Giovanni Verga Il verismo italiano realizzato da Ada Fortuna Il naturalismo francese Intorno al 1850 in concomitanza con la seconda rivoluzione industriale , con le nuove teorie scientifiche di Darwin e le novità tecnologiche , anche la letteratura modifica i suoi modelli. Gli scrittori francesi come poi quelli italiani, faranno del romanzo il loro strumento principale e dove la poetica si basa sul realismo. Il romanziere insomma vuole raccontare la realtà in modo scientifico, oggettivo e impersonale come fa uno scienziato nel suo laboratorio. Va sottolineato che i realtà gli scrittori non furono mai solo degli scienziati, sebbene il loro principio ispiratore fosse propri questo. Collegato al positivismo i naturalisti avevano fiducia nel progresso e facevano della letteratura uno strumento di miglioramento sociale. La novità più importante introdotta dal naturalismo francese fu il metodo narrativo, riprodurre la realtà infatti impone alcune scelte letterarie: La scomparsa dell’eroe sostituito da individui comuni anzi spesso di classe sociale inferiore Una esposizione lineare dei fatti , seguendo quindi la fabula L’uso di un narratore esterno impersonale che non partecipi emotivamente alle vicende narrate e quindi quasi sempre l’uso della terza persona ( oggettività dell’autore Uno stile preciso e un linguaggio semplice vicino alla realtà. Temi comuni le problematiche connesse al fenomeno dell’inurbamento degli operai delle nascenti industrie dal lavoro minorile alla promiscuità alla prostituzione all’alcolismo al degrado umano Il verismo italiano Il verismo fu la versione italiana del naturalismo francese. Simili nel metodo narrativo non lo furono gli argomenti della narrazione non più gli operai delle industri ma il mondo rurale e artigiano visto che l’Italia era un paese ancora in gran parte agricolo e poco industrializzato specie al sud. Luigi Capuana fu lo scrittore che introdusse in Italia i canoni narrativi del naturalismo francese , ma chi li osservò in modo più attento fu Giovanni Verga che divenne il più importante rappresentante del verismo italiano. Anche per i veristi cambia il metodo narrativo: La scomparsa dell’eroe sostituito da individui comuni anzi spesso di classe sociale inferiore Una esposizione lineare dei fatti , seguendo quindi la fabula L’uso di un narratore esterno impersonale che non partecipi emotivamente alle vicende narrate e quindi quasi sempre l’uso della terza persona ( oggettività dell’autore) Uno stile preciso e un linguaggio semplice vicino alla realtà. Temi comuni il mondo dei poveri, specie della Sicilia. i veristi italiani raccontando la realtà ne traggono un profondo pessimismo che fa percepire un immobilismo e una staticità non scalfite dal tempo. Giovanni Verga : la biografia Nasce a Catania nel 1840 da una agiata famiglia di proprietari terrieri. Nel 1869 si trasferisce a Firenze dove incontra e stringe amicizia con Luigi Capuana. Qualche anno dopo si trasferisce a Milano dove resterà per circa 20 anni fino ai primi anni ‘90 con qualche breve soggiorno in Sicilia. Sono questi gli anni della grande ispirazione artistica e della produzione più importante dello scrittor che dai romanzi di tipo scapigliato passa al verismo. In questo periodo nascono i grandi romanzi e le novelle più famose ( I Malavoglia, Mastro don Gesualdo, Nedda , Rosso Malpelo, La Lupa , La roba...) Intorno al 1896 torna a Catania ma assieme alla sua involuzione politica verso posizioni nazionalistiche si assiste alla crisi dell’ispirazione artistica che non sarà più in grado di creare dei capolavori. Morirà a Catania nel 1922. Le idee Con la novella Nedda si apre la stagione verista, ma la conversione al verismo matura con Rosso Malpelo, novella nella quale Verga applica i principi del naturalismo francese. L’opera d’arte non è più espressione della fantasia ma strumento per indagare sull’uomo e sulla società. Veniva nascendo anche l’idea di una serie di romanzi che raccontassero la lotta per la vita dai gradini più bassi a quelli più alti della società; una lotta nella quale comunque l’uomo sarebbe uscito sconfitto. La mancanza di fede e di fiducia nel progresso fanno si che le opere di Verga siano fonte di pessimismo e di immobilismo sociale. Le opere teatrali Cavalleria rusticana ( da Vita dei campi) La Lupa ( da Vita dei campi) Dal tuo al mio Tornano ancora i temi della rassegnazione di fronte all’impossibilità di cambiare il proprio destino del mito illusorio della ricchezza della sconfitta esistenziale della solitudine affettiva. Le opere narrative Romanzi milanesi dai toni melodrammatici Storia di una capinera (romanzo epistolare) Eva ( romanzo) Tigre reale (romanzo) Eros (romanzo) Narrativa verista iniziata con Nedda Vita dei Campi ( raccolta di novelle) Novelle rusticane ( raccolta di novelle) I Malavoglia ( romanzo) Mastro don Gesualdo (romanzo) Il ciclo dei vinti 1. I Malavoglia 2. Mastro don Gesualdo 3. La duchessa di Leyra 4. L’onorevole Scipioni 5. L’uomo di lusso I temi Il romanzo è per Verga un documento umano, che offre un quadro per la lotta per la vita; nella quale è sempre l’uomo a soccombere infatti il narratore siciliano no nutre alcuna fiducia nella possibilità di modificare il proprio destino. La sua visione pessimistica diventa più grave se ci si sposta al sud, come in Sicilia. Il suo pessimismo è ancora più amaro perché non è mitigato da un’idea di provvidenza al di sopra degli uomini. Gli unici valori in cui Verga crede sono : la famiglia, gli affetti domestici, il lavoro. Il ciclo dei vinti doveva mostrare l’intera società italiana nei suoi diversi gruppi sociali e secondo le teorie di Darwin dimostrare che è sempre il più forte a vincere nella lotta per la vita. Le tecniche narrative Per rappresentare la realtà vera , Verga utilizza delle nuove tecniche di scrittura che lo aiutano a rappresentare meglio il mondo che vuole raccontare. Le principali sono: Eclissi dell’autore L’autore non esprime alcun giudizio, parla e pensa attraverso i personaggi che seguono la loro mentalità Regressione Il narratore regredisce allo stesso livello dei suoi personaggi Straniamento Indica la differenza tra il punto di vista del narratore ( personaggio) e quello dell’autore e lettore La lingua Per essere reale deve poter ricostruire l’ambiente, pur non potendo essere di tipo regionalistico tenta di utilizzare la sintassi dialettale Il discorso indiretto libero Utilizza la terza persona riproducendo le sgrammaticature del dialetto e seguendo i pensieri del personaggio