Laboratorio «Migrazioni» classe II H
Liceo Classico Statale
«G.M. Dettori»
A cura di
Docente: Professoressa Fatima Carta
Formatore: Dott. Emanuele Vigo
Parliamo di PREGIUDIZI
Se potessimo scegliere un posto in cui trasferirci in maniera
duratura, in quale VORREMMO VIVERE? E perché?
E in quale, invece, NON VIVREMMO MAI?
Le nostre scelte sono spesso condizionate da
pregiudizi, ovvero da giudizi che ci formiamo in
assenza di tutte le informazioni che ci occorrerebbero.
E’ un meccanismo umano, inconscio, di autodifesa.
Sta a noi, però, superare il pregiudizio, metterlo in
discussione e impegnarci a conoscere prima di
valutare.
L’Italia è stato un paese storicamente caratterizzato da
migrazioni interne, ma soprattutto esterne. E gli italiani
sono stati anch’essi oggetto di pregiudizi e stereotipi
anche molto violenti, come testimoniano alcune
vignette dei primi anni del 1900. Venivamo descritti
come «topi di fogna», sporchi, dediti al crimine e
incapaci di vivere civilmente.
Discutendo insieme e ragionando
sull’origine di questi stereotipi
abbiamo trovato due parole
chiave: paura e ignoranza. La
paura del «diverso» è atavica e ci
porta a diffidare, a dare per
scontato che «l’altro» voglia farci
del male. L’ignoranza (cioè il non
conoscere
questo
«altro»)
consolida questa paura perché
impedisce di andare oltre lo
stereotipo negativo.
Come possiamo provare a superare pregiudizi e stereotipi?
Per esempio facendo lo sforzo di metterci nei panni
dell’altro, capire da dove arriva, quale sia la sua cultura, le
sue aspettative, la sua vita. In questo caso lo abbiamo fatto
con
un
gioco
di
ruolo
online
(*UNAR
–
www.giocaneimieipanni.it)
Provare, anche se per gioco, a vivere la vita di un immigrato
straniero in Italia ci ha fatto capire quali aspettative e quali
difficoltà possa avere una persona che decide di lasciare il
proprio paese per stabilirsi in Italia. Trovare un alloggio, un
lavoro in regola, ottenere il permesso di soggiorno, superare
la diffidenza delle persone, sono tutte cose difficili e per
nulla scontate.
COMUNICAZIONE E MIGRANTI
Abbiamo infine concentrato la nostra attenzione sulla
comunicazione e su come i media trattino le notizie che
riguardano i migranti. Ci siamo chiesti: come si parla dei
migranti? Quali termini si usano (extracomunitario,
regolare/irregolare, clandestino, rifugiato, profugo etc.)?
Vengono usati correttamente? Il migrante nei nostri
mezzi di informazione è descritto in maniera oggettiva
oppure è connotato in maniera positiva o negativa? Si
usano stereotipi? Si alimentano pregiudizi?
Lavorando per gruppi e analizzando alcuni articoli di
giornale abbiamo scoperto che le notizie che hanno per
oggetto i migranti sono spesso approssimative, imprecise,
ricche di stereotipi e pregiudizi e forniscono per lo più un
immagine parziale e negativa del migrante. Il punto di vista è
quasi sempre quello dell’opinione pubblica italiana e molto
raramente viene data voce reale alle persone immigrate
perché possano esprimere direttamente il proprio pensiero e
le proprie difficoltà. Perfino la stessa notizia letta da due
fonti diverse può presentare differenze notevoli e portare a
giudizi completamente opposti.
La comunicazione ha quindi un ruolo fondamentale nel
processo di formazione di un giudizio da parte delle persone,
dei cittadini, dell’opinione pubblica. Ma è il nostro spirito
critico personale (che non deve mai mancare!) che ci deve
aiutare a capire quando un’informazione, in particolare
quella che riguarda un’altra cultura, un altro paese o un altro
popolo, è attendibile e documentata e quando, invece, è
piena di pregiudizi, stereotipi o inesattezze che forniscono
un’immagine falsa della realtà.
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