PECUP
(Profilo Educativo CUlturale e Professionale)
Illustrazione prescrittiva di ciò che un ragazzo, alla fine del I°
ciclo di istruzione dovrebbe:
• sapere
• saper fare
(conoscenze)
(abilità)
• saper trasferire in altri contesti di vita (competenza)
Il PECUP
la conoscenza di sé
IDENTITA’
la relazione con gli altri
l’orientamento (auto/etero)
STRUMENTI
CULTURALI
conoscenze e abilità
disciplinari, pluri/inter-disciplinari,
cognitive e meta-cognitive
CONVIVENZA
CIVILE
conoscenze e abilità funzionali ad una
piena cittadinanza
Dal PECUP
Gli Obiettivi Generali del
Gli Obiettivi Specifici
Processo Formativo
di Apprendimento
forniscono indicazioni sul senso
degli interventi educativi e didattici
da predisporre.
declinano le conoscenze e le
abilità, distinte per discipline ed
educazioni, da proporre durante
un monoennio o un biennio.
• Valorizzare:
- l’esperienza del fanciullo.
- la sensorialità .
• Facilitare il passaggio dall’esperienza alla formalizzazione dei saperi
• Riconoscere la diversità come ricchezza.
• Praticare l’impegno personale e la solidarietà sociale.
OSA
“Indicano i livelli essenziali di prestazione che le scuole sono
tenute, in generale, ad assicurare…
E’ compito di ogni singola scuola autonoma :
contestualizzare,
mediare,
interpretare,
ordinare,
organizzare gli obiettivi specifici di apprendimento negli obiettivi
formativi, nei contenuti, nei metodi e nelle verifiche delle Unità di
Apprendimento”.
(Ind. Naz. alleg. B)
OBIETTIVI FORMATIVI
Costituiscono:
• i compiti di apprendimento ritenuti realmente
accessibili,
• i traguardi importanti e interiorizzati come significativi
per la crescita intellettuale di ogni singolo alunno
GLI OBIETTIVI FORMATIVI
Gli obiettivi formativi:
Si riferiscono a un nucleo di apprendimento
unitario, circoscritto, autoconsistente, compiuto,
capace di conferire valore formativo ai saperi
disciplinari
• Sono declinabili nelle capacità, abilità, competenze che
intendono promuovere;
• Si ispirano al principio dell’ologramma (la parte nel tutto, il
tutto nelle parti);
• Sono riconosciuti come significativi in quanto portatori di
carica di problematicità, dinamicità, aderenza al reale;
L’OBIETTIVO FORMATIVO
Un obiettivo formativo dovrà:
individuare la competenza attesa;
individuare i prerequisiti ( conoscenze e
abilità) necessari al raggiungimento della
stessa;
indicare gli standard di prestazione.
COMPETENZE
“Le competenze sono l’insieme delle buone capacità potenziali di
ciascuno
portate
effettivamente
al
miglior
compimento
nelle
particolari situazioni date: ovvero indicano quello che siamo
effettivamente in grado di fare, pensare e agire, adesso, nell’unità
della nostra persona, dinanzi all’unità complessa dei problemi e delle
situazioni di un certo tipo (professionali e non professionali) che
siamo chiamati ad affrontare e risolvere in un determinato contesto”.
(Ind. Naz.)
COMPETENZE
OF OSA
Competenza
Riconoscere, rappresentare e risolvere
problemi
O.F.
O.F.
Individuare e analizzare
situazioni problematiche in ambiti
di esperienza, formulando ipotesi
di soluzione
Leggere, interpretare e risolvere
correttamente un problema
matematico
OSA
OSA
OSA
OSA
OSA
OSA
......
......
......
......
......
......
Le competenze e gli OF sono tratti da “L’Educatore” sett.05
OBIETTIVI FORMATIVI E UNITA’
D’APPRENDIMENTO
“Il cuore del processo educativo si ritrova nel compito
delle istituzioni scolastiche e dei docenti di progettare
le
Unità di Apprendimento
caratterizzate da obiettivi formativi adatti e
significativi per i singoli allievi … e volte a garantire la
trasformazione delle capacità di ciascuno in reali e
documentate competenze”.
(Ind. Naz. alleg. B)
PROGETTAZIONE DEL PERCORSO FORMATIVO
L’essere
potenziale
La cultura
La vita
CONOSCENZE
osa
U.A.
CAPACITA’
OF
COMPETENZE
ASSE
della
FORMA
ZIONE
osa
ABILITA’
ASSE
dell’ISTRUZIONE
Adatt. da “Scuola e didattica” 2003
UNITA’ D’APPRENDIMENTO
Le UdA sono costituite dalla progettazione:
di uno o più obiettivi formativi tra loro integrati
(declinati in standard di apprendimento relativi alle
conoscenze e abilità coinvolte);
delle attività educative e didattiche unitarie,
obbligatorie e/o opzionali
dei metodi,
delle strategie organizzative ritenute necessarie per
concretizzare gli obiettivi formulati;
delle tipologie di verifica dei livelli delle conoscenze e
delle abilità acquisite,
Dei criteri di valutazione delle competenze personali di
ciascuno.
UNITA’ D’APPRENDIMENTO E PSP
Il Piano di Studio Personalizzato, è dato dall’ ”insieme delle UdA
effettivamente realizzate, con le eventuali differenziazioni
che si fossero rese opportune per i singoli alunni”.
Quindi, all’inizio dell’anno
non si elabora un piano di studio per ciascun alunno,
ma uno sfondo comune, articolato su percorsi unitari
(UdA), da
• regolare in itinere,
• curvare secondo le caratteristiche degli allievi.
La documentazione dei percorsi realizzati costituirà il PSP,
che avrà consistenza definitiva a consuntivo.
Piano di Studi Personalizzato
•
•
•
•
Classe………………………………………Docente………………………………………
Attività formativa: materia obbligatoria
………………………………………………………………………………………………
Destinatari: gruppo di allievi omogeneo per livelli di conoscenze/o competenze:
• Obiettivo/i generale/i del processo formativo ricavato dal Profilo educativo,
•
culturale e professionale (Indicazioni Nazionali)
• Obiettivo/i specifico/i di apprendimento (ricavato/i dalle Indicazioni Nazionali)
• Obiettivo/i formativo/i
• Unità di apprendimento n° 1
• Tematica
• Metodologia
• Tempi di realizzazione dal………………………...al………………………………..
• Tipologie di verifiche
• Criteri di valutazione
• 1) Struttura:
Riforma Secondaria
• a) Configurazione del sistema:
• il sistema si basa su una scelta duale: istruzione e formazione professionale;
• diminuzione della durata dell'obbligo scolastico a 14 anni; innalzamento del
diritto/dovere alla formazione fino a 18 anni. (Vedi capitolo : “Diritto –
dovere all’istruzione)
• c) Orario: a fronte di un orario obbligatorio che attualmente oscilla, nei
diversi indirizzi della secondaria superiore, tra le 32 e le 40 ore settimanali,
il Governo ne propone 27. Il nuovo modello orario di tutto il sistema di
istruzione potrebbe comportare una riduzione se non l’eliminazione di molte
discipline, attualmente ricomprese nell'orario obbligatorio.
• c) Gerarchia tra discipline:
• Possibilità di ampliamento dell’offerta formativa tramite discipline/attività:
•
opzionali obbligatorie, opzionali/opzionali
La ripartizione in discipline obbligatorie e opzionali introduce elementi di
discontinuità rispetto alla pari dignità tra discipline e i relativi docenti.
• d) Impianto organizzativo relativo al Consiglio di classe
• Introduzione del docente tutor
Riforma Secondaria
• 2) Impianto pedagogico culturale:
• L’istruzione s’incardina sui licei che hanno la mission di favorire e
sviluppare :
• il “conoscere e teorizzare”,
• il connettere le idee e le relazioni intellettuali formali tra le
conoscenze,
• la cultura capace di ripensare se stessa attraverso la meta
cognizione.
•
•
•
•
•
•
L'istruzione e la formazione professionale hanno come baricentro:
il fare,
il produrre,
l'operare,
l’immettere le idee (le conoscenze) nella realtà,
l’elaborare operazioni di progettazione e di trasformazione che
diventano poi pratiche professionali esperte.
Istruzione/I. Formazione Professionale
• La differenza sostanziale consiste nel fatto che:
• a)
l'istruzione mira al conoscere secondario: il sapere e lo studio
disinteressati
• b)
la formazione tende al produrre: al sapere e al fare sapendo
sempre ciò che si fa e perché lo si deve fare secondo la formazione
professionale da conseguire
• L’impianto pedagogico culturale della Riforma Moratti segna un
evidente strappo con le ipotesi di riforma sviluppate dagli anni ’70
fino al Progetto Brocca.
PECUP (Profilo educativo culturale e
professionale)
• Analizzando il PECUP (Profilo educativo culturale e professionale) si
scopre una incongruenza di fondo. Il profilo dei licei e quello dell'IFP
sono infatti identici per 4 sezioni su cinque: la premessa, le sezioni
identità e convivenza civile e la sintesi finale.
• L'unica parte in cui differiscono è la seconda, dedicata agli strumenti
culturali.
• Ciò significa ritenere che sia possibile giungere, nei licei e nel
sistema IFP, a risultati analoghi utilizzando strumenti culturali diversi
e frequentando percorsi scolastici molto differenziati fra loro non
solo per tipologia di approccio ma anche per numero di anni (3 o 4
nel sistema IFP e 5 nei licei).
• Ciò appare difficilmente realizzabile, e fornisce argomenti forti a
quanti sostengono che in realtà la riforma non presenta un sistema
unitario ma due scuole molto diverse, una di serie A ed una di serie
B.
Obiettivi specifici di apprendimento
• La pubblicazione degli OSA (Obiettivi specifici di
•
apprendimento) dei singoli Licei non si limita a illustrare
macro obiettivi che indicano l’asse e il perimetro
culturale ma rappresenta una minuziosa raccolta di
conoscenze e di abilità, suddivise per bienni e anno
finale, che appare una lista onnicomprensiva di metodi e
conoscenze.
La metodologia della progettazione dei Piani di studio
personalizzati, vale a dire la traduzione degli OSA in
obiettivi formativi, ripercorre le indicazioni già fornite
per la scuola primaria e secondaria di I° grado (Vedi
capitolo su Piani di studio personalizzati)
Assi culturali
• L'asse e la forza culturali rimangono quelli del liceo classico con otto
varianti. L’istruzione e la
formazione professionale vengono
presentati come percorsi concepiti su un principio di pari dignità
educativa con il sistema dei licei.
• Lo spostamento dell'asse verso un sistema liceale sembra essere in
controtendenza rispetto alle scelte di molti paesi europei dove si
afferma sempre più l'idea della parità o pari dignità tra l'impianto di
istruzione e di quello vocazionale, non solo riguardo alle quantità,
ma soprattutto riguardo all'approccio alla conoscenza.
• Questa finalità, dichiarata nella legge 53, rischia di essere
compromessa proprio dalle scelte che emergono dal documento, in
termini di scarsa flessibilità dell'offerta formativa, di tetti orari
ancora troppo alti, di parcellizzazione disciplinare e di durata degli
studi diversificata tra i due settori. Sembra che l'Europa vada in
senso opposto.
• L'indagine PISA, condotta a livello internazionale, sugli
esiti dei sistemi di istruzione e di formazione, ha
dimostrato che i sistemi con gli esiti migliori sono quelli
che prevedono una durata più lunga dell'obbligo di
istruzione e nei quali la formazione di base è unitaria.
Occorre, quindi, stare a scuola più a lungo, per acquisire
una formazione di base adeguata alle caratteristiche
della società nella quale viviamo, per non subirne i
fenomeni ma per gestirli.
PECUP
• Il secondo ciclo si compone del sistema dei Licei e del sistema degli
•
•
•
•
•
Istituti dell’istruzione e della formazione professionale. Esso, come
recita la legge delega 28 marzo 2003, n. 53, è finalizzato:
a) alla crescita educativa, culturale e professionale dei giovani;
b) allo sviluppo dell’autonoma capacità di giudizio;
c) all’esercizio della responsabilità personale e sociale.
A questo scopo, come precisa la norma, esso impiega in maniera
organizzata e sistematica la riflessione critica sul sapere, sul fare e
sull’agire.
Ciò significa che l’istruzione e la formazione che i giovani incontrano
nel secondo ciclo, al pari di quella già maturata nel primo ciclo, è
finalizzata al processo educativo della crescita e della valorizzazione
della persona umana, mediante l’interiorizzazione personale e
l’elaborazione critica delle conoscenze disciplinari e interdisciplinari
(sapere), delle abilità tecniche e professionali (fare consapevole) e
dei comportamenti personali e sociali (agire) stabiliti dal presente
a) Relazione con gli altri
• a) Relazione con gli altri
-
•
•
•
•
•
Sviluppare la capacità di ascolto, di dialogo e di confronto, accogliendo
con la giusta misura di prudenza e di rispetto quanto dicono gli altri, di
persona o attraverso la mediazione dei mass media e della rete.
Elaborare, esprimere e argomentare le proprie opinioni, idee e
valutazioni e possedere i linguaggi necessari per l’interlocuzione culturale
con gli altri, nella società contemporanea molto caratterizzata
dall’immagine.
Porsi in modo attivo e critico di fronte alla crescente quantità di
informazioni e di sollecitazioni comportamentali esterne, senza subirle, ma
apprendere a riconoscerle fin nei messaggi impliciti che le accompagnano e
a poterle così giudicare.
Collaborare e cooperare con gli altri, anche contribuendo al buon
andamento della vita familiare, scolastica e degli altri ambiti della
Convivenza civile.
Rispettare le funzioni e le regole della vita sociale e istituzionale,
riconoscendone l’utilità, e impegnandosi a comprenderne le ragioni.
Giungere al pieno esercizio dei diritti politici in una maniera non
impressionistica e casuale, ma attraverso un dialogo critico, diretto e
costante con gli adulti e con le istituzioni (scuola, ambiente di lavoro, enti
territoriali, morali e sociali, partiti, governo, parlamento ecc.).
a)
Orientamento
•
• -
Conoscere i punti di forza e le debolezze della propria
preparazione, verificando costantemente l’adeguatezza delle proprie
decisioni circa il futuro scolastico e professionale e operando
flessibilmente gli opportuni cambiamenti o integrazioni di percorso,
consapevoli dell’importanza dell’apprendimento lungo tutto l’arco
della vita.
• Elaborare un’ipotesi per la prosecuzione degli studi, la ricerca
del lavoro, la riconversione professionale e la formazione continua,
prevedendo una collaborazione con la scuola, la famiglia, i soggetti
professionali e sociali, e utilizzando anche il Portfolio delle
competenze personali.
• Elaborare, esprimere e argomentare, circa il proprio futuro
esistenziale, sociale e professionale, un’ipotesi di sviluppo proiettata
nel mondo del lavoro o dell’istruzione e della formazione superiori
che tenga conto del percorso umano e scolastico finora intervenuto,
ma che, allo stesso tempo, lo arricchisca con una realistica ulteriore
progettualità.
• Vivere il cambiamento e le sue forme più come un’opportunità di
realizzazione personale e sociale che come una minaccia, più come
uno stimolo che come un impedimento al miglioramento di sé e
della società.
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Relazione di G. Gambula "La riforma della scuola: nodi problematici"