Lo si schiaccia dolcemente tra lingua e palato; lentamente fresco e delizioso, comincia a fondersi: bagna il palato molle, sfiora le tonsille, penetra nell’esofago accogliente e infine si depone nello stomaco che ride di folle contentezza. G. Flaubert Ma c’è… Chi ha troppo e chi niente A noi Non piacciono carote , finocchi e piselli E la carne Nemmeno parlarne Non pensiamo a quei bambini Poverini Che vivono nell’Africa nera E non mangiano nè mattina nè sera Pensiamoci un po’ Invece di dire che schifo.