Telescopi: aberrazioni, ingrandimenti, luminosità e risoluzione. Paola Battaglia Università degli Studi di Milano Dipartimento di Fisica dello Stato Solido e Astrofisica Telescopi RIFRATTORE (con lenti) RIFLETTORE (con specchi) CATADIOTTRICO (con specchi e lenti) 1.Parametri principali: 1) il diametro D dell'ottica principale (lente o specchio), e dunque il potere risolutivo del telescopio 1) la focale (pari alla distanza tra la lente e l'immagine se l'oggetto si trova all'infinito) 2) la qualità dell'immagine in asse, cioè al centro del campo visivo 3) la qualità dell'immagine fuori asse, cioè ai bordi del campo visivo. 1/2 Telescopi Il diametro e la focale spesso si esprimono con un rapporto contenente al numeratore il diametro ed al denominatore la focale. 114/900, ad esempio,indica un telescopio di 114mm di diametro e 900mm di focale. Obiettivi fotografici: notazione leggermente diversa. 200mm f/4 (oppure 200/4) indica un obbiettivo da 200mm di focale, con diametro di 200mm/4=50mm. A volte per i telescopi si usa una notazione identica, ma, con significato diverso. Infatti 200mm f/4 per un telescopio significa 200mm di diametro con focale 200mm*4=800mm. 2/2 Aberrazioni Ottiche La qualità di un sistema ottico è determinato dalle aberrazioni residue dell'immagine. In assenza di diffrazione un sistema ottico perfetto produrrebbe un immagine puntiforme sulla superficie focale (se la sorgente è un punto). Idealmente ciò avverrebbe sia sull'asse ottico che lontano da esso. 1/3 Aberrazioni Ottiche Nella realtà, tuttavia, questo risultato raramente viene ottenuto su tutta la superficie focale anche quando ciò si verifica sull'asse ottico. Esistono diversi tipi di aberrazioni ed in presenza di queste l'immagine di una sorgente puntiforme diventa sfuocata e prende il nome di figura di scattering. La figura di scattering scaturisce da una combinazione di aberrazioni, piuttosto che da una sola. E' difficile, dunque, capire da quale aberrazione proviene una parte della figura di scattering. 2/3 Aberrazioni Ottiche Le aberrazioni ottiche possono essere divise in due classi principali: MONOCROMATICHE, che si possono verificare sia in rifrattori che riflettori e coinvolgono luce di una sola lunghezza d'onda CROMATICHE, che si verificano quando le diverse lunghezze d'onda si comportano in modo differente all'interno del sistema ottico. Le aberrazioni cromatiche si presentano solo in sistemi che contengono elementi rifrattivi (lenti). 3/3 Aberrazioni Monocromatiche Le aberrazioni monocromatiche furono analizzate nel 1850 dal matematico tedesco Ludwig Von Seidel e, per questo, sono anche chiamate aberrazioni di Seidel. Von Seidel ha riconosciuto le seguenti aberrazioni: aberrazione sferica coma astigmatismo curvatura di campo distorsione Delle aberrazioni di Seidel solo quella sferica è un'aberrazione assiale (peggiora la qualità dell'immagine in asse). Tutte le altre sono aberrazioni fuori asse ottico (sono visibili solo lontano dal centro dell'immagine). 1/1 Aberrazione Sferica I raggi luminosi paralleli all'asse ottico che entrano nel sistema a diverse altezze vanno a fuoco in punti differenti lungo l'asse stesso. In una lente singola o in uno specchio sferico i raggi più esterni si intersecano in un punto che è più vicino alla lente o allo specchio rispetto ai raggi interni. I raggi che entrano molto vicini all'asse ottico si intersecano nel fuoco parassiale (F). Ideale Aberrazione Sferica F Asse Ottico 1/4 Aberrazione Sferica L'aberrazione sferica può essere: 1. positiva (raggi periferici molto distorti) 1. negativa (raggi periferici poco distorti) A.S. ∝ D4/f3 fenomeno è accentuato nei sistemi che presentano un rapporto focale corto! 2/4 Aberrazione Sferica Una lente sferica ha un punto in cui non presenta aberrazione sferica (aplanatico) situato a Raplanatico = Rsfera/nlente Esempio - Vetro Crown (basso indice rifrazione, bassa dispersione): n = 1,5 solo il 43% dell'area (67% del diametro) di una lente sferica è utilizzabile. Nei sistemi a lenti l'aberrazione sferica viene Lente Aplanatica minimizzato usando combinazioni di lenti concave e convesse o usando lenti asferiche (= profili superficiali non sono porzioni di sfera o 3/4 cilindro). Aberrazione Sferica 4/4 Coma Fascio di luce obliquo: l'intersezione dei raggi non è simmetrica ma è spostata rispetto l'asse del fascio. I raggi luminosi fuori asse passando attraverso la lente vicino al bordo (raggi marginali) intersecano la superficie dell'immagine ad altezze diverse rispetto a quei raggi che passano dal centro dell'apertura. 1/5 Coma L'immagine risultante ha una forma simile a quella di una cometa (un nucleo luminoso accompagnato da una coda). Il coma è un'aberrazione piuttosto problematica: non solo l'immagine fuori asse è poco brillante, ma risulta anche asimmetrica. Esempio: non è possibile misurare accuratamente la posizione delle stelle su di una lastra fotografica ripresa con un sistema affetto da coma. 2/5 Coma 2/5 Coma Ernst Abbe scoprì una condizione in cui un sistema, libero anche da aberrazione sferica, è privo anche di coma. La condizione è nota con il nome di condizione del seno di Abbe: “In un sistema privo di coma ogni raggio uscente proveniente da un fascio di raggi parallelo all'asse ottico soddisfa la seguente condizione h/sinU' = C dove h è l'altezza del raggio prima che entri nel sistema, U' è l'angolo tra il raggio e l'asse ottico nel percorso verso il fuoco e C è una costante. 4/5 Coma Tra la pupilla d'entrata ed il piano focale esiste, dunque, una superficie sferica immaginaria che connette i raggi entranti paralleli ed i raggi di uscita con il suo centro in F, il fuoco. Se questa superficie esiste ed il sistema non presenta aberrazioni sferiche, tutte le distanze tra la superficie sferica immaginaria ed F sono le stesse ed il sistema è perfettamente simmetrico. La costante C è proprio il valore di questa distanza ed un sistema che rispetta la legge del seno di Abbe si chiama “aplanatico”. 5/5 Astigmatismo In un sistema ottico affetto da astigmatismo i raggi luminosi che propagano in due piani perpendicolari hanno fuochi differenti. Se un sistema ottico affetto da astigmatismo venisse utilizzato per formare l'immagine di una croce, le linee orizzontali e verticali verrebbero messe a fuoco a distanze diverse e non contemporaneamente. 1/2 Astigmatismo Esistono due diverse forme di astigmatismo: Il primo tipo si verifica per oggetti fuori dall'asse ottico. Può essere presente anche quando il sistema ottico è perfettamente simmetrico. Il secondo tipo si verifica quando il sistema non è simmetrico rispetto all'asse ottico. Può essere provocato da errori nella lavorazione delle superfici o da un disallineamento delle componenti. L'astigmatismo, in questo caso, può essere osservato anche in raggi provenienti da oggetti in asse. L'occhio umano spesso presenta questo secondo tipo di aberrazione a causa di imperfezioni nella forma della cornea. 2/2 Curvatura di campo L'immagine più brillante si forma su di un piano focale curvo invece che su di un piano focale piano. Se utilizzo una lastra fotografica (che è piana) l'immagine che ottengo è sfuocata ai bordi. La maggior parte delle lenti fotografiche sono progettate per minimizzare la curvatura di campo e, dunque, hanno una lunghezza focale che aumenta con l'angolo del raggio. 1/1 Curvatura di campo 1/1 Distorsione La distorsione non è propriamente un'aberrazione in quanto non influenza la luminosità dell'immagine quanto piuttosto la sua scala. Distorsione “positiva” = la scala dell'immagine aumenta con la distanza dall'asse ottico. Le linee che non passano per il centro sono piegate all'interno. Spesso i binocoli presentano questo tipo di distorsione 1/3 Distorsione Distorsione “negativa” = la scala dell'immagine diminuisce con la distanza dall'asse ottico. L'effetto è quello di un'immagine che è stata mappata su di una sfera. 2/3 Distorsione “Distorsione complessa” = miscuglio di quella positiva e quella negativa. E' meno comune, ma non così rara. E' una distorsione negativa vicino al centro dell'immagine e, gradualmente, si trasforma in una distorsione positiva ai bordi. 3/3 Aberrazioni Cromatiche Si verificano perché l'indice di rifrazione del vetro è diverso alle diverse lunghezze d'onda. Dato che la lunghezza d'onda determina il colore visto dall'occhio, questo tipo di aberrazione rende l'immagine della stella un punto sfuocato colorato. Esempio:la luce bianca viene dispersa in un prisma a causa dei diversi indici di rifrazione dei vari colori. 1/5 Aberrazioni Cromatiche In generale l'indice di rifrazione è una funzione della frequenza f della luce, quindi n = n(f) o, alternativamente, rispetto alla lunghezza d'onda n = n(λ). La dipendenza dalla lunghezza d'onda dell'indice di rifrazione di un materiale è solitamente quantificato mediante formule empiriche, quale l'equazione di Cauchy. n è l'indice di rifrazione lambda è la lunghezza d'onda A,B e C = coefficienti legati al tipo di materiale utilizzato. 2/5 Aberrazioni Cromatiche Di solito è sufficiente utilizzare l'eq. di Cauchy semplificata: dove i coefficienti A e B sono calcolati appositamente per questa espressione. Materiale A B (μm2) Vetro di quarzo 1.4580 0.00354 Vetro borosilicato BK7 1.5046 0.00420 Vetro crown duro K5 1.5220 0.00459 Vetro crown con Bario BaK4 1.5690 0.00531 Vetro flint con Bario BaF10 1.6700 0.00743 Vetro flint denso SF10 1.7280 0.01342 3/5 Aberrazioni Cromatiche Gli indici di rifrazione, dunque, aumentano al diminuire della lunghezza d'onda. I diversi tipi di vetro vengono forniti con i valori di indice di rifrazione a determinate lunghezze d'onda. Alcune di queste lunghezze d'onda sono esplicitate insieme all'elemento chimico che le produce. 4/5 Aberrazioni Cromatiche Esistono due tipi di aberrazioni cromatiche. aberrazione cromatica longitudinale: chiamata anche aberrazione cromatica assiale. Abbiamo visto che il fuoco di una lente nei diversi colori è diverso a causa della rifrazione. La luce blu, ad esempio, viene rifratta più intensamente rispetto a quella rossa. Questa aberrazione può essere corretta utilizzando un obiettivo rifrattivo. aberrazione cromatica laterale: il fuoco dei diversi colori, fuori dall'asse ottico, non coincide. 5/5 Aberrazioni Cromatiche 5/5 Aberrazioni Cromatiche Esistono due tipi di aberrazioni cromatiche. aberrazione cromatica longitudinale: chiamata anche aberrazione cromatica assiale. Abbiamo visto che il fuoco di una lente nei diversi colori è diverso a causa della rifrazione. La luce blu, ad esempio, viene rifratta più intensamente rispetto a quella rossa. Questa aberrazione può essere corretta utilizzando un obiettivo rifrattivo. aberrazione cromatica laterale: il fuoco dei diversi colori, fuori dall'asse ottico, non coincide. 5/5 Aberrazioni Cromatiche 5/5 Ingrandimento e Luminosità Dimensione dell'immagine formata nel piano focale del telescopio: lunghezza focale (f) dimensione dell'oggetto che si osserva. Se d = angolo sotteso dall'oggetto allora la dimensione sul piano focale è l = f • tan d Per piccoli angoli la tangente si può approssimare con il valore dell'angolo in radianti. Valgono le seguenti relazioni: 1 rad = 57,3° = 3438'= 206265 arcsec 1/3 Ingrandimento e Luminosità Se d”= diametro dell'oggetto in secondi, una buona approssimazione per le dimensioni sul piano focale è data da l = f •d”/206265. La quantità di luce raccolta da un obbiettivo, invece, dipende dalla sua area, cioè da ¼ • π •D2 dove D è il diametro dell'obbiettivo. Attenzione: l'ingrandimento farà sì che la luce raccolta venga sparsa su un'area proporzionale al quadrato della lunghezza focale (f2). 2/3 Ingrandimento e Luminosità Quando osserviamo al telescopio, a causa del nostro occhio, abbiamo bisogno di un oculare (immagine virtuale del piano focale posta all'infinito). Anche per l'oculare vale la relazione l = f •d”/206265, che possiamo riscrivere fo • do”/206265 (fo = focale oculare). Dunque f •d” = fo • do”; da cui f/fo = do”/d. do”/d = rapporto tra le dimensioni angolari dell'immagine virtuale osservata attraverso l'oculare e le dimensioni angolari dell'oggetto, cioè è l'ingrandimento I = (anche) f/fo. Usando un ingrandimento più alto, l'immagine apparirà più scura, perchè la luce verrà sparsa su un angolo maggiore. La scelta dell'ingrandimento è quindi un compromesso che deve tenere conto di vari fattori, non ultimo dei quali la risoluzione. 3/3 Risoluzione Esiste un limite fisico a quanto può essere definita l'immagine. Il limite dipende dalla natura ondulatoria della luce (propagazione non in linea retta come nell'approssimazione dell'ottica geometrica). Diffrazione = quando incontra un ostacolola luce cambia in parte direzione. Tanto più piccolo è l'obbiettivo, tanto più importante diventa questo fenomeno. L'immagine è una figura di diffrazione, chiamata disco di Airy. 1/2 Risoluzione Dimensione angolare (in arcsec) disco di Airy = 135/D (D = diametro del telescopio, mm) Stelle di uguale luminosità: risolte fino a che la loro distanza rimane maggiore del potere risolutivo del telescopio (= limite di Dawes, 120/D) Stelle di diversa luminosità: diventa via via più difficile separarle, perchè la luce della più debole diventa indistinguibile. Nel caso di sistemi ad alta luminosità (obbiettivi fotografici) o di telescopi di grandi dimensioni, il fattore che limita il potere risolutivo non è la natura ondulatoria della luce, ma la presenza di aberrazioni ottiche. 2/2 Lavorazione di uno specchio parabolico A partire da un disco di vetro del diametro desiderato (che corrisponderà al diametro del telescopio) è possibile realizzare uno specchio parabolico. Posizionandosi su di un banco di lavoro circolare ed utilizzando un utensile (un disco di vetro di diametro uguale a quello che si intende lavorare) si procede alle varie fasi della lavorazione (sbozzatura, controllo, lucidatura). Durante la sbozzatura viene data la giusta concavità allo specchio (legata alla focale desiderata) sfregando lo specchio stesso con l'utensile ed interponendo tra i due degli abrasivi di grana via via più sottile. Raggiunta la forma corretta, si procede alla lucidatura tramite polvere di ossido di cerio. Il controllo degli errori di forma dello specchio viene effettuato 1/2 tramite il test di Ronchi. Lavorazione di uno specchio parabolico Filmato 2/2