OSSERVARE E VALUTARE IL COMPORTAMENTO INFANTILE A cura di M.C. Matteucci 1 Breve storia del metodo osservativo XVIII e XIX secolo: Biografie Infantili o Diari. Il più noto fu scritto da Charles Darwin sul figlio Doddy nel 1840 1882: “La mente del bambino” di Wilhelm Preyer 1916: “L’autoeducazione nelle scuole elementari” di Maria Montessori 1930-1960: si affermano il metodo sperimentale e l’approccio comportamentista Anni 1960: si comincia ad apprezzare la ricchezza delle metodologie di tipo osservativo 2 Breve storia del metodo osservativo Anni 1970: si registra un aumento delle ricerche che utilizzano il metodo osservativo. L’approccio etologico favorisce l’affermarsi dell’osservazione come metodo scientifico rigoroso 1979: Urie Bronfenbrenner critica l’abuso degli esperimenti di laboratorio in psicologia dello sviluppo. L’approccio ecologico dà più importanza alle ricerche sul campo rispetto a quelle in laboratorio 1978-1983: il 21% delle ricerche pubblicate su riviste scientifiche italiane adotta il metodo osservativo (Battacchi 1984) 3 In sintesi… •Attenzione al bambino nei prima anni di vita come oggetto di indagine •Miglioramento tecniche di rilevazione e analisi dati •Costruzione di nuovi modelli interpretativi del comportamento infantile Osservazione come metodo di Ricerca 4 Validità Ecologica degli studi osservativi “Una procedura di ricerca è ecologicamente valida quando misura effettivamente ciò che presume di misurare” Bronfenbrenner (1979) “Scienza del comportamento inusuale di bambini posti in situazioni insolite con adulti sconosciuti per il più breve tempo possibile!” 5 Controllo sulle condizioni di osservazione MINIMO MEDIO MASSIMO Osservazione in condizioni naturali Osservazione quasi sperimentale Osservazione in laboratorio 6 Diversi tipi di osservazione Etologica “naturalistica” Partecipante L’osservazione etnografica L’”infant observation” (approccio psicoanalitico) Controllata L’osservazione quasi sperimentale (Piaget) L’osservazione “target child” L’osservazione in laboratorio (“Strange Situation”) 7 L’osservazione etologica S’ispira alla teoria dell’evoluzione di Darwin e all’etologia come studio scientifico della “biologia del comportamento” L’osservatore non influenza il comportamento che intende studiare e annulla per quanto possibile la propria soggettività L’osservazione avviene nell’ambiente naturale in cui il comportamento si manifesta spontaneamente Il comportamento osservato viene descritto in modo dettagliato e obiettivo (etogramma) L’osservazione è non partecipante e spesso dissimulata. Può utilizzare strumenti di audio-videoregistrazione 8 L’osservazione etnografica Viene utilizzata per studiare bambini di scuola dell’infanzia (3-5 anni) e di scuola elementare (6-10) L’osservazione è partecipante e viene condotta seguendo una routine tipica L’osservatore deve conquistarsi l’accesso nel gruppo o comunità che vuole studiare, mostrando la massima disponibilità e il minimo controllo 9 La ricerca etnografica di William Corsaro Corsaro (1985) ha studiato le relazioni tra bambini in età prescolare e la cultura dei pari in una scuola materna americana Sono stati registrati 633 episodi utilizzando le seguenti note: • NOTE DI CAMPO (NC): registrano ciò che avviene in modo letterale e senza interpretazioni • NOTE PERSONALI (NP): registrano le reazioni dell’osservatore alle caratteristiche degli eventi osservati • NOTE METODOLOGICHE (NM): precisano gli aspetti dell’osservazione da modificare • NOTE TEORETICHE (NT): colgono gli aspetti del comportamento dei bambini interessanti per l’interpretazione 10 • Resoconti narrativi (descrizione dettagliata e puntuale del comportamento) • Ingresso sul campo e Processo di Accettazione (l’osservatore sente di appartenere alla comunità che osserva, la sua presenza non ostacola il fluire delle attività) • Unità di raccolta (singoli bambini o eventi interattivi) • Analisi del materiale (categorie di analisi) • Svantaggi: costi, tempi, soggettività • Vantaggi: possibilità di accedere a quantità di informazioni, significati delle pratiche quotidiane, interazioni • METODO Etnografico: utilizzo combinato di più tecniche (osservazione partecipante, interviste, questionari, analisi linguaggio) (Molinari, 2002) 11 L’”infant observation”: come si usa 1. Osservazione naturalistica del bambino a casa 2. L’osservatore incontra i genitori prima della nascita del bambino 3. Si osserva il bambino per un’ora a settimana fino al compimento del 2° anno di vita, mantenendo invariati l’orario e il giorno della settimana 12 L’”infant observation”: come si usa 4. L’osservatore non prende note mentre osserva, ma lo fa subito dopo richiamando alla mente tutti gli eventi verificatisi durante la visita 5. L’osservatore sottolinea quello che ha visto e provato, non quello che pensa si sarebbe verificato 6. Seminari regolari con un supervisore e altri osservatori, per discutere le osservazioni, gli stati d’animo e le interpretazioni 13 L’”infant observation”: perché si usa 1. Consente all’osservatore di fare esperienza delle emozioni del bambino nella scoperta del mondo 2. Rende l’osservatore sensibile all’atmosfera emozionale nella quale il bambino vive e cresce 3. Consente all’osservatore di collegare gli stati emozionali della madre con quelli del bambino, di collegare il sostegno fornito alla madre con la sua capacità di comprendere i bisogni fisici, emotivi e cognitivi del bambino 4. Fa capire l’influenza di: identità sessuale, posizione nella famiglia, classe, razza, cultura, effetti degli stili educativi sullo sviluppo infantile, disoccupazione, divorzio, morte, malattia - l’ampia varietà delle situazioni di vita 14 L’esperienza di Esther Bick L’osservatore - neutrale e partecipe al tempo stesso - è testimone dell’unicità della relazione madre-bambino 1948: osservazione del lattante come addestramento alla psicoteriapia infantile presso la Tavistock Clinic di Londra 1949: seminari sull’osservazione della diade madre-bambino L’osservazione diventa strumento per la formazione, in quanto promuove le capacità dell’individuo di cogliere i dettagli della situazione e l’evoluzione del processo di crescita del bambino 15 L’osservazione “target child” Osservazione di un “bambino-bersaglio” nella scuola dell’infanzia o nella scuola elementare Ideata e messa a punto in Gran Bretagna negli anni Settanta da un gruppo di ricerca coordinato da Jerome Bruner Raccolta di campioni di comportamento: 20 minuti di osservazione sequenziale per ciascun bambino, in unità di 1 minuto Codifica in 4 dimensioni molari: attività, clima sociale, livello cognitivo, linguaggio Atteggiamento dell’osservatore : “like a fly on the wall” (Sylva et al. 1982) 16 Camaioni, Bascetta e Aureli 2001 Versione italiana, adattata e perfezionata, della tecnica “target child” Destinata a bambini di scuola dell’infanzia (3-5 anni) e del primo ciclo di scuola elementare (6-8 anni) Registrazione su schede preformate in unità di osservazione di 1 minuto Familiarizzazione dell’osservatore con l’ambiente Atteggiamento di partecipazione neutrale 17 La Strange Situation Tecnica di osservazione, controllata in laboratorio, ideata da Mary Ainsworth e coll. (1978), destinata a bambini tra 12 e 18 mesi di età Valuta l’equilibrio tra l’attaccamento del bambino alla madre e la sua capacità di esplorare l’ambiente in modo autonomo Evidenzia le differenze individuali negli stili di attaccamento con le figure di riferimento durante il primo anno di vita Comprende 8 episodi della durata di circa 3 minuti ciascuno, in cui il bambino sperimenta alcune separazioni e successive riunioni con la madre Indicatori dello stile di attaccamento: ansia da separazione, esplorazione, paura dell’estraneo, ricongiungimento alla madre 18 Il metodo di indagine piagetiana Metodi in funzione dell’età e dei fenomeni considerati • L’osservazione (primi 3 anni di vita; guidata da ipotesi; P. crea delle situazioni critiche es. nascondere oggetto, indurre comportamento di imitazione) • Il metodo clinico (domande emerse da altri bambini; scopo: far emergere concezioni elaborate dai b sulla vita psichica, fenomeni fisici, vita relazione; si articola in funzione delle risposte del b.; viene indirizzata in base all’obiettivo) • Il metodo critico (genesi e sviluppo pensiero logico durante infanzia e adolescenza; materiale da manipolare; fase cruciale: domande critica posta nel corso dell’esperimento per identificare le strutture intellettuali sottostanti le soluzioni dei problemi) 19 Camaioni, Aureli, Perucchini, Il Mulino, 2004 Capitolo 1. L’osservazione come metodo d’indagine in psicologia dello sviluppo L’osservazione secondo Piaget Osservazione QUASI-SPERIMENTALE: 1) Guidata da ipotesi precise, generate dalla teoria di riferimento 2) L’osservazione avviene nell’ambiente naturale di vita del bambino 3) Si controllano e si modificano le condizioni naturali per favorire la comparsa delle azioni che si vogliono osservare 4) Le osservazioni sono sistematiche e continuative nel tempo 20 Camaioni, Aureli, Perucchini, Il Mulino, 2004 Capitolo 1. L’osservazione come metodo d’indagine in psicologia dello sviluppo Il colloquio clinico secondo Piaget Combina alcune caratteristiche dell’intervista e della osservazione naturalistica Nello scambio verbale fra psicologo e bambino gli argomenti da toccare sono predefiniti, ma il contenuto, l’ordine e la formulazione delle domande variano caso per caso Si evita di annoiare il bambino e di porre domande “suggestive” Metodo complesso e che richiede un lungo addestramento 21 INTERVISTE E QUESTIONARI Raccomandazioni generali Questi strumenti non possono essere utilizzati con bambini di età inferiore ai 3-4 anni nella modalità orale e con bambini di età inferiore ai 7-8 anni nella modalità scritta Bambini e adolescenti possono rifiutarsi di essere intervistati e possono resistere a comunicare i propri sentimenti, atteggiamenti, opinioni ed esperienze I bambini possono non comprendere bene le domande poste dall’intervistatore a causa del livello cognitivo limitato 22 INTERVISTE E QUESTIONARI Raccomandazioni generali Sono strumenti indiretti di osservazione. Possono essere affiancati a una tecnica di osservazione diretta del comportamento sugli stessi soggetti (metodo misto) Possono essere somministrati agli adulti (genitori, educatori) per rilevare dati sul comportamento dei bambini affidati alle loro cure. I giudizi e le opinioni espressi dagli adulti possono essere soggetti a errori sistematici 23 Camaioni, Aureli, Perucchini, Il Mulino, 2004 Capitolo 1. L’osservazione come metodo d’indagine in psicologia dello sviluppo Questionari a domande CHIUSE Caratteristiche: • le domande sono predefinite e si minimizza il rischio di ottenere risposte irrilevanti (“non so”, “non ricordo”) • le risposte sono standardizzate e si codificano con facilità Si usano quando: • si possono prevedere tutte le modalità criteriali di risposta • si vuole evitare che i soggetti si rifiutino di rispondere • si vuole limitare l’effetto di fattori quali il livello cognitivo o l’istruzione 24 Questionari a domande APERTE Caratteristiche: • richiedono ai soggetti una buona capacità di esprimersi • richiedono una codifica laboriosa ed esposta al rischio di interpretazioni soggettive • possono far raccogliere informazioni irrilevanti o inutili Si usano quando: • non si conoscono a priori le possibili modalità di risposta • le risposte sono troppo numerose per elencarle tutte • le domande richiedono risposte dettagliate e articolate 25 L’osservazione come fonte di dati Uno dei possibili modi per ottenere informazioni sul fenomeno o problema indagato Aspetti da considerare Qualità dell’osservatore Distorsioni e correttivi Qualità dell’osservazione 26 Qualità dell’osservatore L’abilità di osservare Capacità di utilizzare le abilità percettive e cognitive per “leggere” la realtà Il “ buon osservatore ” La fase di addestramento Qualità relative alla sfera cognitiva, comunicativa e di personalità Controlla l’accuratezza e la stabilità dell’osservatore ed eventuali carenze dello strumento osservativo 27 Qualità dell’osservazione Osservazione scientifica Validità Obiettività dei dati Coincide con il “guardare” un fenomeno in modo sistematico Affidabilità 28 Camaioni, Aureli, Perucchini, Il Mulino, 2004 Capitolo 2. L’osservazione nella pratica Criteri dell’osservazione scientifica Selettiva Rileva determinate caratteristiche del fenomeno osservato Pianificata È realizzata in modi non casuali rispetto a chi, dove e quando osservare Controllabile Può essere valutata da chiunque esamina i suoi prodotti 29 Documentabile Fornisce materiale che attesta la sua utilizzazione L’OSSERVAZIONE NELLA PRATICA I diversi Strumenti di Osservazione _______ 30 Tre Strumenti di Osservazione Caratterizzano ambiti teorici e di ricerca diversi Resoconti Narrativi Scale di Valutazione Schema di Codifica 31 I Resoconti Narrativi Consistono in descrizioni che registrano il comportamento come si verifica Rilevazione caratterizzata da: Completezza Fedeltà Chiarezza 32 I Resoconti Narrativi Oss. Distaccata Aspetti fattuali manifestazioni evidenti Oss. Partecipante Aspetti inferiti, stati psicologici 33 I Resoconti Narrativi “Resoconto del comportamento e del contesto secondo un ordine temporale, in dettaglio e a basso livello di inferenza e concettualizzazione” (Yarrow e Waxler, 1979) Diversi livelli di dettaglio, ma la base comune è … “La descrizione sequenziale, non selettiva, piana, narrativa del comportamento con alcune delle condizioni in cui si verifica” (Wright, 1960) 34 Origine Storica dei Resoconti Narrativi Diari e biografie infantile (Darwin; Preyer; Baldwin) Dagli anni ’30 fino agli anni ’70: affermazione metodi quantitativi Dagli anni ’70: rivalutazione dell’osservazione e dei R.N (studio sviluppo del linguaggio e sviluppo sociale) 35 Il resoconto Consiste in una descrizione che registra accuratamente il comportamento così come esso si verifica Può essere realizzato in forma di: Diario Specimen 36 I vantaggi del resoconto E’ utile in quanto accompagna le rilevazioni quantitative conferendovi vividezza, colore e senso di realtà E’ indispensabile in fase preliminare di studio, quando il fenomeno da osservare è poco conosciuto 37 E’ insostituibile quando si cercano informazioni specifiche su un particolare soggetto in relazione a determinati comportamenti in particolari circostanze Gli svantaggi del resoconto Rende laboriosa l’analisi dei dati Non consente di replicare i dati Manca di economia 38 Lo schema di codifica Rileva soltanto quello che l’osservatore decide di rilevare prima di cominciare a osservare È costituito da una lista chiusa, predeterminata di codici che corrispondono alle unità comportamentali che si desidera rilevare e obbliga l’osservatore a rilevare quelle unità e soltanto quelle! 39 I vantaggi dello schema di codifica Economia e maneggevolezza Precisazione e definizione anticipata del problema Quantificazione dei risultati Obiettività della rilevazione 40 Lo schema di codifica “.. È la lente che il ricercatore ha scelto per vedere il mondo” … come trovare i codici giusti , che catturano i comportamenti rilevanti e rendono valido lo schema? Induttivo (empirico) Deduttivo (razionale) 41 Struttura di uno schema di codifica Le categorie possono essere distinte in base a 2 dimensioni: Ampiezza Organizzazione 42 Ampiezza Mutualmente esclusive ed esaustive Co-occorrenti 43 Organizzazione Estensione temporale Astrazione Molecolari Puntuali Molari Estese 44 Le scale di Valutazione (“Rating scales”) Richiedono all’osservatore di formulare un giudizio sul soggetto osservato Il comportamento non è rilevato così come si verifica, ma… … è riferito ad una caratteristica sottostante 45 Le scale di Valutazione (“Rating scales”) Richiedono di rilevare non la specifica manifestazione comportamentale ma il grado in cui quella manifestazione riflette una caratteristica. Scala (categoriale, numerica, grafica) 46 Le scale di Valutazione (“Rating scales”) La posizione non è indicata dai soggetti stessi, ma da una persona esterna (l’osservatore) Possono essere utilizzate anche da genitori ed educatori L’abilità dell’osservatore è fondamentale, 47 Progettare un’osservazione 1. Scelta e organizzazione del contesto organizzativo (osservazioni preliminari per individuare il contesto nel quale è più probabile che compaia i comportamenti che si intendono studiare es. conflitto fra pari; più di una situazione; strutturazione del contesto per favorirne comparsa); 2. Definizione dei tempi di osservazione (durata, momenti della giornata, giorni della settimana) 3. Scelta del “chi” osservare Tre possibilità: • i comportamenti di un soggetto precedentemente individuato; • Scansione veloce e sequenziale dei comportamenti di tutti gli individui presenti nella situazione ; • Un comportamento di interesse, manifestato anche da più soggetti 4. Dal vivo o video registrare 5. Ridurre la reattività dei soggetti 48 Ambiti di utilizzo dell’osservazione Acquisire un abito mentale obiettivo e critico Formazione dello psicologo Rinunciare a preconcetti e pregiudizi Essere consapevoli di errori, stereotipi e distorsioni Educazione Migliorare la qualità dell’insegnamento Addestramento lungo e difficile Attività clinica Distinguere l’osservazione dall’interpretazione 49 Aspetti etici Libertà di partecipare alla ricerca CONSENSO INFORMATO Libertà di ritirarsi dalla ricerca Conoscenza del proprio ruolo Anonimato RISERVATEZZA Non riconoscibilità Tutela della persona 50