Sistemi locali di welfare
Lavinia Bifulco
Testi
Testi per studenti frequentanti
Bagnasco A. 2003, Società fuori squadra, Bologna, Il Mulino (capitolo 3).
Bifulco L., 2005, Le politiche sociali, Roma, Carocci, (capp 1,2,3,4)
Bifulco L., Centemeri L., 2007, La partecipazione nei Piani sociali di zona: geometrie
variabili di governance locale, in Stato e Mercato, 80, pp. 221-242
Bifulco L., Bricocoli M., Monteleone R., 2008, Welfare locale e innovazioni istituzionali.
Processi di attivazione in Friuli-Venezia Giulia, in La Rivista delle politiche sociali, 3, pp.
367-385.
+ 1 volume a scelta fra i seguenti:
a) Paci M., Pugliese E., (a cura di) (2011), Welfare e promozione delle capacità, Bologna, Il
Mulino.
b) Carabelli G., Facchini C. (a cura di) (2011), Il modello lombardo di welfare, Milano,
Angeli.
c) Arrigoni P. (2011), Terre di nessuno, Milano, Melampo.
d) Bricocoli M., Savoldi P. (2010), Milano downtown, Milano, Et al.
e) Ferrari M. (2010), La frontiera interna, Academia Universa Press
f) L’Europa e le regioni, Numero monografico della Rivista delle Politiche Sociali, 3, 2008
Testi per studenti non frequentanti
Bifulco L., 2005, Le politiche sociali. Temi e prospettive emergenti, Roma, Carocci.
Paci M., a cura di, 2008, Welfare locale e democrazia partecipativa, Bologna, Il Mulino
L’Europa e le regioni, Numero monografico della Rivista delle Politiche Sociali, 3, 2008
Alcune premesse….
Riepilogo
Strumenti concettuali
Modelli di welfare
Titmuss; Esping-Andersen; Ferrera; Saraceno
1)
Modello universalistico-istituzionale, della
cittadinanza sociale (socialdemocratico, area
scandinava):
Basato sui diritti dei cittadini (eguaglianza di
accesso)
Ruolo centrale dello Stato, ha forti effetti
redistributivi
Demercificazione e defamilizzazione
Modelli di welfare?
2) Modello corporativo- assicurativolavoristico (Europa centro-continentale,
conservatore):
Basato sulle contribuzioni dei lavoratori
Ruolo dello Stato e della famiglia
Presuppone il modello male bread winner
Familismo
Modelli di welfare?
3) Modello liberale- residuale (Regno Unito,
USA, Australia):
Basato sull’assistenza ai poveri e ai
bisognosi
Ruolo residuale dello Stato, importanza del
mercato
Defamilizza attraverso il mercato
Italia: un modello mediterraneo?
Misure di tipo corporativo – assicurativo (basate
sulle contribuzioni lavorative)
Universalismo: sistema sanitario pubblico, 1978
Familismo: centralità del ruolo della famiglia
riguardo alla protezione dai rischi sociali e al care,
ma sostegno assai scarso alla famiglia, sia
finanziario sia servizi (vedi infanzia)
Carattere particolaristico – clientelare (Paci)
Basso grado di stateness (Ferrera)
Frammentazione istituzionale
Italia
Nei tre decenni che portano alla crisi attuale non solo è tornata ad “aumentare la disuguaglianza
distributiva” ma è anche “cresciuta la precarietà dei rapporti di lavoro e dei relativi redditi” e si è
verificato “un progressivo slittamento dei rischi dalla collettività agli individui, dalle imprese ai
lavoratori”. A questo si aggiunge la finanziarizzazione dell’economia
“La presunta anomalia della spesa pensionistica italiana, che sarebbe eccessiva, è creata dalle
disomogeneità statistiche presenti nei dati Eurostat che alterano i confronti. Effettuando accostamenti
omogenei, infatti, l’incidenza della spesa previdenziale sul Pil diventa minore di quella tedesca e si
allinea a quella media della Ue a 15”.
Tratto da “Rapporto Stato sociale 2010",
Italia
LA QUESTIONE GIOVANILE
I tassi di disoccupazione giovanile nel 2010 toccano il 28%
delle coorti 15- 24 anni
Il 46,7% dei giovani ha un lavoro precario e questa
percentuale è cresciuta di 9 punti dall'inizio della crisi, nel
2007. Nel 2007 la disoccupazione giovanile era al 20,3%:
oggi è superiore al 29%.
I NEET nel 2010 circa 2 milioni (22,1% tra i 15 e i 25
anni) - nel terzo trimestre del 2010 la percentuale di Neet era del
18,6% per la fascia d’età 16-24 e 28,8% per i giovani tra i 25 e i 30
anni, in aumento rispettivamente di 2 e quasi 5 punti rispetto a prima
della crisi –
La metà resta tale per almeno due anni
Italia
Inoccupazione di lungo periodo anche ad alti livelli di qualificazione
Overeducation
La percentuale di giovanni con laurea o diploma i cui lavori non hanno nulla a che fare
con la loro qualificazione è la più alta d’Europa. Oltre il 43% dei 15-35enni svolge un
lavoro che non ha nessuna attinenza con la formazione ricevuta.
Il tasso di occupazione medio europeo per i laureati sotto i 30 anni è l’86% con una
retribuzione pari al 40% in più della media. In Italia i laureati non ancora trentenni con
un impiego sono il 60% e guadagnano solo il 15% in più.
Per quasi la metà dei diplomati che hanno trovato un lavoro continuativo, possedere un
diploma non sarebbe stato necessario. Solo il 35% dei diplomati tecnici che lavorano
svolge un’attività per la quale lo specifico diploma posseduto risulta necessario.
Nonostante ciò, la probabilità di entrare nel mercato del lavoro aumenta del 2.4% per
ogni anno di frequenza scolastica e l’effetto di ogni anno di scuola sulla probabilità di
trovare lavoro è in media del 1,6% in più.
Tempi lunghi di transizione
L’Italia è il paese europeo con il più basso numero di giovani che trovano lavoro
immediatamente dopo la formazione, mentre la percentuale di quelli che impiegano
oltre 2 anni a trovare un lavoro è la più alta (ISTAT, 2009).
Strumenti concettuali
Capabilities (A. Sen)
Strumenti per governare (Lascoumes, Le
Galès, ed., 2004 - 2009)
Governance?
Capabilities: Amartya Sen
Funzionamenti (functioning): “stati di essere e di fare” da
cui dipende lo star bene (well being): essere
adeguatamente nutriti, stare in buona salute, essere istruiti,
avere rispetto di sé, ecc.
Capabilities: Libertà di essere e di fare, di scegliere i
funzionamenti
“nella misura in cui i funzionamenti costituiscono lo star
bene, le capacità rappresentano la libertà individuale di
acquisire lo star bene”
Libertà sostanziali: libertà di fare le cose alle quali si ha
motivo di attribuire valore
Sviluppo e libertà, Mondadori
Capabilities e funzionamenti
Fare la dieta ed essere denutrito
Capabilities
Studio della povertà
(non solo deficit di risorse economiche ma
deficit di capacitazioni)
Lo sviluppo come sviluppo delle libertà
sostanziali e delle capacità (indicatori dello
sviluppo umano)
Studio delle politiche sociali
Capabilities (Amartya Sen)
Libertà sostanziali e poteri di scelta.
Esempio: due maniere diverse di vivere in un ambiente
liberato da un rischio di epidemia.
• Dare agli individui la libertà di scegliere se restare o
partire, basandosi sulle loro preferenze.
• Realizzare delle politiche pubbliche che sradichino il
rischio di epidemia. Gli individui hanno allora il potere
di vivere in un ambiente sano (Salais, 2008)
Strumenti per governare
Lascoumes e Le Galés (a cura di, 2004): gli strumenti dell’azione
pubblica (cioè le procedure e le tecniche in cui si concretizza l’azione
di governo) sono dotati di una forza propria.
Gli strumenti, infatti, incorporano, fissano e istituiscono significati,
rappresentazioni delle poste in gioco, teorie e regole per l’azione.
Si tratta perciò di dispositivi sia tecnici sia sociali che organizzano
normativamente le relazioni sociali “fra governanti e governati” e le
reti di attori (p. 13).
Gli strumenti di policy che vengono adottati per conseguire specifiche
finalità concorrono in modo attivo, e secondo una propria logica, a
strutturare l’azione e a tracciarne le direzioni, con esiti a volte
inaspettati o inediti (p. 31).
Il quadro teorico
Gli approcci cognitivi o culturali dello studio delle politiche pubbliche
(Muller, Sabatier, Hall): le politiche implicano idee, visioni, narrazioni,
quadri cognitivi e normativi, categorizzazioni dei problemi. Per alcuni
aspetti costituiscono anche dei paradigmi: di qui il problema del
cambiamento
Gli approcci (neo)istituzionalisti: le istituzioni come regole e come
norme
La sociologia della scienza: le tecnologie non sono semplicemente
tecniche, sono dispositivi normativi, politici e sociali, incorporano
regole e rappresentazioni dei problemi (Michel Callon, Bruno Latour,
John Law)
Gli strumenti in questo senso hanno una valenza istituzionale, sono
istituzioni: stabilizzano l’azione pubblica, rendendola possibile.
Perciò sono – come le istituzioni – legati ai contesti in cui vengono
usati, definiti e ridefiniti in modi differenti e con esiti differenti
Quali strumenti ?
In Europa, dagli anni 80 in poi sviluppo degli strumenti
dell’azione pubblica basati sull’idea di incentivare,
mobilizzare e coordinare gli attori (meno sull’idea
dell’autorità pubblica e della legge)
Molto sviluppati soprattutto gli strumenti basati sulla
negoziazione
Esempio: patti, contratti, tavoli di negoziazione, accordi
ecc., per lo sviluppo locale, per la riqualificazione urbana,
per la sicurezza
Prospettiva della governance…
Governance
Concetto piglia-tutto….
Pluralità di attori (pubblico e/o privati)
coinvolti nelle politiche
Indebolimento del principio di autorità e
della struttura della gerarchia a favore sia
del mercato sia di meccanismi cooperativi
Problema del coordinamento
Quadro europeo linee di cambiamento
politiche sociali
Rescaling
Localizzazione
Attivazione
Negoziazione e partecipazione
Integrazione
Rescaling
Recentrages e società fuori squadra
(Bagnasco, 2003)
Lo Stato è troppo piccolo per i problemi
grandi e troppo grande per i problemi
piccoli (Daniel Bell)
Rescaling e localizzazione
In Italia:
La politica, le politiche e la struttura dello Stato
I nuovi sindaci
La nuova stagione delle politiche locali (programmazione negoziata)
Prospettive istituzionali di cambiamento e domanda di spazi decentrati di
discussione e decisione
Processo di decentramento avviato negli anni 70
Locale e localismi
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