La crescita demografica • Fecondità e mortalità pongono dei vincoli al ritmo di crescita di una popolazione. Spazio strategico di crescita Lo spazio strategico della crescita è assai vasto, ma solo una piccola porzione può essere permanentemente occupata da una popolazione. Una diminuzione sostenuta è incompatibile con la sopravvivenza di un gruppo umano, ma la crescita sostenuta può, alla lunga essere incompatibile con le risorse disponibili. Costrizioni ambientali Tre grandi stadi nell’evoluzione della popolazione: 1. Caccia e raccolta. Limiti alla crescita nella biomassa accessibile per nutrirsi e riscaldarsi. 2. Agricoltura. Limiti imposti dalla disponibilità di terra ed energia (da piante, animali, acqua e vento) 3. Industriale. Limiti meno definiti e connessi con l’avverso impatto ambientale del congiunto sviluppo demografico e tecnologico. Scelte culturali. Crescita demografica mondiale • 82 miliardi la stima dei nati dall’origine dell’umanità ai giorni nostri (Bourgeois Pichat) •I consumi energetici degli anni ’80 sono stati all’incirca equivalenti ai consumi dell’umanità dall’origine fino al neolitico (straordinaria dilatazione delle risorse a disposizione) • La popolazione ha proceduto per cicli (espansione e flessione) per gran parte della sua storia, ma sempre attraverso le tre fasi stabilite dalla TRANSIZIONE DEMOGRAFICA. Determinanti dei cicli. Lo sviluppo demografico è compresso tra due sistemi di forze: 1. Costrizione 2. Scelta (nuzialità, fecondità, migrazioni) Costrizione: clima, patologie, terra, energia, alimenti, spazio, modi di insediamento. Queste forze sono accomunate sotto due aspetti: • Rilevanza per il cambiamento demografico • Lenta modificabilità nell’arco di tempo rilevante per i comportamenti demografici (durata di una generazione) La transizione demografica La teoria della transizione demografica si basa sul principio che le variazioni spaziali della mortalità e della natalità sono dovute a differenze di evoluzione demografica. Lo schema della transizione demografica è un modello spazio-temporale che permette di descrivere il passaggio da una popolazione che ha tassi di natalità e mortalità elevati a una popolazione con tassi di natalità e mortalità bassi. L'ipotesi di base della teoria della transizione demografica è che tutte le popolazioni del mondo si evolvono allo stesso modo, con delle tappe fisse in questa linea evolutiva. Il modello è stato costruito dai demografi in base alle loro osservazioni e le loro analisi sull'evoluzione delle popolazioni dei paesi europei e nordamericani al fine di spiegare il motivo del passaggio da un regime a forte natalità e mortalità a bassi valori degli stessi tassi. Transizione demografica del Neolitico Cacciatori e raccoglitori Popolazioni mobili 6 milioni agricoltori popolazioni sedentarie 250 milioni (fine di ciascun periodo) Cause: due teorie. 1.Teoria classica: parte dal presupposto che l’accelerazione della crescita sia la conseguenza del miglior livello di nutrizione assicurato dal sistema agricolo e quindi della diminuita mortalità 2.Teoria recente: culture poco variate, sedentarietà, maggiore densità comportano aumento del rischio di trasmissione delle malattie infettive e loro incidenza, ma anche diminuzione del “ costo ” di allevamento dei figli. Di conseguenza, aumenta la mortalità ma ancor di più la fecondità Effetto dello sviluppo demografico sullo sviluppo economico (società agricole) Connotazione negativa Incremento demografico genera una diminuzione del rapporto tra risorse fisse o limitate e popolazione, quindi impoverimento (verifica nel breve periodo) Connotazione positiva -Crescita demografica stimola l‘innovazione e le scoperte (società più numerose: specializzazione, organizzazione) Malthus (1789) Popolazione cresce in progressione geometrica, mentre le risorse in progressione aritmetica: la capacità moltiplicativa della popolazione fa deteriorare il rapporto tra risorse e abitanti fino a quando non entrano in azione i FRENI REPRESSIVI (fame, carestie, epidemie, guerre). Alternativa: FRENI PREVENTIVI (ritardo o rinuncia del matrimonio). Secondo Malthus la popolazione di ogni sistema economico tende a crescere raddoppiandosi circa ogni 25 anni in conseguenza a fatti naturali. Cresce quindi secondo una progressione geometrica, e quindi esponenziale, che produce un livello di popolazione che continua a crescere. A fronte di questa crescita esponenziale c’è una tendenza delle risorse alimentari a crescere in progressione aritmetica, quindi in maniera lineare. Secondo Malthus nessun sistema economico è in grado di fornire risorse alimentari sufficienti per una crescita esponenziale della popolazione, quindi ci sarà necessariamente un destino di morte. Questo perché i sistemi economici non potranno migliorare nel tempo, come non potrà aumentare il reddito pro capite. Per queste motivazioni secondo Malthus erano inutili i provvedimenti di sostegno della popolazione e delle fasce più deboli, perché i sostegni economici avrebbero fatto crescere la popolazione, ma la popolazione avrebbe comunque vissuto in miseria. L’analisi di Malthus è eccessivamente semplicistica, dato che queste due progressioni non avevano fondamento empirico. Relazione tra popolazione e sviluppo • Crescita del consumo di risorse non rinnovabili non sostenibilità dello sviluppo per lungo periodo processi di sostituzione, riciclaggio, mutamento modelli di consumo. • Crescita della domanda di cibo sulla produzione e sull’ambiente biotecnologie? • Mutamenti nell’allocazione dello spazio (conseguenza del punto precedente) deforestazione, erosione • Contributo della crescita demografica all’inquinamento Meccanismi di scelta Diffusione del controllo della riproduzione Crescita dell’età al matrimonio Allungamento speranza di vita ostacoli: costi della tecnologia medica, assistenza, costi morali, nuove malattie Mobilità: “libertà” gravemente compromessa