PERCORSO DI AVVIAMENTO ALLA METACOGNIZIONE PER LA SCUOLA PRIMARIA
A cura di: Stefania Bonfatti Sabbioni
Scuola Primaria San Leonardo
I.C. « G. Micheli» Parma
Nell’ambito della didattica metacognitiva, sulla quale esiste una vasta letteratura,
un ampio capitolo è dedicato all’organizzazione, come importante prerequisito di
un apprendimento efficace, infatti il sapersi “orientare” nelle attività che la scuola
propone, è la base fondamentale per diventare autonomi nello studio.
Nelle prime classi della scuola primaria si rende quindi necessario per gli alunni,
pianificare strategie adeguate, al fine di avere sempre a disposizione a casa, ma
anche e soprattutto a scuola, tutto il materiale utile per partecipare in modo
attivo ai percorsi didattici programmati.
La continua ricerca di materiale, durante lo svolgimento delle
lezioni, è anche una delle principali cause della perdita di
attenzione / concentrazione e spesso può causare conflitti
all’interno del gruppo-classe, con pesanti ricadute sul sereno
andamento delle attività quotidiane.
Questo percorso, realizzato in una classe seconda di scuola primaria, ha come
obiettivo principale quello di proporre agli alunni attività cognitive con
caratteristiche di elementarità, attraverso le quali viene offerta ad ogni
bambino la possibilità di imparare ad intervenire sui propri schemi di pensiero e
di azione per renderli più efficaci.
In particolare si è cercato di sviluppare le capacità di:
1. Organizzarsi ed organizzare gli strumenti per facilitare i propri processi di
apprendimento
2. Elaborare piani operativi prevedendo i possibili risultati delle strategie
intraprese
3. Monitorarne l’andamento
4. Valutare l’efficacia delle azioni eseguite
Strategie/metodi utilizzati:
•Interviste
•Brainstorming
•Problem-solving
•Cooperative learning
•Questionari
Tempi di realizzazione del percorso:
• 16 ore circa
Primo step
Consiste nella valutazione del livello
iniziale di consapevolezza metacognitiva
posseduta dai bambini e comincia con
una serie di “interviste” registrate nelle
quali viene loro chiesto:
1) Qual è la parte del nostro corpo che
ci consente di apprendere
2) Quali sono gli strumenti utili per
imparare
durante
le
attività
scolastiche
3) Quali strategie può mettere in atto la
nostra mente, per poter creare un
percorso facilitato, che consenta a
ciascuno di poter essere attivo e
concentrato mentre svolge le
consegne
Secondo Step
Brainstorming: attraverso attività nel grande gruppo emergono osservazioni
interessanti che diventano il punto di partenza per riflessioni a catena.
Tutte le parti del corpo sono ritenute utili dai bambini per imparare ( le
dita per contare, ecc. ) ed, in particolar modo, i sensi. Vi è però accordo nel
ritenere che la mente può e deve dirigere i processi di apprendimento per
“ordinarli” e “conservarli” adeguatamente in modo che possano essere
“ripescati” ed utilizzati al momento opportuno in situazioni analoghe.
Si giunge poi a valutare l’importanza, ritenuta unanimemente significativa,
del possesso di strumenti necessari per svolgere le consegne ( libri,
quaderni, matite, penne, gomme, colla, forbice, ecc..).
Terzo Step
Compilazione di un questionario individuale
Quarto step
Osservazione e Monitoraggio
 Osserviamo zaini ed astucci perché ognuno possa avere una visione obiettiva
e realistica del proprio operato
 Quotidianamente per dieci giorni rileviamo quanti bambini scordano il
materiale e quali sono gli oggetti dimenticati più frequentemente riportando
i risultati sotto forma di istogramma
Quinto step
Viene quindi avviata una attività di problem-solving a piccoli gruppi ( cooperative
learning ), per elaborare strategie efficaci alla risoluzione del problema, attuando
contestualmente un processo di previsione sull’efficacia delle possibili azioni .
Dalla discussione emerge l’esigenza da parte degli alunni, di creare uno
strumento utile ad elaborare una sequenza di azioni indispensabili, per avere
sempre a disposizione il materiale necessario, che consenta loro di essere attivi
durante lo svolgimento dei compiti.
Prendendo spunto da queste considerazioni nasce la proposta dell’insegnante
relativa alla costruzione di un lap-book, al quale i bambini decidono di dare la
forma di zainetto.
I punti fondamentali presi in analisi e fissati nel nostro lap-book sono stati:
1) L’orario in cui si prepara lo zaino, che deve essere preferibilmente lo stesso ogni
giorno, possibilmente alla sera prima di coricarsi consultando il
2) Planning settimanale delle materie, corredato da un utilissimo post-it , applicabile
di volta in volta, per ricordare eventuali variazioni temporanee delle
attività didattiche.
3) L’astuccio, prendendo in considerazione il suo contenuto minimo necessario
4) La merenda, per dare nutrimento al cervello
e mantenere l’efficienza fisica.
E’ l’unico elemento che si è deciso di mettere
nello zaino alla mattina prima di andare a
scuola, in modo da potervi inserire alimenti
freschi come frutta, yogurt, ecc.
Un’ importante spazio è stato dato alla
discussione sulla corretta alimentazione ed in
particolare alla cura da riservare al break
mattutino, che deve fornire energia
ed
idratazione, ma essere povero di grassi e non
appesantire.
In questa fase del percorso sono stati coinvolti
indirettamente anche i genitori, ai quali è stato
chiesto di confrontarsi con i figli su questo
argomento, ritagliando insieme a loro,
immagini di merende e bibite da mettere in un
cestino del lap-book contrassegnato dal
semaforo verde ( si ) ed altre da mettere nel
cestino col semaforo rosso ( no ).
5) Le azioni da svolgere in sequenza, suddivise in due percorsi: uno giornaliero
e l’altro settimanale.
Abbiamo così creato uno strumento divertente, ma allo stesso tempo funzionale ed
efficace, frutto di una strategia metacognitiva, di cui gli alunni sono stati protagonisti
attivi durante ogni singola fase di attuazione.
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Io e il mio zainetto