
FINISHED MARBLE
48.927
FINISHED GRANITE
41.866
OTHER FINISHED STONES
69.096
Subtotal of blocks. slabs and finished stones 2.317.742
CHIPS AND DUSTS
293.176
Subtotal including chips and dusts
2.610.918
RAW SLATE
3.458
FINISHED SLATE
6.013
PUMICE STONE
13.685
TOTAL
2.634.074
Source: National Statistic Office, processed by IMM.
Euro
87.433.805
387.610.016
30.596.817
19.110.022
11.759.025
536.509.685
16.347.182
552.856.867
845.633
3.007.940
1.177.575
557.888.015
2002
Tons
398.258
1.708.934
51.956
44.720
101.027
2.304.895
372.370
2.677.265
5.473
7.357
13.337
2.703.432
diff. % ’02/’01
Euro % Q.ty % Value
74.319.267
–7.81
–15.00
373.025.672
–0.98
–3.76
29.035.229
6.19
–5.10
21.470.866
6.82
12.35
13.877.009
46.21
18.01
511.728.043
–0.55
–4.62
18.281.398
27.01
11.83
530.009.441
2.54
–4.13
952.120
58.27
12.59
2.803.032
22.35
–6.81
1.476.276
–2.54
25.37
535.240.869
2.63
–4.06
Imports of finished marble and granite are beginning to be sizeable, especially against a decreasing mean unit value: there’s no need to say that it is just this factor, even if it is by no means
the only one, that is increasingly affecting the trend summarised by these figures. On a number
of occasions, the competitiveness of the sales prices of some foreign goods, when competing
with Italian ones, favoured the foreign goods even when the quality of the supply was the same
or almost the same. Of course, the word ‘almost’ contains a multitude of differences and nuances, which give suggestions and indications on the defence strategies of the domestic industry
that can be enforced without breaching the rules of free trade and free competition. Some rigidities cannot be sidestepped, and in this case the only option is to differentiate the supply to a
quality level that may push the price to the very bottom of the list of values.
30
THE INTERNATIONAL MARKET
As we said before, in 2002 the international market did not stop working, even after the Middle
Eastern events, but continued to expand by slowing down trade locally. The overall outcome
was therefore that of a still growing trade, even if less than the frenzy of two or three years ago.
And above all a geographically much more uneven one, developing even more than the regionoriented model of the Nineties.
Trade with North America, the European Union and the neighbouring European countries
remains high; trade with the south east of Asia is also high, despite current health problems.
Even North Africa, of which we know very little, is trading increasing amounts of raw materials and finished goods, which are becoming more and more attractive both for their volumes,
for the domestic markets, and for the type and qualities of their materials, for the international
markets.
On the supply side, there’s no need to repeat that China is becoming more and more of a “total”
country, in that it is by now an international leader, that produces, consumes, buys, converts and
resells at all levels and everywhere in the world. Even for China local trade is the highest, with
official figures exceeding 47% of the total trade of China and Hong Kong together, net of internal trade between the two customs. And these are quantitative figures that account for the slow
segregation of other producers from local market areas. Japan and South Korea are the two most
active partners, along with Singapore and Taiwan, which are decreasing. China also consumes
a lot, but exports to China are still limited to few product ranges, even if with a lot of types of
materials and often with excellent process quality. Its domestic market remains however huge
and leaves the local stone industry free to express itself in a stable way, which only an almost
equally large country, such as India, can imitate. The superiority of the ‘Chinese phenomenon’
is not new, but the rate at which some processes started in the past are spreading is so fast that
it hits the headlines despite all forecasts and produces tangible effects year after year on the
other countries’ figures and companies. And they are not only long-standing countries, and this
is the news, but also countries that have already made or are making their appearance on the
international stone market.
So, when the long-standing countries, such as for instance Spain, increased exports, they did it
much more in raw and semi-finished materials than in finished goods, while they saw a reduction in the production of quarry materials, as the local companies are beginning to feel the consequences of the ever-changing market. And that’s not all: block exports have increased towards
China, then to all the North-African, Middle Eastern and non-EU countries, i.e. to virtually all
the countries that have begun to process stone by their own and are becoming more independent and consuming more.
The US market has supported many of its producers, with its still high consumption, which is
helped by the property and housing markets. The market is nearly saturated but for the moment
it seems 2003 will maintain this trend. The strength of the euro has partly affected trade between
the EU and this country, but it concerns 2003 rather than 2002, the first half of which was
actually hit hard by other events. The high tide of September 2001, then the Afghan and Iraqi
events affected our industry as well, even if to a smaller extent. The cash drag and the lack of
31
confidence of minor Stock investors, following the Enron and Tyco scandals, fuelled uncertainty in family consumption, but the property and building industries, as shown by all technical indicators, has held out, actually warding off the potentially harmful effects of the capitals
flowing out of the country. And so stone has kept its leading position on the domestic market,
through the long-established channels that have been working over the last few years. The suppliers’ staff were expanded since in the end everyone looks at the USA and at its market.
Exports of finished products, and even more raw and semi-finished materials, to the USA have
increased, especially from China, with a strong role being played by the granite of South-Africa,
a country that just for once is prevailing over China, Canada and Brazil, while Turkey is increasing its marble trade. Nevertheless, if we look at the historical sequence of the last few years,
2000 is the year of the greatest general growth, of the real jump in consumption volumes, especially granite, imported from Italy and to a smaller extent from India and China. There’s
something strange in US figures compared with Italian figures, a considerable difference, as if
it had taken longer to leave one custom house and get into the other over the last three years.
The average of Italian exports of finished goods to the United States in the last three years
remains consistent with the average imports declared by the USA, but annual figures remarkably differ. In any case, the general feeling of the current trend remains: a decrease in 2001,
which has been fully made up for in 2002, with a more widespread presence of other supplier
countries, other than Italy, for instance Brazil for granite and Turkey for marble.
The latter country is going through an excellent period on the international market, even if it is
being challenged by Asian competitors just like other producers. But the products supplied by
the Turkish stone industry is not only wide for the variety of its materials and products but also
high quality and more and more expert and competitive. The same applies to other Middle
Eastern and North-African countries, for instance Iran, Egypt, Morocco, Algeria and so on. But
the international scenario is pushing all of them to increase the quality of their supplies and as
a consequence to push forward the frontier of competition and the complexity of their global
market share.
After all, this is the real news of the late 2002: it is perfectly clear, by now, that the penetration
of international markets involves, for everyone, a number of factors that are increasingly farranging and complex, not only prices or raw materials. The presence of such a giant as China
has already fixed the outcome of these ‘simple’ factors, and only a country that is equally big
and strong in terms of quarry production, production costs and potential domestic market as
India could perhaps compare to China. For virtually all other countries, the future is on another
level and involves a different type of competition, and it is up to Italy, once again, because of
the complexity and high level of its industry and output levels, to open the way to a new leadership model.
32
MARBLE MACHINERY
The stone production technology market has partly gone through the same ups and down as the
stone industry, since it has shared the same international scenario and trends. Even if for years
we have seen the machinery industry, mainly machines made in Italy, the technologically most
sophisticated and commonly used machines, announcing changes for the entire stone industry,
this year the reasons for the fall in the international trade is that general uncertainty that has tainted virtually everybody, rather than internal industry factors. Economic factors, such as the
appreciation of the euro, have not only reduced the Italian exports of rough and finished stones,
but often have also induced people to wait, while production was changing, hoping that the euro
would stop being on a par with the dollar, that the wait would not be counterproductive. In this
industry, as we have said many a time, the Italian leadership is still more widespread and stronger than in the stone industry, and the figures of trade and international transactions are clear.
Italian exports of dimensional stone processing machines slightly decreased in 2002 compared
with the preceding year, especially on primary cutting machines, but such fall concerned mainly
the countries of destination rather than the types of machines. In other words, the minus sign
was mainly due to the destination countries, to their domestic industry development problems,
and not to the technology being considered unworthy of change or unable to fulfil the industry
requirements. Compared to the negative figures of all of Europe, and EU in particular, the
North-African countries, although very active and interesting, have not done much, busy as they
were to innovate rather than outline their domestic processing industry (please note that the
figures we have available do not include quarrying machinery, which is covered by the larger
area of mining and quarrying machinery). Egypt, Tunisia, Algeria and Morocco have kept investing in their production facilities, especially and remarkably Algeria, by buying the technology
that has always found its best place in the international scenario, although the figures speak of
about 38 million euros against over 90 million in the EU, which had topped about 128 million
in 2001. Spain, Greece and Portugal are the countries most affected by the negative performance of the EU, with this uncertain or downright negative wave impacting on their allied industries In these countries, it was not so much the effect of the euro, which is the common currency, to have taken its toll but rather their domestic market trends and the uncertainty of prospects, the fierceness of external competition and the substantial investments made in these last
few years that caused this drop, which is continuing now and perhaps throughout 2003.
In the United States, it has been above all the finishing machinery sector that has been most successful, in line with what we said about the organisation of the US market, and its internal development, often oriented to finishing semi-finished goods locally to adapt it to their customers
rather than buying turnkey supplies, a type of supplies that in any case is not missing. And so
they buy fewer saws and more polishers, and the exchange rates boost the growth of mean
export values.
More delicate is the situation in South-America, which also buys more finishing machines than
expensive granite saws. But Brazil, the greatest purchaser along with Mexico, grows in quantities and decreases in values, in a remarkable way that is not even balanced by the exchange rate
but rather damaged by the strong euro.
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The Middle East is holding out, with Iran becoming the first partner of Italian companies, much
more than Saudi Arabia and Israel: once again, the allied industries confirm the general trend of
the stone industry and the extent to which the prospects, the type of competition and the market
players are changing.
India has restarted to buy but the real surprise of the Far East is Vietnam, which with its 23 million euros exceeds even China, which stops at 13, and South Korea.
Table 2. Italian exports of machinery to Vietnam, China and South Korea.
VIETNAM
CUTTING MACHINERY
PROCESSING AND POLISHING MACHINERY
TOTAL
2001
Tons
708
2.119
2.827
Euro
1.728
21.499
23.227
2002
Tons
0
2.584
2.584
CHINA
CUTTING MACHINERY
2001
Tons
827
Euro
2.853
2002
Tons
272
PROCESSING AND POLISHING MACHINERY
TOTAL
1.286
2.113
11.068
13.922
1.538
1.810
SOUTH KOREA
CUTTING MACHINERY
PROCESSING AND POLISHING MACHINERY
TOTAL
2001
Tons
444
574
1.018
Euro
1.459
6.778
8.237
2002
Tons
11
178
189
Euro
0
16.464
16.464
diff. % 2002/2001
% Q.ty % Value
0.00
0.00
–18.01
30.59
9.39
41.08
diff. % 2002/2001
Euro % Q.ty % Value
2.093 203.84
36.31
13.161
15.254
–16.37
16.75
–15.90
–8.73
diff. % 2002/2001
Euro % Q.ty % Value
98 3894.30 1387.84
2.254 223.15
200.63
2.352 439.34
250.13
Only Spain, the United States, Algeria and Iran have been on this level of figures and trade
throughout 2002. These figures are sufficient to give a picture of what is going to happen on
this side of the world, and as a consequence in the rest of the world as well.
CONCLUSIONS
The picture provided by 2002 is one in which changes have taken place and will continue over
the next few years, probably changing the face of the industry all over the world. The ‘Chinese
effect’ has begun to unfold by now and has in fact found the way that nobody took for granted
yet. A likely, clear growth, which not everybody was ready to acknowledge and of which very
few people, as the signs of the frantic growth of this country first appeared, grasped the real
potentials. And instead here we are, the international industry scenario has to come to terms
with a huge country that is following in the footsteps of Italy when it developed after the second
Word War and up to the Eighties, along with some stone producing countries and then some
external countries that are now among the leaders. This is taking place in a different scenario,
where some of the key elements have changed, so the development will not be too similar, and
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will raise new challenges and new problems that individual and institutional industry operators
will have to face.
In the Eighties, a very complex model worked for the ‘Italy of Granite’, with seemingly contradictory characteristics, but which was run through by a strict functional rationale, that
worked as follows: raw materials were imported from foreign countries, they were processed in
Italy and then the finished goods were re-exported to their final destinations. The reason why
this worked for Italy twenty years ago was the absolute quality of the supplies, with its unrivalled technological level which attracted to the Apuan-Versilian district, and also to Veneto and
other regions, big international contracts for complex supplies, involving sophisticated processes and technology, that could not find such a completeness, competence and flexibility
anywhere else.
At that time, the Italian model was competitive for the unrivalled ability of the leading stone
processing companies, acting as veritable corporations/systems in their areas, to supply complex products, and these companies were very few and had good connections with the technical decision-makers and the general contractors of the time, and could offer all-round services,
supplies and advice that were second to none. Special circumstances allowed these companies
to supply a multitude of different materials from different countries and continents, involving
complex and technically difficult processes, supplies that required down payments as well as
demanding job management abilities. This was also the time of the highest acceleration of the
technological development of the allied industries in Italy which based their development plans
on the co-operation with the stone industries and the natural test benches they offered, which
now they continue to develop independently throughout the industry, but which benefited from
that remarkable boost. This international productive specialisation still belongs to Italy, the unrivalled leader of very high added value, high-tech supplies, but the international co-ordination
of this type of contracts has dramatically changed in the meantime, as we saw and described a
few years ago. A number of reasons are to blame, from the Internet to the use of external consultants, and the increasing closeness between demand and supply, sometimes with repetitive
and automatic patterns that damage the evolution of the supply, although the result is the same:
Italy is still the industry leader, with its all-round functional model and the complexity of its
supplies, from mass-produced goods to specialist processes, to reprocessed technological materials, to production technology.
Now, for the new stone industry operators, first and foremost China, but also some minor countries (although with big differences), the model is different, and the factor that drives today’s
developments is mainly the final price of the operation, that can remain very low even when the
supplies are almost the same, due to a series of factors that are not only closely related to labour
costs or to the value-forming chain in general. It’s not a simple analysis: it ranges from labour
costs, which are incomparably lower than in European or Western countries and can also compete with other, less industrialised countries, to transport costs, to the type of penetration of the
neighbouring markets, and above all to the availability of a domestic market that is so huge it
can take up the inferior quality that does not sell abroad. The latter two factors blend with and
add up to each other, thus strengthening and bringing this year’s events to a head.
At last, in 2002 the international market has neatly, clearly revealed the role played by the
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Chinese companies over the last few years, i.e. they bought more raw materials from abroad, in
a more and more massive and specific manner, not only by buying from local producers, which
was however the first step towards the integration of the original model of supply, but by
working on the quarries, thus completing their already strong capacity to supply raw materials,
that as the first step had been the real propeller of the entire domestic industry. And so, along
with the other market penetration policies that we have seen above, they have followed in the
footsteps of what the Italian corporations/systems of the Eighties had done at the peak of the
winning model of that time: quarries were opened abroad, raw materials were taken and carried
to Italy to be processed, then the finished goods were re-exported abroad, sometimes even to
the countries from which those materials came, and at final sales prices that sometimes were
even lower than the local ones. All the rest of what has made the success of the Italian stone
industry in the Eighties is missing, but a very real risk remains for the entire industry, a risk that
can be summed up by a ‘simple’ question: if the Chinese model keeps working like this, how
long can the other producers hold out against such a competition, without any chance of finding
some other position, as the European companies naturally and spontaneously do, for the supply
of high added value goods?
In these circumstances, it becomes essential to look at the model in reverse, and look at the
Chinese market not only as the great challenge of the next future but also as a market in which
not only the supply, but also the demand is growing, as a market which is bound to grow not
only in the consumption of domestic products but also of foreign products, to complete what
the domestic supply cannot cover. And above all as a potentially huge market, whose size has
not completely unfolded yet. The general development rate of the country is so fast that the
authorities expect the Chinese GDP to overcome the US GDP by 2020. This does not mean, of
course, that their per capita wealth will be comparable to that of the USA even in 2020, but it
means that the presence of China will become widespread and essential in all sectors, at all
times of the economic life of the Earth, as it already is in some sectors. And the stone industry
will be no exception, and, as things stand, this competition will concern more those countries
that have just entered the industry, rather than the older ones, with older consumption, production and market traditions. It is very difficult therefore to predict the outcome that will come
from such factors in the international industry scenario.
The future challenges will be hard, but also somehow exciting, because the contents of the comparison are high and can easily push the stone industry and its technology to grow.
Important questions arise: what is the role of research and technology, not only in production
but in all areas? Will the districts be able, with their mainly endogenous approach, to respond
to the common challenges? But the response to such challenges, by the companies, the districts
and the institutions, cannot be too personal, with no general strategy, even if history teaches us
that in times of need strategies are almost naturally found. But it needs more efforts, willingness
and awareness, it needs a joint response that should be proactively looked for rather than found
or even suffered. It needs to find a way to react, which the critical mass can gather round to
carry out their jobs with peace of mind and build up a common wealth.
Breaking down the problems by common interests, which consent and actions can build on, is
no easy task. So far, the companies have looked for personal ways to sidestep the external chan-
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ges, more or less everywhere, in a natural quest for ‘best practices’: they search for good solutions, or try to reproduce solutions developed in different contexts, or invent new ways to get
hold of the current and potential market demand and to meet or manage it in the best possible
way. But this process should be supported by initiatives that should be jointly built in successive stages, through alternative options and through a clearly built and shared consensus.
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38
La Industria Italiana
y la Coyuntura
Internacional
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PANORÁMICA GENERAL
No hace falta esforzarse mucho para recordar los acontecimientos que han dejado una profunda huella el curso del año 2002: el pasaje del recuerdo reciente de la tragedia del 11 de septiembre 2001 a la guerra en Irak del 2003 ha sido progresivo y decidido. Después de una primera mitad de año con una economía mundial que tenía que recuperarse del shock de la tragedia de Nueva York, en el verano hemos asistido a una creciente ralentización de los intercambios comerciales, como consecuencia de las tensiones políticas internacionales en fase de reagudización. Las perspectivas del conflicto en Irak han distinguido los primeros meses del año
2003, y la evolución de las semanas que sigan a esta publicación decidirá si para encontrar la
reactivación por todos deseada será suficiente esperar el inicio del 2004, o si habrá que aplazar
la fecha otra vez.
La zona más afectada por la incertidumbre respecto al futuro es la estadounidense, con un dólar
que se enfrenta por primera vez en la historia con una moneda única europea, la cual funciona
como alternativa en los mercados internacionales, incluso como moneda de transición.
Y aquí encontramos el otro gran cambio del 2002: es el primer año del euro. Al principio, la
moneda tuvo varios altibajos, pero desde ya hace varios meses, se ha colocado establemente por
encima del nivel de paridad con el dólar estadounidense. Desde principios de marzo del 2002
hasta marzo del 2003, la estimación del euro sobre el dólar ha alcanzado el 21% nominal, mientras el índice Dow Jones ha bajado del 26% en el mismo periodo. De esto lo que sea debido a
los sucesos internacionales, a la débil situación económica de EE.UU. o la explosión de eventos especulativos de los meses pasados es hoy materia de discusión entre los técnicos. El resultado, al menos por ahora, es el mismo: que el euro fuerte permite adquirir materias primas con
cambio favorable, pero también está el otro lado de la moneda que afecta las exportaciones y
conlleva una serie de elecciones, muy difíciles de operar, por parte de organismos comunitarios
y de operadores privados.
En el área del euro el PIB ha bajado progresivamente en el curso del año mientras que en el área
asiática la economía ha continuado en términos positivos y con buen ritmo de expansión. Lo
único que puede oscurecer el horizonte en esta zona, bastante más que las variables económicas o las fundaciones de los principales países extremo-orientales, son los nubarrones del síndrome SARS. No es todavía una crisis de mercado, pero para algunos países ya es una crisis de
operatividad e imagen, antes que de política o de otro tipo.
También en la América Latina se ven señales positivas de reactivación, lenta y difusa, con
respecto a la depresión generalizada del año pasado, a pesar de que existan todavía fuertes factores de debilidad. Algunos países importantes se encuentran en un punto crucial político, que
podría marcar un cambio de ciclo y de clima general, del cual no sólo los países individuales
tienen necesidad. Ese cambio podría afectar la marcha general de la economía del continente e
incidir en otras áreas asociadas en los varios sectores.
La gran incógnita sigue siendo la economía norteamericana, en la marcha de sus consumos, su
bolsa y su mercado inmobiliario y financiero. La crisis de la economía pública en algunos estados lógicamente se refleja en las partidas de gastos de los ciudadanos, tendiendo a aumentar el
abismo entre las clases sociales y trayendo como una de sus consecuencias una disminución en
41
el grosor de las filas de la clase media desde los años 90. El sector inmobiliario sigue teniendo
movimiento, con la facilidad tradicional en EE.UU. de renegociación de los préstamos hipotecarios, lo cual ha llevado a la expansión del endeudamiento familiar. De momento, las consecuencias son positivas ya que existen algunos mecanismos de redistribución que han conseguido evitar las quiebras financieras familiares protegiéndoles de las pérdidas especulativas de la
bolsa y de los escándalos tipo Enron. Tarde o temprano, sin embargo, si también el mercado
inmobiliario se volviese especulativo, se vislumbrarían contornos de riesgo que podrían resultar difíciles de controlar. La guerra contra el terrorismo está además absorbiendo grandes recursos y las próximas decisiones de la administración serán absolutamente decisivas para los desarrollos económicos y políticos de la situación cuyos efectos se extenderán más allá de las fronteras estadounidenses.
EL SECTOR DE LA PIEDRA
Qué ha pasado en el sector de la piedra en el curso del 2002?
Hay muchos datos, al lado de elementos más generales, que llevan a describir el 2002 como otro
año substancialmente positivo para el sector a nivel internacional. Se han seguido mejorando
los procesos en curso, tanto en la reestructuración de los mercados, como en la redistribución
de representaciones entre productores y en las dinámicas de encuentro entre oferta y demanda.
El peso de los nuevos instrumentos de información ha aumentado ulteriormente, convirtiéndose a su vez en causa de cambio, según un esquema ya individuado en los años pasados y los
sucesos políticos que han dominado los mercados de mercancías y capitales en el curso del año
han influido relativamente sobre el sector, principalmente de manera indirecta y más bien en la
parte conclusiva del año. La producción ha crecido, los consumos también, y los cambios encaminados en los años anteriores han continuado operando sin aparentes inversiones de rumbo.
Sin embargo, en el frente de los procesos, no todos han ido en la misma dirección: la geografía
del crecimiento está fuertemente localizada, así como aquella de los arredramientos. Una vez
más, se aceleran los cambios de representación de los varios sujetos nacionales, en un efecto
cruzado de crecimientos y disminuciones, y de recolocación en franjas diferentes por especialización, giro de negocios y mercados de desemboque.
Desde el punto de vista de la producción internacional, el aumento conjunto de los consumos
ha hecho que la demanda de producción fuera más elevada, y la oferta ha seguido, o mejor ha
favorecido, el proceso, sobre todo gracias a algunos países particularmente activos y relativamente nuevos en el han distinguido al implementar algunos pero eficaces factores de producción.
◆ competitividad en el plano de los costes de producción y en consecuencia de los precios
de venta;
◆ diversificación de las calidades en oferta en el mercado internacional;
◆ política agresiva de presencia y expansión en los varios mercados de venta favorecida por
el uso de todos los instrumentos tecnológicos de ingreso y de comunicación con el mercado;
42
◆
esfuerzo de evolución productiva y complejidad de hilera, que ha desplazado aún más el
balance (sobre todo para China) desde la oferta de pura materia prima (y de productos de
faja corriente sólo para el área de proximidad) hacia el producto acabado de faja mediana, también para los mercados más lejanos y tradicionalmente menos favorables a esas
producciones
Hemos así asistido a una reconfirmación y a un refuerzo de aquél proceso iniciado hace algunos años, con países recientes que se afirman, en un primer momento fuertes en sus precios y
potencialidades productivas de materia prima, pero también en virtud de un profundo esfuerzo
de enriquecimiento de oferta y de capacidad comercial y de hilera. Ese proceso está redefiniendo las especializaciones productivas y de mercado de los países tradicionalmente más presentes en el sector, como Italia, España, Portugal y Grecia, y está empujando los procesos de
desarrollo en los otros países con ingreso más reciente con respecto a los europeos, pero no tan
recientes como China o Irán: Turquía, India, Brasil y otros menores. La respuesta de los países
tradicionales es variada, pero en el curso del 2002 el clima general no ha sido muy sereno, con
cambios progresivos y reducciones de los giros de negocios que se han verificado, y siguen
verificándose, en muchos distritos productivos del sector de la piedra. En algunos casos el cambio no ha sido percibido en toda su cuantía, pero se está creando progresivamente la conciencia
que el recorrido de desarrollo, seguido también por los países todavía no históricos, pero no tan
nuevos en el panorama internacional, no es replicable de manera análoga para los nuevos productores que se van asomando ahora al mercado internacional. Y ya quedan pocos, porque los
recursos internacionales por descubrir operativamente van siendo siempre menos, y para ellos
no será posible reproponer el mismo modelo de afirmación “años noventa” que países como
Turquía, o la misma China, habían conocido. Las modificaciones que han tenido lugar entretanto son demasiado profundas, y ya no hay vuelta atrás, ni en la oferta, ni en el intercambio, ni
en el mercado de los productos acabados y en la organización de los pedidos.
Y es precisamente en virtud de la nueva presencia de realidades explosivas como China,
Turquía y Irán que la escena ha mutado radicalmente en poquísimos años. Las relaciones de
competición y los papeles de los demás protagonistas se están rediseñando sobre la base de los
nuevos “input” sectoriales y de la oferta.
Aumenta así la producción internacional de materia prima, aumentan los consumos internos y
los intercambios, sobre todo de bloques pero también de semielaborados, en medida menor los
elaborados, y el sector, en su conjunto, se expande. Pierde importancia el papel de los viejos
leones del sector, primeros entre todos los países europeos productores, que van excavando
menos, pero que siguen igualmente consumiendo, es más, en algunos casos hasta aumentan las
importaciones de elaborados y de semibrutos, alimentando a su vez precisamente aquellos procesos de cambio que poco a poco los están recolocando en segmentos y en especializaciones
particulares de la producción.
Es un proceso en curso sobre todo en el sector de los granitos: históricamente, los yacimientos
de mármol han sido más buscados y explotados que los de granito, y por eso se encuentran en
un régimen consolidado de explotación desde hace más tiempo, porque el mármol es una piedra más dúctil y por lo tanto más “fácil” tanto en su elaboración como en el uso, y las novedades son de menor importancia y prestigio. Pero para los granitos, la situación es distinta, como
43
es sabido. Y allí se aprecia la turbulencia, que, en cierto sentido, se está convirtiendo en una turbulencia estructural. Queda por ver cuánto ese “contagio” pueda extenderse también a los calcáreos. Lo que es cierto es que el conjunto de las relaciones internacionales de intercambio se ha
vuelto a posicionar sobre la base de una escala mutada de factores, que envuelven más bien la
materia prima, desde que han arrancado todos los procesos de modificación, pero que ya se
extienden a todo el conjunto del sector de la piedra.
ITALIA
En el caso particular de Italia las consecuencias de los cambios exteriores se han sentido de
manera clara y contundente en el curso del 2002. Estos efectos han originado una serie de cuestiones operativas y de mercado a los que las empresas están dando una respuesta funcional
bastante homogénea y compartida pero no necesariamente bien planificada para conseguir unos
objetivos beneficiosos. Este tipo de reacción en los mercados internos y exteriores acomuna
muchos sectores industriales italianos, sobre todo aquellos sostenidos por un tejido productivo
de medianas y pequeñas empresas, es decir la mayoría, quizás con fuertes presencias productivas locales. Ciertamente, la capacidad de predicción y de gestión de los posibles escenarios
exteriores está sometida a dura prueba por la situación internacional y por sus evoluciones
repentinas y globales. Si de hecho, por ejemplo, fue posible pronosticar el resultado bélico en
Irak, ciertamente no ha sido lo mismo para la cuestión del SARS, del cual todavía no se consigue evaluar el impacto sobre las economías de los países mayormente afectados y de sus asociados principales, así como tampoco se pueden evaluar las consecuencias eventuales sobre los
intercambios, a cualquier escala territorial, en los próximos meses.
El 2002 ha sido un año de constancia en los consumos interiores nacionales de materiales lapídeos, sostenidos por un mercado inmobiliario y de la construcción que ha seguido manteniendo los niveles elevados que había alcanzado en los últimos años. En el sector de las construcciones, las previsiones para los próximos años ya no son tan favorables como en los años pasados: La fase positiva que se inició en el 1995 se va agotando notándose más a mitad del 2003
los efectos del súbito declive del 2002. Es más, se pronostica que a comienzos del 2004 la ralentización se va a convertir en inversión de tendencia explicita y que será compartida por una
buena parte de los países europeos. Son aquellos mismos países que en estos últimos tres o cuatro años habían vivido una evolución y expansión significativa de sus sectores inmobiliarios y
de la construcción (incluyendo las nuevas edificaciones) con la excepción atípica de Alemania.
El ciclo expansivo de la construcción en su conjunto, a nivel europeo y nacional italiano,
después de haber conocido el más largo periodo de duración empezado en los años cincuenta,
ha entrado ya en una fase de estancamiento, y empezará a bajar progresivamente, como ya se
ve en el balance del 2003. Es una situación compleja, donde se entrelazan factores a veces muy
discordes en movimiento y desarrollo, que acaba por generar la más fácil de las conclusiones
entre los consumidores y los inversionistas: la incertidumbre.
La incertidumbre es el elemento dominante, tanto en este sector como en otros. En los años
pasados, los procesos han seguido un recorrido más linear, y las transformaciones han genera-
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do primero competición seguido de variación de modelos de comportamiento del mercado y
redefinición de las estrategias de competición. En estos días en cambio domina la incertidumbre, y es una incertidumbre que se origina primero y que luego se extiende al encuentro entre
demanda y oferta. El papel del departamento inmobiliario, en este panorama de variación, cambia también, arrastrando a otros sectores menores, como él de la piedra. Y así es como los consumos italianos han continuado absorbiendo material lapídeo, pero en un contexto en el cual las
perspectivas van progresivamente disminuyendo y sufriendo de un clima de reducción general
de gastos por parte de las familias italianas. El efecto conjunto de la ralentización de lo inmobiliario, junto con la reducción de los consumos familiares, se proyecta, por primera vez en la
historia reciente de la construcción italiana, sobre el mercado de las manutenciones, que hasta
ahora había sido protagonista de los cambios mayores en la composición de los capítulos de
balance del sector de la construcción, hasta superar aquel umbral del 50% de volumen de ventas del sector entero ya hace muchos años. El de la piedra es un sector que desarrolla un papel
pequeño, pero importante, sobre todo en la parte de reevaluación de los inmuebles y en la reinversión en imagen y mercado de los edificios y de las estructuras. Esta posibilidad ha sido
aprovechada por la industria italiana del sector tanto a nivel interno como de área comunitaria
y también al otro lado del océano. Pero es por este motivo que, después de haber beneficiado
de esa situación en los años pasados, potencialmente ese pequeño sector puede quedar más
expuesto en una dinámica de cambios como la a que asistimos: el sector de la piedra, después
de un 2002 todavía bueno, parece tener una perspectiva de competición más fuerte y de mercados siempre más segmentados y especializados para el futuro, lógica a la cual también el mercado doméstico no parece poderse sustraer.
Este escenario encuentra una fuerte confirmación en nuestra investigación anual de la marcha
coyuntural, realizada a principio del 2003 tanto para la región Toscana como a nivel nacional:
las empresas han vivido y siguen viviendo todavía un desdoble substancial de la perspectiva
entre el sector y las expectativas generales por un lado y propia particular y sujetiva situación
por el otro. En el primer caso, decididamente la industria de la piedra nacional contempla un
redimensionamiento de posibilidad de negocio y de desarrollo, predominando un clima, o mejor
dicho una convicción difundida de negatividad y de pesimismo, como si los problemas surgidos de la nueva competición externa fueran percibidos como estructurales e inatacables y como
si los cambios en curso dejasen poco espacio a políticas de intervención y de recuperación de
liderazgo y brillantez sectorial, como si los instrumentos introducidos en otros sectores de la
construcción para mejorar su capacidad de competir y ampliar sus ventajas no tuviesen grandes
posibilidades de éxito y fueran percibidos en la sustancia como paliativos que reducen drásticamente las inversiones tanto física como emotivamente. Cuando se pasa a la otra visual, aquella empresarial, entonces las perspectivas casi siempre mejoran, y se disparan todos aquellos
mecanismos de defensa típicos de la manera de operar y hacer negocios concretos, que no eliminan las dificultades, pero transfiriéndolas a lo cotidiano, las exorcizan de alguna forma,
llevándolas a dimensiones abordables. Y entonces el trabajo continua y casi se encuentra el
optimismo. Las perspectivas de vitalidad del sector, si se miran como suma de actividades individuales, mejoran. Esto, obviamente, ocurre en aquellas partes del sector (y son positivamente
la mayoría) que no han tenido un choque demasiado directo con aquellos factores de distorsión
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de la competitividad que el sector está viviendo a nivel internacional en este periodo.
Y así asistimos a la búsqueda de una adecuada colocación en un mercado que cambia, a la
búsqueda de la especialización de negocios y productiva, de la solución individual a problemas
comunes, en una colocación que exalte su propio “saber hacer” y lleve al máximo provecho sus
ventajas absolutas y competitivas. No siempre, en el curso del 2000, esa búsqueda ha dado buenos resultados. Para algunas áreas productivas y para algunos productos la confrontación con
los competidores no ha sido positiva, y de ella han sufrido la ocupación, el giro de negocios y
las perspectivas del futuro mediano y breve. Y esto no se ha limitado únicamente al sector de la
piedra, sino que se ha ido extendiendo a todos los sectores conectados y a las actividades derivadas en general, que, si bien con retraso, ya han empezado a sufrir de la curva descendiente de
la coyuntura.
Se explica pues la disminución en las cifras, en primer lugar en la producción de cantera (véase
Tabla B) que ha tenido bajadas notables en algunas regiones con respecto a los años anteriores,
pero también de la producción en su conjunto, del volumen de ventas y de las exportaciones.
Las producciones de cantera que más han sufrido no han sido tanto aquellas vinculadas a factores de moda o de elección estética sino aquellas más “sustituibles” por producciones a costo
y precio de venta inferior, principalmente chinas, pero no sólo esas, o sea aquellas más expuestas a una competición basada más que nada sobre el precio y no sobre los demás factores que
rodean todavía los productos de categoría más elevada. De eso han sufrido también aquellas
áreas productivas que tenían problemas no resueltos con los cuales no han podido enfrentarse
en este periodo de dificultad exterior, en que el redde rationem se ha simple y peligrosamente
sobrepuesto al resto, convirtiéndose en un co-factor de dificultad: problemas medioambientales, de adecuación de las estructuras productivas, de normativas y todo cuanto el sector de la
piedra, y en particular la excavación, conocen desde hace tiempo. O bien, han sufrido aquellas
áreas que más que otras estaban y están vinculadas a mercados particularmente expuestos a los
vientos negativos del momento, sobre todo Medio y Extremo Oriente.
La producción global de cantera pues se ha reducido, y también en términos de exportación
total, sobre todo de elaborados, cuyo volumen de ventas global se ha reducido del –6.4% sobre
base anual, cifra que se convierte en un –6.9% si nos limitamos a los productos de mayor valor
añadido. Dentro de este panorama hay dos momentos positivos con respecto a las importaciones del 2001: los granulados y los bloques de mármol y travertino, que también frente a un 2001
particularmente favorable en su conjunto, han obtenido un aumento visible, contenido para los
segundos, pero decidido para los primeros.
La lectura de los datos de la exportación del 2002 debe de hecho empezar con una consideración de base: el 2001 ha sido un año muy positivo, por lo menos hasta el mes de septiembre, y
un año en que todos recordamos que la tragedia del atentado a las Torres Gemelas de Nueva
York ha dado un viraje decidido a un mercado que ya se estaba refrenando. En el 2002 hemos
empezado a notar agudamente la creciente crisis en los EE.UU. reforzada por los aspectos psicológicos del septiembre del 2001 es decir en el mercado mayor de algunos productos, aquél
mercado americano que ha sumado sus problemas interiores a aquellos ya estallados hace tiempo en el otro país fundamental para nuestras exportaciones de piedra: Alemania. Han coincidido pues dos momentos de crisis coyuntural angustiosos de dos grandes países industriales, con-
46
sumidores de lapídeos además de otros productos, creando una situación de dificultad por la
cual no ha sufrido sólo Italia, si no también otros productores históricos, como España y
Portugal. Y la han sufrido de forma particular todos aquellos productores que no han podido
reducir el precio de venta como factor de mantenimiento del mercado porque la rigidez interior
no permite ir por debajo de unos topes mínimos mientras que otros productores los están
ampliamente sobrepasando. Además, se han sumado a este panorama las dificultades adicionales de un euro en grande ascenso en el mercado de los cambios, endureciéndolo ulteriormente
y agravando la situación. Así pues cifras siguen siendo altas y considerables, y nos permiten
afirmar que nuestro sector está todavía al máximo nivel tanto como giro de negocios como por
extensión de mercados, presencia internacional y calidad de productos. Pero la comparación
con el año anterior muestra los signos de un proceso difícil y algo doloroso de recolocación
internacional, el enésimo en los últimos veinte años, continuado ampliamente en esta primera
mitad del 2003. Ha sido la posición estratégica de la industria nacional lo que ha permitido que
la suma de los segmentos y de las especializaciones cualitativas e industriales de las empresas
diera un resultado general todavía fuerte, mostrando la robustez y el papel del lapídeo italiano
y de su producción.
Tabla 1A. Exportación nacional italiana – Enero-diciembre 2002
2001
Ton.
Euro
MÁRMOL BLOQUES Y TABLAS
754.246
170.331.058
GRANITO BLOQUES Y TABLAS
184.613
49.885.182
MÁRMOL ELABORADO
1.375.933
938.546.514
GRANITO ELABORADO
979.560
815.009.217
OTRAS PIEDRAS ELABORADAS
220.936
48.311.297
Subtotal Bloques, tablas y elaborados
3.515.288
2.022.083.268
GRANULADOS Y POLVOS
1.072.955
37.502.119
Subtotal con granulados y polvos
4.588.243
2.059.585.387
PIZARRA EN BRUTO
4.764
3.236.772
PIZARRA ELABORADA
32.518
24.240.761
PIEDRA PÓMEZ
75.088
4.422.606
TOTAL
4.700.613
2.091.485.526
Origen: Instituto Nacional de Estadísticas. Elaboración: IMM.
2002
Ton.
761.426
165.926
1.333.752
902.644
230.105
3.393.853
1.251.943
4.645.796
3.921
33.230
100.088
4.783.035
Dif. % ‘02/’01
Euro % Cant.
% Valor
170.752.098
0,95
0,25
47.548.867
–10,12
–4,68
883.050.165
–3,07
–5,91
736.370.256
–7,85
–9,65
44.590.445
4,15
–7,70
1.882.311.831
–3,45
–6,91
44.977.159
16,68
19,93
1.927.288.990
1,25
–6,42
2.323.731
–17,70
–28,21
23.527.763
2,19
–2,94
5.364.853
33,29
21,31
1.958.505.337
1,75
–6.36
En algunos casos el valor medio ha resistido y en otros no. De todas manera todos los datos
sufren del efecto de un euro en revalorización que ha obligado a veces al retoque de los listines,
sobre todo en la última parte del año, y más aún a inicios del 2003, erosionando a menudo los
márgenes de elasticidad que se ejercen sobre los precios y proveyendo espacios de mayor competición a otros productores que operan en divisas de fuera de la Unión. El hecho es que el
balance queda negativo, pesando sobre todo sobre los granitos. Y es sobre estos materiales en
particular que la competición, mayormente china, se ha hecho notar y está ocasionando problemas a los productores nacionales, principalmente a los de Sardinia, anteponindose a las demás
dificultades manifestadas. En algunos casos también para los mármoles ha habido negatividad
inducida por la situación exterior: todos los áreas que operan habitualmente con el Oriente
Medio han sufrido más o menos una ralentización o un compás de espera en el periodo final del
47
año y más tarde en el período prebélico, así como ahora la pulmonía atípica está condicionando, si bien de manera diferente, el tráfico hacia algunos países del Oriente Extremo. Pero las
turbulencias de la situación exterior deben entrar ya en nuestra óptica cotidiana y no hay respuesta única a todas las preguntas también van a surgir en el futuro.
Las áreas de mayor salida para los productos nacionales siguen siendo (o son más todavía)
aquellas tradicionales para el sector de la piedra italiano: área europea, comunitaria y no comunitaria, área norteamericana y, en medida menor, las demás. En las tablas estadísticas adjuntas
se cuantifican con exactitud los números y los resultados de la confrontación con el año 2001:
de cerca de 200 millones de euros, 650 son debidos a la Unión Europea, que también ha sufrido una disminución alrededor de un 10% sobre los productos mejores, sobretodo en granito, y
más de 200 a la Europa no comunitaria. El próximo ingreso de nuevos países miembros en la
Unión agrandará ulteriormente el papel del mercado comunitario, estando algunos de ellos en
crecimiento económico general y de sector, tanto en el papel de consumidores como en el de
productores y transformadores. Y crece a menudo también el papel de esos países como asociados comerciales y de transformación, no tanto y no sólo para Italia, sino para Alemania y
Austria. Las piedras de Croacia y de los otros estados de la ex Yugoslavia a menudo son bellas
e interesantes para todo el mercado de la piedra. Y junto a ellos crecen en partnership, y en autonomía, los países del sur del Mediterráneo, con un norte de África en crecimiento, si bien con
totales todavía moderados, en cantidad y en valor.
Norteamérica merece, pues, mención separada, siendo el lugar donde tienen origen las dificultades mayores, debidas, aquí también, a la incertidumbre sobre los desarrollos futuros de la economía y del panorama político. Hasta el 2003, la situación parecía todavía bajo control, con un
estable sector inmobiliario y de consumo de construcción y manutención familiar, si bien con
síntomas de nerviosismo. Pero para el 2004, por ahora, nadie arriesga previsiones o hipótesis
que no sean a muy corto plazo. En el 2002, las obras y los suministros tecnológicamente avanzados han sido mayormente prerrogativa de las empresas italianas así como también los suministros de semielaborados en mármol y en granito dándose un ligero crecimiento en el volumen
de venta precisamente en las partidas más débiles en otras partes. Va pesando, sin embargo, el
efecto del euro, que si bien facilita las adquisiciones, impone por otro lado unas ventas más difíciles y con márgenes más reducidos. Y así los elaborados en mármol y en granito desvían los
balances de valores de aquellos de las cantidades, hasta llegar a ser, los valores, negativos para
el mármol: es decir que el valor medio unitario ha sufrido con las dificultades exteriores.
Es negativo una vez más el panorama de las exportaciones a Sudamérica donde los totales
reflejan pérdidas superiores al 30% con respecto al año 2001. Se trata de países para los cuales
el sector representa un recurso, más que una partida de gastos, y ni siquiera las sólidas relaciones con Italia pueden forzar la situación más allá de un cierto límite. En algunos casos hay relaciones de joint venture con empresas italianas, que operan localmente a varios niveles, a menudo con objetivos de negocios dirigidos a mercados terceros. El objetivo y la esperanza comunes son que sirvan no sólo para consolidar la presencia italiana y local en los mercados a que
se dirigen, sino también para favorecer la superación de dificultades más generalizadas, con la
contribución que puede aportar un sector pequeño pero tan vital como el de la piedra.
Las exportaciones hacia Oriente Medio han sufrido del clima creado por la situación general
48
prebélica al principio y del conflicto abierto más tarde, en el 2003. Las dificultades prácticas de
los transportes, junto a aquellas más generales de incertidumbre se han hecho notar, aun que la
voluntad de restarle importancia y superarlas haya sido muy fuerte y activa. Para Italia, sin
embargo, la reducción ha sido apreciable tanto en términos de cantidades como en valor:
–10,6% en volumen y –15% en valor. Se trata de países, de todas maneras, para los cuales la
atención a nuestras producciones y suministros siempre es alta, y los ramos de producción italianos fuertemente vinculados a las realidades de Oriente Medio, después de haber sufrido por
la situación que se ha creado en los meses pasados, ya están dispuestos a volver a crear las condiciones precedentes y a reenlazar las relaciones en el punto en que se habían momentáneamente suspendido.
Otro caso es el Extremo Oriente: aquí quizás los datos hablen con aún más claridad de los años
pasados. Corea del Sur es casi el único país que crece un poco con respecto al 2001, en volumen y en valor, pero es un crecimiento en el mismo estilo del resto del área: el promedio unitario en valor está en una fase de verdadero derrumbe, significando que nuestros proveedores
pueden colocar medianamente en los mercados extremo orientales únicamente material de calidad decreciente. El mercado chino, en particular, crece más de un 30% en cantidad, pero baja
casi un 10% en valor. Al lado de obras de gran valor y prestigio se mueve un conjunto de exportaciones en fase de deprecio progresivo, que poco ofrecen a nuestra industria, aunque contribuyan al crecimiento de un mercado interior que quizás en el futuro pueda volverse más calificado y receptivo, también para otros suministros.
No ha sido pues un año fácil para las exportaciones italianas, que han pasado por dificultades
objetivas y vivido una fuerte competición pero que han sabido igualmente encontrar su camino
hacia un 2003 que podría traer una inversión de tendencia en muchos mercados. Cierto es que
el problema impuesto por China no se resuelve con facilidad, pero los recursos para continuar
compitiendo no faltan y lo confirman las mismas empresas italianas, cuando definen sus perspectivas individuales mejor con respecto a aquellas del sector en su conjunto.
Las importaciones, al lado de las exportaciones, también han sufrido, aunque en medida mucho
menor. Han bajado sobre todo las importaciones de mármoles, mientras las de granitos se han
beneficiado por fin del efecto del euro fuerte, aunque no en proporción a las dificultades de
signo opuesto sufridas por las exportaciones.
49
Tabla 1B. Importación nacional italiana – Enero-diciembre 2002
2001
Ton.
Euro
MÁRMOL BLOQUES Y TABLAS
431.973
87.433.805
GRANITO BLOQUES Y TABLAS
1.725.880
387.610.016
MÁRMOL ELABORADO
48.927
30.596.817
GRANITO ELABORADO
41.866
19.110.022
OTRAS PIEDRAS ELABORADAS
69.096
11.759.025
Subtotal Bloques, tablas y elaborados
2.317.742
536.509.685
GRANULADOS Y POLVOS
293.176
16.347.182
Subtotal con granulados y polvos
2.610.918
552.856.867
PIZARRA EN BRUTO
3.458
845.633
PIZARRA ELABORADA
6.013
3.007.940
PIEDRA PÓMEZ
13.685
1.177.575
TOTAL
2.634.074
557.888.015
Origen: Instituto Nacional de Estadísticas. Elaboración: IMM
2002
Ton.
398.258
1.708.934
51.956
44.720
101.027
2.304.895
372.370
2.677.265
5.473
7.357
13.337
2.703.432
Dif. % ‘02/’01
Euro % Cant.
% Valor
74.319.267
–7,81
–15,00
373.025.672
–0,98
–3,76
29.035.229
6,19
–5,10
21.470.866
6,82
12,35
13.877.009
46,21
18,01
511.728.043
–0,55
–4,62
18.281.398
27,01
11,83
530.009.441
2,54
–4,13
952.120
58,27
12,59
2.803.032
22,35
–6,81
1.476.276
–2,54
25,37
535.240.869
2,63
–4,06
Empiezan a ser apreciables las importaciones de elaborados acabados, tanto en mármoles como
en granitos, sobre todo en virtud de un valor que, en promedio unitario, aquí también desciende: es de recordar que justo este factor, aún que no sea el único, cuenta en medida creciente
sobre el movimiento resumido por estos números. En varias ocasiones, la competitividad de
venta de algunas manufacturas extranjeras, en competición con aquellas nacionales, ha hecho
inclinar la elección hacia el producto extranjero, en condiciones de paridad, o casi, de la calidad ofrecida. Cierto es que en aquel “casi” hay muchas diferencias y gradaciones, que dan sugerencias e indicaciones para las estrategias de defensa de la industria interior, que se pueden
poner en marcha sin violar las normas generales del libre intercambio y de la libre competición.
Algunas clases de rigidez no se pueden capear y la única alternativa que queda es el recurso a
políticas de diferenciación de la oferta en un plano de recalificación que empuje el precio al
fondo de la clasificación de los valores.
EL MERCADO INTERNACIONAL
Como ya hemos dicho en la introducción el mercado internacional, en el curso del 2002, no solo
no se ha parado tras los acontecimientos de Oriente Medio, sino que ha continuado con su tendencia expansiva simplemente contrayendo localmente los intercambios. El resultado general
ha sido pues un intercambio todavía en crecimiento, aunque reducido con respecto a la evolución casi turbulenta de hace dos o tres años. Dicho intercambio es mucho menos homogéneo
geográficamente observándose un desarrollo mayor si se compara con el con respecto al modelo regionalizado de los años noventa.
Ha quedado elevado el movimiento hacia los áreas de Norteamérica, hacia la Unión Europea y
sus países cercanos y sigue elevado el movimiento interior al área del suroeste asiático, a pesar
de las dificultades actuales en el área de la salud. También el norte de África, aún careciendo de
informaciones sobre cantidades, mueve volúmenes crecientes de materia prima y de transfor-
50
mados y sobretodo va actualizando sus producciones de materia prima, que se vuelven siempre
más interesantes, tanto a nivel de volúmenes para los mercados domésticos, como a nivel internacional para tipos y calidades de los materiales.
Del lado de la oferta, es superfluo volver a recordar que China se califica siempre más como un
país “total”, en el sentido que ya es un protagonista internacional que produce, consume, compra, transforma y vende a todos los niveles y en todas las zonas del mundo. El intercambio local
sigue siendo, también para ella, el más elevado y supera, según los números oficiales, el 47% del
total de movimientos de China y Hong Kong juntos, al neto del intercambio interior de las dos
aduanas. Se trata de datos de cantidad, que motivan la progresiva marginación de los demás productores de algunas franjas del mercado local. Japón y Corea del Sur son los dos asociados más
activos, junto a Singapur y Taiwán en medida decreciente. China consume también, de manera
decidida, pero las exportaciones hacia el país quedan circunscritas a pocas franjas de producto,
si bien con mucha variedad de materiales y a menudo con una calidad de elaboración muy buena.
Su mercado interior es de todas maneras enorme y permite una estabilidad de expresión a la
industria local de la piedra que sólo un país igual de grande, como India, puede emular. La preponderancia del fenómeno de China no es una novedad del 2002, pero la rapidez con que se están
afirmando algunos procesos, ya delineados en los años pasados, es notable, a pesar de las previsiones, y produce efectos tangibles de año en año en los números y en las empresas de los otros
países. No se trata sólo de países históricos, y aquí está la novedad del 2002, sino también de países ya entrados o entrantes en el panorama de la oferta lapídea internacional.
Así es que las exportaciones de algunos países históricos, como por ejemplo España, cuando
han crecido en cantidad lo han hecho mucho más rápidamente en las partidas dedicadas a los
brutos y a los semibrutos con respecto a los elaborados, mientras que han bajado las producciones de excavado, empezando las empresas locales a notar las consecuencias de un mercado
que cambia. Además las exportaciones de bloques a China han crecido seguidas de las dirigidas a los países del norte de África, de Oriente Medio y de la Europa no comunitaria, es decir
a países que desde hace algún tiempo transforman por si solos y están creciendo también en
autonomí, además de en consumo.
El mercado estadounidense ha mantenido en pie muchas realidades productivas nacionales, con
sus consumos aún fuertes y mantenidos por el mercado inmobiliario y la construcción de
viviendas. Ya se va acercando la saturación, pero mientras tanto parece que el 2003 mantendrá
la tendencia observada hasta ahora. El euro fuerte ha acondicionado en buena parte el intercambio entre la Unión Europea y este país, pero eso concierne más al 2003 que al 2002, cuya
primera mitad ha padecido otros acondicionamientos. La “ola” larga del septiembre 2001, y
luego los sucesos de Afganistán y sobre todo los de Irak, han influido en nuestro sector, si bien
en medida inferior. El drenaje de liquidez y la desconfianza de los inversores menores de bolsa,
seguida por los escándalos Enron y Tyco han causado aquí también efectos de incertidumbre en
los consumos familiares, pero los sectores inmobiliario y de la construcción, como muestran
todos los indicadores técnicos, han resistido bien, es más, ha hecho de barrera contra efectos
potencialmente peligrosos de salida de los capitales de las inversiones interiores. Y así la piedra ha seguido colocándose bien en el mercado doméstico, a través de los canales consolidados
que han estado operando en los últimos años. El abanico de proveedores, también en este caso,
51
se ha agrandado, porque al final todos se dirigen a EE.UU. y van cuidando su mercado. Hacia
EE.UU. han crecido las exportaciones globales de elaborados, sobre todo desde China, y más
todavía de brutos y semibrutos, con un papel importante de los granitos de Sudáfrica, que como
país se coloca, por una vez, hasta por encima de China, Canadá y Brasil, mientras que en los
mármoles crece más Turquía. Sin embargo, leyendo la serie histórica de los últimos años, es el
2000 el año del incremento total mayor, del verdadero salto en el volumen de los consumos,
sobre todo de granitos, tanto importados de Italia como, en medida menor, importados de India
y de China. Emerge una anomalía en la inscripción de los datos de EE.UU. con respecto a aquellos inscritos para Italia. Eso no es una coincidencia y resulta bastante evidente, como si la
distancia entre tiempos de salida de una aduana y de ingreso en la otra se hubiese vuelto bastante sensible en estos últimos tres años. El promedio de las exportaciones italianas de elaborados
a EE.UU. en los últimos tres años sigue siendo comparable con el promedio de las importaciones declaradas por EE.UU., pero los datos anuales divergen apreciablemente. Está clara, sin
embargo, la percepción general del proceso en curso: una disminución registrada en el balance
del 2001, recuperada totalmente en el 2002, con una mayor presencia de otros países proveedores, como Brasil para los granitos y Turquía para los mármoles.
Este último país está atravesando un momento muy brillante en el panorama internacional, aunque desde hace algún tiempo acusa la presencia del competidor asiático, a la par de otros productores. Pero la oferta que la industria de la piedra turca es capaz de proponer no es solamente amplia en tipos de materiales y de productos, sino también avanzada y más experta y competitiva de un año para otro. Lo mismo dígase de los demás países del área de Oriente Medio y
norteafricana, como Irán, Egipto, Marruecos y otros. Pero para todos el escenario internacional
impone progresivamente un desplazamiento hacia adelante de la calificación de la oferta y en
consecuencia de la frontera la confrontación con los demás competidores y de la complejidad
de la presencia global en el mercado.
Y es ésta, en el fondo, la verdadera novedad del cierre del 2002: ya está definitivamente claro
que la presencia en el mercado internacional para todos se juega sobre factores múltiples y
siempre más evolucionados y complejos, que no se hallan únicamente en la materia prima y en
los precios. Sobre esto últimos “simples” factores, la presencia de un coloso como China ya
definió los éxitos, y sólo un país igual de grande y potente sobre el plano de la producción de
cantera, costos de producción y dimensiones de mercado potencial, como es India, puede sostener la confrontación. Para los otros, más o menos todos, el futuro se juega sobre un plano diferente, y con diferentes términos de competición, y una vez más va a ser Italia, con su complejidad, su industria avanzada y su capacidad de oferta, quien tiene que trazar el camino ideal
para el nuevo modelo de leadership.
MÁQUINAS PARA EL MÁRMOL
El mercado de la tecnología productiva del sector ha vivido en parte las mismas oscilaciones
del lapídeo, habiendo compartido con él el escenario de colocación internacional y los sucesos.
Aunque haga ya años que el sector de las máquinas, principalmente él de las producidas en
52
Italia, las más extendidas y tecnológicamente avanzadas nos adelante algunos síntomas de cambio en el sector de la piedra, este año los motivos de la ralentización del intercambio internacional se deben buscar en aquellos factores de incertidumbre general que han afectado más o
menos a todos, más que en elementos más bien internos del sector. Factores coyunturales tales
como la subida del euro no han moderado únicamente las exportaciones italianas de piedras más
o menos elaboradas, sino que a menudo también han aconsejado una espera en el renuevo productivo, en la esperanza todavía encendida que la paridad con el dólar vuelva pronto y la espera no se vuelva contraproducente. En este sector, lo repetimos a menudo, la conducción italiana es todavía mas sólida y difusa que en el sector de la piedra, y la lectura de los datos nacionales es clara y comparable con los intercambios y a los movimientos internacionales. Las
exportaciones italianas de máquinas para la elaboración de las piedras naturales han sufrido una
ligera baja en el 2002 con respecto al año anterior, baja que aunque resulta en las máquinas de
corte primario tiene sus orígenes más en las áreas de salida que el tipo de maquinaria. El balance negativo, en otras palabras, ha sido determinado sobre todo por los países, por sus vicisitudes interiores de desarrollo sectorial, más que por la oferta de tecnología juzgada no digna de
mutación o no conforme con los desarrollos del sector. Con respecto a los números negativos
del área europea en general, pero sobre todo la comunitaria, poco han podido compensar los
mercados, si bien muy activos e interesantes del norte de África, empeñados en innovar y definir su industria nacional de transformación (recordamos que los datos que se consiguen no
incluyen las máquinas de cantera, que forman parte de la categoría más amplia de las máquinas de mina y de cantera). Egipto, Túnez, Argelia y Marruecos han continuado la inversión en
sus estructuras productivas ocupando Argelia el primer lugar en este apartado, recurriendo a la
tecnología que mejor se coloca en el panorama internacional de siempre, pero las cifras hablan
de un total de unos 38 millones de euros, contra los más de 90 millones de la Unión Europea
que en el 2001 se había aproximado a los 128 millones. España, Grecia y Portugal son los primeros protagonistas de la performance negativa de la UE, llevando al sector colateral el reflejo
del incierto momento coyuntural. En estos países el efecto del euro (que es moneda común) no
ha sido tan decisivo como la marcha del mercado interior y la incertidumbre de las perspectivas, la aspereza de la competición exterior y las inversiones fuertes operadas en los últimos
años, para determinar la detención, que continua en éstos meses y que puede que se prolongue
hasta finales del 2003.
En Estados Unidos han sido sobre todo las máquinas de acabado las que aportan los puntos
positivos, en coherencia con lo que ya se ha dicho a propósito de la organización del mercado
norteamericano y su desarrollo interior, empeñado a menudo en el acabado local del semielaborado para adaptarlo al cliente, más que en el suministro completo empezando desde el bloque, suministro que por cierto no falta. Se venden pues menos telares y más pulidoras y la marcha del cambio alimenta el crecimiento del valor medio del exportado.
Es más problemática la situación de Sudamérica, donde también, como en el Norte, van mejor
las máquinas de acabado que los más costosos telares para el granito. Pero Brasil, el comprador
principal junto a Méjico, crece en cantidad y baja apreciablemente en valor, ni siquiera compensado por el cambio, sino justo lo contrario: penalizado por el euro fuerte.
Oriente Medio resiste bien, con Irán que se convierte en el primer asociado de las empresas ita-
53
lianas, superando netamente también a Arabia Saudita e Israel: de nuevo, desde el sector colateral llega la confirmación de los procesos más generales en curso en el sector de la piedra y de
como las perspectivas estén cambiando así como los términos de competición y los protagonistas del mercado.
Vuelve a aparecer India, pero la verdadera sorpresa de Oriente Extremo es Vietnam, que con sus
23 millones de euros llega a superar hasta a China, que se coloca en unos 13, y Corea del Sur.
Tabla 2. Exportaciones italianas de máquinas hacia Vietnam, China y Corea del Sur
2001
VIETNAM
Ton.
MÁQUINAS PARA CORTE
708
MÁQUINAS PARA ELABORACIÓN Y PULIDO2.119
TOTAL
2.827
Euro
1.728
21.499
23.227
2002
Ton.
0
2.584
2.584
Dif. % 2002/2001
Euro % Cant.
% Valor
0
0,00
0,00
16.464
–18,01
30,59
16.464
9,39
41,08
2001
CHINA
Ton.
MÁQUINAS PARA CORTE
827
MÁQUINAS PARA ELABORACIÓN Y PULIDO1.286
TOTAL
2.113
2002 Dif. % 2002/2001
Euro
Ton.
2.853
272
11.068
1.538
13.922
1.810
Euro % Cant.
2.093
203,84
13.161
–16,37
15.254
16,75
% Valor
36,31
–15,90
–8,73
2001
COREA DEL SUR
Ton.
MÁQUINAS PARA CORTE
444
MÁQUINAS PARA ELABORACIÓN Y PULIDO 574
TOTAL
1.018
2002 Dif. % 2002/2001
Euro
Ton.
1.459
11
6.778
178
8.237
189
Euro % Cant.
98 3894,30
2.254
223,15
2.352
439,34
% Valor
1387,84
200,63
250,13
Sólo España, Estados Unidos, Argelia e Irán se colocan sobre este nivel de cifras y movimiento durante todo el 2002. Son datos que dan por sí mismos una representación de lo nuevo que
está a punto de llegar a esta parte del mundo, y de reflejo también en el resto.
CONSIDERACIONES FINALES
El 2002 nos deja con una situación de profunda transformación, con cambios que van a seguir
ocurriendo durante varios años y muy probablemente de forma tal que modificaran, a nivel
internacional, la imagen del sector conocida hasta ahora. El “efecto China” ha empezado a
extenderse con rapidez, encaminándose por los caminos que hasta ahora eran previstos como
meras probabilidades, si bien elevadas. Un desarrollo probable y claro, que sin embargo no
todos estaban dispuestos a compartir y del cual seguramente pocos han sabido intuir las potencialidades, al primer asomo de los síntomas tumultuosos de crecimiento de este país. Y ahora
ya estamos. El escenario internacional del sector debe contar con un país enorme que está volviendo a recorrer, algunas décadas más tarde, el camino de desarrollo que en la posguerra y
hasta los años 80 había seguido Italia y con ella una parte de los países productores europeos
54
del sector, seguidos por algunos otros países exteriores que hoy forman parte de la escuadra de
los conductores. Esto, sin embargo ocurre con la presencia de algunos elementos fundamentales completamente modificados, con respecto a la situación anterior, por lo cual los desarrollos
no podrán ser muy análogos, con nuevos problemas por resolver para los operadores, individuales e institucionales, que viven en el sector.
En los años 90 funcionaba también para la Italia del granito un modelo particularmente complejo, que contaba con algunas características en apariencia contradictorias, pero en la realidad
con una cerrada lógica de funcionalidad interior que operaba según el esquema siguiente:
importación de materia prima de los países extranjeros, trasformación en Italia y re-exportación
del transformado hacia el destino final. El motivo por el cual, hace veinte años, esto ocurría con
Italia, se hallaba en la calidad absoluta de la oferta, ante todo tecnológica, que no tenía competidores a esos niveles y que por lo tanto hacía converger, principalmente en el área apuanoversiliés y otros distritos de Veneto y de otras regiones, los grandes contratos internacionales de
suministros complejos, con una elaboración altamente refinada y tecnológicamente avanzada,
que no se ofrecían en ningún otro sitio con símil complejidad y versatilidad de desarrollo.
Los factores de competitividad del modelo italiano de aquella época consistían principalmente
en una capacidad sin igual de suministro completo por parte de las mayores empresas italianas
de transformación, que funcionaban en sus distritos como verdaderas “empresas-sistema”. Éstas
eran muy pocas y bien introducidas en los decisorios técnicos y en los contratistas generales de
la época. Las capacidades de esas empresas, como decíamos, de proporcionar un servicio y un
suministro completo y competente, no tenían rivales. Algunas condiciones particulares permitían a esas empresas cubrir suministros que contenían a menudo muchísimos tipos de materiales diferentes, procedentes de varios países y continentes, con elaboraciones complicadas y
técnicamente problemáticas, suministros que requerían también anticipos de caja, además de
elevadas capacidades de gestión del trabajo. De ese periodo recordamos también la máxima
aceleración del desarrollo tecnológico de las empresas colaterales italianas, que han fundado en
la colaboración con las empresas de la piedra, y en el laboratorio natural ofrecido por las
mismas, las condiciones de evolución de los proyectos y que ahora siguen desarrollando el sector de forma autónoma y difundida, sector para el cual sin embargo la época del empuje propulsor ya ha pasado. A Italia le ha quedado esta especialización productiva internacional, siendo todavía líder sin par en los suministros de fuerte valor añadido y sobre todo con altos niveles de contenido técnico, pero las modalidades de coordinación internacional de este tipo de
contratos han cambiado profundamente y en los años pasados esto ha sido ampliamente observado y descrito. El mérito es de varios factores, empezando por Internet, pasando por la presencia de profesionalidad al exterior de las empresas, por el acercamiento progresivo entre
demanda y oferta, a veces incluso sobre la base de esquemas repetitivos y automáticos que
penalizan las dinámicas evolutivas, sobre todo de la oferta, pero el resultado no cambia: Italia
sigue siendo un líder del sector, debido al funcionamiento completo de su modelo y a la complejidad de la oferta que es capaz de proponer, empezando por el producto serial y las elaboraciones especializadas hasta llegar a los materiales tecnológicos re-elaborados y a la tecnología
productiva.
Ahora, en cambio, para los nuevos protagonistas del sector, empezando sobre todo por China,
55
pero pasando también por algunas otras realidades menores (si bien con fuertes diferencias de
connotación) el modelo es diferente y el factor que guía la evolución actual está principalmente en el precio final de la operación, que puede llegar, en condiciones de casi paridad de oferta,
a ser extremamente moderado, en virtud de un conjunto de factores no sólo vinculados al coste
de la mano de obra o a la cadena de construcción del valor en general. No es un análisis muy
fácil de hacer: se tiene que considerar el coste de la mano de obra, que es sin comparación más
bajo con respecto a el de los países occidentales y europeos. También resulta ser competitivo
con respecto a países menos industrializados. Luego hay el coste de los transportes, las modalidades de presencia en los mercados cercanos y sobre todo la disponibilidad de un mercado
interior de dimensiones tan elevadas que puede funcionar como mercado de compensación para
las calidades menores que no se han podido vender en el exterior. Los últimos dos factores se
mezclan y se integran entre ellos, potenciándose y sumándose a las novedades de este ultimo
año.
En el 2002 ha surgido por fin en el mercado internacional, de manera fuerte y decidida, la
acción desempeñada por las empresas chinas en los últimos años, acciones de adquisición creciente de materia prima desde el extranjero, en volúmenes siempre mas macizos y mirados, no
sólo a través de la compra a productores locales, que también constituyó el primer paso de integración del modelo inicial de oferta, si no a través de la intervención directa en la cantera, integrando una capacidad ya altísima de suministro de materia prima, la cual, como factor inicial,
fue un verdadero motor de todo el sector nacional. Y así, al lado de las demás políticas de agresión de los mercados seguidas hasta este punto, observamos también como se sigue la misma
ruta que siguieron las empresas-sistema italianas de los años 80 en los puntos más altos del
modelo triunfador de entonces: apertura de las canteras hacia el exterior, adquisición de materia prima para transportar y transformar en el país y sucesiva re-exportación del elaborado al
exterior, a veces hasta al mismo país de origen del material y con precios finales de venta a
menudo competitivos con aquellos locales. Falta todo el resto de lo que en los años 80 causó
las fortunas del sector de la piedra italiano, pero sigue quedando un riesgo muy concreto y fuerte para el sector entero, resumible en una simple pregunta: si el modelo chino continuara operando en estos términos, ¿Por cuanto tiempo podrían los demás productores resistir a una competición con esos parámetros, sin tener posibilidad de recolocarse fácilmente, como las empresas europeas hacen espontánea y naturalmente, en franjas de oferta con alto contenido de valor
añadido?
Es obligado, en estos términos, volcar completamente la lectura del modelo y ver el mercado
chino no sólo como un gran desafío de los próximos años, sino también como un mercado en
crecimiento de demanda y no sólo de oferta, como un mercado destinado a desarrollarse no sólo
en el consumo de producción propia sino también de aquella exterior, para integrar lo que la
industria doméstica no llega a cubrir. Y sobre todo, van consideradas las dimensiones potencialmente enormes de ese mercado, que sólo en parte se han hecho realidad. Los ritmos de
desarrollo general del país son tales que las autoridades pronostican, antes del 2020, un crecimiento de las dimensiones absolutas del PIB que superará incluso al de Estados Unidos. Esto
no significa, obviamente, una riqueza por cabeza comparable, ni siquiera en el 2020, con aquella de EE.UU., pero significa una presencia que en todos los campos, en todos los momentos de
56
la vida económica del mundo, va a volverse difundida e irrenunciable, como en parte ya lo es
ahora para algunos sectores. Y el sector de la piedra no será ninguna excepción. La competición
va a afectar, estando así las cosas, a los países de nuevo ingreso en el sector, más que a los históricos, ya avanzados en las tradiciones del consumo y del mercado. Es difícil pues prefigurar los
resultados que tales factores pueden producir en el escenario internacional del sector.
Los retos que nos esperan son pues extremadamente dificultosos, pero también interesantes, en
cierto sentido, porque los contenidos de la confrontación han avanzado y pueden fácilmente llevar a un proceso general de crecimiento del sector de la piedra y de las tecnologías necesarias.
Concurren, también dos más interrogantes de importancia: Cual es el papel jugado por la investigación y la tecnología, no sólo de producción y comunicación, sino en conjunto? Son suficientes los distritos locales, con sus lógicas principalmente de carácter endógeno, para dar las
justas respuestas a los problemas compartidos? La respuesta a estos problemas no puede ser
individual y carente de estrategia genérica, tanto por parte de las empresas como por parte de
los distritos y las instituciones, aunque la historia enseñe que en los momentos de necesidad las
estrategias, cuando existen, se encuentran de manera casi natural, tanto unos como los otros. Es
sin embargo necesario un mayor esfuerzo de voluntad y de conciencia, de unidad de respuesta
buscada activamente, más que encontrada, o peor, sufrida. Hay que encontrar las formas de
reacción alrededor de las cuales ir agregando masa critica para desarrollar el trabajo con serenidad y construyendo riqueza colectiva.
Subdividir los problemas por niveles de interés común, alrededor de los cuales agregar el consenso y las acciones, no es cosa fácil. Las empresas hasta ahora han buscado caminos individuales para afrontar los cambios exteriores, más o menos en todos los sitios, es un proceso natural de búsqueda de las mejores prácticas que las guía hacia este sentido: se buscan soluciones
válidas, se incluyen en el propio ambiente soluciones elaboradas en otros contextos, se inventan caminos nuevos hacia la demanda del mercado, real y potencial, y hacia la satisfacción óptima o hacia la gestión más general de la misma. Pero es un proceso que debe de ser sostenido
con una iniciativa de construcción general por niveles sucesivos de alternativas de recorrido y
de consenso claramente realizado y compartido.
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58
Allegato statistico
Statistical annex
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60
AVVERTENZE PER LE TAVOLE STATISTICHE
Le seguenti tavole sono costruite a partire da dati ufficiali, forniti da istituti locali e/o associazioni: si tratta sempre di Istituti governativi di raccolta dati statistici, per quanto riguarda i
movimenti doganali delle merci, e talvolta di associazioni di produttori locali, o di altre fonti
ufficiali, riguardo alla produzione. Laddove si tratta di stime non documentabili, la cosa viene
ogni volta segnalata, ricorrendo ai caratteri in corsivo.
Facciamo inoltre presente alcune avvertenze indispensabili per un corretto uso delle tavole
seguenti. Particolarmente le informazioni relative alle importazioni ed esportazioni dei vari
Paesi, classificate nelle Tavole C richiedono alcune premesse, che possono sembrare banali, ma
che invece sono necessarie, poiché servono ad evitare errori banali e fraintendimenti.
Le cifre riportate nelle tavole di importazione ed esportazione C1, C2, C3, C4 sono riferite al
saldo globale di ogni Paese da/verso tutto l’insieme dei suoi Paesi partner. Ovviamente, la
nostra lista non comprende tutto l’insieme di tutti i Paesi, per cui i totali delle importazioni e i
totali delle esportazioni non possono essere coincidenti. Inoltre, le quantità denunciate da ogni
Paese nei confronti di ciascun partner non coincidono quasi mai con il viceversa denunciato dal
Paese partner, e questo, oltre ad aggravare la cosa, vale non solo per il settore lapideo, ma per
tutte le merci, al punto che tutte le fonti di dati internazionali di interscambio usano riportare,
nelle tavole a incrocio, entrambe le dichiarazioni, arrivando sino a quattro voci per incrocio
(quantità e valori per entrambi i dichiaranti), in import e in export. Il motivo è appunto questo:
raramente c’è coincidenza, e talvolta nemmeno approssimazione, tra i dati di import da un
Paese, dichiarati dal Paese importatore, e quelli di export verso lo stesso, dichiarati dal Paese
esportatore, nonostante siano dati riferiti alla stessa categoria di movimento e allo stesso periodo. Aggiungiamo che in parte contribuiscono anche i tempi di trasporto, sia pure in termini
minimi, a spostare le coincidenze, come pure i differenti regimi doganali e modalità (non sempre proprio armonizzate, a dispetto dei grandi accordi formali) di classificazione e trattazione
statistica delle merci tra le istituzioni di differenti Paesi.
Le Tavole di seguito riportate sono costruite secondo i seguenti criteri: due tavole dedicate
all’import export per materiali, marmo e granito, senza rivalutazione dei trasformati a grezzo,
e due tavole dedicate all’import export per tipologie di materiale scambiato, grezzi e trasformati, riportati a grezzo laddove entrano in gioco i trasformati, e senza distinzione tra calcarei
e silicei. Le somme tra tavole sono chiaramente possibili solo a due a due: marmi + graniti,
oppure grezzi + trasformati, con coincidenza dei risultati finali solo laddove si abbia l’accortezza minima di eliminare il riporto a grezzo dei trasformati. Aggregando altrimenti le tavole,
si commettono due errori, sia di conteggio doppio delle quantità pure, che di conteggio aggiuntivo del riporto a grezzo dei trasformati. Di nuovo, la somma delle importazioni con la somma
delle esportazioni non può coincidere, per le ragioni già esposte. Le nostre tavole, infatti, ripetiamo, non sono tavole di incrocio tra Paesi, ma solo di quantificazione delle entrate e uscite,
relative ai soggetti più significativi per il settore. Esse costituiscono comunque uno strumento
informativo adatto ad approssimare i movimenti di materiale lapideo, che intercorrono tra Paesi
all’interno del comparto, e in questo senso, riteniamo, strumento utile a chi abitualmente o per
61
necessità momentanea, voglia confrontarsi con le statistiche del settore.
Spesso le fonti dati non hanno lo stesso aggiornamento, o addirittura i metodi di calcolo del
periodo non coincidono (per es. l’anno islamico adottato da alcuni paesi): abbiamo cercato di
segnalarlo ogni volta che occorreva. Inoltre, talvolta ci sono anche delle vere e proprie correzioni dei dati già forniti, e questo comporta aggiornamenti anche da un anno all’altro, con revisione continua dei risultati.
Inoltre, abbiamo utilizzato un criterio differenziato per paesi nel conteggio delle voci: spesso
infatti i metodi di classificazione dei vari uffici doganali sono diversi, e quando la cosa era palese, siamo intervenuti per correggere le difformità più evidenti. Ci siamo premurati di segnalarlo ogni volta.
La raccolta dati di produzione, anche per l’Italia, diventa sempre più difficoltosa e incerta.
Accanto a Regioni che si dotano di strumenti precisi di rilevazione, ci sono Regioni che rinunciano definitivamente a qualunque tentativo di analisi, lasciando in difficoltà anche le poche
fonti locali di volenterosi. In questi casi, abbiamo azzardato una stima sulla base degli andamenti congiunturali e delle fonti locali, ma siamo consapevoli che il risultato rimane una stima.
Tutte le tavole riferite all’Italia, inoltre, sia ai macchinari che ai lapidei, riportano il dato dei
valori in migliaia di Euro. Questo inserimento ha comportato delle operazioni di arrotondamento e/o troncamento, che includono un errore tecnico inevitabile: si tratta comunque di un
errore molto contenuto, essendo limitato all’ultima cifra dei totali.
La voce “Granulati e polveri” è stata modificata, con l’eliminazione di un codice HS che riportava chiaramente dati non più pertinenti al settore. Pertanto, anche i valori relativi agli anni precedenti sono stati ricalcolati con il nuovo criterio.
I DATI ISTAT RELATIVI ALL’ANNO 2001 SONO STATI RICALCOLATI DALL’ISTITUTO,
CON VARIAZIONI SENSIBILI RISPETTO ALL’ANNO PRECEDENTE. PERTANTO I VALORI
RIPORTATI IN QUESTE TAVOLE PRESENTANO DELLE SENSIBILI DIFFORMITÀ DA
QUELLE RIPORTATE PER LO STESSO PERIODO NEL VOLUME DELLO SCORSO ANNO.
62
NOTES ON STATISTICS TABLES
The tables below have been calculated on the basis of official figures from local agencies and/or
associations: all of them are governmental agencies that collect statistical data on customs’ traffics and sometimes associations of local producers or other official sources on productions. Any
figure that could not be documented has been specified in italics.
Please find below some words of caution for a proper use of the following tables. In particular,
information on the countries’ imports/exports, as listed in Tables C, require some preliminary
explanation that may seem all too clear but is instead necessary, since it helps to avoid common
mistakes and misunderstandings.
The figures listed in the import/export tables C1, C2, C3, C4 refer to the overall balance of each
country from/to all of its partner countries. Obviously, our list does not include the whole of all
countries, so total imports cannot tally with total exports. In addition, the amounts reported by
each country for each one of its partner country almost never tally with the opposite amounts
reported by the partner country, and this, as well as aggravating the situation, applies not only
to the stone sector but to all goods, so much so that all the world’s trade data sources usually
list both statements in their cross-tables, sometimes even with up to four entries per crossing
(the amounts and values of both partners) in the import and export tables. The reason is that the
import figures from one country, as stated by the importing country, and the export figures to
the same country, as stated by the exporting country, are seldom in agreement, sometimes they
actually differ very much, even if referred to the same trade classes and periods. It must also be
noted that this level of agreement is also affected by transport times, however slightly, as well
as by the different customs legislation and goods classing and statistical processing methods
(that, despite important formal agreements, have not always been very well standardised) used
in each country.
The tables below have been based on the following criteria: two import/export tables classed by
materials, marble and granite, where finished goods have not been recalculated as raw materials, two import/export tables classed by type of traded goods, raw and finished goods, where
finished goods have been recalculated as raw materials and with no distinction between calcareous and siliceous materials. Additions among the tab les can only be made two by two: marble + granite, or else raw + finished goods, where the end results tally only if finished goods are
not recalculated as raw materials. Aggregating the tables otherwise would cause two errors, i.e.
pure amounts would be counted twice, and finished goods, recalculated as raw materials, would
be counted one more time. Once again, total imports cannot tally with total exports for the
above reasons. Our tables are not cross-tables, but have just been designed to quantify incoming
and outgoing materials for the most significant actors of the trade. They provide, however, the
information needed for an approximation of stone traffics between different countries, and in
this respect they are, we think, useful for those who may have to check stone statistics on a permanent or temporary basis.
Often, data sources are not equally updated or sometimes the methods used for the calculation
of periods may differ (some countries use, for instance, the Islamic year): we have tried to spe-
63
cify it whenever it occurred. In addition, the supplied data have sometimes been heavily corrected, so these figures have had to be updated on a yearly basis and the end results are being
reviewed all the time.
In addition, when counting the entries we have used different criteria for each country, since
each customs office uses different classing methods, and when the fact was obvious we corrected the most evident inconsistencies. It has been specified every time.
The collection of data on production is becoming more and more complicated and uncertain for
Italy as well. Alongside regions that have equipped themselves with accurate surveying instruments, there are regions that have given up all attempts, leaving those few local sources of willing people to deal with all the problems. In these cases, we have ventured an estimate on the
basis of economic trends and local sources, but we are aware that the result is just an estimate
In addition, all tables concerning both Italian machinery and stone products are in thousand
euros. This conversion has involved the rounding off and/or cutting off of some figures, which
include an unavoidable technical error: it is however a very low error level since it only concerns the last figure of the totals.
The “Chips and dust” entry has been changed by removing a HS code that clearly indicated data
that are no longer relevant to the sector. Values concerning the previous years have therefore
also been recalculated using the new criteria.
ISTAT DATA ON 2001 HAVE BEEN RECALCULATED BY THE CENTRAL STATISTICS
OFFICE, WITH REMARKABLE DIFFERENCES FROM LAST YEAR’S. THE VALUES
LISTED IN THESE TABLES WILL, THEREFORE, REMARKABLY DIFFER FROM THOSE
LISTED FOR THE SAME PERIOD OF LAST YEAR.
64
NOTAS PARA LA CONSULTA DE LAS TABLAS ESTADÍSTICAS
Las tablas siguientes están basadas en datos oficiales, facilitados por entidades locales estatales
y algunas asociaciones. Las primeras son siempre de instituciones gubernamentales para la
recopilación de datos estadísticos sobre los movimientos aduaneros de las mercancías. En el
segundo caso, la información suele proceder de asociaciones de productores locales, o de otras
fuentes oficiales, en lo que a la producción se refiere. Los estimados no documentables aparecerán en letra cursiva.
Hacemos además presentes algunas advertencias imprescindibles para el uso correcto de las
tablas que se detallan a continuación. Nos referimos, en particular, a los datos sobre las importaciones y exportaciones de los varios países, clasificadas en las Tablas C las cuales requieren
algunas premisas de orden teórico y técnico, que aunque puedan parecer banales a simple vista,
son, sin embargo, necesarias para evitar errores de cálculo e interpretación.
1.
2.
Las cifras descritas en las tablas de importación y exportación C1, C2, C3, C4 se refieren
al saldo global de cada país hacia y desde la totalidad de sus países asociados. Por supuesto, nuestra lista de datos no incluye todo el conjunto de todos los países asociados por
cada país catalogado, por lo tanto, los totales de las importaciones y los totales de las
exportaciones no pueden coincidir. Además, las cantidades declaradas por cada país con
respecto a cada asociado no concuerdan casi nunca con el equivalente declarado por el
país asociado en cuestión, y esto no solo ocurre en el sector de la piedra, sino también en
el de las otras mercancías hasta tal punto que todas las fuentes de datos internacionales de
intercambio se ven obligadas a mencionar ambas declaraciones en las tablas de cruce, llegando en muchos casos a registrarse hasta cuatro diferentes partidas por cruce (cantidad y
valor por ambos declarantes), en importaciones y en exportaciones. El motivo es precisamente éste: que raramente hay coincidencia, y a veces ni siquiera aproximación, entre los
datos de importación de un país, declarados por el país importador, y los de exportación
hacia el mismo, declarados por el país exportador incluso en los casos de datos relativos a
la misma categoría de movimiento y al mismo periodo. Añadiremos que, en parte, aún que
sea en forma mínima, los tiempos de transporte también contribuyen a las diferencias así
como los diferentes regímenes aduaneros y los sistemas de clasificación y elaboración
estadística de las mercancías entre las instituciones de los diferentes países (a menudo
poco armonizados, a pesar de los grandes acuerdos formales en vigor).
Las Tablas que siguen están construidas según los siguientes criterios: dos tablas dedicadas a la importación/exportación de materiales, mármol y granito, sin reevaluación en
bruto de los transformados, y dos tablas dedicadas a la importación /exportación por tipo
de materiales intercambiados, brutos y transformados, llevados en bruto donde entren en
juego los transformados, y sin distinción entre calcáreos y silíceos. Las sumas entre tablas
son claramente posibles solo de dos en dos: mármoles + granitos, o brutos + transformados, con coincidencia de los resultados finales, sólo donde se haya tenido el cuidado de
eliminar el pasaje a bruto de los transformados. De lo contrario, agregando las tablas, se
habrán cometido dos errores: el del doble computo de las cantidades puras y el del com-
65
3.
4.
5.
6.
7.
8.
66
puto adicional del pasaje a bruto de los transformados. Así pues la suma de las importaciones con la suma de las exportaciones no pueden coincidir, por las razones ya indicadas.
Nuestras tablas, repetimos, no son tablas de cruce entre países, si no simplemente tablas
de cuantificación de entradas y salidas, relativas a los sujetos más significativos para el
sector. Ellas constituyen, de todas formas, un instrumento informativo que puede ser usado
para hacer estimados aproximados sobre los movimientos de material en piedra que tienen
lugar entre países al interior del sector, y, en este sentido, consideramos que sean un instrumento útil para aquellos que habitualmente o por necesidad temporánea quieran compararse con las estadísticas del sector.
A menudo, los orígenes de los datos, no tienen la misma actualización, o los métodos de
cálculo del periodo no coinciden (por ejemplo el año islámico adoptado por algunos países) y hemos intentado señalarlo cada vez que esto ocurre. A veces, también hay verdaderas correcciones de los datos facilitados, y esto produce actualizaciones también entre un
año y otro, con revisión continua de los resultados.
Hemos además usado un criterio diferenciado para los países en el calculo de las partidas:
a menudo los métodos de clasificación de las varias oficinas aduaneras son diferentes, y
cuando esto es evidente, hemos corregido las diferencias más visibles. Hemos procurado
señalar esto en cada ocurrencia.
La obtención de datos de producción, también de Italia, se hace siempre difícil y incierta.
Al lado de regiones que tienen instrumentos precisos de estimación, hay regiones que
renuncian totalmente al uso de cualquier instrumento de análisis, creando dificultades también para las pocas zonas locales con buena voluntad. En estos casos hemos intentado
hacer una estimación sobre la base de la marcha coyuntural y de los datos de origen local,
pero sabemos que el resultado siempre será un estimado.
Todas las tablas referentes a Italia, tanto en las maquinarias como en la piedra, llevan el
dato de los valores recalculado en miles de Euros. Esta inserción ha supuesto la realización de algunas operaciones de redondeo y/o de truncamiento, que incluyen un error técnico inevitable: se trata, de todos modos, de un error muy limitado, que solo se refleja en
la última cifra de los totales.
La partida “Granulados y polvos” ha sido modificada con la eliminación de un código HS
que contenía datos ya no relevantes para el sector. Por lo tanto, también los valores relativos a los años anteriores han sido recalculados con el nuevo criterio.
LOS DATOS DE ISTAT RELATIVOS AL AÑO 2001 HAN SIDO RECALCULADOS POR
EL MISMO INSTITUTO, CON VARIACIONES APRECIABLES CON RESPECTO AL
AÑO ANTERIOR. POR LO TANTO, LOS VALORES DECLARADOS EN ÉSTAS TABLAS
PRESENTAN DISCORDANCIAS RELEVANTES CON RESPECTO A AQUELLOS
DECLARADOS PARA EL MISMO PERIODO EN LA EDICIÓN DEL AÑO ANTERIOR.
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INDICE DELLE TAVOLE STATISTICHE ALLEGATE
ANNEXED STATISTICAL TABLES INDEX
INDICE DE LAS TABLAS ESTADÍSTICAS ANEXAS
Tav. A
Produzione internazionale di cava
International raw material production
Producción internacional de materias primas
Tavv. B Produzione italiana di cava
Italian raw material production
Producción italiana de materias primas
Tavv. C Import export internazionali/Lapidei
International import export/Stone materials
Importaciones y exportaciones internacionales/Piedras
C1
Tav.1
Tav. 2
Tav. 3
Tav. 4
Tav. 5
Tav. 6
marmo
marble
mármol
C2
granito
granite
granito
C3
grezzi
raw materials
brutos/materias primas
C4
lavorati riportati a grezzo
processed materials, blocks equivalent
equivalente en bloques de los materiales elaborados
Import export italiano/Lapidei
Italian import export/Stone materials
Importaciones y exportaciones italianas/Piedras
Import export italiano per aree geografiche/Lapidei
Italian import export by geographical areas/Stone materials
Importaciones y exportaciones italianas por áreas geográficas/Piedras
Import export italiano per Paesi/Lapidei
Italian import export by countries/Stone materials
Importaciones y exportaciones italianas por países/Piedras
Import export italiano/Macchine
Italian import export/Machinery
Importaciones y exportaciones italianas/Maquinaria
Import export italiano per aree geografiche/Macchine
Italian import export by geographical areas/Machinery
Importaciones y exportaciones italianas por áreas geográficas/Maquinaria
Import export italiano per Paesi/Macchine
Italian import export by countries/Machinery
Importaciones y exportaciones italianas por países/Maquinaria
Grafici
Graphs
Gráficos
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Note relative alla Tavola A.
Non sono più presenti i Paesi per i quali le fonti non sono più attendibili da almeno due anni.
Australia: sono state considerate le sole produzioni di marmo, granito e basalto.
Canada: non sono considerate le arenarie.
Egitto: il dato è stato rivisto sulla base di informazioni recenti.
India: sono state considerate le sole produzioni di marmo e granito.
Italia: il dato è stato rivisto sulla base di informazioni recenti.
Iran: 1998: ’97-’98; 1999: ’98-’99; 2000: ’99-’00; 2001: ’00-’01; 2002: ’01-’02.
Portogallo: il dato è stato rivisto sulla base di informazioni recenti.
Repubblica Ceca: il dato 1998 comprende il granito in pezzame.
Sud Africa: i dati sono riferiti soltanto a granito e altre pietre.
Notes on Table A.
Countries whose sources have not been reliable for at least two years have been omitted.
Australia: figures include marble, granite and basalt only.
Canada: figures do not include sandstone.
Czech Republic: 1998 figures include granite pieces.
Egypt: figures have been revised based on recent information.
India: figures include granite and marble only.
Iran: 1998:’97-’98; 1999: ’98-’99; 2000: ’99-’00; 2001: ’00-’01; 2002: ’01-’02.
Italy: figures have been revised based on recent information.
Portugal: figures have been revised based on recent information.
South-Africa: figures include granite and other stones only.
Notas para la consulta de la tabla A.
No están presentes los países para los cuales las fuentes ya no son fiables desde hace al menos
dos años.
Australia: se han considerado únicamente las producciones de mármol, granito y basalto.
Canadá: no se han considerado las areniscas.
Egipto: los datos han sido revisados sobre la base de informaciones recientes.
India: los datos se refieren únicamente a granito y marmol.
Irán: 1998:’97-’98; 1999: ’98-’99; 2000: ’99-’00; 2001: ’00-’01; 2002: ’01-’02.
Italia: los datos han sido revisados sobre la base de informaciones recientes.
Portugal: los datos han sido revisados sobre la base de informaciones recientes.
República Checa: los datos de 1998 comprenden el granito en troceado.
Sudáfrica: los datos se refieren únicamente a granito y otras piedras.
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TAV. A PRODUZIONE INTERNAZIONALE DI GREZZO (TONN.)
PAESI
ARABIA SAUDITA
ARGENTINA
AUSTRALIA *
AUSTRIA
BRASILE
CANADA *
CINA *
DANIMARCA
1.998
1999
600.000
231.115
600.000
226.993
2000
580.000
220.300
37.566
40.000
40.000
415.115
376.430
528.034
2.181.753
356.000
2.200.000
332.800
13.000.000
8.075
13.000.000
21.127
EGITTO *
nd/na
nd/na
FINLANDIA
FRANCIA
278.627
1.298.000
293.128
1.244.900
2.837.000
350.000
13.000.000
2001
600.000
280.000
31.180
2002
700.000
280.000
47.321
500.000
500.000
3.060.000
300.000
3.100.000
300.000
16.800.000
18.000.000
21.000
21.000
20.000
1.200.000
1.400.000
1.500.000
300.000
1.249.200
350.000
1.249.000
350.000
1.250.000
GIORDANIA
30.000
34.500
66.300
58.900
62.000
GIAPPONE
212.568
207.577
206.000
211.590
210.000
2.000.000
8.572.000
2.000.000
8.760.000
2.000.000
10.054.000
GRECIA
INDIA *
INDONESIA
IRAN *
ISRAELE
ITALIA*
160.000
160.000
160.000
7.045.000
7.519.000
7.928.000
70.000
10.177.831
80.000
10.547.523
80.000
10.175.655
2.000.000
10.000.000
164.810
170.000
9.311.000
9.500.000
80.000
10.522.435
KAZAKISTAN
381.780
328.860
225.300
MESSICO
664.000
744.376
1.034.529
NORVEGIA
POLONIA
164.186
nd/na
262.000
232.050
242.000
259.100
324.550
274.100
PORTOGALLO*
1.877.524
2.694.221
2.703.926
2.808.353
250.000
300.000
300.000
REPUBBLICA CECA *
ROMANIA
297.400
301.590
1.000.000
59.570
61.523
83.154
71.319
SIRIA
SPAGNA
838.575
5.557.000
914.950
5.600.000
553.534
6.200.000
718.635
8.770.000
STATI UNITI D'AMERICA
1.250.000
1.313.000
1.130.000
1.250.000
SUD AFRICA*
772.100
668.600
SVEZIA
TAIWAN
90.500
296.000
105.762
nd/na
TAILANDIA
TURCHIA
UZBEKISTAN
TOTALE
Fonti: fonti locali ufficiali
83.234
2.400.000
89.460
61.374.979
977.100
100.000
nd/na
2.000.000
10.000.000
869.900
100.000
144.800
80.000
10.100.000
280.000
1.000.000
325.000
554.600
2.921.128
300.000
64.660
nd/na
7.616.000
1.300.000
1.000.000
100.000
111.000
60.220
69.940
82.040
144.750
2.304.000
2.453.000
2.625.000
3.150.000
78.336
79.566
63.198.876
67.526.638
80.000
80.000
76.723.202
77.116.459
71
TAV. B PRODUZIONE ITALIANA DI GREZZO (TONN.)
REGIONE
CAMPANIA
VALLE D'AOSTA
PIEMONTE
LOMBARDIA
TRENTINO
FRIULI V. G.*
VENETO
LIGURIA
TOSCANA
MARCHE
LAZIO
PUGLIA
SICILIA
SARDEGNA**
TOTALE
1998
1999
2000
2001
750.000
18.373
805.000
953.199
1.040.734
35.745
294.780
130.000
1.500.000
20.000
1.110.000
1.250.000
950.000
1.320.000
790.888
19.700
686.043
1.088.944
1.077.894
39.843
429.055
130.000
1.500.000
20.500
1.186.000
1.300.000
1.050.000
1.228.656
n.d/n.a
19.335
730.000
1.035.850
1.100.000
120.000
474.570
130.000
1.600.000
25.900
1.150.000
1.400.000
1.100.000
1.290.000
655.240
27.216
700.000
1.071.986
1.139.613
150.000
373.523
130.000
1.678.980
82.150
1.200.000
1.200.000
1.178.227
935.500
600.000
32.400
nd/na
1.035.000
1.100.000
150.000
nd/na
130.000
1.575.000
75.000
1.250.000
nd/na
1.027.980
nd/na
10.177.831
10.547.523
10.175.655
10.522.435
6.975.380
Fonti: fonti locali ufficiali (Uff. regionali, Associazioni di categoria, ecc..)
Note relative alla tavola B
Tutti i dati in corsivo sono di stima
*: il Friuli Venezia Giulia ha cambiato fonte ufficiale
**: la Sardegna ha cambiato modalità di calcolo
Notes on table B
All data in italics are estimates
*: Friuli Venezia Giulia has a new official source.
**: Sardinia has changed data classification methods
Notas para la consulta de la tabla B
Todos los datos en letra cursiva son estimaciones
*: Para "Friuli Venezia Giulia" ha cambiado la origen oficial de los datos
**: Para "Sardegna" ha cambiado el método de cálculo
72
2002
Note relative alle tavole C
•
Brasile: Tavv. C: tutto l’export del paese è conteggiato sui grezzi.
•
Hong Kong: Tavv. C: I dati di export sono quasi interamente dovuti a ri-export.
•
India: 2000: 1999-2000; 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002.
•
Iran: 2000: 1999-2000; 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002.
•
Norvegia: Tav. C2 export blocchi graniti: è stata esclusa la voce 25 16 90 CN.
•
Paesi Bassi: Tav. C2: la voce 25 16 90 CN è stata conteggiata dalla Germania, pur in presenza
di un dato anomalo.
•
Regno Unito: Tav. C2 export graniti: verso l’Irlanda il dato è anomalo.
•
Tav. C2 import ed export blocchi graniti: la voce 25 16 11 CN verso la Norvegia non è stata
conteggiata e verso la Francia contiene forti sbalzi.
•
Sud Africa: export 2000, granito lavorati non disponibile; il dato riportato in Tavv. C2 e C4 è
relativo ai soli grezzi.
•
Messico: i dati 2002 sono relativi al primo semestre soltanto.
Notes on tables C
•
Brazil: Tables C: all country’s exports have been calculated on raw materials.
•
Hong Kong: Tables C: virtually all export figures concern re-exports.
•
India: 2000: 1999-2000; 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002.
•
Iran: 2000: 1999-2000; 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002.
•
Norway: Table C2 on granite block exports: item 25 16 90 CN has been omitted.
•
The Netherlands: Table C2: item 25 16 90 CN has been calculated from Germany although
with an irregular figure.
•
United Kingdom: Table C2 on granite exports: figures to Ireland are irregular.
•
Table C2 on granite block imports/exports: item 25 16 11 CN to Norway has not been calculated and that to France exhibits sharp fluctuations.
•
South-Africa: 2000 processed granite exports: not available; figures in Tables C2 and C4
include raw materials only.
•
Mexico: 2002 figures are for the first six months only.
Notas para la consulta de las tablas C
•
Brasil: Tablas C: todas las exportaciones del país están calculadas en bruto.
•
Hong Kong: Tablas C: Los datos de exportación son casi enteramente datos de re-exportación.
•
India: 2000: 1999-2000; 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002.
•
Irán: 2000: 1999-2000; 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002.
•
Noruega: Tabla C2 exportaciones de bloques de granito: ha sido excluida la partida 25 16 90
CN.
•
Holanda: Tabla C2: la partida 25 16 90 CN ha sido calculada desde Alemania, si bien con
datos anómalos.
•
Reino Unido: Tabla C2 exportaciones de granitos: hacia Irlanda los datos son anómalos.
•
Tabla C2 importaciones y exportaciones de bloques de granito: la partida 25 16 11 CN hacia
Noruega no ha sido calculada y hacia Francia contiene fuertes oscilaciones.
•
Sudáfrica: exportaciones 2000, granito elaborados no disponible. Los datos en Tablas C2 y C4
se refieren solamente al bruto.
•
México: los datos 2002 se refieren solo al primer trimestre.
73
TAV.C1 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: MARMO
Grezzo + lavorati
TOTALE MARMO
IMPORT
Variazioni percentuali
Paesi / Resto del mondo
2000
2001
ARABIA SAUDITA
14.370
17.600
AUSTRIA
33.490
24.660
2002
nd/na
18.620
02/00
-100,0
-100,0
01/00
22,5
-24,5
-44,4
-26,4
21,4
BELGIO-LUX
72.880
88.460
BRASILE*
50.560
50.200
CANADA
3.050
3.430
5.250
848.050
1.078.480
1.265.900
17,4
49,3
27,2
66.600
99.340
173.780
74,9
160,9
49,2
DANIMARCA
9.020
9.920
8.820
-11,1
-2,2
10,0
FILIPPINE
2.190
2.340
4.530
93,6
106,8
6,8
FINLANDIA
1.540
1.100
770
-30,0
-50,0
-28,6
CINA
COREA DEL SUD
FRANCIA
84.790
02/'01
nd/na
-4,1
16,3
-100,0
-100,0
-0,7
53,1
72,1
12,5
98.240
86.840
78.080
-10,1
-20,5
-11,6
121.630
103.510
77.060
-25,6
-36,6
-14,9
GIAPPONE
88.980
102.110
82.280
-19,4
-7,5
14,8
GIORDANIA
65.920
82.540
85.210
3,2
29,3
25,2
GRECIA
110.720
106.950
160.150
49,7
44,6
-3,4
HONG KONG*
543.862
188.470
128.210
-32,0
-76,4
-65,3
GERMANIA
INDIA*
49.250
65.290
53.090
-100,0
-100,0
32,6
INDONESIA
19.810
25.500
nd/na
-100,0
-100,0
28,7
0,0
IRAN*
IRLANDA
ITALIA
KAZAKISTAN
LIBANO
MESSICO*
10
10
20
100,0
100,0
4.760
4.960
10.320
108,1
116,8
4,2
434.070
480.870
450.190
-6,4
3,7
10,8
-28,1
4.160
2.990
6.470
116,4
55,5
142.140
147.810
113.440
-23,3
-20,2
4,0
23.640
31.270
16.400
-47,6
-30,6
32,3
NORVEGIA*
2.360
3.690
3.490
-5,4
47,9
56,4
PAESI BASSI
31.660
29.220
33.820
15,7
6,8
-7,7
POLONIA
23.290
25.397
23.500
-7,5
0,9
9,0
PORTOGALLO
18.620
28.030
29.840
6,5
60,3
50,5
REGNO UNITO*
60.860
64.090
51.770
-19,2
-14,9
5,3
3.410
4.140
5.190
25,4
52,2
21,4
REPUBBLICA CECA
ROMANIA
RUSSIA
SINGAPORE
5.240
6.680
9.680
44,9
84,7
27,5
10.290
21.570
28.790
33,5
179,8
109,6
-17,1
57.020
47.270
39.580
-16,3
-30,6
SPAGNA
258.920
264.200
296.270
12,1
14,4
2,0
STATI UNITI D'AMERICA
521.280
602.640
708.780
17,6
36,0
15,6
13.310
12.340
13.910
12,7
4,5
-7,3
4.200
4.890
5.730
17,2
36,4
16,4
SUD AFRICA*
SVEZIA
SVIZZERA
TAIWAN
THAILANDIA
42.360
35.140
39.530
12,5
-6,7
-17,0
171.890
124.100
139.040
12,0
-19,1
-27,8
755
360
370
2,8
-51,0
-52,3
TURCHIA
7.430
5.930
8.800
48,4
18,4
-20,2
UCRAINA
3.440
4.890
5.950
21,7
73,0
42,2
4.045.277
4.089.227
4.267.420
3,1
4,2
1,1
TOTALE
74
TAV.C1 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: MARMO
Grezzo + lavorati
TOTALE MARMO
EXPORT
Variazioni percentuali
Paesi / Resto del mondo
2000
ARABIA SAUDITA
9.690
AUSTRIA
BELGIO-LUX
BRASILE*
CANADA
CINA
COREA DEL SUD
DANIMARCA
FILIPPINE
FINLANDIA
2001
nd/na
2002
nd/na
02/'01
02/00
01/00
-
-
-100,0
13.120
4.620
4.020
-13,0
-69,4
-64,8
192.760
121.980
116.570
-4,4
-39,5
-36,7
8.990
9.480
-100,0
-100,0
5,5
680
670
250
-62,7
-63,2
-1,5
145.680
179.710
234.780
30,6
61,2
23,4
160
310
180
-41,9
12,5
93,8
nd/na
2.590
3.460
4.100
18,5
58,3
33,6
46.940
29.090
34.920
20,0
-25,6
-38,0
10
120
130
8,3
1200,0
1100,0
FRANCIA
23.130
27.400
15.840
-42,2
-31,5
18,5
GERMANIA
46.340
53.900
57.230
6,2
23,5
16,3
GIAPPONE
100
100
40
-60,0
-60,0
0,0
14.640
9.530
9.620
0,9
-34,3
-34,9
GRECIA
318.000
361.720
333.580
-7,8
4,9
13,7
HONG KONG*
112.316
90.840
53.310
-41,3
-52,5
-19,1
INDIA*
99.660
165.240
171.490
-100,0
-100,0
65,8
INDONESIA
24.490
27.930
nd/na
-100,0
-100,0
14,0
153.546
280.547
306.487
9,2
99,6
82,7
-64,3
GIORDANIA
IRAN*
IRLANDA
140
50
20
-60,0
-85,7
2.235.010
2.130.120
2.094.580
-1,7
-6,3
-4,7
310
190
260
36,8
-16,1
-38,7
LIBANO
12.130
15.450
24.830
60,7
104,7
27,4
MESSICO*
81.380
92.050
43.270
-53,0
-46,8
13,1
ITALIA
KAZAKISTAN
NORVEGIA*
4.860
2.500
3.620
44,8
-25,5
-48,6
PAESI BASSI
2.710
1.900
4.170
119,5
53,9
-29,9
610
580
480
-17,2
-21,3
-4,9
283.800
282.960
279.940
-1,1
-1,4
-0,3
REGNO UNITO*
9.290
4.030
4.550
12,9
-51,0
-56,6
REPUBBLICA CECA
1.070
590
270
-54,2
-74,8
-44,9
ROMANIA
6.790
18.360
15.840
-13,7
133,3
170,4
RUSSIA
4.180
6.220
6.540
5,1
56,5
48,8
SINGAPORE
4.710
7.610
6.733
-11,5
43,0
61,6
646.650
690.120
760.030
10,1
17,5
6,7
45.140
51.580
72.840
41,2
61,4
14,3
SUD AFRICA*
720
230
1.150
400,0
59,7
-68,1
SVEZIA
170
300
370
23,3
117,6
76,5
SVIZZERA
460
720
670
-6,9
45,7
56,5
45.220
25.730
18.820
-26,9
-58,4
-43,1
POLONIA
PORTOGALLO
SPAGNA
STATI UNITI D'AMERICA
TAIWAN
THAILANDIA
TURCHIA
UCRAINA
TOTALE
2.070
2.950
1.780
-39,7
-14,0
42,5
581.660
918.150
1.247.470
35,9
114,5
57,8
50
80
110
37,5
120,0
60,0
5.181.972
5.619.117
5.930.890
2,5
11,1
8,4
75
TAV C2 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GRANITO
Grezzo + lavorati
TOTALE GRANITO
IMPORT
Variazioni percentuali
Paesi / Resto del mondo
ARABIA SAUDITA
2000
2001
25.580
52.070
2002
nd/na
02/'01
02/00
01/00
-100,00
-100,00
103,56
19,04
AUSTRIA
105.900
126.060
114.110
-9,48
7,75
BELGIO-LUX
348.430
314.690
350.390
11,34
0,56
-9,68
960
1.230
-100,00
-100,00
28,13
BRASILE*
nd/na
CANADA
100.790
122.750
129.220
5,27
28,21
21,79
CINA
860.490
1.093.280
1.240.900
13,50
44,21
27,05
COREA DEL SUD
344.650
687.290
1.273.210
85,25
269,42
99,42
DANIMARCA
217.770
285.120
407.600
42,96
87,17
30,93
22,83
FILIPPINE
23.480
28.840
27.030
-6,28
15,12
FINLANDIA
15.510
14.060
8.500
-39,54
-45,20
-9,35
347.650
297.710
275.260
-7,54
-20,82
-14,37
6,09
FRANCIA
GERMANIA
897.530
952.150
789.080
-17,13
-12,08
GIAPPONE
1.418.300
1.465.640
1.429.530
-2,46
0,79
3,34
25.550
28.860
33.970
17,71
32,95
12,95
GIORDANIA
GRECIA
HONG KONG*
INDIA*
29.740
47.370
55.470
17,10
86,52
59,28
157.116
127.560
128.940
1,08
-17,93
-18,81
810
1.410
1.840
-100,00
-100,00
74,07
43.910
42.290
nd/na
-100,00
-100,00
-3,69
0
0
0
-
-
-
21.930
27.140
29.750
9,62
35,66
23,76
2.003.520
1.836.790
1.854.640
0,97
-7,43
-8,32
1.670
2.580
5.090
97,29
204,79
54,49
LIBANO
54.070
64.710
66.210
2,32
22,45
19,68
MESSICO*
20.910
20.020
12.370
-38,21
-40,84
-4,26
NORVEGIA*
18.740
24.550
24.690
0,57
31,75
31,00
PAESI BASSI
817.960
897.780
410.680
-54,26
-49,79
9,76
POLONIA
263.330
285.401
372.980
30,69
41,64
8,38
PORTOGALLO
134.270
162.900
237.170
45,59
76,64
21,32
REGNO UNITO*
376.930
612.630
531.720
-13,21
41,07
62,53
19.620
18.900
24.160
27,83
23,14
-3,67
5.130
5.860
7.250
23,72
41,33
14,23
INDONESIA
IRAN*
IRLANDA
ITALIA
KAZAKISTAN
REPUBBLICA CECA
ROMANIA
RUSSIA
SINGAPORE
SPAGNA
62.230
75.030
90.350
20,42
45,19
20,57
161.770
217.310
223.318
2,76
38,05
34,33
548.420
685.740
731.130
6,62
33,32
25,04
1.256.100
1.093.970
1.497.320
36,87
19,20
-12,91
SUD AFRICA*
20.140
17.720
32.180
81,60
59,78
-12,02
SVEZIA
43.080
53.190
28.050
-47,26
-34,89
23,47
245.660
250.710
242.390
-3,32
-1,33
2,06
2.072.210
2.157.490
1.113.850
-48,37
-46,25
4,12
74.689
77.998
117.180
50,23
56,89
4,43
TURCHIA
115.620
74.810
84.980
13,59
-26,50
-35,30
UCRAINA
740
3.310
1.690
-48,94
128,38
347,30
13.302.905
14.354.919
14.004.198
-2,46
5,26
7,91
STATI UNITI D'AMERICA
SVIZZERA
TAIWAN
THAILANDIA
TOTALE
76
TAV C2 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GRANITO
Grezzo + lavorati
EXPORT
TOTALE GRANITO
Variazioni percentuali
Paesi / Resto del mondo
ARABIA SAUDITA
AUSTRIA
2000
17.450
2001
nd/na
2002
nd/na
02/'01
02/00
01/00
-
-100,0
-100,0
34.200
31.230
28.390
-9,1
-17,0
-8,7
BELGIO-LUX
307.360
197.040
260.600
32,3
-15,2
-35,9
BRASILE*
964.150
939.170
-100,0
-100,0
-2,6
CANADA
155.820
186.880
168.500
-9,8
8,1
19,9
5.063.090
4.713.310
7.072.550
50,1
39,7
-6,9
106.730
71.130
16.800
-76,4
-84,3
-33,4
17.540
19.970
14.170
-29,0
-19,2
13,9
890
580
870
50,0
-2,2
-34,8
CINA
COREA DEL SUD
DANIMARCA
FILIPPINE
nd/na
FINLANDIA
339.010
323.290
346.620
7,2
2,2
-4,6
FRANCIA
116.300
112.400
97.490
-13,3
-16,2
-3,4
GERMANIA
148.670
152.770
154.300
1,0
3,8
2,8
GIAPPONE
11.120
19.690
27.680
40,6
148,9
77,1
GIORDANIA
140.310
146.620
157.520
7,4
12,3
4,5
5.080
5.890
29.800
405,9
486,6
15,9
-14,3
GRECIA
HONG KONG*
129.796
111.171
1.496.530
1.634.980
INDONESIA
75.510
90.380
IRAN*
28.242
26.537
26.873
1,3
-4,8
-6,0
4.170
4.740
4.090
-13,7
-1,9
13,7
1.490.300
1.385.050
1.299.620
-6,2
-12,8
-7,1
9.130
7.880
8.610
9,3
-5,7
-13,7
64,5
INDIA*
IRLANDA
ITALIA
KAZAKISTAN
LIBANO
-44,1
-52,1
1.757.820
62.120
-100,0
-100,0
6,7
nd/na
-100,0
-100,0
19,7
4.700
7.730
8.430
9,1
79,4
MESSICO*
38.800
40.220
34.060
-15,3
-12,2
3,7
NORVEGIA*
310.650
288.140
315.230
9,4
1,5
-7,2
PAESI BASSI
49.490
39.840
30.980
-22,2
-37,4
-19,5
POLONIA
77.220
106.006
96.600
-8,9
25,1
37,3
235.150
373.280
423.210
13,4
80,0
58,7
12,8
PORTOGALLO
REGNO UNITO*
REPUBBLICA CECA
ROMANIA
4.460
5.030
6.650
32,2
49,1
21.770
23.740
17.360
-26,9
-20,3
9,0
1.680
1.890
2.820
49,2
67,9
12,5
-11,1
RUSSIA
5.210
4.630
6.380
37,8
22,5
SINGAPORE
4.340
4.760
10.097
112,1
132,6
9,7
588.820
533.380
567.390
6,4
-3,6
-9,4
SPAGNA
STATI UNITI D'AMERICA
166.320
194.100
173.070
-10,8
4,1
16,7
SUD AFRICA*
413.090
888.650
854.130
-3,9
106,8
115,1
SVEZIA
-5,9
249.580
234.970
293.290
24,8
17,5
SVIZZERA
66.850
71.540
70.130
-2,0
4,9
7,0
TAIWAN
58.390
21.970
20.880
-5,0
-64,2
-62,4
THAILANDIA
TURCHIA
UCRAINA
TOTALE
5.960
9.710
41.660
329,0
599,0
62,9
118.340
58.180
197.220
239,0
66,7
-50,8
81.480
75.100
80.430
7,1
-1,3
-7,8
13.163.698
13.163.574
14.784.440
-0,8
-1,0
-0,3
77
TAV C3 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GREZZO
TOTALE GREZZO
IMPORT
Variazioni percentuali
Paesi / Resto del mondo
ARABIA SAUDITA
2000
2001
2002
02/'01
01/00
15.090
30.540
35.770
245.280
229.830
BRASILE*
51.520
51.430
CANADA
78.890
97.430
98.530
1.571.780
2.082.260
2.460.040
18,1
56,5
32,5
58.770
38.190
29.170
-23,6
-50,4
-35,0
199.700
266.570
385.470
44,6
93,0
33,5
4.420
3.360
4.150
23,5
-6,1
-24,0
AUSTRIA
BELGIO-LUX
CINA
COREA DEL SUD
DANIMARCA
FILIPPINE
FINLANDIA
nd/na
02/00
4.240
-100,0
-100,0
255,9
29.360
-17,9
-3,9
17,1
240.820
4,8
-1,8
-6,3
-100,0
-100,0
-0,2
1,1
24,9
23,5
nd/na
11.980
6.980
8.090
15,9
-32,5
-41,7
FRANCIA
322.260
269.520
238.050
-11,7
-26,1
-16,4
GERMANIA
490.390
510.240
366.200
-28,2
-25,3
4,0
GIAPPONE
293.280
255.880
144.300
-43,6
-50,8
-12,8
GIORDANIA
64.940
79.370
86.120
8,5
32,6
22,2
GRECIA
83.180
134.150
194.560
45,0
133,9
61,3
HONG KONG*
491.710
166.470
-38,3
-79,1
-66,1
INDIA*
49.140
63.100
43.400
-100,0
-100,0
28,4
INDONESIA
59.680
59.080
nd/na
-100,0
-100,0
-1,0
0
0
0
-
-
-
13.710
18.880
23.240
23,1
69,5
37,7
2.283.040
2.157.800
2.107.140
-2,3
-7,7
-5,5
2.220
2.230
4.550
104,0
105,0
0,5
120.620
122.730
90.110
-26,6
-25,3
1,7
10.380
8.580
3.830
-55,4
-63,1
-17,3
IRAN*
IRLANDA
ITALIA
KAZAKISTAN
LIBANO
MESSICO*
102.730
NORVEGIA*
15.600
21.080
21.940
4,1
40,6
35,1
PAESI BASSI
737.310
818.890
329.080
-59,8
-55,4
11,1
POLONIA
244.440
263.449
339.970
29,0
39,1
7,8
PORTOGALLO
85.920
132.430
203.200
53,4
136,5
54,1
REGNO UNITO*
59,3
352.250
561.000
462.630
-17,5
31,3
REPUBBLICA CECA
9.230
8.940
9.390
5,0
1,7
-3,1
ROMANIA
1.160
1.840
3.100
68,5
167,2
58,6
RUSSIA
55.550
40.460
50.070
23,8
-9,9
-27,2
SINGAPORE
131.610
176.860
193.511
9,4
47,0
34,4
SPAGNA
667.030
820.460
884.800
7,8
32,6
23,0
STATI UNITI D'AMERICA
182.520
160.860
427.720
165,9
134,3
-11,9
SUD AFRICA*
8.910
7.340
22.040
200,3
147,4
-17,6
38.210
45.700
20.330
-55,5
-46,8
19,6
192.050
187.200
179.620
-4,0
-6,5
-2,5
2.161.540
2.199.780
1.155.630
-47,5
-46,5
1,8
THAILANDIA
73.900
78.030
117.550
50,6
59,1
5,6
TURCHIA
70.640
49.070
57.710
17,6
-18,3
-30,5
UCRAINA
390
350
790
125,7
102,6
-10,3
11.569.930
12.248.679
11.138.941
-9,4
-4,1
5,9
SVEZIA
SVIZZERA
TAIWAN
TOTALE
78
TAV C3 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GREZZO
TOTALE GREZZO
EXPORT
Variazioni percentuali
Paesi / Resto del mondo
ARABIA SAUDITA
AUSTRIA
2000
6.520
2001
2002
nd/na
nd/na
02/'01
02/00
01/00
-
-100,0
-100,0
28.840
24.680
16.760
-32,1
-41,9
-14,4
BELGIO-LUX
387.480
213.280
273.310
28,1
-29,5
-45,0
BRASILE*
973.140
948.650
-100,0
-100,0
-2,5
CANADA
115.250
123.300
124.340
0,8
7,9
7,0
2.929.510
1.816.040
3.167.540
74,4
8,1
-38,0
90.650
58.090
8.370
-85,6
-90,8
-35,9
1.900
1.440
990
-31,3
-47,9
-24,2
CINA
COREA DEL SUD
DANIMARCA
nd/na
FILIPPINE
40.060
24.150
29.720
23,1
-25,8
-39,7
FINLANDIA
313.680
295.450
322.640
9,2
2,9
-5,8
64.540
68.330
49.870
-27,0
-22,7
5,9
179.340
186.430
190.710
2,3
6,3
4,0
GIAPPONE
10.190
18.260
26.440
44,8
159,5
79,2
GIORDANIA
12.280
9.320
8.890
-4,6
-27,6
-24,1
FRANCIA
GERMANIA
GRECIA
174.130
205.190
233.470
13,8
34,1
17,8
HONG KONG*
149.620
153.361
86.330
-43,7
-42,3
2,5
1.348.900
1.428.350
1.594.660
-100,0
-100,0
5,9
83.640
101.960
nd/na
-100,0
-100,0
21,9
110.160
212.530
208.030
-2,1
88,8
92,9
120
110
130
18,2
8,3
-8,3
987.370
938.800
926.710
-1,3
-6,1
-4,9
9.010
7.620
8.290
8,8
-8,0
-15,4
INDIA*
INDONESIA
IRAN*
IRLANDA
ITALIA
KAZAKISTAN
LIBANO
9.800
15.740
23.900
51,8
143,9
60,6
MESSICO*
23.630
28.280
28.100
-0,6
18,9
19,7
NORVEGIA*
314.710
289.260
318.400
10,1
1,2
-8,1
PAESI BASSI
19.370
15.880
7.530
-52,6
-61,1
-18,0
POLONIA
PORTOGALLO
35.320
68.480
64.570
-5,7
82,8
93,9
280.840
383.840
469.110
22,2
67,0
36,7
-53,1
REGNO UNITO*
11.260
5.280
6.320
19,7
-43,9
REPUBBLICA CECA
13.080
16.240
12.590
-22,5
-3,7
24,2
2.650
13.870
7.470
-46,1
181,9
423,4
21,9
ROMANIA
RUSSIA
7.340
8.950
10.900
21,8
48,5
SINGAPORE
3.430
3.680
2.650
-28,0
-22,7
7,3
SPAGNA
799.620
744.980
842.760
13,1
5,4
-6,8
STATI UNITI D'AMERICA
162.180
156.300
156.240
0,0
-3,7
-3,6
SUD AFRICA*
413.260
337.830
353.560
4,7
-14,4
-18,3
SVEZIA
-6,1
246.860
231.730
260.440
12,4
5,5
SVIZZERA
58.080
62.450
62.840
0,6
8,2
7,5
TAIWAN
46.770
19.570
12.670
-35,3
-72,9
-58,2
147,8
THAILANDIA
3.350
8.300
22.620
172,5
575,2
TURCHIA
348.640
539.400
831.810
54,2
138,6
54,7
UCRAINA
69.900
61.820
67.640
9,4
-3,2
-11,6
10.886.420
9.847.221
10.839.320
-6,1
-15,1
-9,5
TOTALE
79
TAV C4 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: LAVORATI A GREZZO
TOTALE GREZZO
IMPORT
Variazioni percentuali
Paesi / Resto del mondo
ARABIA SAUDITA
2000
2001
2002
02/'01
01/00
15.090
30.540
35.770
245.280
229.830
BRASILE*
51.520
51.430
CANADA
78.890
97.430
98.530
1.571.780
2.082.260
2.460.040
18,1
56,5
32,5
58.770
38.190
29.170
-23,6
-50,4
-35,0
199.700
266.570
385.470
44,6
93,0
33,5
4.420
3.360
4.150
23,5
-6,1
-24,0
AUSTRIA
BELGIO-LUX
CINA
COREA DEL SUD
DANIMARCA
FILIPPINE
FINLANDIA
nd/na
02/00
4.240
-100,0
-100,0
255,9
29.360
-17,9
-3,9
17,1
240.820
4,8
-1,8
-6,3
-100,0
-100,0
-0,2
1,1
24,9
23,5
nd/na
11.980
6.980
8.090
15,9
-32,5
-41,7
FRANCIA
322.260
269.520
238.050
-11,7
-26,1
-16,4
GERMANIA
490.390
510.240
366.200
-28,2
-25,3
4,0
GIAPPONE
293.280
255.880
144.300
-43,6
-50,8
-12,8
GIORDANIA
64.940
79.370
86.120
8,5
32,6
22,2
GRECIA
83.180
134.150
194.560
45,0
133,9
61,3
HONG KONG*
491.710
166.470
-38,3
-79,1
-66,1
INDIA*
49.140
63.100
43.400
-100,0
-100,0
28,4
INDONESIA
59.680
59.080
nd/na
-100,0
-100,0
-1,0
0
0
0
-
-
-
13.710
18.880
23.240
23,1
69,5
37,7
2.283.040
2.157.800
2.107.140
-2,3
-7,7
-5,5
2.220
2.230
4.550
104,0
105,0
0,5
120.620
122.730
90.110
-26,6
-25,3
1,7
10.380
8.580
3.830
-55,4
-63,1
-17,3
IRAN*
IRLANDA
ITALIA
KAZAKISTAN
LIBANO
MESSICO*
102.730
NORVEGIA*
15.600
21.080
21.940
4,1
40,6
35,1
PAESI BASSI
737.310
818.890
329.080
-59,8
-55,4
11,1
POLONIA
244.440
263.449
339.970
29,0
39,1
7,8
PORTOGALLO
85.920
132.430
203.200
53,4
136,5
54,1
REGNO UNITO*
59,3
352.250
561.000
462.630
-17,5
31,3
REPUBBLICA CECA
9.230
8.940
9.390
5,0
1,7
-3,1
ROMANIA
1.160
1.840
3.100
68,5
167,2
58,6
RUSSIA
55.550
40.460
50.070
23,8
-9,9
-27,2
SINGAPORE
131.610
176.860
193.511
9,4
47,0
34,4
SPAGNA
667.030
820.460
884.800
7,8
32,6
23,0
STATI UNITI D'AMERICA
182.520
160.860
427.720
165,9
134,3
-11,9
SUD AFRICA*
8.910
7.340
22.040
200,3
147,4
-17,6
38.210
45.700
20.330
-55,5
-46,8
19,6
192.050
187.200
179.620
-4,0
-6,5
-2,5
2.161.540
2.199.780
1.155.630
-47,5
-46,5
1,8
THAILANDIA
73.900
78.030
117.550
50,6
59,1
5,6
TURCHIA
70.640
49.070
57.710
17,6
-18,3
-30,5
UCRAINA
390
350
790
125,7
102,6
-10,3
11.569.930
12.248.679
11.138.941
-9,4
-4,1
5,9
SVEZIA
SVIZZERA
TAIWAN
TOTALE
80
TAV C4 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: LAVORATI A GREZZO
TOTALE GREZZO
EXPORT
Variazioni percentuali
Paesi / Resto del mondo
ARABIA SAUDITA
AUSTRIA
2000
6.520
2001
2002
nd/na
nd/na
02/'01
02/00
01/00
-
-100,0
-100,0
28.840
24.680
16.760
-32,1
-41,9
-14,4
BELGIO-LUX
387.480
213.280
273.310
28,1
-29,5
-45,0
BRASILE*
973.140
948.650
-100,0
-100,0
-2,5
CANADA
115.250
123.300
124.340
0,8
7,9
7,0
2.929.510
1.816.040
3.167.540
74,4
8,1
-38,0
90.650
58.090
8.370
-85,6
-90,8
-35,9
1.900
1.440
990
-31,3
-47,9
-24,2
CINA
COREA DEL SUD
DANIMARCA
nd/na
FILIPPINE
40.060
24.150
29.720
23,1
-25,8
-39,7
FINLANDIA
313.680
295.450
322.640
9,2
2,9
-5,8
64.540
68.330
49.870
-27,0
-22,7
5,9
179.340
186.430
190.710
2,3
6,3
4,0
GIAPPONE
10.190
18.260
26.440
44,8
159,5
79,2
GIORDANIA
12.280
9.320
8.890
-4,6
-27,6
-24,1
FRANCIA
GERMANIA
GRECIA
174.130
205.190
233.470
13,8
34,1
17,8
HONG KONG*
149.620
153.361
86.330
-43,7
-42,3
2,5
1.348.900
1.428.350
1.594.660
-100,0
-100,0
5,9
83.640
101.960
nd/na
-100,0
-100,0
21,9
110.160
212.530
208.030
-2,1
88,8
92,9
120
110
130
18,2
8,3
-8,3
987.370
938.800
926.710
-1,3
-6,1
-4,9
9.010
7.620
8.290
8,8
-8,0
-15,4
INDIA*
INDONESIA
IRAN*
IRLANDA
ITALIA
KAZAKISTAN
LIBANO
9.800
15.740
23.900
51,8
143,9
60,6
MESSICO*
23.630
28.280
28.100
-0,6
18,9
19,7
NORVEGIA*
314.710
289.260
318.400
10,1
1,2
-8,1
PAESI BASSI
19.370
15.880
7.530
-52,6
-61,1
-18,0
POLONIA
PORTOGALLO
35.320
68.480
64.570
-5,7
82,8
93,9
280.840
383.840
469.110
22,2
67,0
36,7
-53,1
REGNO UNITO*
11.260
5.280
6.320
19,7
-43,9
REPUBBLICA CECA
13.080
16.240
12.590
-22,5
-3,7
24,2
2.650
13.870
7.470
-46,1
181,9
423,4
21,9
ROMANIA
RUSSIA
7.340
8.950
10.900
21,8
48,5
SINGAPORE
3.430
3.680
2.650
-28,0
-22,7
7,3
SPAGNA
799.620
744.980
842.760
13,1
5,4
-6,8
STATI UNITI D'AMERICA
162.180
156.300
156.240
0,0
-3,7
-3,6
SUD AFRICA*
413.260
337.830
353.560
4,7
-14,4
-18,3
SVEZIA
-6,1
246.860
231.730
260.440
12,4
5,5
SVIZZERA
58.080
62.450
62.840
0,6
8,2
7,5
TAIWAN
46.770
19.570
12.670
-35,3
-72,9
-58,2
147,8
THAILANDIA
3.350
8.300
22.620
172,5
575,2
TURCHIA
348.640
539.400
831.810
54,2
138,6
54,7
UCRAINA
69.900
61.820
67.640
9,4
-3,2
-11,6
10.886.420
9.847.221
10.839.320
-6,1
-15,1
-9,5
TOTALE
81
TAV 1 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
LAPIDEI
IMPORT
2002
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
2001
Valore 000€
398.258
1.708.934
51.956
44.720
101.027
372.370
5.473
7.357
13.337
2.703.432
74.319
373.026
29.035
21.471
13.877
18.281
952
2.803
1.476
535.240
Tonn.
Differenza in %
Valore 000€
431.973
1.725.880
48.927
41.866
69.096
293.176
3.458
6.013
13.685
2.634.074
87.434
387.610
30.597
19.110
11.759
16.347
846
3.008
1.178
557.889
Quantità
-7,81
-0,98
6,19
6,82
46,21
27,01
58,27
22,35
-2,54
2,63
Valore
-15,00
-3,76
-5,10
12,35
18,01
11,83
12,59
-6,81
25,37
-4,06
EXPORT
001
Differenza in %
Valore 000€
Quantità
MARMO BLOCCHI
87.434 E LASTRE-7,81
GRANITO387.610
BLOCCHI E LASTRE
-0,98
MARMO LAVORATI
30.597
6,19
GRANITO LAVORATI
19.110
6,82
ALTRE PIETRE
11.759
LAVORATI 46,21
GRANULATI16.347
E POLVERI 27,01
ARDESIA GREZZA
846
58,27
ARDESIA LAVORATA
3.008
22,35
PIETRA POMICE
1.178
-2,54
TOTALE GENERALE
557.889
2,63
82
Valore
-15,00
-3,76
-5,10
12,35
18,01
11,83
12,59
-6,81
25,37
-4,06
2002
Tonn.
761.426
165.926
1.333.752
902.644
230.105
1.251.943
3.921
33.230
100.088
4.783.035
2001
Valore 000€
170.752
47.549
883.050
736.370
44.590
44.977
2.324
23.528
5.365
1.958.505
Tonn.
754.246
184.613
1.375.933
979.560
220.936
1.072.955
4.764
32.518
75.088
4.700.613
Differenza in %
Valore 000€
170.331
49.885
938.547
815.009
48.311
37.502
3.237
24.241
4.423
2.091.486
Quantità
0,95
-10,12
-3,07
-7,85
4,15
16,68
-17,70
2,19
33,29
1,75
Valore
0,25
-4,68
-5,91
-9,65
-7,70
19,93
-28,21
-2,94
21,31
-6,36
TAV 2A ITALIA – EUROPA ANNO 2001/2002
LAPIDEI
IMPORT
2002
Valore 000€
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
2001
209.839
434.059
29.622
22.104
11.287
363.310
4.668
570
13.271
1.088.730
38.122
84.553
16.753
8.926
1.548
17.400
680
445
1.381
169.808
Differenza in %
Valore 000€
Tonn.
240.719
446.370
30.604
22.816
11.152
289.440
2.086
1.815
13.634
1.058.636
47.312
81.646
18.666
9.031
1.587
16.000
310
941
1.124
176.617
Quantità
-12,83
-2,76
-3,21
-3,12
1,21
25,52
123,78
-68,60
-2,66
2,84
Valore
-19,43
3,56
-10,25
-1,17
-2,50
8,75
119,67
-52,68
22,93
-3,86
EXPORT
2002
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
112.296
137.152
326.259
612.338
226.580
1.018.810
1.987
14.163
29.330
2.478.915
2001
Valore 000€
39.659
33.147
230.781
455.328
41.887
36.045
954
9.350
2.647
849.798
Tonn.
124.103
160.889
367.591
673.096
213.893
813.093
1.731
13.654
32.226
2.400.276
Differenza in %
Valore 000€
44.043
37.839
249.443
510.258
42.056
28.144
882
9.265
2.281
924.211
Quantità
-9,51
-14,75
-11,24
-9,03
5,93
25,30
14,79
3,73
-8,99
3,28
Valore
-9,95
-12,40
-7,48
-10,77
-0,40
28,07
8,23
0,91
16,06
-8,05
83
TAV 2B ITALIA – UNIONE EUROPEA ANNO 2001/2002
LAPIDEI
IMPORT
2002
Valore 000€
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
2001
88.213
214.527
13.667
19.670
6.458
91.078
4.617
272
8.153
446.655
19.617
31.608
9.395
7.086
1.129
13.486
655
193
967
84.136
Differenza in %
Valore 000€
Tonn.
106.553
261.548
17.893
20.104
8.308
86.770
1.977
1.199
11.435
515.787
24.743
35.956
11.923
7.543
1.350
12.887
222
457
933
96.014
Quantità
-17,21
-17,98
-23,62
-2,16
-22,27
4,97
133,54
-77,31
-28,70
-13,40
Valore
-20,72
-12,09
-21,21
-6,05
-16,37
4,65
194,74
-57,80
3,69
-12,37
EXPORT
001
Differenza in %
Valore 000€
Quantità
MARMO BLOCCHI
24.743 E LASTRE
-17,21
GRANITO 35.956
BLOCCHI E LASTRE
-17,98
MARMO LAVORATI
11.923
-23,62
GRANITO LAVORATI
7.543
-2,16
ALTRE PIETRE
1.350LAVORATI-22,27
GRANULATI
12.887
E POLVERI 4,97
ARDESIA GREZZA
222
133,54
ARDESIA LAVORATA
457
-77,31
PIETRA POMICE
933
-28,70
TOTALE GENERALE
96.014
-13,40
84
Valore
-20,72
-12,09
-21,21
-6,05
-16,37
4,65
194,74
-57,80
3,69
-12,37
2002
Tonn.
87.945
83.297
250.970
432.547
195.024
934.745
530
8.643
26.360
2.020.061
2001
Valore 000€
31.907
17.918
180.786
343.397
35.332
30.622
286
6.251
1.664
648.163
Tonn.
98.058
104.594
282.982
492.602
180.152
731.718
888
8.558
30.901
1.930.453
Differenza in %
Valore 000€
35.442
23.203
192.139
391.428
34.941
22.678
311
6.368
1.729
708.239
Quantità
-10,31
-20,36
-11,31
-12,19
8,26
27,75
-40,32
0,99
-14,70
4,64
Valore
-9,97
-22,78
-5,91
-12,27
1,12
35,03
-8,14
-1,84
-3,71
-8,48
TAV 2C ITALIA – ALTRI PAESI D’EUROPA ANNO 2001/2002
LAPIDEI
IMPORT
2002
Valore 000€
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
2001
121.626
219.532
15.956
2.434
4.830
272.232
51
298
5.119
642.078
18.505
52.945
7.358
1.839
418
3.914
25
252
414
85.670
Differenza in %
Valore 000€
Tonn.
134.166
184.822
12.711
2.712
2.844
202.670
109
616
2.199
542.849
22.569
45.690
6.743
1.488
237
3.113
87
484
191
80.602
Quantità
-9,35
18,78
25,53
-10,25
69,83
34,32
-53,21
-51,62
132,79
18,28
Valore
-18,01
15,88
9,13
23,61
76,49
25,75
-70,90
-47,84
116,92
6,29
EXPORT
2002
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
24.350
53.855
75.289
179.791
31.557
84.065
1.457
5.519
2.970
458.853
2001
Valore 000€
7.753
15.229
49.995
111.930
6.555
5.423
668
3.099
982
201.634
Tonn.
26.045
56.295
84.609
180.494
33.741
81.375
843
5.096
1.325
469.823
Differenza in %
Valore 000€
8.601
14.637
57.304
118.830
7.115
5.466
571
2.898
552
215.974
Quantità
-6,51
-4,33
-11,02
-0,39
-6,47
3,31
72,84
8,30
124,15
-2,34
Valore
-9,87
4,05
-12,76
-5,81
-7,87
-0,80
17,15
6,95
77,98
-6,64
85
TAV 2D ITALIA – AFRICA ANNO 2001/2002
LAPIDEI
IMPORT
2002
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
2001
Valore 000€
94.700
310.776
3.198
236
0
0
0
104
8
409.022
13.560
67.793
1.854
224
0
0
2
30
9
83.472
Tonn.
Differenza in %
Valore 000€
86.728
301.710
2.203
220
0
0
0
137
0
390.998
13.379
67.728
1.969
206
0
0
0
101
1
83.384
Quantità
9,19
3,01
45,17
7,27
0,00
0,00
0,00
-24,09
0,00
4,61
Valore
1,36
0,10
-5,85
9,00
0,00
0,00
0,00
-70,32
635,52
0,11
EXPORT
001
Differenza in %
Valore 000€
Quantità
13.379 E LASTRE9,19
MARMO BLOCCHI
67.728 E LASTRE
3,01
GRANITO BLOCCHI
1.969
45,17
MARMO LAVORATI
206
7,27
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE 0LAVORATI 0,00
0
0,00
GRANULATI E POLVERI
0
0,00
ARDESIA GREZZA
101
-24,09
ARDESIA LAVORATA
0,00
PIETRA POMICE1
83.384
4,61
TOTALE GENERALE
86
Valore
1,36
0,10
-5,85
9,00
0,00
0,00
0,00
-70,32
635,52
0,11
2002
Tonn.
234.499
3.949
74.482
13.165
107
173.286
0
152
170
499.810
2001
Valore 000€
24.156
1.121
25.337
7.776
23
6.578
0
107
83
65.181
Tonn.
222.248
3.998
76.616
13.791
203
155.487
0
98
124
472.565
Differenza in %
Valore 000€
24.270
1.101
29.523
6.561
29
5.292
0
94
75
66.945
Quantità
5,51
-1,23
-2,79
-4,54
-47,29
11,45
0,00
55,10
37,10
5,77
Valore
-0,47
1,80
-14,18
18,53
-20,62
24,29
0,00
13,56
10,76
-2,64
TAV 2E ITALIA – AMERICA SETTENTRIONALE ANNO 2001/2002
LAPIDEI
IMPORT
2002
Valore 000€
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
2001
2.329
36.786
148
294
0
2
0
0
1
39.560
Valore 000€
Tonn.
756
12.807
436
618
0
7
0
0
31
14.655
Differenza in %
2.836
37.447
158
178
0
0
0
1
0
40.620
659
14.710
328
313
2
3
0
7
8
16.030
Quantità
-17,88
-1,77
-6,33
65,17
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
-2,61
Valore
14,76
-12,94
32,92
97,10
-100,00
136,38
0,00
-100,00
274,04
-8,58
EXPORT
2001
Differenza in %
Valore 000€
Quantità
6 MARMO BLOCCHI
659 E LASTRE
-17,88
7 GRANITO BLOCCHI
14.710 E LASTRE
-1,77
8 MARMO LAVORATI
328
-6,33
8 GRANITO LAVORATI
313
65,17
0 ALTRE PIETRE LAVORATI
2
0,00
0 GRANULATI E POLVERI
3
0,00
0 ARDESIA GREZZA
0
0,00
ARDESIA LAVORATA
7
-100,00
0 PIETRA POMICE 8
0,00
0 TOTALE GENERALE
16.030
-2,61
Valore
14,76
-12,94
32,92
97,10
-100,00
136,38
0,00
-100,00
274,04
-8,58
2002
Tonn.
33.932
8.931
298.526
191.706
1.658
1.317
1.488
16.942
34.382
588.882
2001
Valore 000€
34.292
9.346
346.283
210.800
1.704
408
1.086
12.652
1.012
617.583
Tonn.
25.967
5.532
293.856
175.293
3.728
1.254
2.716
16.667
40.639
565.652
Differenza in %
Valore 000€
26.233
6.111
353.930
208.589
4.793
323
2.139
13.238
992
616.348
Quantità
30,67
61,44
1,59
9,36
-55,53
5,02
-45,21
1,65
-15,40
4,11
Valore
30,72
52,94
-2,16
1,06
-64,45
26,44
-49,22
-4,43
2,05
0,20
87
TAV 2F ITALIA – AMERICA CENTRALE E DEL SUD ANNO 2001/2002
LAPIDEI
IMPORT
2002
Valore 000€
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
2001
10.069
330.203
1.033
5.591
39.694
174
452
5.106
0
392.322
3.368
85.442
733
2.713
6.604
99
185
1.814
0
100.958
Differenza in %
Valore 000€
Tonn.
6.768
347.353
559
3.548
32.595
37
371
2.566
0
393.797
2.734
97.650
387
1.788
6.503
25
169
1.191
0
110.447
Quantità
48,77
-4,94
84,79
57,58
21,78
370,27
21,83
98,99
0,00
-0,38
Valore
23,18
-12,50
89,59
51,71
1,55
295,20
9,58
52,28
0,00
-8,59
EXPORT
2002
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
88
4.919
609
44.873
5.619
436
590
321
778
131
58.276
2001
Valore 000€
1.788
363
23.919
3.512
209
157
199
525
82
30.754
Tonn.
7.676
792
63.265
8.181
1.034
1.081
225
980
166
83.400
Differenza in %
Valore 000€
3.863
587
32.705
5.965
466
245
144
733
135
44.843
Quantità
-35,92
-23,11
-29,07
-31,32
-57,83
-45,42
42,67
-20,61
-21,08
-30,13
Valore
-53,73
-38,20
-26,87
-41,12
-55,07
-36,02
38,58
-28,37
-39,53
-31,42
TAV 2G ITALIA – VICINO E MEDIO ORIENTE ANNO 2001/2002
LAPIDEI
IMPORT
2002
Valore 000€
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
2001
53.122
52.509
2.746
400
1
0
0
0
0
108.778
11.755
16.853
1.167
626
3
0
0
0
0
30.404
Differenza in %
Valore 000€
Tonn.
59.076
36.982
4.527
243
3
0
0
0
0
100.831
14.949
12.483
1.981
95
5
1
0
0
0
29.514
Quantità
-10,08
41,99
-39,34
64,61
-66,67
0,00
0,00
0,00
0,00
7,88
Valore
-21,37
35,01
-41,06
557,21
-36,77
-100,00
0,00
0,00
0,00
3,02
EXPORT
2002
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
163.046
9.095
376.102
44.532
354
56.922
0
22
33.974
684.047
2001
Valore 000€
17.295
1.769
131.226
27.142
181
1.621
0
21
563
179.818
Tonn.
211.614
8.923
381.738
61.146
602
101.511
0
9
248
765.791
Differenza in %
Valore 000€
21.146
2.164
147.513
36.861
307
3.428
0
10
118
211.547
Quantità
-22,95
1,93
-1,48
-27,17
-41,20
-43,93
0,00
144,44
13599,19
-10,67
Valore
-18,21
-18,24
-11,04
-26,37
-41,21
-52,72
0,00
100,80
377,13
-15,00
89
TAV 2H ITALIA – ESTREMO ORIENTE ANNO 2001/2002
LAPIDEI
IMPORT
2002
Valore 000€
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
2001
27.898
539.201
15.184
16.096
50.044
8.870
353
1.577
56
659.279
Valore 000€
Tonn.
6.624
103.871
8.056
8.365
5.722
773
85
514
54
134.064
Differenza in %
35.182
553.808
10.845
14.861
25.346
3.698
1.001
1.495
51
646.287
8.160
112.700
7.254
7.677
3.661
318
367
768
44
140.949
Quantità
-20,70
-2,64
40,01
8,31
97,44
139,86
-64,74
5,49
9,80
2,01
Valore
-18,82
-7,83
11,06
8,96
56,29
143,24
-76,86
-33,09
22,46
-4,89
EXPORT
001
Differenza in %
Valore 000€
Quantità
MARMO BLOCCHI
8.160 E LASTRE
-20,70
GRANITO112.700
BLOCCHI E LASTRE
-2,64
MARMO LAVORATI
7.254
40,01
GRANITO LAVORATI
7.677
8,31
ALTRE PIETRE
3.661LAVORATI 97,44
GRANULATI E318
POLVERI 139,86
ARDESIA GREZZA
367
-64,74
ARDESIA LAVORATA
768
5,49
PIETRA POMICE
44
9,80
TOTALE 140.949
GENERALE
2,01
90
Valore
-18,82
-7,83
11,06
8,96
56,29
143,24
-76,86
-33,09
22,46
-4,89
2002
Tonn.
211.819
5.886
193.250
25.951
924
847
104
82
2.010
440.873
2001
Valore 000€
52.718
1.509
106.770
21.948
536
154
70
66
956
184.727
Tonn.
161.743
4.344
176.815
40.089
1.456
419
39
97
1.605
386.607
Differenza in %
Valore 000€
50.020
2.016
110.908
38.599
644
62
31
88
785
203.153
Quantità
30,96
35,50
9,30
-35,27
-36,54
102,15
166,67
-15,46
25,23
14,04
Valore
5,39
-25,15
-3,73
-43,14
-16,77
149,99
123,96
-25,11
21,82
-9,07
TAV 2I ITALIA – AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TERR. ANNO 2001/2002
LAPIDEI
IMPORT
2002
Tonn.
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRE PIETRE LAVORATI
GRANULATI E POLVERI
ARDESIA GREZZA
ARDESIA LAVORATA
PIETRA POMICE
TOTALE GENERALE
2001
Valore 000€
135
1.696
36
0
0
0
0
0
1
1.868
301
5.274
24
0
0
0
0
0
0
5.599
Tonn.
Differenza in %
Valore 000€
241
640
13
0
0
0
0
0
0
894
663
2.040
30
0
0
0
0
0
0
2.733
Quantità
Valore
-54,60
-44,17
158,53
164,88
-20,00
180,94
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
104,87
108,82
EXPORT
001
Differenza in %
Valore 000€
Quantità
Valore
MARMO BLOCCHI
241 E LASTRE-54,60
-44,17
640 E LASTRE
158,53
164,88
GRANITO BLOCCHI
13
-20,00
180,94
MARMO LAVORATI
0
0,00
0,00
GRANITO LAVORATI
0
0,00
0,00
ALTRE PIETRE LAVORATI
0
0,00
0,00
GRANULATI E POLVERI
0,00
0,00
ARDESIA GREZZA0
0
0,00
0,00
ARDESIA LAVORATA
0,00
0,00
PIETRA POMICE 0
894
104,87
108,82
TOTALE GENERALE
2002
Tonn.
915
304
20.235
9.331
45
170
20
1.091
31
32.142
2001
Valore 000€
840
295
18.654
9.709
50
15
14
808
13
30.398
Tonn.
894
135
16.052
7.958
21
110
53
1.013
80
26.316
Differenza in %
Valore 000€
749
68
14.511
7.852
16
8
41
812
37
24.094
Quantità
Valore
2,35
12,13
125,19
334,10
26,06
28,55
17,25
23,65
114,29
219,57
54,55
82,77
-62,26
-65,92
7,70
-0,52
-61,25
-64,30
22,14
26,16
91
TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
LAPIDEI
2002
Tonn.
Valore 000€
IMPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
Differenza in %
Quantità
Valore
EUROPA
UNIONE EUROPEA
FRANCIA
PAESI BASSI
GERMANIA
REGNO UNITO
IRLANDA
DANIMARCA
GRECIA
PORTOGALLO
SPAGNA
BELGIO
LUSSEMBURGO
SVEZIA
FINLANDIA
AUSTRIA
TOTALE UNIONE EUROPEA
117.061
4.803
28.128
1.216
472
44
18.135
50.704
144.705
1.093
860
6.588
69.763
3.083
446.655
19.927
1.512
8.372
497
474
33
5.178
11.816
24.147
448
111
1.122
9.655
845
84.136
116.651
5.796
43.122
2.241
298
31
26.120
54.271
173.752
850
7.636
82.262
2.758
515.788
20.873
1.479
11.545
803
493
35
7.160
12.663
28.752
196
1.225
10.318
474
96.015
0,35
-17,13
-34,77
-45,74
58,37
41,63
-30,57
-6,57
-16,72
28,65
0,00
-13,73
-15,19
11,76
-13,40
-4,53
2,27
-27,48
-38,17
-3,71
-6,31
-27,69
-6,69
-16,02
128,99
0,00
-8,39
-6,43
78,13
-12,37
ALTRI PAESI D`EUROPA
ISOLE CANARIE
MELILLA
ISLANDA
NORVEGIA
LIECHTENSTEIN
SVIZZERA
ANDORRA
GIBILTERRA
CITTA' DEL VATICANO
MALTA
TURCHIA
ESTONIA
LETTONIA
LITUANIA
POLONIA
REPUBBLICA CECA
SLOVACCHIA
UNGHERIA
ROMANIA
BULGARIA
ALBANIA
UCRAINA
BELORUSSIA
MOLDAVIA
RUSSIA
GEORGIA
ARMENIA
AZERBAIGIAN
KAZAKISTAN
TURKMENISTAN
UZBEKISTAN
TAGIKISTAN
SLOVENIA
CROAZIA
BOSNIA-ERZEGOVINA
SERBIA E MONTENEGRO
MACEDONIA
TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA
367.303
302
46.872
44
53
70.461
66
341
10
36
5.681
5.824
1.107
10.145
9
169
126
10.520
118.573
622
1.583
2.228
642.076
45.575
58
7.861
20
13
15.052
34
157
7
45
1.740
407
130
2.578
5
28
20
2.690
8.118
74
292
767
85.671
289.462
5
44.457
64.768
1
106
508
18
251
10.552
2.063
548
7.469
405
16.589
96.260
727
2.518
6.139
542.848
39.097
15
8.220
1
15.510
1
1
79
138
36
89
1.657
216
75
2.099
74
3.434
7.211
99
428
2.121
80.602
0,00
0,00
0,00
26,89
5548,69
5,43
0,00
0,00
0,00
29931,46
8,79
0,00
-100,00
-100,00
-37,85
-32,93
-42,23
-85,52
-46,16
182,25
102,00
35,82
0,00
0,00
-58,30
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-36,59
23,18
-14,41
-37,13
-63,71
18,28
0,00
0,00
0,00
16,57
286,70
-4,37
0,00
0,00
0,00
1658,58
-2,95
0,00
-100,00
-100,00
-57,68
13,54
-79,34
-49,67
5,00
88,10
74,06
22,85
0,00
0,00
-61,76
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-21,67
12,58
-25,72
-31,81
-63,85
6,29
1.088.731
169.808
1.058.636
176.617
2,84
-3,86
TOTALE EUROPA
92
TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2002/2003
EUROPA
UNIONE EUROPEA
FRANCIA
PAESI BASSI
GERMANIA
REGNO UNITO
IRLANDA
DANIMARCA
GRECIA
PORTOGALLO
SPAGNA
BELGIO
LUSSEMBURGO
SVEZIA
FINLANDIA
AUSTRIA
TOTALE UNIONE EUROPEA
ALTRI PAESI D`EUROPA
ISOLE CANARIE
MELILLA
ISLANDA
NORVEGIA
LIECHTENSTEIN
SVIZZERA
ANDORRA
GIBILTERRA
CITTA' DEL VATICANO
MALTA
TURCHIA
ESTONIA
LETTONIA
LITUANIA
POLONIA
REPUBBLICA CECA
SLOVACCHIA
UNGHERIA
ROMANIA
BULGARIA
ALBANIA
UCRAINA
BELORUSSIA
MOLDAVIA
RUSSIA
GEORGIA
ARMENIA
AZERBAIGIAN
KAZAKISTAN
TURKMENISTAN
UZBEKISTAN
TAGIKISTAN
SLOVENIA
CROAZIA
BOSNIA-ERZEGOVINA
SERBIA E MONTENEGRO
MACEDONIA
TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA
TOTALE EUROPA
LAPIDEI
2002
Tonn.
Valore 000€
EXPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
168.874
66.600
838.260
294.862
7.261
11.949
11.335
6.590
154.358
209.052
8.327
109.961
3.370
129.263
2.020.061
65.528
29.638
303.720
71.125
6.263
9.515
7.531
3.017
53.892
25.387
4.053
8.606
3.901
55.986
648.163
142.852
76.075
777.372
246.734
7.825
14.131
11.020
5.772
172.062
238.291
8.468
105.552
3.285
121.014
1.930.452
66.449
35.125
344.484
64.650
6.368
11.459
5.818
2.848
61.797
29.330
4.361
8.502
3.237
63.808
708.238
18,22
-12,45
7,83
19,51
-7,21
-15,45
2,85
14,18
-10,29
-12,27
-1,67
4,18
2,60
6,82
4,64
-1,39
-15,62
-11,83
10,02
-1,66
-16,97
29,45
5,93
-12,79
-13,44
-7,06
1,22
20,52
-12,26
-8,48
63
445
3.348
1.248
170.675
90
54
14.349
16.508
825
830
2.580
31.633
12.961
7.753
29.962
8.742
2.493
15.038
1.436
637
139
14.869
267
25
8
614
2.860
90
41.207
49.203
17.923
8.834
1.147
458.854
14
242
2.907
1.072
85.141
41
14
4.250
7.330
733
583
1.034
16.695
6.841
3.889
9.992
5.182
1.080
2.189
2.075
261
67
12.181
401
20
12
776
2.721
132
11.393
13.472
4.845
3.647
401
201.635
258
278
3.565
2.116
175.827
52
13.543
21.359
968
1.162
1.337
36.217
13.182
10.223
25.528
6.681
3.103
11.714
2.760
558
309
12.292
175
99
106
1.113
2.058
53
52
45.461
45.864
21.309
8.578
1.925
469.824
87
6
188
3.145
1.961
89.705
29
1
4.179
7.897
705
715
940
20.854
7.297
7.138
9.033
4.055
1.333
1.551
4.861
336
140
10.183
205
69
314
1.038
2.312
68
13
12.911
11.747
5.944
4.708
309
215.974
-75,63
-100,00
59,82
-6,07
-41,02
-2,93
74,04
163536,36
0,00
5,95
-22,71
-14,74
-28,54
93,03
-12,66
-1,68
-24,16
17,37
30,84
-19,66
28,38
-47,98
14,16
-54,90
20,96
52,59
-74,48
-92,91
-44,86
39,00
70,39
-100,00
-9,36
7,28
-15,89
2,98
-40,43
-2,34
-83,54
-100,00
29,14
-7,57
-45,33
-5,09
43,34
1492,15
0,00
1,69
-7,18
4,00
-18,55
10,06
-19,94
-6,24
-45,51
10,62
27,81
-18,92
41,16
-57,31
-22,49
-51,91
19,62
95,60
-71,48
-96,21
-25,23
17,69
95,33
-100,00
-11,76
14,69
-18,49
-22,54
29,75
-6,64
2.478.915
849.798
2.400.276
924.211
3,28
-8,05
Differenza in %
Quantità
Valore
93
TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
LAPIDEI
2002
Tonn.
Valore 000€
AFRICA
AFRICA SETTENTRIONALE
MAROCCO
ALGERIA
TUNISIA
LIBIA
EGITTO
SUDAN
TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE
IMPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
Differenza in %
Quantità
Valore
16.609
74
20.918
135
65.072
10
102.818
3.503
11
2.786
5
9.267
3
15.575
17.178
380
15.808
54.546
85
87.997
4.005
31
2.331
8.205
14
14.587
-3,31
-80,65
32,33
0,00
19,30
-88,24
16,84
-12,55
-65,42
19,50
0,00
12,95
-78,76
6,77
952
1
116
1.516
2.586
145
1
12
711
869
541
25
35
1.133
1.734
106
1
1
489
596
75,96
0,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
229,93
0,00
0,00
33,85
49,11
37,64
0,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
918,69
0,00
0,00
45,47
45,66
AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
CAMERUN
GUINEA EQUATORIALE
GABON
CONGO
RUANDA
BURUNDI
ANGOLA
ETIOPIA
ERITREA
GIBUTI
SOMALIA
KENIA
UGANDA
TANZANIA
SEYCHELLES E DIPENDENZE
MOZAMBICO
MADAGASCAR
MAURIZIO
ZAMBIA
ZIMBABWE
SUD AFRICA
NAMIBIA
BOTSWANA
TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
603
5.858
10
84
116
21.011
1.707
14.953
259.112
165
303.618
137
1
1.885
2
1
129
81
5.283
1.059
3.702
54.703
45
67.029
70
5.059
1
56
206
230
218
37.424
1.038
42
10.973
244.992
959
301.267
26
1.700
2
42
3
97
257
298
9.777
331
30
2.629
52.695
312
68.201
765,94
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
15,79
-100,00
0,00
-100,00
-25,00
-58,91
-100,00
-46,95
0,00
-43,86
64,50
0,00
-100,00
36,27
5,76
-82,81
0,00
0,78
426,93
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
10,85
-100,00
0,00
-100,00
-77,94
32,72
-100,00
-72,92
0,00
-45,97
220,24
0,00
-100,00
40,81
3,81
-85,45
0,00
-1,72
TOTALE AFRICA
409.022
83.473
390.998
83.384
4,61
0,11
AFRICA OCCIDENTALE
MAURITANIA
MALI
BURKINA FASO
NIGER
CAPO VERDE
SENEGAL
GAMBIA
GUINEA - BISSAU
GUINEA
SIERRA LEONE
LIBERIA
COSTA D'AVORIO
GHANA
TOGO
BENIN
NIGERIA
TOTALE AFRICA OCCIDENTALE
94
TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
LAPIDEI
2002
Tonn.
Valore 000€
AFRICA
AFRICA SETTENTRIONALE
MAROCCO
ALGERIA
TUNISIA
LIBIA
EGITTO
SUDAN
TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE
AFRICA OCCIDENTALE
MAURITANIA
MALI
BURKINA FASO
NIGER
CAPO VERDE
SENEGAL
GAMBIA
GUINEA - BISSAU
GUINEA
SIERRA LEONE
LIBERIA
COSTA D'AVORIO
GHANA
TOGO
BENIN
NIGERIA
TOTALE AFRICA OCCIDENTALE
AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
CAMERUN
GUINEA EQUATORIALE
GABON
CONGO
RUANDA
BURUNDI
ANGOLA
ETIOPIA
ERITREA
GIBUTI
SOMALIA
KENIA
UGANDA
TANZANIA
SEYCHELLES E DIPENDENZE
MOZAMBICO
MADAGASCAR
MAURIZIO
ZAMBIA
ZIMBABWE
SUD AFRICA
NAMIBIA
BOTSWANA
TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
TOTALE AFRICA
EXPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
Differenza in %
Quantità
Valore
42.798
42.051
194.179
121.440
59.977
429
460.874
5.864
7.225
13.641
14.892
9.774
334
51.730
38.753
28.772
187.865
93.282
81.620
683
430.975
6.684
3.642
12.922
13.903
12.734
404
50.289
10,44
46,15
3,36
30,19
-26,52
-37,10
6,94
-12,27
98,38
5,56
7,11
-23,24
-17,31
2,87
101
510
130
477
3.617
446
50
355
210
217
3.150
1.201
235
383
20.633
31.717
38
101
30
105
2
1.048
159
11
70
67
28
573
486
60
68
5.930
8.775
85
211
279
131
29
2.234
154
33
358
101
21
5.022
1.487
526
599
21.787
33.056
86
194
232
19
43
661
112
25
129
16
15
598
260
132
117
9.062
11.700
18,53
142,09
-53,25
265,79
-98,97
61,92
190,51
48,85
-1,03
108,34
933,71
-37,27
-19,25
-55,25
-36,09
-5,30
-4,05
-55,35
-48,23
-87,20
465,19
-95,72
58,61
41,64
-58,03
-45,63
326,77
82,28
-4,20
86,96
-54,07
-41,52
-34,56
-25,00
892
321
101
264
1
23
9
6
32
223
80
376
20
14
346
141
4.371
7.220
770
194
46
181
1
4
28
10
78
180
29
197
9
23
252
76
2.589
9
4.675
873
155
83
237
37
2
55
17
371
127
314
21
41
51
64
25
140
5.903
20
8.535
298
127
83
190
11
4
21
30
300
42
168
23
17
58
55
20
80
3.397
33
4.957
2,14
107,48
22,15
11,19
0,00
0,00
-75,49
163,33
-42,11
0,00
-100,00
-39,86
-36,79
19,72
-100,00
-51,22
-72,34
442,28
-100,00
0,80
-25,95
0,00
-100,00
-15,41
158,20
52,29
-44,52
-4,98
0,00
0,00
157,34
179,87
270,83
0,00
-100,00
-39,88
-32,77
17,65
-100,00
-49,89
-60,39
356,01
-100,00
-5,12
-23,77
0,00
-100,00
-5,68
499.810
65.181
472.566
66.945
5,77
-2,64
95
TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
LAPIDEI
2002
Tonn.
Valore 000€
AMERICA
AMERICA SETTENTRIONALE
STATI UNITI D'AMERICA
CANADA
TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE
IMPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
Differenza in %
Quantità
Valore
24.976
14.584
39.560
8.195
6.460
14.655
25.272
15.348
40.620
8.311
7.720
16.031
-1,17
-4,98
-2,61
-1,39
-16,32
-8,58
AMERICA CENTRALE E DEL SUD
MESSICO
BERMUDE
GUATEMALA
BELIZE
HONDURAS
EL SALVADOR
NICARAGUA
COSTARICA
PANAMA
ANGUILLA
CUBA
S.CRISTOFORO (S.KITTS) - NEVIS
HAITI
BAHAMAS
ISOLE TURKS E CAICOS
REPUBBLICA DOMINICANA
ISOLE VERGINI DEGLI S.UNITI
ANTIGUA E BARBUDA
DOMINICA
ISOLE CAYMAN
GIAMAICA
SANTA LUCIA
SAN VINCENZO
ISOLE VERGINI BRITANNICHE
BARBADOS
MONTSERRAT
TRINIDAD E TOBAGO
GRENADA
ARUBA
ISOLA BONAIRE
COLOMBIA
VENEZUELA
SURINAM
ECUADOR
PERU'
BRASILE
CILE
BOLIVIA
URUGUAY
ARGENTINA
ISOLE FALKLAND
TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD
12.119
213
34
38
439
18
284
112
96
63
481
330.152
359
185
209
47.521
392.323
2.438
208
40
15
74
6
66
14
34
13
112
90.372
233
139
49
7.146
100.958
9.913
459
21
20
205
16
220
24
68
1.389
337.938
258
248
144
42.875
393.797
1.720
302
30
6
55
1
49
20
21
367
99.321
330
315
60
7.850
110.447
22,25
0,00
-53,63
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
95,51
0,00
113,81
0,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
303,59
-7,41
0,00
0,00
-65,41
-2,30
39,05
-25,24
45,22
10,84
0,00
-0,37
41,77
0,00
-31,26
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
143,70
0,00
34,28
0,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
67,72
-38,84
0,00
0,00
-69,39
-9,01
-29,56
-55,95
-17,68
-8,97
0,00
-8,59
TOTALE AMERICA
431.883
115.613
434.417
126.477
-0,58
-8,59
96
TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
LAPIDEI
2002
Tonn.
Valore 000€
AMERICA
AMERICA SETTENTRIONALE
STATI UNITI D'AMERICA
CANADA
TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE
AMERICA CENTRALE E DEL SUD
MESSICO
BERMUDE
GUATEMALA
BELIZE
HONDURAS
EL SALVADOR
NICARAGUA
COSTARICA
PANAMA
ANGUILLA
CUBA
S.CRISTOFORO (S.KITTS) - NEVIS
HAITI
BAHAMAS
ISOLE TURKS E CAICOS
REPUBBLICA DOMINICANA
ISOLE VERGINI DEGLI S.UNITI
ANTIGUA E BARBUDA
DOMINICA
ISOLE CAYMAN
GIAMAICA
SANTA LUCIA
SAN VINCENZO
ISOLE VERGINI BRITANNICHE
BARBADOS
MONTSERRAT
TRINIDAD E TOBAGO
GRENADA
ARUBA
ISOLA BONAIRE
COLOMBIA
VENEZUELA
SURINAM
ECUADOR
PERU'
BRASILE
CILE
BOLIVIA
URUGUAY
ARGENTINA
ISOLE FALKLAND
TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD
TOTALE AMERICA
EXPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
Differenza in %
Quantità
Valore
550.949
37.932
588.882
582.615
34.967
617.583
533.199
32.453
565.652
583.765
32.582
616.347
3,33
16,89
4,11
-0,20
7,32
0,20
9.529
176
87
100
84
19
600
1.942
188
205
1
97
21
4.597
80
2
26
41
62
45
2
214
510
24
366
39
55
451
3.945
9.018
131
1.033
772
18.655
2.693
22
1.020
1.424
58.276
5.922
384
74
65
25
14
423
1.564
231
211
6
126
7
1.879
115
1
3
31
51
15
4
370
1.122
1
282
40
32
316
1.518
3.392
42
517
503
8.745
1.172
10
864
675
30.753
9.249
439
188
39
269
62
21
853
2.424
485
1
16
72
3
5.986
126
2
564
115
101
62
1.166
105
236
1
24
337
3.129
16.157
75
1.032
887
23.191
3.321
21
1.634
10.996
7
83.400
5.408
831
188
7
172
34
10
549
1.406
372
1
33
56
4
2.134
188
14
217
67
38
46
3.132
21
131
3
12
399
1.301
7.281
4
534
515
11.782
1.718
9
646
5.572
11
44.843
3,02
-59,97
-53,55
-100,00
-62,84
34,40
-11,44
-29,74
-19,88
0,00
-57,70
-100,00
-91,87
34,14
528,64
-23,22
-36,48
10,58
-95,48
0,00
-46,13
0,00
-97,60
243,03
-56,29
-76,80
54,95
5686,77
124,42
33,70
26,08
-44,19
74,74
0,09
-12,89
-19,56
-18,91
4,42
-37,60
-87,05
-100,00
-30,12
9,51
-53,80
-60,44
-100,00
-62,07
-27,37
39,69
-22,91
11,28
0,00
-43,12
-100,00
-80,65
125,81
86,13
-11,98
-38,79
-92,74
-98,59
0,00
-24,98
0,00
-90,43
697,61
-64,19
-93,76
114,76
1284,27
173,64
-20,62
16,70
-53,41
993,39
-3,07
-2,35
-25,77
-31,79
22,02
33,59
-87,89
-100,00
-31,42
647.158
648.336
649.052
661.190
-0,29
-1,94
97
TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
LAPIDEI
2002
Tonn.
Valore 000€
IMPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
Differenza in %
Quantità
Valore
ASIA
VICINO E MEDIO ORIENTE
CIPRO
LIBANO
SIRIA
IRAK
IRAN
ISRAELE
GAZA E GERICO
GIORDANIA
ARABIA SAUDITA
KUWAIT
BAHREIN
QATAR
EMIRATI ARABI UNITI
OMAN
YEMEN
TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE
286
13.075
3.308
36.975
4.251
3.155
55
46.341
134
549
632
19
108.779
98
1.644
390
10.262
1.995
746
23
14.811
2
28
134
268
2
30.404
409
8.001
3.702
56
49.170
3.844
2.235
32.516
66
352
297
184
100.832
116
1.281
417
13
14.628
1.405
596
10.870
1
19
63
91
12
29.514
-29,93
63,42
-10,66
-100,00
-24,80
10,57
41,19
0,00
42,52
-100,00
-100,00
-62,06
84,64
0,00
-89,46
7,88
-15,95
28,33
-6,42
-100,00
-29,85
42,00
25,14
0,00
36,25
-100,00
-89,23
-54,43
46,59
0,00
-81,14
3,02
ESTREMO ORIENTE
AFGANISTAN
PAKISTAN
INDIA
BANGLADESH
MALDIVE
SRI LANKA
NEPAL
BHUTAN
MYANMAR (EX BIRMANIA)
TAILANDIA
VIETNAM
CAMBOGIA (CAMPUCEA)
INDONESIA
MALAYSIA
BRUNEI
SINGAPORE
FILIPPINE
CINA
COREA DEL NORD
COREA DEL SUD
GIAPPONE
TAIWAN
HONG KONG
MACAO
TOTALE ESTREMO ORIENTE
45
4.678
528.984
2.148
262
7.495
134
76
134
190
114.529
17
86
404
60
35
659.278
12
1.442
106.573
613
1
67
1.169
147
45
95
417
22.430
101
292
416
227
17
134.063
176
4.291
555.340
2.379
18
1.595
75
53
297
151
80.862
22
7
863
158
646.285
60
1.359
117.910
768
5
61
322
96
22
189
478
18.741
22
43
611
261
140.948
-74,43
9,04
-4,75
0,00
0,00
-9,72
-100,00
0,00
0,00
1373,96
370,05
0,00
79,41
43,97
0,00
-54,97
25,80
41,64
0,00
-21,60
1083,16
-53,24
-62,16
0,00
2,01
-80,31
6,17
-9,62
0,00
0,00
-20,22
-100,00
0,00
0,00
10,34
262,74
0,00
53,15
103,79
0,00
-49,95
-12,81
19,69
0,00
352,93
577,63
-31,88
-13,01
0,00
-4,89
TOTALE ASIA
768.057
164.467
747.117
170.462
2,80
-3,52
98
TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
LAPIDEI
2002
Tonn.
Valore 000€
ASIA
VICINO E MEDIO ORIENTE
CIPRO
LIBANO
SIRIA
IRAK
IRAN
ISRAELE
GAZA E GERICO
GIORDANIA
ARABIA SAUDITA
KUWAIT
BAHREIN
QATAR
EMIRATI ARABI UNITI
OMAN
YEMEN
TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE
ESTREMO ORIENTE
AFGANISTAN
PAKISTAN
INDIA
BANGLADESH
MALDIVE
SRI LANKA
NEPAL
BHUTAN
MYANMAR (EX BIRMANIA)
TAILANDIA
VIETNAM
CAMBOGIA (CAMPUCEA)
INDONESIA
MALAYSIA
BRUNEI
SINGAPORE
FILIPPINE
CINA
COREA DEL NORD
COREA DEL SUD
GIAPPONE
TAIWAN
HONG KONG
MACAO
TOTALE ESTREMO ORIENTE
EXPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
Differenza in %
Quantità
Valore
9.451
83.958
48.583
91
770
88.884
40
60.132
236.402
66.831
2.842
5.485
76.634
1.098
2.846
684.047
5.429
11.767
3.619
64
465
13.780
6
4.223
66.260
27.788
1.451
3.168
40.428
592
779
179.817
9.197
129.197
62.838
107
78.254
57.478
235.620
96.340
3.882
4.387
83.024
2.490
2.977
765.792
5.279
16.307
4.851
67
18.262
6.512
79.784
31.546
1.845
6.968
36.967
2.452
707
211.547
2,76
-35,02
-22,69
0,00
618,49
13,58
0,00
4,62
0,33
-30,63
-26,79
25,03
-7,70
-55,91
-4,42
-10,68
2,83
-27,85
-25,41
0,00
590,55
-24,54
0,00
-35,15
-16,95
-11,91
-21,33
-54,54
9,36
-75,87
10,09
-15,00
79
1.098
62.772
2.366
35
1.578
53
44
1.648
439
14.751
3.983
51
21.377
487
130.381
155
49.939
50.949
49.783
48.861
46
440.874
51
405
17.687
383
29
797
25
18
848
148
7.971
1.434
42
14.140
503
31.715
99
29.260
38.636
15.993
24.519
25
184.727
1.204
33.260
2.471
783
24
1.214
299
4
13.034
3.463
45
31.244
1.076
99.783
240
37.360
56.534
39.568
64.582
419
386.607
594
9.540
440
672
5
631
265
2
6.862
1.105
52
22.679
961
35.101
189
24.897
46.899
15.619
36.439
202
203.153
0,00
-8,81
88,73
-4,25
0,00
101,42
119,39
0,00
0,00
35,81
46,95
-100,00
13,17
15,03
14,40
-31,58
-54,74
30,67
-35,39
33,67
-9,88
25,82
-24,34
-89,14
14,04
0,00
-31,81
85,40
-12,85
0,00
18,57
454,59
0,00
0,00
34,42
-43,95
-100,00
16,17
29,78
-20,12
-37,65
-47,67
-9,65
-47,70
17,52
-17,62
2,40
-32,71
-87,67
-9,07
1.124.921
364.544
1.152.399
414.700
-2,38
-12,10
TOTALE ASIA
99
TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
LAPIDEI
2002
Tonn.
Valore 000€
IMPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
Differenza in %
Quantità
Valore
AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
AUSTRALIA
NUOVA ZELANDA
NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE
FIGI
POLINESIA FRANCESE
SAMOA AMERICANA
GUAM
NORFOLK
GEORGIA DEL SUD E ISOLE SANDWICH DEL SUD
5.439
161
-
1.818
50
-
2.710
23
-
885
9
-
100,67
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
105,40
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
5.600
1.868
2.733
895
104,86
108,82
DIVERSI
PAESI NON DETERMINATI EXTRA
139
13
170
53
-18,23
-75,96
TOTALE DIVERSI
139
13
170
53
-18,23
-75,96
2.703.431
535.241
2.634.072
557.888
2,63
-4,06
TOTALE GENERALE
100
TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
LAPIDEI
2002
Tonn.
Valore 000€
EXPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
Differenza in %
Quantità
Valore
AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
AUSTRALIA
NUOVA ZELANDA
NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE
FIGI
POLINESIA FRANCESE
SAMOA AMERICANA
GUAM
NORFOLK
GEORGIA DEL SUD E ISOLE SANDWICH DEL SUD
29.238
2.681
77
20
86
20
20
27.652
2.598
66
10
46
12
3
1
9
24.313
1.855
1
145
-
22.088
1.934
1
71
-
20,26
44,49
12341,36
0,00
-40,83
0,00
0,00
0,00
0,00
25,19
34,31
8096,16
0,00
-34,68
0,00
0,00
0,00
0,00
TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
32.142
30.398
26.314
24.095
22,15
26,16
DIVERSI
PAESI NON DETERMINATI EXTRA
88
250
5
344
1557,43
-27,45
TOTALE DIVERSI
88
250
5
344
1557,43
-27,45
4.783.034
1.958.505
4.700.613
2.091.486
1,75
-6,36
TOTALE GENERALE
101
TAV 4 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
MACCHINE
IMPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
2001
Valore 000€
589
1.124
1.713
Tonn.
6.844
13.344
20.188
Differenza in %
Valore 000€
795
1.726
2.521
6.270
17.820
24.090
Quantità
Valore
-25,99
-34,87
-32,07
9,16
-25,12
-16,20
EXPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
102
15.998
38.763
54.761
2001
Valore 000€
98.695
302.933
401.628
Tonn.
18.121
38.623
56.744
Differenza in %
Valore 000€
108.609
299.876
408.485
Quantità
-11,71
0,36
-3,49
Valore
-9,13
1,02
-1,68
TAV 5A ITALIA – EUROPA ANNO 2001/2002
MACCHINE
IMPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
2001
Valore 000€
544
827
1.371
6.669
11.261
17.930
Tonn.
Differenza in %
Valore 000€
691
760
1.451
5.341
11.707
17.048
Quantità
Valore
-21,34
8,83
-5,54
24,86
-3,81
5,17
EXPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
6.858
9.974
16.832
2001
Valore 000€
48.344
95.652
143.996
Tonn.
10.885
13.388
24.273
Differenza in %
Valore 000€
62.274
120.351
182.625
Quantità
-37,00
-25,50
-30,66
Valore
-22,37
-20,52
-21,15
103
TAV 5B ITALIA – UNIONE EUROPEA ANNO 2001/2002
MACCHINE
IMPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
2001
Valore 000€
451
466
917
Tonn.
5.061
6.777
11.838
Differenza in %
Valore 000€
621
342
963
4.365
5.756
10.121
Quantità
Valore
-27,30
36,33
-4,70
15,96
17,74
16,97
EXPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
104
2001
Valore 000€
4.637
5.185
9.822
33.909
58.276
92.185
Tonn.
8.180
8.001
16.181
Differenza in %
Valore 000€
46.761
81.216
127.977
Quantità
-43,31
-35,20
-39,30
Valore
-27,48
-28,25
-27,97
TAV 5C ITALIA – ALTRI PAESI D’EUROPA ANNO 2001/2002
MACCHINE
IMPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
2001
Valore 000€
93
361
454
Tonn.
1.608
4.484
6.092
Differenza in %
Valore 000€
71
418
489
977
5.951
6.928
Quantità
31,13
-13,64
-7,18
Valore
64,65
-24,66
-12,07
EXPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
2001
Valore 000€
2.220
4.789
7.009
14.434
37.377
51.811
Tonn.
Differenza in %
Valore 000€
2.705
5.387
8.092
15.513
39.135
54.648
Quantità
-17,91
-11,11
-13,38
Valore
-6,95
-4,49
-5,19
105
TAV 5D ITALIA – AFRICA ANNO 2001/2002
MACCHINE
IMPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
2001
Valore 000€
0
3
3
Tonn.
0
17
17
Differenza in %
Valore 000€
4
2
6
Quantità
5
18
23
-100,00
66,13
-47,44
Valore
-100,00
-4,50
-26,39
EXPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
106
2001
Valore 000€
1.545
7.324
8.869
6.447
37.678
44.125
Tonn.
Differenza in %
Valore 000€
1.486
5.414
6.900
5.639
27.124
32.763
Quantità
3,93
35,27
28,52
Valore
14,33
38,91
34,68
TAV 5E ITALIA – AMERICA SETTENTRIONALE ANNO 2001/2002
MACCHINE
IMPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
2001
Valore 000€
2
42
44
Tonn.
60
1.097
1.157
Differenza in %
Valore 000€
9
14
23
118
483
601
Quantità
-84,01
197,60
85,15
Valore
-48,72
126,92
92,53
EXPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
2001
Valore 000€
1.189
2.807
3.996
16.053
34.627
50.680
Tonn.
Differenza in %
Valore 000€
1.347
2.448
3.795
14.378
28.037
42.415
Quantità
-11,73
14,67
5,30
Valore
11,65
23,51
19,49
107
TAV 5F ITALIA – AMERICA CENTRALE E DEL SUD ANNO 2001/2002
MACCHINE
IMPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
2001
Valore 000€
0
3
3
Tonn.
0
87
87
Differenza in %
Valore 000€
34
8
42
90
168
258
Quantità
-100,00
-64,23
-92,89
Valore
-100,00
-48,43
-66,34
EXPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
108
2001
Valore 000€
520
4.050
4.570
3.247
26.214
29.461
Tonn.
Differenza in %
Valore 000€
810
3.350
4.160
4.998
25.813
30.811
Quantità
-35,80
20,90
9,86
Valore
-35,03
1,55
-4,38
TAV 5G ITALIA – VICINO E MEDIO ORIENTE ANNO 2001/2002
MACCHINE
IMPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
2001
Valore 000€
13
14
27
Tonn.
36
109
145
Differenza in %
Valore 000€
32
42
74
577
83
660
Quantità
-60,01
-67,08
-64,04
Valore
-93,74
31,15
-78,06
EXPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
2001
Valore 000€
2.373
6.262
8.635
13.460
47.633
61.093
Tonn.
Differenza in %
Valore 000€
2.383
5.305
7.688
14.331
42.761
57.092
Quantità
-0,45
18,04
12,31
Valore
-6,08
11,39
7,01
109
TAV 5H ITALIA – ESTREMO ORIENTE ANNO 2001/2002
MACCHINE
IMPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
2001
Valore 000€
31
234
265
Tonn.
79
772
851
Differenza in %
Valore 000€
24
892
916
139
5.323
5.462
Quantità
25,84
-73,75
-71,11
Valore
-43,48
-85,50
-84,43
EXPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
110
3.433
8.038
11.471
2001
Valore 000€
10.420
58.275
68.695
Tonn.
Differenza in %
Valore 000€
1.190
8.577
9.767
6.828
54.688
61.516
Quantità
188,51
-6,29
17,45
Valore
52,60
6,56
11,67
TAV 5I ITALIA – AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TERR. ANNO 2001/2002
MACCHINE
IMPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
2001
Valore 000€
0
0
0
Tonn.
0
1
1
Differenza in %
Valore 000€
0
7
7
Quantità
0
37
37
0,00
-98,63
-98,63
Valore
0,00
-96,23
-96,23
EXPORT
2002
Tonn.
MACCHINE DA TAGLIO
MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.
TOTALE GENERALE
2001
Valore 000€
81
308
389
725
2.847
3.572
Tonn.
Differenza in %
Valore 000€
20
140
160
161
1.090
1.251
Quantità
313,74
119,81
143,65
Valore
350,56
161,31
185,65
111
TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
Tonn.
MACCHINE
2002
Valore 000€
IMPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
Differenza in %
Quantità
Valore
UNIONE EUROPEA
FRANCIA
PAESI BASSI
GERMANIA
REGNO UNITO
IRLANDA
DANIMARCA
GRECIA
PORTOGALLO
SPAGNA
BELGIO
LUSSEMBURGO
SVEZIA
FINLANDIA
AUSTRIA
TOTALE UNIONE EUROPEA
32
24
367
9
25
245
33
135
8
39
917
631
286
5.719
647
460
1.474
219
1.127
419
856
11.838
176
10
96
19
1
6
22
377
102
80
18
55
963
1.125
91
2.250
331
5
24
238
2.161
1.834
712
715
635
10.120
-81,75
131,00
281,22
-51,24
-100,00
0,00
-100,00
14,75
-34,97
-68,00
68,27
-58,09
0,00
-28,40
-4,70
-43,87
213,44
154,22
95,15
-100,00
0,00
-100,00
93,80
-31,81
-88,05
58,20
-41,32
0,00
34,68
16,97
ALTRI PAESI D`EUROPA
MELILLA
ISLANDA
NORVEGIA
LIECHTENSTEIN
SVIZZERA
ANDORRA
MALTA
TURCHIA
ESTONIA
LETTONIA
LITUANIA
POLONIA
REPUBBLICA CECA
SLOVACCHIA
UNGHERIA
ROMANIA
BULGARIA
ALBANIA
UCRAINA
BELORUSSIA
MOLDAVIA
RUSSIA
GEORGIA
ARMENIA
KAZAKISTAN
UZBEKISTAN
KIRGHIZISTAN
SLOVENIA
CROAZIA
BOSNIA-ERZEGOVINA
SERBIA E MONTENEGRO
MACEDONIA
TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA
1
1
325
14
35
13
2
17
45
454
30
40
5.305
106
12
452
35
2
26
33
51
6.092
1
1
337
2
11
2
5
62
25
12
11
16
4
489
18
59
5.671
4
69
10
54
687
199
91
20
1
35
11
6.928
0,00
0,00
167,31
-27,59
-3,42
0,00
-100,00
30,76
0,00
0,00
-92,71
-100,00
-43,60
-100,00
-100,00
10,87
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
553,20
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
8,94
-100,00
0,00
0,00
0,00
-7,18
0,00
0,00
65,95
-31,50
-6,46
0,00
-100,00
54,59
0,00
0,00
13,12
-100,00
-34,19
-100,00
-100,00
76,69
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
2257,72
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-5,93
-100,00
0,00
0,00
0,00
-12,07
1.371
17.930
1.452
17.048
-5,54
5,17
TOTALE EUROPA
112
TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
Tonn.
MACCHINE
2002
Valore 000€
EXPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
Differenza in %
Quantità
Valore
UNIONE EUROPEA
FRANCIA
PAESI BASSI
GERMANIA
REGNO UNITO
IRLANDA
DANIMARCA
GRECIA
PORTOGALLO
SPAGNA
BELGIO
LUSSEMBURGO
SVEZIA
FINLANDIA
AUSTRIA
TOTALE UNIONE EUROPEA
550
132
874
960
59
39
820
1.401
3.956
615
64
89
144
117
9.822
6.019
1.272
8.966
11.477
778
445
6.969
12.305
33.097
6.617
557
967
1.382
1.334
92.185
764
170
1.761
1.319
80
66
1.463
1.941
7.497
714
92
98
77
141
16.181
8.365
2.235
14.786
11.061
781
760
10.409
13.389
55.580
6.646
771
896
778
1.521
127.977
-27,96
-22,27
-50,38
-27,17
-25,41
-39,98
-43,95
-27,81
-47,23
-13,88
-29,97
-8,42
87,06
-17,04
-39,30
-28,04
-43,10
-39,36
3,76
-0,41
-41,43
-33,05
-8,10
-40,45
-0,44
-27,74
8,00
77,67
-12,34
-27,97
ALTRI PAESI D`EUROPA
MELILLA
ISLANDA
NORVEGIA
LIECHTENSTEIN
SVIZZERA
ANDORRA
MALTA
TURCHIA
ESTONIA
LETTONIA
LITUANIA
POLONIA
REPUBBLICA CECA
SLOVACCHIA
UNGHERIA
ROMANIA
BULGARIA
ALBANIA
UCRAINA
BELORUSSIA
MOLDAVIA
RUSSIA
GEORGIA
ARMENIA
KAZAKISTAN
UZBEKISTAN
KIRGHIZISTAN
SLOVENIA
CROAZIA
BOSNIA-ERZEGOVINA
SERBIA E MONTENEGRO
MACEDONIA
TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA
7
69
9
289
41
1.839
7
1
4
791
74
7
98
390
143
268
171
4
15
957
19
138
311
147
20
151
426
260
298
56
7.010
57
1.356
241
3.329
107
14.110
89
8
51
4.132
552
79
820
1.686
270
254
1.583
102
58
7.886
24
1.152
2.278
6.001
122
1.020
2.088
489
1.569
298
51.811
2
60
9
250
5
96
1.925
1
5
5
725
199
11
125
502
30
348
341
7
23
1.777
1
11
170
241
191
504
177
257
95
8.092
5
27
910
117
3.125
5
157
17.364
15
60
75
3.121
1.528
96
728
2.250
151
606
3.674
103
71
10.054
3
164
915
3.057
1.241
2.455
633
1.241
696
54.647
-100,00
230,22
15,90
3,34
15,52
-100,00
-57,64
-4,46
785,28
-81,60
-12,27
9,12
-62,97
-33,95
-21,87
-22,37
370,50
-22,98
-49,71
-42,89
-34,71
-46,13
3539,78
1110,51
82,82
-39,13
0,00
-20,79
-15,59
47,05
15,77
-41,36
-13,38
-100,00
116,43
49,06
104,86
6,55
-100,00
-31,76
-18,74
501,53
-86,51
-31,89
32,38
-63,88
-17,20
12,60
-25,07
78,40
-58,00
-56,92
-0,63
-17,95
-21,56
637,16
603,57
148,94
96,29
0,00
-17,85
-14,99
-22,74
26,48
-57,15
-5,19
16.831
143.996
24.274
182.625
-30,66
-21,15
TOTALE EUROPA
113
TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
Tonn.
MACCHINE
IMPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
2002
Valore 000€
Differenza in %
Quantità
Valore
AFRICA
AFRICA SETTENTRIONALE
MAROCCO
ALGERIA
TUNISIA
LIBIA
EGITTO
SUDAN
TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE
1
2
3
11
7
17
4
4
5
11
17
0,00
0,00
-71,62
0,00
1381,75
0,00
-25,56
0,00
0,00
98,99
0,00
-42,66
0,00
2,62
AFRICA OCCIDENTALE
MAURITANIA
MALI
CAPO VERDE
SENEGAL
GUINEA
COSTA D'AVORIO
GHANA
TOGO
NIGERIA
TOTALE AFRICA OCCIDENTALE
-
-
-
-
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
CAMERUN
GABON
CONGO
ZAIRE
BURUNDI
ANGOLA
ETIOPIA
ERITREA
GIBUTI
KENIA
UGANDA
TANZANIA
MOZAMBICO
MADAGASCAR
ZIMBABWE
MALAWI
SUD AFRICA
NAMIBIA
BOTSWANA
TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
-
-
2
2
7
7
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
TOTALE AFRICA
3
17
6
23
-47,44
-26,39
114
TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
Tonn.
AFRICA
AFRICA SETTENTRIONALE
MAROCCO
ALGERIA
TUNISIA
LIBIA
EGITTO
SUDAN
TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE
MACCHINE
2002
Valore 000€
EXPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
Differenza in %
Quantità
Valore
1.007
3.936
1.557
633
938
85
8.156
4.047
14.869
8.586
4.469
5.248
607
37.826
1.372
1.188
1.588
706
1.038
5.892
4.759
6.138
6.622
3.649
5.305
26.474
-26,59
231,25
-1,94
-10,34
-9,68
0,00
38,42
-14,96
142,24
29,65
22,46
-1,06
0,00
42,88
AFRICA OCCIDENTALE
MAURITANIA
MALI
CAPO VERDE
SENEGAL
GUINEA
COSTA D'AVORIO
GHANA
TOGO
NIGERIA
TOTALE AFRICA OCCIDENTALE
16
1
11
18
4
132
182
206
1
6
81
3
17
15
863
1.193
13
9
1
10
1
164
199
8
3
12
41
5
415
484
0,00
0,00
-91,02
22,22
0,00
2033,77
-64,38
-100,00
-19,68
-8,29
0,00
0,00
-19,92
3117,38
0,00
42,44
-63,85
-100,00
107,70
146,28
AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
CAMERUN
GABON
CONGO
ZAIRE
BURUNDI
ANGOLA
ETIOPIA
ERITREA
GIBUTI
KENIA
UGANDA
TANZANIA
MOZAMBICO
MADAGASCAR
ZIMBABWE
MALAWI
SUD AFRICA
NAMIBIA
BOTSWANA
TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE
7
121
22
2
8
15
1
13
330
12
531
1
2
98
1
1.334
208
9
4
125
3
2
92
1
3.116
112
5.106
8
2
76
13
1
1
12
4
550
1
140
810
4
3
26
464
87
37
22
3
1
124
59
3.723
11
1.241
5.806
-99,27
-98,75
195,08
0,00
0,00
0,00
-70,89
-84,43
0,00
972,58
-100,00
437,93
0,00
-100,00
5,73
-98,80
-40,10
1307,61
-100,00
-34,45
-63,92
-51,24
274,52
0,00
0,00
0,00
-55,12
-89,28
0,00
234,45
-100,00
-10,29
0,00
-100,00
-26,15
-98,37
-16,31
939,88
-100,00
-12,05
8.869
44.125
6.901
32.764
28,52
34,68
TOTALE AFRICA
115
TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
Tonn.
AMERICA
AMERICA SETTENTRIONALE
STATI UNITI D'AMERICA
CANADA
TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE
AMERICA CENTRALE E DEL SUD
MESSICO
BERMUDE
GUATEMALA
HONDURAS
NICARAGUA
COSTARICA
PANAMA
CUBA
BAHAMAS
ISOLE TURKS E CAICOS
REPUBBLICA DOMINICANA
ANTIGUA E BARBUDA
ISOLE CAYMAN
BARBADOS
TRINIDAD E TOBAGO
ISOLA BONAIRE
COLOMBIA
VENEZUELA
SURINAM
ECUADOR
PERU'
BRASILE
CILE
BOLIVIA
URUGUAY
ARGENTINA
TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD
TOTALE AMERICA
116
MACCHINE
2002
Valore 000€
IMPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
Differenza in %
Quantità
Valore
44
44
1.157
1.157
24
24
601
601
85,15
0,00
85,15
92,53
0,00
92,53
3
3
85
1
1
87
28
4
10
43
122
2
19
115
258
-90,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-94,76
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-92,89
-30,24
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-46,18
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
-66,34
47
1.244
66
859
-29,34
44,83
TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
Tonn.
MACCHINE
2002
Valore 000€
EXPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
Differenza in %
Quantità
Valore
AMERICA
AMERICA SETTENTRIONALE
STATI UNITI D'AMERICA
CANADA
TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE
3.569
427
3.995
45.181
5.500
50.681
3.132
663
3.794
36.912
5.503
42.415
13,96
-35,62
5,30
22,40
-0,07
19,49
AMERICA CENTRALE E DEL SUD
MESSICO
BERMUDE
GUATEMALA
HONDURAS
NICARAGUA
COSTARICA
PANAMA
CUBA
BAHAMAS
ISOLE TURKS E CAICOS
REPUBBLICA DOMINICANA
ANTIGUA E BARBUDA
ISOLE CAYMAN
BARBADOS
TRINIDAD E TOBAGO
ISOLA BONAIRE
COLOMBIA
VENEZUELA
SURINAM
ECUADOR
PERU'
BRASILE
CILE
BOLIVIA
URUGUAY
ARGENTINA
TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD
1.130
1
48
7
10
160
23
14
50
100
143
298
37
1.917
33
497
100
4.570
7.674
12
317
39
52
878
2
513
2
124
232
7
1.191
1.224
1.635
340
11.257
219
2.446
1.297
29.461
1.483
57
16
157
44
2
29
36
87
55
1.698
31
1
464
4.160
9.456
335
1
99
3
1.730
2
287
1
10
38
9
300
226
2
423
216
13.721
208
8
15
3.723
30.811
-23,82
0,00
-15,54
3758,82
0,00
928,26
-84,48
-85,33
0,00
40562,86
12,68
-100,00
-100,00
-100,00
-100,00
0,00
245,64
297,50
-100,00
243,44
-32,00
12,93
7,73
403845,53
-100,00
-78,34
9,86
-18,84
0,00
-5,29
5264,72
0,00
785,56
-30,24
-70,33
0,00
6315,58
-19,26
-100,00
-100,00
-100,00
-100,00
0,00
297,25
442,23
-100,00
286,92
57,88
-17,96
5,38
32113,66
-100,00
-65,17
-4,38
TOTALE AMERICA
8.565
80.142
7.954
73.226
7,69
9,45
117
TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
Tonn.
ASIA
VICINO E MEDIO ORIENTE
CIPRO
LIBANO
SIRIA
IRAK
IRAN
ISRAELE
GAZA E GERICO
GIORDANIA
ARABIA SAUDITA
KUWAIT
BAHREIN
QATAR
EMIRATI ARABI UNITI
OMAN
YEMEN
TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE
MACCHINE
2002
Valore 000€
IMPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
Differenza in %
Quantità
Valore
8
15
3
27
1
10
130
4
145
15
8
32
18
1
74
33
427
64
134
2
660
0,00
-45,50
0,00
0,00
0,00
84,08
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
-84,04
-100,00
0,00
-64,04
0,00
-68,38
0,00
0,00
0,00
-69,53
0,00
0,00
-100,00
0,00
0,00
0,00
-97,35
-100,00
0,00
-78,06
ESTREMO ORIENTE
PAKISTAN
INDIA
BANGLADESH
SRI LANKA
TAILANDIA
VIETNAM
INDONESIA
MALAYSIA
SINGAPORE
FILIPPINE
CINA
COREA DEL NORD
COREA DEL SUD
GIAPPONE
TAIWAN
HONG KONG
TOTALE ESTREMO ORIENTE
76
6
41
14
53
2
2
71
265
4
39
5
25
17
15
291
126
221
71
36
851
351
14
467
3
4
75
2
917
1
261
3
5
3
54
4.350
163
539
76
7
5.462
0,00
8,33
0,00
0,00
-78,23
0,00
62207,69
7047,37
312,50
-100,00
-88,72
0,00
-33,73
-57,44
-4,76
-86,19
-71,11
0,00
236,81
0,00
0,00
-85,11
0,00
756,30
251,42
390,42
-100,00
-93,32
0,00
-22,58
-59,02
-7,13
395,65
-84,43
TOTALE ASIA
292
996
991
6.122
-70,57
-83,74
118
TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
Tonn.
ASIA
VICINO E MEDIO ORIENTE
CIPRO
LIBANO
SIRIA
IRAK
IRAN
ISRAELE
GAZA E GERICO
GIORDANIA
ARABIA SAUDITA
KUWAIT
BAHREIN
QATAR
EMIRATI ARABI UNITI
OMAN
YEMEN
TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE
MACCHINE
2002
Valore 000€
EXPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
Differenza in %
Quantità
Valore
118
483
565
5
4.370
313
254
1.351
93
1
36
504
527
14
8.634
1.321
2.330
2.639
77
33.305
1.644
1.377
7.671
850
17
349
5.922
3.464
127
61.093
39
516
223
1.916
771
9
1.342
1.920
162
19
17
532
187
37
7.688
402
1.887
680
14.715
11.596
78
8.481
10.792
1.577
135
223
4.911
1.475
141
57.091
203,85
-6,37
153,42
0,00
128,11
-59,40
-100,00
-81,09
-29,61
-42,55
-96,47
115,38
-5,29
182,09
-61,24
12,31
228,57
23,47
288,29
0,00
126,32
-85,82
-100,00
-83,77
-28,91
-46,07
-87,60
56,77
20,59
134,84
-10,43
7,01
ESTREMO ORIENTE
PAKISTAN
INDIA
BANGLADESH
SRI LANKA
TAILANDIA
VIETNAM
INDONESIA
MALAYSIA
SINGAPORE
FILIPPINE
CINA
COREA DEL NORD
COREA DEL SUD
GIAPPONE
TAIWAN
HONG KONG
TOTALE ESTREMO ORIENTE
421
2.874
119
190
2.827
454
30
50
7
2.113
1
1.018
53
307
1.008
11.471
1.571
7.586
896
2.205
23.227
3.851
910
808
146
13.922
23
8.237
1.063
1.001
3.250
68.695
573
2.546
83
11
448
2.584
938
149
10
11
1.810
189
177
162
78
9.767
2.737
6.682
575
252
1.900
16.464
6.220
4.053
134
126
15.254
2.353
851
1.843
2.071
61.516
-26,48
12,92
-100,00
982,32
-57,67
9,39
-51,60
-79,89
408,89
-31,39
16,75
0,00
439,34
-69,88
89,26
1185,94
17,45
-42,61
13,54
-100,00
255,00
16,05
41,08
-38,09
-77,55
501,53
16,01
-8,73
0,00
250,13
24,86
-45,67
56,89
11,67
TOTALE ASIA
20.106
129.787
17.455
118.608
15,18
9,43
119
TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
Tonn.
MACCHINE
IMPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
2002
Valore 000€
Differenza in %
Quantità
Valore
AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
AUSTRALIA
NUOVA ZELANDA
NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE
-
1
-
7
-
37
-
-98,63
0,00
0,00
-96,23
0,00
0,00
TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
-
1
7
37
-98,63
-96,23
DIVERSI
PAESI NON DETERMINATI EXTRA
-
-
-
-
0,00
0,00
TOTALE DIVERSI
-
-
-
-
0,00
0,00
1.713
20.188
2.522
24.090
-32,07
-16,20
TOTALE GENERALE
120
TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002
Tonn.
MACCHINE
2002
Valore 000€
EXPORT
2001
Tonn.
Valore 000€
Differenza in %
Quantità
Valore
AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
AUSTRALIA
NUOVA ZELANDA
NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE
377
13
-
3.485
86
-
155
4
-
1.230
17
3
142,68
201,24
-100,00
183,30
397,10
-100,00
TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.
390
3.572
160
1.250
143,65
185,65
DIVERSI
PAESI NON DETERMINATI EXTRA
-
6
-
13
-81,21
-54,57
TOTALE DIVERSI
-
6
-
13
-81,21
-54,57
54.761
401.628
56.744
408.485
-3,49
-1,68
TOTALE GENERALE
121
ANNI
2000
2001
2002
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
ALTRI
381.423
1.901.618
339.101
431.973
1.725.880
476.221
398.258
1.708.934
596.240
TOTALI
2.622.142
2.634.074
2.703.432
122
ANNI
2000
2001
2002
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
ALTRI
78.224
429.710
87.072
87.434
387.610
82.845
74.319
373.026
87.895
TOTALI
595.006
557.889
535.240
123
ANNI
2000
2001
2002
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRI
779.802
207.579
1.455.216
1.048.100
1.601.523
754.246
184.613
1.375.933
979.560
1.406.261
761.426
165.926
1.333.752
902.644
1.619.287
TOTALI
5.092.220
4.700.613
4.783.035
124
ANNI
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
ALTRI
TOTALI
2000
2001
2002
169.866
60.740
953.485
851.302
127.405
170.331
49.885
938.547
815.009
117.714
170.752
47.549
883.050
736.370
120.784
2.162.798
2.091.486
1.958.505
125
2000
2001
2002
126
111.619
118.031
103.354
2000
2001
2002
1.123.351
1.108.878
1.053.802
127
2000
2001
2002
128
454.360
406.720
394.497
2000
2001
2002
912.042
864.894
783.919
129
ANNI
UNIONE EUROPEA
NORD AMERICA
VICINO E MEDIO ORIENTE
ESTREMO ORIENTE
ALTRE AREE
TOTALI
130
2000
2001
2002
335.943
301.892
387.298
206.170
223.913
282.982
293.856
381.738
176.815
240.542
250.970
298.526
376.102
193.250
214.904
1.455.216
1.375.933
1.333.752
ANNI
2000
2001
2002
UNIONE EUROPEA
NORD AMERICA
VICINO E MEDIO ORIENTE
ESTREMO ORIENTE
ALTRE AREE
216.317
342.580
134.101
127.672
132.815
192.139
353.930
147.513
110.908
134.057
180.786
346.283
131.226
106.770
117.985
TOTALI
953.485
938.547
883.050
131
ANNI
UNIONE EUROPEA
NORD AMERICA
VICINO E MEDIO ORIENTE
ESTREMO ORIENTE
ALTRE AREE
TOTALI
132
2000
2001
2002
335.943
301.892
387.298
206.170
223.913
282.982
293.856
381.738
176.815
240.542
250.970
298.526
376.102
193.250
214.904
1.455.216
1.375.933
1.333.752
ANNI
2000
2001
2002
UNIONE EUROPEA
NORD AMERICA
VICINO E MEDIO ORIENTE
ESTREMO ORIENTE
ALTRE AREE
421.085
212.819
38.491
45.007
133.900
391.428
208.589
36.861
38.599
139.532
343.397
210.800
27.142
21.948
133.083
TOTALI
851.302
815.009
736.370
133
2000
2001
2002
134
1.257.020
1.072.955
1.251.943
ANNI
2000
2001
2002
ANNI
UNIONE EUROPEA
ALTRI PAESI D'EUROPA
AFRICA
NORD AMERICA
CENTRO E SUD AMERICA
VICINO E MEDIO ORIENTE
ESTREMO ORIENTE
AUSTRALIA
2000
51.440
10.983
5.657
16.593
7.267
7.425
5.348
855
2001
46.761
15.513
5.639
14.378
4.998
14.331
6.828
161
2002
33909
14434
6447
16053
3247
13460
10420
725
TOTALI
105568
108609
98695
135
ANNI
2000
2001
2002
ANNI
UNIONE EUROPEA
ALTRI PAESI D'EUROPA
AFRICA
NORD AMERICA
CENTRO E SUD AMERICA
VICINO E MEDIO ORIENTE
ESTREMO ORIENTE
AUSTRALIA
2000
100.169
43.349
31.361
31.492
42.213
26.187
38.102
2.458
2001
81.216
39.135
27.124
28.037
25.813
42.761
54.688
1.090
2002
58276
37378
37678
34627
26214
47633
58275
2847
TOTALI
315.331
299.864
302933
136
138
LE PIETRE ORNAMENTALI NELLA REPUBBLICA CROATA
La coltivazione delle pietre ornamentali nel territorio della Repubblica Croata risale a oltre due millenni fa, con occasionali interruzioni. In varie località della Croazia si trovano antichi edifici monumentali e reperti archeologici che testimoniano l’avanzata tecnica costruttiva basata sulle pietre ornamentali nell’antichità.
I resti delle mura della città greca di Pharos sull’isola di Hvar (3° secolo a.C.), l’arena romana monumentale a Pula
(risalente alla fine del 1° secolo d.C.), il foro di Zadar, il palazzo dell’imperatore Diocleziano a Split (eretto attorno al
3° secolo d.C.) e le rovine della città di Salona (distrutta all’inizio del 7° secolo d.C.), sulle cui fondamenta sorge l’attuale città di Solin, risalgono tutti a quel periodo.
Tutti questi edifici dimostrano che le pietre ornamentali erano largamente impiegate in edilizia in tempi antichi. Questi
edifici furono costruiti con grandi blocchi lavorati di pietra ornamentale locale.
Nelle vicinanze di Pula, si trova una cava romana attiva, nota come “Vinkuran”, cioè “cava romana”. La città di Pharos
fu costruita con la pietra proveniente dalla cava dell’isola di Hvar, ancor’oggi nota come la “Cava Greca”. Il palazzo
dell’imperatore Diocleziano fu costruito con la pietra estratta dalla cava dell’isola di Bra, situata vicino alla città di Krip
(porto di Split). In questa località, un bassorilievo intagliato nella roccia ritrae un capomastro romano che controlla i
lavori della cava. La città di Salona fu costruita con la pietra proveniente dalla cava di Seget, ancora oggi attiva e situata vicino a Trogir.
Nell’alto Medioevo, le opere in pietra subirono un rallentamento e persero d’importanza a causa del declino dell’impero
romano e della grande migrazione dei popoli. Fu solo dopo il Medioevo che si formarono stati e città, costruite, per lo più
in pietra, lungo la costa Atlantica, da Dubrovnik a Poreč, con edifici sacri monumentali, come le cattedrali di Trogir, Šibenik, Zadar e Poreč. Furono poi erette mura e fortificazioni in pietra attorno alle città, da Dubrovnik a Ston e Korčula.
Furono riattivate cave greche e romane fino ad allora abbandonate. Già allora la pietra proveniente dall’Istria e dalla
Dalmazia veniva esportata in Italia. Per la costruzione di Venezia fu utilizzata una grande quantità di pietra istriana
Ultimamente, la pietra ornamentale ha perso ancora più importanza come materiale da costruzione per l’edilizia (sostituita da cemento e calcestruzzo) ed è utilizzata più spesso come materiale protettivo e da rivestimento.
Nel 1991, dopo l’indipendenza, la Croazia ha armonizzato le proprie leggi estrattive con la legislazione europea, consentendo maggior libertà di investimento e l’apertura di nuove cave di pietra ornamentale.
Fino al 1991, solo sei aziende si occupavano di pietra ornamentale e oggi, all’inizio del 2003, esistono 30 aziende di
estrazione e lavorazione della pietra sul territorio croato. Anche se tutti i materiali grezzi estratti in Crozia sono di proprietà dello stato, secondo le disposizioni delle leggi estrattive è possibile ottenere una concessione mineraria a fini di
ricerca e coltivazione. La stessa legge consente ai cittadini croati e stranieri di coltivare la pietra ornamentale, a condizione di stabilire in Croazia una società o una filiale per la coltivazione della pietra ornamentale.
L’autorizzazione alla coltivazione della pietra ornamentale può essere rilasciata per un massimo di 40 anni (eventualmente prorogabili). Il corrispettivo di tale concessione, da pagare alla Repubblica di Croazia, ammonta al 2,6% del
valore dei blocchi estratti per tutte le categorie. L’imposta sul reddito ammonta al 20%. Esistono alcuni sgravi fiscali
sui reinvestimenti.
Anche se i siti di estrazione delle pietre ornamentali in Croazia si trovano nell’ampia fascia costiera e sulle isole
dell’Adriatico, dal nord-ovest fino all’estremo sud della Croazia, si può dire che la produzione di queste pietre sia concentrata in Istria e sull’isola di Brač.
Le pietre ornamentali si presentano come rocce sedimentarie composte da calcare e calcare dolomitico, soprattutto del
giurassico e del cretaceo e in parte anche del paleogene. In Croazia non ci sono pietre ornamentali eruttive o metamorfiche o, se se ne trovano, esse sono presenti solo in piccole quantità non coltivabili.
A seguito di una ricerca condotta in Croazia, alla data del 31 dicembre 2002 le riserve sfruttabili di pietre ornamentali
ammontavano a 8.800.000 m3, distribuite su circa cento giacimenti, cioè il 30% in più rispetto al 31 dicembre 1998.
Si osservi che, nonostante il lungo periodo di sfruttamento della pietra ornamentale, la Repubblica Croata non è ancora stata sufficientemente esplorata da un punto di vista geologico ed estrattivo e esiste l’opportunità di identificare nuovi
giacimenti di estrazione di tali pietre. Ritengo realistico attendersi un notevole ampliamento di tali giacimenti grazie a
tali opere.
Le pietre ornamentali si presentano generalmente in colori chiari, mentre le pietre colorate sono presenti in quantità
minori. La coltivazione delle pietre ornamentali si svolge tramite estrazione di superficie, mentre l’estrazione in sotterraneo è svolta sperimentalmente in un’unica cava istriana.
Purtroppo sono ultimamente comparse difficoltà nell’apertura di nuove cave. Nei piani dei governi autonomi locali, le
139
aree che potrebbero essere sfruttate per la ricerca e la coltivazione delle pietre ornamentali sono sempre più spesso riservate alle attività turistiche o di altro tipo. Lo sfruttamento delle pietre ornamentali è accettato con riluttanza perché si
ritiene a torto che tale attività sia dannosa per l’ambiente. Nonostante le succitate difficoltà, la produzione di pietre ornamentali è in costante aumento.
La tabella successiva mostra la produzione annuale di blocchi di tutti i tipi di pietre ornamentali in Croazia negli ultimi cinque anni:
Anno
Produzione, m3
1998
47.000
1999
52.000
2000
56.000
2001
59.000
2002
62.000
La produzione annuale illustrata nella presente tabella è stata realizzata da due grosse aziende, a cui si deve il 70% della
produzione totale di pietre ornamentali in Croazia, e da circa trenta aziende commerciali e artigianali che producono il
rimanente 30% della produzione totale.
Circa il 40% della produzione totale annua di pietre ornamentali viene esportata in forma di blocchi, specialmente nella
1° e nella 2° categoria; il resto viene lavorato nelle segherie della Croazia. Esiste quindi una lunga tradizione di esportazione dei blocchi di pietre ornamentali dall’Istria e dell’isola di Brač verso l’Italia (pietra istriana gialla e bianca,
“veselje” e “sivac”)
L’aumento della produzione e la comparsa di nuovi soggetti economici nel settore dell’estrazione e della lavorazione
delle pietre ornamentali necessitano di un numero ancora maggiore di operatori preparati e specializzati. Anche se esiste una facoltà di ingegneria mineraria, geologica e del petrolio a Zagrabia, dove vengono formati i futuri ingegneri
minerari, e nella città di Pučišćee sull’isola di Brač esistono corsi di formazione per tagliatori e marmisti, abbiamo
carenza di operatori esperti nella ricerca, nella coltivazione e nella lavorazione delle pietre ornamentali. Le attrezzature e i dispositivi di base per lo sfruttamento delle pietre ornamentali consistono in tagliatrici a filo diamantato, tagliatrici a catena, cuscini ad aria e ad acqua, pale meccaniche e draghe. Si può quindi dire che lo sfruttamento delle pietre
ornamentali in Croazia sia allineato col progresso della tecnologia e dei metodi di sfruttamento del resto del mondo.
Circa il 60% delle pietre ornamentali nazionali e una certa quantità di pietre ornamentali eruttive e metamorfiche d’importazione sono lavorati in tre stabilimenti di grandi dimensioni e due di medie dimensioni, in circa quindici stabilimenti specializzati in lavorazioni complesse o particolari e in alcune officine artigianali che si occupano soprattutto di
architettura decorativa o arte funeraria.
Secondo me, per un maggior sviluppo del settore della pietra ornamentale in Croazia sarebbe estremamente utile che i produttori lapidei italiani, oltre ad acquistare i blocchi, fossero maggiormente presenti tramite co-investimenti sia nella ricerca che nello sfruttamento e nella lavorazione delle pietre ornamentali, e cercando ulteriori opportunità che consentirebbero all’economia lapidea croata di acquisire con maggiore facilità attrezzature, macchinari e parti di ricambio specializzati
per la produzione e la lavorazione di pietre ornamentali, essendo tali attrezzature prodotte per la più in Italia.
LE PIETRE ORNAMENTALI EGIZIANE
Gli antichi egizi conoscevano il valore della pietra locale su cui hanno fondato la propria civiltà, dallo scudo di ardesia
di Narmer (3000 a.C.), al granito rosso di Assuan, utilizzato nella grande piramide di Khufu (Cheope) a Giza.
Percy Bysshe Shelley (1792-1822) raccontava: “… Ho incontrato un viaggiatore di una terra antica, il quale mi ha detto
“Si ergono nel deserto due grandi gambe di pietra senza tronco. Accanto ad esse, sulla sabbia, semi sepolto giace un
volto in frantumi, il cui cipiglio e il labbro arricciato e l’espressione beffarda e autoritaria parlano delle passioni del suo
scultore, passioni che sopravvivono impresse in questi oggetti senza vita, la mano che le ha imitate e il cuore che le ha
alimentate: e sul piedestallo compaiono queste parole: il mio nome è OZYMANDIAS, RE DEI RE”.
Si trattava della statua di granito rosa di Ramses II.
Il granito nero di Assuan (nero Assuan) proviene dalla cava più antica del mondo, a tutt’oggi attiva.
I Romani, vostri antenati, estraevano il porfido imperiale da cave assai impervie.
Ne sono un mirabile esempio i quattro angeli scolpiti sulla Cattedrale di San Marco, a Venezia.
Speriamo di poter collaborare con i loro illustri discendenti e con la loro moderna tecnologia nell’estrazione, nella lavorazione e nel marketing.
Nel CD allegato potete trovare una classificazione dei nostri graniti in base al colore, e alcune tipologie rare e alcuni
dei nostri marmi.
140
Produzione
Il numero stimato di aziende attive nel settore del marmo e del granito in Egitto (dati forniti dalla Camera di
Commercio) è di circa 500 aziende di produzione e lavorazione di blocchi e lastre (molte delle quali sono proprietarie
di cave), distribuiti come segue:
N
1
2
3
4
5
6
7
Governatorato o città
Alessandria
Damitta
10th of Ramadan city
6th October city
Assuan
Regione di Shak El-thoban
Altre
Totale
N. di aziende
10
6
8
12
3
300
150
~500
Nella regione di Shak El-thobal (Qutamia), ci sono circa 150 laboratori artigianali. Il capitale investito nel settore
ammonta a circa:
500 (aziende) x 107 = 5000.000.000 LE
~ 833.333.333 US$
Nel CD potete trovare una diapositiva che mostra le aziende e i laboratori attivi (circa 700 acri) e la zona recentemente pianificata dal governo (500 acri) (1 acro = 4200 m2).
Le cave di marmo sono circa 400, per una produzione di circa 10 m3 al giorno, equivalenti a circa 1.000.000 m3 all’anno (dati forniti dalla Camera di Commercio).
Le cave di granito sono circa 100, per una produzione di 200.000 m3/anno.
I seguenti grafici indicano i principali paesi importatori di blocchi di marmo egiziano nell’anno 2002 (Marble blocks
H.S. 2.515.110.000) ed i principali paesi importatori di marmette e lastre di marmo egiziano nell’anno 2002.
141
LA PIETRA ORNAMENTALE IN IRAN
Il nostro antico paese, l’Iran, possiede non solo notevoli giacimenti di petrolio, gas e vari minerali ma anche enormi
riserve di pietre ornamentali, alcune delle quali uniche al mondo.
L’applicazione della pietra nell’architettura iraniana risale a 3000 anni fa e monumenti storici come Persepoli, Bistoon
e Naqsh-e Rustam, con i loro meravigliosi portali, colonne e scalinate, ne sono esempi straordinari.
Attualmente, viene estratta una media di 9 milioni di tonnellate all’anno da oltre 500 cave attive, le cui risorse sono di
incredibile rarità e di una varietà inimmaginabile.
Esistono inoltre circa 5000 impianti di lavorazione della pietra e produzione di lastre, marmette, etc. Anche se queste
aziende non sono ancora dotate di macchinari moderni, la lavorazione della pietra è migliorata notevolmente negli anni
Novanta grazie all’impiego di tecnologie moderne.
Questo è stato dovuto anche alla recente realizzazione di moderni impianti di lavorazione della pietra, soprattutto in
prossimità dei giacimenti più abbondanti (come Neyriz e Azarshahr).
La resa produttiva totale degli impianti lapidei è di circa 52 milioni di metri quadri, che vanno a soddisfare principalmente la domanda interna. Ma l’applicazione delle tecnologie moderne ha portato alla produzione di lastre e marmette
standard anche per i mercati internazionali.
Si osservi che la sostituzione dei macchinari obsoleti e usurati è attualmente considerata una delle principali politiche
per il miglioramento del settore lapideo iraniano.
Le pietre ornamentali dell’iran
Travertino: l’Iran possiede grossi giacimenti di travertino, pietra sedimentaria. Il travertino iraniano, con la sua tessitura particolare e i bellissimi colori e disegni, è molto richiesto sui mercati europei e statunitensi.
Per quanto riguarda alcuni tipi rari di travertino iraniano, il migliore esempio è l’Azarshahr, disponibile in rosso, giallo chiaro e bruno e noto per essere una pietra pregiata e costosa. Anche il travertino bianco e beige delle cave di
Mahallat (Iran centrale) è uno dei migliori tipi di pietra ornamentale da esportazione.
Marmo: per quanto riguarda i giacimenti e la varietà dei disegni, dei colori e della tessitura, il marmo iraniano è il prodotto da esportazione per eccellenza.
Alcuni marmi iraniani esclusivi, come il Dehbid Beige e il Bajestan Rose, possiedono qualità esclusive di solidità, flessibilità alla lavorazione ed eleganza di colori e disegni.
Onice: l’onice, con colori che vanno dal verde al giallo e al bianco, è presente in grandi quantità in varie parti dell’Iran.
Grazie alla varietà delle sue colorazioni, l’onice iraniana è diventata un’attività redditizia e senza pari sui mercati internazionali.
Granito: L’Iran è da sempre noto per i suoi marmi e per i suoi travertini e per la grande varietà di onici, ma negli ultimi
dieci anni sono state scoperte e sfruttate enormi risorse di granito di alta qualità.
Grazie alla sua solidità e durevolezza, il granito è utilizzato principalmente per applicazioni esterne. Il granito iraniano è
disponibile in vari colori, tra cui il rosso, il nero, il verde scuro, il bianco e il rosa, sia a grana fine che a grana grossa.
Produzione cave (tonnellate )
Anno
Marmo
Travertino
Onice
1999
6.821.439
431.811
76.363
2000
7.038.520
574.304
69.018
2001
8.169.419
678.344
62.346
2002*
* Il livello esatto di produzione del 2002 è ancora in corso di rilevazione.
Granito
189.331
246.545
400.848
Sviluppi e progressi
Negli ultimi anni, il settore lapideo iraniano si è notevolmente sviluppato da vari punti di vista.
Cave
L’uso di esplosivi in cava è stato definitivamente proibito.
Sono stati messi a punto nuovi piani di coltivazione basati su tecniche moderne.
Le cave sono state dotate di macchinari e attrezzature moderne.
142
Totale
7.518.944
7.928.387
9.310.957
Sono stati organizzati corsi speciali per operatori di cava in Iran e in altri paesi per l’introduzione di tecniche estrattive
moderne.
Si osservi che un prezioso contributo è stato offerto dalle aziende italiane e che vari gruppi di manager e tecnici italiani sono stati alle cave di Carrara.
Numero di cave attive
Anno
Marmo
1999
306
2000
319
2001
334
2002
336
Travertino
49
70
61
79
Onice
31
35
36
36
Granito
85
106
130
137
Totale
471
530
561
588
Impianti per la lavorazione della pietra
L’industria della lavorazione della pietra in Iran è migliorata grazie alla realizzazione di moderni impianti che utilizzano le tecnologie e i macchinari più innovativi, per lo più di fabbricazione italiana.
Si sono fatti grandi sforzi per promuovere gli investimenti per la sostituzione dei macchinari e delle linee di produzione obsolete e usurate.
Livello occupazionale
Come già anticipato, ci sono oltre 500 cave attive in Iran con oltre 12.000 addetti.
Attualmente, il numero di impianti di lavorazione della pietra è arrivato a circa 5000, con 75.000 addetti.
Oltre alle cave e ai laboratori, esistono varie aziende che si occupano di commercio interno ed esportazione ed altre che
producono macchinari e attrezzature per l’industria lapidea. Il settore lapideo iraniano conta perciò un numero totale di
90.000 addetti, a dimostrazione delle dimensioni della nostra industria lapidea e del ruolo significativo che essa riveste
per la nostra economia.
Livello occupazionale delle cave
Anno
Marmo
Travertino
1999
6921
636
2000
7093
985
2001
7647
877
2002
7796
1071
Onice
371
493
564
600
Granito
1068
1317
1770
2088
Totale
8996
9888
10.858
11.555
Mercato interno
Sul mercato interno iraniano, c’è una grossa domanda di pietre ornamentali. Ispirandosi alle antiche tradizioni artistiche lapidee, gli architetti iraniani cercano di unire tradizione, innovazione e modernità nell’uso della pietra naturale.
La pietra naturale, di vari tipi e colori, è largamente utilizzata per i rivestimenti esterni degli edifici, per gli spazi esterni, per le coperture e le scalinate. L’uso della pietra nei progetti edilizi nazionali è così diffuso che la maggior parte della
pietra prodotta serve a soddisfare la domanda interna.
Investimenti potenziali
Ci sono notevoli basi per gli investimenti nel settore delle cave e della lavorazione dei prodotti lapidei in Iran.
Considerando il numero tortale di cave (circa 500) e di impianti di lavorazione della pietra (circa 5.000), si stimano
investimenti potenziali per 2.300.000.000 di dollari.
Prospettive a breve termine
La resa produttiva delle cave negli ultimi dieci anni è costantemente aumentata. Per i prossimi anni sarà adottato lo stesso approccio.
Insieme al notevole aumento qualitativo e quantitativo della produzione delle cave, appare necessario realizzare moderni impianti di lavorazione o modernizzare quelli già esistenti. Circa 100 aziende lapidee all’anno prevedono di modernizzare i propri impianti. In questo caso, lo stanziamento previsto per tale obiettivo ammonta a circa 200.000.000 di
dollari, che rappresentano il 9-10% degli investimenti potenziali.
143
Fondata nel settembre 2000, la Stone Association of Iran può contare sulla collaborazione di molte aziende accreditate
e di operatori del settore dell’estrazione, della lavorazione e dell’esportazione delle pietre ornamentali. L’associazione
mira a promuovere l’esportazione in tutti i settori dell’industria lapidea.
Collaborazione con aziende e operatori stranieri
Il settore lapideo iraniano si dichiara pronto agli investimenti esteri e alla collaborazione tecnica a livello internazionale. A questo proposito, è stato firmato un Protocollo d’Intesa tra l’associazione delle piccole industrie iraniane
(Ministero dell’Industria e delle Miniere) e la Internazionale Marmi e Macchine Carrara S.p.A. (IMM) riguardante vari
punti, tra cui l’organizzazione di corsi e seminari tecnici, la realizzazione di un centro di formazione per manager e operatori iraniani, la promozione di joint-venture tra aziende italiane e aziende iraniane e …
LE PIETRE ORNAMENTALI IN TURCHIA
La Turchia è uno dei produttori di marmo di più lunga data, con i suoi 4.000 anni di tradizione che hanno avuto inizio
sull’isola di Marmara. Con i suoi giacimenti minerari di grandi dimensioni e varietà, la produzione lapidea turca è ritenuta di ottima qualità per la grande varietà di grana e di colore. Le riserve ammontano a 1.6 miliardi di tonnellate accertate, 4.2 miliardi di tonnellate probabili e 8.1 miliardi di tonnellate potenziali. In queste riserve sono presenti grandi giacimenti di marmo e di granito a dimostrazione delle enormi potenzialità della Turchia.
Nel 2002, la produzione lapidea annua in Turchia ammontava a circa 4.2 milioni di tonnellate e la capacità produttiva
totale di prodotti finiti raggiungeva circa 34.5 miliardi di metri quadrati di lastre e marmette. Con l’introduzione di
nuove attrezzature e metodologie produttive, si è avuto un aumento produttivo soprattutto nei lavorati di marmo.
Il marmo viene estratto da cave di grandi e piccole dimensioni, il cui numero stimato è di circa 5.000, con circa 7501000 aziende in grado di gestire l’intero ciclo di lavorazione. Circa il 90 per cento delle cave del paese si trova nella
regione occidentale, soprattutto sull’isola di Marmara, nella regione dell’Egeo e nella provincia di Afyon.
In Turchia, il settore del marmo e della pietra, che si è notevolmente sviluppato negli ultimi dieci anni, svolge un ruolo
significativo nell’economia e nelle esportazioni nazionali. Le esportazioni di marmo e di pietra sono aumentate da quasi
40 milioni di dollari nel 1990 a 188,7 milioni di dollari nel 2000 e infine a 303 milioni di dollari nel 2002. Il sottosuolo turco fornisce circa 250 tipi diversi di marmo, di cui vengono esportate oltre 100 varietà.
Le esportazioni lapidee turche sono così suddivise: il marmo ammonta al 50,57%, il travertino al 40,97%, il granito e
le altre pietre all’8,46%. L’esportazione di marmo e travertino ha raggiunto i 277.3 milioni di dollari nel 2002, essenzialmente per i prodotti finiti che assorbono il 67,4% delle esportazioni totali di marmo. Il valore delle esportazioni di
marmo grezzo (blocchi e lastre) ammontava a 49,9 milioni di dollari e quello di marmo lavorato a 103,25 milioni di
dollari. Il principale mercato della pietra turca sono gli Stati Uniti, con 90,17 milioni di dollari, seguiti dalla zona franca dell’Egeo con 25,85 milioni di dollari e dall’Arabia Saudita con 17,21 milioni di dollari di marmo e travertino lavorato. L’esportazione di granito e altre pietre ha raggiunto i 25,64 milioni di dollari nel 2002, per un ammontare totale
di 303 milioni di dollari di esportazione di marmo e altre pietre.
I progressi compiuti negli ultimi anni nel settore della tecnologia per la lavorazione del marmo hanno portato ad un
innalzamento della qualità del prodotto finale. I tempi di lavorazione e le possibilità di errore sono stati ridotti al minimo, grazie alla maggiore integrazione ed efficienza del ciclo di lavorazione. Ma, nonostante tali avanzamenti tecnologici, la Turchia nel 2002 non è ancora riuscita ad esprimere tutte le proprie potenzialità.
I principali mercati del settore lapideo della Turchia (marmo, granito e altre pietre) sono in Europa: la zona franca
dell’Egeo, la Spagna, l’Italia, La Germania, la Grecia, l’Inghilterra ed i Paesi Bassi, in Medio Oriente: Israele, l’Arabia
Saudita e la Siria; in Estremo Oriente: la Cina, Taiwan, Hong Kong, Singapore e infine gli Stati Uniti.
Il settore del marmo turco fa presagire un futuro roseo sia per gli investitori esteri che nazionali, grazie alle risorse ricchissime per qualità e varietà. Tale settore manterrà il proprio peso sui mercati internazionali sviluppando le proprie
collaborazioni con i paesi esteri sia nel settore tecnologico che commerciale.
In conclusione, la Turchia continua a compiere sforzi per eliminare gli svantaggi tecnologici e infrastrutturali del settore lapideo. Riteniamo che, grazie a tali sviluppi, il settore del marmo in Turchia in futuro sarà in grado di conquistare la posizione che si merita.
La Istanbul Mineral and Metals Exporters’ Association è composta dalle seguenti quattro associazioni:
•
Istanbul Mineral Exporters’ Association (fondata nel 1976, conta attualmente 1.000 soci)
•
Istanbul Ferrous and Non-Ferrous Metals Exporters’ Association (fondata nel 1986, conta attualmente
144
4.800 soci)
Istanbul Chemicals and Chemical Products Exporters’ Association (fondata nel 1991, conta attualmente
4.600 soci)
•
Istanbul Electrical-Electronic and Machinery Products Exporters’ Association (fondata nel 1991, conta
attualmente 5.800 soci)
La Istanbul Mineral and Metals Exporters’ Association svolge un ruolo importante come rappresentante di circa 21.000
aziende. Lo scopo della nostra Associazione è quello di svolgere attività e ricerca per il miglioramento dei rapporti commerciali con quasi tutti i paesi. In tale contesto, la nostra Associazione persegue i seguenti obiettivi:
•
Studio e consulenza sulle risorse potenziali di produzione ed esportazione nel settore di competenza dell’associazione rispetto alla domanda estera.
•
Follow-up sulle norme e sulle pratiche recenti relative all’esportazione, all’acquisto e agli imballaggi per
tenerne informate le aziende socie.
•
Risoluzione dei problemi e delle difficoltà derivanti dalle transazioni legali delle aziende socie.
•
Organizzazione, supervisione delle attività di esportazione delle aziende socie e attuazione di relative misure.
•
Analisi delle norme e delle leggi sul commercio estero dei paesi importatori per tenere informate le aziende
socie sulle norme di arbitrato internazionali.
•
Cooperazione con altri enti ritenuti essenziali per il raggiungimento degli obiettivi dell’associazione.
•
Partecipazione all’organizzazione di conferenze e seminari, fiere nazionali e internazionali, mostre e convegni, attività di promozione per massimizzare le capacità di esportazione delle aziende socie.
•
ORNAMENTAL STONES IN THE REPUBLIC OF CROATIA
Dimension stone has been exploited on the territory of Republic Croatia, with occasional interruptions, for more than
two millenniums. In a number of localities in Croatia there are existing old monumental building objects and archeological finds which shows an advanced technique of building with dimension stone in ancient times.
The residues of the walls of the Greek town Pharos on the island of Hvar (3rd cent. B.C.), monumental Roman arena in
the city of Pula (built by the end of the 1st cent. A.C.), the forum in Zadar, the palace of the Emperor Diocletian in Split
(built about 300 years A.C.) and the ruins of the city of Salona (destroyed by the beginning of the 7th cent. A.C.), on the
grounds of which the today’s city of Solin grew up, date from that period.
All the mentioned buildings show that dimension stone was considerably used in construction during ancient time.
These buildings had been constructed from big treated blocks of autochtonus dimension stone.
In vicinity of Pula there is an active Roman quarry, known under the name “Vinkuran”, i.e. “Cava Romana”. The city
of Pharos had been built with the stone from the quarry on the island of Hvar which is known even today as the “Cava
Greca”. The palace of the Emperor Diocletian was built with the stone from the quarry on the island of Brač, situated
near the village Krip (Split port). There we can see a bas-relief, carved in the rock, presenting a Roman foreman controlling the work in the quarry. The city of Salona was built with the stone from the quarry, still today active, “Seget”
near Trogir.
In the early Middle Ages, stone works came into stagnation and lost their importance owing to the destruction of the
Roman Empire and the Great migration of nations. Only after Middle Ages states and cities had been formed, a number of cities were built, mainly in the stone, along the Adriatic coast, from Dubrovnik to Poreč, with monumental sacred
objects, like the Cathedrals of Trogir, Šibenik, Zadar and Poreč. In the same way the city stone walls and fortifications
were built, from Dubrovnik to the city of Ston and Korčula. Till then deserted Greek and Roman quarries had been again
activated. Already in those times, the stone from Dalmatia and Istria was exported to Italy. For the erection of Venice a
great deal of stone from Istria was used.
In recent times, dimension stone loses ever more its importance as construction material in building (due to discovery
of cement and concrete) and it becomes more used as building material for protection and reveting.
In 1991, after it became independent, Republic Croatia brought the Law on mining compatible with the European
mining legislative. It enables a greater investment liberty and opening of new quarries of dimension stone.
Till 1991 only six enterprises carried exploitation of dimension stone, and today, by the beginning of 2003, there are 30
mining companies and artisans that exploit dimension stone on the territory of Croatia. Though all the mineral raw
145
materials in Croatia are owned by the state, according to the regulations of the Law on mining, it is made possible to
get the mining concession for researching and exploitation. According to the regulations of the same Law, it is possible that citizens of Republic Croatia and the foreigners may exploit dimension stone. One of the conditions is to form
a trade company or a branch office in the Republic Croatia, registered for performing of exploitation of dimension
stone.
For the exploitation of dimension stone the concession may be obtained for the period of 40 years maximally (with possibility of prolongation). The compensation for exploitation is being paid to Republic Croatia in the amount of 2.6% of
the value of excavated blocks of all the categories. The tax on profit is being paid in the amount of 20%. There are some
tax exemptions for the reinvested means.
Though the sites of dimension stone in Croatia are located in wider coastal and island territory of the Adriatic sea, from
the north-west to the downright of the south of Croatia, one may say that the production of this stone is concentrated in
Istria and on the island of Brač.
Dimension stone appears in the form of sediment rocks built up from limestone and dolomite limestone, mainly from
the period of Jurassic and Cretaceous formation and less from Paleogenic age. In Croatia there is no eruptive or metamorphic dimension stone, or it is found in minor unexploitable quantities.
After research carried out so far in Croatia, by the date of December 31, 2002, it is stated that exploitation reserves of
the dimension stone amount to 8,800,000 m3, on about a hundred deposits, which in relation to December 31, 1998,
makes an increase of 30%.
It should be noted that, notwithstanding of long time exploitation of dimension stone, Republic Croatia is not sufficiently explored, in mining-geological sense, and there is a possibility of defining new exploitable deposits of this stone.
I do consider that it’s realistic to expect that by additional works the mentioned reserves would be manyfold enlarged.
Dimension stone usually appears in lighter colours, and coloured stone is found in less quantities. Exploitation of
dimension stone is performed on surface mining, while pit-gallery exploitation is being only experimentally carried out
in only one mining object in Istria.
Unfortunately, recently, there appear certain difficulties at the moment of opening new quarries. In the space plans of
the local self-governments, potential localities for researching and exploitation of dimension stone, are ever more assigned and reserved for tourism or some other activity. Exploitation of dimension stone is reluctantly accepted because
it is considered, unjustifiably, that this activity unfavourably effects the environment. Notwithstanding mentioned difficulties, the production of dimension stone is increasing every year.
Annual production of blocks in all categories of dimension stone in Croatia in the last five years ranged in amounts as
it is shown in the Table:
Year
Production, m3
1998
47.000
1999
52.000
2000
56.000
2001
59.000
2002
62.000
Annual production shown in this Table has been realized through two big trade companies which realize 70% of the
total production of dimension stone in Croatia, and about thirty trade companies and artisans that produce the other 30%
of the total production.
Out of the total annual production of dimension stone, about 40% is being exported in the shape of blocks; especially
the 1st and the 2nd categories; the rest is being processed in the saw-mills in Croatia. Thus, there exists a long time tradition of exporting blocks of dimension stone to Italy from Istria and the island of Brač (Istrian yellow and white stone,
“veselje” and “sivac”)
Increased production and the appearance of new mining economy subjects which are engaged in the exploitation and
processing of dimension stone, require ever more greater number of educated and specialized workers. Though at the
Faculty of mining, geology and petroleum engineering in Zagreb, future engineers of mining and geology are being
educated, and in the village Pučišćee, on the island of Brač, the stone cutters and carvers are educated, we have deficit
of expert workers in the research, exploitation and processing of dimension stone.
The basic equipment and devices for the exploitation of dimension stone consists of diamond wire saws, chain cutters,
air and water cushins and loading and dredgers.
Therefore, it might be said that the exploitation of dimension stone in Croatia follows world achievements as with
regard to the equipment and devices so as well to the methods and ways of exploitation.
About 60% of the national dimension stone and a certain quantity of imported eruptive and metamorphic dimension
146
stone is being processed inside three big and two medium complex processing plants, and in about fifteen plants for
special and complex cutting works and in some scores of smaller artisan workshops which mainly are concerned in
decorative and grave architecture.
My opinion is that for further development of the dimension stone industry in Croatia it would be of great usefulness
if the Italian stone producers, besides buying the blocks, were more present through joint investments both in researches and exploitation and processing of dimension stone. Italian producers of the equipment for exploitation and processing of dimension stone should find out some additional possibilities, thus enabling Croatian mining economy
subjects to acquire more easily specialized equipment, machines and spare parts for the production and processing of
dimension stone, as this equipment is mostly produced in Italy.
EGYPTIAN ORNAMENTAL STONES
Ancient Egyptians knew the value of the stones surrounding them & built their civilization on, from the Slate palette
of Narmer (3000 B.C.), to the red Aswan granite, which has been used in the great pyramid of Khufu (Cheops) in Giza.
Percy Bysshe Shelley (1792-1822) said:
“… I met a Traveler from an antique land, who said: “Two vast and trunk less legs of stone stand in the desert. Near
them, on the sand, half sunk, a shattered visage lies, whose frown, and wrinkled lip, and sneer of cold command, tell
that its sculptor well those passions read, which yet survive, stamped on these lifeless things, the hand that mocked them
and the heart that fed: and on the pedestal these words appear: “My name is OZYMANDIAS, KING OF KINGS”.
This was Ramses II in pink granite.
Black Aswan granite (Nero Aswan) is the most ancient quarry in the world still working up till now
The imperial porphyry, is the material which your ancestors, the Romans, extracted from very difficult quarries to reach.
You can see it in the four Angels statues in the Cathedral of Saint Mark, which is located in Venice.
I hope that we can cooperate with their grand sons and with their modern technology, to extract, and make marketing
and so on.
In the annexed CD you will find the classification of our granite according to the color and some rare kinds, together
with some different kinds of our marbles.
Production
The estimated number of the working companies in marble and granite in Egypt (Chamber’s estimation) is about 500
companies working in, cutting blocks, slabs and polishing (many of them have their own quarries); they are distributed
as follows:
N.
1
2
3
4
5
6
7
Governorate or city
Alexandria
Damitta
10th of Ramadan city
6th October city
Aswan city
Shak El-thoban area
Others
Total
N. of companies
10
6
8
12
3
300
150
~500
In the area of Shak El-thobal (Qutamia) there are about 1500 small workshops. The capital invested in this industry is
about:
500 (company) x 107 = 5000,000,000 LE
~ 833,333,333 US$
In the CD slides you can see the already existing companies and workshops hatched (about 700 Acers) and the newly
planed area by the Government (500 Acers) (Acer = 4200 m2).
147
The number of the marble quarries is about 400 quarry, extracts 10 m3 approximately/day, this gives about 1000,000 m3
per year (Chamber’s estimates).
The number of the granite quarries is about 100 quarry, extracts 200,000 m3/year.
The following charts indicate the main countries importing Egyptian marble blocks during the year 2002 (Marble
blocks H.S. 2,515,110,000 ) and the main countries importing Egyptian marble slabs and tiles during the year 2002.
ORNAMENTAL STONE INDUSTRY IN IRAN
Our ancient country, Iran, enjoys not only the remarkable reserves of Oil, Gas and different minerals but also the tremendous deposits of dimensional stones, some unique in the world.
The application of Stone in Iranian architecture has a 3000 year old history and the existence of historical monuments
such as Persepolis, Bistoon and Naqsh-e Rustam with their marvelous gates, pillars and stairways are the astonishing
examples of stone application in the ancient times.
At the present time the average amount of 9 million metric tons is being extracted annually from more than 500 active
quarries which resources are unbelievable in rarity and unimaginable in variety.
On the other hand there are about 5000 plants engaged in processing stone and producing slabs, tiles, … Although there
are still factories lacking modern machinery but stone processing made remarkable improvement in 1990’s through
application of modern technology.
The establishment of modern stone processing plants especially next to quarries holding the biggest deposits (such as
Neyriz and Azarshahr) is one of the effective actions taken during these years.
The total production capacity of stone plants is about 52 million square meters which is basically used to satisfy domestic demands. But application of modern technology has resulted in production of standard slabs and tiles which are
presented to the international markets.
148
It should be denoted that the replacement of outdated and worn out machinery is now regarded as one of the main policies adopted to improve Iranian Stone Industry.
Dimensional stones of Iran
Travertine: Travertine, a sedimentary stone, has huge reserves in Iran. Iranian Travertine with its unique texture and
attractive color & design is in great demand in the advanced markets of Europe and U.S.A.
Regarding some rare types of Iranian Travertine the best example is Azarshahr Travertine appearing in red, light yellow and light brown that is known as a luxurious expensive stone. Also the white and Beige Travertine from quarries
in Mahallat (central part of Iran) are among the best choices for dimensional stone exportation.
Marble: In terms of resources and diversity of design, color and texture Iranian marble is a privilege to exportation of
our Dimensional Stones.
Some Iranian exclusive marbles such as Dehbid Beige and Bajestan Rose are unique in terms of firmness, Processing
flexibilities and elegance of color and pattern.
Onyx Marble: Ranging from green to yellow and white, Onyx Marble has remarkable resources in different parts of
Iran. The diversity of Onyx Marble colors has made it as a profiting and unrivaled business in international markets.
Granite: Iran is traditionally known for its Marble and Travertine particularly diverse Onyx Marbles, but in the past ten
years the tremendous resources of high quality Granites have been discovered and exploited.
Because of its hardness and durability, Granite is mainly used in exterior spaces. Iranian Granites appear in variety of
colors such as red, black, dark green, white and pink with large and small granulation.
Level of production in Quarries (Metric ton)
Year
Marble
Travertine
Onyx
1999
6,821,439
431,811
76,363
2000
7,038,520
574,304
69,018
2001
8,169,419
678,344
62,346
2002*
* The exact level of production in 2002 has not completely reported yet.
Granite
189,331
246,545
400,848
Total
7,518,944
7,928,387
9,310,957
Developments and progresses
In recent years, the Iranian Stone Industry has remarkably developed in different aspects.
Quarries
The application of explosives was definitely prohibited and banned in quarries.
New extraction plans have been provided based on the modern techniques.
Quarries have been equipped with modern machinery and equipments.
Special courses have been organized for those engaged in quarrying activities in Iran and other countries with the purpose of introducing modern extraction techniques.
It should be denoted that the cooperation of Italian companies has been really valuable and different groups of Iranian
managers and technicians have been dispatched to quarries of Carrara so far.
Number of active quarries
Year
Marble
1999
306
2000
319
2001
334
2002
336
Travertine
49
70
61
79
Onyx
31
35
36
36
Granite
85
106
130
137
Total
471
530
561
588
Stone Processing Plants
The stone processing industry in Iran has improved due to the establishment of some modern plants utilizing the most
modern technology and machinery mostly from Italy.
There has also been enormous efforts to encourage investments for replacement of the outdated and worn out machinery and production lines by some modern ones.
149
Number of employments
As mentioned before, there are more than 500 active quarries in Iran which employees are estimated more than 12,000.
Presently the number of stone processing plans has risen up to about 5000 where 75,000 are working.
In addition to quarries and factories there are many companies engaged in domestic and foreign trade, also manufacturing machinery and equipments for stone industry. Therefore the total number of employments in Iranian Stone Industry
can be estimated to 90,000 which shows the extension of our stone industry and reveals its significant role in our economy.
Number of employments in quarries
Year
Marble
Travertine
1999
6921
636
2000
7093
985
2001
7647
877
2002
7796
1071
Onyx
371
493
564
600
Granite
1068
1317
1770
2088
Total
8996
9888
10,858
11,555
Domestic market
There is a very demanding domestic market for dimensional stones in Iran. Inspired from ancient stone art traditions,
Iranian architects try to combine tradition, innovation and modernity with the most application of natural stone.
Natural stone, in different colors and types, is widely used in the façade of buildings, exterior spaces, covering and
stairways. The application of stone in the domestic construction projects is so excessive that the great percentage of produced stone is used to satisfy domestic demands.
Potential investments
There is a groundwork for potential investments in both quarries and processing sectors of Iranian Stone Industry.
Considering the total number of quarries(about 500) and stone processing plants (about 5000) the amount of potential
investment is estimated about 2,300,000,000 $.
Short term prospects
The amount of production from quarries has been continually increased during the last decade. This attitude will be
definitely adopted for the next years.
Along with the considerable growth in quality and quantity of quarries’ productions, it seems necessary to establish the
modern processing plants or to modernize the old ones. It can be expected that each year about 100 stone factories plan
to modernize their factories. In this case, approximately the amount of 200,000,000 $ should be allocated for this process that is %9-10 of potential investment.
Founded in September 2000, Stone Association of Iran, enjoys the support of many accredited companies and individuals involved in quarrying, processing and exportation of Dimensional Stones. The Association tries to encourage
export - oriented approaches in all sectors of stone industry.
Cooperation with foreign companies and professionals
Iranian Stone Industry declares its readiness for foreign investments as well as technical collaboration at the international level. In this regard a Memorandum of Understanding has been signed between Iranian small scale industries
organization (Ministry of Industries and Mines) and Internanazionale Marmi e Macchine Carrara S.P.A (IMM) that
includes different items such as organization of technical courses and seminars, establishment of a training center for
Iranian managers and workers, encouraging the Italian companies to create Joint-venture with Iranian companies and
…
ORNAMENTAL STONES IN TURKEY
Turkey has been one of the oldest marble producers in the world with its 4000 years background in marble production starting on the Marmara Island. Having a considerable and quite divers mineral base, Turkey also has one of the world’s largest natural stone reserves, which are considered to be excellent quality wise due to great variety of colours and textures.
Reserves are 1,6 billion tons proven, 4,2 billion tons probable and 8,1 billion tons potential. There are extensive marble
150
deposits in these reserves moreover, granites, which demonstrate an important potential, are also available in Turkey.
Turkey’s annual natural stone production reached about 4,2 million tons in 2002 and the capacity of the plants to produce finished products is around 34,5 million square meters of slabs and tiles in total. With the introduction of modern
fabricating equipment and methods, production increases have been realized mostly in processed marble.
Marble is extracted from big and small quarries estimated to number around 5000 around 750-1000 factories that can
handle the entire marble processing treatment. About 90 percent of the Country’s quarries are located in western Turkey;
mainly in Marmara Island, in the Aegean region and in the province of Afyon.
Turkey’s marble and stone sector which has shown significant developments for the last decade, plays and important
role in Turkey’s economy and exports. Nearly 40 million US Dollars of marble and stone exports in 1990 increased to
188,7 million US Dollars in 2000 and finally realized 303 million US Dollars in 2002. Approximately 250 types of marble are extracted from Turkey’s subsoil and over 100 different varieties are exported.
Of Turkey total stone export 50,57% is marble, 40,97% is travertine 8,46% is granite and other hard stones. The marble and travertine exports reached to 277,3 million US Dollars in 2002 and the volume of exported marble were realized in processed marble which have the 67,4% share in overall marble export. The value of exported raw marble (Block
and Slab) was 49,95 million Dollars while it was 103,25 million Dollars for processed marble. USA was the biggest
export market of Turkey with 90,17 million US Dollars, Aegean free zone was second with 25,85 million US Dollars
and Saudi Arabia was the third with 17,21 million US Dollars in processed marble and travertine. On the other hand,
Turkey’s granite and other similar stone exports were realized 25,64 million US Dollars in 2002, so, total marble and
other stone exports is about 303 Million US Dollars.
In recent years the advancement of marble processing technology has resulted in a improvement in end products quality.
Processing time and mistakes have been minimized as a result of the processing value chain becoming more integrated and
efficient. But despite such technological improvements, Turkey has not realized yet its potential capacity in 2002.
The major markets for overall stones (marble, granite and other stones) are Europe primarily; Aegean Free Zone, Spain,
Italy, Germany, Greece, England and Netherlands, The Middle East; Israel, Saudi Arabia and Syria, The Far East;
China, Taiwan Hong Kong, Singapore and finally USA.
Turkey’s marble industry promises profitable future for both foreign and domestic investors due to the very rich resources in terms of variety and quantity. Its importance will continue in the international markets by extending the cooperative relations with foreign countries in both technological field and trade.
In Conclusion Turkey continues taking steps to eliminate technological and infrastructural shortcomings in the stone
sector. We believe that in the future as a result of these developments Turkish marble Industry will gain the place it
deserves.
Istanbul Mineral and Metals Exporters’ Association consists of four Associations which are named as:
•
Istanbul Mineral Expoters’ Association (which was established in 1976 and now has 1000 members);
•
Istanbul Ferrous and Non-Ferrous Metals Exporters’ Association (which was established in 1986 and now
has 4800 members);
•
Istanbul Chemicals and Chemical Products Exporters’ Association (which was established in 1991 and now
has 4600 members).
Istanbul Electrical-Electronic and Machinery Products Exporters’ Association (which was established in 1991 and now
has 5800 members).
Istanbul Mineral and Metals Exporters’ Association carries out an outstanding role by representing approximately
21,000 member companies. The aim of our Association is to make activities and studies that will improve the trade relations almost with all of the countries. In that frame the function and objectives of our Association are as follows:
•
studying and making suggestions on the production and export potential capacities of the items which are
related to the Association’s activity field, with respect to foreign demand,
•
following-up the recent regulations and practices regarding export, purchasing and packaging so as to keep
member firms informed,
•
solving problems and difficulties arising from the legal transactions that the member firms meet,
•
organizing, supervising exportation activities of member firms and taking the necessary precautions on these
activities,
•
examining foreign trade regulations and laws of importer countries so as to keep the member firms informed about the international rules of arbitration,
•
cooperating with other organizations which are believed to be beneficiary and essential in achieving
Association’s objectives,
151
•
being involved in the preparation of conferences and courses, organization of international and domestic
fairs, exhibitions and conferences, promotional activities to maximize the export capacity of members.
LA PIEDRA ORNAMENTAL EN CROACIA
La piedra dimensional ha sido explotada en el territorio de la Republica de Croacia, con ocasionales interrupciones,
durante más de dos milenios. En varias localidades de Croacia existen construcciones monumentales, objetos y ruinas
arqueológicas que testimonian las técnicas avanzadas de construcción que ya se practicaban en la antigüedad con el
empleo de piedra dimensional.
Ejemplos son lo que queda de las murallas de la ciudad griega Pharos, en la isla de Hvar (tercer siglo a. de C.), la arena
monumental romana en la ciudad de Pula (construida a finales del primer siglo d. de C.), el foro en Zarar, el palacio del
emperador Diocleciano en Split (construido unos 300 años d. de C. sobre las tierras donde después fue fundada la ciudad de Solin).
Todas las construcciones mencionadas muestran el uso relevante de piedra dimensional en las construcciones de la
antigüedad. Estos edificios monumentales se construyeron desde enormes bloques tratados de piedra dimensional local.
En las cercanías de Pula hay una cantera romana aún activa, conocida con el nombre de “Vinkuran”, o sea “Cantera
Romana”. La ciudad de Pharos fue construida con piedra procedente de la cantera de la isla de Hvar, aún hoy conocida con el nombre de “Cantera Griega”. El palacio del emperador Diocleciano se construyó con piedra procedente de la
cantera de la isla de Brač, situada cerca del pueblo de Krip. Allí se puede admirar un bajorrelieve esculpido en la roca,
que representa un capataz romano que controla el trabajo en la cantera. La ciudad de Salona se construyo con la piedra
de la cantera “Seget”, cerca de Trogir, todavía activa en la actualidad.
En la primera Edad Media, la explotación de la piedra tuvo un estancamiento y perdió mucha de su importancia, a causa
de la destrucción del Imperio Romano y la gran migración entre naciones. Sólo después de la Edad Media, durante la
formación de estados y ciudades, se empleó la piedra masivamente como podemos ver a lo largo de la costa Adriática,
desde Dubrovnik a Poreč, con objetos monumentales sagrados como las catedrales de Trogir, Šibenik, Zadar y Poreč.
Pero las murallas de la ciudad y las fortificaciones se construyeron de la misma manera desde Dubrovnik hasta las ciudades de Ston y Korčula. En ese periodo fueron reactivadas las canteras griegas y romanas que habían sido abandonadas. Ya en aquellos tiempos, se exportaba a Italia piedra de Dalmacia y de Istria. Para la construcción de Venecia se utilizaron grandes cantidades de piedra de Istria.
En tiempos más recientes, la piedra dimensional ha perdido todavía más importancia como material de construcción,
debido al descubrimiento de cementos y hormigones, y su uso se ha reducido al de material de protección y de acabado.
En el 1991, después de ganar su independencia, la Republica de Croacia aprobó leyes sobre la extracción compatibles
con la legislación europea en la misma materia. Esto permite una mayor agilidad de inversión así como la apertura de
nuevas canteras de piedra dimensional.
Hasta el 1991 sólo 6 empresas trabajaban en la explotación de piedra dimensional, mientras hoy, a principios del 2003,
ya hay 30 entre empresas y artesanos que trabajan en este sector en el territorio de Croacia. A pesar de que todos los
minerales en bruto en Croacia sean de propiedad del estado, según la ley sobre la excavación es posible obtener concesiones para la investigación y la explotación minera. La misma ley determina que los ciudadanos croatas y extranjeros tienen derecho a la explotación de la piedra dimensional. Una de las condiciones es la inscripción de una empresa
comercial o de una sucursal en el territorio de la República de Croacia, y que esa empresa sea registrada para desarrollar la actividad de explotación de la piedra dimensional.
Las concesiones se pueden obtener por un periodo máximo de 40 años, con posibilidades de renovación. La indemnización para la explotación de la piedra corresponde al 2,6% del valor de los bloques excavados, de todas las categorías,
y es pagable directamente al gobierno de la República. Los impuestos pagables sobre las ganancias corresponden al
20% de las mismas, con algunas excepciones para capitales re-invertidos.
Aunque bastantes zonas de excavación de piedra dimensional estén distribuidas a lo largo de una amplia área costera e
isleña del Adriático, desde el nordeste hasta el sur de Croacia, se puede afirmar que la producción de piedra está principalmente concentrada en Istria y en la isla de Brač.
La piedra dimensional se presenta como roca sedimentaria formada de material calcáreo, caliza y dolomita, en su
mayoría procedente del periodo de formación Jurásico y Cretáceo, y en parte de la edad Paleogénica. En Croacia no
hay piedra dimensional eruptiva o metamórfica, o por lo menos la hay en cantidades muy pequeñas.
152
Según las investigaciones llevadas a cabo hasta ahora en Croacia, se calcula que hasta diciembre del 2002 la explotación de lo depósitos de piedra dimensional equivale a 8.800.000 m3 en unos 100 depósitos, lo cual, en comparación con
el 31 diciembre del 1998 indica un incremento del 30%.
Es de notar que, a pesar de que la explotación de piedra dimensional se practique desde hace mucho tiempo, la
República de Croacia no está suficientemente explorada (en el ámbito de la geología y de la excavación) y hay posibilidades para la definición de nuevos depósitos explotables de esa piedra. Es razonable suponer que con obras adicionales los depósitos mencionados se ampliarían substancialmente.
La piedra dimensional croata normalmente se presenta en tonalidades claras, con cantidades menores disponibles en
colores más obscuros. La explotación de la piedra dimensional se realiza en canteras “a cielo abierto”, mientras la
explotación subterránea se encuentra en una fase experimental, bajo realización en una sola cantera de Istria.
Desafortunadamente hay factores que complican, de momento, la apertura de nuevas canteras. En los planos de las autoridades gubernativas regionales, varias localidades interesantes para potencial investigación y explotación se van asignando y reservando al turismo o a otras actividades. La explotación de piedra dimensional se acepta con reluctancia
porque es considerada, sin justificación, una actividad que afecta negativamente al medio ambiente. A pesar de esas
dificultades, la producción de piedra dimensional registra un aumento anual.
La producción anual de bloques en todas las categorías de piedra dimensional en Croacia en los últimos cinco años se
refleja en los valores de la tabla siguiente.
Año
Producción, m3
1998
47.000
1999
52.000
2000
56.000
2001
59.000
2002
62.000
La producción anual indicada en esta tabla ha sido obtenida por dos grandes empresas comerciales que realizan el 70%
de la producción total de piedra dimensional en Croacia, y por unas 30 empresas más pequeñas y artesanos que producen el restante 30% del total.
El 40% de la producción anual se exporta en bloques, y en su mayoría se trata de material de la primera y de la segunda categoría. El resto se elabora en los talleres croatas. Hay, pues, una larga historia de exportaciones a Italia de bloques de Istria y de la isla de Bra_ (piedras blancas y amarillas llamadas “veselje” y “sivac”).
El aumento de producción y la aparición de una nueva economía minera, cuyos protagonistas están ocupados en la
explotación y elaboración de la piedra, requiere pues más personal especializado e instruido. En la Facultad de minería,
geología e ingeniería del petróleo de la Universidad de Zagreb, se están educando los futuros ingenieros en geología y
minería, y en el pueblo de Pučišćee, en la isla de Brač, se van formando cortadores y entalladores. Sin embargo, todavía
hay carencia de expertos en la elaboración de la piedra dimensional.
El equipo base para la explotación de la piedra dimensional consiste en sierras de hilo diamantado, cortadoras de cadena, colchones (hidráulicos y de aire) y dragas. La explotación de piedra dimensional en Croacia sigue pues los logros
tecnológicos a nivel mundial, además de las formas y los métodos de explotación.
Un 60% de la piedra dimensional nacional, junto a una cierta cantidad de piedra dimensional eruptiva y metamórfica
importada, se elabora dentro de los establecimientos de elaboración: tres de ellos son de grandes dimensiones, dos
medianos y unos quince están dedicados a cortes complejos y especiales. También hay algunas realidades productivas
artesanales que se ocupan principalmente de arquitectura decorativa y funeraria.
Estamos convencidos de que sería de gran ayuda para un ulterior desarrollo de la industria de la piedra dimensional Croata,
si los productores de piedra italianos, además de comprar bloques, hicieran más acto de presencia a través de inversiones
conjuntas en la investigación y en la elaboración de la piedra dimensional en éste país. Los productores italianos de maquinarias para la explotación y la elaboración de la piedra deberían de considerar más posibilidades que permitan a los órganos de la economía minera croata adquirir con más facilidad equipos especializados, máquinas y repuestos para la producción y la elaboración de piedra dimensional, puesto que tales equipos se producen principalmente en Italia.
LA PIEDRA ORNAMENTAL DE EGIPTO
Los Egipcios han conocido y apreciado la piedra a su alrededor desde la antigüedad y sobre ella han basado su civilización,
de la Paleta de Narmer (3000 a. d. C.) hasta el Granito rojo de Aswan, utilizado para la gran pirámide de Khufu (Keops), en
Giza.
153
Percy Bysshe Shelley (1792-1822) escribió: “... Me encontré con un viajero de un antiguo país, que dijo: Dos grandes
piernas de piedra sin tronco están en el desierto... junto a ellas en la arena, medio hundido yace un rostro roto, cuyo
ceño y su fruncido labio y su fría expresión revelan que su escultor entendió bien las pasiones que aun perviven grabadas en la piedra muerta. La mano que las desafió y el corazón que alimentaron y en el pedestal se leen estas palabras:
Mi nombre es OZYMANDIAS, REY DE REYES …”
Ese era Ramsés II en granito rosa.
La cantera de granito negro de Aswan es la más antigua cantera al mundo, y sigue estando activa en la actualidad.
Conocida en la antigüedad como Pórfido Imperial, esa piedra era extraída por los romanos de canteras de muy difícil
acceso.
Un ejemplo viviente de su belleza son las cuatro estatuas de ángeles en la Catedral de S. Marco en Venecia.
Nuestra industria espera poder cooperar con los nietos de los Romanos, los italianos, con su tecnología moderna y sus
habilidades para extraer, comerciar y trabajar la piedra.
En el CD aquí anexo se encuentran: clasificación de nuestros granitos por color, algunas calidades singulares y raras,
algunas variedades de nuestro mármol.
Producción
Se estima que el número de empresas que se ocupan de mármol y granito en Egipto sea de unas 500, desempeñando
actividades de corte de bloques y tablas y de pulido. Muchas de ellas tienen canteras de propiedad. La distribución es
como sigue:
N..
1
2
3
4
5
6
7
Provincia o ciudad
Alexandria
Damitta
Ciudad 10 de Ramadán
Ciudad 6 de octubre
Aswan city
Área Shak El-thoban
Otras
Total
N. de empresas
10
6
8
12
3
300
150
~500
En el área de Shak El-thoban (Khatamia) hay también unos 1.500 pequeños talleres. El capital invertido en esa industria es aproximadamente:
500 (empresas) x 107 = 5000.000.000 LE
~ 833.333.333 US$
En el CD aquí anexo se encuentran las empresas y talleres ya existentes o en preparación (unos 700 acres), y la nueva
zona programada por el Gobierno (500 acres) (1 acre = 4200 m2).
Hay unas 400 canteras de mármol de donde se extraen aproximadamente unos 10 m3 al día, con un total de unos
1000.000 m3 al año.
Las canteras de granito son aproximadamente 100, y extraen unos 200.000 m3 al año.
154
En la tablas a continuación se indican los países principales que han importado bloques de mármol de Egipto durante
el año 2002 y los países principales que han importado tablas y baldosas de mármol de Egipto durante el año 2002.
EL SECTOR DE LA PIEDRA ORNAMENTAL EN IRÁN
Este viejo país, Irán, además de tener extraordinarias reservas de petróleo, gas y otros minerales, también cuenta con
enormes depósitos de piedra dimensional, algunos de los cuales son únicos en el mundo.
La aplicación de la piedra en la arquitectura iraní tiene una historia de 3000 años, cómo podemos observar en los históricos monumentos de Persépolis Persepolis, Bistoon y Naqsh-e Rustam, con sus maravillosos pórticos, columnas y
escalinatas, ejemplos prodigiosos de utilización de la piedra en la antigüedad.
Actualmente se extraen unos 9 millones de toneladas métricas por año de más de 500 canteras activas, cuyos productos destacan por su singularidad y variedad.
También hay unos 5000 talleres ocupados en la elaboración de piedras y en la producción de tableros y baldosas.
Aunque todavía haya muchos establecimientos faltos de maquinaria actualizada, la elaboración de la piedra mejoró
mucho en los años 90, gracias a la aplicación de tecnologías modernas.
La introducción de talleres modernos para la elaboración de la piedra en las inmediaciones de las canteras que contienen los depósitos mayores (por ejemplo las de Neyriz y Azarshahr) es una de las medidas más eficaces que se han puesto en práctica en los últimos años.
Los 52 millones de metros cuadrados que se producen suelen ser absorbidos en su casi totalidad por la demanda interior, pero la aplicación de tecnologías modernas incluyendo la renovación de maquinaria ha hecho posible que los tableros y baldosas se introdujeran en el mercado internacional.
La substitución de maquinaria anticuada o desgastada es considerada una de las operaciones más importantes realizadas para el desarrollo de la industria de la piedra iraní.
La piedra dimensional de Irán
Travertino. En Irán existen enormes yacimientos de aquella roca sedimentaria conocida con el nombre de travertino. El
travertino iraní, con su textura única, su color y sus detalles atractivos, es objeto de gran demanda en los mercados evolucionados de Europa y Estados Unidos.
Entre los tipos característicos de travertinos iraníes, el más sobresaliente es el Azarshahr Travertine, que se presenta en
rojo, amarillo y marrón claros, y es famoso por ser una piedra lujosa y preciada. También los travertinos blancos y avellana de las canteras de Mahallat (en la zona central de Irán) son calidades escogidas para la exportación de piedra
dimensional.
Mármol. En asunto de profusión, variedad de diseño y textura, el mármol iraní representa una singularidad para la
exportación de piedra dimensional de este país.
Algunos mármoles exclusivos iraníes como el Dehbid Beige y el Bajestan Rose son únicos en términos de firmeza,
flexibilidad de elaboración, elegancia de colores y motivos.
Ónice. El ónice iraní, en colores como verde, amarillo y blanco, cuenta con existencias bien conocidas en varias partes
155
de Irán. La variedad de colores del ónice iraní ha permitido crear un mercado exclusivo y provechoso para esta piedra.
Granito. Irán es conocido tradicionalmente por sus mármoles y travertinos, y en particular por su variedad de ónices.
Sin embargo, en los últimos diez años, han sido descubiertos y aprovechados formidables yacimientos de granito de
alta calidad.
La dureza y resistencia de este material permite su utilización mayormente en espacios exteriores. Los granitos iraníes
se presentan en una variedad de colores tales como el rojo, negro, verde oscuro, blanco y rosa, con granulaciones finas
y gruesas.
Nivel de producción de las canteras (toneladas métricas)
Año
Mármol
Travertino
Ónice
Granito
1999
6.821.439
431.811
76.363
189.331
2000
7.038.520
574.304
69.018
246.545
2001
8.169.419
678.344
62.346
400.848
2002*
* El proceso de verificación de los datos del 2002 no se ha completado antes de esta publicación.
Total
7.518.944
7.928.387
9.310.957
Desarrollos y progresos
En los últimos años se han ido desarrollando marcadamente varios aspectos de la industria de la piedra iraní.
Canteras
El empleo de explosivos ha sido definitivamente prohibido y eliminado de las canteras.
Nuevos planes de extracción han sido realizados sobre la base de técnicas modernas.
Las canteras han sido aprovisionadas con maquinaria y equipos modernos.
Cursos especializados han sido organizados para el personal ocupado en actividades de extracción en Irán y en otros
países con el objeto de introducir las técnicas modernas de extracción.
Es de notar que la cooperación de las empresas italianas ha sido realmente valiosa, y que varios grupos de encargados
y de técnicos han sido enviados a las canteras de Carrara.
Numero de canteras activas
Año
Mármol
1999
306
2000
319
2001
334
2002
336
Travertino
49
70
61
79
Ónice
31
35
36
36
Granito
85
106
130
137
Total
471
530
561
588
Talleres para la elaboración de la piedra
La industria de la elaboración de la piedra en Irán ha mejorado mucho, después del establecimiento de algunos talleres
que utilizan las tecnologías y la maquinaria más modernas, procedentes principalmente de Italia.
También se han hecho grandes esfuerzos para apoyar inversiones destinadas a la substitución de maquinaria desgastada y de cadenas de producción anticuadas.
Incidencia laboral
Como ya se ha expuesto con anterioridad, hay más de 500 canteras activas en Irán, con cerca de 12,000 trabajadores.
Y con el aumento experimentado en los talleres de elaboración las cifras nos dan casi 5000, con unos 75,000 empleados.
Además de las canteras y de los talleres, hay también muchas empresas ocupadas en el comercio domestico y exterior,
las cuales, entre otras cosas, producen maquinaria para la industria de la piedra. El número total de puestos de trabajo
en la industria de la piedra iraní, por lo tanto, se puede estimar en unos 90,000, lo cual demuestra la extensión del sector en este país, revelando un rol significativo en la economía nacional.
156
Número de puestos de trabajo en las canteras
Año
Mármol
Travertino
1999
6921
636
2000
7093
985
2001
7647
877
2002
7796
1071
Ónice
371
493
564
600
Granito
1068
1317
1770
2088
Total
8996
9888
10.858
11.555
El mercado doméstico
La demanda del mercado interno iraní absorbe un alto porcentaje de la producción total de la piedra dimensional.
Inspirados por antiguas tradiciones de artes de la piedra, los arquitectos iraníes tratan de combinar tradición, innovación y modernidad en las aplicaciones de la piedra natural.
Ésta, en diferentes colores y tipos, es utilizada ampliamente en las fachadas de edificios, en los espacios exteriores, en
pavimentaciones y en escaleras. Los proyectos nacionales de construcción también usan cantidades substanciales de
piedra contribuyendo en gran medida, junto con lo ya mencionado, a casi copar la producción total.
Perspectivas a corto plazo
Las cifras de producción de las canteras han venido aumentado en el curso de la ultima década. Se puede asumir que
esta tendencia se mantendrá en los próximos años.
Junto al crecimiento considerable en calidad y cantidad de la producción de las canteras, es necesario establecer nuevos talleres de elaboración modernos o seguir actualizando aquellos existentes. Se puede prever que cada año cerca de
100 talleres de piedra modernizarán sus equipos. Si esto es cierto, una cantidad aproximativa de 200.000.000 dólares
debería de ser destinada a éste proceso (9-10% de la inversión potencial total).
La Stone Association of Iran fundada en septiembre del 2000, recibe el apoyo de muchas empresas e individuos acreditados, relacionados con actividades de excavación, elaboración y exportación de piedra dimensional. La asociación
trata de estimular la exportación en todos los sectores de la industria de la piedra.
Cooperación con empresas y profesionales extranjeros
La industria de la piedra iraní ha manifestado estar ya preparada para la inversión de capitales extranjeros así como para
una colaboración técnica a nivel internacional. Con esos objetivos en mente ya se ha firmado un “Memorandum de
entendimiento” entre la organización que representa las pequeñas industrias iraníes (Ministerio de Industrias y Minas)
y la Internazionale Marmi e Macchine Carrara Spa (IMM). En el documento se tratan varios aspectos tales como la
organización de cursos y seminarios técnicos, la creación de un centro de instrucción para encargados y trabajadores
iraníes, estímulos a empresas italianas a formar “joint-ventures” con empresas iraníes, y más iniciativas …
EL SECTOR DE LA PIEDRA ORNAMENTAL EN TURQUÍA
Turquía es uno de los productores de mármol más antiguos del mundo ya que cuenta con una gran experiencia en la
producción de esa piedra, iniciada hace 4000 años en la isla de Mármara. Gracias a una base mineral considerable y
bastante variada, los depósitos de piedra natural de Turquía se clasifican entre los más grandes del mundo y poseen una
calidad excelente gracias a la gran variedad de colores y texturas. Las capacidades de los depósitos son de 1,6 billones
de toneladas demostradas, 4,2 billones posibles y 8,1 billones potenciales. A los extensos depósitos de mármol se suman
los de granito, que también representan un recurso muy importante para el país.
La producción anual de piedra natural en Turquía ha alcanzado 4,2 millones de toneladas en el 2002 y la capacidad de
los talleres de producir productos acabados es de 34,5 millones de metros cuadrados totales, entre tablas y baldosas.
Con la introducción de equipos de maquinaria y de métodos modernos, se han realizado aumentos de producción importantes, sobre todo en la elaboración del mármol.
El mármol se extrae de canteras de unas 5000 canteras de varias dimensiones, con unos 750-1000 talleres que se ocupan de la elaboración. Un 90% de las canteras del país se encuentran en la parte oeste de Turquía, principalmente en la
isla de Mámara, en la región gea y en la provincia de Afyon.
El sector del mármol y de la piedra turco, que ha tenido un desarrollo significativo en la ultima década, juega un papel
157
muy importante en la economía y en las exportaciones turcas. Los casi 40 millones de dólares americanos en exportaciones de mármol y piedra del 1990 han alcanzado 188,7 millones de dólares en el 2000 y han llegado a 303 millones
en el 2002. Se extraen aproximadamente unos 250 tipos de mármol de los que unos 100 se exportan.
El 50,57% del total de las exportaciones totales turcas es mármol, el 40,97% es travertino y el 8,46 son granitos y otros
tipos de piedra dura. Las exportaciones de mármol y travertino han alcanzado 277,3 millones de dólares americanos en
el 2002 y el volumen de mármol exportado elaborado representa el 67% de las exportaciones totales. El valor del mármol exportado en bruto (bloques y tablas) fue de 49,95 millones de dólares y el del mármol elaborado de 103,25 millones. EE.UU. representa el mayor mercado de exportación turca, con 90,17 millones de dólares americanos, seguido
por la zona libre del Egeo con 25,85 millones y por Arabia Saudita con 17,21 millones entre mármol elaborado y travertino. El granito y las otras piedras parecidas, por otro lado, han permitido realizar exportaciones de 25,64 millones
de dólares americanos en el 2002, por lo tanto el total de las exportaciones entre mármol y otras piedras ha sido de 303
millones de dólares.
En años más recientes, los avances tecnológicos en la elaboración han resultado en una mejora en la calidad del producto final. El tiempo de elaboración y los errores se han reducido, como resultado de una cadena productiva que se va
volviendo siempre más integrada y eficiente. Pero a pesar de esas mejoras tecnológicas, Turquía no ha desarrollado
completamente su potencial productivo en el 2002.
Los mercados principales para la piedra en general (mármol granito y otras piedras) son Europa, seguida por la zona
libre del Egeo, España, Italia, Alemania, Grecia, Inglaterra, Holanda, Oriente Medio, Israel, Arabia Saudita, Siria,
Oriente Extremo, China, Taiwán, Hong Kong, Singapur y, también, Estados Unidos.
Gracias a la riqueza de recursos en términos de variedad y de cantidad, la industria de la piedra turca promete un futuro muy rentable tanto para los inversores del país como para los extranjeros. La importancia de esta industria continuará
creciendo en los mercados internacionales, ampliando las relaciones de cooperación con otros países en el ámbito tecnológico y empresarial.
En conclusión, Turquía continua dando pasos hacia la eliminación de los inconvenientes infraestructurales y tecnológicos en el sector de la piedra. Creemos que en el futuro, como resultado de estos procesos, la industria del mármol
turca ocupará el lugar que merece.
La Asociación de los Exportadores de Metales y Minerales de Istanbul está formada por las cuatro asociaciones siguientes:
•
Asociación de los Exportadores de Minerales de Istanbul (instituida en 1976, hoy cuenta con 1000 miembros).
•
Asociación de Exportadores de Materiales Ferrosos y no Ferrosos de Istanbul (instituida en 1986 con 4800
miembros).
•
Asociación de Exportadores de Productos Químicos de Istanbul (instituida en 1991 con 4600 miembros).
•
Asociación de Exportadores de Electrónica y Maquinaria de Istanbul (instituida en el 1991 con 5800 miembros).
La Asociación de Exportadores de Minerales y Metales de Instanbul juega un papel importante, representando unas
21.000 empresas. El objetivo de la Asociación es el de crear actividades y estudios que mejoren las relaciones comerciales entre todos los países. Dentrro de ese campo de acción, la función y los objetivos de nuestra asociación son los
siguientes:
•
Estudiar y formular sugerencias sobre el potencial de producción y de exportación de los materiales que
cxonstituyen la base de la actividad de la Asociación, con respecto a la demanda exterior.
•
Cumplir con las recientes normativas y prácticas con respecto a las exportaciones, a los embalajes y a las
compras, informando regularmente a los miembros asociados.
•
Resolver problemas y dificultades que sujan en las transacciones legales de los miembros.
•
Organizar y supervisar las actividades de exportación de los asociados tomando las precauciones necesarias
para esas actividades.
•
Examinar las normativas sobre el comercio internacional y las leyes de los países importadores y mantener
informados los miembros sobre las reglas internacionales de arbitración.
•
Cooperar con otras organizaciones cuando esta cooperación sea esencial y beneficiosa para conseguir los
objetivos de la Asociación.
•
Dedicarse a la preparación de conferencias y cursos, a la organización de ferias y exposiciones nacionales e
internacionales y a actividades de promoción para maximizar la capacidad de exportación de los miembros.
158
BREVE DIZIONARIO DEI TERMINI PIÙ USATI
BRIEF DICTIONARY OF MOST USED TERMS
BREVE GLOSARIO DE LAS PALABRAS MÁS USADAS
Marmo blocchi e lastre
Granito blocchi e lastre
Marmo lavorati
Granito lavorati
Altri/altre pietre
Ardesia grezza
Ardesia lavorata
Granulati e polveri
Marble, blocks and slabs
Granite, blocks and slabs
Processed marble
Processed granite
Others/other stones
Raw slate
Processed slate
Chips and powders
Mármol, bloques y tableros
Granito, bloques y tableros
Mármol elaborado
Granito elaborado
Otras piedras
Pizarra en bruto
Pizarra elaborada
Granulados y en polvo
Macchine da taglio
Macchine da lavorazione
e lucidatura
Frantoi
Macchine per mattonelle
Sintetiche
Cutting equipments
Working and polishing
equipments
Crushing plants
Synthetic tiles plants
Máquinas cortadoras
Máquinas para la elaboración
y el pulido
Trituradoras
Maquinaria para baldosas
sintéticas
Lapidei
Macchine
Stone materials
Machinery
Piedras
Maquinaria
grezzo
riportato a grezzo
produzione
quantità
valori (mgl lire)
anno/anni
raw
blocks equivalent
quarried materials
quantities
values (thousand Lits)
year/years
bruto
equivalente en bloques
producción
cantidades
valores (en miles de Liras)
año/años
UE/Unione Europea
Nord America
Centro e Sud America
Vicino e Medio Oriente
Estremo Oriente
Altre aree/Altri Paesi
Resto del Mondo
European Union
North America
Central and South America
Middle East
Far East
Other regions/ Other Countries
Rest of the World
UE/Unión Europea
Norteamérica
Centro y Sudamérica
Medio Oriente
Extremo Oriente
Otras regiones/Otros Países
Resto del mundo
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INDICE
S. Napoli:
Settore lapideo 2002, industria italiana
e congiuntura internazionale
Allegato statistico
Avvertenze per la lettura delle tavole
Indice delle tavole statistiche
Tavole statistiche
Profili nazionali
D. Krasič
Il settore delle pietre ornamentali in Croazia
Z. Najafi Tabrizi Il settore delle pietre ornamentali in Iran
A.M. Fateen
Il settore delle pietre ornamentali in Egitto
M. Cobanlioglu Il settore delle pietre ornamentali in Turchia
Breve dizionario italiano/inglese/spagnolo dei termini più usati
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SUMMARY
S. Napoli:
Stone sector 2002, Italian industry
and international trends
Statistical annex
Explanatory notes to statistical tables
Statistical tables
Countries’ profiles
D. Krasič
Ornamental stones in Croatia
Z. Najafi Tabrizi Ornamental stones in Iran
A.M. Fateen
Ornamental stones in Egypt
M. Cobanlioglu Ornamental stones in Turkey
Brief dictionary of most used terms
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INDICE
S. Napoli:
El sector de la piedra 2002, la industria italiana
y la coyuntura internacional
Anexo estadístico
Notas para la consulta de las tablas estadísticas
Indice de las tablas estadísticas
Tablas estadísticas
Perfiles nacionales
D. Krasič
La piedra dimensional en Croacia
Z. Najafi Tabrizi La piedra ornamental en Iran
A.M. Fateen
La piedra ornamental en Egipto
M. Cobanlioglu La piedra ornamental en Turquìa
Glosario breve italiano/inglés/español de las palabras más usadas
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STONE SECTOR - STAT By IMM CARRARA