Donne e sfera pubblica:
il lungo cammino delle italiane per
accedere alla cittadinanza politica
(1)
M. Antonella Cocchiara
mercoledì, 12 giugno 2013 - ore 17.00-19.00
Votare
significa diventare
cittadini e
cittadine
Il tema della cittadinanza politica femminile…
 non va trattato come un problema settoriale
(leggi di riequilibrio necessarie ma non sufficienti)
 determinante è avviarne la conoscenza nelle
Aule universitarie, con tutta la forza legittimante che
viene data dal luogo della
formazione/informazione.
 importanza della prospettiva storica
 assenza di una genealogia femminile (G.
Fiume)
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Dei 135 Paesi monitorati:
Economic
participation and
opportunity
Educational
attainment
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de com press ore
so no n ece ssari per vi sual izza re qu est'imm agin e.
Health and survival
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Political
empowerment
1
Islanda
2
Finlandia
3
Norvegia
4
Svezia
5
Irlanda
6
Nuova Zelanda
7
Danimarca
8
Filippine
9
Nicaragua (90° nel 2007)
10
Svizzera
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Paese
rank
2012
rank
2011
rank
2010
rank
2009
rank
2008
rank
2007
rank
2006
Italia
80
74
74
72
67
84
77
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Dettagli
Economic participation and
opportunity
Educational
attainment
Health and
survival
Political
empowerment
Italia
101
65
76
71
in Italia si riapre il gender pay gap
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Quick Time™e u n
de compr ess ore
so no nec essa ri per v is ualizzar e que st'immag in e.
Rapporto del network Enege
(European Network of Experts on
Gender Equality)
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Situation as of 1st April 2013
Rank
Country
1
Rwanda
80
45
56,3
4
Sweden
349
156
44,7
20
Spain
350
126
36,0
266
91
34,2
25
Germany
620
204
32,9
69
19
27,5
30
Burundi
105
32
30,5
41
19
46,3
34
Italy
630
179
28,4
319
86
27,0
38
France
577
155
26,9
347
77
22,2
57
Bulgaria
240
55
22,9
Lower or single House
Seats
Women
%
Upper House or Senate
Seats
Women
26
10
%
38,5
-
-
(19)
(60)
(65)
-
-
Ruanda, dove comandano le donne
Sono donne il sindaco di Kigali, il presidente del Parlamento e il capo della polizia
Rose Mukantabana, presidente del Parlamento nazionale (foto Sirio Magnabosco)
Rwanda
XVI Legislatura
elezioni 13-14 aprile 2008
Camera: 21,3%
Senato: 18,3%
XVII Legislatura
elezioni 24-25 febbraio 2013
Donne =
“stagionali della
politica”?
Ci avviciniamo, comunque,
a quella agognata
percentuale del 33%
considerata dalla studiosa
norvegese Drude
Dahlerup la soglia minima
perché le parlamentari
diventino “massa critica”,
capace di avviare processi
di cambiamento nella
struttura delle istituzioni,
sempre che…
XVII Legislatura
elezioni 24-25 febbraio 2013
elezioni 24-25 febbraio 2013
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“l’azione politica per le
donne deve essere
innanzitutto azione
politica delle donne”
Elette all’Assemblea Regionale
Siciliana (28 ottobre 2012)
Resta il fatto che il traguardo raggiunto alle politiche del febbraio
2013, che confermano il trend già espresso in Sicilia nelle ultime
Elezioni regionali siciliane, è sicuramente un risultato che lascia un
segno positivo nel cammino tortuoso delle donne italiane verso la
“democrazia paritaria”, prefigurando una cittadinanza politica
femminile dagli orizzonti più limpidi e ampi.
 cosa s’intende per cittadinanza
politica
 breve storia della conquista del
diritto di voto
 l’esordio delle italiane nella
cittadinanza politica:
- le consultrici
- le madri costituenti
La cittadinanza…
…se prima descriveva
semplicemente la posizione di un
soggetto di fronte a uno Stato –
rispetto al quale si era per
l’appunto o ‘cittadini’ o ‘stranieri’
– oggi è divenuta una sorta di
parola-chiave, «un crocevia di
suggestioni variegate e
complesse che coinvolgono
l’identità politico-giuridica del
soggetto, le modalità della sua
partecipazione politica, l’intero
corredo dei suoi diritti e dei
suoi doveri» (Pietro Costa, Civitas
1, p. vii)
E. Delacroix, La libertà che guida il popolo (1830)
nella società d’ancien
régime, il soggetto era un
“cittadino-suddito” che
definiva la propria posizione
sulla base di una
moltitudine di appartenenze
variamente orchestrate:
apparteneva alla città, al
territorio, al ceto, alla
corporazione, al gruppo
familiare, al sovrano, in un
reticolo di vincoli che
definivano il suo status e,
quindi, il paradigma dei
suoi “diritti-privilegi”
Con il crollo dell’Antico
regime, questi vecchi legami
si spezzano per lasciare
spazio a un “nuovo
ordine”: tra il 1789 e il
1793, la Francia
rivoluzionaria dichiara di
voler fare dei diritti del
soggetto e
dell’appartenenza alla
nazione il fondamento del
“nuovo ordine”.
Col tempo…
…si è arricchita – specie negli anni di
formazione e consolidazione dello
Stato sociale, del Welfare State – (cito
il sociologo inglese Thomas H.
Marshall) «di nuova sostanza ed è
stata investita di un formidabile
apparato di diritti»: i diritti sociali e i
nuovi diritti di terza e quarta
generazione che la sensibilità
dell’uomo e le nuove tecnologie hanno
incluso nel catalogo dei diritti
fondamentali.
Oggi…
…da “fattore di
inclusione e di
uguaglianza” a
“ultimo privilegio di
status, ultimo fattore
di esclusione e di
discriminazione”
(Luigi Ferrajoli)
Dichiarazione dei diritti
dell’uomo e del cittadino
(26 agosto 1789)
Art.1
Gli uomini nascono e vivono
liberi e uguali nei loro diritti
Negli uomini della Rivoluzione
e, più in generale, nel pensiero
illuminista continuava a essere
prevalente l’idea che la donna
fosse “per natura” inferiore
all’uomo e avesse una
funzione essenzialmente
riproduttiva e domestica.
Sull’ammissione delle donne alla
cittadinanza (1787)
L’esclusione delle donne dai diritti naturali è
un «atto di tirannia»
«o nessun individuo della specie umana ha dei
diritti oppure hanno tutti gli stessi diritti; chi
nega i diritti di un altro, qualunque sia la sua
religione, il colore della sua pelle o il suo
sesso, perde con ciò i suoi propri diritti»
«perché degli esseri umani, solo perché possono
rimanere in stato interessante ed essere
temporaneamente indisposti, dovrebbero venir esclusi
dall’esercitare dei diritti che nessuno penserebbe di
negare a persone che ogni inverno soffrono di attacchi
di gotta o di frequenti raffreddori?»
…e sulla differenza fra
uomini e donne:
Jean-Antoine-Nicolas de Caritat
marchese di Condorcet (1749 – 1794)
«tale differenza non è causata dalla natura, ma
dall’educazione e dalla vita sociale»
Olympe de Gouges, “capostipite
del pensiero femminile
moderno”…
“Perché mai i diritti universali,
dichiarati solennemente in
Francia come già negli Stati
Uniti, riguardano solo i cittadini
di sesso maschile? Come mai
l’ambigua parola “uomo”
definisce anche la donna quando
si parla di tasse e di reati da
punire e, invece, è circoscritta
alla “persona di sesso maschile”,
escludendo la donna, quando si
parla di diritti politici e civili?”
21 gennaio 1793
16 ottobre 1793
"Se la donna ha il diritto
di salire sul patibolo,
deve avere anche il
diritto di salire sulla
tribuna"
3 novembre 1793
…rivendicava il diritto delle donne a ricevere la
stessa educazione degli uomini e sosteneva il
loro diritto all’eguaglianza politica e alla
rappresentanza: un uomo può solo
arbitrariamente rappresentare una donna,
perché i rappresentanti devono avere
assolutamente gli stessi interessi dei
rappresentati: le donne non potrebbero essere
rappresentate che dalle donne!
Mary Wollstonecraft
(1759-1797)
«Se anche gli attori… se
addirittura Arlecchino ha ottenuto i suoi
diritti costituzionali dopo l’ottantanove,
perché noi (donne) non dovremmo
ottenerli? Dovrà accadere, prima o poi…».
Olympe -
la pittrice -
«Quando?»
«Quando impareremo ad
applaudire l’opera di un’altra donna. A
essere meno ingrate l’una verso l’altra…»
Olympe -
…quando impareremo a ragionare con autonomia di
pensiero, a fare rete tra noi donne, a intrecciare sane
alleanze con gli uomini e potenziare, così, la nostra
presenza nei luoghi in cui si decide anche per noi, ma
spesso in nostra assenza, a ricordare a noi stesse e
soprattutto alle nuove generazioni di donne che
«i diritti … per fondamentali che siano, sono
diritti storici, cioè nati in certe circostanze,
contrassegnate da lotte per la difesa di nuove
libertà contro vecchi poteri, gradualmente, non
tutti in una volta e non una volta per sempre» (N.
Bobbio, L’età dei diritti, p. xiii).
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