bambini stranieri e salute
patologie d’importazione
pino ghinelli
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404.000
Minori figli di immigrati in Italia a fine
2003 - 50% nati in Italia (Caritas)
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Bambini stranieri
• Nati in Italia da genitori regolari
• Immigrati con i genitori
• Nati in Italia o immigrati, ma con una prolungata
separazione dai genitori
• Figli di genitori irregolari e clandestini
• Figli di rifugiati
• Nomadi
• Adozione internazionale
• Minori non accompagnati
Etnopediatria
Pediatria che si occupa
del bambino nelle sue
diverse etnie, con le
relative peculiarità
biomediche (auxologia,
colore della pelle, ecc.) e i
vari contesti culturali.
(Milena Lo Giudice)
Etnopuericultura
valuta gli effetti sulla salute del bambino dei diversi
stili di cure parenterali presenti nelle differenti realtà
culturali.
In molti casi le tecniche applicate nella nostra società
e suggerite dai pediatri non si basano su effettive
evidenze scientifiche ma piuttosto su elementi in
qualche modo ideologici.
Lo studio di stili di puericultura differenti può offrire
nuove prospettive (displasia anche – allattamento al
seno)
Il b. straniero presenta stato di salute
=
b. italiano
di pari condizioni socio economiche
Ci sono situazioni (mal.infettive - tbc – malattie parassitarie)
che si vedono più spesso perché legate a situazioni di povertà
(scarsa igiene – sovraffollamento e precarietà abitativi).
Lo straniero ha difficoltà ad accedere all’assistenza sanitaria
(clandestinità – difficoltà linguistiche – ignoranza della nostra
organizzazione sanitaria).
Patologie di importazione
tutte le problematiche di salute che la persona si porta dietro
a causa della propria provenienza
•
Origine genetica (talassemia - anemia falciforme)
•
Determinate da fattori carenziali per abitudini alimentari o esposizione
a sostanze tossiche nel paese d’origine.
•
Malattie infettive contratte nel paese d’origine (malaria - tbc –
parassitosi intestinali – malattie veneree – aids ecc.)
Fino al 1600 migrazioni e colonizzazioni hanno avuto grande
responsabilità nella diffusione delle malattie infettive.
Nell’era della globalizzazione attribuire queste malattie
all’immigrazione non ha senso, sono moltissime le persone che si
spostano per affari o per turismo (es.: sars).
Lo sviluppo di queste malattie è da correlare alle scadenti condizioni
di vita.
Rimedio: accessibilità dei servizi sanitari e politiche di integrazione.
È infondato attribuire responsabilità nella diffusione di malattie da
parte degli immigrati – quest’accusa potrebbe provocare
segregazione e rischio di diffusione di malattie.
Patologie di adattamento
condizioni psicopatologiche a causa del trauma della
migrazione
Patologie di acquisizione
legate a fattori di rischio cui l’immigrato viene sottoposto
nel paese ospite
non ci sono differenze rispetto al cittadino italiano che si
trova a subire a parità di classe di età le stesse condizioni
morbigene.
Sindrome di Salgari
colpisce quegli operatori sanitari
che di fronte al paziente straniero
si lasciano affascinare
dall’esotico e vanno alla ricerca
di patologie strane, tropicali, mai
viste prima
Sindrome da General Hospital
si riferisce alle fantasie che a
volte i pazienti stranieri hanno
riguardo alle caratteristiche
miracolistiche della
ipertecnologica medicina
occidentale
Medicina transculturale
La medicina che si prefigge di essere
efficace in un contesto transculturale,
ovvero che nella relazione operatore
sanitario-paziente sappia tenere conto
dello specifico culturale esistente.
(Salvatore Geraci)
Esistono svariati modi di considerare l’uomo, la sua
anatomia, la salute, la malattia ma in ognuno di noi ha una
sua concezione “meticcia” .
Biomedicina, medicine tradizionali, alternative, magia.
Questo intreccio è più complicato nell’immigrato.
“illness” (vissuto soggettivo della malattia)
“disease” (malattia come la intende la scienza
biomedica)
“sickness” (lo stato o il ruolo sociale del malato,
formalizzato dall'atto della diagnosi)
comunicazione
“compliance” (adesione del paziente alle
prescrizioni del medico) accettabile solo nel 70%
dei casi.
mediazione culturale
“Il sistema culturale del paese di origine del paziente è
importante, ma ogni persona è un qualcosa di unico con una
sua individuale percezione della malattia.
La medicina dell’immigrazione ci sta offrendo una grande
opportunità, quella di ricondurre gli operatori sanitari alla
considerazione che la medicina è fatta di cure a singole
persone.
Per questa ragione, forse, più che di medicina
dell’immigrazione sarebbe il caso di pensare,
semplicemente, che si tratta di medicina in senso stretto; o
meglio: nel senso più proprio, e più alto, del termine.”
Marco Mazzetti
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Consultori e immigrazione (Ghinelli)