UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TRIESTE UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI UDINE FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA INTERATENEO Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro Presidente: Prof. Massimo Bovenzi BENESSERE NELL’ATTIVITA’ SVOLTA NEI CALL CENTERS “Promozione della qualità della vita nel contesto dei call centers” Laureando: Ferdinando ROSSI Relatore: Chiar.mo Prof. Giantullio PERIN ANNO ACCADEMICO 2005-2006 Benessere Organizzativo Nel corso degli ultimi decenni lo stress sul lavoro è emerso come il fattore psicosociale di maggiore rilevanza sulla salute nei paesi sviluppati con rilevanti conseguenze in termini di costi sociali e sull’organizzazione del lavoro. La spesa sanitaria per i soggetti stressati è maggiore del 46% rispetto alla spesa sanitaria per i soggetti non stressati (Goetzel R. et al, 1998). Lo stress lavoro-correlato risulta il secondo più frequente problema di salute interessando un soggetto su tre nei paesi UE (European agency of safety and Health at Work, Office for Official Pubblications of the European Communities, 2000). Il crescente interesse sulla relazione stress-salute (fisica e mentale) ha stimolato la ricerca alla elaborazione di modelli teorici sia psicosociali che patofisiologici. INDAGINE SUL BENESSERE è uno strumento di ascolto organizzativo percezione delle persone livello di soddisfazione immagine soggettiva dell’Azienda è utilizzato come strumento di monitoraggio in occasione della definizione di strategie e politiche di sviluppo aziendali in presenza di segnali di malessere La qualità della vita nei call centers Call center moderna tecnologia che fonde attività telefoniche e informatiche (“teleconsiglia” ) Servizi “in bound” erogati a fronte di richieste in entrata al call center Contact center si avvale del contatto telefonico e di altri canali (fax, e-mail, ecc.) Servizi “out bound” erogati tramite chiamate in uscita dal call center Laboratorio Benessere Organizzativo nelle Amministrazioni Pubbliche Benessere Organizzativo/Salute Organizzativa “l’insieme dei nuclei culturali, dei processi e delle pratiche organizzative che animano la dinamica della convivenza nei contesti di lavoro promuovendo, mantenendo e migliorando la qualità della vita e il grado di benessere fisico, psicologico e sociale delle comunità lavorative”. Laboratorio Benessere Organizzativo nelle Amministrazioni Pubbliche Questionario multidimensionale del Benessere Organizzativo/Salute Organizzativa fattori dell’organizzazione indicatori di benessere indicatori di malessere > comportamentali > psicosomatici Laboratorio Benessere Organizzativo nelle Amministrazioni Pubbliche 1. Comfort Ambientale 2. Chiarezza obiettivi 4. Ascolto 14. Apertura all’innovazione 13. Utilità sociale BENESSERE ORGANIZZATIVO 12. Caratteristiche dei compiti 3. Valorizzazione 5. Informazioni 6. Conflittualità 7. Sicurezza 11. Equità 10. Fattori di stress 9. Operatività 8. Relazioni interpersonali Laboratorio Benessere Organizzativo nelle Amministrazioni Pubbliche Analisi dei reports dell’indagine nelle organizzazioni pubbliche (anni 2003-2004) Priorità individuate dal campione La valorizzazione: Numerose amministrazioni sono percepite come incapaci di dare il giusto valore alle persone, di utilizzare le competenze presenti e di far crescere professionalmente il proprio personale L’equità: Le persone percepiscono come non equo il rapporto tra quanto danno e quanto ricevono dall’amministrazione, sia in termini di inadeguatezza dei sistemi di valutazione sia nei termini di assenza di pari opportunità di carriera Le relazioni: Le persone valutano come molto positivo il rapporto con i propri colleghi, difficoltoso quello con i propri dirigenti con i quali è difficile condividere lo spirito di gruppo di lavoro. Parimenti i dirigenti non rilevano un buon livello di collaborazione e non si sentono riconosciuti come guide nei processi produttivi La qualità della vita nei call centers: una ricerca del Gruppo Telecom Italia Finalità della ricerca … promuovere il benessere nei call centers di Telecom Italia, attraverso il riconoscimento preventivo di tutte quelle dimensioni che possono rappresentare fattori di rischio (fisico e psico-sociale). La qualità della vita nei call centers: una ricerca del Gruppo Telecom Italia UNI EN ISO 10075-1 (marzo 2003) STRESS MENTALE – insieme di tutte le influenze esercitate dall’esterno su di un essere umano al punto da condizionarlo mentalmente. STRAIN MENTALE – sollecitazione ad effetto immediato dello stress sull’individuo che risente delle precondizioni abituali e del momento, compresi gli stili personali adottati per fronteggiarlo. FATICA MENTALE – alterazione temporanea dell’efficienza funzionale mentale e fisica che dipende dall’intensità, durata e andamento temporale dello strain mentale. UNI EN ISO 10075-2 (giugno 2002) Intensità del carico di lavoro Durata dell’esposizione al carico di lavoro La qualità della vita nei call centers: una ricerca del Gruppo Telecom Italia Caratteristiche principali delle dimensioni osservate Caratteristiche del “vertice psico-socio-culturale” dimensioni organizzative – clima (motivazione, soddisfazione, equità, trasparenza, ecc.), equilibrio tra lavoro e resto della vita, significato del lavoro. dimensioni individuali – strategie di fronteggiamento dimensioni contestuali – tempi e caratteristiche della città Caratteristiche del “vertice fisico-chimico-biologico” descrizione e percezione delle caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche dell’ambiente di lavoro Caratteristiche del “vertice organizzativo, del lavoro e tecnologico” descrizione dei compiti, dell’attrezzatura tecnica, delle attività organizzate e delle conoscenze La qualità della vita nei call centers: una ricerca del Gruppo Telecom Italia Disegno della ricerca INTERVISTE INDIVIDUALI AI RICERCA QUALITATIVA QUESTIONARI a tutta la popolazione del call center INDICI OGGETTIVI DI FATICA MENTALE determinazione del cortisolo salivare e dell’holter pressorio (in un campione selezionato di soggetti) responsabili dei call centers responsabili del personale ruoli manageriali figure della prevenzione – SPPA ed RLS FOCUS GROUP, INTERVISTE, OSSERVAZIONI SU UN CAMPIONE (CIRCA IL 30%) di Supervisor/Assistenti/Coordinatori Operatori/trici del call center RICERCA QUANTITATIVA Ricerca del Gruppo Telecom Italia: il questionario Il “questionario strutturato” utilizzato per la raccolta dei dati riferiti alla percezione del benessere psico-fisico è articolato in diverse sezioni: Anagrafica Benessere psico-fisico rilevazione del benessere psicologico per situazioni emotive vissute al lavoro e e nella vita (Diener et al, 1985; Ryff & Keyes, 1995; Grebner et al, 2005) rilevazione del benessere fisico relativo allo stato di salute generale e specifico (Cooper, 1988; Toomingas et al, 2003; Avallone & Paplomatas, 2005) Caratteristiche del soggetto per individuare lo stile di coping (Cooper, 1988) Caratteristiche del lavoro dal punto di vista fisico per rilevare la soddisfazione per l’ambiente di lavoro - posture e movimenti adottati nel posto di lavoro (Sprigg, 2003; Toomingas, 2004; Avallone & Paplomatas, 2005) Relazione del singolo con l’organizzazione e il significato del lavoro con la soddisfazione per le diverse dimensioni della vita organizzata – valutazione, comunicazione, equità, ecc.- (Cooper, 1988; Quaglino, 2004; Netemeyer et al, 1996) Caratteristiche del lavoro dal punto di vista cognitivo e organizzativo –carico di attenzione, ritmi di lavoro, caratteristiche dei compiti e delle relazioni con i clienti, usabilità degli strumenti informatici in dotazione (Karasek, 1990; Kirakowski, 1993; Quis, 1993; Sprigg, 2003; Toomingas, 2004) Valutazione del “Progetto Benessere” con particolare attenzione alle esigenze esigenze di formazione. Ricerca del Gruppo Telecom Italia: oggettivazione della risposta fisiologica Il distress non causa direttamente danni alla salute (malattie). Gli effetti patologici dei fattori stressogeni derivano dall’azione di mediatori legati all’attivazione del sistema neuro vegetativo e neuro endocrino. Nella fase di ricerca quantitativa del Progetto “Benessere nei call centers” realizzato dal Gruppo Telecom Italia l’oggettivazione della risposta fisiologica è stata realizzata mediante uno “studio prospettico di coorte” che prevede, per un campione selezionato di soggetti: la determinazione del “cortisolo salivare” (il cortisolo è comunemente chiamato ormone dello stress) la rilevazione dei dati cardio-circolatori attraverso l’holter pressorio Ricerca del Gruppo Telecom Italia: stress percepito e cortisolo salivare Protocollo di studio I campioni di saliva sono stati raccolti con tamponi di cotone tenuti in bocca per circa 2 minuti e conservati in appositi flaconi. I soggetti sono stati istruiti a raccogliere 7 campioni in 2 giorni di lavoro ed in 1 giorno di riposo, con prelievi realizzati al momento del risveglio, 30, 60 minuti dopo, all’inizio del turno di lavoro e a intervalli successivi di 3 ore. Ai partecipanti è stato richiesto di compilare un diario in ognuno dei 3 giorni di campionamento riportando l’ora del prelievo di ciascun campione. Campione 1- al risveglio Campione 4 - 3 h dopo il risveglio Campione 2 30 min dopo il risveglio Campione 5 - 6 h dopo il risveglio Campione 3 60 min dopo il risveglio Campione 6 - 9 h dopo il risveglio Campione 7 - 12 h dopo il risveglio Secrezione di cortisolo nei tre giorni Seminario “Stress negli ambienti di lavoro” (Maina G, Trieste, 28/9/2006) nmol/l 40 30 TG 20 TSG 10 TR TG turno gradito TSG turno sgradito TR turno riposo 0 1 2 3 4 5 6 7 Campioni femmine nmol/l 40 30 TG 20 TSG 10 TR 0 1 maschi 2 3 4 Campioni 5 6 7 • I valori di cortisolo osservati rispettano l’atteso andamento circadiano. • In entrambi i sessi l’escrezione di cortisolo è maggiore nel giorno di lavoro • Nelle femmine i valori dei campioni n° 5, 6 e 7 sono statisticamente più elevati nel giorno di lavoro Patologie cardiovascolari I risultati relativi al rapporto tra organizzazione del lavoro e cardiopatie sono contraddittori. Gli studi con risultati significativi sono controbilanciati da un numero pressoché pari di studi con risultati non significativi o studi con risultati negativi (Belkic K. et al, 2004). Il riscontro di associazioni positive è complicato dai problemi metodologici e dalla frequente coincidenza dello stress con una bassa classe sociale e occupazionale. Gli epidemiologi cardiovascolari tendono a riassumere il problema dello stress, non solo lavorativo, nelle caratteristiche culturali ed economiche dei gruppi di popolazione, le cui differenze ai fini dell’insorgenza di malattie cardiovascolari sarebbero determinate non dallo stress, ma dalla influenza di tali caratteristiche sui fattori di rischio maggiori. Prevenzione della fatica mentale “Pesare il carico mentale per prevenire la fatica mentale” (I.N.A.I.L. Milano, 2000) L’analisi dell’organizzazione dell’attività dei call centers è estremamente utile per individuare le costrittività organizzative (D.M. 27/4/2004, Gruppo 7 - Malattie psichiche e psicosomatiche da disfunzioni dell’organizzazione del lavoro). La fatica mentale può essere prevenuta con la prevenzione primaria (progettazione di un lavoro ergonomico adatto all’uomo e alla donna e non viceversa). La prevenzione secondaria (rilevamento precoce dei segni di fatica con possibilità di rimozione delle cause che li hanno determinati) e la prevenzione terziaria (allontanamento dei soggetti ormai malati per essere inseriti in situazioni lavorative idonee alle loro condizioni di salute) presuppongono il riconoscimento dello stato di affaticamento dei lavoratori allo scopo di prevenire gli effetti sulla salute. Ricerca del Gruppo Telecom Italia: Alcune considerazioni conclusive (1) Seminario “Stress negli ambienti di lavoro” (Maina G, Trieste, 28/9/2006) I risultati della ricerca non evidenziano relazioni significative tra la risposta fisiologica allo stress e la percezione di stress (valutato con il modello “Job strain”). Altri fattori (sesso, età, titolo studio, orario di lavoro, tipologia di contratto) presentano una significativa relazione lineare con la variabile dipendente “cortisolo salivare”. Possibili interpretazioni di quanto osservato: Omogeneità del campione lavorativo oggetto dello studio. Il modello “Job strain” analizza gli aspetti strutturali dell’ambiente psicosociale di lavoro, di cui valuta le caratteristiche negative (“situational component”), omettendo la valutazione della “personal/emotional component”. La reattività emozionale del soggetto a situazioni lavorative sgradite può essere una variabile importante implicata nella correlazione biochimica stress-risposta fisiologica. Ricerca del Gruppo Telecom Italia: Alcune considerazioni conclusive (2) Seminario “Stress negli ambienti di lavoro” (Maina G, Trieste, 28/9/2006) Limiti dello studio: Il disegno della ricerca è condotto su un numero relativamente limitato di soggetti, per cui non è possibile stabilire un nesso causa-effetto che descriva le relazioni tra le variabili analizzate La partecipazione alla ricerca di soli soggetti volontari può aver introdotto un bias di selezione Lo studio è stato condotto in uno specifico settore occupazionale: i risultati non possono perciò essere generalizzati ad altre popolazioni lavorative. La qualità della vita nei call centers: proposta per un percorso formativo Struttura, obiettivi e contenuti di un intervento formativo Titolo dell’intervento: Targhet group: Prevenzione delle forme di disagio nell’ambiente di lavoro coordinatori del call center, preposti, addetti e/o responsabile SPP, Rls, dirigenti e altre figure specifiche chiamate a gestire l’ambito della salute e sicurezza sul lavoro (ad esempio il Medico Competente) La qualità della vita nei call centers: proposta per un percorso formativo Obiettivi dell’intervento Obiettivo generale: sicurezza center. Obiettivi specifici: comunicazione comunicazione Rafforzare la consapevolezza dell’importanza del proprio ruolo professionale rispetto ai comportamenti lavorativi connessi alla dei lavoratori impiegati nel call Rinforzare le competenze relazionali connesse al ruolo con particolare riferimento alle problematiche relative alla sociale: leadership valutazione delle situazioni psicologiche e sociali La qualità della vita nei call centers: Articolazione del percorso formativo Metodo d’indagine Incontri/interviste con gruppi di operatori del call center Questionari individuali per gli operatori del call center Incontri/interviste con i coordinatori del call center, preposti, dirigenti e le altre figure specifiche dell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro Job Content Questionnaire KARASEK (1985) definisce la versione base, tuttora riconosciuta valida, del JCQ (49 items) JCQ descrive la “percezione dello stress” da parte del lavoratore Incrocia la percezione del carico di lavoro (dimensione domanda) rispetto al livello di autonomia di decisione nello svolgimento della sua mansione lavorativa (dimensione controllo) Demand/Control/Support Model (Karasek) Passive Condizione causata da una Low strain basso alta sequenza di situazioni basso stress – il CARICO lavorative con mancanza di lavoratore ha molto Relax stimoli e apprendimento controllo e il carico (Low strain) richiesto è basso alto PASSIVITA’ bassa Passività (Passive) High strain situazione psicologica più avversa (fatica, ansia, depressione, esaurimento malattie psicologiche Attività (Active) Forte Tensione (High strain) basso SUPPORTO SOCIALE alto Active stress medio con apprendimento, crescita e aumento della motivazione per il lavoro che si sta facendo Benessere nei call centers “Balance Theory” di Carayon e Smith (2000) La “Balance Theory” di Carayon e Smith (2000) propone un approccio sistemico in cui sono considerati tutti gli elementi che costituiscono il sistema lavoro (work system) in quanto capaci di influenzare la qualità del lavoro, la performance, il benessere e la fatica mentale dei lavoratori per ridurre lo stress e le sue conseguenze negative per il benessere, “bilanciando” gli elementi del sistema lavoro con l’inclusione di aspetti positivi che possano “controbilanciare” quelli negativi. Benessere nei call centers “Balance Theory” di Carayon e Smith (2000) STRESS - STRAIN