PENSARE DA ECONOMISTI ECONOMIA POLITICA 2015-2016 LEZIONE 02 SURPLUS ECONOMICO Differenza tra il beneficio e il costo ✓ dell’azione Il costo dell’azione Il valore dell’azione La media tra benefici e costi 2 La somma più alta che siete disposti a spendere per far lavare l’auto prima di un appuntamento è 6€. La cifra minima per la quale accettereste di lavare la macchina per qualcun altro è 3,50€. Stasera dovete uscire e avete la macchina sporca. Quale surplus economico otterreste lavandola? Beneficio = 6€ Costo = 3,50€ Surplus = 2,50€ 3 COSto opportunita’ Valore della migliore alternativa cui bisogna rinunciare per compiere un’azione La domanda corretta è quindi: lavo la macchina o compro i fiori da portare all’appuntamento? 4 Vi conviene utilizzare il biglietto premio del programma Mille Miglia per andare a Parigi per Capodanno o a Palermo al matrimonio di vostro fratello? -Biglietto A/R per Parigi 500€ -Costi rimanenti 1000€ -Spesa max che volete sostenere 1350€ Alternativa -Biglietto A/R per Palermo 400€ Conviene andare a Palermo -Costo opportunità di andare a Parigi = 400€ -Costo Totale = 1400€ -Surplus = -50€ 5 COSTI NON RECUPERABILI (SUNK COST) Costi che si devono comunque affrontare nel momento in cui si prende una decisione sono irrilevanti ai fini della decisione 6 In un ristorante con buffet a prezzo fisso (pagamento all’ingresso di 20€) viene offerto, dopo l’ingresso, a 10 persone a caso il pasto gratis. Come varia la quantità di cibo consumata dai due gruppi di clienti (paganti e non)? In media (e in teoria) dovrebbe essere la stessa, perché i 20€ sono un costo non recuperabile e visto che la scelta è casuale, in media dovrebbero avere gli stessi benefici, nella realtà chi ha pagato mangia di più 7 Sonia lavora presso una società di intermediazione mobiliare e guadagna 25 euro all'ora. L'ufficio si trova in centro e per recarsi ogni giorno al lavoro Sonia può prendere una serie di autobus, facendo un viaggio di un'ora e mezzo al costo di 2 euro, oppure un taxi, che impiega 30 minuti e le costa 20 euro. Calcolare il costo opportunità di andare al lavoro in autobus Costi irrecuperabili 30 minuti = 12,5€ Costo del viaggio (1 ora) = 25€ Costo Opportunità = Costo del viaggio + costo del biglietto = 25€ + 2€ = 27€ 8 VALORI MARGINALI Costi o benefici derivanti da un’unità aggiuntiva di attività Il principio costi-benefici suggerisce di portare avanti un’attività finchè i benefici marginali superano i costi marginali 9 Alla ESA conviene estendere da quattro a cinque il numero di lanci annuali di satelliti? N di Costo lanci totale Costo Beneficio Costo medio medio marginale 0 0 0 0 2,0 1 2,0 2,0 3,0 2,25 2 4,25 2,125 3,0 2,5 3 6,75 2,25 3,0 Non solo non deve estendere i lanci ma dovrebbe diminuirli, portandoli a tre 3,25 4 10 2,5 3,0 5,0 5 15,0 3,0 3,0 10 La pizzeria sotto casa vostra vi propone un’offerta speciale: se comprate una pizza vi danno la seconda con il 25% di sconto, la terza con il 50% di sconto e la quarta con il 75% di sconto. Il prezzo della pizza è di 6€, mentre il vostro beneficio marginale dal consumo di pizze è descritto dalla tabella. Numero di pizze 0 1 2 3 4 Beneficio Costo marginale Quante pizze consumerete? marginale A) 1 0 0 B) 2 C) 3 7€ 6€ 4 5€ =D) 6-(0,25*6)= 6-1,5= 4,5 € E) Non si può dire 2€ = 6-(0,5*6)= 6-3= 3 € 1€ = 6- (o,75*6) = 6-4,5= 1,5 € 11 Voi possedete un’Ape che utilizzate per vendere frutta all’angolo del Teatro Massimo. Vendete le mele che voi producete a 0,20€ al chilo. La quantità di mele che riuscite a produrre nella vostra campagna è descritta nella tabella. Per ciascuna ora spesa lavorando ai vostri alberi di mele dovete pagare qualcuno che guidi l’Ape e venda le mele all’angolo del teatro. Il salario orario di questa persona è pari a 6 €. Ore Kg di lavoro di mele Beneficio totale Beneficio marginale Quante ore Costo marginale passerete 0 0 5 200 10 400 15 500 20 580 25 640 coltivare mele?=6*5=30 =0,20*200=40 A) 0 =40-0=40 =6*5=30 =0,20*400=80 B) =80-40=40 =6*5=30 10 =0,20*500=100C) =100-80=20 =6*5=30 15 =0,20*580=116D) =116-100=16 =6*5=30 25 =0,20*640=128E) =128-116=12 =6*5=30 Non si può dire 30 680 =0,20*680=136 =136-128=8 =6*5=30 35 700 =0,20*700=140 =140-136=4 =6*5=30 a 0 12 Per guadagnare qualcosa durante l’estate coltivate pomodori per poi venderli al mercato a 0,30€ al Kg. Con l’utilizzo del concime potete incrementare la produzione come indicato nella tabella. Se il concime costa 0,50€ al Kg e il vostro obiettivo è di guadagnare il più possibile, quanti Kg di concime dovreste aggiungere? Kg concime Kg pomodori Δ Kg pomodori 0 100 0 1 120 =120-100=20 =20*0,3=6 0,50 2 125 =125-120=5 =5*0,3=1,5 0,50 3 128 =128-125=3 =3*0,3=0,90 0,50 4 130 =130-128=2 =2*0,3=0,60 0,50 5 131 =131-130=1 =1*0,3=0,30 0,50 6 131,5 =131,5*130=0,5 =0,5*0,3=1,5 0,50 Beneficio marginale Costo marginale 13 QUATTRO ERRORI COMUNI NEL PROCESSO DECISIONALE • Misurare costi e benefici in proporzione anziché in termini monetari assoluti • Ignorare i costi opportunità • Non ignorare i costi non recuperabili • Non distinguere tra valori medi e valori marginali 14 AGENTI ECONOMICI E Postulato dell'individualismo. Qualsiasi fenomeno sociale deriva dalla combinazione di azioni, credenze e opinioni dei singoli individui che compongono quella società, e deve HOMO OECONOMICUS quindi essere analizzato come tale. Una ragione è che l'individuo è l'unico depositario dei propri bisogni. Postulato della comprensione. E’possibile comprendere e spiegare un fenomeno sociale solo se si è in grado di capire quale senso hanno per l'individuo le proprie azioni, credenze e opinioni. Postulato della consequenzialità. L'individuo è consapevole delle conseguenze delle proprie azioni, ed esse sono parte delle motivazioni dell' agire. Postulato della razionalità. Le azioni dell'individuo sono intenzionali e sono orientate allo scopo di conseguire determinati fini, tenendo conto della comprensione delle relazioni tra azioni e conseguenze. Infatti siamo interessati a studiare come la società umana realizzi un rapporto attivo ed efficace con l'ambiente attraverso comportamenti orientati al raggiungimento di un obiettivo dato. Non c'interessa, in altre parole, se gli esseri umani per caso riescono a risolvere il problema economico, ma solo se il successo è legato a un preciso tentativo in tal senso. • Individualismo • Comprensione • Consequenzialità • Razionalità Postulato dell'egoismo. Tra tutte le possibili conseguenze derivanti da un’azione, l'individuo è interessato esclusivamente a quelle che lo riguardano personalmente, ignorando le conseguenze su ogni altro individuo. Postulato del comportamento ottimizzante. Nella scelta delle proprie azioni, l'individuo decide sempre di compiere quelle in grado di massimizzare la differenza tra il beneficio personale che ne ricava e il costo personale che deve sostenere per metterle in atto. • Egoismo • Comportamento ottimizzante 15 INDIVIDUALISMO METODOLOGICO 1. È una scelta di metodo (vedi contrapposizione con lo strutturalismo) 2. Non dovrebbe essere confuso con una posizione normativa, filosofica o etica (anche se alcuni lo fanno) 3. Riconosce i condizionamenti esterni all’azione dell’individuo come vincoli (comportamento contingente –teoria dei giochi - esternalità) 16 COMPORTAMENTO RAZIONALE la teoria economica si interessa delle soluzioni del problema economico che possono scaturire dal comportamento individualeUna finalizzato alla soddisfazione propri bisogni. decisione, pur se dei razionale Soluzioni di questo genere richiedono un comportamento dal punto di vista procedurale, finalizzato o intenzionale che si associa al postulato secondo cui gli individuipuò si comportano in maniera razionale. non esserlo in senso Secondosostanziale. Simon (2000) possiamo distinguere una razionalità: Quando ciò succede, •procedurale - l'adozione dei mezzi appropriati al si dice che l'agente economico ha raggiungimento di un obiettivo dato, tenendo conto di adottato un comportamento eventuali vincoli; soddisfacente. •sostanziale - il raggiungimento del miglior risultato possibile, tenendo conto di eventuali vincoli, mediante l'adozione dei mezzi appropriati. 17 Razionalità e processo decisionale 1. Il paradigma della razionalità assoluta (M. Weber, 1922, Economia e società) 2. Il paradigma della razionalità limitata (H. Simon, 1949, Il comportamento amministrativo) a. La teoria della razionalità strategica (Crozier & friedberg, 1977) b. La teoria della razionalità incrementale (Lindblom, 1963) c. La teoria della razionalità casuale o del garbage can (Cohen, March e Olsen, 1976) d. La teoria della razionalità istituzionale (March & Olsen, 1984) 18 Razionalità assoluta M. Weber, 1921 Razionalità assoluta • certezza sui fini e sui mezzi da adottare. assoluta (ab soluta, cioè “slegata da”) = totale indipendenza del soggetto dalla situazione decisionale, considerata “oggettiva”. Certezza sui mezzi Certezza sui fini • chi decide agisce seguendo un criterio di puro calcolo, in grado di prevedere le conseguenze e compiere la scelta che individua i mezzi che ottimizzano il fine (tra costi e benefici ) • i decisori sono nelle condizioni di prevedere perfettamente e Ottimizzazione comprensivamente tutte le possibilità della situazione decisionale: essi conoscono “la strada migliore” per raggiungere gli obiettivi, poichè fondata sulla capacità di calcolare costi e benefici e di porli a confronto. • assunto dell’homo oecomicus, l’individuo agisce in base alla Soluzione oggettivamente razionale soddisfazione della propria utilità, ricavare il massimo vantaggio con il minimo sforzo. M.Weber, 1921 ANDREA LIPPI AVPP 12-13 19 Razionalità limitata Razionalità limitata H. Simon, 1949 • i decisori non sono in grado di compiere in modo lineare il confronto tra mezzi/fini. Quando scelgono i decisori non sono realmente nelle condizioni di prevedere le conseguenze di ciò Incertezza sui fini Incertezzadella sui mezzi che hanno immaginato durante la formazione decisione . • il decisore non conosce quale sia l’alternativa più vantaggiosa tra quelle a disposizione. L’alternativa che sceglie sembra più vantaggiosa a partire dalle conoscenze a Appropriatezza disposizione. Ergo, non esiste una decisione razionale in assoluto, esistono delle decisioni razionali relativamente alle conoscenze, alle situazioni ed alle contingenze in cui essa avviene Soluzione soggettivamente • la razionalità non è assoluta, svincolatarazionale dal contesto, ma relativa ad esso (razionalità limitata) conoscenze sempre insufficienti rispetto alle esigenze . H.Simon, 1949 • le decisioni non vengono assunte sulla base della ANDREA LIPPI AVPP 12-13 convenienza, ma sulla base dell’appropriatezza. 20 Razionalità strategica M.Crozier e E.Friedberg, 1977 Razionalità strategica • le situazioni decisionali devono essere analizzate come contesti in cui si intrecciano le strategie di molteplici decisori che cercano di Condizioni massimizzare i propri benefici costi, Attori Poteree di minimizzare i rispettivi generali di cosicchè ciascuno di loro individuale influenza la formazione della decisione degli competitivi incertezza altri . • la decisione, a questo punto, è il riflesso della negoziazione tra i giocatori e della loro capacità di influenzarsi e di controllare i comportamenti degli altri Controllo • la soluzione risiede nella capacità di costruire delle coalizioni che strategico superino la competizione e ottengano il consenso. Queste coalizioni sono possibili allorchè i decisori riescono a controllare le strategie degli altri esercitando un potere su di loro (controllo strategico) che Soluzione della decisionale sulla leadership pone alcuni soggetti incoalizione una condizione di fondata condizione di leadership in grado di aggregare intorno a sé una pur temporanea coalizione. M.Crozier e E.Friedberg, 1977 ANDREA LIPPI AVPP 12-13 21 Razionalità incrementale Ch.Lindblom, 1963 incrementale Razionalità • la ragione per la quale una coalizione impedisce le tendenze individualiste non è l’emergere di uno su tutti, che controlla le informazioni strategiche, ma il compromesso che si crea tra gli Valutazione Incertezza interessi dei partecipanti su di una opzione mediana che pare a tutti sequenziale Attori Interessi su mezzi e fondata su un criterio di adattamento soddisfacente reciproco. problemi dei interdipendenti partigiani fini • le decisioni vengono assunte in base al consenso costruito attraverso progressivi compromessi al fine di allargare le coalizioni ed includere un sempre maggior numero di partecipanti • si chiama razionalità incrementale poichè le scelte finali vengono Adattamento individuate attraverso una reciproco sequenza di compromessi che aggiustano, integrano e associano le preferenze dei singoli, dando al processo una configurazione incrementale. Il processo non è lineare, ma disarticolato,Serie poichè riflette i continui cambi di direzione dovuti al soddisfacenti soggettivamente di compromessi continuo lavorio di compromesso. I decision maker ritornano sui loro passi per includere Ch.Lindblom, nuovi alleati e stabilizzare 1963 la scelta, ma il tragitto complessivo della sommatoria di compromessi assume un aspetto ANDREA LIPPI AVPP 12-13 tortuoso, scomposto. 22 Razionalità casuale (garbage can) J.Cohen, J.G.March e J.P. Olsen, 1976 • le decisioni sono il frutto di un flusso di componenti che si alternano e il cui ingresso nel processo non è determinato da alcuna regola generale, se non il caso. Il processo sembra guidato dall’anarchia. • le quattro componenti sono le opportunità di scelta, i partecipanti, i problemi e le soluzioni e si alternano nel processo. • il processo decisionale è un cestino dei rifiuti (garbage can), dove gli elementi entrano in interazione tra loro in modo casuale e dove una soluzione (il cestino) può attrarre in modo fortuito diversi tipi di problemi, opportunità di scelta e partecipanti (i rifiuti), cosicchè non capita di rado che le soluzioni vadano a caccia dei problemi e che questi ultimi vengano risolti da partecipanti inusitati, in sedi e tempi inizialmente imprevedibili e con soluzioni apparentemente scollegate e impreviste. 23 Razionalità istituzionale J.G. March, J.P. Olsen, 1984 Razionalità istituzionale • ogni situazione decisionale è determinata dal contesto in cui avviene che determina le condizioni di ingresso e di uscita Regole, delle componenti. Preferenze • il tipo di istituzione, con le sue regole, le sue risorse, le sue strutture, i cultura, valori, individuali suoi ruoli, la sua cultura, è in grado di contestualizzare di influenzare ruoli, estrutture le scelte degli attori agendo sul processo di formazione della decisione . • la decisione avviene all’interno e per mezzo delle istituzioni. L’istituzione è uno schemaIstituzione cognitivo di riferimento che stabilisce il gioco e le sue regole. • la razionalità delle istituzioni al pari degli individui è limitata perché configurate in una certa maniera e quella configurazione diviene un limite che abitua i decisori a pensare in quella certa maniera ed a non Soluzione istituzionalmente razionale vedere altre alternative. Le istituzioni offrono ai decision maker degli schemi cognitivi di riferimento, ma non è detto che questi schemi J.P. Olsen, cognitivi sianoJ.G. ogni March, volta l’alternativa giusta,1984 specie se le scelte da prendere sono complesseANDREA o difficili. LIPPI AVPP 12-13 24