professional In collaborazione con Società Optometrica Italiana S.OPT.I. Ortocheratologia - PARTE II Aberrazioni corneali e vantaggi della reversibilità dell’ortocheratologia Silvia Di Benedetto Laureata in Ottica e Optometria presso l’Università di Torino Analizzando le mappe aberrometriche della cornea (Fig. 8) relative al trattamento decentrato, è possibile notare un aumento di astigmatismo, aberrazione sferica e coma, con valori al di fuori della norma per i tre diametri pupillari analizzati di 3, 5 e 7 mm. Ogni valore riportato in rosso non rientra nella norma degli occhi normali e questo indica che le variazioni corneali indotte da un trattamento decentrato di ortocheratologia alterano la forma della cornea in modo anomalo e di conseguenza peggiorano la qualità visiva. In figura 9 vengono riportate le mappe aberrometriche dopo un mese e mezzo di porto notturno delle lenti ortocheratologiche centrate sulla pupilla. Confrontando le mappe aberrometriche relative ai due trattamenti si nota un aumento significativo di aberrazione sferica in entrambe le applicazioni; nel trattamento decentrato si può constatare l’aumento di coma e degli alti ordini che determinano una qualità visiva non soddisfacente in condizioni mesopiche e scotopiche. Nel grafico 5 sono riportate le aberrazioni totali Figura 8. Mappe aberrometriche corneali relative al 1° trattamento decentrato rilevate per i diametri pupillari di 3, 5 e 7 mm. 16 | PROFESSIONAL OPTOMETRY | APRILE 2012 professional indotte dai due trattamenti con i diametri pupillari di 3, 5 e 7 mm al mattino e alla sera. Nel grafico 5 è stato effettuato il confronto delle aberrazioni totali indotte dall’ortocheratologia in presenza del trattamento decentrato e di quello centrato in pupilla. È possibile notare che nell’applicazione decentrata anche in condizioni fotopiche con pupilla di 3 mm di diametro le aberrazioni sono presenti e hanno un valore che non rientra nella norma, si può notare il brusco aumento delle aberrazioni con diametri pupillari di 5 mm e 7 mm. Nel trattamento centrato è visibile un aumento totale delle aberrazioni solo quando le dimensioni pupillari sono di 5 mm e 7 mm di diametro, mentre rimangono costanti e nella norma, in concordanza alle condizioni precedenti al trattamento, con la pupilla di 3 mm di diametro. Nel grafico 6 è riassunto l’andamento dell’aberrazione sferica in base al diametro pupillare. Analizzando il grafico 6 relativo all’aberrazione sferica, è possibile constatare che in un trattamento di ortocheratologia centrato sulla pupilla essa è l’aberrazione che aumenta maggiormente. Anche nell’applicazione decentrata si verifica un aumento dell’aberrazione sferica che comunque rimane inferiore rispetto al trattamento centrato. Nel grafico 7 è riassunto l’andamento dell’aberrazione di coma alla mattina e alla sera in funzione del diametro pupillare. Grafico 5. Dati relativi alle aberrazioni corneali totali riportate nelle tre condizioni analizzate, il 1°trattamento, la sospensione delle lenti notturne e il 2° trattamento. Figura 9. Mappe aberrometriche corneali relative al 2° trattamento notturno centrato sul centro della pupilla rilevate per i tre diametri pupillari 3, 5 e 7 mm. PROFESSIONAL OPTOMETRY | APRILE 2012 | 17 professional Grafico 7. Dati relativi all’andamento dell’aberrazione di coma nei tre periodi: 1° trattamento notturno decentrato, la sospensione delle lenti notturne e il 2° trattamento. Grafico 6. Dati relativi all’andamento dell’aberrazione sferica nei tre periodi analizzati, il 1° trattamento decentrato, la sospensione delle lenti notturne e il 2° trattamento. Valutando l’aberrazione di coma è possibile affermare che con un trattamento di ortocheratologia anche le aberrazioni del 3° ordine aumentano, ma sono considerate disturbanti per la qualità visiva nel trattamento decentrato in quanto i valori sono fuori dalla norma. Anche nell’applicazione centrata in pupilla si verifica un aumento di questa aberrazione, ma non è da considerare disturbante perché i valori rientrano nella norma degli occhi normali. Analizzando il grafico 8 relativo alle aberrazioni di alto ordine si può notare un notevole incremento nell’applicazione decentrata rispetto al trattamento centrato. Nel grafico 9 sono riportate le aberrazioni residue che comprendono le aberrazioni di alto ordine escluse defocus e astigmatismo regolare. Come riportato in tutti i grafici anche in quello relativo alle aberrazioni residue si può notare come in un trattamento decentrato ci siano valori al di fuori della norma e che con un trattamento centrato vengano ripristinati valori che rientrano nella norma. 18 | PROFESSIONAL OPTOMETRY | APRILE 2012 Dopo aver analizzato l’aumento delle aberrazioni corneali indotte dall’ortocheratologia e la loro stabilità durante la giornata, si riporta nel grafico 10 la fluttuazione della qualità visiva dovuta al cambiamento delle dimensioni pupillari. Con il trattamento decentrato la soddisfazione relativa alla qualità visiva è buona durante la giornata mentre ha un brusco calo alla sera quando la pupilla è dilatata e si ha l’aumento di aberrazioni. La qualità visiva che si ha con gli occhiali è ottima ed è paragonabile all’ortocheratologia se si ottiene un trattamento centrato a un mese e mezzo di porto in cui non avvengono cambiamenti corneali perché ormai stabili. Durante la fase iniziale del trattamento la visione alla mattina è buona ma va a diminuire verso la sera perché il trattamento non copre tutta la giornata. Passiamo ora ad analizzare come la variazione di visione durante la giornata influisca sulla qualità di vita. Per quantificare l’impatto dei due trattamenti di ortocheratologia sulla qualità di vita ci siamo riferiti al questionario National Eye Institute Refractive Quality of Life (NEI-RQL) utilizzato nello studio condotto da Berntsen [Berntsen 2006]. professional Grafico 8. Dati relativi alle aberrazioni di alto ordine rilevate nei tre periodi analizzati, 1° trattamento decentrato, sospensione delle lenti notturne e 2° trattamento centrato in pupilla. Grafico 9. Dati relativi alle aberrazioni residue dopo aver escluso defocus e astigmatismo regolare, rilevati ai tre periodi analizzati, 1° trattamento, sospensione delle lenti e 2° trattamento. Grafico 10. Dati relativi alla qualità visiva soggettiva analizzata nei tre periodi considerati, 1° trattamento notturno decentrato, sopsensione delle lenti e 2° trattamento centrato. DISCUSSIONE Nel mio caso, dopo aver applicato lenti per ortocheratologia, si può constatare l’efficacia di tale tecnica in quanto essa corregge la miopia e garantisce l’indipendenza dagli occhiali. Come riportato in tabella 2 (I parte articolo pubblicata su P.O. febbraio 2012) si può notare un netto incremento dell’acuità visiva senza correzione (UCVA). Tuttavia l’ortocheratologia, oltre a ridurre l’errore refrattivo, presenta degli effetti collaterali come l’aumento di aberrazioni corneali di alto ordine (aberrazione sferica, coma e altri alti ordini). Le aberrazioni sono strettamente correlate al diametro pupillare e alla centratura del trattamento. Quando il trattamento è centrato sul centro della pupilla si verifica principalmente l’aumento di aberrazione sferica. 20 | PROFESSIONAL OPTOMETRY | APRILE 2012 professional Contrariamente a quanto riportato nel lavoro di Berntsen, nel quale si riporta un aumento di aberrazioni di alto ordine con la pupilla a 3 mm, nel mio caso non si verifica questo incremento con la pupilla in condizioni fotopiche, esse infatti risultano uguali al periodo in cui ho sospeso le lenti, i dati sono riportati in tabella 2. Tuttavia, con l’aumento delle dimensioni pupillari a 5 mm e ancor più a 7 mm, l’aberrazione sferica ha il ruolo predominante nell’aumento delle aberrazioni totali. Nello studio effettuato da Berntsen sembra che l’aberrazione sferica sia la principale causa di fluttuazione della qualità visiva soggettiva durante la giornata [ Berntsen DA 2005]. Nella fase transitoria, corrispondente ai primi giorni di trattamento, non si ha una visione nitida e duratura per tutta la giornata, infatti in condizioni mesopiche e scotopiche, a seguito dell’aumento di aberrazione sferica, vengono percepiti aloni attorno alle sorgenti di luce che risultano essere disturbanti. Quando il cambiamento refrattivo è stabilizzato anche in condizioni di pupilla dilatata non si avvertono disturbi visivi nonostante sia presente l’aumento di aberrazione sferica; il fatto di non percepire aloni o riportare disturbi visivi farebbe supporre un adattamento sensoriale. In molti studi è stato dimostrato l’aumento delle aberrazioni di alto ordine a seguito dell’ortocheratologia. Per esempio, Joslin et al riportano che a seguito dell’applicazione di lenti CRT (Paragon) per ortocheratologia, l’aumento di aberrazioni per ogni singolo ordine (dal terzo al sesto) è di un fattore che varia da 2,52 a 2,98 per una pupilla di diametro di 6 mm [Joslin 2003]. Nello studio di Berntsen è mostrato un incremento delle aberrazioni totali di alto ordine (dal terzo al sesto) di un fattore di 2,18 per una pupilla di 5 mm di diametro [Berntsen 2005]. Nel lavoro effettuato da Goldstone viene riportato l’incremento delle aberrazioni totali di alto ordine di un fattore di 2,12, l’aumento di aberrazione sferica di un fattore pari a 3,13 e l’aumento dell’aberrazione di coma di 1,88 per una pupilla di 6 mm di diametro [Goldstone 2009]. Nel mio caso a seguito del trattamento centrato in pupilla le aberrazioni totali aumentano di un fattore di 1,68 per la pupilla a 5 mm e di 3,03 per la pupilla a 7 mm, i precedenti dati sono in accordo con quanto riportato in letteratura. In definitiva dopo aver analizzato le aberrazioni indotte dalla tecnica e la qualità visiva che si ottiene a seguito del trattamento è possibile affermare che in presenza di un’applicazione centrata sulla pupilla l’ortocheratologia sia valida, garantisca una buona qualità della visione e permette una eccellente qualità della vita. Tuttavia è possibile che si presentino complicanze ottiche come i decentramenti e in questi casi si assi- 22 | PROFESSIONAL OPTOMETRY | APRILE 2012 ste a un notevole aumento di aberrazioni corneali di alto ordine che non garantiscono una qualità visiva soddisfacente. Nel mio caso, con un trattamento decentrato, si era verificato un aumento notevole dell’aberrazione di coma nelle tre dimensioni pupillari analizzate, 3 mm, 5 mm e 7 mm; essa produceva effetti disturbanti in condizioni mesopiche e scotopiche in cui venivano percepiti aloni attorno alle sorgenti luminose e immagini fantasma. Gli effetti del decentramento sono visibili nei grafici 1,3,4,5,6,7 in cui è possibile notare una lieve diminuzione dell’equivalente sferico sia alla mattina che alla sera, un notevole aumento di aberrazioni totali, un lieve aumento di aberrazione sferica che non risultava avere il ruolo predominante come nel caso del trattamento centrato, un notevole aumento dell’aberrazione di coma e delle altre aberrazioni di alto ordine. Questi risultati sono in accordo con lo studio condotto da Hiraoka relativo all’influenza che ha un trattamento di ortocheratologia decentrato sulle aberrazioni, nel quale è riportata una diminuzione significativa della sensibilità al contrasto in funzione del decentramento rispetto al centro pupillare [Hiraoka 2009 A]. Negli interventi di chirurgia refrattiva per la correzione della miopia si ha una variazione della forma corneale analoga ai trattamenti di ortocheratologia. Solitamente se l’ablazione è centrata si ha l’aumento di aberrazione sferica, ma a parità di correzione e di centratura del trattamento l’aberrazione sferica che viene indotta in chirurgia refrattiva è minore rispetto a quella indotta in ortocheratologia [Goldstone RN 2009]. In presenza di un trattamento decentrato, sia esso di ortocheratologia che di chirurgia refrattiva, si assiste alla riduzione della performance visiva con l’aumento di aberrazioni invalidanti quali coma e alti ordini. Nel caso dell’ortocheratologia, data la reversibilità, è possibile ovviare agli effetti negativi indotti dal decentramento interrompendo il trattamento e ripristinare le condizioni refrattive iniziali; questo aspetto la differenzia dalle tecniche di chirurgia refrattiva dalle quali, in caso di complicanze ottiche, non è possibile porre rimedio in modo semplice: quando è possibile, si può cercare di reintervenire con un intervento custom, altrimenti si devono applicare lenti a contatto rigide. Con l’ortocheratologia, in caso di complicanze ottiche, è possibile interrompere il trattamento e rimediare attraverso una nuova applicazione di lenti a contatto notturne oppure ritornare alla correzione con occhiali. Un trattamento di ortocheratologia ben riuscito ha un notevole impatto sulla qualità della vita e può fornire, seppur transitoriamente, l’ottima condizione visiva di un emmetrope. follow us on professional BIBLIOGRAFIA • • • • • • • • • • • • • • • • • 24 Berntsen DA, Barr JT, Mitchell GL (2005), “The effect of overnight contact lens corneal reshaping on higherorder aberrations and best-corrected visual acuity,” Optom Vis Sci. 82:490-497. Berntsen DA, Mitchell L, Barr J (2006), “ The effect of overnight contact lens corneal reshaping on refractive error-specific quality of life,” Optom Vis Sci. 83:354-359. 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