Il crollo autoritario nel caso postsovietico Corso di Scienza politica parte seminariale Perché crollò l’Unione sovietica? • Il crollo autoritario come punto di partenza del processo di democratizzazione secondo l’approccio transitologico • Nel caso sovietico non ci fu un crollo autoritario ed una rottura con il passato realizzatosi secondo gli schemi dei paesi del Sud Europa o Latinoamericani Perché crollò l’Unione sovietica? (2) • il crollo autoritario fu più che altro la conseguenza della fallita dismissione del regime da parte del regime stesso. • Non fu una rottura violenta con il passato e nemmeno una rivoluzione a distruggere «l’ancient regime» sovietico. • Nemmeno un accordo tra élite autoritarie ed élite democratiche o democratizzatrici dato che nell’Urss quelle autoritarie e quelle democratizzatrici coincidevano quasi completamente. • Al limite, si potrebbe parlare di disaccordo tra élite autoritarie sulla necessità e sui modi per riformare il sistema sovietico, ma non per dismetterlo completamente e passare alla liberaldemocrazia. • Non ci fu l’invasione di una potenza straniera • nemmeno la necessità di una maggiore integrazione nel sistema internazionale Allora perché crollò l’Unione sovietica? 1. Spiegazioni politiche • conseguenze della perestrojka • tentativo di democratizzare le istituzioni sovietiche tramite la graduale apertura delle liste elettorali, la liberalizzazione dell’informazione e la dismissione del ruolo di partito unico del Pcus 2. • • • Spiegazioni economiche ritardo tecnologico rispetto all’Occidente progressivo esaurirsi dei redditi da esportazioni petrolifere fallimento dei tentativi di riforma del sistema di pianificazione della produzione impedì di aumentare la produttività 3. Spiegazioni sistemiche • crisi sistemica dell’Urss derivante dal fallimento del socialismo poiché ideologia e sistema economico Storia della Russia e dell’URSS Alcuni testi importanti • Riasanovsky, N.V., Storia della Russia. Dalle origini ai giorni nostri, Milano, Bompiani, 2008. • Graziosi, A., L’Urss di Lenin e Stalin, Storia dell’Unione sovietica, 1914-1945, Bologna, Il Mulino, 2007. • Graziosi, A., L’Urss dal trionfo al degrado. Storia dell’Unione sovietica, 1945-1991, Bologna, Il Mulino, 2008. • Hough, J.F., Democratization and Revolution in the USSR 1985-1991, Washington D.C., Brookings Institution Press, 1997. Passaggi storici cruciali 1. Una storia fatta di grandi autocrati modernizzatori (Ivan il terribile, Pietro il grande, Stalin) 2. Chruščev e gli sestidesjatniki 3. Gorbačev e la Perestrojka 4. Il golpe di Agosto 1991 (T. Terzani, Buonanotte, signor Lenin, Milano, TEA, 2008) L’inizio della fine • la dismissione del regime sovietico non è avvenuta di colpo dopo il fallito golpe dell’agosto 1991, ma è iniziata anni prima quando gli effetti della Perestrojka hanno cominciato a manifestarsi a livello di singole repubbliche. Le fasi della crisi Il processo si è articolato in tre fasi. • Nella prima fase, caratterizzata dalle tensioni tra comunisti riformatori e dirigenti locali contrari alle riforme, si formò una sorta di opposizione all’interno dei gruppi dirigenti delle repubbliche. • La seconda fase, che spesso si sovrappone parzialmente alla prima, vide la nascita di movimenti d’opposizione veri e propri, spesso denominatisi «fronte popolare» e cioè come un’associazione che non ha le caratteristiche di un partito e tanto meno di una corrente del partito comunista • La terza fase fu invece quella della creazione di repubbliche sovrane, anche se non indipendenti dall’Unione Sovietica, la cui apparizione fu però il preludio alle dichiarazioni d’indipendenza Dopo la fine dell’URSS • Fallimento dei movimenti riformatori • Leader carismatici come Gamsakhurdia e El’cin si trasformarono in presidenti-autocrati • Fu invece la parte più dinamica della vecchia nomenklatura comunista a riconquistare o a mantenere i posti di comando e quindi a creare una nuova classe dirigente • Assalto al parlamento russo e guerre nel Caucaso