Antidiabetici orali Uso razionale di vecchi e nuovi farmaci Dott. Giovanna calzolari Marzo 2012 Algoritmo prescrittivo Per prescrivere occorre tener conto dei seguenti elementi fisiopatologici L’iperglicemia è causata da : a) resistenza periferica all’insulina (determinata geneticamente e potenziata dall’obesità viscerale) b) difettoso utilizzo tissutale del glucosio c) deficit della produzione di insulina d) aumentata produzione epatica di glucosio Aderenza del soggetto alla terapia (compliance) Livello di coincidenza tra il comportamento (stile di vita + assunzione farmaci) e le indicazioni mediche date. Si misura con metodi autoriferiti (diari alimentari, autocontrollo ecc..), prescrizioni ritirate, conta dei farmaci assunti. Viene influenzata dal livello di coinvolgimento nella gestione della patologia, dalle condizioni psicologiche e dalla complessità della terapia. “inerzia” terapeutica a) b) c) Pur nella consapevolezza del non raggiungimenti degli obbiettivi prefissati non si adottano interventi atti a risolvere il problema. Cause: Sovrastima della reale efficacia della cura Motivazioni banali (il soggetto non “segue”, non è così grave ecc..) Carenza organizzativa e culturale Metodi possibili Non dilazionare nel tempo il passaggio a terapia insulinica (eventualmente si può sempre tornare indietro) Condividere con il soggetto la strategia terapeutica Porsi un obbiettivo a medio-breve termine per eventualmente modificare di nuovo la terapia Terapia non farmacologica Modifica dello stile di vita : a) Corretta alimentazione (pasti piccoli, frequenti, un farinaceo a pasto, niente zuccheri semplici, poco alcol ed a bassa gradazione) b) Attività fisica moderata e costante (40’ minuti di marcia od un’ora di bicicletta al giorno) c) Non fumare sulfoniluree Usare sempre sulfoniluree di 2^ generazione a) Glibenclamide/gliburide b) Glimeperide c) Gliclazide d) Glipizide Oppure a) Derivati ac.benzoico repaglinide Se è nota la presenza di cardiopatia ischemica Si possono usare solo : A) glimeperide B) Repaglinide C) Gliclazide (basse dosi) Agiscono in maniera minore sulla chiusura dei canali di potassio a livello dei cardiomiociti Meccanismo di azione Stimolano la secrezione di insulina da parte delle betacellule pancreatiche È necessario che vi sia la capacità di rispondere alla stimolazione Dopo molti anni di uso di tali farmaci il pancreas può andare incontro al “fallimento secondario” deficit di produzione Attenzione alla funzione renale (creat.> 2 NO) indicazione Diabetico tipo 2 non in sovrappeso Prevalenza della insulinodeficienza sulla insulinoresistenza Valutare sempre il contesto clinico del soggetto (anziano, politerapia, insufficienza renale, presenza di complicanze vascolari ecc…) per decidere il farmaco Ricordarsi delle interazioni tra farmaci Rischio di fallimento secondario Nei soggetti con BMI <25 soprattutto nei primi due anni di terapia Uso di sulfoniluree dalla diagnosi Momento della diagnosi del diabete (se già instaurato da anni è più alto) Sesso femminile, Ex fumatori Età < 50 anni biguanide metformina Inibisce la glucogenesi epatica Aumenta la sensibilità insulinica a livello del muscolo Riduce trigliceridi e LDL con lieve aumento di HDL Assenza di rischio ipoglicemico Indicazioni/ controindicazioni Diabetico tipo 2 obeso o in sovrappeso in particolare nei soggetti con sindrome metabolica Iniziare da basse dosi a salire (250 mg 3 gr) fin alla dose efficace. Controindicata nella insufficienza renale anche lieve (creat. = > 2.0), nella acidosi metabolica acuta o cronica, nella insufficienza respiratoria Tiazolidinedioni glitazonici pioglitazone Farmaci insulinosensibilizzanti (azione mediante legame a recettori PPAR gamma) nel muscolo, nel fegato e nel tessuto adiposo (riducono grasso viscerale ed incrementano quello sottocutaneo riducendo gli acidi grassi liberi). Azione antiinfiammatoria, antiateromasica, antiproliferativa. Preservano la funzione betacellulare Tiazolidinedioni glitazonici pioglitazone Farmaci con scarsa azione ipoglicemizzante in acuto Ritenzione idrica Costo elevato Indicati in associazione alla metformina Probabilmente il loro vero ruolo è nella prevenzione della comparsa di diabete mellito (passaggio dalle fasi prediabete diabete) acarbosio Azione a livello dell’intestino prossimale Riduce mediante blocco dell’alfa-glucosidasi, la digestione dei poisaccaridi Riduce prevalentemente l’iperglicemia post-prandiale Frequenti effetti collaterali gastrointestinali Indicazione da soli per la modesta iperglicemia post-prandiale in associazione con gli altri (attenzione con metformina per ulteriore rischio effetti collaterali gastrointestinali) per casi più complessi. le incretine Exenatide / liraglutide agonista del peptide 1 glucagono-simile (GLP-1) Pramlintide agonista dell’amilina Entrambi devono essere somministrati per via sottocutanea in associazione a terapia orale Riducono l’iperglicemia post-prandiale Sopprimono la secrezione di glucagone Rallentano la motilità gastrointestinale Riducono moderatamente il peso corporeo Nessun rischio di ipoglicemia, frequente nausea e diarrea le incretine La secrezione insulinica post-prandiale è determinata per il 60% da ormoni gastrointestinali (soprattutto GIP e GLP-1) GIP (polipeptide inibitorio gastrico) è secreto da cellule K duodenali in risposta ad ingestione di glucosio e grassi GLP-1 (peptide glucagono simile-1) è secreto da cellule L dell’ileo e colon in risposta ad ingestione pasto misto o glucosio GLP-1 Potenzia la secrezione insulinica glucosiodipendente da parte della Beta cellula pancreatica legandosi a recettore di membrana Inibisce la secrezione di glucagone Migliora i “ sensori” per il glucosio Inibisce la secrezione acida e lo svuotamento dello stomaco indotti dal pasto Induce sazietà anche per azione centrale GLP-1 In modelli sperimentali oltre gli effetti stimolatori a lungo termine favorisce un aumento della massa Beta-cellulare: a) Per aumento proliferazione b) Inibizione della apoptosi c) Formazione di nuove betacellule la terapia con analoghi GLP-1 deve essere eseguita per via im Inibitori della dipeptidilpeptidasi-4 Possibilità di intervenire sul catabolismo del GLP-1 per ritardarne la degradazione Sostanze sitagliptina, vidagliptina e saxagliptina Meccanismo d’azione di Saxagliptin Assunzione di cibo Rilascio di Incretine attive Tratto GI GLP-1 e GIP X Saxagliptin (Inibitore del DPP-4) GLP-1 inattivo Glucosio dipendente Insulina (GLP-1 e GIP) Pancreas Enzima DPP-4 β cellule glicemia a digiuno e post-prandiale α cellule Glucosiodipendente Glucagone (GLP-1) GIP inattivo Captazione di glucosio nei tessuti periferici produzione epatica di glucosio Gli ormoni incretine GLP-1 e GIP sono rilasciati dall’intestino durante il giorno e i loro livelli aumentano in risposta ai pasti. 30 Evidenze su Inibitori della DPP-4 Effetto trofico sulla beta cellula Stimolano solo in presenza di ipeglicemia Inibiscono la secrezione post-prandiale di glucagone (responsabile di ipeglicemia) Migliorano il controllo metabolico senza aumentare il peso corporeo Effetto positivo sui lipidi Possono essere assunti per via orale con monosomministrazione Conclusioni incretine – Le incretine influenzano positivamente l’omeostasi del glucosio contribuendo a regolare fisiologicamente: la secrezione di insulina dalle β cellule attraverso un meccanismo glucosio-dipendente la secrezione di glucagone dalle a cellule attraverso un meccanismo glucosio-dipendente Purtroppo il limite attuale è un costo elevato e una prescrizione solamente specialistica con “paletti” rigidi e per soggetti che forse “non ne hanno più bisogno” 53 Conclusioni –Insulino-resistenza, disfunzione βcellulare ed una elevata produzione epatica di glucosio rappresentano i 3 difetti fisiopatologici alla base del diabete mellito di tipo 2 – Per portare i soggetti all’obbiettivo terapeutico potrebbe essere necessario trattare tutti e 3 i difetti di base e l’ iperglicemia sia a digiuno che postprandiale 53 Algoritmo prescrittivo Antidiabetici orali Grazie per l’attenzione Dr R.Andreini