Sempre sul pezzo!
Non
chiamateci
vecchi,
siamo
“adottivi
digitali”
sdwwg.it
LO SHOPPING
IN UN CLIC
SDWWG per una campagna
in pole position
#inchieste
#interviste
#scoop
NATIVA
DIGITALE
IDENTIKIT DI UNA
( L’EDITORIALE DI PAOLO DAGRADA (
“Small is the new big”.
Questa è la nuova parola d’ordine
perché nel nostro mondo tutto cambia
ad una velocità incredibile: ciò
che andava bene ieri, oggi
ci sta largo o forse stretto,
in ogni caso è cambiato!
È proprio la capacità di reagire
al cambiamento che fa la differenza
e tutti i giorni cerco di ritagliarmi
del tempo per stare al passo con le novità.
Dove non arrivo io arriva qualcun
altro la cosa importante è che
all’interno della squadra ci sia sempre
una risposta in grado di soddisfare ogni
tipo di domanda, anche la più complessa.
Paolo Dagrada
News
Case History
Kerakoll Design House
04
05
Io, nativa digitale
06
Lo shopping secondo Internet
08
C’era una volta l’e-commerce
10
E-commerce chiavi in mano
11
Case History: TUTTOFOOD
12
SDWWG, il nostro ecosistema
13
Io, adottivo digitale
14
YouTubers!
16
Sei mobile friendly?
18
di Martina Gneis
di Fiorella Fiorini
di Davide Simonatto
06
Io, nativa
digitale
di Firella Fiorini
di Luca Pacchiarini
di Martina Gneis
di Martina Gneis
E-commerce e Marketing
Automation
20
di Martina Gneis
Perchè alla fine siamo tutti
vittime di questo sistema
22
di Luca Pacchiarini
Case History: Citroën Milano
23
Lo shopping
secondo Internet
numeri, persone,
tecnologie...
08
Strategy
is the king!
3
THE NETWORK
ONE
La professionalità
di SDWWG trova il
suo spazio all’interno
di una vetrina
mondiale. L’agenzia
entra a far parte di
TheNetworkOne, una
delle maggiori reti
di communication
agencies attive a
livello internazionale.
Una membership
creativa che
consentirà a SDWWG
di confrontarsi con
realtà avanzate ed
esperte su quelle che
oggi sono considerate
le nuove frontiere
della comunicazione.
SDWWG ha
l’occasione di
interfacciarsi con altre
agenzie e condividere
strategie di content
marketing, web design
e digital PR.
JUNGHEINRICH
A TUTTOFOOD
Continua a dare
ottimi risultati la
collaborazione
tra SDWWG e
Jungheinrich Italiana,
azienda specializzata
4
news
nell’offerta di prodotti
e servizi di gestione
logistica. In occasione
della partecipazione a
TUTTOFOOD
(Rho Fiera Milano,
dal 3 al 6 maggio),
evento inaugurale
di Expo 2015,
l’agenzia ha realizzato
la campagna
promozionale
e di comunicazione
seguendo
direttamente
il progetto grafico
e strategico.
SDWWG ha realizzato
contenuti mirati
all’evento, esaltando
le proprie competenze
nel content marketing.
CITROËN
MILANO
ha scelto SDWWG
per la campagna di
comunicazione della
polizza assicurativa
Azzurro. L’agenzia
ha impegnato le
sue competenze
in un’operazione
B2C realizzando
una landing page
dedicata, DEM,
materiale informativo,
brochure e flyers
e ha organizzato
eventi street e attività
ambient dedicati
alla promozione del
servizio.
KERAKOLL
DESIGN HOUSE
è il nuovo progetto
di Kerakoll dedicato
al mondo dell’interior
design. SDWWG è
stata incaricata di
realizzare un sito
dedicato, secondo
gli ultimi canoni di
visualizzazione mobile
e di user experience,
in tempi strettissimi,
per essere online
dal primo giorno del
Salone del Mobile di
Milano. Il progetto
è stato presentato
ufficialmente
in occasione
dell’inaugurazione del
nuovo studio atelier
nel cuore del design
district milanese.
Il nuovo website è
caratterizzato da
un forte impatto
visivo, originale e
dinamico, progettato
con l’intento di
trasmettere la
grande novità e
l’entusiasmo che
contraddistinguono
il progetto.
Questo lavoro ci ha
dato la possibilità
di realizzare un sito
di design per un
cliente internazionale
quale Kerakoll. Il
risultato, di sicuro
effetto e apprezzabile
nel mood, riesce a
coniugare l’aspetto
estetico alle più
moderne richieste
di fruizione da parte
degli utenti.”
LUCA
PACCHIARINI,
STRATEGIC
PLANNER
s
Kerakoll Design House è un progetto
integrato di materie innovative – cementi,
resine, legni lavorati a mano, microrivestimenti,
pitture e smalti – coordinate in un’unica
palette colori.
Io, nativa digitale
Sono nata nel 1990. Era il periodo
delle tessere telefoniche, e non dei cellulari.
Del GameBoy, e non delle sfide a Candy Crush Saga su
Facebook. Della macchina fotografica usa e getta Kodak,
e non delle fotocamere digitali megapixel, ultraleggere
e colorate. I bambini giocavano con il Sapientino o il
Tamagotchi, mica con l’iPad. I telefoni avevano ancora
il filo e il “neonato” Nokia 3310 grazie al fenomeno
Snake era l’oggetto più desiderato dagli adolescenti,
dopo il motorino e il walkman…
Anni Novanta, un decennio cruciale. Sono arrivata giusto
in tempo per godermi un periodo denso di cambiamenti.
Si sviluppava Internet, la telefonia mobile e il mondo
stava diventando punto com. È cambiato tutto così
velocemente che faccio fatica a ricordarmi come si stava
prima. A volte, in ufficio, sul tram, durante una passeggiata
in centro, provo a immaginarmi un mondo senza email,
senza app: un mondo disconnesso. Un’apocalisse,
potrebbero pensare i miei coetanei. Eppure prima era
davvero così e la vita scorreva liscia comunque. O almeno,
così mi dicono “quelli più grandi”… Sono gli adottivi
digitali (@LucaPacchiarini), che oggi usano Twitter senza
sapere a cosa servono gli hashtag, che scattano foto
sfuocate con lo smartphone di ultima generazione e che
sbagliano tutte le parole quando scrivono sulle tastiere
touch screen.
Per me nativa digitale oggi è naturale condividere in
rete le mie avventure quotidiane. Mi viene spontaneo
fotografare il cielo durante una bella giornata di
sole e far vedere in tempo reale ai miei amici virtuali
questo spettacolo della natura! Non posso pensare
di andare a lavoro la mattina presto senza ascoltare
la playlist del buongiorno preparata per me da
Spotify. Mi piace guardare un programma in tv e
stimolare un dibattito in rete a colpi di hashtag.
E poi, non mi sono mai comprata una cartina della
città, nemmeno quando a 19 anni mi sono trasferita
nella grande Milano da un piccolo paesino di
provincia: perché avrei dovuto? Con Google Maps
si vede persino la luna!
Io, nativa digitale, sono fortunata perché ho testato sulle
mie esperienze i frutti di questa rivoluzione, anche se non
ho mai preso in mano un LP (a quanto pare, l’unica tra i
colleghi dell’agenzia a essermi persa questo must della
cultura musicale!).
Io, nativa digitale, sono doppiamente fortunata perché
6
*
Martina
Gneis
nativa
digitale
sono sempre stata abituata al cambiamento veloce,
repentino, immediato ed è proprio per questo che
comprendo e anzi, ne sono convinta,
che il meglio debba ancora venire.
Ma io, proprio io, nativa digitale, sono fortunata al
cubo perché ogni giorno, mentre lavoro in agenzia,
divido gli spazi con colleghi che mi ricordano che il
mondo è stato anche “tecnologicamente diverso”
ma comunque “socialmente funzionante”, anche
prima delle app e di Spotify. Ed è proprio così, grazie
a questo confronto, che ho scoperto che in fondo le
differenze di punti di vista, di approcci, di culture e
di esperienze non possono fare altro che aggiungere
valore nella vita, nei rapporti e anche nel lavoro…
E allora ho imparato che anche se gli adottivi digitali
non sanno ancora usare il touch screen, riescono
comunque a insegnare qualcosa anche in un mondo
pieno di hashtag!
“A volte provo a
immaginarmi
un mondo
disconnesso...”
WeArePackagingFans,
il racconto social
al #FuoriSalone
di Milano
Partecipare. È stata questa la parola d’ordine dell’Istituto
Italiano dell’Imballaggio in occasione dell’ultima edizione del
Salone del Mobile di Milano. In uno stand nel cuore della Milano creativa, il Brera
District, tutti gli amici di WeArePackagingFans si sono ritrovati per confrontarsi sulla loro
passione!
Il packaging è diventato motivo di incontro, condivisione, informazione e soprattutto
retweet, like, post e tag! Eh sì, perché la maratona dei sette giorni espositivi è stata
raccontata live dai profili social di WeArePackagingFans che hanno raccolto selfie,
fotografie e commenti in cui intenditori o semplici visitatori hanno condiviso in rete la
loro opinione sull’imballaggio perfetto. Per la prima volta, infatti, l’Istituto presentava
la #CartaEticaDelPackaging con le dieci caratteristiche immancabili del buon pack.
Quale tra quelle in classifica è la più importante?
Lo abbiamo chiesto a tutti gli amici che sono passati dallo stand e l’evento, da
tradizionale mostra statica e unidirezionale, è diventato un vero e proprio contest a colpi
di hashtag! Con un semplice cancelletto # è stato possibile esprimere in modo divertente
e immediato la propria opinione su un tema ampio ed estremamente attuale.
Un dibattito che ha stimolato un dialogo virtuale e ha agevolato uno stimolante scambio
di opinioni tra professionisti del settore, studenti, appassionati, visitatori o semplici
curiosi che si sono fatti sentire attraverso l’immediatezza del linguaggio visivo, con
immagini e anche brevi clip video. Una postazione social allestita all’interno dello stand
mostrava in tempo reale il risultato degli scatti sulla pagina ufficiale di Facebook, in una
gallery costantemente aggiornata dalle opinioni dei PackagingFans!
Per i fan più esigenti, il profilo Instagram di mister_pack ha raccolto le immagini più
“artistiche” della manifestazione: composizioni, pacchetti, decorazioni colorate che
hanno mostrato nel dettaglio tutte le caratteristiche dello spazio espositivo e delle opere
presentate. Il potere dei social!
7
LO SHOPPING SECONDO INTERNET:
NUMERI, PERSONE, TECNOLOGIE...
“Il 43,5% degli utenti di Internet in Italia, cioè dei cittadini
che dispongono di un qualche tipo di collegamento,
fa acquisti sul web”. ( )
Gli ultimi dati mostrano come il comparto e-commerce sia divenuto nel tempo una scelta obbligata e un canale
necessario e cruciale per le imprese che vogliano fare business sia nel nostro Paese sia su scala globale.
+ 15%
CRESCITA 2015
Prosegue la costante crescita a doppia
cifra che caratterizza l’e-commerce
in Italia a partire dal 2010: dopo aver
ottenuto un incremento del 16% nel
2014, l’e-commerce registrerà per il
2015 un’ulteriore crescita del 15%
che porterà il mercato a superare
i 15 miliardi di euro. I comparti
maggiormente in crescita rispetto
al 2014 sono: l’Informatica (+26%),
l’Abbigliamento (+23%), l’Editoria
(+21%), il Grocery (+22%), e il Turismo
(+9%). In crescita del 18% l’export per
un valore totale di oltre 3 miliardi di
euro. ( )
8
15
MILIONI DI PERSONE
In concreto sono 15 milioni di
persone, principalmente attratte
dalle opportunità di risparmio
(37,1%9), dalla praticità (32,8%)
e semplicità d’acquisto (19,8%),
e dalla possibilità di farli restando
seduti sul divano di casa. Per il 7%
del campione lo shopping online
è semplicemente “più divertente”,
ma una non trascurabile fetta
(12,8 %) vi si avvicina per la maggiore
efficacia di vendita rispetto ai negozi
tradizionali, cioè dalla possibilità
di informarsi e confrontare prezzi
e dettagli. ( )
+68%
ULTERIORE CRESCITA
Il 2014 si chiude con la crescita
delle vendite da smartphone a
quota 1.087 milioni di euro, mentre
nel 2015 si prevede un’ulteriore
crescita del 68% che porterà il
canale vicino ai 2 miliardi di euro.
Nel 2015 gli acquisti effettuati
tramite smartphone e tablet
raggiungeranno il 25% del totale
e-commerce. ( )
“L’economia
generata
dall’e-commerce
ha prodotto
direttamente
e indirettamente
circa 2,5 milioni
di posti di lavoro
in Europa.”( )
In tutto il Mondo le vendite complessive
di beni e servizi online si attesteranno sui 2.100
miliardi di dollari a fine 2015 (erano 1.840 miliardi a
fine 2014), ovvero il 5% sul totale complessivo
delle vendite retail. Sono in media il 75%
gli utenti che nel mondo accedono al web tramite
dispositivi mobili. ( )
In Italia
la penetrazione
dell’e-commerce
sta crescendo
e passa dal 3,6 al 4%
nell’ultimo anno.
In Europa le previsioni
per il 2015 stimano a 470 miliardi
di euro il fatturato di beni
e servizi acquistati tramite e-commerce.
In Europa la popolazione di e-shopper
supera i 230 milioni e sono circa
2,5 milioni i posti di lavoro generati.
Nel corso del 2014 i 3 Paesi europei
in cima alla classifica delle vendite
online (con il 60% del totale) sono
UK, Germania e Francia. ( )
> 350 milioni
Per l’Italia, conosciuta nel mondo
per abbigliamento, calzature,
accessori, moda, arredo, design,
vino e prodotti eno-gastronomici di
qualità, oggi c’è un vastissimo mercato potenziale: una platea di oltre
1 miliardo di consumatori online,
affascinati dal Made in Italy in tutte
le sue sfaccettature, e di 4,2 miliardi
di individui che quotidianamente
sono su Internet. ( )
Arredamento
Food&Wine
260 milioni
Turismo
5,5 miliardi
L’Arredamento raggiunge quota 350 milioni di euro (+75% rispetto al 2014) e il Food&Wine sfiora i 260 milioni di euro
(+ 30% rispetto al 2014). La vendita di prodotti nel 2015 pareggerà quella di servizi, passando dal 46 al 50% delle vendite
online da siti italiani. Il Turismo con il +9% si conferma il comparto principale con un valore di quasi 5,5 miliardi di euro
(37% del mercato). L’Abbigliamento passa dal 14 al 15% del mercato, e l’Informatica ed elettronica di consumo dal 12 al
13%; seguono l’Editoria con una quota del 3% e il Grocery con l’1%.
Turismo e Abbigliamento si confermano i due comparti che spingono maggiormente l’export dell’e-commerce
italiano portandolo a crescere del 18% nel 2015 e a raggiungere una quota superiore ai 3 miliardi di euro. ( )
( ) Fonte dati Osservatorio eCommerce b2c Netcomm - Politecnico di Milano
( ) Fonte dati E-commerce Foundation
( ) Fonte dati 12esimo rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione
9
C’era una volta
l’e commerce...
Ma dove vai se l’app non ce l’hai?
Un leit motiv diffuso ma incredibilmente
realistico che sta prendendo piede
soprattutto nel settore degli acquisti
online…
La tecnologia ci ha abituati a passaggi repentini, tanto che dopo il boom delle
piattaforme di e-commerce che continuano a far registrare numeri elevatissimi
se paragonati ai tradizionali canali retail, nel mondo mobile è scoppiata una
nuova tendenza nota come m-shopping! Quello che potrebbe essere definito
il fratello minore dell’e-commerce (e qui il condizionale è d’obbligo…), è un
mercato in crescita costante grazie alla rapida diffusione di device che fanno
della mobilità il loro punto di forza. Dati alla mano, il mercato dell’m-commerce
nell’ultimo anno ha registrato un aumento del fatturato del 105% in Europa e del
66% in Italia*.
Cosa si nasconde dietro a questo successo?
Necessità, comodità, praticità e soprattutto l’esigenza dell’utente di sentirsi sempre
connesso, sempre in grado di poter trovare quello che cerca, ovunque si trovi e in qualsiasi
momento. Come da tradizione, in tema di shopping è il gentil sesso a farla da padrone:
le app di moda, abbigliamento e accessori sono quelle più diffuse e utilizzate.
Sono disponibili persino delle applicazioni che consentono di scambiarsi consigli
tra fashion victim e paragonare i propri look con quelli delle star! Una moda che ha
attraversato diversi canali: partita dai blog, poi è transitata sui social di fotografia come
Instagram e ora ha trovato una nuova (e sicuramente più redditizia) collocazione.
Con l’avvento dell’m-shopping lo smartphone o il tablet diventano una Lampada
di Aladino 3.0, che accontenta i desideri di ogni suo possessore. Ma se il protagonista
dell’omonima fiaba doveva accontentarsi solamente di tre richieste, in epoca digitale
i desideri non hanno limiti, almeno fino a quando carta di credito lo consenta…
ANALISTA, PROGRAMMATORE WEB
E E-COMMERCE ADDICTED
SDWWG
10
[
DAVIDE SIMONATTO
*Zanox, Mobile Performance Barometer
SAIPEM STORE:
L’e-commerce
chiavi in mano
per Saipem
Il progetto è iniziato
nel 2011, quando Saipem
ci ha chiesto di realizzare
un e-commerce dei
prodotti di merchandising
per l’azienda.
L’idea di partenza era creare una linea di prodotti
brandizzati Saipem di elevata qualità, a un prezzo
vantaggioso per i dipendenti dell’azienda, e da vendere
worldwide attraverso un e-commerce. Obiettivo: far
crescere nel mondo dei lavoratori Saipem il senso di
appartenenza a una squadra vincente.
Il progetto, sviluppato in base alle richieste del cliente,
ha dato all’agenzia il compito di gestire l’intera filiera delle
attività, per la consegna e gestione di un prodotto “chiavi
in mano”.
Siamo partiti con l’ideazione della creatività
del nuovo brand da realizzare secondo i requisiti
corporate e abbiamo proseguito
col lavoro di scouting, selezione
e produzione dei prodotti da
USER
PASSWORD
inserire in linee personalizzate (polo in puro cotone, felpe,
trolley, orologi, shopper, etc…).
Abbiamo quindi seguito lo sviluppo della piattaforma
e-commerce Saipem Store, ideato l’intero progetto
grafico del sito e curato la sua messa online.
Una volta attivo, abbiamo organizzato e coordinato
tutte le operazioni logistiche (magazzino e spedizioni),
identificando i migliori partner e gestendo le relazioni sia
con i fornitori che con la clientela.
Last, but not least, la comunicazione del sito, con la
pianificazione periodica di iniziative promozionali dedicate
(newsletter/dem) per fare push sulle vendite.
Obiettivo:
far crescere nel
mondo dei lavoratori
Saipem il senso
di appartenenza a una
squadra vincente.
11
La tecnologia tedesca
porta in tavola
la tradizione italiana.
Carrelli, prodotti e soluzioni avanzate per la gestione del magazzino e del tuo business.
Per far sì che ogni giorno, grazie a Jungheinrich, la bontà sia sulla tavola degli italiani.
Contattateci al Numero Verde 800 368485 oppure visitate il nostro sito.
www.jungheinrich.it
3/6 maggio 2015
Ingresso padiglione 1-3
SDWWG,
il nostro ecosistema
SDWWG è una communication agency di Milano attiva dal 1983
caratterizzata da un approccio multidisciplinare, crossmediale
e strategico. Le competenze dell’agenzia variano dal web design
all’advertising, dal digital marketing alla marketing automation,
dal content marketing allo sviluppo di piattaforme di e-commerce.
L’attività di SDWWG arriva oltre i confini nazionali grazie alla partnership con TheNetworkOne nodo strategico
di una rete di agenzie distribuite in 106 Paesi di tutto il mondo che condivide esperienze, skills e contenuti crossmediali.
SDWWG nell’entertainment insieme a The Best Blend, società di produzione video che deve il suo successo soprattutto
al format web Cotto&Frullato, vero e proprio fenomeno virtuale e significativo esempio dell’attuale tendenza di social
video marketing.
H 12.00 AM
HCREATI9.V0E0BREAKFAST
AM
DAILY BRAINSTORMING
MONDAY
WEEKLY CONTENT POINT
QUICK DEBRIEF
STAY PINK
“WE
AND FOOLISH
H 7.00 PM
INSPIRED HAPPYHOUR
CI TROVATE
QUI!
sdwwg.it
13
“
Classe
1971:
Adottivo digitale
Sono un “adottivo digitale”
e ho visto cose che voi “nativi
digitali” non potete nemmeno
immaginare…
Ho cominciato a lavorare usando un oggetto chiamato fax
perchè, ci crediate o no, era l’unico mezzo per inviare ai
clienti proposte, presentazioni e contratti. Passavo le giornate
a organizzare la mia agenda, rigorosamente cartacea, e a
catalogare lettere e appunti. Ho assistito poi alla moltiplicazione
dei byte e ho visto modem 14/4 trasformarsi, quasi per miracolo,
in 28/8 fino a diventare fibra!
E nel tempo libero? Sono passato dal vinile alla cassetta, dal CD
alla magia del laserdisc, e poi il minidisc, il dvd e il download: nel
giro di pochi anni (voi eravate appena nati, forse) eravamo tutti
dei rivoluzionari figli di Napster. Ho visto cose… ho visto gadget
cinematografici usati in Star Trek o 007 diventare oggetti di uso
quotidiano.
Noi adottivi digitali, uomini e donne di mezza età o poco più,
siamo carichi di un’esperienza di vita difficile da comunicare a
voi che non sapete nemmeno cosa è un LP, a voi che conoscete
solo il WiFi, (e che senza vi sentireste persi perché la vostra
selezione musicale su Spotify non funzionerebbe), a voi che oggi
al massimo regalate una playlist o un buono per download
gratuito. Voi avete YouTube e una cultura usa-e-getta, noi
abbiamo avuto “TopGun” “PrettyWoman” “Dirty
Dancing”, “Grease” che, certo, non saranno
pietre miliari del cinema, ma ci hanno
dato una mano, per lo meno le
care “olgettine” hanno
avuto l’ispirazione
direttamente
da Julia
14
Roberts sul cosa fare “da grandi”.
Ognuno è figlio dei suoi tempi
e cresce con gli stimoli che lo
circondano. Temo però che i nativi
digitali (o millennials) di stimoli ne
abbiano avuto qualcuno in meno.
A noi adottivi affrontare il nuovo che
avanzava ci ha insegnato ad avere un
giudizio critico diverso, generalmente
più analitico. I nativi non hanno
dovuto adattarsi (in un periodo di
poco più di 10 anni) al passaggio da
analogico a digitale, da straordinario
a quotidiano. Il nativo digitale nasce
con tutto già pronto, vive quasi in
una condizione di “aggiornamento”
del sistema, come nei software
così nella sua vita, non è parte di
un movimento rivoluzionario, ma ne
subisce il fascino, ne segue la moda.
Voi passate continuamente da 2.0 a
2.1, a 2.2… il vostro sistema operativo
nasce obsoleto! :-)
Noi adottivi abbiamo dovuto
necessariamente superare la
difficile soglia d’ingresso e passare
da un telefono a rotella a uno
smartphone. Questo ci rende pronti
al cambiamento (sembra paradossale)
verso le nuove tendenze, alle quali
spesso non diamo il giusto peso
perché per esperienza le vediamo
volatili, passeggere. È vero, a volte
non sappiamo qual è la differenza
tra un # o una @, però conosciamo
il modo migliore per far interagire
Luca Pacchiarini
Marketing Manager 3.0
diverse informazioni. Sappiamo
gestire quella che voi chiamate
comunicazione “old style” (e noi
comunicazione “classica”), ovvero
quella che porta al centro la
strategia, quella che fa la differenza.
Il social, che voi nativi tanto amate,
è semplicemente un mezzo, una
scatola vuota e non un fine. E ciò
succede perché attribuite troppo
valore al contenitore dimenticando
il contenuto. Ipotizziamo
un’automobile, bellissima, comoda e
sportiva, la bellezza del viaggio non
è data dal mezzo, ma dall’itinerario.
L’itinerario è cultura, è capacità di
trasmettere, grazie alla conoscenza,
sensazioni positive e memorabili.
Questo si chiama Comunicazione.
Mad Man ci fanno una pippa, ehm…
hanno solo da imparare!
Il contenuto della comunicazione
non si può improvvisare. Un buon
risultato si ottiene con anni di studio,
lavoro ed esperienza, e mettere a
frutto questa esperienza ci aiuterà a
ritrovare il senso della nostra creatività
e italianità. Basta nascondersi dietro
a termini come content e storytelling
perché la cultura è la base della
strategia, non è e non sarà mai un
neologismo anglofono a “fare”
la comunicazione! Noi adottivi e
nativi digitali italiani, siamo quelli
che possono insegnare al mondo lo
stile. Don Draper e Peggy Olson di
In questi anni ho visto nascere e
morire mode e mondi, li ho visti
cambiare, evolvere, involvere e
ritornare… tra adottivi e nativi la
cosa migliore è lavorare come in una
grande famiglia.
E in SDWWG tutti facciamo la nostra
parte!
15
BENVENUTI
NELL’EPOCA del
SOciaL VIdEO mARkEtING
Carta e penna? Addio! Oggi gli strumenti del
marketing manager perfetto sono ben altri: per
realizzare un contenuto di successo basta della sana
creatività (quella nel nostro mestiere non guasta
mai…) in aggiunta a un semplice smartphone.
Eh sì, perché i contenuti video semplici, immediati,
diretti e naturali sono balzati in vetta alle preferenze
del pubblico a dispetto di immagini sempre più spesso
finte e ritoccate o lunghe pagine di testi.
E non solo per ciò che concerne l’entertainment,
anzi. I video sono caratterizzati da una potenzialità
comunicativa eccezionale e un forte impatto
emotivo anche in ambito commerciale, Carosello
docet. Clip e spot, indipendentemente dalla loro
durata, sono essenziali per rendere una campagna di
brand awareness attrattiva, coinvolgente e incisiva e
diventano fondamentali anche nel processo di lead
generation.
E mentre i social addicted più incalliti diventano
famosi sfoderando l’arma dell’ironia e da semplici
maniaci della rete diventano delle vere e proprie star
tanto da guadagnarsi persino un neologismo tutto
loro (vedi youtubers), chi invece questa attività la fa
di mestiere ha bisogno di una strategia, un progetto
che guidi frame by frame la propria campagna di
social video marketing.
Sì, ho detto social video marketing perché oggi
non basta fare un video, montarlo e aggiungerci una
colonna sonora che crei la giusta atmosfera.
I marketing manager hanno un dovere in più:
renderlo virale. Per farlo bisogna partire dai
contenuti: immediati, diretti, freschi e dinamici.
Un filmato ben progettato deve saper adattare la
sua struttura al canale sul quale viene veicolato
per riuscire a catturare l’attenzione del pubblico e
conquistarlo per originalità e creatività.
E questa sembra essere una strategia che funziona
davvero. A dimostrarlo sono i numeri come quelli
del web serial Cotto&Frullato che ha raggiunto
16
9 milioni e mezzo di visualizzazioni su
Youtube. Dunque, anche la competenza
strategica di SDWWG si orienta verso
l’entertainment annunciando una
partnership proprio con The Best Blend,
giovane realtà contraddistinta per
creatività e talento artistico, impegnata
nell’ideazione e produzione di video e
format online, tra i quali spicca proprio
Cotto&Frullato. Paolo Cellammare,
CEO e producer di Cotto&Frullato,
racconta così i segreti di questo
successo!
Oggi, tra i giovani spopola il fenomeno Youtube.
Basta un telefonino e tutti possono avere il loro
canale sul web e farsi conoscere. Qual è la tua
opinione su questa tendenza?
“Siamo nel pieno di una rivoluzione nel campo della
comunicazione, è sotto gli occhi di tutti. Internet
ha dato voce alla massa, ma mentre inizialmente
questa era limitata da testo ed immagini, YouTube
ha ampliato l’arsenale di chiunque abbia qualcosa
da dire o da mostrare. Come i blog sono negli anni
diventati un competitor per riviste e quotidiani, i
video su web sono diventati adesso un serio rivale
dei network televisivi tradizionali.
A conti fatti, quello
che viene conteso è il tempo libero delle persone, e
sappiamo bene quanto questo sia limitato. Abbiamo
un universo di professionisti che si scontra con la
voce di un’infinità di publisher individuali. Tra questi
ci sono persone comuni ma anche altre che hanno
esperienza nel settore del video, ma che non hanno
mai avuto il supporto per distribuire un proprio
prodotto. In questo mare magnum di produzioni
video quello che emerge e che diventa popolare
alla fine è quello che piace di più al pubblico. Pura
meritocrazia creativa, non sempre tecnicamente
ineccepibile, o culturalmente edificante, ma
sicuramente capace di intrattenere o interessare
il pubblico. Oggi chiunque ha la libertà di poter
comunicare con un video possedendo un cellulare
ed una connessione ad Internet, come qualunque
bambino sudamericano ha la libertà di giocare a
calcio avendo solo un pallone. Io credo che questa
libertà ci darà, e ci sta
già dando, l’opportunità
di veder nascere tanti
nuovi campioni della
comunicazione.”
Come un video diventa
virale?
Un video diventa virale
perché piace tanto da
volerlo condividere
con amici e conoscenti,
e renderlo parte del
nostro comune ambiente
culturale e comunicativo,
commentarlo insieme
e parlarne.
“Un video diventa virale
perché piace tanto da
volerlo condividere con
amici e conoscenti,
e renderlo parte del nostro comune ambiente culturale
e comunicativo, commentarlo insieme e parlarne.
Questo è un dato di fatto. Questo meccanismo, però
non è così facilmente prevedibile. Anche seguendo
delle fantomatiche “regole del video virale” non c’è
niente di garantito. Io credo che basare un progetto
sulla creazione di un “video virale” sia un po’ come
giocare un biglietto della lotteria. Non c’è niente di
scientifico e nessuna garanzia sull’investimento. Quello
su cui credo che invece si debba investire è sulla
creazione di un pubblico stabile e fedele. YouTube
dà degli strumenti per lavorare in questo modo, e
conoscendo il proprio pubblico si possono avere delle
garanzie di risultato concrete e tangibili.”
dello spettatore, lo sorprende, e difficilmente verrà
dimenticato. Se, inoltre, si lega ad esperienze comuni
o sfrutta dei meccanismi comunicativi che lo rendano
altamente condivisibile aumenterà esponenzialmente
la sua diffusione. La longevità è un elemento chiave.
Un video sul web non ha una data di scadenza,
rimane visibile per anni. Un video che viene visto e
rivisto, e che non invecchia, diventa un investimento a
lungo termine, e raggiungerà nel tempo una massa di
pubblico imprevedibile. Quest’ultimo è un elemento
da tenere sicuramente in considerazione.”
“Questo gemellaggio ci darà lustro
e vantaggio competitivo da subito
con un sicuro riscontro da parte del
mercato. Una fuoriserie come la
nostra agenzia, alimentata da una
miscela esplosiva come The Best
Blend non può far altro che essere
avanti 3 semafori!” – commenta Luca
Pacchiarini, marketing manager di
SDWWG.
I tre aggettivi di un video di successo?
“Originalità, Condivisibilità e Longevità.
Un contenuto originale rimane impresso nella mente
17
Ti sei mai
chiesto se il tuo
sito è
davvero
mobile
friendly?
Inutile continuare
con la strategia
dell’indifferenza,
ormai siamo nel pieno
del cambiamento.
Una rivoluzione
portata allo scoperto
dal colosso Google,
ma che in realtà
covava da tempo tra
i circuiti virtuali del
mondo digital.
È il #MobileGeddon,
ovvero la supremazia
ormai indiscussa
del settore mobile
in un mondo sempre
più connesso
e sempre più social.
18
Il primo importante segnale in questa direzione arriva da
Mountain View: Google, forte di un significativo aumento
delle ricerca da mobile, ha cambiato i parametri di ranking
penalizzando nei criteri di indicizzazione tutti i siti non
ottimizzati per la navigazione in mobilità. Tra le piattaforme
online, a spuntarla ora sono solo quelle mobile friendly. Ma
non solo a parole, anzi. Big G ha inserito un tool per capire
in modo automatico quanto il proprio sito risponda davvero
ai nuovi criteri di classificazione e sia quindi allineato con i
principi del nuovo algoritmo. Dunque, chi si affida a Google
per attirare visitatori o chi gestisce piattaforme e-commerce
e utilizza il motore di ricerca come esca per pescare nuovi
acquirenti in rete, non dovrebbe sottovalutare il proprio
grado di consumer experience via smartphone e tablet.
Continuare a perseguire la strategia dell’indifferenza significa
scegliere un percorso fallimentare e controproducente per il
proprio business e, se i diretti interessati non intervengono,
si arriverà a una vera e propria apocalisse virtuale, dove le
realtà più piccole ma concretamente più avanzate fagocitano
i grandi siti attivi da più tempo ma tecnologicamente più
deboli. Secondo una ricerca della società Portent, più del
40% dei siti di tutto il mondo non sarebbe ancora conforme
ai nuovi criteri di usabilità e se si stringe il cerchio sull’Italia
i risultati non cambiano: stando ai dati pubblicati da FIND,
almeno il 62% delle aziende quotate in Borsa non presenta
ancora gli standard tipici del mobile friendliness, tra queste
anche piattaforme istituzionali, siti governativi o di grandi
brand nazionali.
Una soluzione c’è e si chiama responsive web design.
Si tratta di una tecnica di digital marketing per la
realizzazione di siti in grado di adeguarsi graficamente e in
modo automatico al dispositivo attraverso il quale vengono
consultati. Se è vero che attualmente i contenuti sono i
protagonisti assoluti della scena (“content is the king”),
non si può di certo tralasciare l’importanza del device, lo
strumento che influisce e determina l’esperienza di fruizione
dell’utente finale. Ecco perché i siti responsive, grazie alla
possibilità di adattare l’impaginazione alle diverse dimensioni
e risoluzioni degli schermi, oggi sono la soluzione ricercata
dai professionisti che desiderano accontentare sempre
il loro pubblico.
Dunque, lasciate
da parte l’indifferenza
e cercate piuttosto la vostra
strategia per fare la differenza.
Pink mobile, pink different.
Noi ve lo diciamo
da un po’…
19
CONOSCERE,
ACCONTENTARE, FIDELIZZARE:
L’E-COMMERCE AI TEMPI DELLA
MARKETING AUTOMATION
Marketing Automation.
Segnatevi questo nome,
perché presto potrebbe
tornarvi utile, qualsiasi
sia il settore della
vostra attività. Con
l’avvento di Internet e
dell’informatizzazione
digitale, chi fa business
si trova quotidianamente
a contatto con una
mole ingente di dati
e informazioni da
interpretare: tutto ciò
implica uno sforzo e
un dispendio cospicuo
di risorse, tempo e
denaro a fronte di
risultati comunque
poco soddisfacenti.
Cambiare rotta è possibile
e finalmente anche
l’Italia ha allargato i suoi
orizzonti verso la demand
20
generation, una nuova fase
del marketing in cui per fare
la differenza bisogna saper
riconoscere le differenze.
Come ottimizzare la
propria attività?
Con la marketing
automation.
La marketing automation
ha decisamente cambiato
il modo di fare marketing
e di comunicare con il
pubblico di riferimento.
Una piattaforma digitale
che studia i comportamenti
dell’utente, analizza le sue
preferenze e trova sempre
la strategia migliore per
soddisfarle. Il software
accompagna ogni contatto
nel suo percorso di crescita
attraverso contenuti di
valore fatti su misura per
lui (personalizzati ma in
modo automatizzato) per
passarlo al reparto sales
solo quando realmente
pronto all’acquisto e
farlo diventare un cliente
effettivo. Un percorso
dinamico e multidisciplinare
per convertire una strategia
tradizionalmente push in
un workflow crossmediale,
interattivo e attrattivo. E
infine, ottenere un report
certo sui risultati delle
campagne attuate, capirne
le criticità e migliorarle.
Perché? Per soddisfare
sempre le richieste
dell’interlocutore.
Per avere successo oggi
è necessario conoscere i
propri interlocutori, dare
un nome e un cognome
a numeri e statistiche per
poi attuare una strategia
di comunicazione mirata
e aumentare il livello di
engagement, quindi di
interesse, per ogni singolo
contatto. Con la marketing
automation è possibile
tracciare i comportamenti
degli utenti in rete,
riconoscerli e profilarli
su una scala di valori
emozionali e adattare gli
strumenti del marketing
tradizionale alle esigenze
dell’utente (vi piacerebbe
utilizzare l’email marketing
come strumento strategico
ed evitare di trovare il
vostro brand incagliato
nella blacklist dello spam?).
Marketing Automation
e e-commerce: cosa
cambia? Il risultato finale.
Seguire i movimenti e le
fasi di acquisto dell’utente
su una piattaforma di
e-commerce, analizzare il
suo carrello e guidarlo nelle
scelte d’acquisto future.
Questo El Dorado del
retail online esiste grazie al
sodalizio tra la marketing
automation e una
piattaforma di e-commerce.
Attualmente i tassi di
conversione di un sito di
e-commerce B2C sono
intorno all’1%, che tradotto
significa che su
100 visitatori solo 1
completa l’acquisto (fonte
WIXAB): la tentazione
di passare ad altre
piattaforme, prendere
informazioni dalla rete,
distrarsi e proiettare la
propria attenzione su
altri contenuti è troppo
grande. Così, clic dopo clic,
ogni sito di e-commerce
colleziona un numero
sempre maggiore di carrelli
abbandonati. Una corretta
strategia non dovrebbe
dunque concentrarsi sulla
generazione di traffico, ma
piuttosto sulla conversione
dei visitatori in clienti
effettivi. Con un sistema
di marketing automation
applicato ad una
piattaforma di e-commerce
i comportanti del singolo
visitatore vengono tracciati,
analizzati, studiati e
monitorati per approfondire
la conoscenza di gusti,
preferenze e abitudini al
fine di alimentare i workflow
delle campagne future.
Come nel retail
tradizionale, se un
commesso conosce
bene il cliente aumenta
le proprie potenzialità
di vendita, è in grado di
proporre il servizio più
adatto alle sue richieste
e, se è davvero preparato,
suggerisce un prodotto
ancor prima che l’utente
ne manifesti la necessità.
communication agencies
più innovative dirottano
le loro strategie su questi
sistemi automatizzati per
soddisfare le esigenze
dei clienti con precisione,
puntualità, immediatezza
e affidabilità.
Dove? Dall’America
all’Italia. Finalmente.
Sembra fantascienza e
invece è possibile. Già
nel 2011 ben il 54% dei
marketers americani ha
dichiarato di avere iniziato
a utilizzare soluzioni di
marketing automation
e un ulteriore 17% ha
confermato di averne in
programma l’adozione
(fonte WIXAB). Anche
l’Italia sembra essersi
svegliata dal torpore del
marketing tradizionale: le
Perché oggi saper
comunicare non basta
più: bisogna essere in
grado di creare valore
e interesse, stimolare
la curiosità e attrarre
puntando su contenuti
di qualità che, come un
puzzle, si incastrano
perfettamente ai bisogni
dell’utente usando come
ponte di collegamento
piattaforme sicure e
strutturate come la
marketing automation.
21
L’OPINIONE
“Perché alla fine
siamo tutti vittime
di questo sistema”
Ultimamente quando prendo la metropolitana, quello che
vedo è gente immersa in una “relazione di amorosi sensi”
con i propri dispositivi mobile. Persone che non si salutano,
non chiedono permesso, mi scusi o semplicemente sorridono
a chi le cede il passo.
La democrazia online, è ormai evidente, non ha fatto altro
che dare la possibilità a tutti, ma proprio a tutti, la possibilità
di diventare sì protagonisti dei propri canali, ma allo stesso
tempo fruitori di un eccesso di informazioni, che a volte ci lascia
inebetiti.
Ma il mondo virtuale non può e non deve
superare il mondo reale e delle relazioni!
Fare comunicazione significa essere in grado di ritrovare
l’attenzione “attenta” e partecipe del nostro target sia online
che offline. Comunicare, fare audience development, è sempre
più materia da professionisti, questo perché i competitor
non sono più i soliti 4 editori, bensì 3 miliardi di canali liberi.
Qualcuno direbbe che se la cantano e se la suonano per conto
loro, qualcun altro che sono la comunicazione del futuro.
La verità è che più cercheremo modi diversi di comunicare,
estremizzando la virtualità tipica dei social network, e più
torneremo ad avere un necessario e naturale bisogno di
incontrare le persone in modo reale, ad avere bisogno di vivere
le emozioni e “incontrare” di persona il nostro brand preferito.
Voi sarete pronti al nuovo “Umanesimo”?
La comunicazione è fluida, le barriere non esistono, i
confini sono labili.
Strategy
is the king!
#cipensazzurro
CITROËN
SCEGLIE
SDWWG!
L’agenzia ha realizzato l’attività di sviluppo
creativo e strategico del progetto Azzurro,
la nuova campagna di Citroën Milano in
collaborazione con UnipolSai e IdentiCar.
Il mix delle competenze ha realizzato una
strategia di comunicazione a 360 gradi
in 36 ore, dall’ideazione del concept alla
realizzazione dell’attività on e offline.
LUCA P.
STRATEGIC
PLANNER
MAURO C.
PROJECT
LEADER
MARTINA G.
COPY
FEDERICA M.
ART
DIRECTOR
ELEONORA S.
PRODUCTION
DEPT.
CLAUDIO S.
WEB
DEVELOPER
PAOLO D.
CREATIVE
DIRECTOR
#ambient #gadget
Definizione e organizzazione di
eventi in città e centri commerciali
#pop #flyers #bruchure
Definizione grafica,
copy e printing
#spotradio #pianificazione media
Realizzazione spot, gestione e
pianificazione media
#website #SocialMediaMarketing
Creazione e sviluppo
landing page full responsive,
interazione e content
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STAY PINK
STAY FOOLISH
Amiamo il nostro lavoro e per farlo sempre
meglio lavoriamo, studiamo, evolviamo.
Il nostro unico obiettivo?
La soddisfazione dei nostri clienti.
sdwwg.it
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