CORSO CLASSE 1A 6° incontro Programma MOMENTO DI REGOLAZIONE - Incontro precedente - GLI AUTOMATISMI - Addizioni 1a, 2a e 3a fase ATTIVITA’ DIDATTICA - Sottrazioni 1a fase: facili, medie e difficili - Sottrazioni 2a fase - LE MISURE GIOCHI SCHEMA RIASSUNTIVO - GIOCO DELLE CARTE COLORATE - Tabella di classe Esercitazioni ed automatismi QUANDO HANNO TEMPO GLI ALLIEVI PER ESERCITARE QUANTO APPRESO? DIMAT PROPONE MOLTI MATERIALI E MOMENTI DIVERSI (FV, FP, FR,FS, S) PERÒ, SE GLI ALLIEVI NON SI ALLENANO, DIMENTICANO QUANTO HANNO IMPARATO! COME È POSSIBILE, SENZA L'ESERCITAZIONE, CONSOLIDARE LE CONOSCENZE APPRESE? DAL MOMENTO CHE SENZA L'ESERCIZIO CONTINUO IL BAMBINO DIMENTICA, QUAL È LO SPAZIO PREVISTO PER L'ESERCITAZIONE? NON È FORSE MEGLIO PREVEDERE DEI MOMENTI PER DELLE ESERCITAZIONI REGOLARI, RIPETITIVE? ALMENO PER GLI OBIETTIVI DI PADRONANZA? UNO DEI PROBLEMI CRUCIALI DELL'INSEGNANTE È CHE GLI ALLIEVI MANTENGANO NEL TEMPO QUANTO APPRESO. 22/12/2015 Corso DIMAT 4 QUAL È IN TERMINI DI ENERGIA E DI TEMPO IL "COSTO" DELL'ESERCITAZIONE? A COSA DOBBIAMO RINUNCIARE PER DISPORRE DI UN TEMPO ADEGUATO PER LA "MECCANICIZZAZIONE" DEGLI APPRENDIMENTI? QUAL È LA RELAZIONE TRA ESERCITAZIONI E AUTOMATISMI? FINO A CHE PUNTO È NECESSARIO ESERCITARE UNA DETERMINATA CONOSCENZA? QUALI SONO LE PRIORITÀ RISPETTO A QUANTO PREVEDONO I PROGRAMMI? LIMITIAMO L'ESERCITAZIONE AGLI OBIETTIVI DI PADRONANZA? PER RISPONDERE È NECESSARIO DISTINGUERE IL MOMENTO DELL'APPRENDIMENTO DAL MOMENTO DELL'ESERCITAZIONE. 22/12/2015 Corso DIMAT 5 SE L'OBIETTIVO È "IMPARA AD IMPARARE", QUANDO L'ACCENTO È MESSO SUL COME, L'ESERCITAZIONE, INTESA COME MECCANICIZZAZIONE, ASSUME UN RUOLO SECONDARIO. SE IL MODELLO DI APPRENDIMENTO È QUANTITATIVO, COLLEGATO PIÙ ALLA TRASMISSIONE DELLE CONOSCENZE CHE ALLA SCOPERTA, ACCENTO MESSO SUL COSA, ALLORA L'ESERCITAZIONE È DETERMINANTE. SIAMO DI FRONTE A TEORIE DIVERSE DELL'APPRENDIMENTO 22/12/2015 Corso DIMAT 6 LA SOLUZIONE È UNA MEDIAZIONE DOVE RICERCA E SCOPERTA NON PENALIZZANO L'APPRENDIMENTO DI ALCUNI AUTOMATISMI INDISPENSABILI E L'ESERCITAZIONE NON DIVENTI OSSESSIVA AL PUNTO DA RIDURRE GLI ALLIEVI A SEMPLICI ESECUTORI. LA SCUOLA CHIEDE AGLI ALLIEVI FLESSIBILITÀ PRONTI A NUOVI CONTENUTI ED APPRENDIMENTI. INOLTRE L'ESERCITARSI IN MODO RIGIDO MECCANICO ARRISCHIA DI DIVENTARE L'OSTACOLO DI NUOVI APPRENDIMENTI. 22/12/2015 Corso DIMAT 7 L'ESERCITAZIONE NON HA SOLO LO SCOPO DI PORTARE L'ALLIEVO ALL'ACQUISIZIONE DI AUTOMATISMI, DI TECNICHE, ESSA È ESSENZIALE PER IL PROCESSO DI TRANSFERT E PER LA GENERALIZZAZIONE DELLE CONOSCENZE. LA GENERALIZZAZIONE PERMETTE L'ESTENSIONE DI UN CONCETTO O DI UNA PROCEDURA IL TRANSFERT PERMETTE L'ESTENSIONE DI UN APPRENDIMENTO SU UN ALTRO COMPITO (vedi apprendimento della frazione in relazione al numero decimale). 22/12/2015 Corso DIMAT 8 22/12/2015 Corso DIMAT 9 LO SCOPO DELL'AUTOMATISMO È DI LIBERARE SPAZIO NELLA MEMORIA DI LAVORO, SOPRATTUTTO DURANTE LA RISOLUZIONE DI UN PROBLEMA. L'ESERCITAZIONE PER ACQUISIRE UN AUTOMATISMO STRUMENTALE O PROCEDURALE È NECESSARIA DOVE SERVE AGLI ALLIEVI GRANDE EFFICACIA E RAPIDITÀ DI RISPOSTA ( tabelline e calcolo elementare). COSA DEVE ESSERE AUTOMATIZZATO? QUANDO CIÒ DEVE AVVENIRE? 22/12/2015 Corso DIMAT 10 MOLTI DOCENTI DOPO LA FASE D'APPRENDIMENTO SI ATTENDONO DAGLI ALLIEVI RISPOSTE IMMEDIATE COME SE AVESSERO GIÀ AUTOMATIZZATO DELLE CONOSCENZE. INVECE LE CONOSCENZE SONO ANCORA "FRAGILI" E LE RISPOSTE DEGLI ALLIEVI POSSONO CONTENERE ANCORA ERRORI O MANIFESTARE ESITAZIONI ED INSICUREZZE. ALLORA SI DANNO DELLE ESERCITAZIONI MECCANICHE CON IL FINE DI OTTENERE RISPOSTE IMMEDIATE (apprendimento delle operazioni scritte e delle trasformazioni delle misure). 22/12/2015 Corso DIMAT 11 MODELLO D'APPRENDIMENTO apprendimento esercitazione automatismo NOI PENSIAMO CHE VADANO DEFINITI NEL CORSO DELL'ANNO QUALI APPRENDIMENTI NECESSITANO DI ESSERE AUTOMATIZZATI E QUALI INVECE NON RICHIEDONO UN TALE LIVELLO DI PADRONANZA. NOI CREDIAMO CHE TRA LA FASE DI APPRENDIMENTO E L'AUTOMATIZZAZIONE DI UNA TECNICA DEBBA TRASCORRERE DEL TEMPO, A VOLTE RAGGUARDEVOLE. IN QUESTO PERIODO L'ALLIEVO DEVE AVERE LA POSSIBILITÀ DI GENERALIZZARE E CONSOLIDARE UN APPRENDIMENTO IN RAPPORTO SOPRATTUTTO AL SENSO CHE ESSO VIENE AD ASSUMERE PER LUI. IN QUESTA FASE L'ESERCITAZIONE È INDISPENSABILE 22/12/2015 Corso DIMAT 12 IL MODELLO PRECEDENTE VA COSI' MODIFICATO: ? = NECESSITÀ PER IL DOCENTE DI CHIEDERSI : SI TRATTA DI UN OGGETTO CHE DEVE ESSERE AUTOMATIZZATO? FINO A CHE LIVELLO DI PADRONANZA? 22/12/2015 Corso DIMAT 13 IL PROCESSO DI GENERALIZZAZIONE METTE L'ALLIEVO DI FRONTE A SITUAZIONI DIVERSE DA QUELLE NELLE QUALI UN PARTICOLARE SAPERE È STATO APPRESO, LAVORATO, SCOPERTO, ANALIZZATO. LA GENERALIZZAZIONE SI FONDA SU UN PROCESSO CONTINUO DI DECONTESTUALIZZAZIONE E RICONTESTUALIZZAZIONE DELLE CONOSCENZE, PROCESSO NEL QUALE SONO DETERMINANTI LE CONOSCENZE SPECIFICHE DEGLI ALLIEVI. LE OCCASIONI MIGLIORI PER FAVORIRE LA GENERALIZZAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI SONO LE SITUAZIONI (ESERCITAZIONI DI TIPO A). LE SITUAZIONI RAPPRESENTANO UN MOMENTO IMPORTANTE DI ESERCITAZIONE CON UN DUPLICE OBIETTIVO: PERMETTERE AGLI ALLIEVI DI AFFINARE, REGOLARE, MIGLIORARE LE NUOVE CONOSCENZE FAVORIRE E PERMETTERE LA GENERALIZZAZIONE DEL SAPERE (concetti e procedure in particolare). 22/12/2015 Corso DIMAT 14 LA GENERALLIZZAZIONE AVVIENE ATTRAVERSO UNA ESERCITAZIONE CHE IMPLICA DUE VARIABILI: LE CONOSCENZE SPECIFICHE E I CAMPI D'APPLICAZIONE. PER GLI AUTOMATISMI LE MODALITÀ DI APPRENDIMENTO CAMBIANO NOTEVOLMENTE. NELL'APPRENDIMENTO DI UN AUTOMATISMO (algoritmo della moltiplicazione) NON SI LAVORA PIÙ SUL SENSO DELL'OPERAZIONE, MA SUL SIGNIFICATO DELL'ALGORITMO E SUL MODO MIGLIORE PER APPRENDERLO. (Profili d'apprendimento) 22/12/2015 Corso DIMAT 15 TRE ASPETTI ESSENZIALI: LA DIMENSIONE TEMPORALE: È NECESSARIO LASCIARE UN TEMPO IMPORTANTE TRA IL PROCESSO DI APPRENDIMENTO, DI GENERALIZZAZIONE E LA FASE DI APPRENDIMENTO DELL'AUTOMATISMO. LA SCELTA DEL DOCENTE: IL DOCENTE DEVE SCEGLIERE QUALI SONO GLI APPRENDIMENTI CHE VANNO AUTOMATIZZATI 22/12/2015 Corso DIMAT 16 PIRAMIDI e MURI ----> 5 3 5 3 8 5 3 <---- A B AUTOMATISMO ES.: CASELLINE C GENERALIZZAZIONE D E AUTOMATISMO ES.: TRASFORMAZIONI ... Esercitazioni di tipo A 22/12/2015 Esercitazioni di tipo B Corso DIMAT 18 1a fase: Addizioni entro il 10 (45 addizioni) “Dal Facile, al Medio, al Difficile” 1+1 2+1 3+1 4+1 5+1 6+1 7+1 8+1 1+2 2+2 3+2 4+2 5+2 6+2 7+2 8+2 1+3 2+3 3+3 4+3 5+3 6+3 7+3 1+4 2+4 3+4 4+4 5+4 6+4 1+5 2+5 3+5 4+5 5+5 1+6 2+6 3+6 4+6 1+7 2+7 3+7 1+8 2+8 1+9 9+1 Addizioni “Facili” Addizioni “Medie” Addizioni “Difficili” Oss.: Questa suddivisione in Facili, Medie e Difficili è evidentemente un’ipotesi a titolo indicativo in quanto sussistono altre possibilità. Ad esempio, come per le sottrazioni, potrebbe esserci una diversa suddivisione se qualcuno, inizialmente, lavorasse solo con le addizioni entro il 5. 1a fase: Addizioni entro il 10 (45 addizioni) 2a fase: Addizioni tra10…e…20 (55 addizioni) 3a fase: Addizioni con cambio di decina (36 addizioni) 1a fase: Sottrazioni entro il 10 (55 sottrazioni) “Dal Facile, al Medio, al Difficile” 1a fase: Sottrazioni entro il 10 (55 sottrazioni) 2a fase: Sottrazioni tra10…e…20 (55 sottrazioni) 3a fase: Sottrazioni entro il 20 con passaggio di decina (36 addizioni) 11 – 2 12 – 3 13 – 4 14 – 5 15 – 6 16 – 7 17 – 8 11 – 3 12 – 4 13 – 5 14 – 6 15 – 7 16 – 8 17 – 9 11 – 4 12 – 5 13 – 6 14 – 7 15 – 8 16 – 9 11 – 5 12 – 6 13 – 7 14 – 8 15 – 9 11 – 6 12 – 7 13 – 8 14 – 9 11 – 7 12 – 8 13 – 9 11 – 8 12 – 9 11 – 9 18 – 9 Come discusso, siamo di fronte ad un obiettivo che sarà soprattutto oggetto di attenzione in 2a elementare. In ogni caso, tutte le precedenti fasi, sia dell’addizioni che della sottrazione, devono essere acquisite con sicurezza prima di affrontare questi passaggi di decina nel calcolo mentale e orale. Gioco delle carte colorate Attività iniziale, in 1° elementare, con le addizioni fino al 10 Lavoro individuale o a coppie Considerato il ristretto campo numerico nel quale iniziano ad operare gli allievi di 1° elementare, l’introduzione del gioco delle carte colorate assume all’inizio della scolarità una forma particolare, sia per i materiali usati, sia nel modo di “giocare”. L’attività qui proposta concerne le primissime operazioni aritmetiche con le quali gli allievi sono confrontati, cioè le addizioni entro il 10. Si tratta di addizioni fondamentali, che l’allievo sa già risolvere, di solito, con l’uso delle dita, ma che dovrebbero essere al più presto automatizzate. Fino al 10, le addizioni prese in considerazione sono 45. Le addizioni con lo zero sono state tralasciate poiché riteniamo che i problemi “zero + …” e “…. + 0” non siano da prendere in considerazione in questa fase dell’apprendimento. (Vedremo come lo “zero” entrerà “normalmente” in gioco nelle sottrazioni: a quel punto sarà uno zero “carico di senso”, soprattutto per un bambino di 1° elementare.) CIÒ “ZERO”, SIA LA PAROLA CHE IL SIMBOLO. AD ESEMPIO, GIÀ NELLA SITUAZIONE “LA PARTITA DI CALCIO”, IL RISULTATO “CINQUE A ZERO” ERA TRA QUELLI POSSIBILI. OPPURE NEL GIOCO “QUANTI IN UNA MANO E QUANTI NELL’ALTRA?” DOVE, EVIDENTEMENTE, POTEVANO ESSERCI 3 PALLINE IN UNA MANO E NULLA, ZERO, NELL’ALTRA. RITENIAMO PERÒ CHE NEL CASO SPECIFICO DI QUESTO GIOCO NON SIA NECESSARIO CONSIDERARE ANCHE LE ADDIZIONI CON UNO 0 AL PRIMO O SECONDO ADDENDO. QUESTE ADDIZIONI NON DEVONO ESSERE AUTOMATIZZARE COME LE ALTRE, ESSE NON SIGNIFICA CHE L’ALLIEVO NON ABBIA GIÀ INCONTRATO LO SONO SOGGETTE AD UN RAGIONAMENTO CHE SEMPLIFICA LA SOLUZIONE DI TUTTE QUANTE ASSIEME, OSSIA CHE “IL NUMERO NON CAMBIA MAI” (X+0=X E 0+X=X). Il gioco dovrebbe permettere una prima scoperta, da parte della classe, della proprietà COMMUNTATIVA delle addizioni. Una proprietà che non viene a questo punto insegnata tramite una definizione, ma che si manifesta nella possibilità di manipolare il cartellino (o il pezzo di carta) come si vuole, iniziando a sommare partendo da un numero piuttosto che dall’altro. Grazie a questa proprietà, da 45 addizioni passiamo a sole 25. La proprietà commutativa, espressa in modo semplice e comprensibile per un bambino di prima è, nell’ambito del gioco, “la possibilità di iniziare dal numero che preferisco”,è contenuta nelle parole del bambino che afferma, “con questo cartellino, se faccio 4 e 5, che fa 9, è come fare 5 e 4, il risultato (la somma) non cambia”. Questa “scoperta”, di fondamentale importanza, verrà poi progressivamente esplicitata e discussa con la classe affinché tutti possano capire che grazie alla possibilità di “girare i numeri”, la quantità di addizioni da memorizzare si riduce di moltissimo: ad esempio, entro il 20, passiamo da un totale di 190 addizioni a sole 100, senza contare le addizioni con addendo zero. Dobbiamo inoltre considerare che il “+1” e le coppie sono operazioni di cui, generalmente, l’allievo ha presto il dominio, sono cioè già memorizzate e automatizzate (vedi indagine svolta a inizio anno scolastico). Togliendo dunque anche queste, le addizioni entro il 10 che pongono i maggiori problemi si riducono a 11. Indicazioni per il gioco delle addizioni Formiamo dei gruppetti di 4 o 5 allievi. All’interno di ogni gruppetto ognuno ha a disposizione due fogli di carta colorata. Ogni bambino ha dei fogli di colori diversi, così da poter poi riconoscere il proprio materiale. Attraverso delle piegature (facendo progressivamente la metà), gli allievi ritagliano tanti pezzetti di carta. Indicazioni per il gioco delle addizioni Dettato di numeri e spiegazione della regola: bene, ora ognuno prende uno dei pezzetti di carta che ha ritagliato e scrive, ben visibile,tre. Ora girate il foglietto e sull’altro lato scrivete due. (Lo fa anche l’insegnante.) Sul foglietto avete dunque un numero da un lato,2,e uno dall’altro, 3. Se addizioniamo i due numeri qual è il risultato? Cinque, bene. Ora prendere un altro pezzetto di carta, scrivete quattro,giratelo e scrivete due.Quanto fa? Sei, bene,adesso andiamo avanti più veloci. Vengono dettate tutte le 45 addizioni,in ordine sparso. Indicazioni per il gioco delle addizioni Consegna di dieci bicchieri di carta numerati da 1 a 10. Vengono messi al centro. Ognuno di voi, adesso, in silenzio, prende un cartellino alla volta, addiziona i due numeri e lo mette nel bicchiere che indica il risultato. Correzione: ognuno prende un bicchiere, toglie i cartellini e controlla che ci siano solo le addizioni appropriate. Cartellini al posto sbagliato vengono segnalati al rispettivo bambino. (riconoscimento tramite i colori). Indicazioni per il gioco delle addizioni Conclusione: l’insegnante consegna ad ognuno una busta nella quale vengono riposti i cartellini colorati. Gare individuali: “cerco di essere il più veloce possibile”. Chi non è sufficientemente veloce, si esercita a scuola, o anche a casa (insegnando magari il gioco a un genitore). Indicazioni per il gioco delle sottrazioni entro il 10 Il materiale è esattamente lo stesso, cambia però la regola, bisogna sottrarre e non più addizionare! E’ chiaro che a questo punto gli allievi scoprono che non possono più iniziare dal numero che preferiscono, la proprietà commutativa non è più valida, e il gioco si fa più complesso. Inoltre bisogna aggiungere un bicchiere, quello con lo “zero”, dove mettere le sottrazioni 3-3; 5-5; ecc… . “Verso dei giochi sempre più difficili.” Abbiamo proposto i primissimi giochi delle carte colorate con le addizioni e le sottrazioni entro il 10. Progressivamente, durante la 1a e la 2a elementare, verranno costruiti dei giochi che considerano, in progressione, le operazioni seguenti (elencate per grado di difficoltà): 1. 2. 3. 4. 5. tra 6. 7. 8. 9. I. Addizioni entro il 10 II. Addizioni tra 10 e 20 …tra 20 e 30;…tra 30 e 40; … I. Sottrazioni entro il 10 III. Addizioni con passaggio di decina, entro il 20 II. Sottrazioni tra 20 e 10 senza passaggio di decina … 30 e 20;…tra 40 e 30;… III. Sottrazioni entro il 20 con sottraendo di due cifre IV. Addizioni con passaggio di decina, oltre il 20 IV. Sottrazioni entro il 20 con passaggio di decina V. Sottrazioni con passaggio di decina, oltre il 20 LE MISURE Raccolta ed analisi delle rappresentazioni spontanee dei bambini Quali sono le rappresentazioni spontanee dei bambini? Perché raccogliere le rappresentazioni spontanee? Nella costruzione di nuove rappresentazioni quelle spontanee possono «fare resistenza». Ciò cosa significa? Cosa significa misurare? … e la parola misura? … cosa vuol dire? - Perché si misura? - Come si misura? - Cosa si utilizza? - … ecc. Unità di misura - campione – strumento La misura: vol V e VI - Bozzolo/Costa/Alberti- ed. Erickson 2005 100V Esiste una totale confusione tra: UNITÀ DI MISURA CAMPIONE STRUMENTO Unità di misura - campione - strumento 49 VI Esempio tipico di confusione è il metro, parola che viene usata indistintamente in relazione ai tre concetti. Unità di misura - campione - strumento 102V Differenza tra UNITÀ DI MISURA e CAMPIONE (nell'esempio prendiamo la lunghezza). La lunghezza è una proprietà astratta e deve essere visualizzata in oggetti concreti, detti campioni dell'unità di misura. Essi possono essere molto diversi tra loro (metro della lavagna, della sarta, del muratore,…), tranne nella lunghezza. errori approssimazioni 50 VI Affrontare il discorso della misura comporta di operare, di effettuare misurazioni, di utilizzare strumenti, di predisporre semplici esperimenti o comunque esperienze critiche per evidenziare lo specifico di ogni grandezza, i limiti e le potenzialità di ogni misura. Tra i limiti, mettere gli allievi nelle condizioni di rilevare che UNA MISURA REALE è SEMPRE APPPROSSIMATA, ossia è sempre affetta da un errore rispetto alla "misura vera". 34 VI Quindi, una misura determinata sperimentalmente è sempre soggetta a errore. Errori casuali (disturbi durante la misurazione) Errori sistematici: (imprecisa taratura, errore nel campione) Gli errori di misurazione sono pressoché inevitabili e mostrano come, in genere, la misura esatta di una grandezza non è un numero, ma si situa in un intervallo all'interno del quale si trova appunto la "misura vera". Esempio: il peso - uso della bilancia 59 VI La situazione più complessa è quella di equilibrio. L'utilizzo di strumenti comporta sempre un certo grado di approssimazione ! Inoltre,…far verificare anche agli allievi che l'equilibrio (o l'assenza di equilibrio) non dipende dalla posizione dei due corpi sui piatti della bilancia. Misure espresse come intervalli 102V Nelle misurazioni, con poca probabilità, le grandezze considerate (lunghezza, peso, durata, capacità,…) saranno esprimibili con un numero intero esatto di unità, generalmente rimane "scoperta" una parte dell'oggetto. È pertanto necessario esprimere la grandezza con un intervallo, i cui estremi sono due numeri naturali. Ciò serve per ribadire la differenza tra una grandezza e la sua misura. Ad esempio, la lunghezza di un oggetto è una proprietà intrinseca, unica, non cambia, ma cambia la sua misura, ossia la sua quantificazione, se viene cambiata l'unità di misura o lo strumento usato (più o meno sensibile). Sensibilità - portata - precisione 34 VI Misura sperimentale: dipende dalle limitazioni intrinseche di ogni strumento: Gli strumenti si distinguono per: - SENSIBILITÀ: più piccola variazione che può misurare lo strumento. (es. bilancia) - PORTATA: massimo valore che può essere misurato. - PRECISIONE: (scarto tra una serie ripetuta di misurazioni della stessa grandezza). 103V 35 VI Quando un'unità di misura è troppo poco SENSIBILE,.. nasce l'esigenza di avere più unità di misura. Quando si esprime una misura ricavata da un procedimento di misurazione è necessario esprimere tutte le cifre del numero fino a quella che esprime la sensibilità dello strumento. Dal punto di vista matematico è superfluo scrivere 8,0 però, dal punto di vista fisico, se misuro ad esempio con un righello con una sensibilità ai mm, le scritture 8,0 oppure 8 hanno significato diverso (8 è infatti la misura di uno strumento con una sensibilità ai cm). Abbiamo visto anche la differenza tra 12km e 12,00km.