Cos'è un CCP, perché proporlo
e attuarlo, quale rapporto con la
politica estera, di sicurezza e di
difesa dell'U.E.
A che punto siamo?
Bertinoro , 4 dicembre 2011
Giovanni Scotto
Università di Firenze - Facoltà di Scienze della Formazione
Laboratorio Forma Mentis
Cos’è un Corpo / Intervento Civile di Pace
La definizione di lavoro di questo corso:
“I corpi civili di pace sono un servizio il cui scopo
è quello di mettere in grado uomini e donne
di ogni età di intervenire in caso di crisi o di
conflitti violenti con azioni pianificate
nonviolente, come ad esempio la
prevenzione, il monitoraggio, la mediazione,
l’interposizione, la riconciliazione.”
Corpi / Interventi civili di pace:
una panoramica
Benedetta
TIPOLOGIA DI
CONFLITTI E CRISI
CONTESTO
ISTITUZIONALE
Interventi
civili di pace
TRASFORMAZIONE
DEL CONFLITTO
Perché parlarne?
Tre tipi di prospettive (che non necessariamente di
escludono):
- Personale (vorrei fare questo lavoro)
- Associativa (vorrei che la mia organizzazione si
impegnasse / migliorasse in questo lavoro)
- Politica (vorrei che la mia comunità / il mio Paese
promuovesse questo lavoro)
A cosa siete interessati voi?
Come vi sentite quando vi trovate di fronte ai grandi
conflitti del mondo?
Trasformazione del conflitto
TRASFORMAZIONE
DEL CONFLITTO
Livelli di
leadership
Trasformazione del conflitto
TRASFORMAZIONE
DEL CONFLITTO
Livelli di
leadership
Contesti
sociali
Trasformazione del conflitto
TRASFORMAZIONE
DEL CONFLITTO
Livelli di
leadership
Contesti
sociali
Tempo
Trasformazione del conflitto
TRASFORMAZIONE
DEL CONFLITTO
Livelli di
leadership
Contesti
sociali
Tempo
Teorie del
cambiamento
Trasformazione del conflitto
TRASFORMAZIONE
DEL CONFLITTO
Livelli di
leadership
Contesti
sociali
Tempo
Il problema
di schierarsi
Teorie del
cambiamento
Livelli di leadership – tipi di lavoro di pace
Vertici politici
e militari
Track I – diplomazia ufficiale
Leadership
intermedie
Track II – diplomazia di secondo livello
Leadership
di base
Track III – diplomazia popolare
I contesti del lavoro di pace
Contestualizzare competenze e strumenti “micro”:
• Strumenti e competenze come ascolto attivo,
formazione, e mediazione hanno un impatto
sull'interazione a livello micro
• I processi di cambiamento a livello macro
comprendono sempre reti complesse di interazioni
umane
• Le interazioni a livello micro vanno quindi
comprese all'interno dei contesti più ampi nello
spazio sociale e nel tempo nei quali hanno luogo
I contesti del lavoro di pace: spazi sociali




Spazio geografico
MAPPE della realtà fisica
Spazio sociale: livelli di leadership, classi sociali,
gruppi identitari
Spazio e articolazione del
conflitto
Spazio relazionale di individui e
gruppi che lavorano per la pace
(peace constituencies)
MAPPE della realtà
sociale
MAPPE del conflitto
La TELA intessuta
dalle relazioni umane
I contesti del lavoro di pace
Contesti II - livelli in cui si situa l'intervento
Sistema sociale
Sottosistema / contesto
Relazione
Problema
I contesti del lavoro di pace: i tempi



Chronos: il flusso del tempo lineare:
passato, presente e futuro
Kairos: un momento decisivo, unico
Aion: la dimensione eterna del tempo:
valori fondamentali, trascendenza
Due prospettive sul flusso del tempo (chronos)

Progressione: escalation / de-escalation del conflitto
Conflitto
latente
Polarizzazione
e crisi
Violenza
diffusa
Ricostruzione
postbellica Peacebulding
Il lavoro di pace deve trasformarsi e adattarsi a fasi
differenti del conflitto

Due prospettive sul flusso del tempo (chronos)
Un modello “a matrioska”: il futuro da oggi in poi
Risposta alla crisi
Futuri
Progetti
Programmi e
Preparazione Prospettive di desiderati
Formazione
cambiamento
1 – 6 mesi
1 – 2 anni
3 – 5 anni
Una generazione
Teorie del cambiamento
Come avviene il cambiamento sociale?
- ... Nel passaggio dalla guerra alla pace
- ... Nella costruzione di nuovi strumenti di
intervento e trasformazione dei conflitti
Teorie del cambiamento




Personale (livello individuale): cambiamento nei
comportamenti e negli atteggiamenti
Relazionale (interazioni immediate): modalità
comunicative, cooperazione, stili e meccanismi di
gestione dei conflitti
Strutturale: condizioni sociali – disuguaglianza,
sfruttamento e oppressione; procedure decisionali;
istituzioni politiche
Culturale: costruzione e condivisione dei significati (il
modo in cui le persone “danno un senso” alle cose)
I contesti del lavoro di pace
Iniziative di pace e relazioni di potere



Nella maggior parte dei conflitti esistono
grandi squilibri di potere, strutture di dominio
politico e di sfruttamento economico
Una parte esterna che interviene deve essere
consapevole degli squilibri esistenti
Programmi bene intenzionati possono avere
l'effetto negativo di ridurre il tasso di
conflittualità e consolidare in ultima analisi
strutture di potere oppressive
Il problema di schierarsi
e gli obiettivi degli ICP/ CCP
Il contesto istituzionale
Chi organizza e promuove il servizio, ne fissa gli obiettivi
e le modalità di lavoro?
Attori della società civile – Operazione Colomba, PBI,
Nonviolent Peaceforce
Stati – Germania, Svizzera, Italia ?
Sistema delle Nazioni Unite –
Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in
Europa – es. Missioni civili OSCE di lungo periodo in Est
Europa
Unione Europea – nell’ambito della Politica Estera e di
Sicurezza Comune (PESC)
A che punto siamo?
Dobbiamo prestare attenzione a due fattori:
- Struttura delle opportunità politiche: ciò che
in date condizioni è possibile realizzare /
indurre a concedere
- Repertori di azione istituzionale: tutto quello
che le organizzazioni (organizz. internazionali,
stati e società civile) “sanno fare”
Struttura delle opportunità
Politiche: cosa è possibile
chiedere e ottenere dalla
UE?
Repertorio di azione: che
cosa la UE sa fare bene?
Italia – si aprono nuove opportunità ?
“Va inoltre rilanciato il binomio pacesviluppo. Molto spesso gli aiuti non
funzionano nei cosiddetti "paesi
fragili".
Come sapete, ho vissuto in prima
persona la straordinaria vicenda
della pace in Mozambico. In quel
paese, dopo un decennio di aiuti, ci
si accorse che senza pace non c'era
sviluppo.
Così investimmo sulla pace. E la pace ha avuto un grande
effetto moltiplicatore sullo sviluppo del paese.”
Discorso del Ministro alla Cooperazione Internazionale e all’Integrazione
Andrea Riccardi all’assemblea FOCSIV, 2 dicembre 2011.
Componenti civili nelle missioni di
peacekeeping
“One of the most significant, but often overlooked,
developments in United Nations (UN) is the
transformation from military to civilian focussed peace
missions. This change has come about as the mandates
shifted from monitoring military ceasefires to
supporting the implementation of comprehensive
peace agreements.
As these missions became more peacebuilding
orientated, the role of civilians shifted from a
peripheral support role to the core of contemporary
peacekeeping and peacebuilding missions.”
Componenti civili nelle missioni di peacekeeping
Civilians now represent approximately 20% of all UN
peacekeepers and peacebuilders.
As at 28 February 2010, the UN had almost 22,000
civilians deployed, including approximately 8,200
international staff, of which 2,400 were UN
volunteers.
At the beginning of 2010, the European Union (EU) had
deployed approximately 2,000 civilian personnel; the
Organisation for Security Cooperation in Europe
(OSCE) approximately 3,000, and the African Union
(AU) deployed approximately 50 civilians in its current
operation in Somalia.
Fonte: Cedric de Coning, Civilian Capacity in United Nations Peacekeeping and Peacebuilding Missions, Policy Brief 4,
Oslo: NUPI 2010.
Bibliografia
• Anderson, M. B. (1999). Do no harm: how aid
can support peace--or war. Lynne Rienner
Publishers.
• Lederach, J. P. (1997). Building peace:
sustainable reconciliation in divided societies.
US Institute of Peace Press.
• Lederach, J. P. (2005). The moral imagination:
the art and soul of building peace. Oxford
University Press.
Seconda parte
Orientarsi: quali prospettive operative e/o
di lavoro nel campo degli aiuti umanitari e
degli interventi civili di pace
Origini e tipologia degli ICP / CCP
Professionista riflessivo
Conflitto e Relazione
Incertezza e creatività
E’ attento ai “mondi
possibili”che si affacciano
nel corso dell’ascolto e
della trasformazione in
positivo dei conflitti
Esplora con rispetto e attenzione
il mondo dei suoi interlocutori:
lavora “insieme con” loro, non
“su” di loro
Affronta problemi aperti,
che non hanno risposte predefinite
Professionista
riflessivo
Sviluppa conoscenza
nel corso dell’azione
E’ consapevole dei
contesti nei quali opera
E’ consapevole del proprio ruolo e dei messaggi
E’ consapevole delle teorie del
espliciti e impliciti che convoglia in che cosa fa e in
cambiamento proprie e
come lo fa
dell’organizzazione
E’ consapevole delle proprie emozioni, bisogni,
in cui opera
interessi e valori e del modo in cui il suo “mondo
interiore” influenza il suo agire
Giovanni Scotto
Consapevolezza
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