” o i B l i t rlo n e Ca g r “ e CORSO DIPi GENETICA o n i o rb t r U e i b d o IL CROMOSOMA R tà i ErsIL CARIOTIPO e v i n U i B l i t rlo n e Ca g r “ e i P ino o rb t r U e i b d o R tà i sai Dal DNA r e v i n cromosomi U ” o I cromosomi i B l i o t l n I cromosomi sono fatti di cromatina = e DNA + proteine. r a g “C I cromosomi sono visibili al r e o i microscopio ottico solo al P n i momento della divisioneo b t r cellulare perchè si r U e condensano. Anche ab causa i d o di questa condensazione, R tà i durante la divisione cellulare s r non avviene trascrizione. e v i n U ” o Il materiale ereditario degli eucarioti è organizzato in cromosomi il cui numero e la cui morfologia sono costanti nelle varie specie. I cromosomi virali e batterici i B l i t rlo n e Ca g r “ e i P ino o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U Nei virus, il materiale genetico (DNA o RNA, lineare o circolare) è legato direttamente alle proteine del capside; non c’è struttura cellulare. Nei batteri (procarioti) c’è un cromosoma circolare in un nucleoide organizzato ad anse. ” o Organizzazione del ” o cromosoma eucariotico i B il t rlo n e Ca Fattore di impacchettamento: gla r “ lunghezza del DNA decondensato diviso la e i o lunghezza del DNA condensato. P n i o rb t r U e pb Il più corto cromosoma umano: 4.6x10 i b d o ), ovvero (circa 10 volte il genoma di E. coli R tà lineare. Nel ca. 14.000 mm di lunghezza i s (cromosoma suo stato condensato r e mitotico), la sua lunghezza è circa 2 mm. v i n U 7 Fattore di impacchettamento: 7.000 (14.000:2), ma per i cromosomi più lunghi si può arrivare a oltre 10.000. Il DNA cromosomico i B l i t rlo n e Ca g r “ e i P ino o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U ” o (questa cellula di Drosophila è da un maschio o una femmina? Il DNA cromosomico i B l i t rlo n e Ca g r “ e i P ino o rb t cromosoma r U e i eucariotico b d o R tà i s r e v i n U E. coli fago T2 ” o Impaccamento della cromatina i B l i t rlo n e Ca Fattori di impacchettamento così g r “ elevati nei cromosomi eucariotici e i o P n si ottengono grazie a una rigida i o rb successione di strutture t r U e proteiche altamente organizzate i b d sulle quali si avvolgeola doppia R tà elica del DNA. i s r e v i n U ” o Gli istoni ” o i B l i t rlo n e di Cistoni • Il nucleosoma è composto da un ottamero a (H2A, H2B, H3 g r ed H4, due volte) attorno a cui il DNA si avvolge per circa due giri “ e i a ncollana o di perle. Fattore di (circa 140 pb) in una struttura P detta i o impaccamento: 6. b t r r U e • I nucleosomi si avvolgono su loro stessi in una struttura ad elica i b d o àall’intervento detta fibra 30nmRgrazie dell’istone H1. Fattore di t impaccamento: 40. i s r • Le fibre sono organizzate in strutture superiori (scaffold) e v i di DNA tenute in posizione da varie proteine comprendenti anse n U Fattore di impacchettamento: 1.000 per cromosomi (basiche e non). • Gli istoni sono proteine basiche che legano il DNA (acido) e rappresentano il primo ed il secondo livello di impaccamento del DNA. interfasici, 10.000 per cromosomi mitotici. Struttura del nucleosoma i B l i t rlo n e Ca g r “ e i P ino o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U ” o Fasi successive di impaccamento ” o i B l i t rlo n e Ca g r “ e i P ino o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U Le fibre di DNA al microscopio ” elettronico a trasmissione o i B l i t rlo n e Ca g r “ e i P ino o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U Interazioni DNA-proteine ” o i B l i t rlo n e Ca g r “ e i P ino o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U Il cariotipo ” o i B l i t rlo n Il cariotipo è la caratterizzazione a e livello cromosomico di una a C cellula. In altre parole, sapere ilrg cariotipo di una cellula (e “ e consiste i o quindi dell’organismo cui appartiene) nel sapere il P n i numero di cromosomi che compongono quella cellula e la forma o b t di ogni cromosoma. Perr cariotipor si intende anche un’analisi U e i b citologica eseguita per identificare nell’uomo eventuali anomalie d o cromosomiche, sia (quali trisomie, monosomie), che R numeriche à t i strutturali (traslocazioni, delezioni, duplicazioni ed inversioni). s r e per molti anni non si è saputo di preciso L’analisi non è banale, e v contenesse una cellula umana! i quanti cromosomi n U ” o Storia della citogenetica B li i t rlo n e Ca g • 1882: W. Flemminf ottiene immagini di cromosomi (cromatina). r “ e o i P in • 1888: Waldeyer conia il termine o cromosoma. b t r r U e i • 1900: Riscoperta b delle leggi di Mendel. Sutton e Boveri d o Rcromosomica ipotizzano la teoria dell’eredità. à t i s r • 1923: Painter illustra la determinazione X-Y del sesso nell’uomo. e v i n U Storia della citogenetica ” o i B ipotonica l 1950 - Studi su sezioni di 1952 -i Soluzione o t l n testicoli (cariotipo umano: 48 (T.C.Hsu) (ancora 48 cromosomi). r e a g cromosomi). C r “ e o i P in o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U Storia della citogenetica i B l i 1955 - Ford e Hamerton: uso o t l n della colchicina. r e a g “C r e o i P in o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U ” o 1956 - Tijo e Levan: uso della colchicina e dell’ipotonica; l’uomo possiede 46 cromosomi! i B l i t rlo n e Ca g r “ e i Storia della o P ino b t r r U e citogenetica i b d o R tà i s r e v i n U ” o Cariotipi umani a confronto ” o i B l i t rlo n e Ca g r “ e 1-3 gruppo A 4-5 gruppo Bi P ino o rb t X-6-12 gruppo C r U e i b d o à 13-15 gruppo D R 16-18 gruppo E t i s gruppo G 19-20 gruppo F Y-21-22 r e v i l’uomo possiede Denver 1966: n QM Caspersonn 1972 U ufficialmente 46 cromosomi organizzati in 7 gruppi. Parametri per il cariotipo (1): ” o le dimensioni dei cromosomi i B il t rlo n e a Homo g Triturus C r “ sapiens e cristatus i P ino o rb t r U e i b d o R tà Drosophila i s melanogaster r e v i n U 30mM Parametri per il cariotipo (2): ” o i B l i t rlo la forma dei n e Ca g r “ cromosomi e i o P telomero n i o b t r r U e i b d o R tà i s r e v i n U Facilmente riconoscibili in ogni cromosoma eucariotico in mitosi sono i bracci, il centromero e i telomeri. centromero Centromero e telomero ” o i B l i t sirloforma una Sul centromero n strutturae nucleo-proteica detta a g C r cinetocore che serve per “ e i o l’attacco ai fusi mitotico e P n centromero o meiotico.i b t r r e I Utelomeri garantiscono la i b d o replicazione delle sequenze distali R tà del cromosoma e impediscono i s delle porzioni l’appiccicosità r e terminali. v i n telomero U cromosoma Il telomero i B l i t rlo n e Ca g r “ e i P ino o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U ” o Il centromero ” o i B l i t rlo n e Ca g r “ e i o P centromero n i o rb t cinetocore r U e i b d o R tà i s r e v Le proteine del cinetocore fanno i n da ponte tra il DNA U centromerico e le fibre del fuso fibre del fuso (a e b tubulina). Il centromero in metafase i B l i t rlo n Il centromero viene anche detto e a g C “ costrizione primaria; è presenteer in i tutti i cromosomi eucariotici Pcome no i o funzione, e nella maggior parte di essi b t r r si presenta come una strozzatura in U e i b determinato un punto fisso di oun d R tàè dovuta al cromosoma. La strozzatura i fatto che il centromero replica s rcondensa anche e tardivamente e quindi v i in ritardo rispetto al resto del n cromosoma. U ” o La posizione del centromero come elemento per il cariotipo ” o i B l i t rlo n e Ca g r “ e i P ino o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U cromosoma cromosoma cromosoma metacentrico submetacentrico acrocentrico Classificazione secondo la posizione del centromero ” o i B l i t rlo n e Ca g r “ e i P ino o b t r La posizione del r U e centromero è specifica i b d o per ogni cromosoma e R à t può essere utilizzata, i s insieme alla grandezza r e del cromosoma,iv per n riconoscere gli U omologhi in metafase. I cromosomi olocentrici ” o i B l i t rlo n e Ca g r “ e i P ino o rb t r U e i b d o Alcuni artropodi e piante R tà i hanno il centromero diffuso s r (olocentrici). In caso di e v i rottura (frecce) di un n cromosoma, il pezzo non U viene perso alla divisione. Altri elementi di riconoscimento ” o i B l i t rlo n centromero o e a L’organizzatore nucleolare, sede g C r costrizione primaria “ della sintesi di rRNA, tende a e i P ino replicare per ultimo, e quindi o Il rb anche a condensare per ultimo. t r risultato è la formazione di una U e i b costrizione secondaria, anche d o à questa utile ai finiRdel cariotipo. t i s hanno Solo alcuni cromosomi r e l’organizzatore nucleolare, quindi v i utile per il organizzatore nucleolare o anch’esso può essere n U cariotipo. costrizione secondaria Terminologia ” o i B l i t rlo 46,XY - cariotipo normale Maschile n e Ca g Questo modo di scrivere ci dà due informazioni: r “ e - numero totale dei cromosomi (46); i o P n - sesso dell’organismo. i o rb t r 47,XY,+21 U e i Maschio (XY) conob 47 cromosomi (invece di 46) ed un d à cromosoma 21 inRpiù (intquesto caso, sindrome di Down). i s r e 46,XX,del(14)(q23) del=delezione v i n 46,XY,dup(14)(q22q25) dup= duplicazione U 46,XX - cariotipo normale Femminile 46,XX,r(7)(p22q36) r=ring (cromosoma ad anello) Metodi di colorazione ” differenziale: o i B l i t rlo n il bandeggio cromosomico a ge C r “ e o i P infino alla fine degli anni Nonostante i progressi in citogenetica, o un cariotipo b ‘60 era quasi impossibile fare che mettesse insieme t r r U a causa della somiglianza i cromosomi omologhi e con precisione i b strutturale di alcune coppie di omologhi. Furono quindi d o à sviluppate, un po’Rper caso e un po’ per bravura, delle tecniche t i che permettessero discolorare una regione specifica di uno o più r e cromosomi, creando un’alternanza di bande chiare e scure lungo v i l’asse del cromosoma, specifica per ogni coppia di omologhi. n U Tecniche di bandeggio ” o • bande Q: i cromosomi colorati con mostarda di Quinacrina, e i B trasversali l i osservati in fluorescenza, mostrano delle bande o t l n r per ciascun fluorescenti parallele, la cui disposizioneeè caratteristica a g “C cromosoma; r e daoConstitutive, e si possono i • bande C: queste bande vengono siglate P n i ottenere per denaturazione con una soluzione di urea riscaldata a o b t i centromeri r 87°C; colorano prevalentemente e l’eterocromatina: r U e impiegate • bande G: le tecniche per ottenerle richiedono la i b d o colorazione con Giemsa; vengono trattati a temperatura R i cromosomi à t i ambiente con una soluzione di enzimi (pronasi, tripsina, as r ottenute sono simili alle bande Q; chimotripsina); le bande e • bande R: sonoivil Reversal delle bande Q; si ottengono per n denaturazioneU termica; i vetrini vengono immersi per 10-20 minuti in una soluzione di Earle a pH 6,5 riscaldata a 87°C. I risultati del bandeggio cromosomico ” o i B l i t rlo n e Ca g r “ e i P ino o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U C-Bande ed ” eterocromatina centromerica o il B i lo t n r e a g “C r e o i P in o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n UOMO TOPO U Eucromatina ed eterocromatina ” o i B l i La cromatina si distingue in: o t l n r e a g “C r e o i P in o rb t eucromatina er eterocromatina U i b d o R tà i s r e v i n U facoltativa costitutiva L’eterocromatina COSTITUTIVA ” o FACOLTATIVA i B l i o t l • C-bande positiva; n r negativa; • Solitamente C-bande e a g “C • Sempre late-replicating; • Late replicating; r e i o • “Mai” trascritta; P • Nonintrascritta; o rb t • Assenza di crossing over; • presenza di crossing over; r U e ad i •Appiccicosa e soggetta b • Nessun comportamento particolare; d appaiamento ectopico; o R tà • Silenzia i geni sul cromosoma X i • Può concorrere al “silenziamento” s umano e sugli autosomi; r dei geni; e v •Limitata a specifiche linee i • Localizzazione pericentromerica e n cellulari. peritelomerica. U • DNA satellite; • Bassa densità di geni • Qualsiasi tipo di DNA; • Alta densità di geni Eucromatina ed eterocromatina ” o i B l i t rlo n e Ca g r “ e i P ino o rb t r U e i b d o R tà i s r e v Diagramma dei cromosomi di Drosophila melanogaster; i n l’eterocromatina costitutiva è indicata in blu, U l’eucromatina in giallo. Eucromatina ed eterocromatina ” o i B l i t rlo n e Ca g r “ e i P ino o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n Il corpo di Barr è un esempio di U eterocromatina facoltativa. Un caso particolare di cromosomi ” o i B l i t rlo n e Ca g r “ e i P ino o rb t r U e i b d o R tà i s Senza colchicina Con colchicina r e v i n U di tipo selvatico (wild type) di D. melanogaster. Le metafasi I cromosomi politenici di D. melanogaster i B l i t rlo n e Ca g r “ e i P ino o rb t r U e i b d o R tà i s r e v i n U ” o Caratteristiche dei cromosomi politenici ” o i B l i t rlo n e Ca g r • Sono stati osservati per la prima volta da Balbiani (1881); “ e i o P n • sono cromosomi endoreduplicati in quanto prodotti per endomitosi i o b t (ripetuti cicli di replicazione non seguiti da segregazione); r r U e i b • sono cromosomi di cellule che sono in interfase; d o R à • sono uniti a livello di it una regione centrale detta cromocentro s costitutiva, contenente quindi tutti i (costituita da eterocromatina r e centromeri e, nei maschi, anche il cromosoma Y); v i n U appaiati per tutta la loro lunghezza; • gli omologhi sono I cromosomi politenici sono cromosomi giganti che si trovano nelle ghiandole salivari, nell’intestino e nei tessuti adiposi dei ditteri. • presentano un bandeggio naturale! i B l i t rlo Origine n e Ca g r “ dei e i P ino o b t r cromosomier U i b d o politenici R tà i s r e v i n U ” o Dimensioni ” o i B l i t rlo relative di n e Ca g r cromosomi Pie o “ n i o b t r politenici eer U i b d o mitotici in R D. à t i s r melanogaster e v i n U