Seminario di storia dell’arte
La Donna Artista
Dalla preistoria all’arte greca
Indtroduzione
Fin dall’ antichità l’uomo ha sempre avuto
l’esigenza di esprimere, comunicare e, in
tensione verso una risposta a questa esigenza,
è stato in grado di darle una forma attraverso
l’arte della poesia, della musica, della danza e,
tra le tante forme artistiche, l’arte della
pittura, scultura, dell’architettura.
L’arte è quindi espressione e prodotto
dell’uomo, è dunque interessante venire a
conoscenza delle sue origini, ripercorrendo la
storia attraverso una nuova chiave di lettura:
l’arte al femminile, allo scopo di colmare
almeno in parte le lacune nella formazione di
base.
“io so che qualcuno nel tempo, conserverà
di noi memoria “
“io so che qualcuno nel tempo, conserverà
di noi memoria “ scrive Saffo nel VII sec.
Purtroppo ben poco è rimasto, a ricordare il
lavoro delle donne nella’antichità.
Realmente la donna era incapace di
produrre oggetti di valore artistico tanto da
negarne la presenza nella storia dell’arte o
sono state la reclusione, la discriminazione
e le limitazioni imposte al genere femminile
che le hanno impedito di lasciare la propria
impronta e che hanno escluso dai manuali
la presenza di quelle poche donne che sono
riuscite a intervenire, creandosi uno
spazio?
Fonti
storiche
Forse non tutti sanno che si
racconta, a proposito del mito
sull’invenzione dell’arte, che una
donna, Corinzia, per prima
avrebbe tracciato sul muro la
figura del profilo del suo
innamorato che si allontanava.
Molto interessante è inoltre un
idria conservata a milano che
raffigura la bottega di un vasaio,
a destra su una sorta di pedana,
c’è una donna impegnata nella
decorazione di un grosso cratere,
non sappiamo quale sia la sua
condizione sociale, ma appare
sicuramente meno rilevante degli
altri soggetti dell’opera.
Talvolta negli scritti vengono ricordati
con grandi lodi nomi di donne artiste,
Timarete o Thamar Iaia di Cizico o
Lala Cizicena, vissuta a Roma attorno
al 100 a.c. Irene di Cratino e la celebre
Marzia.
Non dimentichiamo che secondo la
tradizione riportata da Plinio nella sua
“Naturalis HIstoria”, per gli antichi la
pittura stessa è un’invenzione
femminile.
Si narra infatti che la vergine
Corinizia, figlia di Butade di Sicione,
abbia tracciato su un muro il controno
dell’ombra dell’amato che si stava
allontanando, Plinio racconta anche
come Elena d’Egitto fosse un’ottima
pittrice e avesse dipinto un grande
quadro dedicato alla vittoria di
Alessando Magno su Dario di Persia .
Lo stesso Plinio elenca, avvolgendolo in un’aura leggendaria una
serie di donne artiste che saranno poi ricordate nella seconda
metà nel 1300 da Boccaccio nel suo de claris mulieribus,
purtroppo de lavoro di questa donna non resta più nulla, quanto
meno non si è in grado di proporre attribuzioni convincenti a loro
nome, in una miniatura del 15esimo secolo è raffigurata una delle
artiste ricordate da Plinio e Boccaccio a Timarete impegnata nel
modo del tutto a anacronistico nel dipingere l’effige della vergine
mentre un suo assistente le sta preparando i colori.
La leggendari Timarete non è certo l’unica donna ritratta al lavoro
su una miniatura, in epoca medievale sono molte le donne note
per la loro erudizione, si pensi a <Hilda di Inghilterra o alla celebre
ildegarda di Bingen
Dunque questo strumento didattico, per
ora limitato all’Occidente, nasce allo
scopo di portare sui banchi di scuola
nomi e opere di artiste che rimangono
estranee ai manuali di storia dell’arte in
uso nella scuola secondaria italiana.
La donna nel Paleolitico e nel Neolitico
ricopriva un ruolo importante, perché
considerata la fonte generatrice della
vita e, per questo, si pensava avesse
legami particolari con il mondo del
magico.
Esse partecipavano alle cerimonie
religiose e ne erano il fulcro principale
perché si riteneva avessero legami più
profondi con le divinità
Assumevano un ruolo importante all’ interno della
comunità, perché erano addette alla trasmissione delle
storie del passato e mantenevano viva la tradizione;
inoltre l’ intimo rapporto tra madre e figlio interessano
anche la trasmissione del sapere anche per quanto
riguarda l’ apprendimento delle tecniche di
sopravvivenza, soprattutto la progettazione e la
realizzazione di arnesi.
- Attraverso la realizzazione di statuette propiziatorie,
si andava a sottolineare il ruolo fecondo della donna.
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