INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE CARRARA SpA STONE SECTOR 2002 STONE SECTOR 2002 INDUSTRIA ITALIANA E CONGIUNTURA INTERNAZIONALE ITALIAN INDUSTRY AND INTERNATIONAL TRENDS LA INDUSTRIA ITALIANA Y LA COYUNTURA INTERNACIONAL INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE CARRARA SpA V.le G. Galilei, 133 - 54036 Marina di Carrara-Italia Tel. 0585 787963 - 634105 Fax 0585 787602 www.immcarrara.com - E-mail [email protected] www.immcarrara.com/stat 4 QUADRO GENERALE Non ci vuole molto per ricordare quali eventi hanno maggiormente segnato il trascorrere dell’anno 2002: il passaggio dal ricordo recente della tragedia dell’11 di settembre 2001 alla guerra in Iraq del 2003 è stato progressivo e deciso. Dopo una prima metà d’anno che ha visto l’economia mondiale riprendersi dallo shock della tragedia di New York, nell’estate abbiamo assistito ad un crescente rallentamento degli scambi commerciali, come conseguenza delle tensioni politiche internazionali in fase di riacutizzazione. Le prospettive del conflitto in Iraq hanno poi fortemente segnato i primi mesi dell’anno 2003, e l’evolversi delle prossime settimane deciderà se per ritrovare la ripresa marcata di cui tutti hanno ormai forte desiderio basterà aspettare l’inizio del 2004, o bisognerà ancora una volta rinviare ad un’altra data. È soprattutto l’area nordamericana a risentire delle incertezze sull’andamento futuro, con un dollaro che si confronta per la prima volta nella storia con una moneta unica europea, che gli fa da alternativa sui mercati internazionali, anche come moneta di transazione. E qui troviamo l’altra grande svolta del 2002: il primo anno dell’euro. Vicende altalenanti dapprima, ma da qualche mese ormai stabilmente sopra la parità con il dollaro statunitense: dall’inizio del marzo 2002 al marzo 2003, l’apprezzamento dell’euro sul dollaro ha toccato il 21 per cento nominale, mentre l’indice Dow Jones è sceso del 26 per cento nello stesso periodo. Quanta parte di questo sia dovuto alle vicende internazionali, e quanta invece alla situazione economica ancora debole degli Stati Uniti, e alle vicende speculative esplose in tutta la loro fragilità nei mesi scorsi, è materia di discussione tra tecnici. Il risultato comunque, almeno per ora, rimane lo stesso: che l’euro forte consente di acquistare materie prime a cambio favorevole, ma comporta anche un rovescio della medaglia che tocca le esportazioni e coinvolge una serie di scelte da parte di organismi comunitari e di operatori privati non facili da prendere. Nell’area dell’euro, il PIL è sceso progressivamente nel corso dell’anno, mentre nell’area asiatica l’economia ha continuato in termini positivi e a buon ritmo di espansione. E soltanto le recenti minacce indotte dalla sindrome SARS, ben più che dalle variabili economiche o dai fondamentali dei maggiori Paesi estremo orientali, gettano ombre sul ritmo complessivo di crescita dell’intero areale. Non è ancora una crisi di mercato, ma per alcuni Paesi è già una crisi di operatività complessiva, e di immagine, prima che politica o altro ancora. Anche in America Latina ci sono segnali positivi di ripresa, lenta ma diffusa, rispetto alla depressione generalizzata dello scorso anno, nonostante il permanere di forti fattori di debolezza. Alcuni Paesi importanti sono ad una svolta politica rilevante, che potrebbe davvero segnare un cambiamento di ciclo e di clima complessivo, di cui non solo i singoli paesi hanno bisogno. Essa potrebbe incidere sull’andamento generale dell’economia del continente, e di riflesso toccare le aree partner per i vari comparti. La grande incognita rimane comunque l’economia nordamericana, nell’andamento dei suoi consumi, della sua Borsa, e del suo mercato immobiliare e finanziario. La crisi dell’economia pubblica, particolarmente profonda per alcuni stati, ha potenzialità di riflesso molto serie nel complesso delle voci di spesa dei cittadini, tendendo ad aumentare la forbice tra classi sociali, che fino agli anni ’80 si era invece riempita di classe media. Il settore immobiliare continua ad avere movimento, con la facilità tradizionale negli USA di rinegoziazione dei mutui ipotecari, 5 che ha portato all’espandersi dell’indebitamento familiare. Al momento, le conseguenze sono positive, e alcuni meccanismi di ridistribuzione delle perdite speculative di borsa hanno mantenuto al riparo i bilanci delle famiglie dagli effetti negativi dei cali e degli scandali tipo Enron. Prima o poi, però, se anche il mercato immobiliare divenisse speculativo, assumerebbe dei contorni di rischio, che potrebbero divenire difficili da controllare. La guerra al terrorismo sta inoltre assorbendo grandi risorse di bilancio, e le prossime scelte dell’amministrazione saranno assolutamente decisive per gli sviluppi economici e politici della situazione non solo interna statunitense. IL SETTORE LAPIDEO Che cosa è accaduto al settore lapideo nel corso del 2002? Ci sono molti dati, accanto ad elementi più generali, che portano a descrivere il 2002 come un altro anno sostanzialmente positivo per il settore a livello internazionale. Si sono ulteriormente approfonditi i processi in corso, sia per la ristrutturazione dei mercati, che per la ridistribuzione dei ruoli tra produttori, che per le dinamiche d’incontro tra offerta e domanda. Il peso degli strumenti nuovi d’informazione si è ulteriormente accresciuto, divenendo a sua volta causa di cambiamento, secondo uno schema già individuato negli anni scorsi, e le vicende politiche che hanno dominato i mercati delle merci e dei capitali nel corso dell’anno hanno influito relativamente sul settore, e prevalentemente in maniera indiretta e nella parte conclusiva dell’anno. Le produzioni sono generalmente cresciute, i consumi anche, ed i cambiamenti avviati negli anni precedenti hanno continuato ad operare senza apparenti inversioni di rotta. E però i processi non hanno visto andare tutti in una medesima direzione, al contrario: la geografia della crescita è fortemente localizzata, così come quella degli arretramenti, più o meno contenuti che siano. Ancora una volta, si accelerano i cambiamenti di ruolo dei vari soggetti nazionali, in un effetto incrociato di crescite e diminuzioni, e di ricollocamento su fasce diverse per specializzazione e giro d’affari e mercati di sbocco. Dal punto di vista della produzione internazionale, gli aumenti dei consumi complessivi hanno reso la domanda di produzione più elevata, e l’offerta ha seguito o meglio ha favorito il processo, soprattutto ad opera di alcuni Paesi, particolarmente attivi, e relativamente nuovi al settore, che hanno fortemente puntato su pochi ma efficaci fattori di competizione: ◆ ◆ ◆ ◆ 6 concorrenzialità sul piano dei costi di produzione, e quindi dei prezzi di vendita; diversificazione delle qualità in offerta sul mercato internazionale; politica aggressiva di presenza ed espansione nei vari mercati di vendita, favorita dal ricorso a tutti gli strumenti tecnologici di ingresso e di comunicazione con il mercato; sforzo di evoluzione produttiva e di complessità di filiera, che ha ulteriormente spostato, soprattutto per la Cina, ma non solo per essa, la frontiera dell’offerta dalla sola materia prima, e dal prodotto di fascia corrente per il solo areale di prossimità, al prodotto finito di fascia media anche per mercati più lontani e meno tradizionalmente favorevoli alle loro produzioni. E così abbiamo assistito ad una riconferma e rafforzamento di quel processo iniziato da qualche anno, che vede Paesi recenti affermarsi, in un primo momento in forza dei loro prezzi e potenzialità produttive di materia prima, ma poi anche in virtù di un profondo sforzo di arricchimento di offerta e di capacità commerciale e di filiera. Tale processo sta ridefinendo le specializzazioni produttive e di mercato dei Paesi più tradizionalmente presenti nel settore, come l’Italia, la Spagna, il Portogallo e la Grecia, e spingendo avanti i processi di sviluppo negli altri Paesi, ad ingresso più recente di quelli europei, ma non altrettanto recenti come la Cina o l’Iran: Turchia, India, Brasile e altri minori. La risposta dei Paesi tradizionali è varia, ma nel corso del 2002 il clima generale non è stato sereno, e cambiamenti progressivi, e riduzioni di giro d’affari si sono verificati e si verificano tuttora in molti distretti produttivi lapidei. In alcuni casi, il cambiamento non è ancora percepito in tutta la sua portata, ma si sta progressivamente creando la consapevolezza che il percorso di sviluppo seguito anche dai Paesi non ancora storici ma non più recenti nel panorama internazionale non è replicabile in maniera analoga per i nuovi produttori, che si affacciano ora al mercato internazionale. Questi ultimi sono pochi, ormai, le risorse internazionali non ancora operativamente scoperte sono sempre di meno, ma per loro non si potrà riproporre lo stesso modello di affermazione “anni novanta”, che Paesi come la Turchia o la stessa Cina hanno conosciuto. Le modifiche intercorse nel frattempo sono troppo profonde, e non si torna indietro, né sull’offerta, né sull’interscambio, né sul mercato dei prodotti finiti e sull’organizzazione delle commesse. E proprio in forza della nuova presenza di realtà esplosive come Cina, Turchia e Iran, è radicalmente mutato il quadro in pochissimi anni, e i rapporti di competizione, i ruoli degli altri protagonisti del comparto si sono e si stanno tuttora ri-disegnando sulla base dei nuovi input settoriali, di domanda e di offerta. Aumenta così la produzione internazionale di materia prima, aumentano i consumi interni e gli interscambi, soprattutto di blocchi, ma anche di semilavorati, e in misura minore di lavorati, e il settore nel suo insieme si espande. E scende il ruolo dei vecchi leoni del settore, primi fra tutti i Paesi europei produttori, che scavano di meno, esportano di meno, ma consumano ugualmente, anzi, in qualche caso aumentano le importazioni di lavorati e di semigrezzi, alimentando a loro volta proprio quei processi di cambiamento che piano piano li stanno ricollocando su nicchie e specializzazioni particolari di produzione. È un processo in corso soprattutto sul versante dei graniti: storicamente i giacimenti di marmi sono stati più ricercati e sfruttati di quelli di graniti, e quindi sono a regime consolidato di sfruttamento da più tempo, poiché il marmo è una pietra più duttile,e quindi più “facile” sia nella lavorazione che nell’uso, e le novità sono di minore importanza e prestigio. Ma sui graniti, è notoriamente diverso, e lì la turbolenza si apprezza, e sta diventando in un certo senso strutturale. Quanto poi il “contagio” possa estendersi anche ai calcarei, è da vedere; però certamente l’insieme dei rapporti internazionali di scambio si è riposizionato sulla base di una scala mutata di fattori, che coinvolgono di più la materia prima, da cui sono partiti i processi di modifica, ma che ormai si estendono a tutto campo a tutto l’insieme del settore lapideo. 7 ITALIA Per l’Italia in particolare le conseguenze dei cambiamenti esterni si sono fatte sentire in maniera chiara nel corso del 2002, e pongono una serie di quesiti operativi e di mercato, a cui le aziende stanno dando una risposta funzionale abbastanza omogenea e condivisa, ma non per questo organizzata e consapevole dell’esito finale possibile. Questo genere di reazione al momento di sfida in corso sui mercati interno ed esterni accomuna molti settori industriali italiani, soprattutto quelli sostenuti da un tessuto produttivo di medie e piccole imprese, vale a dire la maggioranza, magari con forti presenze produttive distrettuali. E certamente le capacità di lungimiranza e di gestione dei possibili scenari esterni sono messe a dura prova dalla situazione internazionale, e dalle sue evoluzioni improvvise e globali. Se, infatti, ad esempio, era prevedibile lo sbocco bellico in Iraq, non lo era davvero la vicenda SARS, di cui tuttora non si riesce a valutare l’impatto sulle economie dei Paesi maggiormente coinvolti, e dei loro partner principali, e le conseguenze eventuali sull’interscambio non soltanto di areale nei prossimi mesi. Il 2002 è stato un anno di costanza di consumi interni nazionali di lapidei, sostenuti da un mercato immobiliare e delle costruzioni che ancora ha tenuto i livelli elevati raggiunti negli ultimi anni. Sul comparto delle costruzioni, le previsioni per gli anni prossimi non sono più altrettanto favorevoli quanto negli anni passati: la fase positiva iniziata nel 1995 è in via di esaurimento, e il 2002 ha già risentito i primi effetti della frenata adesso, a 2003 inoltrato, più visibilmente in corso. Si prevede anzi che a partire dal 2004 la frenata diventerà inversione di tendenza esplicita, e per lo più condivisa da una larga parte di Paesi europei. Sono quegli stessi Paesi che in questi ultimi tre, quattro anni hanno visto invece il loro settore non solo immobiliare, ma più generalmente edile, comprese le nuove edificazioni, evolversi ed espandersi in maniera significativa, con l’eccezione atipica della Germania. Ma il ciclo espansivo dell’edilizia nel suo complesso, a livello europeo e nazionale italiano, dopo aver conosciuto il più lungo periodo di durata a partire dagli anni cinquanta, è entrato ormai in fase di stanca, e comincerà a scendere progressivamente, già dal consuntivo 2003. È una situazione complessa, in cui s’intrecciano fattori a volte così discordi nell’andamento e negli sviluppi, da generare la più facile delle conclusioni nei consumatori e negli investitori: l’incertezza. L’incertezza è l’elemento che domina anche in questo, come in altri comparti. Negli scorsi anni, i processi hanno seguito un percorso più lineare, e le trasformazioni in atto hanno generato prima di tutto competizione, variazione di modelli di comportamento del mercato, ridefinizione delle strategie di competizione. In questi giorni invece domina l’incertezza, ed è un’incertezza che nasce prima di tutto nella domanda, e poi si applica all’incontro tra domanda e offerta. Il ruolo del comparto immobiliare, in questo quadro in variazione, cambia anch’esso, e trascina anche i settori minori, come quello lapideo. E così i consumi interni italiani hanno continuato ad assorbire materiale lapideo, ma in un contesto che vede le prospettive rallentare e progressivamente risentire di un clima di spesa delle famiglie italiane in calo generale. L’effetto congiunto del rallentamento dell’immobiliare unito al calo dei consumi familiari si riversa, per la prima volta nella storia recente dell’edilizia italiana, sul mercato delle manutenzioni, che sinora era stato il protagonista dei cambiamenti maggiori nella composizione dei capitoli di 8 bilancio del comparto edile, fino a superare quella soglia del 50% di fatturato dell’intero comparto, già parecchi anni fa. Il lapideo è un settore che svolge un ruolo piccolo, ma importante proprio nella parte di rivalutazione degli immobili, nel re-investimento di immagine e di mercato degli edifici e delle strutture, e l’industria italiana di settore non si è lasciata sfuggire questa possibilità, sia a livello interno, che di area comunitaria, e poi anche oltre oceano. Ma proprio per questo motivo, dopo averne beneficiato negli anni scorsi, potenzialmente può rimanere più esposto in una simile dinamica di cambiamenti: il lapideo dopo avere avuto un 2002 ancora buono, sembra avere una prospettiva di più forte competizione e di mercati sempre più di nicchia e di specializzazione per il futuro, logica a cui anche il mercato domestico non sembra sfuggire. Questo scenario trova una forte conferma nella nostra indagine annuale di andamento congiunturale, svolta in apertura 2003 sia a livello di distretto toscano che a livello nazionale: le aziende hanno vissuto e vivono tuttora un sostanziale sdoppiamento di prospettiva, tra il settore e le aspettative generali, da una parte, e la propria particolare e soggettiva situazione, dall’altra. Nel primo caso, decisamente l’industria lapidea nazionale prevede un ridimensionamento di possibilità di business e di sviluppo, prevalendo un clima, anzi una convinzione diffusa di negatività e di pessimismo, come se i problemi posti dalle sfide esterne fossero percepiti come strutturali e inattaccabili, come se i cambiamenti in corso lasciassero poco spazio a politiche di intervento e di recupero di leadership e di brillantezza settoriale, come se gli strumenti che invece in altri settori dell’edilizia sono stati messi in essere per migliorare la propria capacità di competere e accentuare i propri vantaggi, non avessero grandi possibilità di successo e fossero percepiti nella sostanza come dei palliativi su cui non investire più di tanto, neanche emotivamente. Quando poi, però, si passa all’altra visuale, quella aziendale, allora le prospettive quasi sempre migliorano e scattano tutti quei meccanismi di difesa tipici dell’operare e del fare business concreto, che non eliminano le difficoltà, ma trasferendole nel quotidiano le esorcizzano in qualche misura, riportandole a una dimensione aggredibile. E allora il lavoro continua, l’ottimismo quasi si ritrova, e le prospettive di vitalità del settore, visto come somma di attività individuali, migliorano. Questo, ovviamente, in quelle parti del settore, e sono positivamente la maggioranza, che non hanno avuto uno scontro troppo diretto con quei fattori di distorsione della normale concorrenza, che il settore a livello internazionale sta vivendo in questo periodo. E così assistiamo alla ricerca delle propria collocazione singola in un mercato che cambia, alla ricerca della specializzazione, di business e produttiva, della soluzione individuale a problemi comuni, in una collocazione che esalti il proprio saper fare, e metta così a massimo frutto i propri vantaggi assoluti e competitivi. Non sempre, nel corso di questo 2002, la ricerca ha dato buoni risultati. Per alcune aree produttive, particolarmente, e per alcuni prodotti, il confronto con i concorrenti non è stato positivo, e ne hanno risentito occupazione, giro d’affari e prospettive di futuro medio e breve. E questo non si è limitato al solo al settore lapideo, ma si è esteso a tutti i settori collegati, e all’indotto in genere, che seppure in ritardo ha già comunque cominciato a risentire dell’onda bassa della congiuntura. Si spiegano dunque i dati in calo, in primo luogo sulla produzione di cava (cfr. Tav. B), che ha visto alcune regioni scendere in maniera sensibile rispetto agli anni addietro, ma poi anche della produzione complessiva, del fatturato e delle esportazioni. Le produzioni di cava che più hanno 9 risentito non sono state tanto quelle legate a fattori di moda o di scelta estetica, quanto piuttosto quelle più “sostituibili” da parte di produzioni a minor costo e a minor prezzo di vendita, principalmente cinesi ma non solo, quelle cioè più esposte a una concorrenza basata soprattutto sul prezzo e non su quegli altri fattori che circondano ancora i prodotti di fascia più elevata. Ne hanno risentito anche quelle aree di produzione che avevano problemi propri non risolti, che non hanno potuto affrontare in questo periodo di difficoltà esterna, in cui il redde rationem si è semplicemente e pericolosamente sovrapposto al resto, diventando un co-fattore di difficoltà: problemi ambientali, di adeguamento delle strutture produttive, di normativa e quanto altro il settore lapideo e particolarmente l’escavazione ben conosce da tempo. Oppure, ne hanno risentito quelle aree che più di altre erano e sono legate a mercati particolarmente esposti ai venti negativi del momento, Medio ed Estremo Oriente soprattutto. La produzione globale di cava si è così ridotta, anche in forza di un’esportazione complessiva, soprattutto di lavorati, che ha visto scendere il suo fatturato annuale complessivo del –6,4% su base annua, cifra che diventa –6,9% se ci restringiamo ai soli prodotti di maggior valore aggiunto. All’interno di questo quadro ci sono due momenti positivi rispetto alle esportazioni del 2001: i granulati, e i blocchi di marmo e travertino, che anche a fronte di un 2001 particolarmente favorevole nel suo insieme, hanno spuntato un aumento visibile, contenuto per i secondi, ma deciso per i primi. La lettura dei dati di export del 2002 deve infatti partire da una considerazione di base: il 2001 è stato un anno molto positivo, almeno fino al mese di settembre, in cui tutti ricordiamo che la tragedia di New York e dell’attentato alle Torri Gemelle ha dato una svolta decisa ad un mercato che comunque stava già rallentando. Nel 2002 abbiamo in buona misura portato a resoconto le conseguenze sia del settembre 2001, che non va sottovalutato sotto nessun aspetto, principalmente psicologico ma non solo, che della crisi strisciante già in atto e operante negli Usa, vale a dire nel mercato maggiore per alcuni prodotti, quel mercato americano che ha sommato i suoi problemi interni a quelli già esplosi da tempo nell’altro Paese cardine delle nostre esportazioni lapidee, la Germania. Si sono quindi sovrapposti due momenti di crisi congiunturale affannosa di due grandi Paesi industriali, consumatori di lapidei oltre che di altre merci, creando una situazione di difficoltà di cui non solo l’Italia ha sofferto, ma anche altri produttori storici, come la Spagna e il Portogallo. La hanno subita in maniera particolare tutti quei produttori che non hanno potuto fare ricorso al prezzo di vendita come fattore di mantenimento del mercato a tutte le condizioni, perché le rigidità interne non consentivano e non consentono di scendere sotto una soglia minima, che altri produttori invece stanno ampiamente oltrepassando. Per di più, si sono sommate a questo quadro le difficoltà aggiuntive di un euro in grande ascesa sul mercato dei cambi, irrigidendolo ulteriormente, e appesantendo la situazione. E così, le cifre sono sempre alte, e di tutto rispetto, consentendo ampiamente di dire che il nostro settore è ancora al massimo livello sia come giro d’affari, che come estensione di mercati, che come presenza internazionale e qualità di prodotto. Ma il raffronto con l’anno precedente mostra i segni di un processo difficile e non certo indolore, di ri-collocazione internazionale, l’ennesima negli ultimi venti anni, proseguito ampiamente in questa prima metà di 2003. È il posizionamento strategico dell’industria nazionale che ha consentito che la somma delle nicchie e delle specializzazioni qualitative e industriali delle imprese desse un risultato complessivo ancora 10 forte, mostrando quale sia tuttora la robustezza e il ruolo del lapideo italiano e delle sue produzioni. Tav. 1A. Export nazionale italiano gennaio dicembre 2002. 2001 Tonn. Euro MARMO BLOCCHI E LASTRE 754,246 170,331,058 GRANITO BLOCCHI E LASTRE 184,613 49,885,182 MARMO LAVORATI 1,375,933 938,546,514 GRANITO LAVORATI 979,560 815,009,217 ALTRE PIETRE LAVORATI 220,936 48,311,297 SubTOT Blocchi, Lastre e Lavorati 3,515,288 2,022,083,268 GRANULATI E POLVERI 1,072,955 37,502,119 SubTOT con Granulati e Polveri 4,588,243 2,059,585,387 ARDESIA GREZZA 4,764 3,236,772 ARDESIA LAVORATA 32,518 24,240,761 PIETRA POMICE 75,088 4,422,606 TOTALE 4,700,613 2,091,485,526 Fonte: Istituto Nazionale di Statistica, elaborazione IMM. 2002 Tonn. 761,426 165,926 1,333,752 902,644 230,105 3,393,853 1,251,943 4,645,796 3,921 33,230 100,088 4,783,035 diff. % ’02/’01 Euro % Q.tà % Valore 170,752,098 0,95 0,25 47,548,867 –10,12 –4,68 883,050,165 –3,07 –5,91 736,370,256 –7,85 –9,65 44,590,445 4,15 –7,70 1,882,311,831 –3,45 –6,91 44,977,159 16,68 19,93 1,927,288,990 1,25 –6,42 2,323,731 –17,70 –28,21 23,527,763 2,19 –2,94 5,364,853 33,29 21,31 1,958,505.337 1,75 –6,36 In alcuni casi il valore medio ha tenuto, in altri no e comunque i dati tutti risentono di un effetto euro in crescita che ha costretto talvolta a ritoccare i listini, soprattutto nell’ultima parte dell’anno, e poi ancor più nell’inizio del 2003, erodendo spesso i margini di elasticità che si esplicano sui prezzi, e consentendo invece spazi di maggiore competizione ad altri produttori che operano in valute esterne all’area dell’Unione. Sta di fatto che il consuntivo rimane negativo, e pesante soprattutto sui graniti. È su questi materiali in particolare che la concorrenza, soprattutto cinese ma non solo, si è fatta sentire, e sta facendo soffrire i produttori nazionali, sardi in particolare, ma anche di altre aree, sovrapponendosi alle altre difficoltà rilevate. In qualche caso, anche per i marmi ci sono state negatività indotte dalla situazione esterna: tutti i distretti che operano abitualmente con il Medio Oriente hanno subito più o meno un rallentamento o una battuta d’arresto nel periodo finale dell’anno e poi nel periodo prebellico, così come ora la polmonite atipica sta condizionando, sia pure in maniera ben diversa, i traffici verso alcuni Paesi dell’Estremo Oriente. Ma le turbolenze del quadro esterno devono entrare ormai nella nostra ottica quotidiana, e non c’è una risposta unica a tutte le domande che anche in futuro si porranno. Le aree di maggior sbocco per i prodotti nazionali sono rimaste ancora, anzi di più, quelle tradizionali per il lapideo italiano: area europea, sia comunitaria che non, area nordamericana, e in misura minore le altre. Le tavole in allegato Statistico quantificano con esattezza le cifre e il confronto con l’anno 2001: su circa 2000 milioni di euro, 650 sono dovuti all’Unione Europea, che pure ha subito un calo attorno al 10% sui prodotti migliori, soprattutto in granito, e oltre 200 all’Europa non comunitaria. Il prossimo ingresso dei nuovi Paesi membri dell’Unione allargherà ulteriormente il ruolo del mercato comunitario, tanto più quanto alcuni di questi nuovi soci sono Paesi in crescita sia economica generale che di importanza per il settore, sia come 11 consumatori, che come produttori e trasformatori. E cresce spesso anche il loro ruolo come partner commerciali e di trasformazione non tanto e non solo per l’Italia, quanto per la Germania e l’Austria. Le pietre della Croazia e degli altri Stati dell’ex Jugoslavia sono spesso belle e interessanti per tutto il mercato del lapideo. E assieme a loro crescono in partnership, e in autonomia i Paesi del sud del Mediterraneo, con un Nord Africa in crescita, sia pure su cifre ancora contenute, sia in quantità che in valore. Discorso a parte per il Nord America, dove le difficoltà maggiori nascono, anche qui, dall’incertezza sugli sviluppi futuri dell’economia e del quadro politico. Fino al 2003, il quadro sembra ancora sotto controllo, con il settore immobiliare e dei consumi familiari dei edilizia e manutenzione stabili, anche se con sintomi di crescente nervosismo. Ma a partire dal 2004, per ora, nessuno azzarda previsioni o ipotesi che non siano di larga massima. Per il 2002, ancora, i lavori e le forniture tecnologicamente avanzate sono stati appannaggio delle imprese italiane, in grande maggioranza, come pure le forniture di semilavorati sia in marmo che in granito, e si registra una leggera crescita di fatturato proprio sulle voci più deboli altrove. Pesa, però, l’effetto euro, che se consente di acquistare meglio, impone poi di vendere con più difficoltà e minor margine. E così sui lavorati sia di marmo che di granito divergono i consuntivi dei valori da quelli delle quantità, fino a diventare, i primi, negativi per il marmo: il valore medio unitario, in altre parole, ha risentito delle difficoltà esterne. Negativo, ancora, il quadro delle esportazioni in Sud America, dove i saldi sono in perdita sull’anno 2001 per oltre il 30% complessivamente. Sono Paesi per i quali il settore rappresenta una risorsa piuttosto che un capitolo di spesa, e nemmeno le strette relazioni con l’Italia possono forzare la situazione più di tanto. In alcuni casi, ci sono in corso dei rapporti di joint ventures con imprese italiane, che operano localmente in varie forme, spesso con obiettivi di business rivolti verso mercati terzi. L’obiettivo e la speranza comune è che servano non solo a consolidare la presenza italiana e locale nei mercati a cui si rivolgono, ma anche a favorire il superamento di difficoltà più generali, con il contributo che può dare un settore piccolo ma vitale come il lapideo. Le esportazioni verso il Medio Oriente hanno subìto il clima creato dalla situazione generale prebellica, prima, e poi nel 2003 di conflitto aperto. Le difficoltà anche pratiche di trasporti, unite a quelle più generali di incertezza di quadro, si sono fatte sentire, pur se la volontà di andare oltre, e di ignorarle finché possibile è stata molto forte e attiva. Per l’Italia, tuttavia, il calo è stato sensibile, sia in termini quantitativi che di valore: –10,6% in volume e –15% in valore. Si tratta di Paesi, comunque, per i quali l’attenzione alle nostre produzioni e forniture è sempre alto, e comprensori di produzione italiani fortemente legati alle realtà medio orientali, dopo aver sofferto per la situazione creatasi nei mesi scorsi, sono tuttavia già pronti a ricreare le condizioni precedenti e a riprendere i rapporti al punto in cui si sono temporaneamente sospesi. Tutt’altro tenore per l’Estremo Oriente: qui i dati parlano ancora più chiaro degli scorsi anni, se possibile. La Corea del Sud è quasi il solo Paese che cresce un po’ sul 2001, sia in volume che in valore, ma anch’essa nello stile di tutta l’area: la media unitaria in valore è in vero e proprio crollo, significando che i nostri fornitori possono mediamente collocare sui mercati estremo orientali soltanto materiale in qualità decrescente. Il mercato cinese, in particolare, cresce di oltre il 30% in quantità, ma scende di quasi il 10 in valore. Accanto a lavori di grande pregio e prestigio, si muove una massa di esportazioni in deprezzamento medio progressivo, che poco 12 danno alla nostra industria, anche se contribuiscono alla crescita di un mercato interno che forse, in futuro, potrà diventare più qualificato e ricettivo anche per altre forniture. Insomma, non è stato un anno facile, per le esportazioni italiane, che hanno conosciuto difficoltà oggettive, e sfide crescenti, ma hanno saputo ugualmente trovare la loro strada verso un 2003 che potrebbe segnare un’inversione su molti mercati. Certo, la sfida imposta dalla Cina non si risolve facilmente, ma le risorse per continuare a competere non mancano, e lo confermano le stesse imprese italiane, quando definiscono le loro prospettive individuali migliori di quelle del settore nel suo insieme. Le importazioni, accanto alle esportazioni hanno pure sofferto, anche se in misura assai minore. Sono scese soprattutto le importazioni di marmi, mentre quelle di graniti hanno beneficiato finalmente dell’effetto euro forte, anche se in maniera non pari alle difficoltà di segno opposto patite dalle esportazioni. Tav. 1B Import nazionale italiano gennaio dicembre 2002. 2001 Tonn. Euro MARMO BLOCCHI E LASTRE 431,973 87,433,805 GRANITO BLOCCHI E LASTRE 1,725,880 387,610,016 MARMO LAVORATI 48,927 30,596,817 GRANITO LAVORATI 41,866 19,110,022 ALTRE PIETRE LAVORATI 69,096 11,759,025 SubTOT Blocchi, Lastre e Lavorati 2,317,742 536,509,685 GRANULATI E POLVERI 293,176 16,347,182 SubTOT con Granulati e Polveri 2,610,918 552,856,867 ARDESIA GREZZA 3,458 845,633 ARDESIA LAVORATA 6,013 3,007,940 PIETRA POMICE 13,685 1,177,575 TOTALE 2,634,074 557,888,015 Fonte: Istituto Nazionale di Statistica, elaborazione IMM. 2002 Tonn. 398,258 1,708,934 51,956 44,720 101,027 2,304,895 372,370 2,677,265 5,473 7,357 13,337 2,703,432 diff. % ’02/’01 Euro % Q.tà % Valore 74,319,267 –7,81 –15,00 373,025,672 –0,98 –3,76 29,035,229 6,19 –5,10 21,470,866 6,82 12,35 13,877,009 46,21 18,01 511,728,043 –0,55 –4,62 18,281,398 27,01 11,83 530,009,441 2,54 –4,13 952,120 58,27 12,59 2,803,032 22,35 –6,81 1,476,276 –2,54 25,37 535,240.869 2,63 –4,06 Cominciano a diventare apprezzabili le importazioni di lavorati finiti, sia in marmi che in graniti, soprattutto in virtù di un valore che in media unitaria anche qui scende: inutile dire che proprio questo fattore, anche se non è assolutamente il solo, conta in misura crescente sull’andamento che in queste cifre si riassume. In diverse occasioni, la competitività dei prezzi di vendita di alcuni manufatti esteri, in gara con quelli nazionali, ha fatto propendere la scelta verso il prodotto estero, a parità o quasi di qualità in offerta. Certo, in quel “quasi” ci sono molte differenze e sfumature, che danno suggerimenti e indicazioni per le strategie di difesa dell’industria interna, che possono mettersi in opera senza violare le norme generali del libero scambio e della libera concorrenza. Alcune rigidità non possono essere aggirate, e allora l’unica alternativa rimane il ricorso a politiche di differenziazione dell’offerta, su un piano di qualificazione che spinga il prezzo in fondo alla graduatoria dei valori. 13 IL MERCATO INTERNAZIONALE Abbiamo già detto in apertura che il mercato internazionale, nel corso del 2002, non si è fermato neppure in seguito alle vicende medio orientali, ma ha continuato il suo trend espansivo semplicemente rallentando localmente gli interscambi. Il risultato complessivo è stato così un interscambio ancora in crescita, anche se ridotto rispetto all’evoluzione quasi turbolenta di due o tre anni fa. E soprattutto molto più disomogeneo geograficamente, registrandosi un ulteriore sviluppo anche rispetto al modello regionalizzato degli anni novanta. È rimasto elevato il movimento verso le aree del nord America, verso e all’interno dell’Unione Europea e dei Paesi europei confinanti, elevato è ancora il movimento interno all’area del sud est asiatico, nonostante le attuali difficoltà di ordine sanitario. Anche il nord Africa, pur così scarno di informazioni quantitative, muove volumi crescenti di materia prima e di trasformati, e soprattutto aggiorna le sue produzioni di materia prima, che diventano sempre più interessanti, sia a livello di volumi per i mercati domestici, che a livello internazionale come tipologia e qualità di materiali. Dal lato dell’offerta, è superfluo tornare a dire che la Cina si qualifica sempre più come un Paese “totale”, nel senso che è ormai un protagonista internazionale che produce, consuma, compra, trasforma e rivende a tutti i livelli, e in tutte le aree del globo. L’interscambio di areale rimane sempre, anche per lei, quello più elevato, che supera, dalle cifre ufficiali, il 47% del totale dei movimenti di Cina e Hong Kong insieme, al netto dell’interscambio interno alle due dogane. E si tratta di dati quantitativi, che motivano la progressiva emarginazione degli altri produttori da alcune fasce di mercato locale. Giappone e Corea del Sud sono i due partner più attivi, accanto a Singapore e Taiwan in misura calante. La Cina consuma anche, e in maniera robusta, ma le esportazioni verso questo Paese rimangono circoscritte a poche fasce di prodotto, anche se con molte tipologie di materiali e spesso con un’ottima qualità di lavorazione. Il suo mercato interno comunque resta enorme e consente una stabilità di espressione all’industria locale lapidea, che soltanto un Paese quasi altrettanto grande, come è l’India, può emulare. La preponderanza del fenomeno Cina non è una novità del 2002, ma la velocità con cui si stanno affermando alcuni processi già delineati negli anni scorsi è tale che fa notizia nonostante le previsioni, e produce effetti di anno in anno tangibili nei numeri e nelle imprese degli altri Paesi. E non si tratta solo di Paesi storici, e qui sta la novità del 2002, ma anche di Paesi recentemente entrati o entranti adesso nel panorama dell’offerta lapidea internazionale. Così, le esportazioni di alcuni Paesi storici, come ad esempio la Spagna, quando sono cresciute in quantità, lo hanno fatto assai più nelle voci dedicate ai grezzi e ai semigrezzi che non ai lavorati, mentre hanno visto scendere le produzioni di escavato, cominciando le imprese locali a sentire le conseguenze di un mercato che cambia. Non solo, ma le esportazioni di blocchi sono cresciute verso la Cina in primo luogo, e poi verso i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, e dell’Europa non comunitaria, vale a dire verso Paesi tutti o quasi che da qualche tempo trasformano in proprio, e stanno crescendo anche in autonomia, oltre che in consumo. Il mercato statunitense ha tenuto in piedi molte realtà produttive nazionali, con i suoi consumi ancora forti e tenuti tali dall’andamento del mercato immobiliare e di edilizia abitativa. Ormai, la saturazione si avvicina, ma intanto sembra che ancora il 2003 manterrà il tenore sin qui vis- 14 suto. L’euro forte ha in buona parte condizionato l’interscambio tra Unione Europea e questo Paese, ma riguarda più il 2003 che non il 2002, la cui prima metà, anzi, ha risentito di altri condizionamenti. L’onda lunga del settembre 2001, e poi le vicende legate all’Afghanistan e soprattutto all’Iraq hanno fatto sentire anche nel nostro settore i loro effetti, anche se in misura minore. Il drenaggio di liquidità e la sfiducia degli investitori minori di borsa, seguita agli scandali Enron e Tyco, hanno causato anche qui effetti di incertezza nei consumi familiari, ma il settore immobiliare ed edile, come appare da tutti gli indicatori tecnici, ha tenuto bene, e anzi ha fatto barriera contro effetti potenzialmente pericolosi di deflusso di capitali dagli investimenti interni. E così i lapidei hanno continuato a collocarsi bene nel mercato domestico, attraverso i canali consolidati che hanno lavorato negli ultimi anni. Lo staff dei fornitori anche in questo caso si è allargato, poiché alla fine tutti si rivolgono agli USA e ne curano il mercato. Verso gli USA sono cresciute le esportazioni globali di lavorati, soprattutto dalla Cina, e ancor più di grezzi e semigrezzi, con un ruolo forte dei graniti del Sud Africa, che come Paese domina per una volta anche sulla Cina, del Canada e del Brasile, mentre per i marmi cresce di più la Turchia. Tuttavia, leggendo la serie storica degli ultimi anni, è il 2000 l’anno dell’incremento complessivo maggiore, del vero e proprio salto nel volume di consumi, soprattutto di graniti, importati sia dall’Italia che in misura minore dall’India e dalla Cina. Emerge un’anomalia nella registrazione dei dati USA rispetto a quelli registrati dall’Italia, una non coincidenza abbastanza vistosa, come se lo scollamento abituale tra tempi di uscita da una dogana e di ingresso nell’altra fosse divenuto particolarmente sensibile in questi ultimi tre anni. La media delle esportazioni italiane di lavorati versi gli Stati Uniti negli ultimi tre anni rimane comparabile con la media delle importazioni dichiarate dagli USA, ma i dati annuali divergono apprezzabilmente. Rimane comunque il senso generale del processo in corso: un calo registrato nel saldo 2001, recuperato pienamente nel 2002, con una maggior presenza di altri Paesi fornitori oltre all’Italia, come Brasile nei graniti, e Turchia nei marmi. Quest’ultimo Paese sta vivendo un ottimo momento nel panorama internazionale, anche se da qualche tempo sente la concorrenza asiatica, così come altri produttori. Ma l’offerta che l’industria lapidea turca è in grado di proporre è non soltanto ampia come tipologia di materiali e di prodotti, ma anche avanzata e di anno in anno più esperta e competitiva. Lo stesso vale per altri Paesi di area medio orientale e nordafricana, come l’Iran, l’Egitto, il Marocco, l’Algeria e altri ancora. Ma per tutti lo scenario internazionale progressivamente impone di spostare in avanti la qualificazione dell’offerta, e di conseguenza la frontiera del confronto con gli altri competitori, e la complessità della presenza globale sul mercato. È questa, in fondo, la novità vera della chiusura 2002: è ormai definitivamente chiaro che la presenza sul mercato internazionale per tutti si gioca su fattori multipli, e sempre più evoluti e complessi, che non si esauriscono soltanto nella materia prima e nei prezzi. Su questi ultimi, “semplici” fattori, la presenza di un colosso come la Cina ha già definito gli esiti, e soltanto un Paese altrettanto grande e potente sul piano della produzione di cava, dei costi di produzione e delle dimensioni del mercato interno potenziale come è l’India può forse reggere il confronto. Per gli altri, più o meno tutti gli altri, il futuro si gioca su un altro piano, e su altri termini di competizione, e tocca ancora all’Italia, data la complessità e il livello avanzato della sua industria e della sua capacità di offerta, tracciare la strada maestra del nuovo modello di leadership. 15 MACCHINE PER IL MARMO Il mercato della tecnologia produttiva di settore ha conosciuto in parte le stesse alternanze del lapideo, avendone condiviso lo scenario di collocazione internazionale e le vicende. Anche se da anni ormai vediamo che il settore delle macchine, principalmente quello delle macchine prodotte in Italia, le più diffuse ed avanzate tecnologicamente, anticipa alcuni tratti di cambiamento del settore lapideo nel suo insieme, quest’anno i motivi del rallentamento dell’interscambio internazionale sono da ricondursi a quei fattori di incertezza generale, che hanno contagiato più o meno tutti, piuttosto che a elementi prevalentemente interni al settore. Fattori congiunturali come l’apprezzamento dell’euro non hanno soltanto moderato le esportazioni italiane di pietre più o meno lavorate, hanno anche consigliato spesso di attendere nel rinnovo produttivo, nella speranza tuttora accesa che la parità con il dollaro rientri a breve, e l’attesa non divenga controproducente. In questo settore, lo abbiamo già detto spesso, la leadership italiana è ancora molto più salda e diffusa che nel settore lapideo, e la lettura dei dati nazionali è trasparente in maniera diretta agli interscambi e ai movimenti internazionali. L’export italiano di macchine per la lavorazione delle pietre naturali ha conosciuto un leggero calo nel 2002 rispetto all’anno precedente, calo che si è addensato soprattutto sulle macchine da taglio primario, ma che ha conosciuto una distribuzione basata piuttosto sulle aree di sbocco, che non sulla tipologia di macchinario. Il segno negativo, in altre parole, è stato determinato soprattutto dai Paesi, dalle loro vicende interne di sviluppo settoriale, e non dall’offerta di tecnologia. Rispetto alle cifre negative dell’area europea in genere, ma soprattutto comunitaria, poco hanno potuto compensare i mercati pur molto attivi e interessanti del Nord Africa, tesi ad innovare quando non a definire la loro industria nazionale di trasformazione (ricordiamo che i dati di cui si riesce a disporre non includono le macchine da cava, che rientrano nella categoria più ampia delle macchine da miniera e cava). Egitto Tunisia, Algeria e Marocco hanno continuato ad investire nelle loro strutture produttive, principalmente e notevolmente l’Algeria, ricorrendo alla tecnologia che meglio si colloca nel panorama internazionale di sempre. Ma siamo comunque su cifre attorno ai 38 milioni complessivi di euro, contro gli oltre 90 milioni dell’Unione Europea, che nel 2001 ne aveva invece raggiunti circa 128 milioni. Spagna, Grecia e Portogallo sono i primi protagonisti della performance negativa dell’UE, riportando al settore collaterale il riflesso del momento congiunturale incerto, se non proprio negativo. In questi Paesi, non è stato tanto l’effetto euro, che è moneta comune, a contare, quanto piuttosto l’andamento del mercato interno e l’incertezza delle prospettive, l’asprezza della competizione esterna, e i recenti forti investimenti fatti negli ultimissimi anni, a determinare la frenata, che continua ancora in questi mesi, e forse prenderà ancora tutto il 2003 per esaurirsi. Negli Stati Uniti sono state soprattutto le macchine da finitura a contare positivamente, in coerenza con quanto abbiamo già detto a proposito dell’organizzazione del mercato nordamericano, e al suo sviluppo interno, volto spesso alla finitura locale del semilavorato, per adattarlo al cliente, piuttosto che alla fornitura completa dal blocco in poi, fornitura che per altro non manca. E allora si vendono meno telai e più lucidatrici, e l’andamento del cambio alimenta la crescita del valore medio di esportato. Più problematica la situazione del Sud America, dove pure, così come nel Nord, vanno meglio 16 le macchine da finitura che i più costosi telai da granito. Ma il Brasile, l’acquirente maggiore assieme al Messico, cresce in quantità e scende in valore, in maniera sensibile, nemmeno compensata dal cambio, ma anzi penalizzata dall’euro forte. Tiene bene invece il Medio Oriente, dove l’Iran diviene il primo partner delle imprese italiane, superando chiaramente anche l’Arabia Saudita e Israele: di nuovo, dal settore collaterale viene conferma dei processi più generali in corso nel lapideo e di quanto le prospettive stiano cambiando, e i termini di competizione e i protagonisti del mercato. Riprende a comprare l’India, ma la vera sorpresa dell’Estremo Oriente è il Vietnam, che con i suoi 23 milioni di euro supera anche la Cina, che si ferma a 13, e la Corea del Sud. Tav. 2.A Export italiano di macchine verso Vietnam, Cina e Corea del Sud. VIETNAM MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE 2001 Tonn. 708 2,119 2,827 Euro 1,728 21,499 23,227 2002 Tonn. 0 2,584 2,584 Euro 0 16,464 16,464 CINA MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE 2001 Tonn. 827 1,286 2,113 Euro 2,853 11,068 13,922 2002 Tonn. 272 1,538 1,810 diff. % ’02/’01 Euro % Q.tà % Valore 2,093 203,84 36,31 13,161 –16,37 –15,90 15,254 16,75 –8,73 COREA DEL SUD MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. Tonn. 444 574 Euro 1,459 6,778 2002 Tonn. 11 178 diff. % ’02/’01 Euro % Q.tà % Valore 98 3894,30 1387,84 2,254 223,15 200,63 TOTALE 1,018 8,237 189 2,352 diff. % ’02/’01 % Q.tà % Valore 0,00 0,00 –18,01 30,59 9,39 41,08 439,34 250,13 Soltanto Spagna, Stati Uniti, Algeria e Iran si collocano su questo livello di cifre, e di movimento, per tutto il 2002. Sono dati che danno da soli il quadro del nuovo che sta per accadere in questa parte di mondo, e di riflesso anche nel resto. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Il 2002 lascia un panorama con alcune profonde trasformazioni avvenute, che continueranno ad operare nei prossimi anni, e molto probabilmente in maniera tale da cambiare a livello internazionale la faccia conosciuta sinora del comparto. L’“Effetto Cina” ha cominciato a dispiegarsi a livelli estesi, ormai, imboccando nella realtà le strade che erano previste sinora come una probabilità, sia pure elevata. Uno svolgimento probabile e chiaro, ma che non tutti erano disposti 17 a sottoscrivere, e che certamente in pochi al primo affacciarsi dei sintomi di crescita tumultuosa di questo Paese hanno saputo intuire nelle sue potenzialità reali. E invece, ormai ci siamo, lo scenario internazionale di settore deve fare i conti con un Paese enorme che sta ripercorrendo qualche decina di anni più tardi il percorso di sviluppo che nel dopoguerra e fino agli anni 80 ha seguito l’Italia, e con essa una parte dei Paesi europei produttori di settore, e poi alcuni altri Paesi esterni che fanno parte oggi dello staff dei conducenti. Questo avviene in presenza di alcuni elementi fondamentali completamente cambiati, però, rispetto al quadro precedente, per cui gli sviluppi non potranno essere più di tanto analoghi, riproponendo sfide nuove e problemi nuovi da risolvere agli operatori, individuali e istituzionali, che vivono nel settore. Negli anni 80, funzionava anche per l’Italia del granito un modello particolarmente complesso, che vedeva alcune caratteristiche all’apparenza contraddittorie, ma invece con una stretta logica di funzionalità interna che operava secondo questo schema: importazione di materia prima da Paesi esteri, trasformazione in Italia, e riesportazione del trasformato verso la destinazione finale. Il motivo per cui, venti anni fa, questo accadeva con l’Italia stava nella qualità assoluta della offerta, prima di tutto tecnologica, che non aveva concorrenti a quei livelli, e che quindi faceva convergere principalmente nel distretto apuo versiliese, ma anche verso i distretti veneti e di altre regioni, i grandi contratti internazionali di forniture complesse, a lavorazione altamente raffinata e tecnologicamente avanzata, che altrove non trovavano altrettanta completezza, competenza e versatilità di svolgimento. I fattori di competitività del modello italiano dell’epoca risiedevano in questo: nella praticamente incontrastata capacità di fornitura complessa delle maggiori imprese italiane di trasformazione, imprese che funzionavano nel loro distretto come vere e proprie aziende-sistema, e che erano pochissime, ben introdotte presso i decisori tecnici e i general contractors dell’epoca, e che fornivano una completezza di servizio, di fornitura e di competenze che non aveva rivali. Alcune condizioni particolari consentivano a queste imprese di coprire forniture che comprendevano a volte moltissimi tipi di materiali diversi, provenienti da vari Paesi e continenti, con lavorazioni complicate e tecnicamente problematiche, con forniture che richiedevano anticipazioni di cassa, oltre che capacità di job management gravose. Risale a questo periodo anche la massima accelerazione di sviluppo tecnologico delle imprese collaterali italiane, che hanno fondato sulla collaborazione con le aziende lapidee e sul laboratorio naturale da esse offerto le condizioni di evoluzione progettuale, che ora continuano a fare evolvere in maniera autonoma e diffusa il comparto, ma che allora ha beneficiato di una spinta propulsiva notevole. All’Italia è rimasta questa specializzazione produttiva internazionale, essendo ancora leader incontrastato delle forniture ad altissimo valore aggiunto, e soprattutto ad alto livello di contenuto tecnico, ma le modalità di coordinamento internazionale di questo tipo di contratti sono profondamente cambiate, nel frattempo, e già negli anni scorsi lo abbiamo ampiamente verificato e descritto. Merito di diversi motivi, da internet alla presenza di professionalità adesso esterne alle imprese, e di avvicinamento complessivo tra domanda e offerta, talvolta anche sulla base di schemi ripetitivi e automatici che penalizzano le dinamiche evolutive dell’offerta soprattutto: Ma il risultato non cambia: l’Italia è ancora leader del settore per la completezza di funzionamento del suo modello, e per la complessità dell’offerta che è in grado di fornire, dal prodotto seriale alle lavorazioni specializzate, ai materiali tecnologici rielaborati, alla tecnologia produttiva. 18 Adesso, invece, per i nuovi protagonisti del lapideo, a cominciare soprattutto dalla Cina, ma passando anche per qualche altra realtà minore (sia pure con forti differenze di connotazione), il modello è diverso, e il fattore che guida l’evoluzione attuale sta prevalentemente nel prezzo finale dell’operazione, che può rimanere, a quasi parità di offerta, estremamente contenuto in virtù di una serie di fattori non solo strettamente legati al costo della manodopera, o alla catena di costruzione del valore in genere. Non è un’analisi semplice da farsi: si va dal costo della manodopera, che è incomparabilmente più basso rispetto ai Paesi europei o occidentali, ma è competitivo anche nei confronti di Paesi meno industrializzati, al costo dei trasporti, alla modalità di presenza nei mercati vicini, ma soprattutto alla disponibilità di un mercato interno di dimensioni talmente elevate, da poter fungere da mercato di compensazione per le qualità minori eventualmente invendute all’esterno. Gli ultimi due fattori si mescolano e si integrano tra loro, potenziandosi, e sommandosi alle novità di questo ultimo anno. Nel 2002 è finalmente affiorata nel mercato internazionale in maniera decisa e chiara l’azione svolta dalle imprese cinesi negli ultimi anni, di acquisizione crescente di materia prima all’estero, in termini sempre più massicci e mirati, non solo attraverso l’acquisto presso i produttori locali, che pure ha costituito il primo passo di integrazione del modello iniziale di offerta, ma attraverso l’intervento diretto in cava, a integrazione delle già fortissima capacità di fornitura propria di materia prima, che come primo fattore è stato il vero motore iniziale dell’intero settore nazionale. E così, accanto alle altre politiche di aggressione dei mercati sin qui adottate, vediamo anche seguire la falsa riga di quanto facevano le imprese-sistema italiane degli anni ’80 nelle punte estreme del modello vincente di allora: apertura di cave all’estero, acquisizione della materia prima da trasportare e trasformare in patria, e successiva riesportazione del lavorato all’estero, talvolta persino nel Paese stesso di origine del materiale, e con prezzi finali di vendita talvolta persino competitivi con quelli locali. Manca tutto il resto di quanto negli anni ’80 ha fatto la fortuna del lapideo italiano, ma rimane comunque un rischio molto concreto e forte per l’intero settore, riassumibile in un “semplice” quesito: se il modello cinese continua ad operare in questi termini, quanto possono gli altri produttori reggere ad una concorrenza su questi parametri, senza la possibilità di ricollocarsi facilmente, come le imprese europee spontaneamente e naturalmente fanno, su fasce di offerta ad alto contenuto di valore aggiunto? Diventa, in questi termini, fondamentale rovesciare la lettura del modello, e guardare al mercato cinese non solo come alla grande sfida dei prossimi anni, ma anche come a un mercato in crescita di domanda e non solo di offerta, come un mercato destinato a svilupparsi non soltanto nel consumo di produzione propria, ma anche di produzione esterna, integrativa di quanto l’offerta domestica non possa coprire. E soprattutto, ancora, come a un mercato a dimensioni potenziali grandissime, solo in piccola parte già reali. I ritmi di sviluppo complessivo del Paese sono tali, che le autorità prevedono entro il 2020 al massimo il sorpasso nei confronti degli USA come dimensioni assolute del PIL. Questo non significa, ovviamente, una ricchezza pro capite paragonabile, nemmeno nel 2020, con quella degli Stati Uniti, però significa una presenza che in tutti campi, in tutti i momenti della vita economica del globo diventerà pervasiva e irrinunciabile, quale in parte è già ora per alcuni settori. E il lapideo non farà davvero eccezione, e la competizione riguarderà assai più, stanti così le cose, i Paesi a nuovo ingresso settoriale, che quelli storici, avanzati nelle tradizioni di consumo e di produzione e di mercato. È molto diffi- 19 cile così prefigurare gli esiti che tali fattori possono produrre nello scenario internazionale del settore. Le sfide che ci attendono sono quindi estremamente impegnative, ma anche esaltanti, in un certo senso, perché i contenuti del confronto sono avanzati e possono con facilità portare ad un generale processo di crescita del settore lapideo e delle tecnologie ad esso necessarie. Si pongono anche dei quesiti importanti: quale ruolo svolge la ricerca, e la tecnologia non solo di produzione o di comunicazione, ma complessiva? Bastano i distretti, con la loro logica prevalentemente a radice endogena a dare le risposte giuste alle sfide condivise? E però la risposta a queste sfide, di nuovo, non può essere più di tanto individuale e priva di strategia complessiva, sia da parte delle imprese che da parte dei distretti e delle istituzioni, anche se la storia insegna che nei momenti di necessità, le strategie, quando esistono, vengono trovate in maniera quasi naturale, sia dagli uni che dalle altre. Ci vuole però un maggior sforzo di volontà e di consapevolezza, di unità di risposta ricercata attivamente, più che trovata o addirittura subita. Bisogna trovare le modalità di reazione attorno alle quali, di volta in volta, aggregare massa critica per svolgere il proprio lavoro in serenità e costruendo ricchezza collettiva. Scomporre i problemi per livelli di interesse comune attorno ai quali aggregare il consenso e le azioni, non è cosa facile. Le imprese hanno sinora cercato le loro vie individuali ai cambiamenti esterni, più o meno dappertutto, ed è un processo naturale di ricerca di best practices, che le guida in questo senso: si cercano soluzioni valide, si innestano nel proprio ambiente soluzioni elaborate in altri contesti, si inventano percorsi nuovi verso la domanda del mercato, attuale e potenziale, e verso la sua soddisfazione ottimale, o verso la sua gestione più complessiva. Ma è un processo che va affiancato con un’iniziativa di generale costruzione per livelli successivi di alternative di percorso, e di consenso chiaramente realizzato e condiviso. 20 Italian Industry and International Trends 22 OUTLINE It doesn’t take much to recall which events left the heaviest mark on the year 2002: the transition from the fresh memories of September 11th to the war in Iraq in 2003 has been progressive and clear-cut. After six months in which the world’s economy had got back on its feet after the shock of the New York tragedy, in the summer we saw trade slowing down as a consequence of the international political tensions deteriorating again. Then, the prospect of the war in Iraq markedly affected the first few months of 2003, and the next few weeks will determine if, to resume the strong recovery everyone by now longs for, we have just to wait for the first few months of 2004 or if we have to put it off once again. It is North America that has been hit hardest by the uncertainty of the future, with the dollar being challenged for the very first time by a single European currency which alternates with it on the world’s markets also as a transaction currency. And here is the other great turning point of 2002: the first year of the euro. With some wavering at first, but by now constantly above par with the US dollar: from the beginning of March 2002 to March 2003, the appreciation of the euro over the dollar topped 21 per cent of its nominal value, while the Dow Jones dropped by 26 per cent over the same period. How much of this is due to international events and how much to the still weak economic situation of the United States and to the speculations that have burst out in all their weakness in the last few months, will be decided by the experts. The result in any case, at last for the time being, remains unchanged: a strong euro allows us to buy raw materials at a favourable exchange rate but also involves the other side of the coin, which affects exports and a number of choices that EU institutions and private operators find hard to take. In the eurozone, the GDP has slowly decreased over the year, while in the Asian zone the economy continued to be favourable and to expand quickly. And only the recent threats of the SARS, rather than the economic variables or the fundamentals of the greatest Far Eastern countries, have cast a shadow on the overall rate of growth of the entire area. It is not a market crisis yet, but for some countries it is already a general work and image crisis rather than a political crisis. Even in Latin America, there are positive signs of a slow but widespread recovery compared with last year’s general depression despite the continuation of weakening factors. Some major countries are at a significant political turning point that could really mark a new cycle and general climate, which is needed everywhere. It could affect the general economic trend of the continent and indirectly affect the partner areas of each industry. The North American economy remains completely unknown, however, including its consumption trends, Stock Exchange and property and financial markets. The crisis of public economy, which in some countries is dramatic, can very seriously affect the family spending, thus deepening the social gaps that up to the Eighties had been filled up by the middle classes. The property market continues to be lively, with the traditional US ability to renegotiate mortgages, which has led to the expansion of family borrowing. At present, the consequences are favourable, and some mechanisms of redistribution of the speculative Stock Exchange losses have protected the family balances from the negative effects of drops and scandals, such as Enron’s. 23 Sooner or later, though, even if the property market became speculative, it will become somewhat risky and therefore hard to control. In addition, the war against terrorism is taking up a large part of the budget, and the next choices of the administration will be key to the economic and political developments of the situation, not only for the US. STONE INDUSTRY What happened to the stone industry in 2002? Many figures, as well as more general elements, seem to describe 2002 as another basically positive year for the industry across the world. The processes under way have got deeper, in terms of market rearrangements, the new roles of producers, and demand/supply dynamics. The weight of the new information media has grown, becoming in turn a cause of change according to a pattern that has already been identified in the past, and the political events that dominated the commodities and capitals markets during the year have comparatively affected the industry, mostly indirectly and at the end of the year. Productions and consumption have generally grown, and the changes started in the preceding years have kept going on, with no apparent turnabouts. And yet these processes did not see everyone going in the same direction, quite the opposite: the geography of growth was very local, as was that of regressions, whether small or large. Once again, the national institutions are changing roles more and more quickly, in a crisscross effect of increases and decreases, and specialisation, turnover and outlet market segments are changing places. As to international production, the increase in overall consumption has increased the demand, and the supply has followed or better boosted the process, especially in some very active countries which are comparatively new to the industry, which have heavily relied on few but effective competitive factors: ◆ ◆ ◆ ◆ Competitiveness of production costs and therefore sales prices. Diversification of the quality of supplies on international markets. Aggressive policies of visibility and expansion on different sales markets, boosted by the use of all market penetration and communication technologies. Efforts to develop products and make the sector more complex, which further moved, especially in China, but not only there, the frontier of the supply of raw materials only, and from the local supply of standard-range products to the supply of medium-range products to farther markets, including those that have always been less in favour of their products. And so we see that the process started a few years ago, in which new countries took leading positions at first by virtue of their prices and potential production of raw materials, then also by virtue of a strong effort to enrich their supplies and commercial and sector resources, continuing and getting stronger and stronger. Such process is reshaping the productive and market specialisation of more traditional countries, such as Italy, Spain, Portugal and Greece, and boosting 24 the development of other countries that are newer than European countries but not as new as China or Iran: Turkey, India, Brazil and others. The more traditional countries have responded in different ways, but the general climate was not peaceful, and progressive changes and drops in turnovers did and do take place in many stone production areas. In some cases, the change has not been completely grasped yet, but the industry is realising that the development pattern of the countries that are not expert yet, but no longer new to the international arena, is not reproducible in the new producing countries that are just appearing on the international market. The latter are by now very few, the international resources to be still utilised are fewer and fewer but the “Nineties style” model adopted by Turkey or China cannot be reproduced. The changes that have taken place in the meantime are too dramatic, and one cannot go back on supplies or trade or on the finished goods market or on job organisation. And just because of the coming of new bombshells, such as China, Turkey and Iran, the scenario has rapidly changed in just a few years, and competition and the players’ roles have and are being reshaped by the new industry inputs of demand and supply. The international production of raw materials is thus increasing, domestic consumption and trade, especially blocks, but also semi-finished goods, are increasing, and the industry is generally growing. And the role of the old lions of the industry, first and foremost the European producing countries, is reduced, and they quarry less, export less but consume the same amounts; actually sometimes the imports of finished and semi-finished goods increase, thereby boosting those changes that are slowly moving them towards special productive niches and specialised ranges. This process involves above all granite: marble deposits have always been more in demand and more heavily exploited than granite ones, and have been constantly exploited for longer since marble is a more pliable stone which is therefore “easier” to process and use, and novelties are less important and prestigious. But with granite, as everybody knows, it’s a different matter, and there the storm can be clearly seen and is becoming somehow structural. It remains to be seen how much the “contagion” can spread to calcareous stones as well; but there’s no doubt that the international trade has moved, and is now based on a new scale of factors that involve more the raw materials, which kick-started these changes which by now affect all of the stone industry. ITALY For Italy in particular, the effects of the external changes have been clearly felt in 2002, and have raised some operating and marketing questions that the companies are trying to solve in a fairly consistent and common manner, which is not however organised or aware of the final result. This kind of reaction to the challenges of the domestic and foreign markets is shared by many industrial sectors in Italy, especially those that rely on medium- and small-size manufacturing concerns, i.e. the majority, possibly many local producers. And certainly their farsightedness and ability to control the potential external scenarios are challenged by the international situation and by its sudden and global developments. Whereas, for instance, the war in Iraq was to be expected, the SARS was completely unpredictable, and its impact on the economies 25 of the most heavily affected countries and their major partners, and the potential consequences on local and non-local trade in the next few months cannot be determined yet. In 2002, the domestic consumption of stone materials has been consistent and supported by the property and building markets that are still at the same high levels as in the last few years. In the building industry, forecasts for next years are no longer so rosy as in the past: the positive cycle of 1995 is drying up and 2002 has already been hit by the fall that is by now becoming more apparent. Actually, this fall is expected to turn into a neat turnabout in 2004, as in many European countries. They are the same countries that over the last three, four years have seen their property and building markets, including new buildings, significantly grow and develop, with the unusual exception of Germany. But the expansion cycle of the building industry in general, in Europe and in Italy, which has lasted the longest since the Fifties, is now going through a slack period and will begin to progressively decrease even at the end of 2003. It is a complicated situation, with a criss-crossing of factors that are sometimes so inconsistent in their trends and developments as to cause consumers and investors to draw the simplest conclusion: uncertainty. Uncertainty is the prevailing element in this industry as in many others. In the past, the processes were more straightforward, and the changes under way have given raise to competition, have changed the market behavioural models and have reshaped competition strategies. In these days and age, it is uncertainty that prevails, and this uncertainty comes first of all from the demand, then affects the relation between demand and supply. The role of the property market, in this ever-changing scenario, is also changing and dragging other markets with it, for instance the stone market. And so the Italian domestic consumption has kept taking up stone, although the prospects are slowing down and progressively being affected by a general decrease in household spending. The joint effect of the decrease in the property market and the drop in family spending falls, for the very first time in the recent history of the Italian building industry, on the maintenance market, which so far had been the one most involved in the major changes of the balance-sheet items of the building industry, so much so that even a lot of time ago it had exceeded the 50% threshold of the turnover of the entire industry. The stone industry plays a small, but significant, role precisely in the revaluation of buildings, in the reinvestment in the image and marketing of buildings and constructions, and the Italian industry has not missed the opportunity, both in Italy and in the EU, then also overseas. But just for this reason, after having benefited from it in the past, it can potentially be more vulnerable to such changes: after a good 2002, the stone industry seems to be challenged by competition and niche and specialist markets in the future, something that even the domestic market is unable to sidestep. This scenario is corroborated by our annual survey, that we conducted in early 2003 on Tuscany and Italy: the companies did and do face double prospects, with the industry and the general expectations on one side, and their subjective situations on the other. On one hand, the Italian stone industry expects to have to cut down on business and development opportunities, with a climate or better a common acceptance of negativity and pessimism, as if the external challenges were felt as structural and unassailable, as if the changes under way left no room for taking action and recovering leadership and success, as if the means that other building sectors have used to improve their competitiveness and advantages were doomed to fail and were essential- 26 ly regarded as palliatives in which they should not invest too much, not even emotionally. But if we look at the corporate approach, then in most cases the prospects are better and involve the use of all those defence mechanisms that are typical of proactive work and business, which do not solve problems but bring them down to a day-to-day size, thus warding them off someway and breaking them down to an assailable scale. And then work goes on, optimism almost comes back and the prospects of the sector, as a whole of individual businesses, look more viable. This happens of course in those industry segments (and they are positively the majority) that have not been too much challenged by the distortion of the usual competition factors that the industry is experiencing all over the world. And so we see a search for an individual position in an ever-changing market, in search of a business and productive specialisation, of an individual solution to common problems, a position that may give pride of place to one’s know-how, thus making the most of one’s absolute and competitive advantages. This search has not always been successful in 2002. In some production areas and for some products, competition has not been favourable and has affected employment, turnover and medium – and short-term prospects. And this did not only concern the stone industry but all the allied industries as well, that even if late have begun to be affected by this low economic ‘tide’. This accounts therefore for the decreasing figures, first of all in quarry production (see Table B), which in some regions has remarkably decreased, but also in the overall production, turnover and exports. The quarry productions that have been hit hardest have not been so much those associated with fashions or aesthetic choices, but rather those that could be more easily ‘replaced’ by low-cost, cheaper productions, mainly Chinese, those that were more vulnerable to a competition based on prices, but not on the other factors that remain the prerogative of higherrange products. This also affected those production areas that had unsolved problems of their own, which they could not tackle at such a hard time, in which the day of reckoning simply and dangerously added up to the rest, thus turning into a concomitant cause of problems: environmental problems, adjustment of productive facilities, regulations and all that the stone industry, quarrying in particular, knows very well. Or it affected those areas that were and are linked, more than others, to markets that are exposed to today’s negative ‘winds’, above all the Middle and the Far East. The overall quarry production has therefore decreased, also because the annual overall turnover of all exports, above all of finished goods, has decreased by 6.4%/year, or by 6.9% if we look at the highest added value goods alone. This scenario contains two positive figures: chips, and marble and travertine blocks, even compared to a generally very positive 2001, have fetched remarkable increases, a lower one for the latter, but a neat one for the former. The 2002 export figures should actually be looked at by keeping in mind that 2001 was a very positive year, at least until September, when, as we all know, the New York tragedy and the Twin Towers attack made a neat turning point in a market that was already slowing down. 2002 largely reaped the consequences of both September 2001, which should not be underestimated in any respect, even psychological, and of the creeping crisis that was already under way in the USA, i.e. the greatest market of some products, the US market that added its domestic problems to those that had already burst out in the other great importer of Italian stone products, 27 Germany. So, two troubled economic crises of two great industrial countries, consumers of stone as well as of other commodities, added up, resulting in a difficult scenario which affected not only Italy, but also other traditional producers, such as Spain and Portugal. It hit hardest all those producers which could not reduce their sales prices to maintain their market shares at all costs, because their internal rigidity did and do not allow them to drop below a given threshold which other producers are instead largely trespassing. And that’s not all: this picture was aggravated by the problem of the euro dramatically rising on the currency market, which made the picture even more rigid and exacerbated the situation. And so the figures are still high and respectable, so that we can say our industry is still the best in terms of turnover, market share, international success and product quality. But a comparison with last year shows that this process is troubled and certainly not painless, an international shift in position, the umpteenth in the last twenty years, which has largely continued in the first half of 2003. It is the strategic positioning of the domestic industry that made the success of the addition of niches and quality and industry specialisation, evidence of the strong and important role that the Italian stone industry and products still play. Table 1A. Italian domestic exports – January/December 2002 2001 Tons. Euro MARBLE BLOCKS AND SLABS 754.246 170.331.058 GRANITE BLOCKS AND SLABS 184.613 49.885.182 FINISHED MARBLE 1.375.933 938.546.514 FINISHED GRANITE 979.560 815.009.217 OTHER FINISHED STONES 220.936 48.311.297 Subtotal of blocks, slabs and finished stones3.515.288 2.022.083.268 CHIPS AND DUSTS 1.072.955 37.502.119 Subtotal including chips and dusts 4.588.243 2.059.585.387 RAW SLATE 4.764 3.236.772 FINISHED SLATE 32.518 24.240.761 PUMICE STONE 75.088 4.422.606 TOTAL 4.700.613 2.091.485.526 Source: National Statistic Office, processed by IMM. 2002 Tons. 761.426 165.926 1.333.752 902.644 230.105 3.393.853 1.251.943 4.645.796 3.921 33.230 100.088 4.783.035 Euro 170.752.098 47.548.867 883.050.165 736.370.256 44.590.445 1.882.311.831 44.977.159 1.927.288.990 2.323.731 23.527.763 5.364.853 1.958.505,337 diff. % ’02/’01 % Q.ty % Value 0.95 0.25 –10.12 –4.68 –3.07 –5.91 –7.85 –9.65 4.15 –7.70 –3.45 –6.91 16.68 19.93 1.25 –6.42 –17.70 –28.21 2.19 –2.94 33.29 21.31 1.75 –6.36 In some cases, the mean value has held out, sometimes it has not, and in any case all figures suffer from the ‘growing euro’ effect which sometimes led to change the price lists, especially at the end of the year and even more at the beginning of 2003, often eating away the elasticity margins that are reflected in the prices, and opening the way to the competition of other producers that work in non-EU currencies. The fact is that the balance remains on the debit side, and worst on granite. It is especially these materials that Chinese and other competitors have hit hardest and that are giving a hard time to Italian producers, especially Sardinian ones, aggravating the other problems. In some cases, there are been problems with marble as well, because of external effects: all the areas that normally work with the Middle East have slowed down or stopped completely at the end of the year and then in the pre-war period, just like now atypical pneumonia is affecting trade, although in a very different way, with some Far Eastern countries. 28 But the storms of the external scenario must become part of our daily life, and there is no such thing as one answer to all questions, including the future ones. The areas where Italian products sell most have remained or are even more the traditional ones: Europe, even outside the EU, North America, and to a smaller extent all the others. The enclosed tables provide accurate figures and a comparison with the year 2001: out of about 2000 million euros, 650 are made up by the European Union, although with a 10% decrease on the best products, mostly granite, and over 200 by the rest of Europe. The future entrance of the new EU member states will further extend the role of the EU market, even more because some of these new members are becoming more and more important for the general economy and for this specific industry, both as consumers and as producers and converters. And often they are also becoming increasingly important as commercial and working partners not so much and not only for Italy, but rather for Germany and Austria. Stone from Croatia and other former Yugoslavian states is often beautiful and attractive for the entire stone market. And southern Mediterranean countries, such as North Africa, are also growing through partnerships or by themselves, although on still low quantities and values. North America is quite a different market, because here the greatest problems arise from the uncertainty on the future economic and political developments. Up to 2003, the picture seems to be still under control, with stable property, family spending, building and maintenance markets, even if with signs of increasing unrest. But as to 2004, nobody dares to make accurate predictions or assumptions. In 2002, high-tech jobs and supplies have been largely the prerogative of Italian companies along with supplies of marble and granite semi-finished goods, and the turnover slightly increased on the commodities that are weakest elsewhere. But the ‘euro’ effect is heavy, and even if one can buy better one then finds it harder to sell. And so the balances by value and by quantity of finished marble and granite differ, with values becoming negative for marble: in other words, the unit mean value has been affected by external problems. Once again, the picture of exports to South America is negative, with balances over 30% in the red for the year 2001. In these countries, the industry is more of a resource than an expenditure, and not even the close relations with Italy can do much to change the situation. In some cases, there are joint ventures with Italian companies working locally in different forms, sometimes orientated to other countries. The common goal and hope is that they may be useful not only to strengthen the Italian and local share of these markets but also to help them overcome more general problems, with the help that a small but lively segment as stone can give. Exports to the Middle East have been hit hard by the climate caused first by the pre-war situation, then by the actual war in 2003. The problems, including practical transport problems, and the general uncertainty of the picture have been deeply felt, even if there was a strong will to go on and forget about them. The decrease in Italy was however remarkable both by quantities and values: –10.6% by volume and –15% by value. These are countries, however, which have always carefully followed our products and supplies, and the Italian production areas that are closely bonded to the Middle East, after having been hit by last months’ events, are however ready to recreate the previous conditions and to resume their relations where they had been stopped. It’s quite a different matter for the Far East: here the figures speak louder than in the past. South 29 Korea is virtually the only country that grew a bit in 2001, by volume and values, but just like the rest of the region: the unit mean values are definitely collapsing, which means that our suppliers can usually place lower quality materials on the Far Eastern market. The Chinese market in particular is growing by over 30% by amounts but is decreasing by almost 10% by values. Along with very valuable and prestigious jobs, there is a mass of exports whose value is progressively falling in value, which don’t do much for our industry even if they contribute to the development of a domestic market that perhaps might become higher quality and more open to other supplies as well in future. In other words, this year has not been easy for Italian exports that have been affected by objective difficulties and growing challenges, but managed nevertheless to find their way to 2003, which could be a turning point on many markets. Of course, the Chinese challenge cannot be easily solved but we are not short of resources to remain competitive, as is proven by the Italian companies when they say their individual prospects are better than those of the global system. Imports too have suffered, even if less than exports. Marble imports in particular have decreased, while granite imports have at last benefited from the ‘strong euro’ effect even if not so much as exports have suffered. Table 1B. Italian domestic imports – January-December 2002 2001 Tons MARBLE BLOCKS AND SLABS 431.973 GRANITE BLOCKS AND SLABS 1.725.880 FINISHED MARBLE 48.927 FINISHED GRANITE 41.866 OTHER FINISHED STONES 69.096 Subtotal of blocks. slabs and finished stones 2.317.742 CHIPS AND DUSTS 293.176 Subtotal including chips and dusts 2.610.918 RAW SLATE 3.458 FINISHED SLATE 6.013 PUMICE STONE 13.685 TOTAL 2.634.074 Source: National Statistic Office, processed by IMM. Euro 87.433.805 387.610.016 30.596.817 19.110.022 11.759.025 536.509.685 16.347.182 552.856.867 845.633 3.007.940 1.177.575 557.888.015 2002 Tons 398.258 1.708.934 51.956 44.720 101.027 2.304.895 372.370 2.677.265 5.473 7.357 13.337 2.703.432 diff. % ’02/’01 Euro % Q.ty % Value 74.319.267 –7.81 –15.00 373.025.672 –0.98 –3.76 29.035.229 6.19 –5.10 21.470.866 6.82 12.35 13.877.009 46.21 18.01 511.728.043 –0.55 –4.62 18.281.398 27.01 11.83 530.009.441 2.54 –4.13 952.120 58.27 12.59 2.803.032 22.35 –6.81 1.476.276 –2.54 25.37 535.240.869 2.63 –4.06 Imports of finished marble and granite are beginning to be sizeable, especially against a decreasing mean unit value: there’s no need to say that it is just this factor, even if it is by no means the only one, that is increasingly affecting the trend summarised by these figures. On a number of occasions, the competitiveness of the sales prices of some foreign goods, when competing with Italian ones, favoured the foreign goods even when the quality of the supply was the same or almost the same. Of course, the word ‘almost’ contains a multitude of differences and nuances, which give suggestions and indications on the defence strategies of the domestic industry that can be enforced without breaching the rules of free trade and free competition. Some rigidities cannot be sidestepped, and in this case the only option is to differentiate the supply to a quality level that may push the price to the very bottom of the list of values. 30 THE INTERNATIONAL MARKET As we said before, in 2002 the international market did not stop working, even after the Middle Eastern events, but continued to expand by slowing down trade locally. The overall outcome was therefore that of a still growing trade, even if less than the frenzy of two or three years ago. And above all a geographically much more uneven one, developing even more than the regionoriented model of the Nineties. Trade with North America, the European Union and the neighbouring European countries remains high; trade with the south east of Asia is also high, despite current health problems. Even North Africa, of which we know very little, is trading increasing amounts of raw materials and finished goods, which are becoming more and more attractive both for their volumes, for the domestic markets, and for the type and qualities of their materials, for the international markets. On the supply side, there’s no need to repeat that China is becoming more and more of a “total” country, in that it is by now an international leader, that produces, consumes, buys, converts and resells at all levels and everywhere in the world. Even for China local trade is the highest, with official figures exceeding 47% of the total trade of China and Hong Kong together, net of internal trade between the two customs. And these are quantitative figures that account for the slow segregation of other producers from local market areas. Japan and South Korea are the two most active partners, along with Singapore and Taiwan, which are decreasing. China also consumes a lot, but exports to China are still limited to few product ranges, even if with a lot of types of materials and often with excellent process quality. Its domestic market remains however huge and leaves the local stone industry free to express itself in a stable way, which only an almost equally large country, such as India, can imitate. The superiority of the ‘Chinese phenomenon’ is not new, but the rate at which some processes started in the past are spreading is so fast that it hits the headlines despite all forecasts and produces tangible effects year after year on the other countries’ figures and companies. And they are not only long-standing countries, and this is the news, but also countries that have already made or are making their appearance on the international stone market. So, when the long-standing countries, such as for instance Spain, increased exports, they did it much more in raw and semi-finished materials than in finished goods, while they saw a reduction in the production of quarry materials, as the local companies are beginning to feel the consequences of the ever-changing market. And that’s not all: block exports have increased towards China, then to all the North-African, Middle Eastern and non-EU countries, i.e. to virtually all the countries that have begun to process stone by their own and are becoming more independent and consuming more. The US market has supported many of its producers, with its still high consumption, which is helped by the property and housing markets. The market is nearly saturated but for the moment it seems 2003 will maintain this trend. The strength of the euro has partly affected trade between the EU and this country, but it concerns 2003 rather than 2002, the first half of which was actually hit hard by other events. The high tide of September 2001, then the Afghan and Iraqi events affected our industry as well, even if to a smaller extent. The cash drag and the lack of 31 confidence of minor Stock investors, following the Enron and Tyco scandals, fuelled uncertainty in family consumption, but the property and building industries, as shown by all technical indicators, has held out, actually warding off the potentially harmful effects of the capitals flowing out of the country. And so stone has kept its leading position on the domestic market, through the long-established channels that have been working over the last few years. The suppliers’ staff were expanded since in the end everyone looks at the USA and at its market. Exports of finished products, and even more raw and semi-finished materials, to the USA have increased, especially from China, with a strong role being played by the granite of South-Africa, a country that just for once is prevailing over China, Canada and Brazil, while Turkey is increasing its marble trade. Nevertheless, if we look at the historical sequence of the last few years, 2000 is the year of the greatest general growth, of the real jump in consumption volumes, especially granite, imported from Italy and to a smaller extent from India and China. There’s something strange in US figures compared with Italian figures, a considerable difference, as if it had taken longer to leave one custom house and get into the other over the last three years. The average of Italian exports of finished goods to the United States in the last three years remains consistent with the average imports declared by the USA, but annual figures remarkably differ. In any case, the general feeling of the current trend remains: a decrease in 2001, which has been fully made up for in 2002, with a more widespread presence of other supplier countries, other than Italy, for instance Brazil for granite and Turkey for marble. The latter country is going through an excellent period on the international market, even if it is being challenged by Asian competitors just like other producers. But the products supplied by the Turkish stone industry is not only wide for the variety of its materials and products but also high quality and more and more expert and competitive. The same applies to other Middle Eastern and North-African countries, for instance Iran, Egypt, Morocco, Algeria and so on. But the international scenario is pushing all of them to increase the quality of their supplies and as a consequence to push forward the frontier of competition and the complexity of their global market share. After all, this is the real news of the late 2002: it is perfectly clear, by now, that the penetration of international markets involves, for everyone, a number of factors that are increasingly farranging and complex, not only prices or raw materials. The presence of such a giant as China has already fixed the outcome of these ‘simple’ factors, and only a country that is equally big and strong in terms of quarry production, production costs and potential domestic market as India could perhaps compare to China. For virtually all other countries, the future is on another level and involves a different type of competition, and it is up to Italy, once again, because of the complexity and high level of its industry and output levels, to open the way to a new leadership model. 32 MARBLE MACHINERY The stone production technology market has partly gone through the same ups and down as the stone industry, since it has shared the same international scenario and trends. Even if for years we have seen the machinery industry, mainly machines made in Italy, the technologically most sophisticated and commonly used machines, announcing changes for the entire stone industry, this year the reasons for the fall in the international trade is that general uncertainty that has tainted virtually everybody, rather than internal industry factors. Economic factors, such as the appreciation of the euro, have not only reduced the Italian exports of rough and finished stones, but often have also induced people to wait, while production was changing, hoping that the euro would stop being on a par with the dollar, that the wait would not be counterproductive. In this industry, as we have said many a time, the Italian leadership is still more widespread and stronger than in the stone industry, and the figures of trade and international transactions are clear. Italian exports of dimensional stone processing machines slightly decreased in 2002 compared with the preceding year, especially on primary cutting machines, but such fall concerned mainly the countries of destination rather than the types of machines. In other words, the minus sign was mainly due to the destination countries, to their domestic industry development problems, and not to the technology being considered unworthy of change or unable to fulfil the industry requirements. Compared to the negative figures of all of Europe, and EU in particular, the North-African countries, although very active and interesting, have not done much, busy as they were to innovate rather than outline their domestic processing industry (please note that the figures we have available do not include quarrying machinery, which is covered by the larger area of mining and quarrying machinery). Egypt, Tunisia, Algeria and Morocco have kept investing in their production facilities, especially and remarkably Algeria, by buying the technology that has always found its best place in the international scenario, although the figures speak of about 38 million euros against over 90 million in the EU, which had topped about 128 million in 2001. Spain, Greece and Portugal are the countries most affected by the negative performance of the EU, with this uncertain or downright negative wave impacting on their allied industries In these countries, it was not so much the effect of the euro, which is the common currency, to have taken its toll but rather their domestic market trends and the uncertainty of prospects, the fierceness of external competition and the substantial investments made in these last few years that caused this drop, which is continuing now and perhaps throughout 2003. In the United States, it has been above all the finishing machinery sector that has been most successful, in line with what we said about the organisation of the US market, and its internal development, often oriented to finishing semi-finished goods locally to adapt it to their customers rather than buying turnkey supplies, a type of supplies that in any case is not missing. And so they buy fewer saws and more polishers, and the exchange rates boost the growth of mean export values. More delicate is the situation in South-America, which also buys more finishing machines than expensive granite saws. But Brazil, the greatest purchaser along with Mexico, grows in quantities and decreases in values, in a remarkable way that is not even balanced by the exchange rate but rather damaged by the strong euro. 33 The Middle East is holding out, with Iran becoming the first partner of Italian companies, much more than Saudi Arabia and Israel: once again, the allied industries confirm the general trend of the stone industry and the extent to which the prospects, the type of competition and the market players are changing. India has restarted to buy but the real surprise of the Far East is Vietnam, which with its 23 million euros exceeds even China, which stops at 13, and South Korea. Table 2. Italian exports of machinery to Vietnam, China and South Korea. VIETNAM CUTTING MACHINERY PROCESSING AND POLISHING MACHINERY TOTAL 2001 Tons 708 2.119 2.827 Euro 1.728 21.499 23.227 2002 Tons 0 2.584 2.584 CHINA CUTTING MACHINERY 2001 Tons 827 Euro 2.853 2002 Tons 272 PROCESSING AND POLISHING MACHINERY TOTAL 1.286 2.113 11.068 13.922 1.538 1.810 SOUTH KOREA CUTTING MACHINERY PROCESSING AND POLISHING MACHINERY TOTAL 2001 Tons 444 574 1.018 Euro 1.459 6.778 8.237 2002 Tons 11 178 189 Euro 0 16.464 16.464 diff. % 2002/2001 % Q.ty % Value 0.00 0.00 –18.01 30.59 9.39 41.08 diff. % 2002/2001 Euro % Q.ty % Value 2.093 203.84 36.31 13.161 15.254 –16.37 16.75 –15.90 –8.73 diff. % 2002/2001 Euro % Q.ty % Value 98 3894.30 1387.84 2.254 223.15 200.63 2.352 439.34 250.13 Only Spain, the United States, Algeria and Iran have been on this level of figures and trade throughout 2002. These figures are sufficient to give a picture of what is going to happen on this side of the world, and as a consequence in the rest of the world as well. CONCLUSIONS The picture provided by 2002 is one in which changes have taken place and will continue over the next few years, probably changing the face of the industry all over the world. The ‘Chinese effect’ has begun to unfold by now and has in fact found the way that nobody took for granted yet. A likely, clear growth, which not everybody was ready to acknowledge and of which very few people, as the signs of the frantic growth of this country first appeared, grasped the real potentials. And instead here we are, the international industry scenario has to come to terms with a huge country that is following in the footsteps of Italy when it developed after the second Word War and up to the Eighties, along with some stone producing countries and then some external countries that are now among the leaders. This is taking place in a different scenario, where some of the key elements have changed, so the development will not be too similar, and 34 will raise new challenges and new problems that individual and institutional industry operators will have to face. In the Eighties, a very complex model worked for the ‘Italy of Granite’, with seemingly contradictory characteristics, but which was run through by a strict functional rationale, that worked as follows: raw materials were imported from foreign countries, they were processed in Italy and then the finished goods were re-exported to their final destinations. The reason why this worked for Italy twenty years ago was the absolute quality of the supplies, with its unrivalled technological level which attracted to the Apuan-Versilian district, and also to Veneto and other regions, big international contracts for complex supplies, involving sophisticated processes and technology, that could not find such a completeness, competence and flexibility anywhere else. At that time, the Italian model was competitive for the unrivalled ability of the leading stone processing companies, acting as veritable corporations/systems in their areas, to supply complex products, and these companies were very few and had good connections with the technical decision-makers and the general contractors of the time, and could offer all-round services, supplies and advice that were second to none. Special circumstances allowed these companies to supply a multitude of different materials from different countries and continents, involving complex and technically difficult processes, supplies that required down payments as well as demanding job management abilities. This was also the time of the highest acceleration of the technological development of the allied industries in Italy which based their development plans on the co-operation with the stone industries and the natural test benches they offered, which now they continue to develop independently throughout the industry, but which benefited from that remarkable boost. This international productive specialisation still belongs to Italy, the unrivalled leader of very high added value, high-tech supplies, but the international co-ordination of this type of contracts has dramatically changed in the meantime, as we saw and described a few years ago. A number of reasons are to blame, from the Internet to the use of external consultants, and the increasing closeness between demand and supply, sometimes with repetitive and automatic patterns that damage the evolution of the supply, although the result is the same: Italy is still the industry leader, with its all-round functional model and the complexity of its supplies, from mass-produced goods to specialist processes, to reprocessed technological materials, to production technology. Now, for the new stone industry operators, first and foremost China, but also some minor countries (although with big differences), the model is different, and the factor that drives today’s developments is mainly the final price of the operation, that can remain very low even when the supplies are almost the same, due to a series of factors that are not only closely related to labour costs or to the value-forming chain in general. It’s not a simple analysis: it ranges from labour costs, which are incomparably lower than in European or Western countries and can also compete with other, less industrialised countries, to transport costs, to the type of penetration of the neighbouring markets, and above all to the availability of a domestic market that is so huge it can take up the inferior quality that does not sell abroad. The latter two factors blend with and add up to each other, thus strengthening and bringing this year’s events to a head. At last, in 2002 the international market has neatly, clearly revealed the role played by the 35 Chinese companies over the last few years, i.e. they bought more raw materials from abroad, in a more and more massive and specific manner, not only by buying from local producers, which was however the first step towards the integration of the original model of supply, but by working on the quarries, thus completing their already strong capacity to supply raw materials, that as the first step had been the real propeller of the entire domestic industry. And so, along with the other market penetration policies that we have seen above, they have followed in the footsteps of what the Italian corporations/systems of the Eighties had done at the peak of the winning model of that time: quarries were opened abroad, raw materials were taken and carried to Italy to be processed, then the finished goods were re-exported abroad, sometimes even to the countries from which those materials came, and at final sales prices that sometimes were even lower than the local ones. All the rest of what has made the success of the Italian stone industry in the Eighties is missing, but a very real risk remains for the entire industry, a risk that can be summed up by a ‘simple’ question: if the Chinese model keeps working like this, how long can the other producers hold out against such a competition, without any chance of finding some other position, as the European companies naturally and spontaneously do, for the supply of high added value goods? In these circumstances, it becomes essential to look at the model in reverse, and look at the Chinese market not only as the great challenge of the next future but also as a market in which not only the supply, but also the demand is growing, as a market which is bound to grow not only in the consumption of domestic products but also of foreign products, to complete what the domestic supply cannot cover. And above all as a potentially huge market, whose size has not completely unfolded yet. The general development rate of the country is so fast that the authorities expect the Chinese GDP to overcome the US GDP by 2020. This does not mean, of course, that their per capita wealth will be comparable to that of the USA even in 2020, but it means that the presence of China will become widespread and essential in all sectors, at all times of the economic life of the Earth, as it already is in some sectors. And the stone industry will be no exception, and, as things stand, this competition will concern more those countries that have just entered the industry, rather than the older ones, with older consumption, production and market traditions. It is very difficult therefore to predict the outcome that will come from such factors in the international industry scenario. The future challenges will be hard, but also somehow exciting, because the contents of the comparison are high and can easily push the stone industry and its technology to grow. Important questions arise: what is the role of research and technology, not only in production but in all areas? Will the districts be able, with their mainly endogenous approach, to respond to the common challenges? But the response to such challenges, by the companies, the districts and the institutions, cannot be too personal, with no general strategy, even if history teaches us that in times of need strategies are almost naturally found. But it needs more efforts, willingness and awareness, it needs a joint response that should be proactively looked for rather than found or even suffered. It needs to find a way to react, which the critical mass can gather round to carry out their jobs with peace of mind and build up a common wealth. Breaking down the problems by common interests, which consent and actions can build on, is no easy task. So far, the companies have looked for personal ways to sidestep the external chan- 36 ges, more or less everywhere, in a natural quest for ‘best practices’: they search for good solutions, or try to reproduce solutions developed in different contexts, or invent new ways to get hold of the current and potential market demand and to meet or manage it in the best possible way. But this process should be supported by initiatives that should be jointly built in successive stages, through alternative options and through a clearly built and shared consensus. 37 38 La Industria Italiana y la Coyuntura Internacional 40 PANORÁMICA GENERAL No hace falta esforzarse mucho para recordar los acontecimientos que han dejado una profunda huella el curso del año 2002: el pasaje del recuerdo reciente de la tragedia del 11 de septiembre 2001 a la guerra en Irak del 2003 ha sido progresivo y decidido. Después de una primera mitad de año con una economía mundial que tenía que recuperarse del shock de la tragedia de Nueva York, en el verano hemos asistido a una creciente ralentización de los intercambios comerciales, como consecuencia de las tensiones políticas internacionales en fase de reagudización. Las perspectivas del conflicto en Irak han distinguido los primeros meses del año 2003, y la evolución de las semanas que sigan a esta publicación decidirá si para encontrar la reactivación por todos deseada será suficiente esperar el inicio del 2004, o si habrá que aplazar la fecha otra vez. La zona más afectada por la incertidumbre respecto al futuro es la estadounidense, con un dólar que se enfrenta por primera vez en la historia con una moneda única europea, la cual funciona como alternativa en los mercados internacionales, incluso como moneda de transición. Y aquí encontramos el otro gran cambio del 2002: es el primer año del euro. Al principio, la moneda tuvo varios altibajos, pero desde ya hace varios meses, se ha colocado establemente por encima del nivel de paridad con el dólar estadounidense. Desde principios de marzo del 2002 hasta marzo del 2003, la estimación del euro sobre el dólar ha alcanzado el 21% nominal, mientras el índice Dow Jones ha bajado del 26% en el mismo periodo. De esto lo que sea debido a los sucesos internacionales, a la débil situación económica de EE.UU. o la explosión de eventos especulativos de los meses pasados es hoy materia de discusión entre los técnicos. El resultado, al menos por ahora, es el mismo: que el euro fuerte permite adquirir materias primas con cambio favorable, pero también está el otro lado de la moneda que afecta las exportaciones y conlleva una serie de elecciones, muy difíciles de operar, por parte de organismos comunitarios y de operadores privados. En el área del euro el PIB ha bajado progresivamente en el curso del año mientras que en el área asiática la economía ha continuado en términos positivos y con buen ritmo de expansión. Lo único que puede oscurecer el horizonte en esta zona, bastante más que las variables económicas o las fundaciones de los principales países extremo-orientales, son los nubarrones del síndrome SARS. No es todavía una crisis de mercado, pero para algunos países ya es una crisis de operatividad e imagen, antes que de política o de otro tipo. También en la América Latina se ven señales positivas de reactivación, lenta y difusa, con respecto a la depresión generalizada del año pasado, a pesar de que existan todavía fuertes factores de debilidad. Algunos países importantes se encuentran en un punto crucial político, que podría marcar un cambio de ciclo y de clima general, del cual no sólo los países individuales tienen necesidad. Ese cambio podría afectar la marcha general de la economía del continente e incidir en otras áreas asociadas en los varios sectores. La gran incógnita sigue siendo la economía norteamericana, en la marcha de sus consumos, su bolsa y su mercado inmobiliario y financiero. La crisis de la economía pública en algunos estados lógicamente se refleja en las partidas de gastos de los ciudadanos, tendiendo a aumentar el abismo entre las clases sociales y trayendo como una de sus consecuencias una disminución en 41 el grosor de las filas de la clase media desde los años 90. El sector inmobiliario sigue teniendo movimiento, con la facilidad tradicional en EE.UU. de renegociación de los préstamos hipotecarios, lo cual ha llevado a la expansión del endeudamiento familiar. De momento, las consecuencias son positivas ya que existen algunos mecanismos de redistribución que han conseguido evitar las quiebras financieras familiares protegiéndoles de las pérdidas especulativas de la bolsa y de los escándalos tipo Enron. Tarde o temprano, sin embargo, si también el mercado inmobiliario se volviese especulativo, se vislumbrarían contornos de riesgo que podrían resultar difíciles de controlar. La guerra contra el terrorismo está además absorbiendo grandes recursos y las próximas decisiones de la administración serán absolutamente decisivas para los desarrollos económicos y políticos de la situación cuyos efectos se extenderán más allá de las fronteras estadounidenses. EL SECTOR DE LA PIEDRA Qué ha pasado en el sector de la piedra en el curso del 2002? Hay muchos datos, al lado de elementos más generales, que llevan a describir el 2002 como otro año substancialmente positivo para el sector a nivel internacional. Se han seguido mejorando los procesos en curso, tanto en la reestructuración de los mercados, como en la redistribución de representaciones entre productores y en las dinámicas de encuentro entre oferta y demanda. El peso de los nuevos instrumentos de información ha aumentado ulteriormente, convirtiéndose a su vez en causa de cambio, según un esquema ya individuado en los años pasados y los sucesos políticos que han dominado los mercados de mercancías y capitales en el curso del año han influido relativamente sobre el sector, principalmente de manera indirecta y más bien en la parte conclusiva del año. La producción ha crecido, los consumos también, y los cambios encaminados en los años anteriores han continuado operando sin aparentes inversiones de rumbo. Sin embargo, en el frente de los procesos, no todos han ido en la misma dirección: la geografía del crecimiento está fuertemente localizada, así como aquella de los arredramientos. Una vez más, se aceleran los cambios de representación de los varios sujetos nacionales, en un efecto cruzado de crecimientos y disminuciones, y de recolocación en franjas diferentes por especialización, giro de negocios y mercados de desemboque. Desde el punto de vista de la producción internacional, el aumento conjunto de los consumos ha hecho que la demanda de producción fuera más elevada, y la oferta ha seguido, o mejor ha favorecido, el proceso, sobre todo gracias a algunos países particularmente activos y relativamente nuevos en el han distinguido al implementar algunos pero eficaces factores de producción. ◆ competitividad en el plano de los costes de producción y en consecuencia de los precios de venta; ◆ diversificación de las calidades en oferta en el mercado internacional; ◆ política agresiva de presencia y expansión en los varios mercados de venta favorecida por el uso de todos los instrumentos tecnológicos de ingreso y de comunicación con el mercado; 42 ◆ esfuerzo de evolución productiva y complejidad de hilera, que ha desplazado aún más el balance (sobre todo para China) desde la oferta de pura materia prima (y de productos de faja corriente sólo para el área de proximidad) hacia el producto acabado de faja mediana, también para los mercados más lejanos y tradicionalmente menos favorables a esas producciones Hemos así asistido a una reconfirmación y a un refuerzo de aquél proceso iniciado hace algunos años, con países recientes que se afirman, en un primer momento fuertes en sus precios y potencialidades productivas de materia prima, pero también en virtud de un profundo esfuerzo de enriquecimiento de oferta y de capacidad comercial y de hilera. Ese proceso está redefiniendo las especializaciones productivas y de mercado de los países tradicionalmente más presentes en el sector, como Italia, España, Portugal y Grecia, y está empujando los procesos de desarrollo en los otros países con ingreso más reciente con respecto a los europeos, pero no tan recientes como China o Irán: Turquía, India, Brasil y otros menores. La respuesta de los países tradicionales es variada, pero en el curso del 2002 el clima general no ha sido muy sereno, con cambios progresivos y reducciones de los giros de negocios que se han verificado, y siguen verificándose, en muchos distritos productivos del sector de la piedra. En algunos casos el cambio no ha sido percibido en toda su cuantía, pero se está creando progresivamente la conciencia que el recorrido de desarrollo, seguido también por los países todavía no históricos, pero no tan nuevos en el panorama internacional, no es replicable de manera análoga para los nuevos productores que se van asomando ahora al mercado internacional. Y ya quedan pocos, porque los recursos internacionales por descubrir operativamente van siendo siempre menos, y para ellos no será posible reproponer el mismo modelo de afirmación “años noventa” que países como Turquía, o la misma China, habían conocido. Las modificaciones que han tenido lugar entretanto son demasiado profundas, y ya no hay vuelta atrás, ni en la oferta, ni en el intercambio, ni en el mercado de los productos acabados y en la organización de los pedidos. Y es precisamente en virtud de la nueva presencia de realidades explosivas como China, Turquía y Irán que la escena ha mutado radicalmente en poquísimos años. Las relaciones de competición y los papeles de los demás protagonistas se están rediseñando sobre la base de los nuevos “input” sectoriales y de la oferta. Aumenta así la producción internacional de materia prima, aumentan los consumos internos y los intercambios, sobre todo de bloques pero también de semielaborados, en medida menor los elaborados, y el sector, en su conjunto, se expande. Pierde importancia el papel de los viejos leones del sector, primeros entre todos los países europeos productores, que van excavando menos, pero que siguen igualmente consumiendo, es más, en algunos casos hasta aumentan las importaciones de elaborados y de semibrutos, alimentando a su vez precisamente aquellos procesos de cambio que poco a poco los están recolocando en segmentos y en especializaciones particulares de la producción. Es un proceso en curso sobre todo en el sector de los granitos: históricamente, los yacimientos de mármol han sido más buscados y explotados que los de granito, y por eso se encuentran en un régimen consolidado de explotación desde hace más tiempo, porque el mármol es una piedra más dúctil y por lo tanto más “fácil” tanto en su elaboración como en el uso, y las novedades son de menor importancia y prestigio. Pero para los granitos, la situación es distinta, como 43 es sabido. Y allí se aprecia la turbulencia, que, en cierto sentido, se está convirtiendo en una turbulencia estructural. Queda por ver cuánto ese “contagio” pueda extenderse también a los calcáreos. Lo que es cierto es que el conjunto de las relaciones internacionales de intercambio se ha vuelto a posicionar sobre la base de una escala mutada de factores, que envuelven más bien la materia prima, desde que han arrancado todos los procesos de modificación, pero que ya se extienden a todo el conjunto del sector de la piedra. ITALIA En el caso particular de Italia las consecuencias de los cambios exteriores se han sentido de manera clara y contundente en el curso del 2002. Estos efectos han originado una serie de cuestiones operativas y de mercado a los que las empresas están dando una respuesta funcional bastante homogénea y compartida pero no necesariamente bien planificada para conseguir unos objetivos beneficiosos. Este tipo de reacción en los mercados internos y exteriores acomuna muchos sectores industriales italianos, sobre todo aquellos sostenidos por un tejido productivo de medianas y pequeñas empresas, es decir la mayoría, quizás con fuertes presencias productivas locales. Ciertamente, la capacidad de predicción y de gestión de los posibles escenarios exteriores está sometida a dura prueba por la situación internacional y por sus evoluciones repentinas y globales. Si de hecho, por ejemplo, fue posible pronosticar el resultado bélico en Irak, ciertamente no ha sido lo mismo para la cuestión del SARS, del cual todavía no se consigue evaluar el impacto sobre las economías de los países mayormente afectados y de sus asociados principales, así como tampoco se pueden evaluar las consecuencias eventuales sobre los intercambios, a cualquier escala territorial, en los próximos meses. El 2002 ha sido un año de constancia en los consumos interiores nacionales de materiales lapídeos, sostenidos por un mercado inmobiliario y de la construcción que ha seguido manteniendo los niveles elevados que había alcanzado en los últimos años. En el sector de las construcciones, las previsiones para los próximos años ya no son tan favorables como en los años pasados: La fase positiva que se inició en el 1995 se va agotando notándose más a mitad del 2003 los efectos del súbito declive del 2002. Es más, se pronostica que a comienzos del 2004 la ralentización se va a convertir en inversión de tendencia explicita y que será compartida por una buena parte de los países europeos. Son aquellos mismos países que en estos últimos tres o cuatro años habían vivido una evolución y expansión significativa de sus sectores inmobiliarios y de la construcción (incluyendo las nuevas edificaciones) con la excepción atípica de Alemania. El ciclo expansivo de la construcción en su conjunto, a nivel europeo y nacional italiano, después de haber conocido el más largo periodo de duración empezado en los años cincuenta, ha entrado ya en una fase de estancamiento, y empezará a bajar progresivamente, como ya se ve en el balance del 2003. Es una situación compleja, donde se entrelazan factores a veces muy discordes en movimiento y desarrollo, que acaba por generar la más fácil de las conclusiones entre los consumidores y los inversionistas: la incertidumbre. La incertidumbre es el elemento dominante, tanto en este sector como en otros. En los años pasados, los procesos han seguido un recorrido más linear, y las transformaciones han genera- 44 do primero competición seguido de variación de modelos de comportamiento del mercado y redefinición de las estrategias de competición. En estos días en cambio domina la incertidumbre, y es una incertidumbre que se origina primero y que luego se extiende al encuentro entre demanda y oferta. El papel del departamento inmobiliario, en este panorama de variación, cambia también, arrastrando a otros sectores menores, como él de la piedra. Y así es como los consumos italianos han continuado absorbiendo material lapídeo, pero en un contexto en el cual las perspectivas van progresivamente disminuyendo y sufriendo de un clima de reducción general de gastos por parte de las familias italianas. El efecto conjunto de la ralentización de lo inmobiliario, junto con la reducción de los consumos familiares, se proyecta, por primera vez en la historia reciente de la construcción italiana, sobre el mercado de las manutenciones, que hasta ahora había sido protagonista de los cambios mayores en la composición de los capítulos de balance del sector de la construcción, hasta superar aquel umbral del 50% de volumen de ventas del sector entero ya hace muchos años. El de la piedra es un sector que desarrolla un papel pequeño, pero importante, sobre todo en la parte de reevaluación de los inmuebles y en la reinversión en imagen y mercado de los edificios y de las estructuras. Esta posibilidad ha sido aprovechada por la industria italiana del sector tanto a nivel interno como de área comunitaria y también al otro lado del océano. Pero es por este motivo que, después de haber beneficiado de esa situación en los años pasados, potencialmente ese pequeño sector puede quedar más expuesto en una dinámica de cambios como la a que asistimos: el sector de la piedra, después de un 2002 todavía bueno, parece tener una perspectiva de competición más fuerte y de mercados siempre más segmentados y especializados para el futuro, lógica a la cual también el mercado doméstico no parece poderse sustraer. Este escenario encuentra una fuerte confirmación en nuestra investigación anual de la marcha coyuntural, realizada a principio del 2003 tanto para la región Toscana como a nivel nacional: las empresas han vivido y siguen viviendo todavía un desdoble substancial de la perspectiva entre el sector y las expectativas generales por un lado y propia particular y sujetiva situación por el otro. En el primer caso, decididamente la industria de la piedra nacional contempla un redimensionamiento de posibilidad de negocio y de desarrollo, predominando un clima, o mejor dicho una convicción difundida de negatividad y de pesimismo, como si los problemas surgidos de la nueva competición externa fueran percibidos como estructurales e inatacables y como si los cambios en curso dejasen poco espacio a políticas de intervención y de recuperación de liderazgo y brillantez sectorial, como si los instrumentos introducidos en otros sectores de la construcción para mejorar su capacidad de competir y ampliar sus ventajas no tuviesen grandes posibilidades de éxito y fueran percibidos en la sustancia como paliativos que reducen drásticamente las inversiones tanto física como emotivamente. Cuando se pasa a la otra visual, aquella empresarial, entonces las perspectivas casi siempre mejoran, y se disparan todos aquellos mecanismos de defensa típicos de la manera de operar y hacer negocios concretos, que no eliminan las dificultades, pero transfiriéndolas a lo cotidiano, las exorcizan de alguna forma, llevándolas a dimensiones abordables. Y entonces el trabajo continua y casi se encuentra el optimismo. Las perspectivas de vitalidad del sector, si se miran como suma de actividades individuales, mejoran. Esto, obviamente, ocurre en aquellas partes del sector (y son positivamente la mayoría) que no han tenido un choque demasiado directo con aquellos factores de distorsión 45 de la competitividad que el sector está viviendo a nivel internacional en este periodo. Y así asistimos a la búsqueda de una adecuada colocación en un mercado que cambia, a la búsqueda de la especialización de negocios y productiva, de la solución individual a problemas comunes, en una colocación que exalte su propio “saber hacer” y lleve al máximo provecho sus ventajas absolutas y competitivas. No siempre, en el curso del 2000, esa búsqueda ha dado buenos resultados. Para algunas áreas productivas y para algunos productos la confrontación con los competidores no ha sido positiva, y de ella han sufrido la ocupación, el giro de negocios y las perspectivas del futuro mediano y breve. Y esto no se ha limitado únicamente al sector de la piedra, sino que se ha ido extendiendo a todos los sectores conectados y a las actividades derivadas en general, que, si bien con retraso, ya han empezado a sufrir de la curva descendiente de la coyuntura. Se explica pues la disminución en las cifras, en primer lugar en la producción de cantera (véase Tabla B) que ha tenido bajadas notables en algunas regiones con respecto a los años anteriores, pero también de la producción en su conjunto, del volumen de ventas y de las exportaciones. Las producciones de cantera que más han sufrido no han sido tanto aquellas vinculadas a factores de moda o de elección estética sino aquellas más “sustituibles” por producciones a costo y precio de venta inferior, principalmente chinas, pero no sólo esas, o sea aquellas más expuestas a una competición basada más que nada sobre el precio y no sobre los demás factores que rodean todavía los productos de categoría más elevada. De eso han sufrido también aquellas áreas productivas que tenían problemas no resueltos con los cuales no han podido enfrentarse en este periodo de dificultad exterior, en que el redde rationem se ha simple y peligrosamente sobrepuesto al resto, convirtiéndose en un co-factor de dificultad: problemas medioambientales, de adecuación de las estructuras productivas, de normativas y todo cuanto el sector de la piedra, y en particular la excavación, conocen desde hace tiempo. O bien, han sufrido aquellas áreas que más que otras estaban y están vinculadas a mercados particularmente expuestos a los vientos negativos del momento, sobre todo Medio y Extremo Oriente. La producción global de cantera pues se ha reducido, y también en términos de exportación total, sobre todo de elaborados, cuyo volumen de ventas global se ha reducido del –6.4% sobre base anual, cifra que se convierte en un –6.9% si nos limitamos a los productos de mayor valor añadido. Dentro de este panorama hay dos momentos positivos con respecto a las importaciones del 2001: los granulados y los bloques de mármol y travertino, que también frente a un 2001 particularmente favorable en su conjunto, han obtenido un aumento visible, contenido para los segundos, pero decidido para los primeros. La lectura de los datos de la exportación del 2002 debe de hecho empezar con una consideración de base: el 2001 ha sido un año muy positivo, por lo menos hasta el mes de septiembre, y un año en que todos recordamos que la tragedia del atentado a las Torres Gemelas de Nueva York ha dado un viraje decidido a un mercado que ya se estaba refrenando. En el 2002 hemos empezado a notar agudamente la creciente crisis en los EE.UU. reforzada por los aspectos psicológicos del septiembre del 2001 es decir en el mercado mayor de algunos productos, aquél mercado americano que ha sumado sus problemas interiores a aquellos ya estallados hace tiempo en el otro país fundamental para nuestras exportaciones de piedra: Alemania. Han coincidido pues dos momentos de crisis coyuntural angustiosos de dos grandes países industriales, con- 46 sumidores de lapídeos además de otros productos, creando una situación de dificultad por la cual no ha sufrido sólo Italia, si no también otros productores históricos, como España y Portugal. Y la han sufrido de forma particular todos aquellos productores que no han podido reducir el precio de venta como factor de mantenimiento del mercado porque la rigidez interior no permite ir por debajo de unos topes mínimos mientras que otros productores los están ampliamente sobrepasando. Además, se han sumado a este panorama las dificultades adicionales de un euro en grande ascenso en el mercado de los cambios, endureciéndolo ulteriormente y agravando la situación. Así pues cifras siguen siendo altas y considerables, y nos permiten afirmar que nuestro sector está todavía al máximo nivel tanto como giro de negocios como por extensión de mercados, presencia internacional y calidad de productos. Pero la comparación con el año anterior muestra los signos de un proceso difícil y algo doloroso de recolocación internacional, el enésimo en los últimos veinte años, continuado ampliamente en esta primera mitad del 2003. Ha sido la posición estratégica de la industria nacional lo que ha permitido que la suma de los segmentos y de las especializaciones cualitativas e industriales de las empresas diera un resultado general todavía fuerte, mostrando la robustez y el papel del lapídeo italiano y de su producción. Tabla 1A. Exportación nacional italiana – Enero-diciembre 2002 2001 Ton. Euro MÁRMOL BLOQUES Y TABLAS 754.246 170.331.058 GRANITO BLOQUES Y TABLAS 184.613 49.885.182 MÁRMOL ELABORADO 1.375.933 938.546.514 GRANITO ELABORADO 979.560 815.009.217 OTRAS PIEDRAS ELABORADAS 220.936 48.311.297 Subtotal Bloques, tablas y elaborados 3.515.288 2.022.083.268 GRANULADOS Y POLVOS 1.072.955 37.502.119 Subtotal con granulados y polvos 4.588.243 2.059.585.387 PIZARRA EN BRUTO 4.764 3.236.772 PIZARRA ELABORADA 32.518 24.240.761 PIEDRA PÓMEZ 75.088 4.422.606 TOTAL 4.700.613 2.091.485.526 Origen: Instituto Nacional de Estadísticas. Elaboración: IMM. 2002 Ton. 761.426 165.926 1.333.752 902.644 230.105 3.393.853 1.251.943 4.645.796 3.921 33.230 100.088 4.783.035 Dif. % ‘02/’01 Euro % Cant. % Valor 170.752.098 0,95 0,25 47.548.867 –10,12 –4,68 883.050.165 –3,07 –5,91 736.370.256 –7,85 –9,65 44.590.445 4,15 –7,70 1.882.311.831 –3,45 –6,91 44.977.159 16,68 19,93 1.927.288.990 1,25 –6,42 2.323.731 –17,70 –28,21 23.527.763 2,19 –2,94 5.364.853 33,29 21,31 1.958.505.337 1,75 –6.36 En algunos casos el valor medio ha resistido y en otros no. De todas manera todos los datos sufren del efecto de un euro en revalorización que ha obligado a veces al retoque de los listines, sobre todo en la última parte del año, y más aún a inicios del 2003, erosionando a menudo los márgenes de elasticidad que se ejercen sobre los precios y proveyendo espacios de mayor competición a otros productores que operan en divisas de fuera de la Unión. El hecho es que el balance queda negativo, pesando sobre todo sobre los granitos. Y es sobre estos materiales en particular que la competición, mayormente china, se ha hecho notar y está ocasionando problemas a los productores nacionales, principalmente a los de Sardinia, anteponindose a las demás dificultades manifestadas. En algunos casos también para los mármoles ha habido negatividad inducida por la situación exterior: todos los áreas que operan habitualmente con el Oriente Medio han sufrido más o menos una ralentización o un compás de espera en el periodo final del 47 año y más tarde en el período prebélico, así como ahora la pulmonía atípica está condicionando, si bien de manera diferente, el tráfico hacia algunos países del Oriente Extremo. Pero las turbulencias de la situación exterior deben entrar ya en nuestra óptica cotidiana y no hay respuesta única a todas las preguntas también van a surgir en el futuro. Las áreas de mayor salida para los productos nacionales siguen siendo (o son más todavía) aquellas tradicionales para el sector de la piedra italiano: área europea, comunitaria y no comunitaria, área norteamericana y, en medida menor, las demás. En las tablas estadísticas adjuntas se cuantifican con exactitud los números y los resultados de la confrontación con el año 2001: de cerca de 200 millones de euros, 650 son debidos a la Unión Europea, que también ha sufrido una disminución alrededor de un 10% sobre los productos mejores, sobretodo en granito, y más de 200 a la Europa no comunitaria. El próximo ingreso de nuevos países miembros en la Unión agrandará ulteriormente el papel del mercado comunitario, estando algunos de ellos en crecimiento económico general y de sector, tanto en el papel de consumidores como en el de productores y transformadores. Y crece a menudo también el papel de esos países como asociados comerciales y de transformación, no tanto y no sólo para Italia, sino para Alemania y Austria. Las piedras de Croacia y de los otros estados de la ex Yugoslavia a menudo son bellas e interesantes para todo el mercado de la piedra. Y junto a ellos crecen en partnership, y en autonomía, los países del sur del Mediterráneo, con un norte de África en crecimiento, si bien con totales todavía moderados, en cantidad y en valor. Norteamérica merece, pues, mención separada, siendo el lugar donde tienen origen las dificultades mayores, debidas, aquí también, a la incertidumbre sobre los desarrollos futuros de la economía y del panorama político. Hasta el 2003, la situación parecía todavía bajo control, con un estable sector inmobiliario y de consumo de construcción y manutención familiar, si bien con síntomas de nerviosismo. Pero para el 2004, por ahora, nadie arriesga previsiones o hipótesis que no sean a muy corto plazo. En el 2002, las obras y los suministros tecnológicamente avanzados han sido mayormente prerrogativa de las empresas italianas así como también los suministros de semielaborados en mármol y en granito dándose un ligero crecimiento en el volumen de venta precisamente en las partidas más débiles en otras partes. Va pesando, sin embargo, el efecto del euro, que si bien facilita las adquisiciones, impone por otro lado unas ventas más difíciles y con márgenes más reducidos. Y así los elaborados en mármol y en granito desvían los balances de valores de aquellos de las cantidades, hasta llegar a ser, los valores, negativos para el mármol: es decir que el valor medio unitario ha sufrido con las dificultades exteriores. Es negativo una vez más el panorama de las exportaciones a Sudamérica donde los totales reflejan pérdidas superiores al 30% con respecto al año 2001. Se trata de países para los cuales el sector representa un recurso, más que una partida de gastos, y ni siquiera las sólidas relaciones con Italia pueden forzar la situación más allá de un cierto límite. En algunos casos hay relaciones de joint venture con empresas italianas, que operan localmente a varios niveles, a menudo con objetivos de negocios dirigidos a mercados terceros. El objetivo y la esperanza comunes son que sirvan no sólo para consolidar la presencia italiana y local en los mercados a que se dirigen, sino también para favorecer la superación de dificultades más generalizadas, con la contribución que puede aportar un sector pequeño pero tan vital como el de la piedra. Las exportaciones hacia Oriente Medio han sufrido del clima creado por la situación general 48 prebélica al principio y del conflicto abierto más tarde, en el 2003. Las dificultades prácticas de los transportes, junto a aquellas más generales de incertidumbre se han hecho notar, aun que la voluntad de restarle importancia y superarlas haya sido muy fuerte y activa. Para Italia, sin embargo, la reducción ha sido apreciable tanto en términos de cantidades como en valor: –10,6% en volumen y –15% en valor. Se trata de países, de todas maneras, para los cuales la atención a nuestras producciones y suministros siempre es alta, y los ramos de producción italianos fuertemente vinculados a las realidades de Oriente Medio, después de haber sufrido por la situación que se ha creado en los meses pasados, ya están dispuestos a volver a crear las condiciones precedentes y a reenlazar las relaciones en el punto en que se habían momentáneamente suspendido. Otro caso es el Extremo Oriente: aquí quizás los datos hablen con aún más claridad de los años pasados. Corea del Sur es casi el único país que crece un poco con respecto al 2001, en volumen y en valor, pero es un crecimiento en el mismo estilo del resto del área: el promedio unitario en valor está en una fase de verdadero derrumbe, significando que nuestros proveedores pueden colocar medianamente en los mercados extremo orientales únicamente material de calidad decreciente. El mercado chino, en particular, crece más de un 30% en cantidad, pero baja casi un 10% en valor. Al lado de obras de gran valor y prestigio se mueve un conjunto de exportaciones en fase de deprecio progresivo, que poco ofrecen a nuestra industria, aunque contribuyan al crecimiento de un mercado interior que quizás en el futuro pueda volverse más calificado y receptivo, también para otros suministros. No ha sido pues un año fácil para las exportaciones italianas, que han pasado por dificultades objetivas y vivido una fuerte competición pero que han sabido igualmente encontrar su camino hacia un 2003 que podría traer una inversión de tendencia en muchos mercados. Cierto es que el problema impuesto por China no se resuelve con facilidad, pero los recursos para continuar compitiendo no faltan y lo confirman las mismas empresas italianas, cuando definen sus perspectivas individuales mejor con respecto a aquellas del sector en su conjunto. Las importaciones, al lado de las exportaciones, también han sufrido, aunque en medida mucho menor. Han bajado sobre todo las importaciones de mármoles, mientras las de granitos se han beneficiado por fin del efecto del euro fuerte, aunque no en proporción a las dificultades de signo opuesto sufridas por las exportaciones. 49 Tabla 1B. Importación nacional italiana – Enero-diciembre 2002 2001 Ton. Euro MÁRMOL BLOQUES Y TABLAS 431.973 87.433.805 GRANITO BLOQUES Y TABLAS 1.725.880 387.610.016 MÁRMOL ELABORADO 48.927 30.596.817 GRANITO ELABORADO 41.866 19.110.022 OTRAS PIEDRAS ELABORADAS 69.096 11.759.025 Subtotal Bloques, tablas y elaborados 2.317.742 536.509.685 GRANULADOS Y POLVOS 293.176 16.347.182 Subtotal con granulados y polvos 2.610.918 552.856.867 PIZARRA EN BRUTO 3.458 845.633 PIZARRA ELABORADA 6.013 3.007.940 PIEDRA PÓMEZ 13.685 1.177.575 TOTAL 2.634.074 557.888.015 Origen: Instituto Nacional de Estadísticas. Elaboración: IMM 2002 Ton. 398.258 1.708.934 51.956 44.720 101.027 2.304.895 372.370 2.677.265 5.473 7.357 13.337 2.703.432 Dif. % ‘02/’01 Euro % Cant. % Valor 74.319.267 –7,81 –15,00 373.025.672 –0,98 –3,76 29.035.229 6,19 –5,10 21.470.866 6,82 12,35 13.877.009 46,21 18,01 511.728.043 –0,55 –4,62 18.281.398 27,01 11,83 530.009.441 2,54 –4,13 952.120 58,27 12,59 2.803.032 22,35 –6,81 1.476.276 –2,54 25,37 535.240.869 2,63 –4,06 Empiezan a ser apreciables las importaciones de elaborados acabados, tanto en mármoles como en granitos, sobre todo en virtud de un valor que, en promedio unitario, aquí también desciende: es de recordar que justo este factor, aún que no sea el único, cuenta en medida creciente sobre el movimiento resumido por estos números. En varias ocasiones, la competitividad de venta de algunas manufacturas extranjeras, en competición con aquellas nacionales, ha hecho inclinar la elección hacia el producto extranjero, en condiciones de paridad, o casi, de la calidad ofrecida. Cierto es que en aquel “casi” hay muchas diferencias y gradaciones, que dan sugerencias e indicaciones para las estrategias de defensa de la industria interior, que se pueden poner en marcha sin violar las normas generales del libre intercambio y de la libre competición. Algunas clases de rigidez no se pueden capear y la única alternativa que queda es el recurso a políticas de diferenciación de la oferta en un plano de recalificación que empuje el precio al fondo de la clasificación de los valores. EL MERCADO INTERNACIONAL Como ya hemos dicho en la introducción el mercado internacional, en el curso del 2002, no solo no se ha parado tras los acontecimientos de Oriente Medio, sino que ha continuado con su tendencia expansiva simplemente contrayendo localmente los intercambios. El resultado general ha sido pues un intercambio todavía en crecimiento, aunque reducido con respecto a la evolución casi turbulenta de hace dos o tres años. Dicho intercambio es mucho menos homogéneo geográficamente observándose un desarrollo mayor si se compara con el con respecto al modelo regionalizado de los años noventa. Ha quedado elevado el movimiento hacia los áreas de Norteamérica, hacia la Unión Europea y sus países cercanos y sigue elevado el movimiento interior al área del suroeste asiático, a pesar de las dificultades actuales en el área de la salud. También el norte de África, aún careciendo de informaciones sobre cantidades, mueve volúmenes crecientes de materia prima y de transfor- 50 mados y sobretodo va actualizando sus producciones de materia prima, que se vuelven siempre más interesantes, tanto a nivel de volúmenes para los mercados domésticos, como a nivel internacional para tipos y calidades de los materiales. Del lado de la oferta, es superfluo volver a recordar que China se califica siempre más como un país “total”, en el sentido que ya es un protagonista internacional que produce, consume, compra, transforma y vende a todos los niveles y en todas las zonas del mundo. El intercambio local sigue siendo, también para ella, el más elevado y supera, según los números oficiales, el 47% del total de movimientos de China y Hong Kong juntos, al neto del intercambio interior de las dos aduanas. Se trata de datos de cantidad, que motivan la progresiva marginación de los demás productores de algunas franjas del mercado local. Japón y Corea del Sur son los dos asociados más activos, junto a Singapur y Taiwán en medida decreciente. China consume también, de manera decidida, pero las exportaciones hacia el país quedan circunscritas a pocas franjas de producto, si bien con mucha variedad de materiales y a menudo con una calidad de elaboración muy buena. Su mercado interior es de todas maneras enorme y permite una estabilidad de expresión a la industria local de la piedra que sólo un país igual de grande, como India, puede emular. La preponderancia del fenómeno de China no es una novedad del 2002, pero la rapidez con que se están afirmando algunos procesos, ya delineados en los años pasados, es notable, a pesar de las previsiones, y produce efectos tangibles de año en año en los números y en las empresas de los otros países. No se trata sólo de países históricos, y aquí está la novedad del 2002, sino también de países ya entrados o entrantes en el panorama de la oferta lapídea internacional. Así es que las exportaciones de algunos países históricos, como por ejemplo España, cuando han crecido en cantidad lo han hecho mucho más rápidamente en las partidas dedicadas a los brutos y a los semibrutos con respecto a los elaborados, mientras que han bajado las producciones de excavado, empezando las empresas locales a notar las consecuencias de un mercado que cambia. Además las exportaciones de bloques a China han crecido seguidas de las dirigidas a los países del norte de África, de Oriente Medio y de la Europa no comunitaria, es decir a países que desde hace algún tiempo transforman por si solos y están creciendo también en autonomí, además de en consumo. El mercado estadounidense ha mantenido en pie muchas realidades productivas nacionales, con sus consumos aún fuertes y mantenidos por el mercado inmobiliario y la construcción de viviendas. Ya se va acercando la saturación, pero mientras tanto parece que el 2003 mantendrá la tendencia observada hasta ahora. El euro fuerte ha acondicionado en buena parte el intercambio entre la Unión Europea y este país, pero eso concierne más al 2003 que al 2002, cuya primera mitad ha padecido otros acondicionamientos. La “ola” larga del septiembre 2001, y luego los sucesos de Afganistán y sobre todo los de Irak, han influido en nuestro sector, si bien en medida inferior. El drenaje de liquidez y la desconfianza de los inversores menores de bolsa, seguida por los escándalos Enron y Tyco han causado aquí también efectos de incertidumbre en los consumos familiares, pero los sectores inmobiliario y de la construcción, como muestran todos los indicadores técnicos, han resistido bien, es más, ha hecho de barrera contra efectos potencialmente peligrosos de salida de los capitales de las inversiones interiores. Y así la piedra ha seguido colocándose bien en el mercado doméstico, a través de los canales consolidados que han estado operando en los últimos años. El abanico de proveedores, también en este caso, 51 se ha agrandado, porque al final todos se dirigen a EE.UU. y van cuidando su mercado. Hacia EE.UU. han crecido las exportaciones globales de elaborados, sobre todo desde China, y más todavía de brutos y semibrutos, con un papel importante de los granitos de Sudáfrica, que como país se coloca, por una vez, hasta por encima de China, Canadá y Brasil, mientras que en los mármoles crece más Turquía. Sin embargo, leyendo la serie histórica de los últimos años, es el 2000 el año del incremento total mayor, del verdadero salto en el volumen de los consumos, sobre todo de granitos, tanto importados de Italia como, en medida menor, importados de India y de China. Emerge una anomalía en la inscripción de los datos de EE.UU. con respecto a aquellos inscritos para Italia. Eso no es una coincidencia y resulta bastante evidente, como si la distancia entre tiempos de salida de una aduana y de ingreso en la otra se hubiese vuelto bastante sensible en estos últimos tres años. El promedio de las exportaciones italianas de elaborados a EE.UU. en los últimos tres años sigue siendo comparable con el promedio de las importaciones declaradas por EE.UU., pero los datos anuales divergen apreciablemente. Está clara, sin embargo, la percepción general del proceso en curso: una disminución registrada en el balance del 2001, recuperada totalmente en el 2002, con una mayor presencia de otros países proveedores, como Brasil para los granitos y Turquía para los mármoles. Este último país está atravesando un momento muy brillante en el panorama internacional, aunque desde hace algún tiempo acusa la presencia del competidor asiático, a la par de otros productores. Pero la oferta que la industria de la piedra turca es capaz de proponer no es solamente amplia en tipos de materiales y de productos, sino también avanzada y más experta y competitiva de un año para otro. Lo mismo dígase de los demás países del área de Oriente Medio y norteafricana, como Irán, Egipto, Marruecos y otros. Pero para todos el escenario internacional impone progresivamente un desplazamiento hacia adelante de la calificación de la oferta y en consecuencia de la frontera la confrontación con los demás competidores y de la complejidad de la presencia global en el mercado. Y es ésta, en el fondo, la verdadera novedad del cierre del 2002: ya está definitivamente claro que la presencia en el mercado internacional para todos se juega sobre factores múltiples y siempre más evolucionados y complejos, que no se hallan únicamente en la materia prima y en los precios. Sobre esto últimos “simples” factores, la presencia de un coloso como China ya definió los éxitos, y sólo un país igual de grande y potente sobre el plano de la producción de cantera, costos de producción y dimensiones de mercado potencial, como es India, puede sostener la confrontación. Para los otros, más o menos todos, el futuro se juega sobre un plano diferente, y con diferentes términos de competición, y una vez más va a ser Italia, con su complejidad, su industria avanzada y su capacidad de oferta, quien tiene que trazar el camino ideal para el nuevo modelo de leadership. MÁQUINAS PARA EL MÁRMOL El mercado de la tecnología productiva del sector ha vivido en parte las mismas oscilaciones del lapídeo, habiendo compartido con él el escenario de colocación internacional y los sucesos. Aunque haga ya años que el sector de las máquinas, principalmente él de las producidas en 52 Italia, las más extendidas y tecnológicamente avanzadas nos adelante algunos síntomas de cambio en el sector de la piedra, este año los motivos de la ralentización del intercambio internacional se deben buscar en aquellos factores de incertidumbre general que han afectado más o menos a todos, más que en elementos más bien internos del sector. Factores coyunturales tales como la subida del euro no han moderado únicamente las exportaciones italianas de piedras más o menos elaboradas, sino que a menudo también han aconsejado una espera en el renuevo productivo, en la esperanza todavía encendida que la paridad con el dólar vuelva pronto y la espera no se vuelva contraproducente. En este sector, lo repetimos a menudo, la conducción italiana es todavía mas sólida y difusa que en el sector de la piedra, y la lectura de los datos nacionales es clara y comparable con los intercambios y a los movimientos internacionales. Las exportaciones italianas de máquinas para la elaboración de las piedras naturales han sufrido una ligera baja en el 2002 con respecto al año anterior, baja que aunque resulta en las máquinas de corte primario tiene sus orígenes más en las áreas de salida que el tipo de maquinaria. El balance negativo, en otras palabras, ha sido determinado sobre todo por los países, por sus vicisitudes interiores de desarrollo sectorial, más que por la oferta de tecnología juzgada no digna de mutación o no conforme con los desarrollos del sector. Con respecto a los números negativos del área europea en general, pero sobre todo la comunitaria, poco han podido compensar los mercados, si bien muy activos e interesantes del norte de África, empeñados en innovar y definir su industria nacional de transformación (recordamos que los datos que se consiguen no incluyen las máquinas de cantera, que forman parte de la categoría más amplia de las máquinas de mina y de cantera). Egipto, Túnez, Argelia y Marruecos han continuado la inversión en sus estructuras productivas ocupando Argelia el primer lugar en este apartado, recurriendo a la tecnología que mejor se coloca en el panorama internacional de siempre, pero las cifras hablan de un total de unos 38 millones de euros, contra los más de 90 millones de la Unión Europea que en el 2001 se había aproximado a los 128 millones. España, Grecia y Portugal son los primeros protagonistas de la performance negativa de la UE, llevando al sector colateral el reflejo del incierto momento coyuntural. En estos países el efecto del euro (que es moneda común) no ha sido tan decisivo como la marcha del mercado interior y la incertidumbre de las perspectivas, la aspereza de la competición exterior y las inversiones fuertes operadas en los últimos años, para determinar la detención, que continua en éstos meses y que puede que se prolongue hasta finales del 2003. En Estados Unidos han sido sobre todo las máquinas de acabado las que aportan los puntos positivos, en coherencia con lo que ya se ha dicho a propósito de la organización del mercado norteamericano y su desarrollo interior, empeñado a menudo en el acabado local del semielaborado para adaptarlo al cliente, más que en el suministro completo empezando desde el bloque, suministro que por cierto no falta. Se venden pues menos telares y más pulidoras y la marcha del cambio alimenta el crecimiento del valor medio del exportado. Es más problemática la situación de Sudamérica, donde también, como en el Norte, van mejor las máquinas de acabado que los más costosos telares para el granito. Pero Brasil, el comprador principal junto a Méjico, crece en cantidad y baja apreciablemente en valor, ni siquiera compensado por el cambio, sino justo lo contrario: penalizado por el euro fuerte. Oriente Medio resiste bien, con Irán que se convierte en el primer asociado de las empresas ita- 53 lianas, superando netamente también a Arabia Saudita e Israel: de nuevo, desde el sector colateral llega la confirmación de los procesos más generales en curso en el sector de la piedra y de como las perspectivas estén cambiando así como los términos de competición y los protagonistas del mercado. Vuelve a aparecer India, pero la verdadera sorpresa de Oriente Extremo es Vietnam, que con sus 23 millones de euros llega a superar hasta a China, que se coloca en unos 13, y Corea del Sur. Tabla 2. Exportaciones italianas de máquinas hacia Vietnam, China y Corea del Sur 2001 VIETNAM Ton. MÁQUINAS PARA CORTE 708 MÁQUINAS PARA ELABORACIÓN Y PULIDO2.119 TOTAL 2.827 Euro 1.728 21.499 23.227 2002 Ton. 0 2.584 2.584 Dif. % 2002/2001 Euro % Cant. % Valor 0 0,00 0,00 16.464 –18,01 30,59 16.464 9,39 41,08 2001 CHINA Ton. MÁQUINAS PARA CORTE 827 MÁQUINAS PARA ELABORACIÓN Y PULIDO1.286 TOTAL 2.113 2002 Dif. % 2002/2001 Euro Ton. 2.853 272 11.068 1.538 13.922 1.810 Euro % Cant. 2.093 203,84 13.161 –16,37 15.254 16,75 % Valor 36,31 –15,90 –8,73 2001 COREA DEL SUR Ton. MÁQUINAS PARA CORTE 444 MÁQUINAS PARA ELABORACIÓN Y PULIDO 574 TOTAL 1.018 2002 Dif. % 2002/2001 Euro Ton. 1.459 11 6.778 178 8.237 189 Euro % Cant. 98 3894,30 2.254 223,15 2.352 439,34 % Valor 1387,84 200,63 250,13 Sólo España, Estados Unidos, Argelia e Irán se colocan sobre este nivel de cifras y movimiento durante todo el 2002. Son datos que dan por sí mismos una representación de lo nuevo que está a punto de llegar a esta parte del mundo, y de reflejo también en el resto. CONSIDERACIONES FINALES El 2002 nos deja con una situación de profunda transformación, con cambios que van a seguir ocurriendo durante varios años y muy probablemente de forma tal que modificaran, a nivel internacional, la imagen del sector conocida hasta ahora. El “efecto China” ha empezado a extenderse con rapidez, encaminándose por los caminos que hasta ahora eran previstos como meras probabilidades, si bien elevadas. Un desarrollo probable y claro, que sin embargo no todos estaban dispuestos a compartir y del cual seguramente pocos han sabido intuir las potencialidades, al primer asomo de los síntomas tumultuosos de crecimiento de este país. Y ahora ya estamos. El escenario internacional del sector debe contar con un país enorme que está volviendo a recorrer, algunas décadas más tarde, el camino de desarrollo que en la posguerra y hasta los años 80 había seguido Italia y con ella una parte de los países productores europeos 54 del sector, seguidos por algunos otros países exteriores que hoy forman parte de la escuadra de los conductores. Esto, sin embargo ocurre con la presencia de algunos elementos fundamentales completamente modificados, con respecto a la situación anterior, por lo cual los desarrollos no podrán ser muy análogos, con nuevos problemas por resolver para los operadores, individuales e institucionales, que viven en el sector. En los años 90 funcionaba también para la Italia del granito un modelo particularmente complejo, que contaba con algunas características en apariencia contradictorias, pero en la realidad con una cerrada lógica de funcionalidad interior que operaba según el esquema siguiente: importación de materia prima de los países extranjeros, trasformación en Italia y re-exportación del transformado hacia el destino final. El motivo por el cual, hace veinte años, esto ocurría con Italia, se hallaba en la calidad absoluta de la oferta, ante todo tecnológica, que no tenía competidores a esos niveles y que por lo tanto hacía converger, principalmente en el área apuanoversiliés y otros distritos de Veneto y de otras regiones, los grandes contratos internacionales de suministros complejos, con una elaboración altamente refinada y tecnológicamente avanzada, que no se ofrecían en ningún otro sitio con símil complejidad y versatilidad de desarrollo. Los factores de competitividad del modelo italiano de aquella época consistían principalmente en una capacidad sin igual de suministro completo por parte de las mayores empresas italianas de transformación, que funcionaban en sus distritos como verdaderas “empresas-sistema”. Éstas eran muy pocas y bien introducidas en los decisorios técnicos y en los contratistas generales de la época. Las capacidades de esas empresas, como decíamos, de proporcionar un servicio y un suministro completo y competente, no tenían rivales. Algunas condiciones particulares permitían a esas empresas cubrir suministros que contenían a menudo muchísimos tipos de materiales diferentes, procedentes de varios países y continentes, con elaboraciones complicadas y técnicamente problemáticas, suministros que requerían también anticipos de caja, además de elevadas capacidades de gestión del trabajo. De ese periodo recordamos también la máxima aceleración del desarrollo tecnológico de las empresas colaterales italianas, que han fundado en la colaboración con las empresas de la piedra, y en el laboratorio natural ofrecido por las mismas, las condiciones de evolución de los proyectos y que ahora siguen desarrollando el sector de forma autónoma y difundida, sector para el cual sin embargo la época del empuje propulsor ya ha pasado. A Italia le ha quedado esta especialización productiva internacional, siendo todavía líder sin par en los suministros de fuerte valor añadido y sobre todo con altos niveles de contenido técnico, pero las modalidades de coordinación internacional de este tipo de contratos han cambiado profundamente y en los años pasados esto ha sido ampliamente observado y descrito. El mérito es de varios factores, empezando por Internet, pasando por la presencia de profesionalidad al exterior de las empresas, por el acercamiento progresivo entre demanda y oferta, a veces incluso sobre la base de esquemas repetitivos y automáticos que penalizan las dinámicas evolutivas, sobre todo de la oferta, pero el resultado no cambia: Italia sigue siendo un líder del sector, debido al funcionamiento completo de su modelo y a la complejidad de la oferta que es capaz de proponer, empezando por el producto serial y las elaboraciones especializadas hasta llegar a los materiales tecnológicos re-elaborados y a la tecnología productiva. Ahora, en cambio, para los nuevos protagonistas del sector, empezando sobre todo por China, 55 pero pasando también por algunas otras realidades menores (si bien con fuertes diferencias de connotación) el modelo es diferente y el factor que guía la evolución actual está principalmente en el precio final de la operación, que puede llegar, en condiciones de casi paridad de oferta, a ser extremamente moderado, en virtud de un conjunto de factores no sólo vinculados al coste de la mano de obra o a la cadena de construcción del valor en general. No es un análisis muy fácil de hacer: se tiene que considerar el coste de la mano de obra, que es sin comparación más bajo con respecto a el de los países occidentales y europeos. También resulta ser competitivo con respecto a países menos industrializados. Luego hay el coste de los transportes, las modalidades de presencia en los mercados cercanos y sobre todo la disponibilidad de un mercado interior de dimensiones tan elevadas que puede funcionar como mercado de compensación para las calidades menores que no se han podido vender en el exterior. Los últimos dos factores se mezclan y se integran entre ellos, potenciándose y sumándose a las novedades de este ultimo año. En el 2002 ha surgido por fin en el mercado internacional, de manera fuerte y decidida, la acción desempeñada por las empresas chinas en los últimos años, acciones de adquisición creciente de materia prima desde el extranjero, en volúmenes siempre mas macizos y mirados, no sólo a través de la compra a productores locales, que también constituyó el primer paso de integración del modelo inicial de oferta, si no a través de la intervención directa en la cantera, integrando una capacidad ya altísima de suministro de materia prima, la cual, como factor inicial, fue un verdadero motor de todo el sector nacional. Y así, al lado de las demás políticas de agresión de los mercados seguidas hasta este punto, observamos también como se sigue la misma ruta que siguieron las empresas-sistema italianas de los años 80 en los puntos más altos del modelo triunfador de entonces: apertura de las canteras hacia el exterior, adquisición de materia prima para transportar y transformar en el país y sucesiva re-exportación del elaborado al exterior, a veces hasta al mismo país de origen del material y con precios finales de venta a menudo competitivos con aquellos locales. Falta todo el resto de lo que en los años 80 causó las fortunas del sector de la piedra italiano, pero sigue quedando un riesgo muy concreto y fuerte para el sector entero, resumible en una simple pregunta: si el modelo chino continuara operando en estos términos, ¿Por cuanto tiempo podrían los demás productores resistir a una competición con esos parámetros, sin tener posibilidad de recolocarse fácilmente, como las empresas europeas hacen espontánea y naturalmente, en franjas de oferta con alto contenido de valor añadido? Es obligado, en estos términos, volcar completamente la lectura del modelo y ver el mercado chino no sólo como un gran desafío de los próximos años, sino también como un mercado en crecimiento de demanda y no sólo de oferta, como un mercado destinado a desarrollarse no sólo en el consumo de producción propia sino también de aquella exterior, para integrar lo que la industria doméstica no llega a cubrir. Y sobre todo, van consideradas las dimensiones potencialmente enormes de ese mercado, que sólo en parte se han hecho realidad. Los ritmos de desarrollo general del país son tales que las autoridades pronostican, antes del 2020, un crecimiento de las dimensiones absolutas del PIB que superará incluso al de Estados Unidos. Esto no significa, obviamente, una riqueza por cabeza comparable, ni siquiera en el 2020, con aquella de EE.UU., pero significa una presencia que en todos los campos, en todos los momentos de 56 la vida económica del mundo, va a volverse difundida e irrenunciable, como en parte ya lo es ahora para algunos sectores. Y el sector de la piedra no será ninguna excepción. La competición va a afectar, estando así las cosas, a los países de nuevo ingreso en el sector, más que a los históricos, ya avanzados en las tradiciones del consumo y del mercado. Es difícil pues prefigurar los resultados que tales factores pueden producir en el escenario internacional del sector. Los retos que nos esperan son pues extremadamente dificultosos, pero también interesantes, en cierto sentido, porque los contenidos de la confrontación han avanzado y pueden fácilmente llevar a un proceso general de crecimiento del sector de la piedra y de las tecnologías necesarias. Concurren, también dos más interrogantes de importancia: Cual es el papel jugado por la investigación y la tecnología, no sólo de producción y comunicación, sino en conjunto? Son suficientes los distritos locales, con sus lógicas principalmente de carácter endógeno, para dar las justas respuestas a los problemas compartidos? La respuesta a estos problemas no puede ser individual y carente de estrategia genérica, tanto por parte de las empresas como por parte de los distritos y las instituciones, aunque la historia enseñe que en los momentos de necesidad las estrategias, cuando existen, se encuentran de manera casi natural, tanto unos como los otros. Es sin embargo necesario un mayor esfuerzo de voluntad y de conciencia, de unidad de respuesta buscada activamente, más que encontrada, o peor, sufrida. Hay que encontrar las formas de reacción alrededor de las cuales ir agregando masa critica para desarrollar el trabajo con serenidad y construyendo riqueza colectiva. Subdividir los problemas por niveles de interés común, alrededor de los cuales agregar el consenso y las acciones, no es cosa fácil. Las empresas hasta ahora han buscado caminos individuales para afrontar los cambios exteriores, más o menos en todos los sitios, es un proceso natural de búsqueda de las mejores prácticas que las guía hacia este sentido: se buscan soluciones válidas, se incluyen en el propio ambiente soluciones elaboradas en otros contextos, se inventan caminos nuevos hacia la demanda del mercado, real y potencial, y hacia la satisfacción óptima o hacia la gestión más general de la misma. Pero es un proceso que debe de ser sostenido con una iniciativa de construcción general por niveles sucesivos de alternativas de recorrido y de consenso claramente realizado y compartido. 57 58 Allegato statistico Statistical annex 59 60 AVVERTENZE PER LE TAVOLE STATISTICHE Le seguenti tavole sono costruite a partire da dati ufficiali, forniti da istituti locali e/o associazioni: si tratta sempre di Istituti governativi di raccolta dati statistici, per quanto riguarda i movimenti doganali delle merci, e talvolta di associazioni di produttori locali, o di altre fonti ufficiali, riguardo alla produzione. Laddove si tratta di stime non documentabili, la cosa viene ogni volta segnalata, ricorrendo ai caratteri in corsivo. Facciamo inoltre presente alcune avvertenze indispensabili per un corretto uso delle tavole seguenti. Particolarmente le informazioni relative alle importazioni ed esportazioni dei vari Paesi, classificate nelle Tavole C richiedono alcune premesse, che possono sembrare banali, ma che invece sono necessarie, poiché servono ad evitare errori banali e fraintendimenti. Le cifre riportate nelle tavole di importazione ed esportazione C1, C2, C3, C4 sono riferite al saldo globale di ogni Paese da/verso tutto l’insieme dei suoi Paesi partner. Ovviamente, la nostra lista non comprende tutto l’insieme di tutti i Paesi, per cui i totali delle importazioni e i totali delle esportazioni non possono essere coincidenti. Inoltre, le quantità denunciate da ogni Paese nei confronti di ciascun partner non coincidono quasi mai con il viceversa denunciato dal Paese partner, e questo, oltre ad aggravare la cosa, vale non solo per il settore lapideo, ma per tutte le merci, al punto che tutte le fonti di dati internazionali di interscambio usano riportare, nelle tavole a incrocio, entrambe le dichiarazioni, arrivando sino a quattro voci per incrocio (quantità e valori per entrambi i dichiaranti), in import e in export. Il motivo è appunto questo: raramente c’è coincidenza, e talvolta nemmeno approssimazione, tra i dati di import da un Paese, dichiarati dal Paese importatore, e quelli di export verso lo stesso, dichiarati dal Paese esportatore, nonostante siano dati riferiti alla stessa categoria di movimento e allo stesso periodo. Aggiungiamo che in parte contribuiscono anche i tempi di trasporto, sia pure in termini minimi, a spostare le coincidenze, come pure i differenti regimi doganali e modalità (non sempre proprio armonizzate, a dispetto dei grandi accordi formali) di classificazione e trattazione statistica delle merci tra le istituzioni di differenti Paesi. Le Tavole di seguito riportate sono costruite secondo i seguenti criteri: due tavole dedicate all’import export per materiali, marmo e granito, senza rivalutazione dei trasformati a grezzo, e due tavole dedicate all’import export per tipologie di materiale scambiato, grezzi e trasformati, riportati a grezzo laddove entrano in gioco i trasformati, e senza distinzione tra calcarei e silicei. Le somme tra tavole sono chiaramente possibili solo a due a due: marmi + graniti, oppure grezzi + trasformati, con coincidenza dei risultati finali solo laddove si abbia l’accortezza minima di eliminare il riporto a grezzo dei trasformati. Aggregando altrimenti le tavole, si commettono due errori, sia di conteggio doppio delle quantità pure, che di conteggio aggiuntivo del riporto a grezzo dei trasformati. Di nuovo, la somma delle importazioni con la somma delle esportazioni non può coincidere, per le ragioni già esposte. Le nostre tavole, infatti, ripetiamo, non sono tavole di incrocio tra Paesi, ma solo di quantificazione delle entrate e uscite, relative ai soggetti più significativi per il settore. Esse costituiscono comunque uno strumento informativo adatto ad approssimare i movimenti di materiale lapideo, che intercorrono tra Paesi all’interno del comparto, e in questo senso, riteniamo, strumento utile a chi abitualmente o per 61 necessità momentanea, voglia confrontarsi con le statistiche del settore. Spesso le fonti dati non hanno lo stesso aggiornamento, o addirittura i metodi di calcolo del periodo non coincidono (per es. l’anno islamico adottato da alcuni paesi): abbiamo cercato di segnalarlo ogni volta che occorreva. Inoltre, talvolta ci sono anche delle vere e proprie correzioni dei dati già forniti, e questo comporta aggiornamenti anche da un anno all’altro, con revisione continua dei risultati. Inoltre, abbiamo utilizzato un criterio differenziato per paesi nel conteggio delle voci: spesso infatti i metodi di classificazione dei vari uffici doganali sono diversi, e quando la cosa era palese, siamo intervenuti per correggere le difformità più evidenti. Ci siamo premurati di segnalarlo ogni volta. La raccolta dati di produzione, anche per l’Italia, diventa sempre più difficoltosa e incerta. Accanto a Regioni che si dotano di strumenti precisi di rilevazione, ci sono Regioni che rinunciano definitivamente a qualunque tentativo di analisi, lasciando in difficoltà anche le poche fonti locali di volenterosi. In questi casi, abbiamo azzardato una stima sulla base degli andamenti congiunturali e delle fonti locali, ma siamo consapevoli che il risultato rimane una stima. Tutte le tavole riferite all’Italia, inoltre, sia ai macchinari che ai lapidei, riportano il dato dei valori in migliaia di Euro. Questo inserimento ha comportato delle operazioni di arrotondamento e/o troncamento, che includono un errore tecnico inevitabile: si tratta comunque di un errore molto contenuto, essendo limitato all’ultima cifra dei totali. La voce “Granulati e polveri” è stata modificata, con l’eliminazione di un codice HS che riportava chiaramente dati non più pertinenti al settore. Pertanto, anche i valori relativi agli anni precedenti sono stati ricalcolati con il nuovo criterio. I DATI ISTAT RELATIVI ALL’ANNO 2001 SONO STATI RICALCOLATI DALL’ISTITUTO, CON VARIAZIONI SENSIBILI RISPETTO ALL’ANNO PRECEDENTE. PERTANTO I VALORI RIPORTATI IN QUESTE TAVOLE PRESENTANO DELLE SENSIBILI DIFFORMITÀ DA QUELLE RIPORTATE PER LO STESSO PERIODO NEL VOLUME DELLO SCORSO ANNO. 62 NOTES ON STATISTICS TABLES The tables below have been calculated on the basis of official figures from local agencies and/or associations: all of them are governmental agencies that collect statistical data on customs’ traffics and sometimes associations of local producers or other official sources on productions. Any figure that could not be documented has been specified in italics. Please find below some words of caution for a proper use of the following tables. In particular, information on the countries’ imports/exports, as listed in Tables C, require some preliminary explanation that may seem all too clear but is instead necessary, since it helps to avoid common mistakes and misunderstandings. The figures listed in the import/export tables C1, C2, C3, C4 refer to the overall balance of each country from/to all of its partner countries. Obviously, our list does not include the whole of all countries, so total imports cannot tally with total exports. In addition, the amounts reported by each country for each one of its partner country almost never tally with the opposite amounts reported by the partner country, and this, as well as aggravating the situation, applies not only to the stone sector but to all goods, so much so that all the world’s trade data sources usually list both statements in their cross-tables, sometimes even with up to four entries per crossing (the amounts and values of both partners) in the import and export tables. The reason is that the import figures from one country, as stated by the importing country, and the export figures to the same country, as stated by the exporting country, are seldom in agreement, sometimes they actually differ very much, even if referred to the same trade classes and periods. It must also be noted that this level of agreement is also affected by transport times, however slightly, as well as by the different customs legislation and goods classing and statistical processing methods (that, despite important formal agreements, have not always been very well standardised) used in each country. The tables below have been based on the following criteria: two import/export tables classed by materials, marble and granite, where finished goods have not been recalculated as raw materials, two import/export tables classed by type of traded goods, raw and finished goods, where finished goods have been recalculated as raw materials and with no distinction between calcareous and siliceous materials. Additions among the tab les can only be made two by two: marble + granite, or else raw + finished goods, where the end results tally only if finished goods are not recalculated as raw materials. Aggregating the tables otherwise would cause two errors, i.e. pure amounts would be counted twice, and finished goods, recalculated as raw materials, would be counted one more time. Once again, total imports cannot tally with total exports for the above reasons. Our tables are not cross-tables, but have just been designed to quantify incoming and outgoing materials for the most significant actors of the trade. They provide, however, the information needed for an approximation of stone traffics between different countries, and in this respect they are, we think, useful for those who may have to check stone statistics on a permanent or temporary basis. Often, data sources are not equally updated or sometimes the methods used for the calculation of periods may differ (some countries use, for instance, the Islamic year): we have tried to spe- 63 cify it whenever it occurred. In addition, the supplied data have sometimes been heavily corrected, so these figures have had to be updated on a yearly basis and the end results are being reviewed all the time. In addition, when counting the entries we have used different criteria for each country, since each customs office uses different classing methods, and when the fact was obvious we corrected the most evident inconsistencies. It has been specified every time. The collection of data on production is becoming more and more complicated and uncertain for Italy as well. Alongside regions that have equipped themselves with accurate surveying instruments, there are regions that have given up all attempts, leaving those few local sources of willing people to deal with all the problems. In these cases, we have ventured an estimate on the basis of economic trends and local sources, but we are aware that the result is just an estimate In addition, all tables concerning both Italian machinery and stone products are in thousand euros. This conversion has involved the rounding off and/or cutting off of some figures, which include an unavoidable technical error: it is however a very low error level since it only concerns the last figure of the totals. The “Chips and dust” entry has been changed by removing a HS code that clearly indicated data that are no longer relevant to the sector. Values concerning the previous years have therefore also been recalculated using the new criteria. ISTAT DATA ON 2001 HAVE BEEN RECALCULATED BY THE CENTRAL STATISTICS OFFICE, WITH REMARKABLE DIFFERENCES FROM LAST YEAR’S. THE VALUES LISTED IN THESE TABLES WILL, THEREFORE, REMARKABLY DIFFER FROM THOSE LISTED FOR THE SAME PERIOD OF LAST YEAR. 64 NOTAS PARA LA CONSULTA DE LAS TABLAS ESTADÍSTICAS Las tablas siguientes están basadas en datos oficiales, facilitados por entidades locales estatales y algunas asociaciones. Las primeras son siempre de instituciones gubernamentales para la recopilación de datos estadísticos sobre los movimientos aduaneros de las mercancías. En el segundo caso, la información suele proceder de asociaciones de productores locales, o de otras fuentes oficiales, en lo que a la producción se refiere. Los estimados no documentables aparecerán en letra cursiva. Hacemos además presentes algunas advertencias imprescindibles para el uso correcto de las tablas que se detallan a continuación. Nos referimos, en particular, a los datos sobre las importaciones y exportaciones de los varios países, clasificadas en las Tablas C las cuales requieren algunas premisas de orden teórico y técnico, que aunque puedan parecer banales a simple vista, son, sin embargo, necesarias para evitar errores de cálculo e interpretación. 1. 2. Las cifras descritas en las tablas de importación y exportación C1, C2, C3, C4 se refieren al saldo global de cada país hacia y desde la totalidad de sus países asociados. Por supuesto, nuestra lista de datos no incluye todo el conjunto de todos los países asociados por cada país catalogado, por lo tanto, los totales de las importaciones y los totales de las exportaciones no pueden coincidir. Además, las cantidades declaradas por cada país con respecto a cada asociado no concuerdan casi nunca con el equivalente declarado por el país asociado en cuestión, y esto no solo ocurre en el sector de la piedra, sino también en el de las otras mercancías hasta tal punto que todas las fuentes de datos internacionales de intercambio se ven obligadas a mencionar ambas declaraciones en las tablas de cruce, llegando en muchos casos a registrarse hasta cuatro diferentes partidas por cruce (cantidad y valor por ambos declarantes), en importaciones y en exportaciones. El motivo es precisamente éste: que raramente hay coincidencia, y a veces ni siquiera aproximación, entre los datos de importación de un país, declarados por el país importador, y los de exportación hacia el mismo, declarados por el país exportador incluso en los casos de datos relativos a la misma categoría de movimiento y al mismo periodo. Añadiremos que, en parte, aún que sea en forma mínima, los tiempos de transporte también contribuyen a las diferencias así como los diferentes regímenes aduaneros y los sistemas de clasificación y elaboración estadística de las mercancías entre las instituciones de los diferentes países (a menudo poco armonizados, a pesar de los grandes acuerdos formales en vigor). Las Tablas que siguen están construidas según los siguientes criterios: dos tablas dedicadas a la importación/exportación de materiales, mármol y granito, sin reevaluación en bruto de los transformados, y dos tablas dedicadas a la importación /exportación por tipo de materiales intercambiados, brutos y transformados, llevados en bruto donde entren en juego los transformados, y sin distinción entre calcáreos y silíceos. Las sumas entre tablas son claramente posibles solo de dos en dos: mármoles + granitos, o brutos + transformados, con coincidencia de los resultados finales, sólo donde se haya tenido el cuidado de eliminar el pasaje a bruto de los transformados. De lo contrario, agregando las tablas, se habrán cometido dos errores: el del doble computo de las cantidades puras y el del com- 65 3. 4. 5. 6. 7. 8. 66 puto adicional del pasaje a bruto de los transformados. Así pues la suma de las importaciones con la suma de las exportaciones no pueden coincidir, por las razones ya indicadas. Nuestras tablas, repetimos, no son tablas de cruce entre países, si no simplemente tablas de cuantificación de entradas y salidas, relativas a los sujetos más significativos para el sector. Ellas constituyen, de todas formas, un instrumento informativo que puede ser usado para hacer estimados aproximados sobre los movimientos de material en piedra que tienen lugar entre países al interior del sector, y, en este sentido, consideramos que sean un instrumento útil para aquellos que habitualmente o por necesidad temporánea quieran compararse con las estadísticas del sector. A menudo, los orígenes de los datos, no tienen la misma actualización, o los métodos de cálculo del periodo no coinciden (por ejemplo el año islámico adoptado por algunos países) y hemos intentado señalarlo cada vez que esto ocurre. A veces, también hay verdaderas correcciones de los datos facilitados, y esto produce actualizaciones también entre un año y otro, con revisión continua de los resultados. Hemos además usado un criterio diferenciado para los países en el calculo de las partidas: a menudo los métodos de clasificación de las varias oficinas aduaneras son diferentes, y cuando esto es evidente, hemos corregido las diferencias más visibles. Hemos procurado señalar esto en cada ocurrencia. La obtención de datos de producción, también de Italia, se hace siempre difícil y incierta. Al lado de regiones que tienen instrumentos precisos de estimación, hay regiones que renuncian totalmente al uso de cualquier instrumento de análisis, creando dificultades también para las pocas zonas locales con buena voluntad. En estos casos hemos intentado hacer una estimación sobre la base de la marcha coyuntural y de los datos de origen local, pero sabemos que el resultado siempre será un estimado. Todas las tablas referentes a Italia, tanto en las maquinarias como en la piedra, llevan el dato de los valores recalculado en miles de Euros. Esta inserción ha supuesto la realización de algunas operaciones de redondeo y/o de truncamiento, que incluyen un error técnico inevitable: se trata, de todos modos, de un error muy limitado, que solo se refleja en la última cifra de los totales. La partida “Granulados y polvos” ha sido modificada con la eliminación de un código HS que contenía datos ya no relevantes para el sector. Por lo tanto, también los valores relativos a los años anteriores han sido recalculados con el nuevo criterio. LOS DATOS DE ISTAT RELATIVOS AL AÑO 2001 HAN SIDO RECALCULADOS POR EL MISMO INSTITUTO, CON VARIACIONES APRECIABLES CON RESPECTO AL AÑO ANTERIOR. POR LO TANTO, LOS VALORES DECLARADOS EN ÉSTAS TABLAS PRESENTAN DISCORDANCIAS RELEVANTES CON RESPECTO A AQUELLOS DECLARADOS PARA EL MISMO PERIODO EN LA EDICIÓN DEL AÑO ANTERIOR. 67 68 INDICE DELLE TAVOLE STATISTICHE ALLEGATE ANNEXED STATISTICAL TABLES INDEX INDICE DE LAS TABLAS ESTADÍSTICAS ANEXAS Tav. A Produzione internazionale di cava International raw material production Producción internacional de materias primas Tavv. B Produzione italiana di cava Italian raw material production Producción italiana de materias primas Tavv. C Import export internazionali/Lapidei International import export/Stone materials Importaciones y exportaciones internacionales/Piedras C1 Tav.1 Tav. 2 Tav. 3 Tav. 4 Tav. 5 Tav. 6 marmo marble mármol C2 granito granite granito C3 grezzi raw materials brutos/materias primas C4 lavorati riportati a grezzo processed materials, blocks equivalent equivalente en bloques de los materiales elaborados Import export italiano/Lapidei Italian import export/Stone materials Importaciones y exportaciones italianas/Piedras Import export italiano per aree geografiche/Lapidei Italian import export by geographical areas/Stone materials Importaciones y exportaciones italianas por áreas geográficas/Piedras Import export italiano per Paesi/Lapidei Italian import export by countries/Stone materials Importaciones y exportaciones italianas por países/Piedras Import export italiano/Macchine Italian import export/Machinery Importaciones y exportaciones italianas/Maquinaria Import export italiano per aree geografiche/Macchine Italian import export by geographical areas/Machinery Importaciones y exportaciones italianas por áreas geográficas/Maquinaria Import export italiano per Paesi/Macchine Italian import export by countries/Machinery Importaciones y exportaciones italianas por países/Maquinaria Grafici Graphs Gráficos 69 Note relative alla Tavola A. Non sono più presenti i Paesi per i quali le fonti non sono più attendibili da almeno due anni. Australia: sono state considerate le sole produzioni di marmo, granito e basalto. Canada: non sono considerate le arenarie. Egitto: il dato è stato rivisto sulla base di informazioni recenti. India: sono state considerate le sole produzioni di marmo e granito. Italia: il dato è stato rivisto sulla base di informazioni recenti. Iran: 1998: ’97-’98; 1999: ’98-’99; 2000: ’99-’00; 2001: ’00-’01; 2002: ’01-’02. Portogallo: il dato è stato rivisto sulla base di informazioni recenti. Repubblica Ceca: il dato 1998 comprende il granito in pezzame. Sud Africa: i dati sono riferiti soltanto a granito e altre pietre. Notes on Table A. Countries whose sources have not been reliable for at least two years have been omitted. Australia: figures include marble, granite and basalt only. Canada: figures do not include sandstone. Czech Republic: 1998 figures include granite pieces. Egypt: figures have been revised based on recent information. India: figures include granite and marble only. Iran: 1998:’97-’98; 1999: ’98-’99; 2000: ’99-’00; 2001: ’00-’01; 2002: ’01-’02. Italy: figures have been revised based on recent information. Portugal: figures have been revised based on recent information. South-Africa: figures include granite and other stones only. Notas para la consulta de la tabla A. No están presentes los países para los cuales las fuentes ya no son fiables desde hace al menos dos años. Australia: se han considerado únicamente las producciones de mármol, granito y basalto. Canadá: no se han considerado las areniscas. Egipto: los datos han sido revisados sobre la base de informaciones recientes. India: los datos se refieren únicamente a granito y marmol. Irán: 1998:’97-’98; 1999: ’98-’99; 2000: ’99-’00; 2001: ’00-’01; 2002: ’01-’02. Italia: los datos han sido revisados sobre la base de informaciones recientes. Portugal: los datos han sido revisados sobre la base de informaciones recientes. República Checa: los datos de 1998 comprenden el granito en troceado. Sudáfrica: los datos se refieren únicamente a granito y otras piedras. 70 TAV. A PRODUZIONE INTERNAZIONALE DI GREZZO (TONN.) PAESI ARABIA SAUDITA ARGENTINA AUSTRALIA * AUSTRIA BRASILE CANADA * CINA * DANIMARCA 1.998 1999 600.000 231.115 600.000 226.993 2000 580.000 220.300 37.566 40.000 40.000 415.115 376.430 528.034 2.181.753 356.000 2.200.000 332.800 13.000.000 8.075 13.000.000 21.127 EGITTO * nd/na nd/na FINLANDIA FRANCIA 278.627 1.298.000 293.128 1.244.900 2.837.000 350.000 13.000.000 2001 600.000 280.000 31.180 2002 700.000 280.000 47.321 500.000 500.000 3.060.000 300.000 3.100.000 300.000 16.800.000 18.000.000 21.000 21.000 20.000 1.200.000 1.400.000 1.500.000 300.000 1.249.200 350.000 1.249.000 350.000 1.250.000 GIORDANIA 30.000 34.500 66.300 58.900 62.000 GIAPPONE 212.568 207.577 206.000 211.590 210.000 2.000.000 8.572.000 2.000.000 8.760.000 2.000.000 10.054.000 GRECIA INDIA * INDONESIA IRAN * ISRAELE ITALIA* 160.000 160.000 160.000 7.045.000 7.519.000 7.928.000 70.000 10.177.831 80.000 10.547.523 80.000 10.175.655 2.000.000 10.000.000 164.810 170.000 9.311.000 9.500.000 80.000 10.522.435 KAZAKISTAN 381.780 328.860 225.300 MESSICO 664.000 744.376 1.034.529 NORVEGIA POLONIA 164.186 nd/na 262.000 232.050 242.000 259.100 324.550 274.100 PORTOGALLO* 1.877.524 2.694.221 2.703.926 2.808.353 250.000 300.000 300.000 REPUBBLICA CECA * ROMANIA 297.400 301.590 1.000.000 59.570 61.523 83.154 71.319 SIRIA SPAGNA 838.575 5.557.000 914.950 5.600.000 553.534 6.200.000 718.635 8.770.000 STATI UNITI D'AMERICA 1.250.000 1.313.000 1.130.000 1.250.000 SUD AFRICA* 772.100 668.600 SVEZIA TAIWAN 90.500 296.000 105.762 nd/na TAILANDIA TURCHIA UZBEKISTAN TOTALE Fonti: fonti locali ufficiali 83.234 2.400.000 89.460 61.374.979 977.100 100.000 nd/na 2.000.000 10.000.000 869.900 100.000 144.800 80.000 10.100.000 280.000 1.000.000 325.000 554.600 2.921.128 300.000 64.660 nd/na 7.616.000 1.300.000 1.000.000 100.000 111.000 60.220 69.940 82.040 144.750 2.304.000 2.453.000 2.625.000 3.150.000 78.336 79.566 63.198.876 67.526.638 80.000 80.000 76.723.202 77.116.459 71 TAV. B PRODUZIONE ITALIANA DI GREZZO (TONN.) REGIONE CAMPANIA VALLE D'AOSTA PIEMONTE LOMBARDIA TRENTINO FRIULI V. G.* VENETO LIGURIA TOSCANA MARCHE LAZIO PUGLIA SICILIA SARDEGNA** TOTALE 1998 1999 2000 2001 750.000 18.373 805.000 953.199 1.040.734 35.745 294.780 130.000 1.500.000 20.000 1.110.000 1.250.000 950.000 1.320.000 790.888 19.700 686.043 1.088.944 1.077.894 39.843 429.055 130.000 1.500.000 20.500 1.186.000 1.300.000 1.050.000 1.228.656 n.d/n.a 19.335 730.000 1.035.850 1.100.000 120.000 474.570 130.000 1.600.000 25.900 1.150.000 1.400.000 1.100.000 1.290.000 655.240 27.216 700.000 1.071.986 1.139.613 150.000 373.523 130.000 1.678.980 82.150 1.200.000 1.200.000 1.178.227 935.500 600.000 32.400 nd/na 1.035.000 1.100.000 150.000 nd/na 130.000 1.575.000 75.000 1.250.000 nd/na 1.027.980 nd/na 10.177.831 10.547.523 10.175.655 10.522.435 6.975.380 Fonti: fonti locali ufficiali (Uff. regionali, Associazioni di categoria, ecc..) Note relative alla tavola B Tutti i dati in corsivo sono di stima *: il Friuli Venezia Giulia ha cambiato fonte ufficiale **: la Sardegna ha cambiato modalità di calcolo Notes on table B All data in italics are estimates *: Friuli Venezia Giulia has a new official source. **: Sardinia has changed data classification methods Notas para la consulta de la tabla B Todos los datos en letra cursiva son estimaciones *: Para "Friuli Venezia Giulia" ha cambiado la origen oficial de los datos **: Para "Sardegna" ha cambiado el método de cálculo 72 2002 Note relative alle tavole C • Brasile: Tavv. C: tutto l’export del paese è conteggiato sui grezzi. • Hong Kong: Tavv. C: I dati di export sono quasi interamente dovuti a ri-export. • India: 2000: 1999-2000; 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002. • Iran: 2000: 1999-2000; 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002. • Norvegia: Tav. C2 export blocchi graniti: è stata esclusa la voce 25 16 90 CN. • Paesi Bassi: Tav. C2: la voce 25 16 90 CN è stata conteggiata dalla Germania, pur in presenza di un dato anomalo. • Regno Unito: Tav. C2 export graniti: verso l’Irlanda il dato è anomalo. • Tav. C2 import ed export blocchi graniti: la voce 25 16 11 CN verso la Norvegia non è stata conteggiata e verso la Francia contiene forti sbalzi. • Sud Africa: export 2000, granito lavorati non disponibile; il dato riportato in Tavv. C2 e C4 è relativo ai soli grezzi. • Messico: i dati 2002 sono relativi al primo semestre soltanto. Notes on tables C • Brazil: Tables C: all country’s exports have been calculated on raw materials. • Hong Kong: Tables C: virtually all export figures concern re-exports. • India: 2000: 1999-2000; 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002. • Iran: 2000: 1999-2000; 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002. • Norway: Table C2 on granite block exports: item 25 16 90 CN has been omitted. • The Netherlands: Table C2: item 25 16 90 CN has been calculated from Germany although with an irregular figure. • United Kingdom: Table C2 on granite exports: figures to Ireland are irregular. • Table C2 on granite block imports/exports: item 25 16 11 CN to Norway has not been calculated and that to France exhibits sharp fluctuations. • South-Africa: 2000 processed granite exports: not available; figures in Tables C2 and C4 include raw materials only. • Mexico: 2002 figures are for the first six months only. Notas para la consulta de las tablas C • Brasil: Tablas C: todas las exportaciones del país están calculadas en bruto. • Hong Kong: Tablas C: Los datos de exportación son casi enteramente datos de re-exportación. • India: 2000: 1999-2000; 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002. • Irán: 2000: 1999-2000; 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002. • Noruega: Tabla C2 exportaciones de bloques de granito: ha sido excluida la partida 25 16 90 CN. • Holanda: Tabla C2: la partida 25 16 90 CN ha sido calculada desde Alemania, si bien con datos anómalos. • Reino Unido: Tabla C2 exportaciones de granitos: hacia Irlanda los datos son anómalos. • Tabla C2 importaciones y exportaciones de bloques de granito: la partida 25 16 11 CN hacia Noruega no ha sido calculada y hacia Francia contiene fuertes oscilaciones. • Sudáfrica: exportaciones 2000, granito elaborados no disponible. Los datos en Tablas C2 y C4 se refieren solamente al bruto. • México: los datos 2002 se refieren solo al primer trimestre. 73 TAV.C1 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: MARMO Grezzo + lavorati TOTALE MARMO IMPORT Variazioni percentuali Paesi / Resto del mondo 2000 2001 ARABIA SAUDITA 14.370 17.600 AUSTRIA 33.490 24.660 2002 nd/na 18.620 02/00 -100,0 -100,0 01/00 22,5 -24,5 -44,4 -26,4 21,4 BELGIO-LUX 72.880 88.460 BRASILE* 50.560 50.200 CANADA 3.050 3.430 5.250 848.050 1.078.480 1.265.900 17,4 49,3 27,2 66.600 99.340 173.780 74,9 160,9 49,2 DANIMARCA 9.020 9.920 8.820 -11,1 -2,2 10,0 FILIPPINE 2.190 2.340 4.530 93,6 106,8 6,8 FINLANDIA 1.540 1.100 770 -30,0 -50,0 -28,6 CINA COREA DEL SUD FRANCIA 84.790 02/'01 nd/na -4,1 16,3 -100,0 -100,0 -0,7 53,1 72,1 12,5 98.240 86.840 78.080 -10,1 -20,5 -11,6 121.630 103.510 77.060 -25,6 -36,6 -14,9 GIAPPONE 88.980 102.110 82.280 -19,4 -7,5 14,8 GIORDANIA 65.920 82.540 85.210 3,2 29,3 25,2 GRECIA 110.720 106.950 160.150 49,7 44,6 -3,4 HONG KONG* 543.862 188.470 128.210 -32,0 -76,4 -65,3 GERMANIA INDIA* 49.250 65.290 53.090 -100,0 -100,0 32,6 INDONESIA 19.810 25.500 nd/na -100,0 -100,0 28,7 0,0 IRAN* IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO MESSICO* 10 10 20 100,0 100,0 4.760 4.960 10.320 108,1 116,8 4,2 434.070 480.870 450.190 -6,4 3,7 10,8 -28,1 4.160 2.990 6.470 116,4 55,5 142.140 147.810 113.440 -23,3 -20,2 4,0 23.640 31.270 16.400 -47,6 -30,6 32,3 NORVEGIA* 2.360 3.690 3.490 -5,4 47,9 56,4 PAESI BASSI 31.660 29.220 33.820 15,7 6,8 -7,7 POLONIA 23.290 25.397 23.500 -7,5 0,9 9,0 PORTOGALLO 18.620 28.030 29.840 6,5 60,3 50,5 REGNO UNITO* 60.860 64.090 51.770 -19,2 -14,9 5,3 3.410 4.140 5.190 25,4 52,2 21,4 REPUBBLICA CECA ROMANIA RUSSIA SINGAPORE 5.240 6.680 9.680 44,9 84,7 27,5 10.290 21.570 28.790 33,5 179,8 109,6 -17,1 57.020 47.270 39.580 -16,3 -30,6 SPAGNA 258.920 264.200 296.270 12,1 14,4 2,0 STATI UNITI D'AMERICA 521.280 602.640 708.780 17,6 36,0 15,6 13.310 12.340 13.910 12,7 4,5 -7,3 4.200 4.890 5.730 17,2 36,4 16,4 SUD AFRICA* SVEZIA SVIZZERA TAIWAN THAILANDIA 42.360 35.140 39.530 12,5 -6,7 -17,0 171.890 124.100 139.040 12,0 -19,1 -27,8 755 360 370 2,8 -51,0 -52,3 TURCHIA 7.430 5.930 8.800 48,4 18,4 -20,2 UCRAINA 3.440 4.890 5.950 21,7 73,0 42,2 4.045.277 4.089.227 4.267.420 3,1 4,2 1,1 TOTALE 74 TAV.C1 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: MARMO Grezzo + lavorati TOTALE MARMO EXPORT Variazioni percentuali Paesi / Resto del mondo 2000 ARABIA SAUDITA 9.690 AUSTRIA BELGIO-LUX BRASILE* CANADA CINA COREA DEL SUD DANIMARCA FILIPPINE FINLANDIA 2001 nd/na 2002 nd/na 02/'01 02/00 01/00 - - -100,0 13.120 4.620 4.020 -13,0 -69,4 -64,8 192.760 121.980 116.570 -4,4 -39,5 -36,7 8.990 9.480 -100,0 -100,0 5,5 680 670 250 -62,7 -63,2 -1,5 145.680 179.710 234.780 30,6 61,2 23,4 160 310 180 -41,9 12,5 93,8 nd/na 2.590 3.460 4.100 18,5 58,3 33,6 46.940 29.090 34.920 20,0 -25,6 -38,0 10 120 130 8,3 1200,0 1100,0 FRANCIA 23.130 27.400 15.840 -42,2 -31,5 18,5 GERMANIA 46.340 53.900 57.230 6,2 23,5 16,3 GIAPPONE 100 100 40 -60,0 -60,0 0,0 14.640 9.530 9.620 0,9 -34,3 -34,9 GRECIA 318.000 361.720 333.580 -7,8 4,9 13,7 HONG KONG* 112.316 90.840 53.310 -41,3 -52,5 -19,1 INDIA* 99.660 165.240 171.490 -100,0 -100,0 65,8 INDONESIA 24.490 27.930 nd/na -100,0 -100,0 14,0 153.546 280.547 306.487 9,2 99,6 82,7 -64,3 GIORDANIA IRAN* IRLANDA 140 50 20 -60,0 -85,7 2.235.010 2.130.120 2.094.580 -1,7 -6,3 -4,7 310 190 260 36,8 -16,1 -38,7 LIBANO 12.130 15.450 24.830 60,7 104,7 27,4 MESSICO* 81.380 92.050 43.270 -53,0 -46,8 13,1 ITALIA KAZAKISTAN NORVEGIA* 4.860 2.500 3.620 44,8 -25,5 -48,6 PAESI BASSI 2.710 1.900 4.170 119,5 53,9 -29,9 610 580 480 -17,2 -21,3 -4,9 283.800 282.960 279.940 -1,1 -1,4 -0,3 REGNO UNITO* 9.290 4.030 4.550 12,9 -51,0 -56,6 REPUBBLICA CECA 1.070 590 270 -54,2 -74,8 -44,9 ROMANIA 6.790 18.360 15.840 -13,7 133,3 170,4 RUSSIA 4.180 6.220 6.540 5,1 56,5 48,8 SINGAPORE 4.710 7.610 6.733 -11,5 43,0 61,6 646.650 690.120 760.030 10,1 17,5 6,7 45.140 51.580 72.840 41,2 61,4 14,3 SUD AFRICA* 720 230 1.150 400,0 59,7 -68,1 SVEZIA 170 300 370 23,3 117,6 76,5 SVIZZERA 460 720 670 -6,9 45,7 56,5 45.220 25.730 18.820 -26,9 -58,4 -43,1 POLONIA PORTOGALLO SPAGNA STATI UNITI D'AMERICA TAIWAN THAILANDIA TURCHIA UCRAINA TOTALE 2.070 2.950 1.780 -39,7 -14,0 42,5 581.660 918.150 1.247.470 35,9 114,5 57,8 50 80 110 37,5 120,0 60,0 5.181.972 5.619.117 5.930.890 2,5 11,1 8,4 75 TAV C2 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GRANITO Grezzo + lavorati TOTALE GRANITO IMPORT Variazioni percentuali Paesi / Resto del mondo ARABIA SAUDITA 2000 2001 25.580 52.070 2002 nd/na 02/'01 02/00 01/00 -100,00 -100,00 103,56 19,04 AUSTRIA 105.900 126.060 114.110 -9,48 7,75 BELGIO-LUX 348.430 314.690 350.390 11,34 0,56 -9,68 960 1.230 -100,00 -100,00 28,13 BRASILE* nd/na CANADA 100.790 122.750 129.220 5,27 28,21 21,79 CINA 860.490 1.093.280 1.240.900 13,50 44,21 27,05 COREA DEL SUD 344.650 687.290 1.273.210 85,25 269,42 99,42 DANIMARCA 217.770 285.120 407.600 42,96 87,17 30,93 22,83 FILIPPINE 23.480 28.840 27.030 -6,28 15,12 FINLANDIA 15.510 14.060 8.500 -39,54 -45,20 -9,35 347.650 297.710 275.260 -7,54 -20,82 -14,37 6,09 FRANCIA GERMANIA 897.530 952.150 789.080 -17,13 -12,08 GIAPPONE 1.418.300 1.465.640 1.429.530 -2,46 0,79 3,34 25.550 28.860 33.970 17,71 32,95 12,95 GIORDANIA GRECIA HONG KONG* INDIA* 29.740 47.370 55.470 17,10 86,52 59,28 157.116 127.560 128.940 1,08 -17,93 -18,81 810 1.410 1.840 -100,00 -100,00 74,07 43.910 42.290 nd/na -100,00 -100,00 -3,69 0 0 0 - - - 21.930 27.140 29.750 9,62 35,66 23,76 2.003.520 1.836.790 1.854.640 0,97 -7,43 -8,32 1.670 2.580 5.090 97,29 204,79 54,49 LIBANO 54.070 64.710 66.210 2,32 22,45 19,68 MESSICO* 20.910 20.020 12.370 -38,21 -40,84 -4,26 NORVEGIA* 18.740 24.550 24.690 0,57 31,75 31,00 PAESI BASSI 817.960 897.780 410.680 -54,26 -49,79 9,76 POLONIA 263.330 285.401 372.980 30,69 41,64 8,38 PORTOGALLO 134.270 162.900 237.170 45,59 76,64 21,32 REGNO UNITO* 376.930 612.630 531.720 -13,21 41,07 62,53 19.620 18.900 24.160 27,83 23,14 -3,67 5.130 5.860 7.250 23,72 41,33 14,23 INDONESIA IRAN* IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN REPUBBLICA CECA ROMANIA RUSSIA SINGAPORE SPAGNA 62.230 75.030 90.350 20,42 45,19 20,57 161.770 217.310 223.318 2,76 38,05 34,33 548.420 685.740 731.130 6,62 33,32 25,04 1.256.100 1.093.970 1.497.320 36,87 19,20 -12,91 SUD AFRICA* 20.140 17.720 32.180 81,60 59,78 -12,02 SVEZIA 43.080 53.190 28.050 -47,26 -34,89 23,47 245.660 250.710 242.390 -3,32 -1,33 2,06 2.072.210 2.157.490 1.113.850 -48,37 -46,25 4,12 74.689 77.998 117.180 50,23 56,89 4,43 TURCHIA 115.620 74.810 84.980 13,59 -26,50 -35,30 UCRAINA 740 3.310 1.690 -48,94 128,38 347,30 13.302.905 14.354.919 14.004.198 -2,46 5,26 7,91 STATI UNITI D'AMERICA SVIZZERA TAIWAN THAILANDIA TOTALE 76 TAV C2 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GRANITO Grezzo + lavorati EXPORT TOTALE GRANITO Variazioni percentuali Paesi / Resto del mondo ARABIA SAUDITA AUSTRIA 2000 17.450 2001 nd/na 2002 nd/na 02/'01 02/00 01/00 - -100,0 -100,0 34.200 31.230 28.390 -9,1 -17,0 -8,7 BELGIO-LUX 307.360 197.040 260.600 32,3 -15,2 -35,9 BRASILE* 964.150 939.170 -100,0 -100,0 -2,6 CANADA 155.820 186.880 168.500 -9,8 8,1 19,9 5.063.090 4.713.310 7.072.550 50,1 39,7 -6,9 106.730 71.130 16.800 -76,4 -84,3 -33,4 17.540 19.970 14.170 -29,0 -19,2 13,9 890 580 870 50,0 -2,2 -34,8 CINA COREA DEL SUD DANIMARCA FILIPPINE nd/na FINLANDIA 339.010 323.290 346.620 7,2 2,2 -4,6 FRANCIA 116.300 112.400 97.490 -13,3 -16,2 -3,4 GERMANIA 148.670 152.770 154.300 1,0 3,8 2,8 GIAPPONE 11.120 19.690 27.680 40,6 148,9 77,1 GIORDANIA 140.310 146.620 157.520 7,4 12,3 4,5 5.080 5.890 29.800 405,9 486,6 15,9 -14,3 GRECIA HONG KONG* 129.796 111.171 1.496.530 1.634.980 INDONESIA 75.510 90.380 IRAN* 28.242 26.537 26.873 1,3 -4,8 -6,0 4.170 4.740 4.090 -13,7 -1,9 13,7 1.490.300 1.385.050 1.299.620 -6,2 -12,8 -7,1 9.130 7.880 8.610 9,3 -5,7 -13,7 64,5 INDIA* IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO -44,1 -52,1 1.757.820 62.120 -100,0 -100,0 6,7 nd/na -100,0 -100,0 19,7 4.700 7.730 8.430 9,1 79,4 MESSICO* 38.800 40.220 34.060 -15,3 -12,2 3,7 NORVEGIA* 310.650 288.140 315.230 9,4 1,5 -7,2 PAESI BASSI 49.490 39.840 30.980 -22,2 -37,4 -19,5 POLONIA 77.220 106.006 96.600 -8,9 25,1 37,3 235.150 373.280 423.210 13,4 80,0 58,7 12,8 PORTOGALLO REGNO UNITO* REPUBBLICA CECA ROMANIA 4.460 5.030 6.650 32,2 49,1 21.770 23.740 17.360 -26,9 -20,3 9,0 1.680 1.890 2.820 49,2 67,9 12,5 -11,1 RUSSIA 5.210 4.630 6.380 37,8 22,5 SINGAPORE 4.340 4.760 10.097 112,1 132,6 9,7 588.820 533.380 567.390 6,4 -3,6 -9,4 SPAGNA STATI UNITI D'AMERICA 166.320 194.100 173.070 -10,8 4,1 16,7 SUD AFRICA* 413.090 888.650 854.130 -3,9 106,8 115,1 SVEZIA -5,9 249.580 234.970 293.290 24,8 17,5 SVIZZERA 66.850 71.540 70.130 -2,0 4,9 7,0 TAIWAN 58.390 21.970 20.880 -5,0 -64,2 -62,4 THAILANDIA TURCHIA UCRAINA TOTALE 5.960 9.710 41.660 329,0 599,0 62,9 118.340 58.180 197.220 239,0 66,7 -50,8 81.480 75.100 80.430 7,1 -1,3 -7,8 13.163.698 13.163.574 14.784.440 -0,8 -1,0 -0,3 77 TAV C3 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GREZZO TOTALE GREZZO IMPORT Variazioni percentuali Paesi / Resto del mondo ARABIA SAUDITA 2000 2001 2002 02/'01 01/00 15.090 30.540 35.770 245.280 229.830 BRASILE* 51.520 51.430 CANADA 78.890 97.430 98.530 1.571.780 2.082.260 2.460.040 18,1 56,5 32,5 58.770 38.190 29.170 -23,6 -50,4 -35,0 199.700 266.570 385.470 44,6 93,0 33,5 4.420 3.360 4.150 23,5 -6,1 -24,0 AUSTRIA BELGIO-LUX CINA COREA DEL SUD DANIMARCA FILIPPINE FINLANDIA nd/na 02/00 4.240 -100,0 -100,0 255,9 29.360 -17,9 -3,9 17,1 240.820 4,8 -1,8 -6,3 -100,0 -100,0 -0,2 1,1 24,9 23,5 nd/na 11.980 6.980 8.090 15,9 -32,5 -41,7 FRANCIA 322.260 269.520 238.050 -11,7 -26,1 -16,4 GERMANIA 490.390 510.240 366.200 -28,2 -25,3 4,0 GIAPPONE 293.280 255.880 144.300 -43,6 -50,8 -12,8 GIORDANIA 64.940 79.370 86.120 8,5 32,6 22,2 GRECIA 83.180 134.150 194.560 45,0 133,9 61,3 HONG KONG* 491.710 166.470 -38,3 -79,1 -66,1 INDIA* 49.140 63.100 43.400 -100,0 -100,0 28,4 INDONESIA 59.680 59.080 nd/na -100,0 -100,0 -1,0 0 0 0 - - - 13.710 18.880 23.240 23,1 69,5 37,7 2.283.040 2.157.800 2.107.140 -2,3 -7,7 -5,5 2.220 2.230 4.550 104,0 105,0 0,5 120.620 122.730 90.110 -26,6 -25,3 1,7 10.380 8.580 3.830 -55,4 -63,1 -17,3 IRAN* IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO MESSICO* 102.730 NORVEGIA* 15.600 21.080 21.940 4,1 40,6 35,1 PAESI BASSI 737.310 818.890 329.080 -59,8 -55,4 11,1 POLONIA 244.440 263.449 339.970 29,0 39,1 7,8 PORTOGALLO 85.920 132.430 203.200 53,4 136,5 54,1 REGNO UNITO* 59,3 352.250 561.000 462.630 -17,5 31,3 REPUBBLICA CECA 9.230 8.940 9.390 5,0 1,7 -3,1 ROMANIA 1.160 1.840 3.100 68,5 167,2 58,6 RUSSIA 55.550 40.460 50.070 23,8 -9,9 -27,2 SINGAPORE 131.610 176.860 193.511 9,4 47,0 34,4 SPAGNA 667.030 820.460 884.800 7,8 32,6 23,0 STATI UNITI D'AMERICA 182.520 160.860 427.720 165,9 134,3 -11,9 SUD AFRICA* 8.910 7.340 22.040 200,3 147,4 -17,6 38.210 45.700 20.330 -55,5 -46,8 19,6 192.050 187.200 179.620 -4,0 -6,5 -2,5 2.161.540 2.199.780 1.155.630 -47,5 -46,5 1,8 THAILANDIA 73.900 78.030 117.550 50,6 59,1 5,6 TURCHIA 70.640 49.070 57.710 17,6 -18,3 -30,5 UCRAINA 390 350 790 125,7 102,6 -10,3 11.569.930 12.248.679 11.138.941 -9,4 -4,1 5,9 SVEZIA SVIZZERA TAIWAN TOTALE 78 TAV C3 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GREZZO TOTALE GREZZO EXPORT Variazioni percentuali Paesi / Resto del mondo ARABIA SAUDITA AUSTRIA 2000 6.520 2001 2002 nd/na nd/na 02/'01 02/00 01/00 - -100,0 -100,0 28.840 24.680 16.760 -32,1 -41,9 -14,4 BELGIO-LUX 387.480 213.280 273.310 28,1 -29,5 -45,0 BRASILE* 973.140 948.650 -100,0 -100,0 -2,5 CANADA 115.250 123.300 124.340 0,8 7,9 7,0 2.929.510 1.816.040 3.167.540 74,4 8,1 -38,0 90.650 58.090 8.370 -85,6 -90,8 -35,9 1.900 1.440 990 -31,3 -47,9 -24,2 CINA COREA DEL SUD DANIMARCA nd/na FILIPPINE 40.060 24.150 29.720 23,1 -25,8 -39,7 FINLANDIA 313.680 295.450 322.640 9,2 2,9 -5,8 64.540 68.330 49.870 -27,0 -22,7 5,9 179.340 186.430 190.710 2,3 6,3 4,0 GIAPPONE 10.190 18.260 26.440 44,8 159,5 79,2 GIORDANIA 12.280 9.320 8.890 -4,6 -27,6 -24,1 FRANCIA GERMANIA GRECIA 174.130 205.190 233.470 13,8 34,1 17,8 HONG KONG* 149.620 153.361 86.330 -43,7 -42,3 2,5 1.348.900 1.428.350 1.594.660 -100,0 -100,0 5,9 83.640 101.960 nd/na -100,0 -100,0 21,9 110.160 212.530 208.030 -2,1 88,8 92,9 120 110 130 18,2 8,3 -8,3 987.370 938.800 926.710 -1,3 -6,1 -4,9 9.010 7.620 8.290 8,8 -8,0 -15,4 INDIA* INDONESIA IRAN* IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO 9.800 15.740 23.900 51,8 143,9 60,6 MESSICO* 23.630 28.280 28.100 -0,6 18,9 19,7 NORVEGIA* 314.710 289.260 318.400 10,1 1,2 -8,1 PAESI BASSI 19.370 15.880 7.530 -52,6 -61,1 -18,0 POLONIA PORTOGALLO 35.320 68.480 64.570 -5,7 82,8 93,9 280.840 383.840 469.110 22,2 67,0 36,7 -53,1 REGNO UNITO* 11.260 5.280 6.320 19,7 -43,9 REPUBBLICA CECA 13.080 16.240 12.590 -22,5 -3,7 24,2 2.650 13.870 7.470 -46,1 181,9 423,4 21,9 ROMANIA RUSSIA 7.340 8.950 10.900 21,8 48,5 SINGAPORE 3.430 3.680 2.650 -28,0 -22,7 7,3 SPAGNA 799.620 744.980 842.760 13,1 5,4 -6,8 STATI UNITI D'AMERICA 162.180 156.300 156.240 0,0 -3,7 -3,6 SUD AFRICA* 413.260 337.830 353.560 4,7 -14,4 -18,3 SVEZIA -6,1 246.860 231.730 260.440 12,4 5,5 SVIZZERA 58.080 62.450 62.840 0,6 8,2 7,5 TAIWAN 46.770 19.570 12.670 -35,3 -72,9 -58,2 147,8 THAILANDIA 3.350 8.300 22.620 172,5 575,2 TURCHIA 348.640 539.400 831.810 54,2 138,6 54,7 UCRAINA 69.900 61.820 67.640 9,4 -3,2 -11,6 10.886.420 9.847.221 10.839.320 -6,1 -15,1 -9,5 TOTALE 79 TAV C4 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: LAVORATI A GREZZO TOTALE GREZZO IMPORT Variazioni percentuali Paesi / Resto del mondo ARABIA SAUDITA 2000 2001 2002 02/'01 01/00 15.090 30.540 35.770 245.280 229.830 BRASILE* 51.520 51.430 CANADA 78.890 97.430 98.530 1.571.780 2.082.260 2.460.040 18,1 56,5 32,5 58.770 38.190 29.170 -23,6 -50,4 -35,0 199.700 266.570 385.470 44,6 93,0 33,5 4.420 3.360 4.150 23,5 -6,1 -24,0 AUSTRIA BELGIO-LUX CINA COREA DEL SUD DANIMARCA FILIPPINE FINLANDIA nd/na 02/00 4.240 -100,0 -100,0 255,9 29.360 -17,9 -3,9 17,1 240.820 4,8 -1,8 -6,3 -100,0 -100,0 -0,2 1,1 24,9 23,5 nd/na 11.980 6.980 8.090 15,9 -32,5 -41,7 FRANCIA 322.260 269.520 238.050 -11,7 -26,1 -16,4 GERMANIA 490.390 510.240 366.200 -28,2 -25,3 4,0 GIAPPONE 293.280 255.880 144.300 -43,6 -50,8 -12,8 GIORDANIA 64.940 79.370 86.120 8,5 32,6 22,2 GRECIA 83.180 134.150 194.560 45,0 133,9 61,3 HONG KONG* 491.710 166.470 -38,3 -79,1 -66,1 INDIA* 49.140 63.100 43.400 -100,0 -100,0 28,4 INDONESIA 59.680 59.080 nd/na -100,0 -100,0 -1,0 0 0 0 - - - 13.710 18.880 23.240 23,1 69,5 37,7 2.283.040 2.157.800 2.107.140 -2,3 -7,7 -5,5 2.220 2.230 4.550 104,0 105,0 0,5 120.620 122.730 90.110 -26,6 -25,3 1,7 10.380 8.580 3.830 -55,4 -63,1 -17,3 IRAN* IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO MESSICO* 102.730 NORVEGIA* 15.600 21.080 21.940 4,1 40,6 35,1 PAESI BASSI 737.310 818.890 329.080 -59,8 -55,4 11,1 POLONIA 244.440 263.449 339.970 29,0 39,1 7,8 PORTOGALLO 85.920 132.430 203.200 53,4 136,5 54,1 REGNO UNITO* 59,3 352.250 561.000 462.630 -17,5 31,3 REPUBBLICA CECA 9.230 8.940 9.390 5,0 1,7 -3,1 ROMANIA 1.160 1.840 3.100 68,5 167,2 58,6 RUSSIA 55.550 40.460 50.070 23,8 -9,9 -27,2 SINGAPORE 131.610 176.860 193.511 9,4 47,0 34,4 SPAGNA 667.030 820.460 884.800 7,8 32,6 23,0 STATI UNITI D'AMERICA 182.520 160.860 427.720 165,9 134,3 -11,9 SUD AFRICA* 8.910 7.340 22.040 200,3 147,4 -17,6 38.210 45.700 20.330 -55,5 -46,8 19,6 192.050 187.200 179.620 -4,0 -6,5 -2,5 2.161.540 2.199.780 1.155.630 -47,5 -46,5 1,8 THAILANDIA 73.900 78.030 117.550 50,6 59,1 5,6 TURCHIA 70.640 49.070 57.710 17,6 -18,3 -30,5 UCRAINA 390 350 790 125,7 102,6 -10,3 11.569.930 12.248.679 11.138.941 -9,4 -4,1 5,9 SVEZIA SVIZZERA TAIWAN TOTALE 80 TAV C4 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: LAVORATI A GREZZO TOTALE GREZZO EXPORT Variazioni percentuali Paesi / Resto del mondo ARABIA SAUDITA AUSTRIA 2000 6.520 2001 2002 nd/na nd/na 02/'01 02/00 01/00 - -100,0 -100,0 28.840 24.680 16.760 -32,1 -41,9 -14,4 BELGIO-LUX 387.480 213.280 273.310 28,1 -29,5 -45,0 BRASILE* 973.140 948.650 -100,0 -100,0 -2,5 CANADA 115.250 123.300 124.340 0,8 7,9 7,0 2.929.510 1.816.040 3.167.540 74,4 8,1 -38,0 90.650 58.090 8.370 -85,6 -90,8 -35,9 1.900 1.440 990 -31,3 -47,9 -24,2 CINA COREA DEL SUD DANIMARCA nd/na FILIPPINE 40.060 24.150 29.720 23,1 -25,8 -39,7 FINLANDIA 313.680 295.450 322.640 9,2 2,9 -5,8 64.540 68.330 49.870 -27,0 -22,7 5,9 179.340 186.430 190.710 2,3 6,3 4,0 GIAPPONE 10.190 18.260 26.440 44,8 159,5 79,2 GIORDANIA 12.280 9.320 8.890 -4,6 -27,6 -24,1 FRANCIA GERMANIA GRECIA 174.130 205.190 233.470 13,8 34,1 17,8 HONG KONG* 149.620 153.361 86.330 -43,7 -42,3 2,5 1.348.900 1.428.350 1.594.660 -100,0 -100,0 5,9 83.640 101.960 nd/na -100,0 -100,0 21,9 110.160 212.530 208.030 -2,1 88,8 92,9 120 110 130 18,2 8,3 -8,3 987.370 938.800 926.710 -1,3 -6,1 -4,9 9.010 7.620 8.290 8,8 -8,0 -15,4 INDIA* INDONESIA IRAN* IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO 9.800 15.740 23.900 51,8 143,9 60,6 MESSICO* 23.630 28.280 28.100 -0,6 18,9 19,7 NORVEGIA* 314.710 289.260 318.400 10,1 1,2 -8,1 PAESI BASSI 19.370 15.880 7.530 -52,6 -61,1 -18,0 POLONIA PORTOGALLO 35.320 68.480 64.570 -5,7 82,8 93,9 280.840 383.840 469.110 22,2 67,0 36,7 -53,1 REGNO UNITO* 11.260 5.280 6.320 19,7 -43,9 REPUBBLICA CECA 13.080 16.240 12.590 -22,5 -3,7 24,2 2.650 13.870 7.470 -46,1 181,9 423,4 21,9 ROMANIA RUSSIA 7.340 8.950 10.900 21,8 48,5 SINGAPORE 3.430 3.680 2.650 -28,0 -22,7 7,3 SPAGNA 799.620 744.980 842.760 13,1 5,4 -6,8 STATI UNITI D'AMERICA 162.180 156.300 156.240 0,0 -3,7 -3,6 SUD AFRICA* 413.260 337.830 353.560 4,7 -14,4 -18,3 SVEZIA -6,1 246.860 231.730 260.440 12,4 5,5 SVIZZERA 58.080 62.450 62.840 0,6 8,2 7,5 TAIWAN 46.770 19.570 12.670 -35,3 -72,9 -58,2 147,8 THAILANDIA 3.350 8.300 22.620 172,5 575,2 TURCHIA 348.640 539.400 831.810 54,2 138,6 54,7 UCRAINA 69.900 61.820 67.640 9,4 -3,2 -11,6 10.886.420 9.847.221 10.839.320 -6,1 -15,1 -9,5 TOTALE 81 TAV 1 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI IMPORT 2002 Tonn. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE 2001 Valore 000€ 398.258 1.708.934 51.956 44.720 101.027 372.370 5.473 7.357 13.337 2.703.432 74.319 373.026 29.035 21.471 13.877 18.281 952 2.803 1.476 535.240 Tonn. Differenza in % Valore 000€ 431.973 1.725.880 48.927 41.866 69.096 293.176 3.458 6.013 13.685 2.634.074 87.434 387.610 30.597 19.110 11.759 16.347 846 3.008 1.178 557.889 Quantità -7,81 -0,98 6,19 6,82 46,21 27,01 58,27 22,35 -2,54 2,63 Valore -15,00 -3,76 -5,10 12,35 18,01 11,83 12,59 -6,81 25,37 -4,06 EXPORT 001 Differenza in % Valore 000€ Quantità MARMO BLOCCHI 87.434 E LASTRE-7,81 GRANITO387.610 BLOCCHI E LASTRE -0,98 MARMO LAVORATI 30.597 6,19 GRANITO LAVORATI 19.110 6,82 ALTRE PIETRE 11.759 LAVORATI 46,21 GRANULATI16.347 E POLVERI 27,01 ARDESIA GREZZA 846 58,27 ARDESIA LAVORATA 3.008 22,35 PIETRA POMICE 1.178 -2,54 TOTALE GENERALE 557.889 2,63 82 Valore -15,00 -3,76 -5,10 12,35 18,01 11,83 12,59 -6,81 25,37 -4,06 2002 Tonn. 761.426 165.926 1.333.752 902.644 230.105 1.251.943 3.921 33.230 100.088 4.783.035 2001 Valore 000€ 170.752 47.549 883.050 736.370 44.590 44.977 2.324 23.528 5.365 1.958.505 Tonn. 754.246 184.613 1.375.933 979.560 220.936 1.072.955 4.764 32.518 75.088 4.700.613 Differenza in % Valore 000€ 170.331 49.885 938.547 815.009 48.311 37.502 3.237 24.241 4.423 2.091.486 Quantità 0,95 -10,12 -3,07 -7,85 4,15 16,68 -17,70 2,19 33,29 1,75 Valore 0,25 -4,68 -5,91 -9,65 -7,70 19,93 -28,21 -2,94 21,31 -6,36 TAV 2A ITALIA – EUROPA ANNO 2001/2002 LAPIDEI IMPORT 2002 Valore 000€ Tonn. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE 2001 209.839 434.059 29.622 22.104 11.287 363.310 4.668 570 13.271 1.088.730 38.122 84.553 16.753 8.926 1.548 17.400 680 445 1.381 169.808 Differenza in % Valore 000€ Tonn. 240.719 446.370 30.604 22.816 11.152 289.440 2.086 1.815 13.634 1.058.636 47.312 81.646 18.666 9.031 1.587 16.000 310 941 1.124 176.617 Quantità -12,83 -2,76 -3,21 -3,12 1,21 25,52 123,78 -68,60 -2,66 2,84 Valore -19,43 3,56 -10,25 -1,17 -2,50 8,75 119,67 -52,68 22,93 -3,86 EXPORT 2002 Tonn. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE 112.296 137.152 326.259 612.338 226.580 1.018.810 1.987 14.163 29.330 2.478.915 2001 Valore 000€ 39.659 33.147 230.781 455.328 41.887 36.045 954 9.350 2.647 849.798 Tonn. 124.103 160.889 367.591 673.096 213.893 813.093 1.731 13.654 32.226 2.400.276 Differenza in % Valore 000€ 44.043 37.839 249.443 510.258 42.056 28.144 882 9.265 2.281 924.211 Quantità -9,51 -14,75 -11,24 -9,03 5,93 25,30 14,79 3,73 -8,99 3,28 Valore -9,95 -12,40 -7,48 -10,77 -0,40 28,07 8,23 0,91 16,06 -8,05 83 TAV 2B ITALIA – UNIONE EUROPEA ANNO 2001/2002 LAPIDEI IMPORT 2002 Valore 000€ Tonn. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE 2001 88.213 214.527 13.667 19.670 6.458 91.078 4.617 272 8.153 446.655 19.617 31.608 9.395 7.086 1.129 13.486 655 193 967 84.136 Differenza in % Valore 000€ Tonn. 106.553 261.548 17.893 20.104 8.308 86.770 1.977 1.199 11.435 515.787 24.743 35.956 11.923 7.543 1.350 12.887 222 457 933 96.014 Quantità -17,21 -17,98 -23,62 -2,16 -22,27 4,97 133,54 -77,31 -28,70 -13,40 Valore -20,72 -12,09 -21,21 -6,05 -16,37 4,65 194,74 -57,80 3,69 -12,37 EXPORT 001 Differenza in % Valore 000€ Quantità MARMO BLOCCHI 24.743 E LASTRE -17,21 GRANITO 35.956 BLOCCHI E LASTRE -17,98 MARMO LAVORATI 11.923 -23,62 GRANITO LAVORATI 7.543 -2,16 ALTRE PIETRE 1.350LAVORATI-22,27 GRANULATI 12.887 E POLVERI 4,97 ARDESIA GREZZA 222 133,54 ARDESIA LAVORATA 457 -77,31 PIETRA POMICE 933 -28,70 TOTALE GENERALE 96.014 -13,40 84 Valore -20,72 -12,09 -21,21 -6,05 -16,37 4,65 194,74 -57,80 3,69 -12,37 2002 Tonn. 87.945 83.297 250.970 432.547 195.024 934.745 530 8.643 26.360 2.020.061 2001 Valore 000€ 31.907 17.918 180.786 343.397 35.332 30.622 286 6.251 1.664 648.163 Tonn. 98.058 104.594 282.982 492.602 180.152 731.718 888 8.558 30.901 1.930.453 Differenza in % Valore 000€ 35.442 23.203 192.139 391.428 34.941 22.678 311 6.368 1.729 708.239 Quantità -10,31 -20,36 -11,31 -12,19 8,26 27,75 -40,32 0,99 -14,70 4,64 Valore -9,97 -22,78 -5,91 -12,27 1,12 35,03 -8,14 -1,84 -3,71 -8,48 TAV 2C ITALIA – ALTRI PAESI D’EUROPA ANNO 2001/2002 LAPIDEI IMPORT 2002 Valore 000€ Tonn. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE 2001 121.626 219.532 15.956 2.434 4.830 272.232 51 298 5.119 642.078 18.505 52.945 7.358 1.839 418 3.914 25 252 414 85.670 Differenza in % Valore 000€ Tonn. 134.166 184.822 12.711 2.712 2.844 202.670 109 616 2.199 542.849 22.569 45.690 6.743 1.488 237 3.113 87 484 191 80.602 Quantità -9,35 18,78 25,53 -10,25 69,83 34,32 -53,21 -51,62 132,79 18,28 Valore -18,01 15,88 9,13 23,61 76,49 25,75 -70,90 -47,84 116,92 6,29 EXPORT 2002 Tonn. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE 24.350 53.855 75.289 179.791 31.557 84.065 1.457 5.519 2.970 458.853 2001 Valore 000€ 7.753 15.229 49.995 111.930 6.555 5.423 668 3.099 982 201.634 Tonn. 26.045 56.295 84.609 180.494 33.741 81.375 843 5.096 1.325 469.823 Differenza in % Valore 000€ 8.601 14.637 57.304 118.830 7.115 5.466 571 2.898 552 215.974 Quantità -6,51 -4,33 -11,02 -0,39 -6,47 3,31 72,84 8,30 124,15 -2,34 Valore -9,87 4,05 -12,76 -5,81 -7,87 -0,80 17,15 6,95 77,98 -6,64 85 TAV 2D ITALIA – AFRICA ANNO 2001/2002 LAPIDEI IMPORT 2002 Tonn. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE 2001 Valore 000€ 94.700 310.776 3.198 236 0 0 0 104 8 409.022 13.560 67.793 1.854 224 0 0 2 30 9 83.472 Tonn. Differenza in % Valore 000€ 86.728 301.710 2.203 220 0 0 0 137 0 390.998 13.379 67.728 1.969 206 0 0 0 101 1 83.384 Quantità 9,19 3,01 45,17 7,27 0,00 0,00 0,00 -24,09 0,00 4,61 Valore 1,36 0,10 -5,85 9,00 0,00 0,00 0,00 -70,32 635,52 0,11 EXPORT 001 Differenza in % Valore 000€ Quantità 13.379 E LASTRE9,19 MARMO BLOCCHI 67.728 E LASTRE 3,01 GRANITO BLOCCHI 1.969 45,17 MARMO LAVORATI 206 7,27 GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE 0LAVORATI 0,00 0 0,00 GRANULATI E POLVERI 0 0,00 ARDESIA GREZZA 101 -24,09 ARDESIA LAVORATA 0,00 PIETRA POMICE1 83.384 4,61 TOTALE GENERALE 86 Valore 1,36 0,10 -5,85 9,00 0,00 0,00 0,00 -70,32 635,52 0,11 2002 Tonn. 234.499 3.949 74.482 13.165 107 173.286 0 152 170 499.810 2001 Valore 000€ 24.156 1.121 25.337 7.776 23 6.578 0 107 83 65.181 Tonn. 222.248 3.998 76.616 13.791 203 155.487 0 98 124 472.565 Differenza in % Valore 000€ 24.270 1.101 29.523 6.561 29 5.292 0 94 75 66.945 Quantità 5,51 -1,23 -2,79 -4,54 -47,29 11,45 0,00 55,10 37,10 5,77 Valore -0,47 1,80 -14,18 18,53 -20,62 24,29 0,00 13,56 10,76 -2,64 TAV 2E ITALIA – AMERICA SETTENTRIONALE ANNO 2001/2002 LAPIDEI IMPORT 2002 Valore 000€ Tonn. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE 2001 2.329 36.786 148 294 0 2 0 0 1 39.560 Valore 000€ Tonn. 756 12.807 436 618 0 7 0 0 31 14.655 Differenza in % 2.836 37.447 158 178 0 0 0 1 0 40.620 659 14.710 328 313 2 3 0 7 8 16.030 Quantità -17,88 -1,77 -6,33 65,17 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 -2,61 Valore 14,76 -12,94 32,92 97,10 -100,00 136,38 0,00 -100,00 274,04 -8,58 EXPORT 2001 Differenza in % Valore 000€ Quantità 6 MARMO BLOCCHI 659 E LASTRE -17,88 7 GRANITO BLOCCHI 14.710 E LASTRE -1,77 8 MARMO LAVORATI 328 -6,33 8 GRANITO LAVORATI 313 65,17 0 ALTRE PIETRE LAVORATI 2 0,00 0 GRANULATI E POLVERI 3 0,00 0 ARDESIA GREZZA 0 0,00 ARDESIA LAVORATA 7 -100,00 0 PIETRA POMICE 8 0,00 0 TOTALE GENERALE 16.030 -2,61 Valore 14,76 -12,94 32,92 97,10 -100,00 136,38 0,00 -100,00 274,04 -8,58 2002 Tonn. 33.932 8.931 298.526 191.706 1.658 1.317 1.488 16.942 34.382 588.882 2001 Valore 000€ 34.292 9.346 346.283 210.800 1.704 408 1.086 12.652 1.012 617.583 Tonn. 25.967 5.532 293.856 175.293 3.728 1.254 2.716 16.667 40.639 565.652 Differenza in % Valore 000€ 26.233 6.111 353.930 208.589 4.793 323 2.139 13.238 992 616.348 Quantità 30,67 61,44 1,59 9,36 -55,53 5,02 -45,21 1,65 -15,40 4,11 Valore 30,72 52,94 -2,16 1,06 -64,45 26,44 -49,22 -4,43 2,05 0,20 87 TAV 2F ITALIA – AMERICA CENTRALE E DEL SUD ANNO 2001/2002 LAPIDEI IMPORT 2002 Valore 000€ Tonn. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE 2001 10.069 330.203 1.033 5.591 39.694 174 452 5.106 0 392.322 3.368 85.442 733 2.713 6.604 99 185 1.814 0 100.958 Differenza in % Valore 000€ Tonn. 6.768 347.353 559 3.548 32.595 37 371 2.566 0 393.797 2.734 97.650 387 1.788 6.503 25 169 1.191 0 110.447 Quantità 48,77 -4,94 84,79 57,58 21,78 370,27 21,83 98,99 0,00 -0,38 Valore 23,18 -12,50 89,59 51,71 1,55 295,20 9,58 52,28 0,00 -8,59 EXPORT 2002 Tonn. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE 88 4.919 609 44.873 5.619 436 590 321 778 131 58.276 2001 Valore 000€ 1.788 363 23.919 3.512 209 157 199 525 82 30.754 Tonn. 7.676 792 63.265 8.181 1.034 1.081 225 980 166 83.400 Differenza in % Valore 000€ 3.863 587 32.705 5.965 466 245 144 733 135 44.843 Quantità -35,92 -23,11 -29,07 -31,32 -57,83 -45,42 42,67 -20,61 -21,08 -30,13 Valore -53,73 -38,20 -26,87 -41,12 -55,07 -36,02 38,58 -28,37 -39,53 -31,42 TAV 2G ITALIA – VICINO E MEDIO ORIENTE ANNO 2001/2002 LAPIDEI IMPORT 2002 Valore 000€ Tonn. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE 2001 53.122 52.509 2.746 400 1 0 0 0 0 108.778 11.755 16.853 1.167 626 3 0 0 0 0 30.404 Differenza in % Valore 000€ Tonn. 59.076 36.982 4.527 243 3 0 0 0 0 100.831 14.949 12.483 1.981 95 5 1 0 0 0 29.514 Quantità -10,08 41,99 -39,34 64,61 -66,67 0,00 0,00 0,00 0,00 7,88 Valore -21,37 35,01 -41,06 557,21 -36,77 -100,00 0,00 0,00 0,00 3,02 EXPORT 2002 Tonn. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE 163.046 9.095 376.102 44.532 354 56.922 0 22 33.974 684.047 2001 Valore 000€ 17.295 1.769 131.226 27.142 181 1.621 0 21 563 179.818 Tonn. 211.614 8.923 381.738 61.146 602 101.511 0 9 248 765.791 Differenza in % Valore 000€ 21.146 2.164 147.513 36.861 307 3.428 0 10 118 211.547 Quantità -22,95 1,93 -1,48 -27,17 -41,20 -43,93 0,00 144,44 13599,19 -10,67 Valore -18,21 -18,24 -11,04 -26,37 -41,21 -52,72 0,00 100,80 377,13 -15,00 89 TAV 2H ITALIA – ESTREMO ORIENTE ANNO 2001/2002 LAPIDEI IMPORT 2002 Valore 000€ Tonn. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE 2001 27.898 539.201 15.184 16.096 50.044 8.870 353 1.577 56 659.279 Valore 000€ Tonn. 6.624 103.871 8.056 8.365 5.722 773 85 514 54 134.064 Differenza in % 35.182 553.808 10.845 14.861 25.346 3.698 1.001 1.495 51 646.287 8.160 112.700 7.254 7.677 3.661 318 367 768 44 140.949 Quantità -20,70 -2,64 40,01 8,31 97,44 139,86 -64,74 5,49 9,80 2,01 Valore -18,82 -7,83 11,06 8,96 56,29 143,24 -76,86 -33,09 22,46 -4,89 EXPORT 001 Differenza in % Valore 000€ Quantità MARMO BLOCCHI 8.160 E LASTRE -20,70 GRANITO112.700 BLOCCHI E LASTRE -2,64 MARMO LAVORATI 7.254 40,01 GRANITO LAVORATI 7.677 8,31 ALTRE PIETRE 3.661LAVORATI 97,44 GRANULATI E318 POLVERI 139,86 ARDESIA GREZZA 367 -64,74 ARDESIA LAVORATA 768 5,49 PIETRA POMICE 44 9,80 TOTALE 140.949 GENERALE 2,01 90 Valore -18,82 -7,83 11,06 8,96 56,29 143,24 -76,86 -33,09 22,46 -4,89 2002 Tonn. 211.819 5.886 193.250 25.951 924 847 104 82 2.010 440.873 2001 Valore 000€ 52.718 1.509 106.770 21.948 536 154 70 66 956 184.727 Tonn. 161.743 4.344 176.815 40.089 1.456 419 39 97 1.605 386.607 Differenza in % Valore 000€ 50.020 2.016 110.908 38.599 644 62 31 88 785 203.153 Quantità 30,96 35,50 9,30 -35,27 -36,54 102,15 166,67 -15,46 25,23 14,04 Valore 5,39 -25,15 -3,73 -43,14 -16,77 149,99 123,96 -25,11 21,82 -9,07 TAV 2I ITALIA – AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TERR. ANNO 2001/2002 LAPIDEI IMPORT 2002 Tonn. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE 2001 Valore 000€ 135 1.696 36 0 0 0 0 0 1 1.868 301 5.274 24 0 0 0 0 0 0 5.599 Tonn. Differenza in % Valore 000€ 241 640 13 0 0 0 0 0 0 894 663 2.040 30 0 0 0 0 0 0 2.733 Quantità Valore -54,60 -44,17 158,53 164,88 -20,00 180,94 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 104,87 108,82 EXPORT 001 Differenza in % Valore 000€ Quantità Valore MARMO BLOCCHI 241 E LASTRE-54,60 -44,17 640 E LASTRE 158,53 164,88 GRANITO BLOCCHI 13 -20,00 180,94 MARMO LAVORATI 0 0,00 0,00 GRANITO LAVORATI 0 0,00 0,00 ALTRE PIETRE LAVORATI 0 0,00 0,00 GRANULATI E POLVERI 0,00 0,00 ARDESIA GREZZA0 0 0,00 0,00 ARDESIA LAVORATA 0,00 0,00 PIETRA POMICE 0 894 104,87 108,82 TOTALE GENERALE 2002 Tonn. 915 304 20.235 9.331 45 170 20 1.091 31 32.142 2001 Valore 000€ 840 295 18.654 9.709 50 15 14 808 13 30.398 Tonn. 894 135 16.052 7.958 21 110 53 1.013 80 26.316 Differenza in % Valore 000€ 749 68 14.511 7.852 16 8 41 812 37 24.094 Quantità Valore 2,35 12,13 125,19 334,10 26,06 28,55 17,25 23,65 114,29 219,57 54,55 82,77 -62,26 -65,92 7,70 -0,52 -61,25 -64,30 22,14 26,16 91 TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI 2002 Tonn. Valore 000€ IMPORT 2001 Tonn. Valore 000€ Differenza in % Quantità Valore EUROPA UNIONE EUROPEA FRANCIA PAESI BASSI GERMANIA REGNO UNITO IRLANDA DANIMARCA GRECIA PORTOGALLO SPAGNA BELGIO LUSSEMBURGO SVEZIA FINLANDIA AUSTRIA TOTALE UNIONE EUROPEA 117.061 4.803 28.128 1.216 472 44 18.135 50.704 144.705 1.093 860 6.588 69.763 3.083 446.655 19.927 1.512 8.372 497 474 33 5.178 11.816 24.147 448 111 1.122 9.655 845 84.136 116.651 5.796 43.122 2.241 298 31 26.120 54.271 173.752 850 7.636 82.262 2.758 515.788 20.873 1.479 11.545 803 493 35 7.160 12.663 28.752 196 1.225 10.318 474 96.015 0,35 -17,13 -34,77 -45,74 58,37 41,63 -30,57 -6,57 -16,72 28,65 0,00 -13,73 -15,19 11,76 -13,40 -4,53 2,27 -27,48 -38,17 -3,71 -6,31 -27,69 -6,69 -16,02 128,99 0,00 -8,39 -6,43 78,13 -12,37 ALTRI PAESI D`EUROPA ISOLE CANARIE MELILLA ISLANDA NORVEGIA LIECHTENSTEIN SVIZZERA ANDORRA GIBILTERRA CITTA' DEL VATICANO MALTA TURCHIA ESTONIA LETTONIA LITUANIA POLONIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA UNGHERIA ROMANIA BULGARIA ALBANIA UCRAINA BELORUSSIA MOLDAVIA RUSSIA GEORGIA ARMENIA AZERBAIGIAN KAZAKISTAN TURKMENISTAN UZBEKISTAN TAGIKISTAN SLOVENIA CROAZIA BOSNIA-ERZEGOVINA SERBIA E MONTENEGRO MACEDONIA TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA 367.303 302 46.872 44 53 70.461 66 341 10 36 5.681 5.824 1.107 10.145 9 169 126 10.520 118.573 622 1.583 2.228 642.076 45.575 58 7.861 20 13 15.052 34 157 7 45 1.740 407 130 2.578 5 28 20 2.690 8.118 74 292 767 85.671 289.462 5 44.457 64.768 1 106 508 18 251 10.552 2.063 548 7.469 405 16.589 96.260 727 2.518 6.139 542.848 39.097 15 8.220 1 15.510 1 1 79 138 36 89 1.657 216 75 2.099 74 3.434 7.211 99 428 2.121 80.602 0,00 0,00 0,00 26,89 5548,69 5,43 0,00 0,00 0,00 29931,46 8,79 0,00 -100,00 -100,00 -37,85 -32,93 -42,23 -85,52 -46,16 182,25 102,00 35,82 0,00 0,00 -58,30 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -36,59 23,18 -14,41 -37,13 -63,71 18,28 0,00 0,00 0,00 16,57 286,70 -4,37 0,00 0,00 0,00 1658,58 -2,95 0,00 -100,00 -100,00 -57,68 13,54 -79,34 -49,67 5,00 88,10 74,06 22,85 0,00 0,00 -61,76 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -21,67 12,58 -25,72 -31,81 -63,85 6,29 1.088.731 169.808 1.058.636 176.617 2,84 -3,86 TOTALE EUROPA 92 TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2002/2003 EUROPA UNIONE EUROPEA FRANCIA PAESI BASSI GERMANIA REGNO UNITO IRLANDA DANIMARCA GRECIA PORTOGALLO SPAGNA BELGIO LUSSEMBURGO SVEZIA FINLANDIA AUSTRIA TOTALE UNIONE EUROPEA ALTRI PAESI D`EUROPA ISOLE CANARIE MELILLA ISLANDA NORVEGIA LIECHTENSTEIN SVIZZERA ANDORRA GIBILTERRA CITTA' DEL VATICANO MALTA TURCHIA ESTONIA LETTONIA LITUANIA POLONIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA UNGHERIA ROMANIA BULGARIA ALBANIA UCRAINA BELORUSSIA MOLDAVIA RUSSIA GEORGIA ARMENIA AZERBAIGIAN KAZAKISTAN TURKMENISTAN UZBEKISTAN TAGIKISTAN SLOVENIA CROAZIA BOSNIA-ERZEGOVINA SERBIA E MONTENEGRO MACEDONIA TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA TOTALE EUROPA LAPIDEI 2002 Tonn. Valore 000€ EXPORT 2001 Tonn. Valore 000€ 168.874 66.600 838.260 294.862 7.261 11.949 11.335 6.590 154.358 209.052 8.327 109.961 3.370 129.263 2.020.061 65.528 29.638 303.720 71.125 6.263 9.515 7.531 3.017 53.892 25.387 4.053 8.606 3.901 55.986 648.163 142.852 76.075 777.372 246.734 7.825 14.131 11.020 5.772 172.062 238.291 8.468 105.552 3.285 121.014 1.930.452 66.449 35.125 344.484 64.650 6.368 11.459 5.818 2.848 61.797 29.330 4.361 8.502 3.237 63.808 708.238 18,22 -12,45 7,83 19,51 -7,21 -15,45 2,85 14,18 -10,29 -12,27 -1,67 4,18 2,60 6,82 4,64 -1,39 -15,62 -11,83 10,02 -1,66 -16,97 29,45 5,93 -12,79 -13,44 -7,06 1,22 20,52 -12,26 -8,48 63 445 3.348 1.248 170.675 90 54 14.349 16.508 825 830 2.580 31.633 12.961 7.753 29.962 8.742 2.493 15.038 1.436 637 139 14.869 267 25 8 614 2.860 90 41.207 49.203 17.923 8.834 1.147 458.854 14 242 2.907 1.072 85.141 41 14 4.250 7.330 733 583 1.034 16.695 6.841 3.889 9.992 5.182 1.080 2.189 2.075 261 67 12.181 401 20 12 776 2.721 132 11.393 13.472 4.845 3.647 401 201.635 258 278 3.565 2.116 175.827 52 13.543 21.359 968 1.162 1.337 36.217 13.182 10.223 25.528 6.681 3.103 11.714 2.760 558 309 12.292 175 99 106 1.113 2.058 53 52 45.461 45.864 21.309 8.578 1.925 469.824 87 6 188 3.145 1.961 89.705 29 1 4.179 7.897 705 715 940 20.854 7.297 7.138 9.033 4.055 1.333 1.551 4.861 336 140 10.183 205 69 314 1.038 2.312 68 13 12.911 11.747 5.944 4.708 309 215.974 -75,63 -100,00 59,82 -6,07 -41,02 -2,93 74,04 163536,36 0,00 5,95 -22,71 -14,74 -28,54 93,03 -12,66 -1,68 -24,16 17,37 30,84 -19,66 28,38 -47,98 14,16 -54,90 20,96 52,59 -74,48 -92,91 -44,86 39,00 70,39 -100,00 -9,36 7,28 -15,89 2,98 -40,43 -2,34 -83,54 -100,00 29,14 -7,57 -45,33 -5,09 43,34 1492,15 0,00 1,69 -7,18 4,00 -18,55 10,06 -19,94 -6,24 -45,51 10,62 27,81 -18,92 41,16 -57,31 -22,49 -51,91 19,62 95,60 -71,48 -96,21 -25,23 17,69 95,33 -100,00 -11,76 14,69 -18,49 -22,54 29,75 -6,64 2.478.915 849.798 2.400.276 924.211 3,28 -8,05 Differenza in % Quantità Valore 93 TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI 2002 Tonn. Valore 000€ AFRICA AFRICA SETTENTRIONALE MAROCCO ALGERIA TUNISIA LIBIA EGITTO SUDAN TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE IMPORT 2001 Tonn. Valore 000€ Differenza in % Quantità Valore 16.609 74 20.918 135 65.072 10 102.818 3.503 11 2.786 5 9.267 3 15.575 17.178 380 15.808 54.546 85 87.997 4.005 31 2.331 8.205 14 14.587 -3,31 -80,65 32,33 0,00 19,30 -88,24 16,84 -12,55 -65,42 19,50 0,00 12,95 -78,76 6,77 952 1 116 1.516 2.586 145 1 12 711 869 541 25 35 1.133 1.734 106 1 1 489 596 75,96 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 229,93 0,00 0,00 33,85 49,11 37,64 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 918,69 0,00 0,00 45,47 45,66 AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE CAMERUN GUINEA EQUATORIALE GABON CONGO RUANDA BURUNDI ANGOLA ETIOPIA ERITREA GIBUTI SOMALIA KENIA UGANDA TANZANIA SEYCHELLES E DIPENDENZE MOZAMBICO MADAGASCAR MAURIZIO ZAMBIA ZIMBABWE SUD AFRICA NAMIBIA BOTSWANA TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE 603 5.858 10 84 116 21.011 1.707 14.953 259.112 165 303.618 137 1 1.885 2 1 129 81 5.283 1.059 3.702 54.703 45 67.029 70 5.059 1 56 206 230 218 37.424 1.038 42 10.973 244.992 959 301.267 26 1.700 2 42 3 97 257 298 9.777 331 30 2.629 52.695 312 68.201 765,94 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 15,79 -100,00 0,00 -100,00 -25,00 -58,91 -100,00 -46,95 0,00 -43,86 64,50 0,00 -100,00 36,27 5,76 -82,81 0,00 0,78 426,93 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 10,85 -100,00 0,00 -100,00 -77,94 32,72 -100,00 -72,92 0,00 -45,97 220,24 0,00 -100,00 40,81 3,81 -85,45 0,00 -1,72 TOTALE AFRICA 409.022 83.473 390.998 83.384 4,61 0,11 AFRICA OCCIDENTALE MAURITANIA MALI BURKINA FASO NIGER CAPO VERDE SENEGAL GAMBIA GUINEA - BISSAU GUINEA SIERRA LEONE LIBERIA COSTA D'AVORIO GHANA TOGO BENIN NIGERIA TOTALE AFRICA OCCIDENTALE 94 TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI 2002 Tonn. Valore 000€ AFRICA AFRICA SETTENTRIONALE MAROCCO ALGERIA TUNISIA LIBIA EGITTO SUDAN TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE AFRICA OCCIDENTALE MAURITANIA MALI BURKINA FASO NIGER CAPO VERDE SENEGAL GAMBIA GUINEA - BISSAU GUINEA SIERRA LEONE LIBERIA COSTA D'AVORIO GHANA TOGO BENIN NIGERIA TOTALE AFRICA OCCIDENTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE CAMERUN GUINEA EQUATORIALE GABON CONGO RUANDA BURUNDI ANGOLA ETIOPIA ERITREA GIBUTI SOMALIA KENIA UGANDA TANZANIA SEYCHELLES E DIPENDENZE MOZAMBICO MADAGASCAR MAURIZIO ZAMBIA ZIMBABWE SUD AFRICA NAMIBIA BOTSWANA TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE TOTALE AFRICA EXPORT 2001 Tonn. Valore 000€ Differenza in % Quantità Valore 42.798 42.051 194.179 121.440 59.977 429 460.874 5.864 7.225 13.641 14.892 9.774 334 51.730 38.753 28.772 187.865 93.282 81.620 683 430.975 6.684 3.642 12.922 13.903 12.734 404 50.289 10,44 46,15 3,36 30,19 -26,52 -37,10 6,94 -12,27 98,38 5,56 7,11 -23,24 -17,31 2,87 101 510 130 477 3.617 446 50 355 210 217 3.150 1.201 235 383 20.633 31.717 38 101 30 105 2 1.048 159 11 70 67 28 573 486 60 68 5.930 8.775 85 211 279 131 29 2.234 154 33 358 101 21 5.022 1.487 526 599 21.787 33.056 86 194 232 19 43 661 112 25 129 16 15 598 260 132 117 9.062 11.700 18,53 142,09 -53,25 265,79 -98,97 61,92 190,51 48,85 -1,03 108,34 933,71 -37,27 -19,25 -55,25 -36,09 -5,30 -4,05 -55,35 -48,23 -87,20 465,19 -95,72 58,61 41,64 -58,03 -45,63 326,77 82,28 -4,20 86,96 -54,07 -41,52 -34,56 -25,00 892 321 101 264 1 23 9 6 32 223 80 376 20 14 346 141 4.371 7.220 770 194 46 181 1 4 28 10 78 180 29 197 9 23 252 76 2.589 9 4.675 873 155 83 237 37 2 55 17 371 127 314 21 41 51 64 25 140 5.903 20 8.535 298 127 83 190 11 4 21 30 300 42 168 23 17 58 55 20 80 3.397 33 4.957 2,14 107,48 22,15 11,19 0,00 0,00 -75,49 163,33 -42,11 0,00 -100,00 -39,86 -36,79 19,72 -100,00 -51,22 -72,34 442,28 -100,00 0,80 -25,95 0,00 -100,00 -15,41 158,20 52,29 -44,52 -4,98 0,00 0,00 157,34 179,87 270,83 0,00 -100,00 -39,88 -32,77 17,65 -100,00 -49,89 -60,39 356,01 -100,00 -5,12 -23,77 0,00 -100,00 -5,68 499.810 65.181 472.566 66.945 5,77 -2,64 95 TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI 2002 Tonn. Valore 000€ AMERICA AMERICA SETTENTRIONALE STATI UNITI D'AMERICA CANADA TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE IMPORT 2001 Tonn. Valore 000€ Differenza in % Quantità Valore 24.976 14.584 39.560 8.195 6.460 14.655 25.272 15.348 40.620 8.311 7.720 16.031 -1,17 -4,98 -2,61 -1,39 -16,32 -8,58 AMERICA CENTRALE E DEL SUD MESSICO BERMUDE GUATEMALA BELIZE HONDURAS EL SALVADOR NICARAGUA COSTARICA PANAMA ANGUILLA CUBA S.CRISTOFORO (S.KITTS) - NEVIS HAITI BAHAMAS ISOLE TURKS E CAICOS REPUBBLICA DOMINICANA ISOLE VERGINI DEGLI S.UNITI ANTIGUA E BARBUDA DOMINICA ISOLE CAYMAN GIAMAICA SANTA LUCIA SAN VINCENZO ISOLE VERGINI BRITANNICHE BARBADOS MONTSERRAT TRINIDAD E TOBAGO GRENADA ARUBA ISOLA BONAIRE COLOMBIA VENEZUELA SURINAM ECUADOR PERU' BRASILE CILE BOLIVIA URUGUAY ARGENTINA ISOLE FALKLAND TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD 12.119 213 34 38 439 18 284 112 96 63 481 330.152 359 185 209 47.521 392.323 2.438 208 40 15 74 6 66 14 34 13 112 90.372 233 139 49 7.146 100.958 9.913 459 21 20 205 16 220 24 68 1.389 337.938 258 248 144 42.875 393.797 1.720 302 30 6 55 1 49 20 21 367 99.321 330 315 60 7.850 110.447 22,25 0,00 -53,63 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 95,51 0,00 113,81 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 303,59 -7,41 0,00 0,00 -65,41 -2,30 39,05 -25,24 45,22 10,84 0,00 -0,37 41,77 0,00 -31,26 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 143,70 0,00 34,28 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 67,72 -38,84 0,00 0,00 -69,39 -9,01 -29,56 -55,95 -17,68 -8,97 0,00 -8,59 TOTALE AMERICA 431.883 115.613 434.417 126.477 -0,58 -8,59 96 TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI 2002 Tonn. Valore 000€ AMERICA AMERICA SETTENTRIONALE STATI UNITI D'AMERICA CANADA TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD MESSICO BERMUDE GUATEMALA BELIZE HONDURAS EL SALVADOR NICARAGUA COSTARICA PANAMA ANGUILLA CUBA S.CRISTOFORO (S.KITTS) - NEVIS HAITI BAHAMAS ISOLE TURKS E CAICOS REPUBBLICA DOMINICANA ISOLE VERGINI DEGLI S.UNITI ANTIGUA E BARBUDA DOMINICA ISOLE CAYMAN GIAMAICA SANTA LUCIA SAN VINCENZO ISOLE VERGINI BRITANNICHE BARBADOS MONTSERRAT TRINIDAD E TOBAGO GRENADA ARUBA ISOLA BONAIRE COLOMBIA VENEZUELA SURINAM ECUADOR PERU' BRASILE CILE BOLIVIA URUGUAY ARGENTINA ISOLE FALKLAND TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD TOTALE AMERICA EXPORT 2001 Tonn. Valore 000€ Differenza in % Quantità Valore 550.949 37.932 588.882 582.615 34.967 617.583 533.199 32.453 565.652 583.765 32.582 616.347 3,33 16,89 4,11 -0,20 7,32 0,20 9.529 176 87 100 84 19 600 1.942 188 205 1 97 21 4.597 80 2 26 41 62 45 2 214 510 24 366 39 55 451 3.945 9.018 131 1.033 772 18.655 2.693 22 1.020 1.424 58.276 5.922 384 74 65 25 14 423 1.564 231 211 6 126 7 1.879 115 1 3 31 51 15 4 370 1.122 1 282 40 32 316 1.518 3.392 42 517 503 8.745 1.172 10 864 675 30.753 9.249 439 188 39 269 62 21 853 2.424 485 1 16 72 3 5.986 126 2 564 115 101 62 1.166 105 236 1 24 337 3.129 16.157 75 1.032 887 23.191 3.321 21 1.634 10.996 7 83.400 5.408 831 188 7 172 34 10 549 1.406 372 1 33 56 4 2.134 188 14 217 67 38 46 3.132 21 131 3 12 399 1.301 7.281 4 534 515 11.782 1.718 9 646 5.572 11 44.843 3,02 -59,97 -53,55 -100,00 -62,84 34,40 -11,44 -29,74 -19,88 0,00 -57,70 -100,00 -91,87 34,14 528,64 -23,22 -36,48 10,58 -95,48 0,00 -46,13 0,00 -97,60 243,03 -56,29 -76,80 54,95 5686,77 124,42 33,70 26,08 -44,19 74,74 0,09 -12,89 -19,56 -18,91 4,42 -37,60 -87,05 -100,00 -30,12 9,51 -53,80 -60,44 -100,00 -62,07 -27,37 39,69 -22,91 11,28 0,00 -43,12 -100,00 -80,65 125,81 86,13 -11,98 -38,79 -92,74 -98,59 0,00 -24,98 0,00 -90,43 697,61 -64,19 -93,76 114,76 1284,27 173,64 -20,62 16,70 -53,41 993,39 -3,07 -2,35 -25,77 -31,79 22,02 33,59 -87,89 -100,00 -31,42 647.158 648.336 649.052 661.190 -0,29 -1,94 97 TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI 2002 Tonn. Valore 000€ IMPORT 2001 Tonn. Valore 000€ Differenza in % Quantità Valore ASIA VICINO E MEDIO ORIENTE CIPRO LIBANO SIRIA IRAK IRAN ISRAELE GAZA E GERICO GIORDANIA ARABIA SAUDITA KUWAIT BAHREIN QATAR EMIRATI ARABI UNITI OMAN YEMEN TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE 286 13.075 3.308 36.975 4.251 3.155 55 46.341 134 549 632 19 108.779 98 1.644 390 10.262 1.995 746 23 14.811 2 28 134 268 2 30.404 409 8.001 3.702 56 49.170 3.844 2.235 32.516 66 352 297 184 100.832 116 1.281 417 13 14.628 1.405 596 10.870 1 19 63 91 12 29.514 -29,93 63,42 -10,66 -100,00 -24,80 10,57 41,19 0,00 42,52 -100,00 -100,00 -62,06 84,64 0,00 -89,46 7,88 -15,95 28,33 -6,42 -100,00 -29,85 42,00 25,14 0,00 36,25 -100,00 -89,23 -54,43 46,59 0,00 -81,14 3,02 ESTREMO ORIENTE AFGANISTAN PAKISTAN INDIA BANGLADESH MALDIVE SRI LANKA NEPAL BHUTAN MYANMAR (EX BIRMANIA) TAILANDIA VIETNAM CAMBOGIA (CAMPUCEA) INDONESIA MALAYSIA BRUNEI SINGAPORE FILIPPINE CINA COREA DEL NORD COREA DEL SUD GIAPPONE TAIWAN HONG KONG MACAO TOTALE ESTREMO ORIENTE 45 4.678 528.984 2.148 262 7.495 134 76 134 190 114.529 17 86 404 60 35 659.278 12 1.442 106.573 613 1 67 1.169 147 45 95 417 22.430 101 292 416 227 17 134.063 176 4.291 555.340 2.379 18 1.595 75 53 297 151 80.862 22 7 863 158 646.285 60 1.359 117.910 768 5 61 322 96 22 189 478 18.741 22 43 611 261 140.948 -74,43 9,04 -4,75 0,00 0,00 -9,72 -100,00 0,00 0,00 1373,96 370,05 0,00 79,41 43,97 0,00 -54,97 25,80 41,64 0,00 -21,60 1083,16 -53,24 -62,16 0,00 2,01 -80,31 6,17 -9,62 0,00 0,00 -20,22 -100,00 0,00 0,00 10,34 262,74 0,00 53,15 103,79 0,00 -49,95 -12,81 19,69 0,00 352,93 577,63 -31,88 -13,01 0,00 -4,89 TOTALE ASIA 768.057 164.467 747.117 170.462 2,80 -3,52 98 TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI 2002 Tonn. Valore 000€ ASIA VICINO E MEDIO ORIENTE CIPRO LIBANO SIRIA IRAK IRAN ISRAELE GAZA E GERICO GIORDANIA ARABIA SAUDITA KUWAIT BAHREIN QATAR EMIRATI ARABI UNITI OMAN YEMEN TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE ESTREMO ORIENTE AFGANISTAN PAKISTAN INDIA BANGLADESH MALDIVE SRI LANKA NEPAL BHUTAN MYANMAR (EX BIRMANIA) TAILANDIA VIETNAM CAMBOGIA (CAMPUCEA) INDONESIA MALAYSIA BRUNEI SINGAPORE FILIPPINE CINA COREA DEL NORD COREA DEL SUD GIAPPONE TAIWAN HONG KONG MACAO TOTALE ESTREMO ORIENTE EXPORT 2001 Tonn. Valore 000€ Differenza in % Quantità Valore 9.451 83.958 48.583 91 770 88.884 40 60.132 236.402 66.831 2.842 5.485 76.634 1.098 2.846 684.047 5.429 11.767 3.619 64 465 13.780 6 4.223 66.260 27.788 1.451 3.168 40.428 592 779 179.817 9.197 129.197 62.838 107 78.254 57.478 235.620 96.340 3.882 4.387 83.024 2.490 2.977 765.792 5.279 16.307 4.851 67 18.262 6.512 79.784 31.546 1.845 6.968 36.967 2.452 707 211.547 2,76 -35,02 -22,69 0,00 618,49 13,58 0,00 4,62 0,33 -30,63 -26,79 25,03 -7,70 -55,91 -4,42 -10,68 2,83 -27,85 -25,41 0,00 590,55 -24,54 0,00 -35,15 -16,95 -11,91 -21,33 -54,54 9,36 -75,87 10,09 -15,00 79 1.098 62.772 2.366 35 1.578 53 44 1.648 439 14.751 3.983 51 21.377 487 130.381 155 49.939 50.949 49.783 48.861 46 440.874 51 405 17.687 383 29 797 25 18 848 148 7.971 1.434 42 14.140 503 31.715 99 29.260 38.636 15.993 24.519 25 184.727 1.204 33.260 2.471 783 24 1.214 299 4 13.034 3.463 45 31.244 1.076 99.783 240 37.360 56.534 39.568 64.582 419 386.607 594 9.540 440 672 5 631 265 2 6.862 1.105 52 22.679 961 35.101 189 24.897 46.899 15.619 36.439 202 203.153 0,00 -8,81 88,73 -4,25 0,00 101,42 119,39 0,00 0,00 35,81 46,95 -100,00 13,17 15,03 14,40 -31,58 -54,74 30,67 -35,39 33,67 -9,88 25,82 -24,34 -89,14 14,04 0,00 -31,81 85,40 -12,85 0,00 18,57 454,59 0,00 0,00 34,42 -43,95 -100,00 16,17 29,78 -20,12 -37,65 -47,67 -9,65 -47,70 17,52 -17,62 2,40 -32,71 -87,67 -9,07 1.124.921 364.544 1.152.399 414.700 -2,38 -12,10 TOTALE ASIA 99 TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI 2002 Tonn. Valore 000€ IMPORT 2001 Tonn. Valore 000€ Differenza in % Quantità Valore AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. AUSTRALIA NUOVA ZELANDA NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE FIGI POLINESIA FRANCESE SAMOA AMERICANA GUAM NORFOLK GEORGIA DEL SUD E ISOLE SANDWICH DEL SUD 5.439 161 - 1.818 50 - 2.710 23 - 885 9 - 100,67 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 105,40 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. 5.600 1.868 2.733 895 104,86 108,82 DIVERSI PAESI NON DETERMINATI EXTRA 139 13 170 53 -18,23 -75,96 TOTALE DIVERSI 139 13 170 53 -18,23 -75,96 2.703.431 535.241 2.634.072 557.888 2,63 -4,06 TOTALE GENERALE 100 TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI 2002 Tonn. Valore 000€ EXPORT 2001 Tonn. Valore 000€ Differenza in % Quantità Valore AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. AUSTRALIA NUOVA ZELANDA NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE FIGI POLINESIA FRANCESE SAMOA AMERICANA GUAM NORFOLK GEORGIA DEL SUD E ISOLE SANDWICH DEL SUD 29.238 2.681 77 20 86 20 20 27.652 2.598 66 10 46 12 3 1 9 24.313 1.855 1 145 - 22.088 1.934 1 71 - 20,26 44,49 12341,36 0,00 -40,83 0,00 0,00 0,00 0,00 25,19 34,31 8096,16 0,00 -34,68 0,00 0,00 0,00 0,00 TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. 32.142 30.398 26.314 24.095 22,15 26,16 DIVERSI PAESI NON DETERMINATI EXTRA 88 250 5 344 1557,43 -27,45 TOTALE DIVERSI 88 250 5 344 1557,43 -27,45 4.783.034 1.958.505 4.700.613 2.091.486 1,75 -6,36 TOTALE GENERALE 101 TAV 4 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 MACCHINE IMPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 2001 Valore 000€ 589 1.124 1.713 Tonn. 6.844 13.344 20.188 Differenza in % Valore 000€ 795 1.726 2.521 6.270 17.820 24.090 Quantità Valore -25,99 -34,87 -32,07 9,16 -25,12 -16,20 EXPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 102 15.998 38.763 54.761 2001 Valore 000€ 98.695 302.933 401.628 Tonn. 18.121 38.623 56.744 Differenza in % Valore 000€ 108.609 299.876 408.485 Quantità -11,71 0,36 -3,49 Valore -9,13 1,02 -1,68 TAV 5A ITALIA – EUROPA ANNO 2001/2002 MACCHINE IMPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 2001 Valore 000€ 544 827 1.371 6.669 11.261 17.930 Tonn. Differenza in % Valore 000€ 691 760 1.451 5.341 11.707 17.048 Quantità Valore -21,34 8,83 -5,54 24,86 -3,81 5,17 EXPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 6.858 9.974 16.832 2001 Valore 000€ 48.344 95.652 143.996 Tonn. 10.885 13.388 24.273 Differenza in % Valore 000€ 62.274 120.351 182.625 Quantità -37,00 -25,50 -30,66 Valore -22,37 -20,52 -21,15 103 TAV 5B ITALIA – UNIONE EUROPEA ANNO 2001/2002 MACCHINE IMPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 2001 Valore 000€ 451 466 917 Tonn. 5.061 6.777 11.838 Differenza in % Valore 000€ 621 342 963 4.365 5.756 10.121 Quantità Valore -27,30 36,33 -4,70 15,96 17,74 16,97 EXPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 104 2001 Valore 000€ 4.637 5.185 9.822 33.909 58.276 92.185 Tonn. 8.180 8.001 16.181 Differenza in % Valore 000€ 46.761 81.216 127.977 Quantità -43,31 -35,20 -39,30 Valore -27,48 -28,25 -27,97 TAV 5C ITALIA – ALTRI PAESI D’EUROPA ANNO 2001/2002 MACCHINE IMPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 2001 Valore 000€ 93 361 454 Tonn. 1.608 4.484 6.092 Differenza in % Valore 000€ 71 418 489 977 5.951 6.928 Quantità 31,13 -13,64 -7,18 Valore 64,65 -24,66 -12,07 EXPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 2001 Valore 000€ 2.220 4.789 7.009 14.434 37.377 51.811 Tonn. Differenza in % Valore 000€ 2.705 5.387 8.092 15.513 39.135 54.648 Quantità -17,91 -11,11 -13,38 Valore -6,95 -4,49 -5,19 105 TAV 5D ITALIA – AFRICA ANNO 2001/2002 MACCHINE IMPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 2001 Valore 000€ 0 3 3 Tonn. 0 17 17 Differenza in % Valore 000€ 4 2 6 Quantità 5 18 23 -100,00 66,13 -47,44 Valore -100,00 -4,50 -26,39 EXPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 106 2001 Valore 000€ 1.545 7.324 8.869 6.447 37.678 44.125 Tonn. Differenza in % Valore 000€ 1.486 5.414 6.900 5.639 27.124 32.763 Quantità 3,93 35,27 28,52 Valore 14,33 38,91 34,68 TAV 5E ITALIA – AMERICA SETTENTRIONALE ANNO 2001/2002 MACCHINE IMPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 2001 Valore 000€ 2 42 44 Tonn. 60 1.097 1.157 Differenza in % Valore 000€ 9 14 23 118 483 601 Quantità -84,01 197,60 85,15 Valore -48,72 126,92 92,53 EXPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 2001 Valore 000€ 1.189 2.807 3.996 16.053 34.627 50.680 Tonn. Differenza in % Valore 000€ 1.347 2.448 3.795 14.378 28.037 42.415 Quantità -11,73 14,67 5,30 Valore 11,65 23,51 19,49 107 TAV 5F ITALIA – AMERICA CENTRALE E DEL SUD ANNO 2001/2002 MACCHINE IMPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 2001 Valore 000€ 0 3 3 Tonn. 0 87 87 Differenza in % Valore 000€ 34 8 42 90 168 258 Quantità -100,00 -64,23 -92,89 Valore -100,00 -48,43 -66,34 EXPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 108 2001 Valore 000€ 520 4.050 4.570 3.247 26.214 29.461 Tonn. Differenza in % Valore 000€ 810 3.350 4.160 4.998 25.813 30.811 Quantità -35,80 20,90 9,86 Valore -35,03 1,55 -4,38 TAV 5G ITALIA – VICINO E MEDIO ORIENTE ANNO 2001/2002 MACCHINE IMPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 2001 Valore 000€ 13 14 27 Tonn. 36 109 145 Differenza in % Valore 000€ 32 42 74 577 83 660 Quantità -60,01 -67,08 -64,04 Valore -93,74 31,15 -78,06 EXPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 2001 Valore 000€ 2.373 6.262 8.635 13.460 47.633 61.093 Tonn. Differenza in % Valore 000€ 2.383 5.305 7.688 14.331 42.761 57.092 Quantità -0,45 18,04 12,31 Valore -6,08 11,39 7,01 109 TAV 5H ITALIA – ESTREMO ORIENTE ANNO 2001/2002 MACCHINE IMPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 2001 Valore 000€ 31 234 265 Tonn. 79 772 851 Differenza in % Valore 000€ 24 892 916 139 5.323 5.462 Quantità 25,84 -73,75 -71,11 Valore -43,48 -85,50 -84,43 EXPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 110 3.433 8.038 11.471 2001 Valore 000€ 10.420 58.275 68.695 Tonn. Differenza in % Valore 000€ 1.190 8.577 9.767 6.828 54.688 61.516 Quantità 188,51 -6,29 17,45 Valore 52,60 6,56 11,67 TAV 5I ITALIA – AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TERR. ANNO 2001/2002 MACCHINE IMPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 2001 Valore 000€ 0 0 0 Tonn. 0 1 1 Differenza in % Valore 000€ 0 7 7 Quantità 0 37 37 0,00 -98,63 -98,63 Valore 0,00 -96,23 -96,23 EXPORT 2002 Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. TOTALE GENERALE 2001 Valore 000€ 81 308 389 725 2.847 3.572 Tonn. Differenza in % Valore 000€ 20 140 160 161 1.090 1.251 Quantità 313,74 119,81 143,65 Valore 350,56 161,31 185,65 111 TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 Tonn. MACCHINE 2002 Valore 000€ IMPORT 2001 Tonn. Valore 000€ Differenza in % Quantità Valore UNIONE EUROPEA FRANCIA PAESI BASSI GERMANIA REGNO UNITO IRLANDA DANIMARCA GRECIA PORTOGALLO SPAGNA BELGIO LUSSEMBURGO SVEZIA FINLANDIA AUSTRIA TOTALE UNIONE EUROPEA 32 24 367 9 25 245 33 135 8 39 917 631 286 5.719 647 460 1.474 219 1.127 419 856 11.838 176 10 96 19 1 6 22 377 102 80 18 55 963 1.125 91 2.250 331 5 24 238 2.161 1.834 712 715 635 10.120 -81,75 131,00 281,22 -51,24 -100,00 0,00 -100,00 14,75 -34,97 -68,00 68,27 -58,09 0,00 -28,40 -4,70 -43,87 213,44 154,22 95,15 -100,00 0,00 -100,00 93,80 -31,81 -88,05 58,20 -41,32 0,00 34,68 16,97 ALTRI PAESI D`EUROPA MELILLA ISLANDA NORVEGIA LIECHTENSTEIN SVIZZERA ANDORRA MALTA TURCHIA ESTONIA LETTONIA LITUANIA POLONIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA UNGHERIA ROMANIA BULGARIA ALBANIA UCRAINA BELORUSSIA MOLDAVIA RUSSIA GEORGIA ARMENIA KAZAKISTAN UZBEKISTAN KIRGHIZISTAN SLOVENIA CROAZIA BOSNIA-ERZEGOVINA SERBIA E MONTENEGRO MACEDONIA TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA 1 1 325 14 35 13 2 17 45 454 30 40 5.305 106 12 452 35 2 26 33 51 6.092 1 1 337 2 11 2 5 62 25 12 11 16 4 489 18 59 5.671 4 69 10 54 687 199 91 20 1 35 11 6.928 0,00 0,00 167,31 -27,59 -3,42 0,00 -100,00 30,76 0,00 0,00 -92,71 -100,00 -43,60 -100,00 -100,00 10,87 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 553,20 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 8,94 -100,00 0,00 0,00 0,00 -7,18 0,00 0,00 65,95 -31,50 -6,46 0,00 -100,00 54,59 0,00 0,00 13,12 -100,00 -34,19 -100,00 -100,00 76,69 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 2257,72 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -5,93 -100,00 0,00 0,00 0,00 -12,07 1.371 17.930 1.452 17.048 -5,54 5,17 TOTALE EUROPA 112 TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 Tonn. MACCHINE 2002 Valore 000€ EXPORT 2001 Tonn. Valore 000€ Differenza in % Quantità Valore UNIONE EUROPEA FRANCIA PAESI BASSI GERMANIA REGNO UNITO IRLANDA DANIMARCA GRECIA PORTOGALLO SPAGNA BELGIO LUSSEMBURGO SVEZIA FINLANDIA AUSTRIA TOTALE UNIONE EUROPEA 550 132 874 960 59 39 820 1.401 3.956 615 64 89 144 117 9.822 6.019 1.272 8.966 11.477 778 445 6.969 12.305 33.097 6.617 557 967 1.382 1.334 92.185 764 170 1.761 1.319 80 66 1.463 1.941 7.497 714 92 98 77 141 16.181 8.365 2.235 14.786 11.061 781 760 10.409 13.389 55.580 6.646 771 896 778 1.521 127.977 -27,96 -22,27 -50,38 -27,17 -25,41 -39,98 -43,95 -27,81 -47,23 -13,88 -29,97 -8,42 87,06 -17,04 -39,30 -28,04 -43,10 -39,36 3,76 -0,41 -41,43 -33,05 -8,10 -40,45 -0,44 -27,74 8,00 77,67 -12,34 -27,97 ALTRI PAESI D`EUROPA MELILLA ISLANDA NORVEGIA LIECHTENSTEIN SVIZZERA ANDORRA MALTA TURCHIA ESTONIA LETTONIA LITUANIA POLONIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA UNGHERIA ROMANIA BULGARIA ALBANIA UCRAINA BELORUSSIA MOLDAVIA RUSSIA GEORGIA ARMENIA KAZAKISTAN UZBEKISTAN KIRGHIZISTAN SLOVENIA CROAZIA BOSNIA-ERZEGOVINA SERBIA E MONTENEGRO MACEDONIA TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA 7 69 9 289 41 1.839 7 1 4 791 74 7 98 390 143 268 171 4 15 957 19 138 311 147 20 151 426 260 298 56 7.010 57 1.356 241 3.329 107 14.110 89 8 51 4.132 552 79 820 1.686 270 254 1.583 102 58 7.886 24 1.152 2.278 6.001 122 1.020 2.088 489 1.569 298 51.811 2 60 9 250 5 96 1.925 1 5 5 725 199 11 125 502 30 348 341 7 23 1.777 1 11 170 241 191 504 177 257 95 8.092 5 27 910 117 3.125 5 157 17.364 15 60 75 3.121 1.528 96 728 2.250 151 606 3.674 103 71 10.054 3 164 915 3.057 1.241 2.455 633 1.241 696 54.647 -100,00 230,22 15,90 3,34 15,52 -100,00 -57,64 -4,46 785,28 -81,60 -12,27 9,12 -62,97 -33,95 -21,87 -22,37 370,50 -22,98 -49,71 -42,89 -34,71 -46,13 3539,78 1110,51 82,82 -39,13 0,00 -20,79 -15,59 47,05 15,77 -41,36 -13,38 -100,00 116,43 49,06 104,86 6,55 -100,00 -31,76 -18,74 501,53 -86,51 -31,89 32,38 -63,88 -17,20 12,60 -25,07 78,40 -58,00 -56,92 -0,63 -17,95 -21,56 637,16 603,57 148,94 96,29 0,00 -17,85 -14,99 -22,74 26,48 -57,15 -5,19 16.831 143.996 24.274 182.625 -30,66 -21,15 TOTALE EUROPA 113 TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 Tonn. MACCHINE IMPORT 2001 Tonn. Valore 000€ 2002 Valore 000€ Differenza in % Quantità Valore AFRICA AFRICA SETTENTRIONALE MAROCCO ALGERIA TUNISIA LIBIA EGITTO SUDAN TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE 1 2 3 11 7 17 4 4 5 11 17 0,00 0,00 -71,62 0,00 1381,75 0,00 -25,56 0,00 0,00 98,99 0,00 -42,66 0,00 2,62 AFRICA OCCIDENTALE MAURITANIA MALI CAPO VERDE SENEGAL GUINEA COSTA D'AVORIO GHANA TOGO NIGERIA TOTALE AFRICA OCCIDENTALE - - - - 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE CAMERUN GABON CONGO ZAIRE BURUNDI ANGOLA ETIOPIA ERITREA GIBUTI KENIA UGANDA TANZANIA MOZAMBICO MADAGASCAR ZIMBABWE MALAWI SUD AFRICA NAMIBIA BOTSWANA TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE - - 2 2 7 7 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 TOTALE AFRICA 3 17 6 23 -47,44 -26,39 114 TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 Tonn. AFRICA AFRICA SETTENTRIONALE MAROCCO ALGERIA TUNISIA LIBIA EGITTO SUDAN TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE MACCHINE 2002 Valore 000€ EXPORT 2001 Tonn. Valore 000€ Differenza in % Quantità Valore 1.007 3.936 1.557 633 938 85 8.156 4.047 14.869 8.586 4.469 5.248 607 37.826 1.372 1.188 1.588 706 1.038 5.892 4.759 6.138 6.622 3.649 5.305 26.474 -26,59 231,25 -1,94 -10,34 -9,68 0,00 38,42 -14,96 142,24 29,65 22,46 -1,06 0,00 42,88 AFRICA OCCIDENTALE MAURITANIA MALI CAPO VERDE SENEGAL GUINEA COSTA D'AVORIO GHANA TOGO NIGERIA TOTALE AFRICA OCCIDENTALE 16 1 11 18 4 132 182 206 1 6 81 3 17 15 863 1.193 13 9 1 10 1 164 199 8 3 12 41 5 415 484 0,00 0,00 -91,02 22,22 0,00 2033,77 -64,38 -100,00 -19,68 -8,29 0,00 0,00 -19,92 3117,38 0,00 42,44 -63,85 -100,00 107,70 146,28 AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE CAMERUN GABON CONGO ZAIRE BURUNDI ANGOLA ETIOPIA ERITREA GIBUTI KENIA UGANDA TANZANIA MOZAMBICO MADAGASCAR ZIMBABWE MALAWI SUD AFRICA NAMIBIA BOTSWANA TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE 7 121 22 2 8 15 1 13 330 12 531 1 2 98 1 1.334 208 9 4 125 3 2 92 1 3.116 112 5.106 8 2 76 13 1 1 12 4 550 1 140 810 4 3 26 464 87 37 22 3 1 124 59 3.723 11 1.241 5.806 -99,27 -98,75 195,08 0,00 0,00 0,00 -70,89 -84,43 0,00 972,58 -100,00 437,93 0,00 -100,00 5,73 -98,80 -40,10 1307,61 -100,00 -34,45 -63,92 -51,24 274,52 0,00 0,00 0,00 -55,12 -89,28 0,00 234,45 -100,00 -10,29 0,00 -100,00 -26,15 -98,37 -16,31 939,88 -100,00 -12,05 8.869 44.125 6.901 32.764 28,52 34,68 TOTALE AFRICA 115 TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 Tonn. AMERICA AMERICA SETTENTRIONALE STATI UNITI D'AMERICA CANADA TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD MESSICO BERMUDE GUATEMALA HONDURAS NICARAGUA COSTARICA PANAMA CUBA BAHAMAS ISOLE TURKS E CAICOS REPUBBLICA DOMINICANA ANTIGUA E BARBUDA ISOLE CAYMAN BARBADOS TRINIDAD E TOBAGO ISOLA BONAIRE COLOMBIA VENEZUELA SURINAM ECUADOR PERU' BRASILE CILE BOLIVIA URUGUAY ARGENTINA TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD TOTALE AMERICA 116 MACCHINE 2002 Valore 000€ IMPORT 2001 Tonn. Valore 000€ Differenza in % Quantità Valore 44 44 1.157 1.157 24 24 601 601 85,15 0,00 85,15 92,53 0,00 92,53 3 3 85 1 1 87 28 4 10 43 122 2 19 115 258 -90,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -94,76 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -92,89 -30,24 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -46,18 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -66,34 47 1.244 66 859 -29,34 44,83 TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 Tonn. MACCHINE 2002 Valore 000€ EXPORT 2001 Tonn. Valore 000€ Differenza in % Quantità Valore AMERICA AMERICA SETTENTRIONALE STATI UNITI D'AMERICA CANADA TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE 3.569 427 3.995 45.181 5.500 50.681 3.132 663 3.794 36.912 5.503 42.415 13,96 -35,62 5,30 22,40 -0,07 19,49 AMERICA CENTRALE E DEL SUD MESSICO BERMUDE GUATEMALA HONDURAS NICARAGUA COSTARICA PANAMA CUBA BAHAMAS ISOLE TURKS E CAICOS REPUBBLICA DOMINICANA ANTIGUA E BARBUDA ISOLE CAYMAN BARBADOS TRINIDAD E TOBAGO ISOLA BONAIRE COLOMBIA VENEZUELA SURINAM ECUADOR PERU' BRASILE CILE BOLIVIA URUGUAY ARGENTINA TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD 1.130 1 48 7 10 160 23 14 50 100 143 298 37 1.917 33 497 100 4.570 7.674 12 317 39 52 878 2 513 2 124 232 7 1.191 1.224 1.635 340 11.257 219 2.446 1.297 29.461 1.483 57 16 157 44 2 29 36 87 55 1.698 31 1 464 4.160 9.456 335 1 99 3 1.730 2 287 1 10 38 9 300 226 2 423 216 13.721 208 8 15 3.723 30.811 -23,82 0,00 -15,54 3758,82 0,00 928,26 -84,48 -85,33 0,00 40562,86 12,68 -100,00 -100,00 -100,00 -100,00 0,00 245,64 297,50 -100,00 243,44 -32,00 12,93 7,73 403845,53 -100,00 -78,34 9,86 -18,84 0,00 -5,29 5264,72 0,00 785,56 -30,24 -70,33 0,00 6315,58 -19,26 -100,00 -100,00 -100,00 -100,00 0,00 297,25 442,23 -100,00 286,92 57,88 -17,96 5,38 32113,66 -100,00 -65,17 -4,38 TOTALE AMERICA 8.565 80.142 7.954 73.226 7,69 9,45 117 TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 Tonn. ASIA VICINO E MEDIO ORIENTE CIPRO LIBANO SIRIA IRAK IRAN ISRAELE GAZA E GERICO GIORDANIA ARABIA SAUDITA KUWAIT BAHREIN QATAR EMIRATI ARABI UNITI OMAN YEMEN TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE MACCHINE 2002 Valore 000€ IMPORT 2001 Tonn. Valore 000€ Differenza in % Quantità Valore 8 15 3 27 1 10 130 4 145 15 8 32 18 1 74 33 427 64 134 2 660 0,00 -45,50 0,00 0,00 0,00 84,08 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 -84,04 -100,00 0,00 -64,04 0,00 -68,38 0,00 0,00 0,00 -69,53 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 -97,35 -100,00 0,00 -78,06 ESTREMO ORIENTE PAKISTAN INDIA BANGLADESH SRI LANKA TAILANDIA VIETNAM INDONESIA MALAYSIA SINGAPORE FILIPPINE CINA COREA DEL NORD COREA DEL SUD GIAPPONE TAIWAN HONG KONG TOTALE ESTREMO ORIENTE 76 6 41 14 53 2 2 71 265 4 39 5 25 17 15 291 126 221 71 36 851 351 14 467 3 4 75 2 917 1 261 3 5 3 54 4.350 163 539 76 7 5.462 0,00 8,33 0,00 0,00 -78,23 0,00 62207,69 7047,37 312,50 -100,00 -88,72 0,00 -33,73 -57,44 -4,76 -86,19 -71,11 0,00 236,81 0,00 0,00 -85,11 0,00 756,30 251,42 390,42 -100,00 -93,32 0,00 -22,58 -59,02 -7,13 395,65 -84,43 TOTALE ASIA 292 996 991 6.122 -70,57 -83,74 118 TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 Tonn. ASIA VICINO E MEDIO ORIENTE CIPRO LIBANO SIRIA IRAK IRAN ISRAELE GAZA E GERICO GIORDANIA ARABIA SAUDITA KUWAIT BAHREIN QATAR EMIRATI ARABI UNITI OMAN YEMEN TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE MACCHINE 2002 Valore 000€ EXPORT 2001 Tonn. Valore 000€ Differenza in % Quantità Valore 118 483 565 5 4.370 313 254 1.351 93 1 36 504 527 14 8.634 1.321 2.330 2.639 77 33.305 1.644 1.377 7.671 850 17 349 5.922 3.464 127 61.093 39 516 223 1.916 771 9 1.342 1.920 162 19 17 532 187 37 7.688 402 1.887 680 14.715 11.596 78 8.481 10.792 1.577 135 223 4.911 1.475 141 57.091 203,85 -6,37 153,42 0,00 128,11 -59,40 -100,00 -81,09 -29,61 -42,55 -96,47 115,38 -5,29 182,09 -61,24 12,31 228,57 23,47 288,29 0,00 126,32 -85,82 -100,00 -83,77 -28,91 -46,07 -87,60 56,77 20,59 134,84 -10,43 7,01 ESTREMO ORIENTE PAKISTAN INDIA BANGLADESH SRI LANKA TAILANDIA VIETNAM INDONESIA MALAYSIA SINGAPORE FILIPPINE CINA COREA DEL NORD COREA DEL SUD GIAPPONE TAIWAN HONG KONG TOTALE ESTREMO ORIENTE 421 2.874 119 190 2.827 454 30 50 7 2.113 1 1.018 53 307 1.008 11.471 1.571 7.586 896 2.205 23.227 3.851 910 808 146 13.922 23 8.237 1.063 1.001 3.250 68.695 573 2.546 83 11 448 2.584 938 149 10 11 1.810 189 177 162 78 9.767 2.737 6.682 575 252 1.900 16.464 6.220 4.053 134 126 15.254 2.353 851 1.843 2.071 61.516 -26,48 12,92 -100,00 982,32 -57,67 9,39 -51,60 -79,89 408,89 -31,39 16,75 0,00 439,34 -69,88 89,26 1185,94 17,45 -42,61 13,54 -100,00 255,00 16,05 41,08 -38,09 -77,55 501,53 16,01 -8,73 0,00 250,13 24,86 -45,67 56,89 11,67 TOTALE ASIA 20.106 129.787 17.455 118.608 15,18 9,43 119 TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 Tonn. MACCHINE IMPORT 2001 Tonn. Valore 000€ 2002 Valore 000€ Differenza in % Quantità Valore AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. AUSTRALIA NUOVA ZELANDA NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE - 1 - 7 - 37 - -98,63 0,00 0,00 -96,23 0,00 0,00 TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. - 1 7 37 -98,63 -96,23 DIVERSI PAESI NON DETERMINATI EXTRA - - - - 0,00 0,00 TOTALE DIVERSI - - - - 0,00 0,00 1.713 20.188 2.522 24.090 -32,07 -16,20 TOTALE GENERALE 120 TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 Tonn. MACCHINE 2002 Valore 000€ EXPORT 2001 Tonn. Valore 000€ Differenza in % Quantità Valore AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. AUSTRALIA NUOVA ZELANDA NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE 377 13 - 3.485 86 - 155 4 - 1.230 17 3 142,68 201,24 -100,00 183,30 397,10 -100,00 TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. 390 3.572 160 1.250 143,65 185,65 DIVERSI PAESI NON DETERMINATI EXTRA - 6 - 13 -81,21 -54,57 TOTALE DIVERSI - 6 - 13 -81,21 -54,57 54.761 401.628 56.744 408.485 -3,49 -1,68 TOTALE GENERALE 121 ANNI 2000 2001 2002 MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE ALTRI 381.423 1.901.618 339.101 431.973 1.725.880 476.221 398.258 1.708.934 596.240 TOTALI 2.622.142 2.634.074 2.703.432 122 ANNI 2000 2001 2002 MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE ALTRI 78.224 429.710 87.072 87.434 387.610 82.845 74.319 373.026 87.895 TOTALI 595.006 557.889 535.240 123 ANNI 2000 2001 2002 MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRI 779.802 207.579 1.455.216 1.048.100 1.601.523 754.246 184.613 1.375.933 979.560 1.406.261 761.426 165.926 1.333.752 902.644 1.619.287 TOTALI 5.092.220 4.700.613 4.783.035 124 ANNI MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRI TOTALI 2000 2001 2002 169.866 60.740 953.485 851.302 127.405 170.331 49.885 938.547 815.009 117.714 170.752 47.549 883.050 736.370 120.784 2.162.798 2.091.486 1.958.505 125 2000 2001 2002 126 111.619 118.031 103.354 2000 2001 2002 1.123.351 1.108.878 1.053.802 127 2000 2001 2002 128 454.360 406.720 394.497 2000 2001 2002 912.042 864.894 783.919 129 ANNI UNIONE EUROPEA NORD AMERICA VICINO E MEDIO ORIENTE ESTREMO ORIENTE ALTRE AREE TOTALI 130 2000 2001 2002 335.943 301.892 387.298 206.170 223.913 282.982 293.856 381.738 176.815 240.542 250.970 298.526 376.102 193.250 214.904 1.455.216 1.375.933 1.333.752 ANNI 2000 2001 2002 UNIONE EUROPEA NORD AMERICA VICINO E MEDIO ORIENTE ESTREMO ORIENTE ALTRE AREE 216.317 342.580 134.101 127.672 132.815 192.139 353.930 147.513 110.908 134.057 180.786 346.283 131.226 106.770 117.985 TOTALI 953.485 938.547 883.050 131 ANNI UNIONE EUROPEA NORD AMERICA VICINO E MEDIO ORIENTE ESTREMO ORIENTE ALTRE AREE TOTALI 132 2000 2001 2002 335.943 301.892 387.298 206.170 223.913 282.982 293.856 381.738 176.815 240.542 250.970 298.526 376.102 193.250 214.904 1.455.216 1.375.933 1.333.752 ANNI 2000 2001 2002 UNIONE EUROPEA NORD AMERICA VICINO E MEDIO ORIENTE ESTREMO ORIENTE ALTRE AREE 421.085 212.819 38.491 45.007 133.900 391.428 208.589 36.861 38.599 139.532 343.397 210.800 27.142 21.948 133.083 TOTALI 851.302 815.009 736.370 133 2000 2001 2002 134 1.257.020 1.072.955 1.251.943 ANNI 2000 2001 2002 ANNI UNIONE EUROPEA ALTRI PAESI D'EUROPA AFRICA NORD AMERICA CENTRO E SUD AMERICA VICINO E MEDIO ORIENTE ESTREMO ORIENTE AUSTRALIA 2000 51.440 10.983 5.657 16.593 7.267 7.425 5.348 855 2001 46.761 15.513 5.639 14.378 4.998 14.331 6.828 161 2002 33909 14434 6447 16053 3247 13460 10420 725 TOTALI 105568 108609 98695 135 ANNI 2000 2001 2002 ANNI UNIONE EUROPEA ALTRI PAESI D'EUROPA AFRICA NORD AMERICA CENTRO E SUD AMERICA VICINO E MEDIO ORIENTE ESTREMO ORIENTE AUSTRALIA 2000 100.169 43.349 31.361 31.492 42.213 26.187 38.102 2.458 2001 81.216 39.135 27.124 28.037 25.813 42.761 54.688 1.090 2002 58276 37378 37678 34627 26214 47633 58275 2847 TOTALI 315.331 299.864 302933 136 138 LE PIETRE ORNAMENTALI NELLA REPUBBLICA CROATA La coltivazione delle pietre ornamentali nel territorio della Repubblica Croata risale a oltre due millenni fa, con occasionali interruzioni. In varie località della Croazia si trovano antichi edifici monumentali e reperti archeologici che testimoniano l’avanzata tecnica costruttiva basata sulle pietre ornamentali nell’antichità. I resti delle mura della città greca di Pharos sull’isola di Hvar (3° secolo a.C.), l’arena romana monumentale a Pula (risalente alla fine del 1° secolo d.C.), il foro di Zadar, il palazzo dell’imperatore Diocleziano a Split (eretto attorno al 3° secolo d.C.) e le rovine della città di Salona (distrutta all’inizio del 7° secolo d.C.), sulle cui fondamenta sorge l’attuale città di Solin, risalgono tutti a quel periodo. Tutti questi edifici dimostrano che le pietre ornamentali erano largamente impiegate in edilizia in tempi antichi. Questi edifici furono costruiti con grandi blocchi lavorati di pietra ornamentale locale. Nelle vicinanze di Pula, si trova una cava romana attiva, nota come “Vinkuran”, cioè “cava romana”. La città di Pharos fu costruita con la pietra proveniente dalla cava dell’isola di Hvar, ancor’oggi nota come la “Cava Greca”. Il palazzo dell’imperatore Diocleziano fu costruito con la pietra estratta dalla cava dell’isola di Bra, situata vicino alla città di Krip (porto di Split). In questa località, un bassorilievo intagliato nella roccia ritrae un capomastro romano che controlla i lavori della cava. La città di Salona fu costruita con la pietra proveniente dalla cava di Seget, ancora oggi attiva e situata vicino a Trogir. Nell’alto Medioevo, le opere in pietra subirono un rallentamento e persero d’importanza a causa del declino dell’impero romano e della grande migrazione dei popoli. Fu solo dopo il Medioevo che si formarono stati e città, costruite, per lo più in pietra, lungo la costa Atlantica, da Dubrovnik a Poreč, con edifici sacri monumentali, come le cattedrali di Trogir, Šibenik, Zadar e Poreč. Furono poi erette mura e fortificazioni in pietra attorno alle città, da Dubrovnik a Ston e Korčula. Furono riattivate cave greche e romane fino ad allora abbandonate. Già allora la pietra proveniente dall’Istria e dalla Dalmazia veniva esportata in Italia. Per la costruzione di Venezia fu utilizzata una grande quantità di pietra istriana Ultimamente, la pietra ornamentale ha perso ancora più importanza come materiale da costruzione per l’edilizia (sostituita da cemento e calcestruzzo) ed è utilizzata più spesso come materiale protettivo e da rivestimento. Nel 1991, dopo l’indipendenza, la Croazia ha armonizzato le proprie leggi estrattive con la legislazione europea, consentendo maggior libertà di investimento e l’apertura di nuove cave di pietra ornamentale. Fino al 1991, solo sei aziende si occupavano di pietra ornamentale e oggi, all’inizio del 2003, esistono 30 aziende di estrazione e lavorazione della pietra sul territorio croato. Anche se tutti i materiali grezzi estratti in Crozia sono di proprietà dello stato, secondo le disposizioni delle leggi estrattive è possibile ottenere una concessione mineraria a fini di ricerca e coltivazione. La stessa legge consente ai cittadini croati e stranieri di coltivare la pietra ornamentale, a condizione di stabilire in Croazia una società o una filiale per la coltivazione della pietra ornamentale. L’autorizzazione alla coltivazione della pietra ornamentale può essere rilasciata per un massimo di 40 anni (eventualmente prorogabili). Il corrispettivo di tale concessione, da pagare alla Repubblica di Croazia, ammonta al 2,6% del valore dei blocchi estratti per tutte le categorie. L’imposta sul reddito ammonta al 20%. Esistono alcuni sgravi fiscali sui reinvestimenti. Anche se i siti di estrazione delle pietre ornamentali in Croazia si trovano nell’ampia fascia costiera e sulle isole dell’Adriatico, dal nord-ovest fino all’estremo sud della Croazia, si può dire che la produzione di queste pietre sia concentrata in Istria e sull’isola di Brač. Le pietre ornamentali si presentano come rocce sedimentarie composte da calcare e calcare dolomitico, soprattutto del giurassico e del cretaceo e in parte anche del paleogene. In Croazia non ci sono pietre ornamentali eruttive o metamorfiche o, se se ne trovano, esse sono presenti solo in piccole quantità non coltivabili. A seguito di una ricerca condotta in Croazia, alla data del 31 dicembre 2002 le riserve sfruttabili di pietre ornamentali ammontavano a 8.800.000 m3, distribuite su circa cento giacimenti, cioè il 30% in più rispetto al 31 dicembre 1998. Si osservi che, nonostante il lungo periodo di sfruttamento della pietra ornamentale, la Repubblica Croata non è ancora stata sufficientemente esplorata da un punto di vista geologico ed estrattivo e esiste l’opportunità di identificare nuovi giacimenti di estrazione di tali pietre. Ritengo realistico attendersi un notevole ampliamento di tali giacimenti grazie a tali opere. Le pietre ornamentali si presentano generalmente in colori chiari, mentre le pietre colorate sono presenti in quantità minori. La coltivazione delle pietre ornamentali si svolge tramite estrazione di superficie, mentre l’estrazione in sotterraneo è svolta sperimentalmente in un’unica cava istriana. Purtroppo sono ultimamente comparse difficoltà nell’apertura di nuove cave. Nei piani dei governi autonomi locali, le 139 aree che potrebbero essere sfruttate per la ricerca e la coltivazione delle pietre ornamentali sono sempre più spesso riservate alle attività turistiche o di altro tipo. Lo sfruttamento delle pietre ornamentali è accettato con riluttanza perché si ritiene a torto che tale attività sia dannosa per l’ambiente. Nonostante le succitate difficoltà, la produzione di pietre ornamentali è in costante aumento. La tabella successiva mostra la produzione annuale di blocchi di tutti i tipi di pietre ornamentali in Croazia negli ultimi cinque anni: Anno Produzione, m3 1998 47.000 1999 52.000 2000 56.000 2001 59.000 2002 62.000 La produzione annuale illustrata nella presente tabella è stata realizzata da due grosse aziende, a cui si deve il 70% della produzione totale di pietre ornamentali in Croazia, e da circa trenta aziende commerciali e artigianali che producono il rimanente 30% della produzione totale. Circa il 40% della produzione totale annua di pietre ornamentali viene esportata in forma di blocchi, specialmente nella 1° e nella 2° categoria; il resto viene lavorato nelle segherie della Croazia. Esiste quindi una lunga tradizione di esportazione dei blocchi di pietre ornamentali dall’Istria e dell’isola di Brač verso l’Italia (pietra istriana gialla e bianca, “veselje” e “sivac”) L’aumento della produzione e la comparsa di nuovi soggetti economici nel settore dell’estrazione e della lavorazione delle pietre ornamentali necessitano di un numero ancora maggiore di operatori preparati e specializzati. Anche se esiste una facoltà di ingegneria mineraria, geologica e del petrolio a Zagrabia, dove vengono formati i futuri ingegneri minerari, e nella città di Pučišćee sull’isola di Brač esistono corsi di formazione per tagliatori e marmisti, abbiamo carenza di operatori esperti nella ricerca, nella coltivazione e nella lavorazione delle pietre ornamentali. Le attrezzature e i dispositivi di base per lo sfruttamento delle pietre ornamentali consistono in tagliatrici a filo diamantato, tagliatrici a catena, cuscini ad aria e ad acqua, pale meccaniche e draghe. Si può quindi dire che lo sfruttamento delle pietre ornamentali in Croazia sia allineato col progresso della tecnologia e dei metodi di sfruttamento del resto del mondo. Circa il 60% delle pietre ornamentali nazionali e una certa quantità di pietre ornamentali eruttive e metamorfiche d’importazione sono lavorati in tre stabilimenti di grandi dimensioni e due di medie dimensioni, in circa quindici stabilimenti specializzati in lavorazioni complesse o particolari e in alcune officine artigianali che si occupano soprattutto di architettura decorativa o arte funeraria. Secondo me, per un maggior sviluppo del settore della pietra ornamentale in Croazia sarebbe estremamente utile che i produttori lapidei italiani, oltre ad acquistare i blocchi, fossero maggiormente presenti tramite co-investimenti sia nella ricerca che nello sfruttamento e nella lavorazione delle pietre ornamentali, e cercando ulteriori opportunità che consentirebbero all’economia lapidea croata di acquisire con maggiore facilità attrezzature, macchinari e parti di ricambio specializzati per la produzione e la lavorazione di pietre ornamentali, essendo tali attrezzature prodotte per la più in Italia. LE PIETRE ORNAMENTALI EGIZIANE Gli antichi egizi conoscevano il valore della pietra locale su cui hanno fondato la propria civiltà, dallo scudo di ardesia di Narmer (3000 a.C.), al granito rosso di Assuan, utilizzato nella grande piramide di Khufu (Cheope) a Giza. Percy Bysshe Shelley (1792-1822) raccontava: “… Ho incontrato un viaggiatore di una terra antica, il quale mi ha detto “Si ergono nel deserto due grandi gambe di pietra senza tronco. Accanto ad esse, sulla sabbia, semi sepolto giace un volto in frantumi, il cui cipiglio e il labbro arricciato e l’espressione beffarda e autoritaria parlano delle passioni del suo scultore, passioni che sopravvivono impresse in questi oggetti senza vita, la mano che le ha imitate e il cuore che le ha alimentate: e sul piedestallo compaiono queste parole: il mio nome è OZYMANDIAS, RE DEI RE”. Si trattava della statua di granito rosa di Ramses II. Il granito nero di Assuan (nero Assuan) proviene dalla cava più antica del mondo, a tutt’oggi attiva. I Romani, vostri antenati, estraevano il porfido imperiale da cave assai impervie. Ne sono un mirabile esempio i quattro angeli scolpiti sulla Cattedrale di San Marco, a Venezia. Speriamo di poter collaborare con i loro illustri discendenti e con la loro moderna tecnologia nell’estrazione, nella lavorazione e nel marketing. Nel CD allegato potete trovare una classificazione dei nostri graniti in base al colore, e alcune tipologie rare e alcuni dei nostri marmi. 140 Produzione Il numero stimato di aziende attive nel settore del marmo e del granito in Egitto (dati forniti dalla Camera di Commercio) è di circa 500 aziende di produzione e lavorazione di blocchi e lastre (molte delle quali sono proprietarie di cave), distribuiti come segue: N 1 2 3 4 5 6 7 Governatorato o città Alessandria Damitta 10th of Ramadan city 6th October city Assuan Regione di Shak El-thoban Altre Totale N. di aziende 10 6 8 12 3 300 150 ~500 Nella regione di Shak El-thobal (Qutamia), ci sono circa 150 laboratori artigianali. Il capitale investito nel settore ammonta a circa: 500 (aziende) x 107 = 5000.000.000 LE ~ 833.333.333 US$ Nel CD potete trovare una diapositiva che mostra le aziende e i laboratori attivi (circa 700 acri) e la zona recentemente pianificata dal governo (500 acri) (1 acro = 4200 m2). Le cave di marmo sono circa 400, per una produzione di circa 10 m3 al giorno, equivalenti a circa 1.000.000 m3 all’anno (dati forniti dalla Camera di Commercio). Le cave di granito sono circa 100, per una produzione di 200.000 m3/anno. I seguenti grafici indicano i principali paesi importatori di blocchi di marmo egiziano nell’anno 2002 (Marble blocks H.S. 2.515.110.000) ed i principali paesi importatori di marmette e lastre di marmo egiziano nell’anno 2002. 141 LA PIETRA ORNAMENTALE IN IRAN Il nostro antico paese, l’Iran, possiede non solo notevoli giacimenti di petrolio, gas e vari minerali ma anche enormi riserve di pietre ornamentali, alcune delle quali uniche al mondo. L’applicazione della pietra nell’architettura iraniana risale a 3000 anni fa e monumenti storici come Persepoli, Bistoon e Naqsh-e Rustam, con i loro meravigliosi portali, colonne e scalinate, ne sono esempi straordinari. Attualmente, viene estratta una media di 9 milioni di tonnellate all’anno da oltre 500 cave attive, le cui risorse sono di incredibile rarità e di una varietà inimmaginabile. Esistono inoltre circa 5000 impianti di lavorazione della pietra e produzione di lastre, marmette, etc. Anche se queste aziende non sono ancora dotate di macchinari moderni, la lavorazione della pietra è migliorata notevolmente negli anni Novanta grazie all’impiego di tecnologie moderne. Questo è stato dovuto anche alla recente realizzazione di moderni impianti di lavorazione della pietra, soprattutto in prossimità dei giacimenti più abbondanti (come Neyriz e Azarshahr). La resa produttiva totale degli impianti lapidei è di circa 52 milioni di metri quadri, che vanno a soddisfare principalmente la domanda interna. Ma l’applicazione delle tecnologie moderne ha portato alla produzione di lastre e marmette standard anche per i mercati internazionali. Si osservi che la sostituzione dei macchinari obsoleti e usurati è attualmente considerata una delle principali politiche per il miglioramento del settore lapideo iraniano. Le pietre ornamentali dell’iran Travertino: l’Iran possiede grossi giacimenti di travertino, pietra sedimentaria. Il travertino iraniano, con la sua tessitura particolare e i bellissimi colori e disegni, è molto richiesto sui mercati europei e statunitensi. Per quanto riguarda alcuni tipi rari di travertino iraniano, il migliore esempio è l’Azarshahr, disponibile in rosso, giallo chiaro e bruno e noto per essere una pietra pregiata e costosa. Anche il travertino bianco e beige delle cave di Mahallat (Iran centrale) è uno dei migliori tipi di pietra ornamentale da esportazione. Marmo: per quanto riguarda i giacimenti e la varietà dei disegni, dei colori e della tessitura, il marmo iraniano è il prodotto da esportazione per eccellenza. Alcuni marmi iraniani esclusivi, come il Dehbid Beige e il Bajestan Rose, possiedono qualità esclusive di solidità, flessibilità alla lavorazione ed eleganza di colori e disegni. Onice: l’onice, con colori che vanno dal verde al giallo e al bianco, è presente in grandi quantità in varie parti dell’Iran. Grazie alla varietà delle sue colorazioni, l’onice iraniana è diventata un’attività redditizia e senza pari sui mercati internazionali. Granito: L’Iran è da sempre noto per i suoi marmi e per i suoi travertini e per la grande varietà di onici, ma negli ultimi dieci anni sono state scoperte e sfruttate enormi risorse di granito di alta qualità. Grazie alla sua solidità e durevolezza, il granito è utilizzato principalmente per applicazioni esterne. Il granito iraniano è disponibile in vari colori, tra cui il rosso, il nero, il verde scuro, il bianco e il rosa, sia a grana fine che a grana grossa. Produzione cave (tonnellate ) Anno Marmo Travertino Onice 1999 6.821.439 431.811 76.363 2000 7.038.520 574.304 69.018 2001 8.169.419 678.344 62.346 2002* * Il livello esatto di produzione del 2002 è ancora in corso di rilevazione. Granito 189.331 246.545 400.848 Sviluppi e progressi Negli ultimi anni, il settore lapideo iraniano si è notevolmente sviluppato da vari punti di vista. Cave L’uso di esplosivi in cava è stato definitivamente proibito. Sono stati messi a punto nuovi piani di coltivazione basati su tecniche moderne. Le cave sono state dotate di macchinari e attrezzature moderne. 142 Totale 7.518.944 7.928.387 9.310.957 Sono stati organizzati corsi speciali per operatori di cava in Iran e in altri paesi per l’introduzione di tecniche estrattive moderne. Si osservi che un prezioso contributo è stato offerto dalle aziende italiane e che vari gruppi di manager e tecnici italiani sono stati alle cave di Carrara. Numero di cave attive Anno Marmo 1999 306 2000 319 2001 334 2002 336 Travertino 49 70 61 79 Onice 31 35 36 36 Granito 85 106 130 137 Totale 471 530 561 588 Impianti per la lavorazione della pietra L’industria della lavorazione della pietra in Iran è migliorata grazie alla realizzazione di moderni impianti che utilizzano le tecnologie e i macchinari più innovativi, per lo più di fabbricazione italiana. Si sono fatti grandi sforzi per promuovere gli investimenti per la sostituzione dei macchinari e delle linee di produzione obsolete e usurate. Livello occupazionale Come già anticipato, ci sono oltre 500 cave attive in Iran con oltre 12.000 addetti. Attualmente, il numero di impianti di lavorazione della pietra è arrivato a circa 5000, con 75.000 addetti. Oltre alle cave e ai laboratori, esistono varie aziende che si occupano di commercio interno ed esportazione ed altre che producono macchinari e attrezzature per l’industria lapidea. Il settore lapideo iraniano conta perciò un numero totale di 90.000 addetti, a dimostrazione delle dimensioni della nostra industria lapidea e del ruolo significativo che essa riveste per la nostra economia. Livello occupazionale delle cave Anno Marmo Travertino 1999 6921 636 2000 7093 985 2001 7647 877 2002 7796 1071 Onice 371 493 564 600 Granito 1068 1317 1770 2088 Totale 8996 9888 10.858 11.555 Mercato interno Sul mercato interno iraniano, c’è una grossa domanda di pietre ornamentali. Ispirandosi alle antiche tradizioni artistiche lapidee, gli architetti iraniani cercano di unire tradizione, innovazione e modernità nell’uso della pietra naturale. La pietra naturale, di vari tipi e colori, è largamente utilizzata per i rivestimenti esterni degli edifici, per gli spazi esterni, per le coperture e le scalinate. L’uso della pietra nei progetti edilizi nazionali è così diffuso che la maggior parte della pietra prodotta serve a soddisfare la domanda interna. Investimenti potenziali Ci sono notevoli basi per gli investimenti nel settore delle cave e della lavorazione dei prodotti lapidei in Iran. Considerando il numero tortale di cave (circa 500) e di impianti di lavorazione della pietra (circa 5.000), si stimano investimenti potenziali per 2.300.000.000 di dollari. Prospettive a breve termine La resa produttiva delle cave negli ultimi dieci anni è costantemente aumentata. Per i prossimi anni sarà adottato lo stesso approccio. Insieme al notevole aumento qualitativo e quantitativo della produzione delle cave, appare necessario realizzare moderni impianti di lavorazione o modernizzare quelli già esistenti. Circa 100 aziende lapidee all’anno prevedono di modernizzare i propri impianti. In questo caso, lo stanziamento previsto per tale obiettivo ammonta a circa 200.000.000 di dollari, che rappresentano il 9-10% degli investimenti potenziali. 143 Fondata nel settembre 2000, la Stone Association of Iran può contare sulla collaborazione di molte aziende accreditate e di operatori del settore dell’estrazione, della lavorazione e dell’esportazione delle pietre ornamentali. L’associazione mira a promuovere l’esportazione in tutti i settori dell’industria lapidea. Collaborazione con aziende e operatori stranieri Il settore lapideo iraniano si dichiara pronto agli investimenti esteri e alla collaborazione tecnica a livello internazionale. A questo proposito, è stato firmato un Protocollo d’Intesa tra l’associazione delle piccole industrie iraniane (Ministero dell’Industria e delle Miniere) e la Internazionale Marmi e Macchine Carrara S.p.A. (IMM) riguardante vari punti, tra cui l’organizzazione di corsi e seminari tecnici, la realizzazione di un centro di formazione per manager e operatori iraniani, la promozione di joint-venture tra aziende italiane e aziende iraniane e … LE PIETRE ORNAMENTALI IN TURCHIA La Turchia è uno dei produttori di marmo di più lunga data, con i suoi 4.000 anni di tradizione che hanno avuto inizio sull’isola di Marmara. Con i suoi giacimenti minerari di grandi dimensioni e varietà, la produzione lapidea turca è ritenuta di ottima qualità per la grande varietà di grana e di colore. Le riserve ammontano a 1.6 miliardi di tonnellate accertate, 4.2 miliardi di tonnellate probabili e 8.1 miliardi di tonnellate potenziali. In queste riserve sono presenti grandi giacimenti di marmo e di granito a dimostrazione delle enormi potenzialità della Turchia. Nel 2002, la produzione lapidea annua in Turchia ammontava a circa 4.2 milioni di tonnellate e la capacità produttiva totale di prodotti finiti raggiungeva circa 34.5 miliardi di metri quadrati di lastre e marmette. Con l’introduzione di nuove attrezzature e metodologie produttive, si è avuto un aumento produttivo soprattutto nei lavorati di marmo. Il marmo viene estratto da cave di grandi e piccole dimensioni, il cui numero stimato è di circa 5.000, con circa 7501000 aziende in grado di gestire l’intero ciclo di lavorazione. Circa il 90 per cento delle cave del paese si trova nella regione occidentale, soprattutto sull’isola di Marmara, nella regione dell’Egeo e nella provincia di Afyon. In Turchia, il settore del marmo e della pietra, che si è notevolmente sviluppato negli ultimi dieci anni, svolge un ruolo significativo nell’economia e nelle esportazioni nazionali. Le esportazioni di marmo e di pietra sono aumentate da quasi 40 milioni di dollari nel 1990 a 188,7 milioni di dollari nel 2000 e infine a 303 milioni di dollari nel 2002. Il sottosuolo turco fornisce circa 250 tipi diversi di marmo, di cui vengono esportate oltre 100 varietà. Le esportazioni lapidee turche sono così suddivise: il marmo ammonta al 50,57%, il travertino al 40,97%, il granito e le altre pietre all’8,46%. L’esportazione di marmo e travertino ha raggiunto i 277.3 milioni di dollari nel 2002, essenzialmente per i prodotti finiti che assorbono il 67,4% delle esportazioni totali di marmo. Il valore delle esportazioni di marmo grezzo (blocchi e lastre) ammontava a 49,9 milioni di dollari e quello di marmo lavorato a 103,25 milioni di dollari. Il principale mercato della pietra turca sono gli Stati Uniti, con 90,17 milioni di dollari, seguiti dalla zona franca dell’Egeo con 25,85 milioni di dollari e dall’Arabia Saudita con 17,21 milioni di dollari di marmo e travertino lavorato. L’esportazione di granito e altre pietre ha raggiunto i 25,64 milioni di dollari nel 2002, per un ammontare totale di 303 milioni di dollari di esportazione di marmo e altre pietre. I progressi compiuti negli ultimi anni nel settore della tecnologia per la lavorazione del marmo hanno portato ad un innalzamento della qualità del prodotto finale. I tempi di lavorazione e le possibilità di errore sono stati ridotti al minimo, grazie alla maggiore integrazione ed efficienza del ciclo di lavorazione. Ma, nonostante tali avanzamenti tecnologici, la Turchia nel 2002 non è ancora riuscita ad esprimere tutte le proprie potenzialità. I principali mercati del settore lapideo della Turchia (marmo, granito e altre pietre) sono in Europa: la zona franca dell’Egeo, la Spagna, l’Italia, La Germania, la Grecia, l’Inghilterra ed i Paesi Bassi, in Medio Oriente: Israele, l’Arabia Saudita e la Siria; in Estremo Oriente: la Cina, Taiwan, Hong Kong, Singapore e infine gli Stati Uniti. Il settore del marmo turco fa presagire un futuro roseo sia per gli investitori esteri che nazionali, grazie alle risorse ricchissime per qualità e varietà. Tale settore manterrà il proprio peso sui mercati internazionali sviluppando le proprie collaborazioni con i paesi esteri sia nel settore tecnologico che commerciale. In conclusione, la Turchia continua a compiere sforzi per eliminare gli svantaggi tecnologici e infrastrutturali del settore lapideo. Riteniamo che, grazie a tali sviluppi, il settore del marmo in Turchia in futuro sarà in grado di conquistare la posizione che si merita. La Istanbul Mineral and Metals Exporters’ Association è composta dalle seguenti quattro associazioni: • Istanbul Mineral Exporters’ Association (fondata nel 1976, conta attualmente 1.000 soci) • Istanbul Ferrous and Non-Ferrous Metals Exporters’ Association (fondata nel 1986, conta attualmente 144 4.800 soci) Istanbul Chemicals and Chemical Products Exporters’ Association (fondata nel 1991, conta attualmente 4.600 soci) • Istanbul Electrical-Electronic and Machinery Products Exporters’ Association (fondata nel 1991, conta attualmente 5.800 soci) La Istanbul Mineral and Metals Exporters’ Association svolge un ruolo importante come rappresentante di circa 21.000 aziende. Lo scopo della nostra Associazione è quello di svolgere attività e ricerca per il miglioramento dei rapporti commerciali con quasi tutti i paesi. In tale contesto, la nostra Associazione persegue i seguenti obiettivi: • Studio e consulenza sulle risorse potenziali di produzione ed esportazione nel settore di competenza dell’associazione rispetto alla domanda estera. • Follow-up sulle norme e sulle pratiche recenti relative all’esportazione, all’acquisto e agli imballaggi per tenerne informate le aziende socie. • Risoluzione dei problemi e delle difficoltà derivanti dalle transazioni legali delle aziende socie. • Organizzazione, supervisione delle attività di esportazione delle aziende socie e attuazione di relative misure. • Analisi delle norme e delle leggi sul commercio estero dei paesi importatori per tenere informate le aziende socie sulle norme di arbitrato internazionali. • Cooperazione con altri enti ritenuti essenziali per il raggiungimento degli obiettivi dell’associazione. • Partecipazione all’organizzazione di conferenze e seminari, fiere nazionali e internazionali, mostre e convegni, attività di promozione per massimizzare le capacità di esportazione delle aziende socie. • ORNAMENTAL STONES IN THE REPUBLIC OF CROATIA Dimension stone has been exploited on the territory of Republic Croatia, with occasional interruptions, for more than two millenniums. In a number of localities in Croatia there are existing old monumental building objects and archeological finds which shows an advanced technique of building with dimension stone in ancient times. The residues of the walls of the Greek town Pharos on the island of Hvar (3rd cent. B.C.), monumental Roman arena in the city of Pula (built by the end of the 1st cent. A.C.), the forum in Zadar, the palace of the Emperor Diocletian in Split (built about 300 years A.C.) and the ruins of the city of Salona (destroyed by the beginning of the 7th cent. A.C.), on the grounds of which the today’s city of Solin grew up, date from that period. All the mentioned buildings show that dimension stone was considerably used in construction during ancient time. These buildings had been constructed from big treated blocks of autochtonus dimension stone. In vicinity of Pula there is an active Roman quarry, known under the name “Vinkuran”, i.e. “Cava Romana”. The city of Pharos had been built with the stone from the quarry on the island of Hvar which is known even today as the “Cava Greca”. The palace of the Emperor Diocletian was built with the stone from the quarry on the island of Brač, situated near the village Krip (Split port). There we can see a bas-relief, carved in the rock, presenting a Roman foreman controlling the work in the quarry. The city of Salona was built with the stone from the quarry, still today active, “Seget” near Trogir. In the early Middle Ages, stone works came into stagnation and lost their importance owing to the destruction of the Roman Empire and the Great migration of nations. Only after Middle Ages states and cities had been formed, a number of cities were built, mainly in the stone, along the Adriatic coast, from Dubrovnik to Poreč, with monumental sacred objects, like the Cathedrals of Trogir, Šibenik, Zadar and Poreč. In the same way the city stone walls and fortifications were built, from Dubrovnik to the city of Ston and Korčula. Till then deserted Greek and Roman quarries had been again activated. Already in those times, the stone from Dalmatia and Istria was exported to Italy. For the erection of Venice a great deal of stone from Istria was used. In recent times, dimension stone loses ever more its importance as construction material in building (due to discovery of cement and concrete) and it becomes more used as building material for protection and reveting. In 1991, after it became independent, Republic Croatia brought the Law on mining compatible with the European mining legislative. It enables a greater investment liberty and opening of new quarries of dimension stone. Till 1991 only six enterprises carried exploitation of dimension stone, and today, by the beginning of 2003, there are 30 mining companies and artisans that exploit dimension stone on the territory of Croatia. Though all the mineral raw 145 materials in Croatia are owned by the state, according to the regulations of the Law on mining, it is made possible to get the mining concession for researching and exploitation. According to the regulations of the same Law, it is possible that citizens of Republic Croatia and the foreigners may exploit dimension stone. One of the conditions is to form a trade company or a branch office in the Republic Croatia, registered for performing of exploitation of dimension stone. For the exploitation of dimension stone the concession may be obtained for the period of 40 years maximally (with possibility of prolongation). The compensation for exploitation is being paid to Republic Croatia in the amount of 2.6% of the value of excavated blocks of all the categories. The tax on profit is being paid in the amount of 20%. There are some tax exemptions for the reinvested means. Though the sites of dimension stone in Croatia are located in wider coastal and island territory of the Adriatic sea, from the north-west to the downright of the south of Croatia, one may say that the production of this stone is concentrated in Istria and on the island of Brač. Dimension stone appears in the form of sediment rocks built up from limestone and dolomite limestone, mainly from the period of Jurassic and Cretaceous formation and less from Paleogenic age. In Croatia there is no eruptive or metamorphic dimension stone, or it is found in minor unexploitable quantities. After research carried out so far in Croatia, by the date of December 31, 2002, it is stated that exploitation reserves of the dimension stone amount to 8,800,000 m3, on about a hundred deposits, which in relation to December 31, 1998, makes an increase of 30%. It should be noted that, notwithstanding of long time exploitation of dimension stone, Republic Croatia is not sufficiently explored, in mining-geological sense, and there is a possibility of defining new exploitable deposits of this stone. I do consider that it’s realistic to expect that by additional works the mentioned reserves would be manyfold enlarged. Dimension stone usually appears in lighter colours, and coloured stone is found in less quantities. Exploitation of dimension stone is performed on surface mining, while pit-gallery exploitation is being only experimentally carried out in only one mining object in Istria. Unfortunately, recently, there appear certain difficulties at the moment of opening new quarries. In the space plans of the local self-governments, potential localities for researching and exploitation of dimension stone, are ever more assigned and reserved for tourism or some other activity. Exploitation of dimension stone is reluctantly accepted because it is considered, unjustifiably, that this activity unfavourably effects the environment. Notwithstanding mentioned difficulties, the production of dimension stone is increasing every year. Annual production of blocks in all categories of dimension stone in Croatia in the last five years ranged in amounts as it is shown in the Table: Year Production, m3 1998 47.000 1999 52.000 2000 56.000 2001 59.000 2002 62.000 Annual production shown in this Table has been realized through two big trade companies which realize 70% of the total production of dimension stone in Croatia, and about thirty trade companies and artisans that produce the other 30% of the total production. Out of the total annual production of dimension stone, about 40% is being exported in the shape of blocks; especially the 1st and the 2nd categories; the rest is being processed in the saw-mills in Croatia. Thus, there exists a long time tradition of exporting blocks of dimension stone to Italy from Istria and the island of Brač (Istrian yellow and white stone, “veselje” and “sivac”) Increased production and the appearance of new mining economy subjects which are engaged in the exploitation and processing of dimension stone, require ever more greater number of educated and specialized workers. Though at the Faculty of mining, geology and petroleum engineering in Zagreb, future engineers of mining and geology are being educated, and in the village Pučišćee, on the island of Brač, the stone cutters and carvers are educated, we have deficit of expert workers in the research, exploitation and processing of dimension stone. The basic equipment and devices for the exploitation of dimension stone consists of diamond wire saws, chain cutters, air and water cushins and loading and dredgers. Therefore, it might be said that the exploitation of dimension stone in Croatia follows world achievements as with regard to the equipment and devices so as well to the methods and ways of exploitation. About 60% of the national dimension stone and a certain quantity of imported eruptive and metamorphic dimension 146 stone is being processed inside three big and two medium complex processing plants, and in about fifteen plants for special and complex cutting works and in some scores of smaller artisan workshops which mainly are concerned in decorative and grave architecture. My opinion is that for further development of the dimension stone industry in Croatia it would be of great usefulness if the Italian stone producers, besides buying the blocks, were more present through joint investments both in researches and exploitation and processing of dimension stone. Italian producers of the equipment for exploitation and processing of dimension stone should find out some additional possibilities, thus enabling Croatian mining economy subjects to acquire more easily specialized equipment, machines and spare parts for the production and processing of dimension stone, as this equipment is mostly produced in Italy. EGYPTIAN ORNAMENTAL STONES Ancient Egyptians knew the value of the stones surrounding them & built their civilization on, from the Slate palette of Narmer (3000 B.C.), to the red Aswan granite, which has been used in the great pyramid of Khufu (Cheops) in Giza. Percy Bysshe Shelley (1792-1822) said: “… I met a Traveler from an antique land, who said: “Two vast and trunk less legs of stone stand in the desert. Near them, on the sand, half sunk, a shattered visage lies, whose frown, and wrinkled lip, and sneer of cold command, tell that its sculptor well those passions read, which yet survive, stamped on these lifeless things, the hand that mocked them and the heart that fed: and on the pedestal these words appear: “My name is OZYMANDIAS, KING OF KINGS”. This was Ramses II in pink granite. Black Aswan granite (Nero Aswan) is the most ancient quarry in the world still working up till now The imperial porphyry, is the material which your ancestors, the Romans, extracted from very difficult quarries to reach. You can see it in the four Angels statues in the Cathedral of Saint Mark, which is located in Venice. I hope that we can cooperate with their grand sons and with their modern technology, to extract, and make marketing and so on. In the annexed CD you will find the classification of our granite according to the color and some rare kinds, together with some different kinds of our marbles. Production The estimated number of the working companies in marble and granite in Egypt (Chamber’s estimation) is about 500 companies working in, cutting blocks, slabs and polishing (many of them have their own quarries); they are distributed as follows: N. 1 2 3 4 5 6 7 Governorate or city Alexandria Damitta 10th of Ramadan city 6th October city Aswan city Shak El-thoban area Others Total N. of companies 10 6 8 12 3 300 150 ~500 In the area of Shak El-thobal (Qutamia) there are about 1500 small workshops. The capital invested in this industry is about: 500 (company) x 107 = 5000,000,000 LE ~ 833,333,333 US$ In the CD slides you can see the already existing companies and workshops hatched (about 700 Acers) and the newly planed area by the Government (500 Acers) (Acer = 4200 m2). 147 The number of the marble quarries is about 400 quarry, extracts 10 m3 approximately/day, this gives about 1000,000 m3 per year (Chamber’s estimates). The number of the granite quarries is about 100 quarry, extracts 200,000 m3/year. The following charts indicate the main countries importing Egyptian marble blocks during the year 2002 (Marble blocks H.S. 2,515,110,000 ) and the main countries importing Egyptian marble slabs and tiles during the year 2002. ORNAMENTAL STONE INDUSTRY IN IRAN Our ancient country, Iran, enjoys not only the remarkable reserves of Oil, Gas and different minerals but also the tremendous deposits of dimensional stones, some unique in the world. The application of Stone in Iranian architecture has a 3000 year old history and the existence of historical monuments such as Persepolis, Bistoon and Naqsh-e Rustam with their marvelous gates, pillars and stairways are the astonishing examples of stone application in the ancient times. At the present time the average amount of 9 million metric tons is being extracted annually from more than 500 active quarries which resources are unbelievable in rarity and unimaginable in variety. On the other hand there are about 5000 plants engaged in processing stone and producing slabs, tiles, … Although there are still factories lacking modern machinery but stone processing made remarkable improvement in 1990’s through application of modern technology. The establishment of modern stone processing plants especially next to quarries holding the biggest deposits (such as Neyriz and Azarshahr) is one of the effective actions taken during these years. The total production capacity of stone plants is about 52 million square meters which is basically used to satisfy domestic demands. But application of modern technology has resulted in production of standard slabs and tiles which are presented to the international markets. 148 It should be denoted that the replacement of outdated and worn out machinery is now regarded as one of the main policies adopted to improve Iranian Stone Industry. Dimensional stones of Iran Travertine: Travertine, a sedimentary stone, has huge reserves in Iran. Iranian Travertine with its unique texture and attractive color & design is in great demand in the advanced markets of Europe and U.S.A. Regarding some rare types of Iranian Travertine the best example is Azarshahr Travertine appearing in red, light yellow and light brown that is known as a luxurious expensive stone. Also the white and Beige Travertine from quarries in Mahallat (central part of Iran) are among the best choices for dimensional stone exportation. Marble: In terms of resources and diversity of design, color and texture Iranian marble is a privilege to exportation of our Dimensional Stones. Some Iranian exclusive marbles such as Dehbid Beige and Bajestan Rose are unique in terms of firmness, Processing flexibilities and elegance of color and pattern. Onyx Marble: Ranging from green to yellow and white, Onyx Marble has remarkable resources in different parts of Iran. The diversity of Onyx Marble colors has made it as a profiting and unrivaled business in international markets. Granite: Iran is traditionally known for its Marble and Travertine particularly diverse Onyx Marbles, but in the past ten years the tremendous resources of high quality Granites have been discovered and exploited. Because of its hardness and durability, Granite is mainly used in exterior spaces. Iranian Granites appear in variety of colors such as red, black, dark green, white and pink with large and small granulation. Level of production in Quarries (Metric ton) Year Marble Travertine Onyx 1999 6,821,439 431,811 76,363 2000 7,038,520 574,304 69,018 2001 8,169,419 678,344 62,346 2002* * The exact level of production in 2002 has not completely reported yet. Granite 189,331 246,545 400,848 Total 7,518,944 7,928,387 9,310,957 Developments and progresses In recent years, the Iranian Stone Industry has remarkably developed in different aspects. Quarries The application of explosives was definitely prohibited and banned in quarries. New extraction plans have been provided based on the modern techniques. Quarries have been equipped with modern machinery and equipments. Special courses have been organized for those engaged in quarrying activities in Iran and other countries with the purpose of introducing modern extraction techniques. It should be denoted that the cooperation of Italian companies has been really valuable and different groups of Iranian managers and technicians have been dispatched to quarries of Carrara so far. Number of active quarries Year Marble 1999 306 2000 319 2001 334 2002 336 Travertine 49 70 61 79 Onyx 31 35 36 36 Granite 85 106 130 137 Total 471 530 561 588 Stone Processing Plants The stone processing industry in Iran has improved due to the establishment of some modern plants utilizing the most modern technology and machinery mostly from Italy. There has also been enormous efforts to encourage investments for replacement of the outdated and worn out machinery and production lines by some modern ones. 149 Number of employments As mentioned before, there are more than 500 active quarries in Iran which employees are estimated more than 12,000. Presently the number of stone processing plans has risen up to about 5000 where 75,000 are working. In addition to quarries and factories there are many companies engaged in domestic and foreign trade, also manufacturing machinery and equipments for stone industry. Therefore the total number of employments in Iranian Stone Industry can be estimated to 90,000 which shows the extension of our stone industry and reveals its significant role in our economy. Number of employments in quarries Year Marble Travertine 1999 6921 636 2000 7093 985 2001 7647 877 2002 7796 1071 Onyx 371 493 564 600 Granite 1068 1317 1770 2088 Total 8996 9888 10,858 11,555 Domestic market There is a very demanding domestic market for dimensional stones in Iran. Inspired from ancient stone art traditions, Iranian architects try to combine tradition, innovation and modernity with the most application of natural stone. Natural stone, in different colors and types, is widely used in the façade of buildings, exterior spaces, covering and stairways. The application of stone in the domestic construction projects is so excessive that the great percentage of produced stone is used to satisfy domestic demands. Potential investments There is a groundwork for potential investments in both quarries and processing sectors of Iranian Stone Industry. Considering the total number of quarries(about 500) and stone processing plants (about 5000) the amount of potential investment is estimated about 2,300,000,000 $. Short term prospects The amount of production from quarries has been continually increased during the last decade. This attitude will be definitely adopted for the next years. Along with the considerable growth in quality and quantity of quarries’ productions, it seems necessary to establish the modern processing plants or to modernize the old ones. It can be expected that each year about 100 stone factories plan to modernize their factories. In this case, approximately the amount of 200,000,000 $ should be allocated for this process that is %9-10 of potential investment. Founded in September 2000, Stone Association of Iran, enjoys the support of many accredited companies and individuals involved in quarrying, processing and exportation of Dimensional Stones. The Association tries to encourage export - oriented approaches in all sectors of stone industry. Cooperation with foreign companies and professionals Iranian Stone Industry declares its readiness for foreign investments as well as technical collaboration at the international level. In this regard a Memorandum of Understanding has been signed between Iranian small scale industries organization (Ministry of Industries and Mines) and Internanazionale Marmi e Macchine Carrara S.P.A (IMM) that includes different items such as organization of technical courses and seminars, establishment of a training center for Iranian managers and workers, encouraging the Italian companies to create Joint-venture with Iranian companies and … ORNAMENTAL STONES IN TURKEY Turkey has been one of the oldest marble producers in the world with its 4000 years background in marble production starting on the Marmara Island. Having a considerable and quite divers mineral base, Turkey also has one of the world’s largest natural stone reserves, which are considered to be excellent quality wise due to great variety of colours and textures. Reserves are 1,6 billion tons proven, 4,2 billion tons probable and 8,1 billion tons potential. There are extensive marble 150 deposits in these reserves moreover, granites, which demonstrate an important potential, are also available in Turkey. Turkey’s annual natural stone production reached about 4,2 million tons in 2002 and the capacity of the plants to produce finished products is around 34,5 million square meters of slabs and tiles in total. With the introduction of modern fabricating equipment and methods, production increases have been realized mostly in processed marble. Marble is extracted from big and small quarries estimated to number around 5000 around 750-1000 factories that can handle the entire marble processing treatment. About 90 percent of the Country’s quarries are located in western Turkey; mainly in Marmara Island, in the Aegean region and in the province of Afyon. Turkey’s marble and stone sector which has shown significant developments for the last decade, plays and important role in Turkey’s economy and exports. Nearly 40 million US Dollars of marble and stone exports in 1990 increased to 188,7 million US Dollars in 2000 and finally realized 303 million US Dollars in 2002. Approximately 250 types of marble are extracted from Turkey’s subsoil and over 100 different varieties are exported. Of Turkey total stone export 50,57% is marble, 40,97% is travertine 8,46% is granite and other hard stones. The marble and travertine exports reached to 277,3 million US Dollars in 2002 and the volume of exported marble were realized in processed marble which have the 67,4% share in overall marble export. The value of exported raw marble (Block and Slab) was 49,95 million Dollars while it was 103,25 million Dollars for processed marble. USA was the biggest export market of Turkey with 90,17 million US Dollars, Aegean free zone was second with 25,85 million US Dollars and Saudi Arabia was the third with 17,21 million US Dollars in processed marble and travertine. On the other hand, Turkey’s granite and other similar stone exports were realized 25,64 million US Dollars in 2002, so, total marble and other stone exports is about 303 Million US Dollars. In recent years the advancement of marble processing technology has resulted in a improvement in end products quality. Processing time and mistakes have been minimized as a result of the processing value chain becoming more integrated and efficient. But despite such technological improvements, Turkey has not realized yet its potential capacity in 2002. The major markets for overall stones (marble, granite and other stones) are Europe primarily; Aegean Free Zone, Spain, Italy, Germany, Greece, England and Netherlands, The Middle East; Israel, Saudi Arabia and Syria, The Far East; China, Taiwan Hong Kong, Singapore and finally USA. Turkey’s marble industry promises profitable future for both foreign and domestic investors due to the very rich resources in terms of variety and quantity. Its importance will continue in the international markets by extending the cooperative relations with foreign countries in both technological field and trade. In Conclusion Turkey continues taking steps to eliminate technological and infrastructural shortcomings in the stone sector. We believe that in the future as a result of these developments Turkish marble Industry will gain the place it deserves. Istanbul Mineral and Metals Exporters’ Association consists of four Associations which are named as: • Istanbul Mineral Expoters’ Association (which was established in 1976 and now has 1000 members); • Istanbul Ferrous and Non-Ferrous Metals Exporters’ Association (which was established in 1986 and now has 4800 members); • Istanbul Chemicals and Chemical Products Exporters’ Association (which was established in 1991 and now has 4600 members). Istanbul Electrical-Electronic and Machinery Products Exporters’ Association (which was established in 1991 and now has 5800 members). Istanbul Mineral and Metals Exporters’ Association carries out an outstanding role by representing approximately 21,000 member companies. The aim of our Association is to make activities and studies that will improve the trade relations almost with all of the countries. In that frame the function and objectives of our Association are as follows: • studying and making suggestions on the production and export potential capacities of the items which are related to the Association’s activity field, with respect to foreign demand, • following-up the recent regulations and practices regarding export, purchasing and packaging so as to keep member firms informed, • solving problems and difficulties arising from the legal transactions that the member firms meet, • organizing, supervising exportation activities of member firms and taking the necessary precautions on these activities, • examining foreign trade regulations and laws of importer countries so as to keep the member firms informed about the international rules of arbitration, • cooperating with other organizations which are believed to be beneficiary and essential in achieving Association’s objectives, 151 • being involved in the preparation of conferences and courses, organization of international and domestic fairs, exhibitions and conferences, promotional activities to maximize the export capacity of members. LA PIEDRA ORNAMENTAL EN CROACIA La piedra dimensional ha sido explotada en el territorio de la Republica de Croacia, con ocasionales interrupciones, durante más de dos milenios. En varias localidades de Croacia existen construcciones monumentales, objetos y ruinas arqueológicas que testimonian las técnicas avanzadas de construcción que ya se practicaban en la antigüedad con el empleo de piedra dimensional. Ejemplos son lo que queda de las murallas de la ciudad griega Pharos, en la isla de Hvar (tercer siglo a. de C.), la arena monumental romana en la ciudad de Pula (construida a finales del primer siglo d. de C.), el foro en Zarar, el palacio del emperador Diocleciano en Split (construido unos 300 años d. de C. sobre las tierras donde después fue fundada la ciudad de Solin). Todas las construcciones mencionadas muestran el uso relevante de piedra dimensional en las construcciones de la antigüedad. Estos edificios monumentales se construyeron desde enormes bloques tratados de piedra dimensional local. En las cercanías de Pula hay una cantera romana aún activa, conocida con el nombre de “Vinkuran”, o sea “Cantera Romana”. La ciudad de Pharos fue construida con piedra procedente de la cantera de la isla de Hvar, aún hoy conocida con el nombre de “Cantera Griega”. El palacio del emperador Diocleciano se construyó con piedra procedente de la cantera de la isla de Brač, situada cerca del pueblo de Krip. Allí se puede admirar un bajorrelieve esculpido en la roca, que representa un capataz romano que controla el trabajo en la cantera. La ciudad de Salona se construyo con la piedra de la cantera “Seget”, cerca de Trogir, todavía activa en la actualidad. En la primera Edad Media, la explotación de la piedra tuvo un estancamiento y perdió mucha de su importancia, a causa de la destrucción del Imperio Romano y la gran migración entre naciones. Sólo después de la Edad Media, durante la formación de estados y ciudades, se empleó la piedra masivamente como podemos ver a lo largo de la costa Adriática, desde Dubrovnik a Poreč, con objetos monumentales sagrados como las catedrales de Trogir, Šibenik, Zadar y Poreč. Pero las murallas de la ciudad y las fortificaciones se construyeron de la misma manera desde Dubrovnik hasta las ciudades de Ston y Korčula. En ese periodo fueron reactivadas las canteras griegas y romanas que habían sido abandonadas. Ya en aquellos tiempos, se exportaba a Italia piedra de Dalmacia y de Istria. Para la construcción de Venecia se utilizaron grandes cantidades de piedra de Istria. En tiempos más recientes, la piedra dimensional ha perdido todavía más importancia como material de construcción, debido al descubrimiento de cementos y hormigones, y su uso se ha reducido al de material de protección y de acabado. En el 1991, después de ganar su independencia, la Republica de Croacia aprobó leyes sobre la extracción compatibles con la legislación europea en la misma materia. Esto permite una mayor agilidad de inversión así como la apertura de nuevas canteras de piedra dimensional. Hasta el 1991 sólo 6 empresas trabajaban en la explotación de piedra dimensional, mientras hoy, a principios del 2003, ya hay 30 entre empresas y artesanos que trabajan en este sector en el territorio de Croacia. A pesar de que todos los minerales en bruto en Croacia sean de propiedad del estado, según la ley sobre la excavación es posible obtener concesiones para la investigación y la explotación minera. La misma ley determina que los ciudadanos croatas y extranjeros tienen derecho a la explotación de la piedra dimensional. Una de las condiciones es la inscripción de una empresa comercial o de una sucursal en el territorio de la República de Croacia, y que esa empresa sea registrada para desarrollar la actividad de explotación de la piedra dimensional. Las concesiones se pueden obtener por un periodo máximo de 40 años, con posibilidades de renovación. La indemnización para la explotación de la piedra corresponde al 2,6% del valor de los bloques excavados, de todas las categorías, y es pagable directamente al gobierno de la República. Los impuestos pagables sobre las ganancias corresponden al 20% de las mismas, con algunas excepciones para capitales re-invertidos. Aunque bastantes zonas de excavación de piedra dimensional estén distribuidas a lo largo de una amplia área costera e isleña del Adriático, desde el nordeste hasta el sur de Croacia, se puede afirmar que la producción de piedra está principalmente concentrada en Istria y en la isla de Brač. La piedra dimensional se presenta como roca sedimentaria formada de material calcáreo, caliza y dolomita, en su mayoría procedente del periodo de formación Jurásico y Cretáceo, y en parte de la edad Paleogénica. En Croacia no hay piedra dimensional eruptiva o metamórfica, o por lo menos la hay en cantidades muy pequeñas. 152 Según las investigaciones llevadas a cabo hasta ahora en Croacia, se calcula que hasta diciembre del 2002 la explotación de lo depósitos de piedra dimensional equivale a 8.800.000 m3 en unos 100 depósitos, lo cual, en comparación con el 31 diciembre del 1998 indica un incremento del 30%. Es de notar que, a pesar de que la explotación de piedra dimensional se practique desde hace mucho tiempo, la República de Croacia no está suficientemente explorada (en el ámbito de la geología y de la excavación) y hay posibilidades para la definición de nuevos depósitos explotables de esa piedra. Es razonable suponer que con obras adicionales los depósitos mencionados se ampliarían substancialmente. La piedra dimensional croata normalmente se presenta en tonalidades claras, con cantidades menores disponibles en colores más obscuros. La explotación de la piedra dimensional se realiza en canteras “a cielo abierto”, mientras la explotación subterránea se encuentra en una fase experimental, bajo realización en una sola cantera de Istria. Desafortunadamente hay factores que complican, de momento, la apertura de nuevas canteras. En los planos de las autoridades gubernativas regionales, varias localidades interesantes para potencial investigación y explotación se van asignando y reservando al turismo o a otras actividades. La explotación de piedra dimensional se acepta con reluctancia porque es considerada, sin justificación, una actividad que afecta negativamente al medio ambiente. A pesar de esas dificultades, la producción de piedra dimensional registra un aumento anual. La producción anual de bloques en todas las categorías de piedra dimensional en Croacia en los últimos cinco años se refleja en los valores de la tabla siguiente. Año Producción, m3 1998 47.000 1999 52.000 2000 56.000 2001 59.000 2002 62.000 La producción anual indicada en esta tabla ha sido obtenida por dos grandes empresas comerciales que realizan el 70% de la producción total de piedra dimensional en Croacia, y por unas 30 empresas más pequeñas y artesanos que producen el restante 30% del total. El 40% de la producción anual se exporta en bloques, y en su mayoría se trata de material de la primera y de la segunda categoría. El resto se elabora en los talleres croatas. Hay, pues, una larga historia de exportaciones a Italia de bloques de Istria y de la isla de Bra_ (piedras blancas y amarillas llamadas “veselje” y “sivac”). El aumento de producción y la aparición de una nueva economía minera, cuyos protagonistas están ocupados en la explotación y elaboración de la piedra, requiere pues más personal especializado e instruido. En la Facultad de minería, geología e ingeniería del petróleo de la Universidad de Zagreb, se están educando los futuros ingenieros en geología y minería, y en el pueblo de Pučišćee, en la isla de Brač, se van formando cortadores y entalladores. Sin embargo, todavía hay carencia de expertos en la elaboración de la piedra dimensional. El equipo base para la explotación de la piedra dimensional consiste en sierras de hilo diamantado, cortadoras de cadena, colchones (hidráulicos y de aire) y dragas. La explotación de piedra dimensional en Croacia sigue pues los logros tecnológicos a nivel mundial, además de las formas y los métodos de explotación. Un 60% de la piedra dimensional nacional, junto a una cierta cantidad de piedra dimensional eruptiva y metamórfica importada, se elabora dentro de los establecimientos de elaboración: tres de ellos son de grandes dimensiones, dos medianos y unos quince están dedicados a cortes complejos y especiales. También hay algunas realidades productivas artesanales que se ocupan principalmente de arquitectura decorativa y funeraria. Estamos convencidos de que sería de gran ayuda para un ulterior desarrollo de la industria de la piedra dimensional Croata, si los productores de piedra italianos, además de comprar bloques, hicieran más acto de presencia a través de inversiones conjuntas en la investigación y en la elaboración de la piedra dimensional en éste país. Los productores italianos de maquinarias para la explotación y la elaboración de la piedra deberían de considerar más posibilidades que permitan a los órganos de la economía minera croata adquirir con más facilidad equipos especializados, máquinas y repuestos para la producción y la elaboración de piedra dimensional, puesto que tales equipos se producen principalmente en Italia. LA PIEDRA ORNAMENTAL DE EGIPTO Los Egipcios han conocido y apreciado la piedra a su alrededor desde la antigüedad y sobre ella han basado su civilización, de la Paleta de Narmer (3000 a. d. C.) hasta el Granito rojo de Aswan, utilizado para la gran pirámide de Khufu (Keops), en Giza. 153 Percy Bysshe Shelley (1792-1822) escribió: “... Me encontré con un viajero de un antiguo país, que dijo: Dos grandes piernas de piedra sin tronco están en el desierto... junto a ellas en la arena, medio hundido yace un rostro roto, cuyo ceño y su fruncido labio y su fría expresión revelan que su escultor entendió bien las pasiones que aun perviven grabadas en la piedra muerta. La mano que las desafió y el corazón que alimentaron y en el pedestal se leen estas palabras: Mi nombre es OZYMANDIAS, REY DE REYES …” Ese era Ramsés II en granito rosa. La cantera de granito negro de Aswan es la más antigua cantera al mundo, y sigue estando activa en la actualidad. Conocida en la antigüedad como Pórfido Imperial, esa piedra era extraída por los romanos de canteras de muy difícil acceso. Un ejemplo viviente de su belleza son las cuatro estatuas de ángeles en la Catedral de S. Marco en Venecia. Nuestra industria espera poder cooperar con los nietos de los Romanos, los italianos, con su tecnología moderna y sus habilidades para extraer, comerciar y trabajar la piedra. En el CD aquí anexo se encuentran: clasificación de nuestros granitos por color, algunas calidades singulares y raras, algunas variedades de nuestro mármol. Producción Se estima que el número de empresas que se ocupan de mármol y granito en Egipto sea de unas 500, desempeñando actividades de corte de bloques y tablas y de pulido. Muchas de ellas tienen canteras de propiedad. La distribución es como sigue: N.. 1 2 3 4 5 6 7 Provincia o ciudad Alexandria Damitta Ciudad 10 de Ramadán Ciudad 6 de octubre Aswan city Área Shak El-thoban Otras Total N. de empresas 10 6 8 12 3 300 150 ~500 En el área de Shak El-thoban (Khatamia) hay también unos 1.500 pequeños talleres. El capital invertido en esa industria es aproximadamente: 500 (empresas) x 107 = 5000.000.000 LE ~ 833.333.333 US$ En el CD aquí anexo se encuentran las empresas y talleres ya existentes o en preparación (unos 700 acres), y la nueva zona programada por el Gobierno (500 acres) (1 acre = 4200 m2). Hay unas 400 canteras de mármol de donde se extraen aproximadamente unos 10 m3 al día, con un total de unos 1000.000 m3 al año. Las canteras de granito son aproximadamente 100, y extraen unos 200.000 m3 al año. 154 En la tablas a continuación se indican los países principales que han importado bloques de mármol de Egipto durante el año 2002 y los países principales que han importado tablas y baldosas de mármol de Egipto durante el año 2002. EL SECTOR DE LA PIEDRA ORNAMENTAL EN IRÁN Este viejo país, Irán, además de tener extraordinarias reservas de petróleo, gas y otros minerales, también cuenta con enormes depósitos de piedra dimensional, algunos de los cuales son únicos en el mundo. La aplicación de la piedra en la arquitectura iraní tiene una historia de 3000 años, cómo podemos observar en los históricos monumentos de Persépolis Persepolis, Bistoon y Naqsh-e Rustam, con sus maravillosos pórticos, columnas y escalinatas, ejemplos prodigiosos de utilización de la piedra en la antigüedad. Actualmente se extraen unos 9 millones de toneladas métricas por año de más de 500 canteras activas, cuyos productos destacan por su singularidad y variedad. También hay unos 5000 talleres ocupados en la elaboración de piedras y en la producción de tableros y baldosas. Aunque todavía haya muchos establecimientos faltos de maquinaria actualizada, la elaboración de la piedra mejoró mucho en los años 90, gracias a la aplicación de tecnologías modernas. La introducción de talleres modernos para la elaboración de la piedra en las inmediaciones de las canteras que contienen los depósitos mayores (por ejemplo las de Neyriz y Azarshahr) es una de las medidas más eficaces que se han puesto en práctica en los últimos años. Los 52 millones de metros cuadrados que se producen suelen ser absorbidos en su casi totalidad por la demanda interior, pero la aplicación de tecnologías modernas incluyendo la renovación de maquinaria ha hecho posible que los tableros y baldosas se introdujeran en el mercado internacional. La substitución de maquinaria anticuada o desgastada es considerada una de las operaciones más importantes realizadas para el desarrollo de la industria de la piedra iraní. La piedra dimensional de Irán Travertino. En Irán existen enormes yacimientos de aquella roca sedimentaria conocida con el nombre de travertino. El travertino iraní, con su textura única, su color y sus detalles atractivos, es objeto de gran demanda en los mercados evolucionados de Europa y Estados Unidos. Entre los tipos característicos de travertinos iraníes, el más sobresaliente es el Azarshahr Travertine, que se presenta en rojo, amarillo y marrón claros, y es famoso por ser una piedra lujosa y preciada. También los travertinos blancos y avellana de las canteras de Mahallat (en la zona central de Irán) son calidades escogidas para la exportación de piedra dimensional. Mármol. En asunto de profusión, variedad de diseño y textura, el mármol iraní representa una singularidad para la exportación de piedra dimensional de este país. Algunos mármoles exclusivos iraníes como el Dehbid Beige y el Bajestan Rose son únicos en términos de firmeza, flexibilidad de elaboración, elegancia de colores y motivos. Ónice. El ónice iraní, en colores como verde, amarillo y blanco, cuenta con existencias bien conocidas en varias partes 155 de Irán. La variedad de colores del ónice iraní ha permitido crear un mercado exclusivo y provechoso para esta piedra. Granito. Irán es conocido tradicionalmente por sus mármoles y travertinos, y en particular por su variedad de ónices. Sin embargo, en los últimos diez años, han sido descubiertos y aprovechados formidables yacimientos de granito de alta calidad. La dureza y resistencia de este material permite su utilización mayormente en espacios exteriores. Los granitos iraníes se presentan en una variedad de colores tales como el rojo, negro, verde oscuro, blanco y rosa, con granulaciones finas y gruesas. Nivel de producción de las canteras (toneladas métricas) Año Mármol Travertino Ónice Granito 1999 6.821.439 431.811 76.363 189.331 2000 7.038.520 574.304 69.018 246.545 2001 8.169.419 678.344 62.346 400.848 2002* * El proceso de verificación de los datos del 2002 no se ha completado antes de esta publicación. Total 7.518.944 7.928.387 9.310.957 Desarrollos y progresos En los últimos años se han ido desarrollando marcadamente varios aspectos de la industria de la piedra iraní. Canteras El empleo de explosivos ha sido definitivamente prohibido y eliminado de las canteras. Nuevos planes de extracción han sido realizados sobre la base de técnicas modernas. Las canteras han sido aprovisionadas con maquinaria y equipos modernos. Cursos especializados han sido organizados para el personal ocupado en actividades de extracción en Irán y en otros países con el objeto de introducir las técnicas modernas de extracción. Es de notar que la cooperación de las empresas italianas ha sido realmente valiosa, y que varios grupos de encargados y de técnicos han sido enviados a las canteras de Carrara. Numero de canteras activas Año Mármol 1999 306 2000 319 2001 334 2002 336 Travertino 49 70 61 79 Ónice 31 35 36 36 Granito 85 106 130 137 Total 471 530 561 588 Talleres para la elaboración de la piedra La industria de la elaboración de la piedra en Irán ha mejorado mucho, después del establecimiento de algunos talleres que utilizan las tecnologías y la maquinaria más modernas, procedentes principalmente de Italia. También se han hecho grandes esfuerzos para apoyar inversiones destinadas a la substitución de maquinaria desgastada y de cadenas de producción anticuadas. Incidencia laboral Como ya se ha expuesto con anterioridad, hay más de 500 canteras activas en Irán, con cerca de 12,000 trabajadores. Y con el aumento experimentado en los talleres de elaboración las cifras nos dan casi 5000, con unos 75,000 empleados. Además de las canteras y de los talleres, hay también muchas empresas ocupadas en el comercio domestico y exterior, las cuales, entre otras cosas, producen maquinaria para la industria de la piedra. El número total de puestos de trabajo en la industria de la piedra iraní, por lo tanto, se puede estimar en unos 90,000, lo cual demuestra la extensión del sector en este país, revelando un rol significativo en la economía nacional. 156 Número de puestos de trabajo en las canteras Año Mármol Travertino 1999 6921 636 2000 7093 985 2001 7647 877 2002 7796 1071 Ónice 371 493 564 600 Granito 1068 1317 1770 2088 Total 8996 9888 10.858 11.555 El mercado doméstico La demanda del mercado interno iraní absorbe un alto porcentaje de la producción total de la piedra dimensional. Inspirados por antiguas tradiciones de artes de la piedra, los arquitectos iraníes tratan de combinar tradición, innovación y modernidad en las aplicaciones de la piedra natural. Ésta, en diferentes colores y tipos, es utilizada ampliamente en las fachadas de edificios, en los espacios exteriores, en pavimentaciones y en escaleras. Los proyectos nacionales de construcción también usan cantidades substanciales de piedra contribuyendo en gran medida, junto con lo ya mencionado, a casi copar la producción total. Perspectivas a corto plazo Las cifras de producción de las canteras han venido aumentado en el curso de la ultima década. Se puede asumir que esta tendencia se mantendrá en los próximos años. Junto al crecimiento considerable en calidad y cantidad de la producción de las canteras, es necesario establecer nuevos talleres de elaboración modernos o seguir actualizando aquellos existentes. Se puede prever que cada año cerca de 100 talleres de piedra modernizarán sus equipos. Si esto es cierto, una cantidad aproximativa de 200.000.000 dólares debería de ser destinada a éste proceso (9-10% de la inversión potencial total). La Stone Association of Iran fundada en septiembre del 2000, recibe el apoyo de muchas empresas e individuos acreditados, relacionados con actividades de excavación, elaboración y exportación de piedra dimensional. La asociación trata de estimular la exportación en todos los sectores de la industria de la piedra. Cooperación con empresas y profesionales extranjeros La industria de la piedra iraní ha manifestado estar ya preparada para la inversión de capitales extranjeros así como para una colaboración técnica a nivel internacional. Con esos objetivos en mente ya se ha firmado un “Memorandum de entendimiento” entre la organización que representa las pequeñas industrias iraníes (Ministerio de Industrias y Minas) y la Internazionale Marmi e Macchine Carrara Spa (IMM). En el documento se tratan varios aspectos tales como la organización de cursos y seminarios técnicos, la creación de un centro de instrucción para encargados y trabajadores iraníes, estímulos a empresas italianas a formar “joint-ventures” con empresas iraníes, y más iniciativas … EL SECTOR DE LA PIEDRA ORNAMENTAL EN TURQUÍA Turquía es uno de los productores de mármol más antiguos del mundo ya que cuenta con una gran experiencia en la producción de esa piedra, iniciada hace 4000 años en la isla de Mármara. Gracias a una base mineral considerable y bastante variada, los depósitos de piedra natural de Turquía se clasifican entre los más grandes del mundo y poseen una calidad excelente gracias a la gran variedad de colores y texturas. Las capacidades de los depósitos son de 1,6 billones de toneladas demostradas, 4,2 billones posibles y 8,1 billones potenciales. A los extensos depósitos de mármol se suman los de granito, que también representan un recurso muy importante para el país. La producción anual de piedra natural en Turquía ha alcanzado 4,2 millones de toneladas en el 2002 y la capacidad de los talleres de producir productos acabados es de 34,5 millones de metros cuadrados totales, entre tablas y baldosas. Con la introducción de equipos de maquinaria y de métodos modernos, se han realizado aumentos de producción importantes, sobre todo en la elaboración del mármol. El mármol se extrae de canteras de unas 5000 canteras de varias dimensiones, con unos 750-1000 talleres que se ocupan de la elaboración. Un 90% de las canteras del país se encuentran en la parte oeste de Turquía, principalmente en la isla de Mámara, en la región gea y en la provincia de Afyon. El sector del mármol y de la piedra turco, que ha tenido un desarrollo significativo en la ultima década, juega un papel 157 muy importante en la economía y en las exportaciones turcas. Los casi 40 millones de dólares americanos en exportaciones de mármol y piedra del 1990 han alcanzado 188,7 millones de dólares en el 2000 y han llegado a 303 millones en el 2002. Se extraen aproximadamente unos 250 tipos de mármol de los que unos 100 se exportan. El 50,57% del total de las exportaciones totales turcas es mármol, el 40,97% es travertino y el 8,46 son granitos y otros tipos de piedra dura. Las exportaciones de mármol y travertino han alcanzado 277,3 millones de dólares americanos en el 2002 y el volumen de mármol exportado elaborado representa el 67% de las exportaciones totales. El valor del mármol exportado en bruto (bloques y tablas) fue de 49,95 millones de dólares y el del mármol elaborado de 103,25 millones. EE.UU. representa el mayor mercado de exportación turca, con 90,17 millones de dólares americanos, seguido por la zona libre del Egeo con 25,85 millones y por Arabia Saudita con 17,21 millones entre mármol elaborado y travertino. El granito y las otras piedras parecidas, por otro lado, han permitido realizar exportaciones de 25,64 millones de dólares americanos en el 2002, por lo tanto el total de las exportaciones entre mármol y otras piedras ha sido de 303 millones de dólares. En años más recientes, los avances tecnológicos en la elaboración han resultado en una mejora en la calidad del producto final. El tiempo de elaboración y los errores se han reducido, como resultado de una cadena productiva que se va volviendo siempre más integrada y eficiente. Pero a pesar de esas mejoras tecnológicas, Turquía no ha desarrollado completamente su potencial productivo en el 2002. Los mercados principales para la piedra en general (mármol granito y otras piedras) son Europa, seguida por la zona libre del Egeo, España, Italia, Alemania, Grecia, Inglaterra, Holanda, Oriente Medio, Israel, Arabia Saudita, Siria, Oriente Extremo, China, Taiwán, Hong Kong, Singapur y, también, Estados Unidos. Gracias a la riqueza de recursos en términos de variedad y de cantidad, la industria de la piedra turca promete un futuro muy rentable tanto para los inversores del país como para los extranjeros. La importancia de esta industria continuará creciendo en los mercados internacionales, ampliando las relaciones de cooperación con otros países en el ámbito tecnológico y empresarial. En conclusión, Turquía continua dando pasos hacia la eliminación de los inconvenientes infraestructurales y tecnológicos en el sector de la piedra. Creemos que en el futuro, como resultado de estos procesos, la industria del mármol turca ocupará el lugar que merece. La Asociación de los Exportadores de Metales y Minerales de Istanbul está formada por las cuatro asociaciones siguientes: • Asociación de los Exportadores de Minerales de Istanbul (instituida en 1976, hoy cuenta con 1000 miembros). • Asociación de Exportadores de Materiales Ferrosos y no Ferrosos de Istanbul (instituida en 1986 con 4800 miembros). • Asociación de Exportadores de Productos Químicos de Istanbul (instituida en 1991 con 4600 miembros). • Asociación de Exportadores de Electrónica y Maquinaria de Istanbul (instituida en el 1991 con 5800 miembros). La Asociación de Exportadores de Minerales y Metales de Instanbul juega un papel importante, representando unas 21.000 empresas. El objetivo de la Asociación es el de crear actividades y estudios que mejoren las relaciones comerciales entre todos los países. Dentrro de ese campo de acción, la función y los objetivos de nuestra asociación son los siguientes: • Estudiar y formular sugerencias sobre el potencial de producción y de exportación de los materiales que cxonstituyen la base de la actividad de la Asociación, con respecto a la demanda exterior. • Cumplir con las recientes normativas y prácticas con respecto a las exportaciones, a los embalajes y a las compras, informando regularmente a los miembros asociados. • Resolver problemas y dificultades que sujan en las transacciones legales de los miembros. • Organizar y supervisar las actividades de exportación de los asociados tomando las precauciones necesarias para esas actividades. • Examinar las normativas sobre el comercio internacional y las leyes de los países importadores y mantener informados los miembros sobre las reglas internacionales de arbitración. • Cooperar con otras organizaciones cuando esta cooperación sea esencial y beneficiosa para conseguir los objetivos de la Asociación. • Dedicarse a la preparación de conferencias y cursos, a la organización de ferias y exposiciones nacionales e internacionales y a actividades de promoción para maximizar la capacidad de exportación de los miembros. 158 BREVE DIZIONARIO DEI TERMINI PIÙ USATI BRIEF DICTIONARY OF MOST USED TERMS BREVE GLOSARIO DE LAS PALABRAS MÁS USADAS Marmo blocchi e lastre Granito blocchi e lastre Marmo lavorati Granito lavorati Altri/altre pietre Ardesia grezza Ardesia lavorata Granulati e polveri Marble, blocks and slabs Granite, blocks and slabs Processed marble Processed granite Others/other stones Raw slate Processed slate Chips and powders Mármol, bloques y tableros Granito, bloques y tableros Mármol elaborado Granito elaborado Otras piedras Pizarra en bruto Pizarra elaborada Granulados y en polvo Macchine da taglio Macchine da lavorazione e lucidatura Frantoi Macchine per mattonelle Sintetiche Cutting equipments Working and polishing equipments Crushing plants Synthetic tiles plants Máquinas cortadoras Máquinas para la elaboración y el pulido Trituradoras Maquinaria para baldosas sintéticas Lapidei Macchine Stone materials Machinery Piedras Maquinaria grezzo riportato a grezzo produzione quantità valori (mgl lire) anno/anni raw blocks equivalent quarried materials quantities values (thousand Lits) year/years bruto equivalente en bloques producción cantidades valores (en miles de Liras) año/años UE/Unione Europea Nord America Centro e Sud America Vicino e Medio Oriente Estremo Oriente Altre aree/Altri Paesi Resto del Mondo European Union North America Central and South America Middle East Far East Other regions/ Other Countries Rest of the World UE/Unión Europea Norteamérica Centro y Sudamérica Medio Oriente Extremo Oriente Otras regiones/Otros Países Resto del mundo 159 INDICE S. Napoli: Settore lapideo 2002, industria italiana e congiuntura internazionale Allegato statistico Avvertenze per la lettura delle tavole Indice delle tavole statistiche Tavole statistiche Profili nazionali D. Krasič Il settore delle pietre ornamentali in Croazia Z. Najafi Tabrizi Il settore delle pietre ornamentali in Iran A.M. Fateen Il settore delle pietre ornamentali in Egitto M. Cobanlioglu Il settore delle pietre ornamentali in Turchia Breve dizionario italiano/inglese/spagnolo dei termini più usati 00 00 00 00 00 00 00 00 00 00 SUMMARY S. Napoli: Stone sector 2002, Italian industry and international trends Statistical annex Explanatory notes to statistical tables Statistical tables Countries’ profiles D. Krasič Ornamental stones in Croatia Z. Najafi Tabrizi Ornamental stones in Iran A.M. Fateen Ornamental stones in Egypt M. Cobanlioglu Ornamental stones in Turkey Brief dictionary of most used terms 00 00 00 00 00 00 00 00 00 INDICE S. Napoli: El sector de la piedra 2002, la industria italiana y la coyuntura internacional Anexo estadístico Notas para la consulta de las tablas estadísticas Indice de las tablas estadísticas Tablas estadísticas Perfiles nacionales D. Krasič La piedra dimensional en Croacia Z. Najafi Tabrizi La piedra ornamental en Iran A.M. Fateen La piedra ornamental en Egipto M. Cobanlioglu La piedra ornamental en Turquìa Glosario breve italiano/inglés/español de las palabras más usadas 160 00 00 00 00 00 00 00 00 00 00