in store SPECIALE Mercato del field ancora polverizzato di Giovanni Santilio Quando si parla di field marketing vengono alla mente solitamente due figure professionali: il promoter e il merchandiser. Le professionalità sottese a queste due generiche categorie si aprono a ventaglio con un grado di competenza ed expertise (e quindi di agenzia) variegato e molto legato alla storicità e alle dinamiche del canale distributivo. Un esercito di migliaia di operatori più o meno specializzati che costituiscono il braccio operativo del below the line, impegnati part time in modo più o meno continuativo per la marca. È difficile stimare la dimensione del mercato in quanto le sovrapposizioni di categoria e di specializzazione sono altrettanto variegate. Da un esercizio fatto sulla valutazione dei soli servizi di merchandising e in store promotion nei due canali distributivi che assorbono la maggior parte delle attività field (quindi grande distribuzione e consumer electronic) si è stimato un valore approssimativo annuo di circa 180 milioni di euro. Per caratterizzazione storica il mercato è ancora polverizzato in piccole realtà locali con un ristretto numero di agenzie che hanno un reale network nazionale diretto (le prime 3 agenzie coprono circa il 50% del mercato). È ancora molto diffusa la pratica del subappalto dei servizi ad agenzie e cooperative locali, anche se le nuovi leggi sul lavoro (Biagi, Bersani, Fornero) hanno previsto misure e limitazioni che ne rendono più difficile l’adozione, agevolando una fisiologica concentrazione del settore. La qualità del servizio richiesta e quindi il livello di tecnologia Dalla proposta di prodotto alla proposta di esperienza di Antonio Provenzano, direttore generale di Pasolini Luigi Per troppo tempo il retail e l’industria si sono soffermati sul concetto di prodotto le- Pm 66 gennaio 2014 gato al bisogno; successivamente si sono appropriati dell’idea di vendere esperienze d’acquisto gratificanti. In entrambi i casi, però, il consumatore subiva, non era quindi l’attore principale della scena. Oggi lo shopper è portato a informarsi molto di più prima di un acquisto, arriva in negozio alla ricerca di un viaggio semplice e veloce, seguendo scrupolosamente la lista della spesa e limitando al minimo eventuali acquisti d’impulso. Così è giunta l’ora che alcune tecniche di marketing diventino nuovamente parte integrante nello sviluppo del business di ogni punto di vendita. Retailer e industria non devono inventarsi nuovi linguaggi, ma devono molto più semplicemente reinterpretare la capacità dello shopper di stabilire le priorità nel momento della spesa. La chiave di volta può essere quella di trasformare prodotti e luoghi prima in strumenti di comunicazione e poi in beni strumentali. Creare più valore, rispetto ai concorrenti, è per un’azienda il principale fattore di successo, ma per fare questo, al di là della qualità del prodotto, vi sono degli importanti campi d’azione, come la qualità del servizio, il prezzo e la teatralizzazione. Molto spesso non si tiene conto del fatto che gli acquisti vengono effettuati durante il tempo più prezioso delle persone, cioè durante il tempo libero. Si diventa sempre più esigenti riguardo al modo in cui si spende questo tempo: è quindi importante che la visita presso il punto di vendita diventi un’esperienza vera, positiva e stimolante. Chiunque abbia trascorso del tempo in un supermercato o in un grande magazzino sa che c’è già una quantità enorme di in store marketing messo in atto dall’industria e oggi necessario per la gestione e acquisizione di dati dal territorio (fast data, geolocalizzazione, certificazione dati) diventa un altro importante punto di screening nella scelta delle soluzioni e quindi delle agenzie. Per quanto riguarda gli investimenti, gli extracosti generati dalla legge Fornero hanno appesantito i budget di trade marketing, determinando in alcuni casi una contrazione delle attività pianificate. D’altro canto, una crescente attenzione al presidio del punto di vendita per la salvaguardia del sell out riporta attenzione al below the line, pescando risorse importanti nei budget dell’advertising. Non di poco conto, poi, è il cambiamento della struttura logistica (piattaforme centralizzate) della gdo, che impone importanti riflessioni su efficienza e ruoli delle diverse reti dedicate al presidio del punto di vendita. Quindi, nonostante tutto, un delta positivo per il settore nel 2013. 20 anni di professionalità e successi Leader di settore nell’implementazione e gestione delle reti di marketing operativo Field network nazionale a gestione diretta Professionisti in ambito In Store Promotion Merchandising Sales Representative dai retailer: video di prodotti, annunci pubblici, manifesti, striscioni, totem sono solo alcuni esempi. Il punto di vendita, proprio grazie alla comunicazione visiva e all’in store promotion, deve pertanto trasformarsi da luogo di acquisto in punto di permanenza, sviluppando le sue potenzialità di luogo multisensoriale. Attraverso tale procedura, il brand può trasferire i propri valori, la propria cultura e valorizzare così uno dei più efficaci mezzi di comunicazione nei confronti del proprio target, cioè lo spazio di vendita, instaurando un rapporto forte e una ca- pacità di proporre e anticipare stili di vita. L’in store promotion va dunque vista come una strategia utile a valorizzare l’offerta, generare nuovi acquisti e, soprattutto se associata al cross merchandising, promuovere la fedeltà del cliente. Uno store, infatti, che si configura come una piattaforma informativa per lo shopper e dialoga con lui, dandogli delle idee e alternative per i suoi acquisti, crea necessità nella mente del consumatore, guidandolo attraverso la comunicazione visiva nello spazio di vendita, incrementandone la sua permanenza. Eventi Indoor/Outdoor www.trade-spa.it MILANO Viale Famagosta, 75 20142 Milano (MI) Tel. +39 02 89289000 Fax +39 02 89289030-31 TORINO Corso Dante 118 10126 Torino (TO) Tel. +39 011 0205611 Fax +39 011 0205650 Trade è una società ASM Group ROMA Via Cardinal de Luca, 22 00196 Roma (RM) Tel. +39 06 45470922 Fax +39 06 45470926