La valutazione
Cosa è la valutazione
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Def. Suchman (1967)
“Metodo per la determinazione (basata su opinioni,
documenti, dati soggettivi e oggettivi) dei risultati
(desiderabili o indesiderabili, temporanei o permanenti,
immediati o a lungo termine) raggiunti da un’attività” (nel
nostro caso una POLITICA PUBBLICA)
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Elementi chiave della valutazione delle politiche pubbliche:
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Attività volta ad esprimere un giudizio rispetto ai risultati
Il giudizio deve essere supportato da un metodo esplicito, guidato da
alcune ipotesi di impatto e basato su dati empirici.
L’obiettivo è un qualche miglioramento della politica pubblica
I tipi di valutazione
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La valutazione amministrativa
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La valutazione giudiziaria
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Viene svolta all’interno del governo, talvolta da agenzie specializzate.
Controlla efficienza ed efficacia dell’intervento (performance)
Richiede raccolta di informazioni, es. tramite monitoraggio
Spesso risente del pregiudizio “top-down”
Viene svolta dagli organi giudiziari e di riesame (es. TAR, Cassazione
ecc.)
Riguarda gli aspetti legali/procedurali dell’attuazione dell’intervento
(conformance).
La valutazione politica
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Viene svolta da chiunque si interessi di politica e politiche
Non è necessariamente sistematica, ha più a che fare con la valutazione
di senso comune. Consiste nell’apprezzamento o critica ad un intervento
(es. elezioni; es. consultazioni)
Diversi tipi di valutazione
amministrativa
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Ex ante: viene fatta nella fase iniziale di una politica pubblica. L’obiettivo è
supportare i decisori nella selezione tra due o più alternative d’azione
disponibili, per scegliere quella da realizzare in futuro. (Es. analisi costi/benefici;
creazione/simulazione di scenari…)
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In itinere: viene fatta nel corso dell’attuazione della politica. Serve a
monitorarne l’andamento nel corso del tempo, e ad individuare i fattori critici
per eventualmente “correggere il tiro”.

Ex post: viene fatta alla fine del processo di messa in opera. Ha il compito di
analizzare quali sono stati gli esiti di un intervento e quali fattori li hanno
determinati. Lo scopo è quello di favorire l’apprendimento dall’esperienza per
affrontare meglio gli interventi successivi.
Ciclo di policy e valutazione
Presa d’atto
del
problema
Proposta delle
soluzioni
Scelta della
soluzione
Attuazione
della
soluzione
Controllo dei
risultati
1.
2.
3.
4.
5.
Definizione
dell’agenda
Formulazione
della policy
Processo
decisionale
La messa in
opera
La
valutazione
(Agenda
setting)
Valutazione
ex-ante
Valutazione
In itinere
Valutazione
ex-post
Valutazione e policy making
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Una politica pubblica viene operazionalizzata in programmi, i
quali connettono causalmente gli obiettivi (fini) alle azioni
necessarie (mezzi) per raggiungerli. Il policy making è il
sistema di relazioni susseguente che si confronta con le
incertezza relative a questa relazione causale
Incertezza proporzionale ai gradi di complessità e di rilevanza
del programma: più ampio è il problema da risolvere e minore
è la probabilità di trovare una soluzione al problema di
partenza senza che diventi essa stessa un problema (legge delle
ampie soluzioni o di Widavsky)
Incertezza, necessità di formulare una teoria del cambiamento,
necessità di valutare
I principali approcci alla
valutazione (1)

Approccio sperimentale
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È l’approccio dei primi studi valutativi, e rimane ancora oggi
l’approccio prevalente.
Compito della valutazione: verifica della misura in cui gli
obiettivi di un programma sono stati raggiunti + verifica che i
risultati raggiunti siano direttamente imputabili al programma.
Focus su obiettivi, mezzi impiegati e risultati; approccio topdown
Centralità del concetto di causalità
Strumento/metodo più utilizzato: l’esperimento o il quasi
esperimento (confronto tra gruppo sperimentale e gruppo di
controllo)
Fase più importante: valutazione ex post
I principali approcci alla
valutazione (2)

Approccio pragmatico

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Compito della valutazione: fornire conoscenze utili ai
decisori su come migliorare una politica pubblica
Focus su: contesto e “valori” rispetto ai quali si valuta un
programma, come ad es. l’utilità e la capacità di soddisfare
le domande degli stakeholders. Gli obiettivi originari non
sono più l’unico elemento al centro dell’attenzione.

Strumento/metodo: sia metodi quantitativi/sperimentali, sia
qualitativi.

Fasi più importanti: la messa in opera (valutazione in
itinere, “formative”) e la valutazione ex post (summative)
I principali approcci alla valutazione (3)
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Approccio costruttivista (es Guba e Lincoln 1989)


Compito della valutazione: finalità conoscitiva e finalità politica; la
valutazione deve servire a far confrontare i punti di vista di tutti gli
stakeholders, in modo da chiarire i termini del problema affrontato,
comporre i conflitti e permettere ai gruppi più “deboli” di partecipare.
Focus su: non si può parlare di un “oggetto” privilegiato della
valutazione. La valutazione stessa si attua in un processo di
negoziazione che accompagna tutto il corso del programma. I temi
rilevanti e i criteri di giudizio sono stabiliti dagli stessi stakeholders.

Strumento/metodo: squisitamente qualitativo, ermeneutico/dialettico.

Fasi più importanti: tutto il processo di negoziazione
pragmatico
costruttivista
approccio
sperimentale
Valutazione e modelli decisionali
Decisore
Criterio di
scelta
Tipo di valutazione rilevante
Razionalsinottico
Unitario
Ottimizzazione
Modello “pianificazione e controllo”.
Monitoraggio per controllare correttezza
esecuzione. Analisi risultati NETTI rispetto a
ipotesi iniziali.
Razionalità
limitata
Unitario
Soddisfazione
Monitoraggio per adattare i criteri di attuazione ai
CONTESTI. Valutazione dei risultati netti e della
tenuta della TEORIA
Incrementale
Frammentato
Mutuo
aggiustamento
partigiano/
accordo
Monitoraggio e valutazione dei processi di
attuazione per individuare fattori di criticità
(specialmente posizioni degli attori). Valutazione
dei risultati in relazione alle posizioni dei vari
attori e al problema da affrontare.
Cestino dei
rifiuti
Variabile
Caso; incontro
tra problemi e
soluzioni
Valutazione dei risultati per individuare la loro
utilità rispetto ad un qualche problema. Il
monitoraggio non è utile a causa dell’ambiguità
del processo stesso.
Modello
Valutazione e apprendimento
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La valutazione delle politiche pubbliche dal punto di
vista dell’apprendimento consiste in un processo
iterativo in cui gli attori apprendono attivamente la
natura dei problemi di policy e delle loro soluzioni.
Tramite l’apprendimento, gli attori di policy sono
portati a modificare le loro posizioni e a mutare i loro
stili d’azione.
Cosa si intende per apprendimento?
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Accezione strumentale: apprendimento come deliberato tentativo di adattare
gli obiettivi e le tecniche di policy alla luce delle conseguenze delle politiche
passate, per migliorare l’efficacia dell’intervento pubblico.
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Accezione adattivo/comportamentale: apprendimento come risposta, non
necessariamente consapevole, ad uno stimolo percepito (es. replicazione di
soluzioni che in passato hanno avuto successo).
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Accezione analogica: apprendimento come emulazione di esperienze maturate
in altri contesti, a cui si guarda perché insoddisfatti del funzionamento dei
programmi in corso ( lesson drawing).
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Accezione cognitivista: apprendimento come alterazione relativamente
persistente delle intenzioni o del comportamento, che risulta dall’esperienza e
che implica la revisione dei sistemi di credenza individuali e collettivi.
Natura dell’apprendimento
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Endogeno: l’apprendimento e l’impulso al
cambiamento originano all’interno del processo e al
sottosistema di policy (es. insoddisfazione per gli
strumenti e le procedure esistenti).
Esogeno: l’apprendimento e l’impulso al
cambiamento sono originati da mutamenti negli
ambienti esterni alla policy (es. crisi finanziaria;
mutamento politico; cambio di maggioranza ecc.)
Apprendimento e policy change
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Il policy change “normale”: gli aggiustamenti derivanti
dall’apprendimento sono marginali e interessano
prevalentemente gli strumenti o le procedure di policy, senza
toccare il modo in cui il problema e le soluzioni sono definiti.
È il tipo di policy change più frequente, spesso risultato di
spinte endogene al sottosistema di policy.
Il policy change “paradigmatico”: in seguito
all’apprendimento le politiche vengono totalmente trasformate.
L’apprendimento travalica i confini del sottosistema di policy,
e porta a una ridefinizione del modo di concettualizzare un
problema di rilevanza collettiva. È poco frequente, e spesso
origina da pressioni esterne al sottosistema di policy.
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Analisi PP parte 9