Politica d’investimento – Settembre 2014 Paesi emergenti come beneficiari di una politica monetaria accomodante della BCE Le riforme negli «Emerging Markets» fanno sperare gli investitori globali Paesi industrializzati: Gran Bretagna e Stati Uniti come locomotive congiunturali La forbice tra i rendimenti statunitensi e quelli tedeschi si allarga ulteriormente Contenuti 6 Commento sul mercato Paesi emergenti come beneficiari di una politica monetaria accomodante della BCE 8 Tema speciale Le riforme negli «Emerging Markets» fanno sperare gli investitori globali 12 Economia dei paesi industrializzati Gran Bretagna e Stati Uniti come locomotive congiunturali 14 Economia dei paesi emergenti Buoni voti per gli stati solidi – meno buoni per le economie strutturalmente deboli 16 Valute e obbligazioni 17 Azioni e materie prime 18 Previsioni 19 Strutture di portafoglio 21 Dati di mercato Colophon Editore: Redazione: Foto di copertina: Pubblicazione: Ordinazioni: Fine della redazione: 2 Politica d´investimento – settembre 2014 Raiffeisen Svizzera società cooperativa, Raiffeisenplatz, CH-9001 San Gallo Investment Services Raiffeisen Svizzera, Banca Vontobel Thinkstock mensile (doppio numero a luglio/agosto) direttamente presso il vostro consulente alla clientela martedi, 26 agosto 2014 Visione macro USA Giappone ME** CH Consenso = Consensus Inc., Londres inferiore – – – superiore + ++ UME* USA Giappone ME** CH Consenso = Consensus Inc., Londres inferiore – – – superiore + ++ UME* USA Giappone CH Consenso = Consensus Inc., London consenso Tassi delle banche centrali (a tre mesi) A breve termine non sono prevedibili interventi sui tassi delle grandi banche centrali. La Banca centrale statunitense Fed dovrebbe aumentare i tassi di riferimento nel primo semestre 2015 e già questo ottobre sospendere i suoi acquisti di obbligazioni. I banchieri centrali di Francoforte dovrebbero stimolare ulteriormente la concessione di crediti in Europa tramite operazioni pronti contro termine. UME* superiore + ++ – consenso Inflazione nel 2014 Abbiamo ridotto la nostra previsione sull'inflazione per l'Eurozona dallo 0.9 allo 0.6 per cento e ci troviamo ora in linea con le aspettative del mercato. Quanto all'inflazione in Giappone, siamo 0.3 punti percentuali al di sotto del consenso di mercato. Prevediamo che le imprese non potranno scaricare l'aumento dell'IVA completamente sui consumatori. inferiore – – consenso Crescita economica 2014 Per il Giappone abbiamo diminuito notevolmente la nostra previsione, portandola dall'1.7 allo 0.9 per cento. I dati di crescita per il primo trimestre sono stati rivisti al ribasso dalle autorità e il secondo trimestre è stato peggiore di quanto da noi previsto. Nell'Unione monetaria europea soprattutto il settore industriale risente delle sanzioni contro la Russia. consenso Moderate prospettive congiunturali nell'Eurozona e in Giappone Rendimenti dei titoli di stato a dieci anni (su tre mesi) Prevediamo un aumento dei rendimenti di circa 30 punti base. Il differenziale di rendimento tra i titoli di stato tedeschi e quelli statunitensi, salito a 140 punti base, riflette le attese che vedono una crescente distinzione tra le politiche monetarie delle rispettive banche centrali e dovrebbe rimanere a questo livello. inferiore – – – superiore + ++ D USA Giappone CH Consenso = Consensus Inc., Londres * Unione monetaria europea ** Mercati emergenti Politica d´investimento – settembre 2014 3 Strategia d'investimento I mercati continuano a dipendere dall'aiuto delle banche centrali Situazione di partenza Dopo un aumento dei rischi geopolitici nell'estate, i mercati finanziari tornano a interessarsi principalmente alla politica monetaria futura delle banche centrali di tutto il mondo. L'inflazione in calo e soprattutto le aspettative inflazionistiche più basse nell'Eurozona aumentano la probabilità di una politica monetaria più espansiva della Banca centrale europea. Nonostante i forti indicatori congiunturali negli USA la Presidente della Banca centrale statunitense Janet Yellen attende ad annunciare un primo aumento dei tassi. Nelle settimane passate, ci siamo protetti sempre di più contro diverse incertezze a livello mondiale. Per proteggerci dai rischi geopolitici abbiamo aumentato il nostro impegno nelle materie prime. Rispondiamo agli sviluppi disinflazionistici con un incremento delle posizioni in titoli di stato a lunga scadenza. Nei mercati azionari ipercomprati ci tuteliamo con opzioni put. Sottoponderato Neutrale Sovraponderato molto leggermente leggermente molto Liquidità Obbligazioni Azioni 1 2 3 4 5 6 Manteniamo una posizione «neutrale» per la liquidità. Per le obbligazioni rimaniamo «sottoponderati». Tuttavia, abbiamo ridotto la nostra sottoponderazione con un impegno in titoli di stato statunitensi a lunga scadenza. In cambio, abbiamo ridotto la nostra sovraponderazione nelle obbligazioni ad alto rendimento. Oro Nella categoria d'investimento azioni, manteniamo una posizione «sovraponderata», assicurando una parte del rischio con opzioni put. Non abbiamo apportato cambiamenti alla nostra posizione oro «sottoponderata». Materie prime Relativamente alle materie prime, ora abbiamo una ponderazione «neutrale», per proteggerci dai rischi geopolitici. La nostra posizione leggermente «sottoponderata» nelle strategie alternative rimane invariata. Strategie alternative Variazioni rispetto al mese precedente: invariato, aumentato, ridotto. 4 Politica d´investimento – settembre 2014 Strategia d'investimento Liquidità La divergenza nella politica monetaria tra la Banca centrale statunitense e la Banca centrale europea dovrebbe portare a un'ulteriore rivalutazione del dollaro statunitense. Manteniamo la nostra «sovraponderazione» in USD nei portafogli in franchi svizzeri e in euro. Obbligazioni Nel nostro scenario principale di una ripresa economica sincronizzata a livello globale, per i prossimi mesi prevediamo ancora un leggero aumento dei tassi. Per questo motivo, manteniamo la nostra «sottoponderazione» nei titoli di stato. Tuttavia, abbiamo ridotto la nostra posizione sottoponderata mediante l'acquisto di titoli di stato statunitensi a lunga scadenza. Di un'economia statunitense più forte, dovrebbero continuare a beneficiare i segmenti delle obbligazioni ad alto rendimento, che abbiamo leggermente ridotto. Anche per le obbligazioni dei paesi emergenti ci aspettiamo una prosecuzione della buona performance. Azioni A causa della politica monetaria espansiva e delle prospettive economiche statunitensi positive, manteniamo la nostra «sovraponderazione» nel settore azionario. Le banche statunitensi, le imprese tecnologiche statunitensi e i gestori patrimoniali svizzeri per noi continuano a essere i temi più convincenti. Preferiamo inoltre l'Eurozona e il Giappone. Rimaniamo impegnati anche nei paesi emergenti, in particolare in Cina. Oro La nostra «sottoponderazione» dell'oro resta invariata. Nel lungo termine, la ripresa economica globale e, secondo le nostre previsioni, il dollaro statunitense più forte lasciano presagire una flessione dei prezzi. Tassi reali in calo attualmente supportano il metallo prezioso. Materie prime Grazie alle loro caratteristiche di diversificazione in tempi di elevate incertezze geopolitiche, consideriamo le materie prime una componente importante di un portafoglio. Di conseguenza, abbiamo aumentato la nostra posizione a «neutrale». Strategie alternative Dal momento che prevediamo un aumento dei tassi, riteniamo che le strategie alternative liquide rappresentino un'alternativa interessante ai titoli di stato. Negativo Neutrale Positivo Sottoponderato Neutrale Sovraponderato Sottoponderato Neutrale Sovraponderato Sottoponderato Neutrale Sovraponderato Sottoponderato Neutrale Sovraponderato Sottoponderato Neutrale Sovraponderato EUR per CHF EUR per USD USD per CHF Titoli di stato Paesi industrializzati Paesi emergenti (esterni) Paesi emergenti (locali) Obbligazioni societarie Investment Grade High Yield * In valute estere ** In valute locali Paesi industrializzati Paesi emergenti Oro Materie prime strategie alternative Politica d´investimento – settembre 2014 5 Commento sul mercato Paesi emergenti come beneficiari di una politica monetaria accomodante della BCE Sei anni dopo il crollo di Lehman Brothers, che ha contraddistinto il culmine della crisi finanziaria, le misure di emergenza delle banche centrali esercitano ancora un effetto impressionante sui mercati. La Banca centrale statunitense Fed sta per terminare il suo programma di liquidità non convenzionale. La Banca centrale europea sta pensando invece a un ulteriore allentamento della politica monetaria. Le ulteriori misure della BCE riguardanti nuove iniezioni di liquidità o acquisti diretti di obbligazioni potrebbero favorire in generale le azioni e in particolare gli investimenti nei paesi emergenti. I recenti dati congiunturali segnalano divergenze sorprendenti delle economie degli Stati Uniti e dell'Eurozona. La crescita nell'Unione monetaria europea ha visto una stagnazione nel secondo trimestre, poiché l'indebolimento in Germania ha rafforzato il vortice negativo che viene generato dai problemi strutturali dell'Italia e della Francia. L'economia statunitense, che ha registrato una solida crescita dell'occupazione e i cui indicatori anticipatori sono migliorati, sta invece accelerando. A ciò si aggiunge il fatto che economicamente il conflitto tra Ucraina e Russia rappresenta un rischio molto maggiore per l'Eurozona, soprattutto per la Germania, rispetto agli Stati Uniti. Nell'Eurozona i prezzi al consumo sono aumentati dello 0.4 per cento rispetto all'anno precedente, il che tuttavia è molto al di sotto dell'obiettivo del 2 per cento della Banca centrale europea (BCE). Per contro, negli Stati Uniti l'indice dei prezzi al consumo ha raggiunto l'obiettivo della Fed del 2 per cento. La BCE attua una politica monetaria di allentamento Non sorprende quindi che i banchieri centrali europei e statunitensi percorrano strade diverse. Mentre la Fed molto probabilmente a ottobre chiuderà il rubinetto della liquidità e quindi terminerà i suoi acquisti di obbligazioni (il cosiddetto quantitative easing), la BCE emetterà la prima tranche delle sue mirate operazioni di rifinanziamento a lungo termine (definite «TLTRO»). Secondo il nostro scenario di base prevediamo che la Fed nel primo semestre del 2015 comincerà ad aumentare i tassi. Difficilmente la BCE seguirà questo esempio nel prossimo futuro. Al contrario: il Presidente della BCE, Mario Draghi, potrebbe prendere in considerazione misure politico-monetarie non ortodosse, se l'inflazione non aumenterà presto. Le forti differenze nella politica monetaria offrono opportunità A nostro avviso, gli investitori dovrebbero rivolgere la loro attenzione alle potenziali conseguenze di una politica monetaria divergente negli Stati Uniti e in Europa: 1. Il dollaro statunitense dovrebbe rivalutarsi rispetto alla maggior parte delle valute e determinare quindi «finalmente» Grafico 1: Il dollaro statunitense sembra davanti a una fase di forza Grafico 2: Il differenziale di rendimento tra i titoli di stato degli Stati Uniti e quelli dell'Eurozona aumenta Franco svizzero per dollaro statunitense in percentuale 5 3 4 2 3 1 2 0 1 -1 -2 0 1975 1980 1985 1990 1995 2000 Tasso di cambio del franco svizzero rispetto al dollaro Periodi di rivalutazione del dollaro statunitense Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management 6 Politica d´investimento – settembre 2014 2005 2010 90 92 94 96 98 00 02 04 06 08 Differenza d'interesse (in inglese «spread») tra i titoli di stato decennali tedeschi e statunitensi Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management 10 12 14 la svolta rispetto all'euro. Il ciclo economico statunitense non è solo più dinamico, anche la posizione strutturale degli Stati Uniti sta migliorando grazie al calo del deficit delle partite correnti, che è attribuibile alla diminuzione delle importazioni di energia. Questo stimolerà probabilmente la domanda di dollari statunitensi (vedi grafico 1). Manteniamo pertanto la nostra forte «sovraponderazione» del dollaro statunitense nei portafogli denominati in franchi svizzeri e in euro. 3. Se le altre condizioni non variano, probabilmente i mercati azionari beneficeranno di tutte le misure della BCE, con le quali si intende contrastare la deflazione, a patto che le imprese ottengano sempre robusti utili. La Fed diminuisce la sua politica monetaria espansiva, ma con quale velocità non è chiaro. La Presidente della Fed, Janet Yellen, non opera infatti nel vuoto e ciò significa che la crescita globale più debole e la persistente pressione disinflazionistica le offrono ampio margine di manovra per lievi aggiustamenti della sua politica monetaria, nonostante il miglioramento della dinamica congiunturale nel paese. 4. Sulla base del ciclo restrittivo che sta lentamente cominciando negli Stati Uniti e della contemporanea accelerazione Grafico 3: Le obbligazioni degli «Emerging Markets» in valute locali brillano per il rendimento Foto: Picture Alliance 2. Le misure della BCE, in corso e pianificate, mettono sotto pressione ribassista le curve dei rendimenti dell'Eurozona. Il differenziale di rendimento tra i titoli di stato statunitensi e quelli tedeschi aumenterà probabilmente come non mai (vedi grafico 2). Queste sono però buone notizie per i titoli di stato statunitensi («Treasury»), poiché non si sganceranno completamente dall'andamento dei titoli di stato tedeschi. Abbiamo sfruttato la debolezza relativa dei treasury per rafforzare il nostro impegno nei titoli statunitensi con duration lunga. Tali titoli offrono infatti una vera diversificazione del portafoglio e il loro rendimento corrente è più interessante rispetto a quello delle alternative disponibili con rating al top. Raccomandiamo di non coprire l'ulteriore impegno in USD nei portafogli europei. Mario Draghi e Janet Yellen intraprendono strade diverse in materia di politica monetaria. dell'allentamento politico-monetario della BCE sembrano buone le prospettive che gli investimenti nei paesi emergenti – soprattutto le obbligazioni in valuta locale – possano ottenere rendimenti elevati. Questi titoli, denominati nella valuta dei paesi emergenti, brillano con un rendimento corrente del 6.5 per cento, che tiene testa a ogni confronto con la maggior parte dei segmenti «Fixed Income» (vedi grafico 3). Dopo un 2013 con andamenti contrastanti, i paesi emergenti offrono sempre un quadro misto. Vi sono però segnali che le economie più vulnerabili si sono stabilizzate, poiché i loro deficit delle partite correnti diminuiscono. È quindi improbabile che le valute dei paesi emergenti si svalutino rispetto alle valute del G10, a eccezione dell'USD che offre interessanti rendimenti agli investitori. Rendimento in percentuale 8.0 7.0 6.0 5.0 4.0 3.0 2.0 1.0 0.0 Gen10 Lug10 Gen11 Lug11 Gen 12 Lug12 Gen 13 Lug13 Gen14 Lug14 Obbligazioni in valuta locale dei paesi emergenti (calcolato in USD) Obbligazioni statunitensi quinquennali Obbligazioni britanniche quinquennali Obbligazioni tedesche quinquennali Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management Le azioni rimangono al centro dell'interesse In considerazione dei crescenti rischi geopolitici e del rallentamento della dinamica congiunturale a breve termine al di fuori degli Stati Uniti, le politiche monetarie rimangono estremamente espansive e supportano quindi i mercati finanziari. Perfino il previsto ciclo restrittivo della Fed avrà probabilmente un decorso graduale e inoltre sarà indebolito dalle ulteriori manovre di allentamento in altre regioni, soprattutto nell'Eurozona. Su base assoluta, le valutazioni sono meno interessanti rispetto a dodici mesi fa, ma nel complesso non sono neppure eccessive. Manteniamo la «sovraponderazione» degli investimenti rischiosi, soprattutto dei mercati azionari, e siamo pronti a reagire non appena i nostri obiettivi di corso saranno raggiunti. Politica d´investimento – settembre 2014 7 Tema speciale Le riforme negli «Emerging Markets» fanno sperare gli investitori globali Progressi nella lotta contro il deficit, governi favorevoli alle riforme: In alcuni paesi emergenti la situazione di partenza per l'economia sta migliorando (nella foto: Hong Kong). Per i paesi emergenti il cambio di direzione delle più importanti banche centrali, previsto nei prossimi anni, dovrebbe rappresentare un banco di prova. Fino ad allora, questi stati hanno tuttavia ancora un po' di tempo per migliorare la loro situazione di partenza. Dall'inizio dell'anno alcuni di essi hanno già fatto progressi nella riduzione dei deficit della bilancia commerciale. Poiché prevediamo una continuazione di questa tendenza, manteniamo la sovraponderazione 8 Politica d´investimento – settembre 2014 delle azioni dei paesi emergenti e in particolare delle rispettive obbligazioni in valute locali. Qualora nei prossimi anni si realizzasse la nostra previsione di una ripresa congiunturale globale, potremmo trovarci di fronte a un cambio di direzione politico-monetario. Mentre negli Stati Uniti e in Gran Bretagna vediamo già chiari segnali di un prossimo cambio di direzione, questi interventi in Giappone e nell'Eurozona sembrano molto lontani. Nell'Eurozona le co- Foto: Thinkstock siddette misure di allentamento quantitative verso la fine dell'anno potrebbero addirittura determinare una politica monetaria ancora più espansiva. Dovremmo tuttavia abituarci a uno scenario in cui l'ondata di liquidità globale fra uno o due anni dovrebbe aver raggiunto il suo punto massimo (vedi grafico 1, pagina 10). I rendimenti in paesi come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti dovrebbero salire ulteriormente e le banche centrali leader dovranno a poco a poco pensare a prelevare la liquidità per l'eventualità di un nuovo aumento dell'inflazione. I paesi emergenti saranno attrezzati? Non si può ancora valutare definitivamente se i paesi emergenti fino a quel punto avranno risolto i loro problemi. La sfida per loro sarà ottenere un «rapporto rischio / rendimento» interessante per gli investitori. In fin dei conti, in una fase di calo della liquidità nel mondo la lotta della spartizione dei fondi rimanenti aumenterà. Ai paesi emergenti rimangono essenzialmente due possibilità per ridurre i rischi dei deflussi di capitale. Da un lato, nella lotta per acquisire investitori, possono soppiantare altri concorrenti tramite un maggiore rendimento o una maggiore crescita economica, il che dal punto di vista dei finanziatori aumenta i loro proventi. Dall'altro lato, tramite una diminuzione dell'indebitamento possono ridurre la propria futura domanda di liquidità, il che riduce il rischio per gli investitori. Tuttavia, fino a quando si arriverà a una riduzione della liquidità globalmente disponibile rimane ai paesi emergenti ancora un po' di tempo per rendersi interessante per gli investitori. Nel secondo trimestre 2013 abbiamo visto come i flussi di capitale possono variare rapidamente. Allora gli investitori, quasi in preda al panico, avevano abbandonato gli investimenti nei paesi emergenti, quando la loro attrattiva relativa era diminuita. La remunerazione reale soprattutto nei paesi con i rischi maggiori, ossia deficit delle partite correnti, era scesa sotto quella dei paesi industrializzati (vedi grafico 2, pagina 10). Inoltre, i deficit delle partite correnti erano saliti al livello più elevato dalla crisi asiatica (vedi grafico 3, pagina 11). Pertanto, con il passare del tempo il profilo di rischio / rendimento dei paesi emergenti era peggiorato. In periodi di liquidità crescente sui mercati globali, gli investitori si erano preoccupati relativamente poco per questo andamento. Con il forte aumento dei rendimenti statunitensi, che dal punto di vista degli investitori equivaleva a un aumento dei costi di opportunità per le obbligazioni dei paesi emergenti, la situazione nel secondo trimestre 2013 è però cambiata improvvisamente. La conseguenza è stata che gli investitori hanno venduto gli investimenti «Emerging Markets». Nel 2014, le obbligazioni e le azioni dei paesi emergenti sono di nuovo richieste – probabilmente non del tutto per caso poiché i rendimenti nei paesi industrializzati da gennaio non sono più aumentati e nel frattempo nei paesi emergenti sono saliti a livelli molto più elevati. Vi erano inoltre chiari segnali di una diminuzione dei deficit delle partite correnti di molte economie emergenti. Prevediamo una continuazione di questa tendenza positiva nei prossimi mesi e manteniamo quindi la nostra «sovraponderazione» delle obbligazioni e delle azioni dei paesi emergenti. Rendimenti sempre a livelli interessanti La contrazione economica dalla metà del 2010 ha determinato un chiaro allentamento della politica monetaria nei paesi emergenti. L'Ungheria, la Polonia e il Messico per esempio hanno potuto ridurre i loro tassi di riferimento a livelli mai visti. Nel complesso, per i paesi emergenti i tassi di riferimento reali 2013 al netto dell'inflazione sono scesi ai minimi storici. Nelle economie fondamentalmente piuttosto fragili (ossia nei paesi con deficit delle partite correnti), nonostante i rischi maPolitica d´investimento – settembre 2014 9 Tema speciale croeconomici molto più grandi, i tassi di riferimento reali a breve termine sono scesi addirittura sotto il livello dei paesi industrializzati. Il rapporto rischio / rendimento ha perso quindi il proprio equilibrio. L'aumento dei rendimenti statunitensi nell'estremità lunga della curva nel secondo trimestre 2013 può essere considerato la causa dei forti deflussi di capitale dai paesi emergenti. Gli interventi valutari a sostegno delle valute e gli aumenti dei tassi nei paesi interessati sono stati la conseguenza e hanno portato i rendimenti reali di nuovo a livelli interessanti. La Banca centrale turca ha dovuto per esempio aumentare di oltre 4 punti percentuali il suo tasso di riferimento in una riunione straordinaria alla fine di gennaio 2014. La correzione delle valute e delle obbligazioni nei paesi emergenti è terminata solo dopo i massicci aumenti dei tassi e quindi dopo tassi reali molto più elevati e una stabilizzazione dei rendimenti dei titoli di stato statunitensi a dieci anni al 3 per cento circa. I paesi come la Turchia hanno cominciato ad annullare in parte di nuovo gli aumenti dei tassi di riferimento, ma i rendimenti reali e nominali rimangono sempre a livelli molto più interessanti rispetto agli anni dal 2010 al 2014 (vedi grafico 2). Economia in India, Malesia e Indonesia sulla via del recupero. Il risanamento delle bilance delle partite correnti procede L'attrattiva delle obbligazioni dei paesi emergenti dipende però non solo dal rendimento, ma anche dal rischio che gli investitori sono disposti a correre per un dato rendimento. Uno dei grandi rischi in relazione con il punto massimo di liquidità globale che sarà probabilmente raggiunto nei prossimi anni è Grafico 1: La liquidità globale dovrebbe aver raggiunto il suo culmine nel prossimo futuro in miliardi di USD il fabbisogno di rifinanziamento dei paesi emergenti sui mercati finanziari internazionali, che si traduce tra l'altro nei deficit delle partite correnti. Dopo che alla fine del 2013 i deficit delle partite correnti nei paesi emergenti erano saliti al livello più elevato dalla crisi asiatica, dall'inizio del 2014 osserviamo un'inversione di tendenza, alla quale ha sicuramente contribuito la forte svalutazione valutaria in molti paesi emergenti. Molto più importante per un calo duraturo dei deficit dovrebbe essere però la domanda interna. Attualmente si riscontra una forte divergenza di crescita nei paesi emergenti (vedere anche «Economia dei paesi emergenti» a pagina 14) e soprattutto i paesi con notevoli deficit delle partite correnti registrano un maggiore calo dei consumi interni. In teoria, una contrazione economica favorisce un indebolimento della valuta. Tuttavia, un consumo interno più debole ha anche un effetto secondario positivo sotto forma di un calo dei tassi di crescita delle importazioni e quindi – ipotizzando tassi di crescita delle esportazioni invariati – un miglioramento del commercio estero. Attualmente si riscontra proprio questo: i deficit delle partite correnti nei paesi emergenti sono in calo dall'inizio del 2014. Pertanto, il consumo più debole in paesi quali Sudafrica, Turchia e Brasile fa sì che questi stati in futuro saranno meglio attrezzati nel caso in cui le banche centrali leader cominciano a prelevare di nuovo la liquidità. Mentre da un punto di vista fondamentale nei paesi più deboli scorgiamo un rallentamento congiunturale, in molti paesi fondamentalmente solidi prevediamo un'accelerazione della crescita. In India, Indonesia e Malesia vediamo una ripresa congiunturale fino al 2015 oltre il 5 per cento e in Corea, Polonia, Cile e Messico nettamente oltre il 3 per cento. Aumenti dei tassi dovrebbero seguire soprattutto in Polonia, Malesia, Corea e Messico. I rischi politici passano sempre più in secondo piano I rischi politici da noi evidenziati al cambio dell'anno, per esempio in relazione con le elezioni, non hanno minato la fidu- Grafikco 2: I tassi reali – al netto dell'inflazione – si trovano di nuovo a livelli interessanti in percentuale 6 12.000 5 10.000 4 possibili scenari 8.000 3 6.000 2 1 4.000 0 2.000 -1 Banca centrale statunitense Banca centrale europea Banca centrale giapponese Banca centrale britannica Banca nazionale svizzera Bilancio aggregato Fonte: Thomson Reuters Datastream, diverse Zentralbanken, Vontobel Asset Management 10 Politica d´investimento – settembre 2014 2018 2017 2016 2016 2015 2014 2013 2013 2012 2011 2010 2010 2009 2008 2007 2007 0 -2 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Tasso d'interesse reale dei paesi industrializzati Tasso d'interesse reale delle cinque economie «vulnerabili» Tasso d'interesse reale dei paesi emergenti Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management 2014 Foto: Shutterstock Molti paesi emergenti sono su un percorso di crescita (nella foto: lavori agricoli in Tailandia). cia degli investitori. Al contrario, la volatilità sui mercati valutari è addirittura notevolmente diminuita nella fase calda delle elezioni del primo semestre (vedi grafico 4). A tal riguardo avrà contribuito il fatto che in India e in Indonesia sono arrivati al potere presidenti favorevoli alle riforme, che vengono sostenuti dalla massa degli elettori. In genere, da molto tempo i paesi emergenti risentono di strutture fossilizzate. Infatti, in molti luoghi la crescita è stata alimentata non tanto da un aumento della produttività, ovvero da riforme, ma piuttosto dal boom delle materie prime o dal consumo finanziato dal credito. La crescente volontà di riforme negli «Emerging Markets» è un argomento importante dietro alla nostra «sovraponderazione» delle azioni, che au- Grafikco 3: Le bilance delle partite correnti dei paesi emergenti in via di miglioramento menteremmo qualora la crescita dei paesi emergenti ritornasse su larga scala e stimolasse la crescita degli utili. Poiché ci troviamo nello stadio avanzato del ciclo elettorale dell'anno 2014 – solo in Brasile sono in programma ancora elezioni decisive – riteniamo i rischi politici a medio termine piuttosto bassi. In Brasile vediamo perfino la possibilità di sorprese positive (vedere anche «Economia dei paesi emergenti» a pagina 14). Inoltre, finora i rischi geopolitici relativi ai conflitti in Ucraina e nel Vicino Oriente nonché al fallimento statale dell'Argentina non si sono estesi ad altri paesi. Si tratta tuttavia di aspettare per vedere come si svilupperà la crisi russo-ucraina. Grafico 4: Finora, i rischi politici non hanno minato la fiducia degli investitori in percentuale del PIL in percentuale 1.0 18 17 0.5 16 0.0 15 14 -0.5 13 -1.0 12 -1.5 11 10 -2.0 9 -2.5 3.0 1996 8 Gen13 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 Bilancia aggregata delle partite correnti dei paesi emergenti Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management 2012 2014 Apr 13 Lug13 Ott 13 Gen14 Calda fase elettorale nei paesi emergenti Apr 14 Lug 14 Volatilità delle valute Annessione della penisola ucraina di Crimea da parte della Russia Fonte: Thomson Reuters Datastream, Bloomberg, Vontobel Asset Management Politica d´investimento – settembre 2014 11 Economia dei paesi industrializzati Gran Bretagna e Stati Uniti come locomotive congiunturali Gran Bretagna e Stati Uniti attualmente dimostrano di essere le locomotive con-giunturali nel gruppo dei grandi paesi industriali. Il Giappone combatte invece con le conseguenze del recente aumento dell'imposta sui consumi e l'Eurozona con una debolezza dell'industria manifatturiera Anche se prevediamo un'accelerazione della congiuntura in Giappone e nell'Eurozona, la crescita economica nipponica e del gruppo dei 18 paesi non raggiungerà quella degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. Le differenze nella crescita si riflettono anche nei tassi d'inflazione. Questo dovrebbe far riemergere con maggior vigore anche le differenze nella politica monetaria delle relative banche centrali. Dinamica in calo per l'Eurozona Anche gli indicatori congiunturali segnalano che l'economia britannica e l'economia statunitense hanno innestato una marcia superiore rispetto a quella di Giappone ed Eurozona. La produzione dell'industria manifatturiera negli Stati Uniti cresce ad esempio a un tasso annuo del 5.3 per cento, mentre nell'Eurozona tale crescita è solo dello 0.4 per cento. In Gran Bretagna, oltre all'industria manifatturiera, anche il settore delle costruzioni e quello finanziario registrano tassi di crescita elevati. Negli Stati Uniti l'indice sulla fiducia delle imprese si attesta a un livello decisamente elevato, quello del Giappone sta appena riprendendosi dopo un forte crollo e in Germania, da febbraio, esso è in calo (ved. grafico 2). 12 Politica d´investimento – settembre 2014 Foto: Shutterstock Con oltre il tre per cento (rispetto al trimestre precedente e stimato a un tasso annuale) la crescita economica reale della Gran Bretagna è stata quella più convincente nei primi due trimestri dell'anno in corso. La crescita statunitense nel secondo trimestre, con il 3.9 per cento, è stata sì leggermente più elevata, tuttavia questa cifra comprendeva l'accumulo della domanda dopo l'inverno estremamente freddo. In Giappone l'aumento dell'imposta sui consumi di aprile ha distorto l'andamento economico. La forte crescita nel primo trimestre è stata provocata dall'anticipo degli acquisti da parte dei consumatori e delle imprese giapponesi per beneficiare ancora del minore tasso dell'imposta sul valore aggiunto. Nel secondo trimestre questa domanda è venuta meno. Tuttavia il crollo tra aprile e giugno è stato superiore al boom del primo trimestre, quindi la tendenza sottostante in fatto di crescita economica è stata costante, addirittura leggermente in calo. Nell'Eurozona, che ha trovato la strada per uscire dalla recessione solo nel secondo trimestre 2013, la dinamica economica comunque debole continua a rallentare (ved. grafico 1). I paesi anglosassoni come fattori trainanti dell'economia (in foto: nei pressi del «Big Ben» a Londra). La forbice dell'inflazione tra Stati Uniti ed Eurozona si allarga Grazie alla situazione congiunturale relativamente buona degli Stati Uniti i tassi di inflazione (sia quello complessivo che quello dell'inflazione di base) hanno raggiunto la soglia del 2 per cento, ovvero l'obiettivo di inflazione della Banca centrale statunitense. Nell'Eurozona l'inflazione è invece scivolata allo 0.4 per cento e anche la stessa inflazione di base nell'Unione monetaria permane su un basso 0.8 per cento. In Giappone l'aumento dell'imposta sui consumi di aprile, dal 5 all'8 per cento, ha fatto salire il tasso di inflazione. Supponendo che circa due terzi dell'aumento dell'imposta sul valore aggiunto sono stati scaricati sui consumatori, l'inflazione di base non è del 2.8 per cento, come riportato a luglio, ma in realtà solo dello 0.8 per cento. Conseguentemente la Banca nazionale giapponese ha raggiunto il suo obiettivo d'inflazione del 2 per cento solo «grazie» all'aumento dell'imposta sui consumi. Nell'aprile 2015 l'effetto dell'aumento dell'imposta uscirà dalla statistica dell'inflazione annua e in quel momento il decimale prima della virgola forse sarà nuovamente uno zero al posto di un due. In Gran Bretagna l'obiettivo di inflazione del 2 per cento della Bank of England non è più stato superato dal dicembre 2013: una novità dal 2009. La ragione del rialzo dell'inflazione fino al 2013 non è stata tuttavia la domanda elevata, quanto piuttosto l'alternanza dell'aumento dell'imposta sul valore aggiunto o una sterlina debole. Ora la situazione è cambiata: Dalla fine del 2013 la sterlina, ponderata su base commerciale, è aumentata nel confronto annuale e l'imposta sul valore aggiunto non è più stata aumentata. Quindi la Banca centrale per la prima volta da tanto tempo non deve più scrivere alcuna lettera di scuse al Cancelliere dello Scacchiere britannico per non aver raggiunto l'obiettivo di inflazione. Grafico 1: La ripresa nei paesi industrializzati è tutt'altro che sincronizzata PIL reale in percentuale rispetto al trimestre precedente (stimato in base al tasso annuale) 3.3% 3.4% Inghilterra -2.1% USA 3.9% 1.8 6.1% -6.8% 0.8% 0.2% Giappone Eurozona Q1 2014 Q2 2014 Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management Grafico 2: L'indice sulla fiducia delle imprese statunitense riflette ottimismo Indice Indice 60 120 55 110 50 45 BCE più espansiva – Fed più restrittiva Sulla base del diverso utilizzo delle capacità produttive delle economie, si deve prevedere che i tassi di inflazione in Giappone (qui corretti per l'aumento dell'IVA) e nell'Eurozona resteranno ancora per molto tempo lontani dal loro obiettivo del 2 per cento. Negli Stati Uniti il tasso di disoccupazione si è già notevolmente ridotto al 6.2 per cento e si attesta con sufficiente precisione sul valore che l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) identifica come quello di equilibrio. In Gran Bretagna il tasso di disoccupazione è già sceso lievemente sotto il livello «NAIRU» (come «Non-Accelerating Inflation Rate of Unemployment», o NAIRU , si identifica il tasso di disoccupazione che non determina un'accelerazione dell'inflazione). Nell'Eurozona il tasso di disoccupazione si attesta invece ancora di più di un punto percentuale sopra al corrispondente valore NAIRU. Normalmente la crescita dei salari reagisce con un ritardo di circa sei trimestri alla differenza tra il tasso di disoccupazione effettivo e il NAIRU. Si deve pertanto prevedere che le banche centrale di Gran Bretagna e Stati Uniti avvieranno una normalizzazione della loro politica monetaria già nella prima metà del 2015. Un aumento dei tassi da parte della Banca centrale europea (BCE) non è invece prevedibile nei prossimi dodici mesi. Anzi, al recente Simposio annuale dei banchieri centrali nella cittadina americana di Jackson Hole, il Presidente della BCE Mario Draghi ha sottolineato che farà ricorso a tutti gli strumenti disponibili per contrastare una inflazione troppo bassa . Dichiarazioni precedenti di Mario Draghi lasciano intuire che il nervosismo nella sede della BCE, a Francoforte sul Meno, aumenta via via che l'inflazione permane a un livello troppo basso. Nella cassetta degli attrezzi dei banchieri centrali europei vi è anche un allentamento quantitativo (acquisto di titoli di stato). 100 40 90 35 30 80 25 20 70 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Indice dei responsabili degli acquisti statunitense per l'industria manifatturiera (scala di sinistra) Indice del ceto medio in Giappone (scala di sinistra) Indice IFO sulla fiducia delle imprese in Germania (scala di destra) Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management Grafico 3: La forbice dell'inflazione tra Stati Uniti ed Eurozona si allarga Indice dei prezzi al consumo rispetto all'esercizio precedente in percentuale 4 3 2 1 0 -1 -2 2010 2011 USA Eurozona 2012 2013 2014 Giappone (valore di Tokio, al netto dell'aumentodell'imposta sul valore aggiunto in aprile) Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management Politica d´investimento – settembre 2014 13 Foto: iStock Economia dei paesi emergenti In Asia e in paesi come Ungheria, Polonia o Messico vi sono molti segnali che indicano una ripresa della congiuntura (nella foto: il centro storico della capitale polacca Varsavia). Buoni voti per gli stati solidi – meno buoni per le economie strutturalmente deboli Nei paesi emergenti lo sviluppo procede in modo disomogeneo: da un lato le economie con buoni dati economici, dall'altro gli stati fondamentalmente più deboli con una debole crescita. L'auspicato modesto andamento congiunturale è favorevole a una pressione inflazionistica solo moderata. Nei prossimi trimestri intravediamo tuttavia aumenti di interessi in una serie di paesi emergenti. Nel primo semestre 2014 la crescita nei paesi emergenti si è leggermente indebolita, anche se sono riconoscibili notevoli divergenze. Mentre i dati congiunturali in Asia, Ungheria, Polonia e Messico indicano un andamento economico solido o in fase di miglioramento, quelli della maggior parte dei paesi emergenti deludono. Questa situazione si riflette nella nostra misura per la dinamica dell'economia, nella quale confluiscono diversi indicatori economici e della fiducia di una serie di paesi emergenti. Un livello superiore o inferiore al 50 per cento segnala che più del 50 percento degli indicatori congiunturali è migliorato o peggiorato rispetto ai mesi scorsi. Mentre i paesi con solidi dati congiunturali presentano un indice chiaramente superiore al 50 per cento, l'indice di Brasile, India, Turchia, Sudafrica e Indonesia – quindi i cinque paesi con elevati deficit delle partite correnti, che da qualche tempo sono da considerarsi come particolarmente vulnerabili dal punto di vista economico – è sceso nettamente al di sotto del 50 per cento (ved. grafico 1). Complessivamente partiamo dal presupposto che il prodotto interno lordo (PIL) dei paesi emergenti aumenterà del 4.4 per cento nel 2014 e del 4.8 per cento 14 Politica d´investimento – settembre 2014 nel 2015. Fino ad ora avevamo previsto una crescita rispettivamente del 4.5 e del 5.1 per cento. Le cinque economie «vulnerabili» con inflazione in crescita Considerando l'andamento della congiuntura relativamente lento nella maggior parte dei paesi emergenti, la pressione inflazionistica dovrebbe restare estremamente moderata. Anche se negli ultimi mesi l'inflazione è leggermente aumentata, ciò è riconducibile in misura considerevole allo sviluppo nelle citate economie vulnerabili. In quei cinque paesi, nell'ambito della svalutazione monetaria nel 2013 sono stati registrati tassi di inflazione in aumento. I paesi emergenti si distinguono quindi notevolmente anche per quanto riguarda l'inflazione. I rischi geopolitici che attualmente ancora sussistono (Ucraina / Russia, Iraq e Israele) rappresentano tuttavia un rischio di inflazione e anche di crescita, qualora il prezzo del petrolio dovesse registrare un chiaro aumento. Ipotizzando un prezzo del petrolio stabile per il tipo Brent di USD 105 al barile prevediamo un'inflazione nei paesi emergenti del 4.1 per cento per gli anni 2014 e 2015 (ved. grafico 2). Tassi di riferimento in aumento qua e là Nonostante le modeste prospettive per l'economia e l'inflazione, per un periodo di dodici mesi prevediamo singoli aumenti degli interessi nei paesi emergenti. Sulla base del miglioramento della congiuntura e dell'inflazione la Malesia e le Filippine hanno già iniziato ad aumentare i tassi di riferimento. Altri paesi come Messico, Corea del Sud e Polonia dovrebbero segui- In Russia è imminente una recessione Dalla fine del 2013 in Russia il motore della congiuntura fatica, anche come conseguenza dei rendimenti in aumento dall'inizio del 2013. Dopo una riduzione degli investimenti del 7 per cento nel primo trimestre (in tassi di variazione annui) prevediamo una riduzione anche nei prossimi due trimestri. Il robusto consumo delle famiglie (+3.7 per cento) tra gennaio e marzo ha tuttavia provveduto a mantenere il corrispondente valore del PIL, con lo 0,8 per cento, in territorio positivo. Tuttavia i deboli fatturati delle vendite al dettaglio e una bassa crescita dei salari reali hanno chiaramente aumentato il rischio di una contrazione dei consumi a valori inferiori all'un per cento. A questo si aggiungono le sanzioni dei paesi industriali occidentali a causa del ruolo della Russia nel conflitto con l'Ucraina, le quali aumentano l'influenza negativa sulla crescita russa. Ad esempio sono state sospese le forniture di importanti beni d'investimento dai paesi occidentali per il settore energetico. E le aziende (di stato) russe non possono praticamente sperare in un allentamento della politica monetaria. La flessibilizzazione del tasso di cambio russo in una fascia del 25 per cento può essere vista come un ulteriore passo verso una politica monetaria più effettiva. In fondo, il fine ultimo della banca centrale è l'orientamento della politica monetaria in base a un obiettivo di inflazione. Con un'attuale inflazione annua del 7.4 per cento e un obiettivo di inflazione del 5 per cento nel 2014 e del 4.5 per cento nel 2015, la banca centrale dovrebbe avere un margine di azione ristretto per le misure di allentamento. Brasile: sprint finale prima delle elezioni Anche l'economia brasiliana ha subito un rallentamento. La crescita economica reale (rispetto all'anno precedente) è scesa dal 3.4 per cento nel secondo trimestre del 2013 all'1.9 per cento nel primo trimestre del 2014. A luglio la produzione industriale, nel confronto annuale, è scesa del 7.5 per cento. Un nuovo governo potrebbe dare nuovi impulsi alla congiuntura. Una rielezione dell'attuale presidente Dilma Rousseff, del partito dei lavoratori, già alla prima tornata del 5 ottobre è tutt'altro che certa. Secondo gli ultimi sondaggi potrebbe ottenere solo il 36 per cento dei voti. Queste previsioni prevedono anche che nella seconda tornata la vittoria potrebbe andare a Marina Silva del partito ambientalista (che fa parte dell'alleanza guidata dal partito socialista) con il 47 per cento dei voti. Marina Silva è la nuova candidata di punta della sinistra, dopo che l'attuale candidato socialista Eduardo Campo ha perso la vita in un incidente aereo. Silva è evidentemente più popolare del suo predecessore, che nella prima tornata nei sondaggi era rimasto notevolmente indietro rispetto al terzo candidato Aécio Neves (Partito Socialdemocratico). Silva Grafico 1: Evidenti divergenze di crescita nei paesi emergenti Indicatori in miglioramento, in percentuale 100 accelerazione 90 80 70 60 50 40 rallentamento re per gli stessi motivi. Non sono tuttavia da escludere anche aumenti dei tassi nei «cinque paesi vulnerabili», qualora le loro valute dovessero subire una nuova pressione ribassista. Lo sviluppo nei paesi emergenti dipende anche notevolmente dalla reazione degli investitori all'irrigidimento della politica monetaria statunitense. 30 20 10 0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Le «cinque economie vulnerabili» (Brasile, Turchia, Sudafrica, India e Indonesia) Altre economie (senza la Russia) Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management Grafico 2: L'inflazione nei paesi emergenti dovrebbe restare moderata in percentuale (al netto del prodotto interno lordo nominale) 14 12 10 8 6 4 2 0 -2 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Paesi emergenti EMEA Asia America Latina 2012 2013 2014 Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management Grafico 3: Popolarità della presidente del Brasile Dilma Rousseff in calo prima delle elezioni Datum Istituto di Rousseff Neves Campos*/ Altri ricerca (PT) (PSDB) Silva (PSB) «nessuno» o «non so» Febbraio 2014 Datafolha 44% 16% 9% 5% 26% Maggio 2014 Vox Populi 40% 21% 8% 3% 28% Inizio agosto Ibope 38% 23% 9% 6% 24% Metà agosto Datafolha 36% 20% 21% 5% 17% *Il sondaggio sulla preferenza degli elettori in occasione delle presidenziali brasiliane è stato eseguito prima dell'incidente mortale del candidato presidente Eduardo Campos. Fonte: Wikipedia, Vontobel Asset Management è a favore di una politica monetaria e fiscale convenzionale. Vuole ridurre la spesa pubblica, limitare l'inflazione e concedere indipendenza alla banca centrale. Se tuttavia Neves dovesse uscire secondo dalla prima tornata, Dilma Rousseff potrebbe vincere le elezioni. Politica d´investimento – settembre 2014 15 Valute Obbligazioni Il trend rialzista del dollaro statunitense si è consolidato La forbice tra i rendimenti statunitensi e quelli tedeschi si allarga ulteriormente Continuiamo a prevedere un aumento del dollaro statunitense, in particolare nei confronti dell'euro. Anche la sterlina britannica (GBP), la corona norvegese (NOK), il dollaro canadese (CAD) e le valute dei paesi emergenti dovrebbero rafforzarsi nei confronti dell'euro. Mentre il rendimento dei titoli di stato tedeschi a dieci anni da inizio anno è sceso di quasi un punto percentuale, quello dei corrispondenti titoli statunitensi è calato solamente di 60 punti base. Prosegue pertanto il distacco dei mercati dei «Treasury» e dei «Bund». Pur prevedendo nei prossimi mesi una normalizzazione dei rendimenti, considerato il diverso andamento di congiuntura, inflazione e politica monetaria, la forbice dei rendimenti tuttavia non si chiuderà. I migliori dati congiunturali statunitensi e i più deboli dati congiunturali dell'Unione monetaria europea dovrebbero portare a un'evidente divergenza nella politica monetaria di Stati Uniti ed Eurozona. Mentre le misure di allentamento quantitativo della Banca centrale europea (BCE) sembrano sempre più probabili, intravediamo chiari segnali di un'imminente uscita della politica monetaria espansiva da parte della Banca centrale statunitense. Le differenze d'interesse a breve termine hanno già iniziato ad anticipare un tale scenario. La conseguenza dovrebbe essere una caduta sostenibile dell'euro sotto USD 1.30 per EUR nei prossimi dodici mesi. Le prospettive per la congiuntura statunitense vengono superate, tra le principali nazioni industriali, soltanto dall'economia britannica. In presenza di una crescita economica da noi prevista di circa il 3 per cento negli anni 2014 / 15 vediamo, a dodici mesi, un aumento di 50 punti base degli interessi di riferimento in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, il che dovrebbe sostenere la sterlina nei confronti dell'euro. Una correzione di GBP in connessione con il referendum per l'indipendenza della Scozia il 18 settembre 2014 rappresenterebbe per noi un'occasione di acquisto. Una politica monetaria più espansiva della BCE e differenze d'interesse favoriscono nei prossimi dodici mesi anche il CAD e il NOK rispetto all'EUR. Diversi sono i motivi del calo dei rendimenti in Germania: il tasso di inflazione nell'Eurozona continua a scendere – a luglio è stato solo dello 0.4 per cento. Numerosi indicatori economici sono stati deludenti e il recente conflitto commerciale con la Russia dovrebbe continuare a indebolire la congiuntura e l'inflazione. Inoltre la Banca centrale europea segnala ulteriori fasi di allentamento. La congiuntura statunitense guadagna invece dinamica, l'inflazione sembra stabilizzarsi al 2 per cento circa e nel prossimo anno sono imminenti i primi aumenti del tasso di riferimento. I rendimenti dei titoli di stato statunitensi a dieci anni sono diminuiti da inizio anno, tuttavia in misura meno marcata rispetto a quelli tedeschi. Manteniamo la «sottoponderazione» dei titoli di stato dei «paesi centrali» Stati Uniti, Germania e Svizzera. Tuttavia riduciamo leggermente la sottoponderazione creando una posizione di titoli di stato statunitensi a trenta anni. Grafico: Differenze di interesse a causa di politiche monetarie divergenti Grafico: I rendimenti statunitensi e dell'Eurozona si allontanano in percentuale in percentuale 0.75 3.5 La congiuntura statunitense in crescita favorisce le previsioni sui tassi 0.65 3.0 2.5 0.55 2.0 0.45 1.5 0.35 1.0 L'allentamento della politica monetaria della BCE e le prospettive sulle misure di allentamento quantitativo comprimono i rendimenti UEM 0.25 Gen14 Feb14 Mar 14 Apr 14 Mag 14 Giu14 0.5 Lug 14 Ago14 2012 2013 Tassi swap a due anni nell'Eurozona Rendimento dei titoli di stato statunitensi a dieci anni Tassi swap a due anni negli Stati Uniti Rendimento dei titoli di stato tedeschi a dieci anni («Obbligazioni federali», «Bund») Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management 16 Politica d´investimento – settembre 2014 Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management 2014 Azioni Materie prime Paesi emergenti in via di miglioramento Il prezzo dell'oro si è stabilizzato dopo un anno difficile Da alcuni anni il rendimento del capitale proprio delle aziende dei paesi emergenti è in calo, mentre i margini di utile in altri mercati, in particolare negli Stati Uniti, sono chiaramente in aumento. Questo spiega in gran parte la migliore performance dell'«America del Nord» rispetto a quella dei «paesi emergenti». I piani di riforma in numerose economie emergenti ci rendono tuttavia fiduciosi su questo segmento azionario. Dopo una dolorosa correzione nel 2013, il prezzo dell'oro si è nuovamente stabilizzato. Ciò si riflette tra l'altro anche nel fatto che non si sono più registrati deflussi dagli ETF in oro. Anzi, il metallo prezioso giallo è nuovamente ricercato come bene rifugio. Il rendimento del capitale proprio, o più semplicemente l'utile prodotto dal capitale proprio, è un'importante misura dell'attrattiva di un investimento. L'indice dipende da diversi fattori, come ad esempio dall'andamento degli utili, dalla dotazione di capitale o dall'attività di investimento. Uno dei problemi specifici delle imprese statali spesso dominanti negli «Emerging Market» è il fatto che molti operano investimenti senza tenere conto dei rendimenti di capitale. La liberalizzazione potrebbe ripercuotersi sugli utili I recenti sforzi dei governi in paesi come Messico, India e Cina per una maggiore ristrutturazione dell'economia sono benvenuti dal punto di vista degli investitori. Tuttavia i piani di riforma, dai cui effetti non sono escluse le flessioni, si dovrebbero implementare con una certa gradualità. Agli investitori è pertanto richiesta la pazienza. Per contro essi ottengono l'accesso in un mercato azionario la cui valutazione è notevolmente più favorevole rispetto a quella della maggior parte dei mercati azionari globali. Secondo la recente analisi del World Gold Council la domanda di gioielli d'oro, misurata sulla media di cinque anni, segna una leggera tendenza al rialzo. Nel contempo è migliorata anche la produzione mineraria. Se si analizza la struttura della domanda raffrontata a quella dell'offerta, non risulta alcun sostanziale impulso. Un dollaro statunitense in fase di rafforzamento, le nostre aspettative di un aumento dei tassi USA nel prossimo anno e la compressione dell'inflazione non segnalano un aumento del prezzo dell'oro. Ma il suo ruolo tradizionale di «bene rifugio» parla invece a favore di un aumento della domanda. A fronte delle crisi in Vicino Oriente e in Ucraina l'importanza dell'oro come una sorta di porto sicuro è nuovamente aumentata. Gli investitori vogliono evidentemente attrezzarsi in vista di tempi incerti. Il metallo giallo aumenta la diversificazione Anche considerando il ruolo dell'oro nel contesto globale di un portafoglio, si potrebbe consigliare una sua integrazione. Il metallo giallo si contraddistingue per una ridotta correlazione con altre categorie d'investimento e pertanto a nostro avviso è idoneo per la diversificazione. Grafico: T endenze diverse nei rendimenti di capitale proprio Grafico: Gli investitori non vendono più oro sul mercato in percentuale 90 in milioni di once troy 17 80 16 70 15 14 60 13 50 12 40 11 30 10 2010 2011 2012 2013 Rendimento di capitale proprio nei paesi emergenti Rendimento di capitale proprio negli Stati Uniti Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management 2014 20 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Totale dei veicoli d'investimento oro negoziati «Exchange Traded Funds» Fonte: Thomson Reuters Datastream, Vontobel Asset Management Politica d´investimento – settembre 2014 17 Previsioni Previsioni sulla congiuntura e sui mercati finanziari 2012–2015 Per quanto riguarda i temi prodotto interno lordo (PIL), inflazione/aspettative inflazionistiche, tassi delle banche centrali, titoli di stato decennali, tassi di cambio e materie prime, la seguente lista mostra i valori effettivi, i tassi di cambio e i prezzi per gli anni 2012 e 2013 nonché le previsioni per gli anni 2014 e 2015. 2012 2013 Tasso attuale Previsione 2014 Mese precedente Previsione 2015 Mese precedente PIL Crescita media annua (in %) Eurolandia Stati Uniti Giappone Gran Bretagna Svizzera -0.6 2.3 1.5 0.3 1.1 -0.4 2.2 1.5 1.7 2.0 0.7 2.4 0.0 3.2 1.7 0.8 2.0 0.9 3.1 2.2 1.1 2.3 1.7 3.1 2.2 1.4 3.0 1.6 2.8 2.4 1.4 3.0 1.6 2.8 2.4 Inflazione Valore medio anno (in %) Eurolandia Stati Uniti Giappone Gran Bretagna Svizzera 2.5 2.1 -0.5 2.8 -0.7 1.4 1.5 0.1 2.6 -0.2 0.4 2.1 2.8 1.9 0.0 0.6 1.9 2.4 1.7 0.0 0.9 1.9 2.4 1.9 0.0 1.2 2.2 1.7 2.1 0.8 1.4 2.1 1.6 2.2 0.8 2012 2013 Tasso attuale 0.75 0.25 0.10 0.50 0.01 3.00 0.25 0.25 0.10 0.50 0.02 2.50 0.15 0.25 0.10 0.50 0.02 2.50 0.15 0.25 0.10 0.50 0.13 2.50 0.15 0.25 0.10 0.50 0.13 2.50 0.15 0.75 0.10 1.00 0.13 2.88 0.15 0.50 0.10 0.75 0.13 3.00 Tassi del mercato dei capitali Rendimento dei titoli di stato a dieci anni (a fine anno) (Rendimento in %) EUR (Germania) 1.3 1.9 EUR (GIIPS) 5.3 4.5 USD 1.8 3.0 JPY 0.8 0.7 GBP 1.8 3.0 CHF 0.5 1.1 AUD 3.3 4.3 1.0 2.8 2.4 0.5 2.5 0.5 3.4 1.3 3.0 2.7 0.7 2.8 0.8 3.8 1.6 3.2 2.8 0.7 2.8 0.9 4.1 1.6 3.3 3.0 0.9 3.0 1.1 4.3 1.8 3.4 3.0 0.9 3.0 1.2 4.6 Tassi di cambio A fine anno CHF per EUR CHF per USD CHF per 100 JPY CHF per GBP CHF per AUD USD per EUR JPY per USD USD per AUD 1.21 0.92 1.06 1.49 0.95 1.32 86 1.04 1.23 0.89 0.85 1.47 0.80 1.38 105 0.89 1.21 0.91 0.88 1.52 0.84 1.34 103 0.93 1.23 0.94 0.89 1.54 0.85 1.31 105 0.90 1.25 0.93 0.89 1.56 0.82 1.34 105 0.88 1.23 0.99 0.92 1.58 0.84 1.24 108 0.85 1.23 0.99 0.92 1.58 0.84 1.24 108 0.85 Materie prime A fine anno Greggio (WTI, USD/barile) Oro (USD/Uncia) Rame (USD/tonnellata metrica) 110 1662 7907 111 1208 7376 100 1298 6943 105 1260 6700 113 1260 6700 105 1260 6700 108 1260 6700 Tassi delle banche centrali A fine anno (in %) EUR USD JPY GBP CHF AUD 18 Politica d´investimento – settembre 2014 Previsione a Mese Previsione a Mese 3 mesi precedente 12 mesi precedente Strutture di portafoglio CHF Strutture di portafoglio CHF La seguente lista mostra l'allocazione tattica della struttura di portafoglio in CHF, suddivisa per obiettivo d'investimento. Sicurezza Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Svizzera Europa ex CH 6 70.5 7 83.5 1 (a) 1 2 Mercati emergenti High Yield Altro Totale BM Min. Max. - 6.5 (b) 6.5 3.5 -3.5 - 2 (c) 2 10 90 100 5 95 100 80 - 25 100 15 - Nordamerica Giappone Mercati emergenti High Yield Altro Totale BM Min. Max. 3.5 2 (b) 1 (f) 3 6.8 55.0 26.7 11.5 100 5 60 20 15 100 45 5 - 40 75 35 30 - Nordamerica Giappone 3 6.5 (d) -3.5 6 a) liquidità in EUR 1% | b) di cui EMBI 2% & Messico 1.5% c) obbligazioni statali de la norvegia 2% | d) di cui 30Y US Treasuries 2% Reddito Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Svizzera Europa ex CH 2.9 39.3 11.5 11.5 (g) 7.7 72.9 1 3 (c) 4 2.9 3.7 (h) 3.7 (d) -1.7 8.6 2.5 -2.5 - 6.5 (a) 5 (e) 11.5 -3.5 - Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 3%, immobili 4%, oro coperto in CHF 4% & materie prime coperti in CHF 4% a) di cui Messico 1.5% & 2% EMBI | b) obbligazioni statali de la norvegia 2% | c) di cui Euro Stoxx 50 2% | d) di cui US-Banks 0.5% & US-IT 0.5% e) di cui MSCI China 1.5% | f) Future Resources 1% | g) Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 1.5%, immobili 4%, oro coperto in CHF 2% & materie prime coperti in CHF 4% | h) di cui 30Y US Treasuries 2% Equilibrio Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Svizzera Europa ex CH 3 21 21.5 11.5 (g) 6.8 63.8 1 4.8 (c) 5.8 Nordamerica Giappone 3.7 1 (h) 9.2 (d) 13.9 3.3 -3.3 - Mercati emergenti High Yield Altro Totale BM Min. Max. 6.5 (a) 6 (e) 12.5 3.5 -3.5 - 2 (b) 2 (f) 4 7.7 34.0 46.8 11.5 100 5 40 40 15 100 25 25 - 40 55 55 30 - Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 3%, immobili 4%, oro coperto in CHF 3% & materie prime coperti in CHF 5% a) di cui Messico 1.5% & 2% EMBI | b) obbligazioni statali de la norvegia 2% | c) di cui Euro Stoxx 50 3% | d) di cui US-Banks 1.5% & US-IT 1.5% e) di cui MSCI China 2% | f) Future Resources 2% | g) Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 1.5%, immobili 4%, oro coperto in CHF 1% & materie prime coperti in CHF 5% | h) di cui 30Y US Treasuries 1% Crescita Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Svizzera Europa ex CH 2.6 1.0 31.5 11.5 (g) 7.6 54.2 1 7 (c) 8 Nordamerica Giappone 3.7 1 (h) 14.6 (d) 19.3 4.1 -4.1 - Mercati emergenti High Yield Altro Totale BM Min. Max. 6.5 (a) 7 (e) 13.5 3.5 -3.5 - 2 (b) 3 (f) 5 7.3 14.0 67.2 11.5 100 5 20 60 15 100 5 45 - 40 35 75 30 - Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 3%, immobili 3%, oro coperto in CHF 3% & materie prime coperti in CHF 6% a) di cui Messico 1.5% & 2% EMBI | b) obbligazioni statali de la norvegia 2% | c) di cui Euro Stoxx 50 4% | d) di cui US-Banks 2% & US-IT 2% e) di cui MSCI China 2.5% | f) Future Resources 3% | g) Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 1.5%, immobili 3%, oro coperto in CHF 1% & materie prime coperti in CHF 6% | h) di cui 30Y US Treasuries 1% Azioni Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Svizzera Europa ex CH 0.1 39.6 6 (f) 2 47.7 9.3 (b) 9.3 Nordamerica Giappone 20.1 (c) 2.9 23.0 4.9 -4.9 - Mercati emergenti High Yield Altro Totale BM Min. Max. 8 (d) 8 - 1 (a) 4 (e) 7 (f) 12 1.1 85.9 13 100 5 80 15 100 65 - 35 15 95 30 - Benchmark: Investimenti alternativi: immobili internazionali 7% & materie prime coperti in CHF 8% a) corona norvegese 1% | b) di cui Euro Stoxx 50 4% | c) di cui US-Banks 2.5% & US-IT 2.5% | d) di cui MSCI China 3% | e) Future Resources 4% f) immobili internazionali 7% & materie prime coperti in CHF 6% Politica d´investimento – settembre 2014 19 Strutture di portafoglio EUR Strutture di portafoglio EUR La seguente lista mostra l'allocazione tattica della struttura di portafoglio in EUR, suddivisa per obiettivo d'investimento. Sicurezza Zona Euro (UEM) Europa ex EMU Nordamerica Giappone Mercati emergenti High Yield Altro Totale BM Min. Max. 7.0 70.5 8.9 86.4 2 (a) 2 3 7.5 (c) -5.4 5.1 - 6.5 (b) 6.5 3.5 -3.5 - - 10 90 100 5 95 100 80 - 25 100 15 - Zona Euro (UEM) Europa ex EMU Nordamerica Giappone Mercati emergenti High Yield Altro Totale BM Min. Max. 5 38 14 7.5 (f) 9.1 73.6 2 (a) 2 1.9 5 (h) 4 (c) -3 7.9 2.6 -2.6 - 6.5 (b) 5 (d) 11.5 3.5 -3.5 - 1 (e) 4 (g) 5 6.9 55 26.6 11.5 100 5 60 20 15 100 45 5 - 40 75 35 30 - Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale a) obbligazioni statali de la norvegia 2% b) di cui EMBI 2% & Messico 1.5% c) di cui 30Y US Treasuries 2% Reddito Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 3%, immobili internazionali 4%, oro coperto in EUR 4% & materie prime coperti in EUR 4% a) obbligazioni statali de la norvegia 2% | b) di cui Messsico 1.5% & 2% EMBI | c) di cui US-Banks 0.5% & US-IT 0.5% | d) di cui MSCI China 1.5% | e) Future Resources 1% | f) Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 1.5%, oro coperto in EUR 2% & materie prime coperti in EUR 4% | g) immobili internazionali 4% h) di cui 30Y US Treasuries 2% Equilibrio Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Zona Euro (UEM) Europa ex EMU Nordamerica Giappone Mercati emergenti High Yield Altro Totale BM Min. Max. 5 20.5 23.5 7.5 (f) 7.5 64 2 (a) 1.7 3.7 2.7 1.5 (h) 10.1 (c) -0.5 13.8 3.5 -3.5 - 6.5 (b) 6 (d) 12.5 3.5 -3.5 - 2 (e) 4 (g) 6 7.7 34 46.8 11.5 100 5 40 40 15 100 25 25 - 40 55 55 30 - Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 3%, immobili internazionali 4%, oro coperto in EUR 3% & materie prime coperti in EUR 5% a) obbligazioni statali de la norvegia 2% | b) di cui Messsico 1.5% & 2% EMBI | c) di cui US-Banks 1.5% & US-IT 1.5% | d) di cui MSCI China 2% | e) Future Resources 2% | f) Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 1.5%, oro coperto in EUR 1% & materie prime coperti in EUR 5% | g) immobili internazionali 4% h) di cui 30Y US Treasuries 1% Crescita Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Zona Euro (UEM) Europa ex EMU Nordamerica Giappone Mercati emergenti High Yield Altro Totale BM Min. Max. 5.0 0.5 33.5 8.5 (f) 8.3 55.8 2 (a) 3 5 2.5 1.5 (h) 16.2 (c) -0.5 19.7 4.3 -4.3 - 6.5 (b) 7 (d) 13.5 3.5 -3.5 - 3 (e) 3 (g) 6 7.5 14.0 67.0 11.5 100 5 20 60 15 100 5 45 - 40 35 75 30 - Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 3%, immobili internazionali 3%, oro coperto in EUR 3% & materie prime coperti in EUR 6% a) obbligazioni statali de la norvegia 2% | b) di cui Messsico 1.5% & 2% EMBI | c) di cui US-Banks 2% & US-IT 2% | d) di cui MSCI China 2.5% | e) Future Resources 3% | f) Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 1.5%, oro coperto in EUR 1% & materie prime coperti in EUR 6% | g) immobili internazionali 3% h) di cui 30Y US Treasuries 1% Azioni Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Zona Euro (UEM) Europa ex EMU Nordamerica Giappone Mercati emergenti High Yield Altro Totale BM Min. Max. 0.1 41.5 6 (e) 5.2 52.8 0.5 (a) 4.9 5.4 0.5 22.3 (b) 22.8 5.2 -5.2 - 8 (c) 8 - 4 (d) 7 (f) 11 1.1 85.9 13 100 5 80 15 100 65 - 35 15 95 30 - Benchmark: Investimenti alternativi: immobili internazionali 7% & materie prime coperti in EUR 8% a) corona norvegese 0.5% | b) di cui US-Banks 2.5% & US-IT 2.5% | c) di cui MSCI China 3% | d) Future Resources 4% | e) materie prime coperti in EUR 6% f) immobili internazionali 7% 20 Politica d´investimento – settembre 2014 Dati di mercato Dati di mercato Le seguenti liste mostrano l'andamento dei prezzi e dei corsi (sia in valuta locale sia in franchi svizzeri) di una selezione di mercati obbligazionari, indici azionari, indici misti, tassi d'interesse e tassi di cambio per i periodi degli ultimi tre e dodici mesi. Indici azionari MSCI (Total Return) Mercati obbligazionari (Total Return) Dal Dal Dal Dal 31.07.14 31.07.14 31.12.13 31.12.13 locale CHF locale CHF Dal Dal Dal Dal 31.07.14 31.07.14 31.12.13 31.12.13 locale CHF locale CHF JPM Global Bond Index (USD) JPM EMU Agg. Bond Index (EUR) JPM US Gov. Bond Index JPM Japan Gov. Bond Index 0.9% 1.2% 0.9% 0.3% 0.7% 0.4% 1.5% -0.2% 5.3% 9.6% 4.0% 2.0% 7.3% 7.9% 7.0% 6.1% JPM GBI-EM Global Diversified Index 0.5% 0.5% 6.2% 7.8% Swiss Bond Index AAA-BBB Swiss Bond Index Domestic AAA-BBB Swiss Bond Index Foreign AAA-BBB 0.8% 1.0% 0.5% 0.8% 1.0% 0.5% 4.8% 5.7% 3.5% 4.8% 5.7% 3.5% Indici misti (Total Return) Dal Dal Dal Dal 31.07.14 31.07.14 31.12.13 31.12.13 locale CHF locale CHF Pictet BVG 25 Pictet BVG 40 Pictet BVG 60 1.0% 1.2% 1.4% 1.0% 1.2% 1.4% 6.1% 6.8% 7.8% 6.1% 6.8% 7.8% Tassi d'interesse 31.12.13 25.08.14 USD 3 month Libor USD 10 year Euro 3 month Libor Germany 10 year CHF 3 month Libor CHF 10 year JPY 3 mouth Libor JPY 10 year 0.25 3.01 0.27 1.94 0.02 1.09 0.15 0.74 0.24 2.39 0.15 0.95 0.02 0.47 0.13 0.51 Variazione (punti di %) -0.01 -0.62 -0.11 -0.99 0.00 -0.63 -0.02 -0.22 Corsi di cambio 31.12.13 25.08.14 CHF per EUR CHF per USD CHF per 100 JPY USD per EUR JPY per USD 1.23 0.89 0.85 1.38 105.11 1.21 0.91 0.88 1.32 103.96 Variazione (%) -1.5% 2.9% 4.0% -4.2% -1.1% MSCI World Index (USD) MSCI USA Index MSCI USA Value Index MSCI USA Growth Index MSCI Europe Index MSCI Europe Value Index MSCI Europe Growth Index MSCI Europe Small Cap Index MSCI Switzerland Index MSCI Japan Index MSCI Pacific Index (USD) 2.5% 3.7% 3.0% 4.3% 1.5% 0.9% 2.0% 1.2% 2.4% -0.1% 0.1% 2.6% 4.3% 3.6% 4.9% 0.7% 0.1% 1.3% 0.6% 2.4% -0.6% 0.0% 7.6% 9.5% 9.4% 9.6% 5.0% 5.9% 4.1% 3.5% 8.3% -0.8% 2.6% 10.0% 12.6% 12.5% 12.7% 5.0% 6.1% 3.9% 3.7% 8.3% 3.1% 7.5% Altri indicie azionari (Total Return) Dal Dal Dal Dal 31.07.14 31.07.14 31.12.13 31.12.13 locale CHF locale CHF S&P100 (large caps) S&P400 (mid caps) S&P500 S&P600 (small caps) Dow Jones Industrial Nasdaq (Price Index) 3.4% 4.4% 3.7% 3.8% 0.0% 3.4% 4.3% 4.0% 5.0% 4.3% 4.4% 0.0% 4.0% 4.9% 9.0% 7.3% 9.5% 1.2% 0.0% 4.6% 9.1% 12.1% 10.4% 12.7% 4.0% 0.0% 7.6% 12.2% Dow Jones Stoxx Dow Jones Euro Stoxx 50 1.6% 1.6% 0.8% 0.8% 6.1% 4.1% 4.5% 2.6% Dax 301) FTSE-100 CAC 40 MIB 30 IBEX 35 ATX Nikkei 225 (Price Index) 1.1% 1.4% 2.3% -1.0% -0.2% 0.5% -0.1% 0.3% 0.2% 1.5% -1.7% -0.9% -0.3% -0.5% -0.4% 3.2% 3.8% 7.4% 7.8% -7.0% -4.2% -1.9% 6.2% 2.2% 5.8% 6.2% -8.4% -0.3% SMI (Price Index) SPI1) SLI1) SMIC1) VSCI2) 2.4% 2.4% 2.1% 2.4% 0.7% 2.4% 2.4% 2.1% 2.4% 0.7% 5.0% 8.8% 6.4% 5.0% 9.7% 5.0% 8.8% 6.4% 5.0% 9.7% 1) Dividend adjusted, reinvested 2) Vontobel Swiss Small Cap Index Politica d´investimento – settembre 2014 21 Il presente opuscolo ha scopo puramente informativo e non costituisce né un’offerta né un invito alla presentazione di un’offerta, né una raccomandazione di acquisto o di vendita di prodotti finanziari; inoltre, esso non esonera il destinatario dalla valutazione in base al proprio giudizio. L’opuscolo non rappresenta né un annuncio di quotazione né un prospetto di emissione ai sensi dell’art. 652a o dell’art. 1156 CO. A causa delle restrizioni legali in singoli Paesi, tali informazioni non sono rivolte alle persone la cui nazionalità o il cui domicilio si trova in un Paese in cui l’autorizzazione dei prodotti descritti nel presente opuscolo è soggetta a limitazioni. L’opuscolo non ha lo scopo di offrire all’investitore una consulenza in materia d’investimento e non deve essere inteso quale supporto per le decisioni d’investimento. Gli investimenti nei prodotti descritti nel presente documento possono essere effettuati soltanto dopo aver verificato, eventualmente con l’ausilio di un consulente, le informazioni in particolare riguardo alla compatibilità con i propri rapporti e alle conseguenze giuridiche, normative e fiscali e/o dopo aver analizzato gli attuali prospetti di vendita. Gli acquisti e le vendite devono essere effettuati soltanto sulla base degli attuali prospetti di vendita o regolamenti e di un eventuale rapporto di gestione (o di un rapporto semestrale nel caso sia più attuale). Inoltre, solo chi è al corrente dei rischi del prodotto che sta per acquistare e ha i mezzi economici per sostenere le eventuali perdite, può effettuare una simile operazione. L’opuscolo «Rischi particolari nel commercio con valori mobiliari» fornisce informazioni standar-dizzate sui rischi di prodotti finanziari. Tutti i documenti citati possono essere richiesti a Raiffeisen Svizzera, Raiffeisenplatz, 9001 San Gallo. I corsi dei prodotti menzionati nel presente opuscolo possono subire rialzi o ribassi. La performance positiva conseguita nel passato da singoli prodotti non costituisce una garanzia per un’evoluzione positiva nel futuro. Il presente opuscolo non può essere copiato o pubblicato né integralmente né parzialmente senza previa autorizzazione scritta di Raiffeisen. L’opuscolo è stato allestito in collaborazione da Vontobel e Raiffeisen e non è il risultato di un’analisi finan-ziaria. Le «Direttive sulla garanzia dell’indipendenza delle analisi finanziarie» dell’Associazione svizzera dei banchieri (ASB) non trovano pertanto applicazione in questo opuscolo. Le opinioni espresse nel presente documento sono quelle di Raiffeisen o Vontobel Asset Management SA al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Sebbene sia Vontobel che Raiffeisen ritengano che i dati qui presentati provengano da fonti affidabili, esse non si assumono alcuna responsabilità relativamente a qualità, correttezza, attualità o completezza delle informazioni contenute nel presente opuscolo. Vontobel e Raiffeisen non si assumono alcuna responsabilità per eventuali perdite o danni (diretti, indiretti e consecutivi), causati dalla distribuzione del presente opuscolo o dal suo contenuto oppure legati alla distribuzione di tale opuscolo. In particolare, esse non si assumono alcuna responsabilità per le perdite derivanti dai rischi intrinseci ai mercati finanziari. Per mettere in forma il vostro denaro. Consulenza agli investimenti Raiffeisen Sfruttate al meglio il vostro denaro: grazie alla nostra consulenza agli investimenti competente, equa e personale. Vi mostreremo come investire in modo ideale il vostro patrimonio e come metterlo «in forma». Fissate un appuntamento con uno dei nostri consulenti Denaro in forma. Ora, presso la vostra Banca Raiffeisen. www.raiffeisen.ch/denaroinforma Con noi per nuovi orizzonti 007414_Panorama_221x276_Fitgeld.indd 3 04.02.14 12:3