XXVII VILLA MONDRAGONE INTERNATIONAL ECONOMIC SEMINAR: LE QUESTIONI CHE LA CONFERENZA INTENDE AFFRONTARE Il punto di partenza è che: Il dibattito sulle politiche da adottare per uscire dalla crisi del 2008 e da quella del 2011, con provvedimenti a breve, ha messo in secondo piano l’esigenza di analizzare e intervenire sul basso tasso di crescita dell’eurozona (e dell’Italia in particolare) che tende a sconfinare verso la stagnazione. La tesi che si vuole sostenere è che: Se c’è un rischio effettivo che questa tendenza prevalga e se si vuole evitare per i prossimi anni la crescita anemica degli anni passati, occorre adottare politiche che, affrontando le radici del basso tasso di crescita dell’eurozona, contribuiscano a realizzare quella nuova governance che tutti richiedono a gran voce ma che è difficile da realizzare in periodi di crisi. Quali son le idee e i dati di fatto da cui nasce l’ipotesi della stagnazione di lungo periodo (la cosiddetta stagnazione secolare)? 1) I dati della monumentale documentazione di T. Piketty nel volume Capitalism in the 21th Century sono eloquenti e testimoniano un forte aumento della quota di reddito che va al capitale rispetto a quella che va ai salari. Da ciò all’aumento dell’ineguaglianza e alla riduzione del tasso di crescita il salto è breve. 2) La divaricazione delle tendenze demografiche con l’invecchiamento della popolazione europea rispetto a quella dei paesi emergenti. 3) La crisi dell’industria europea di fronte al cambiamento tecnologico e ai processi d’innovazione necessari per fronteggiare la concorrenza dei paesi emergenti. 4) La difficoltà che incontrano le Istituzioni a realizzare una nuova governance Europea. Tutti questi temi sono affrontati nelle diverse sessioni della Conferenza, che a fronte di essi, indica: Le valutazioni da fare; Le azioni da intraprendere. 1) È sufficiente la politica proposta da Juncker a fronte della forte caduta del tasso d’investimento EU e il Quantitative Easing posto in essere dalla ECB? Non c’è dubbio che esse rappresentano una finestra di opportunità per l’EU. Ma non è detto, anzi, è difficile che siano sufficienti. 2) Le azioni da intraprendere sono legate alle politiche di medio lungo periodo e riguardano: Una nuova spinta all’apertura dei mercati e alla concorrenza nei servizi e nelle reti come meccanismo di stimolo dell’innovazione; Una politica che combatta il pessimismo tecnologico ponendo in essere azioni per catturare il cambiamento tecnologico, sia nella produzione che nel capitale umano. Il rafforzamento dell’impegno europeo sul Green Growth, nel quale l’ambiente non sia visto come limite ma, piuttosto, come opportunità per lo sviluppo. Di tutto questo discuteranno gli accademici e gli esponenti delle istituzioni nazionali ed internazionali (come OCSE, OECD, Brookings Institution, Commissione Europea, Fondo Monetario Internazionale, CIGI, EIB, Banca d’Italia).