La guerra
nella letteratura
italiana
Nella letteratura
inglese
nelle
Discipline plastiche
nell’Arte
nelle discipline
pittoriche
“Si considera la guerra un male da evitare,
ma si
è ben lontani dal considerarla un male assoluto:alla
prima occasione, foderata da begli ideali, scendere
in battaglia ridiventa velocemente un’opzione
realizzabile. La si sceglie, a volte, perfino con una
certa fierezza.”
Alessandro Baricco,Un’altra bellezza. Postilla sulla guerra, in Omero, Iliade,
Milano, Feltrinelli 2004.
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“Guernica” di Picasso
“La mattina dopo il diluvio” di Turner
“Europa dopo il diluvio” di Max Ernst
Vittime dei gas di Sageant
La guerra di Max Ernst
Trittico sulla guerra di Otto Dix
Soldati Giovanni Fattori
Volto della guerra di Salvador Dalì
PICASSO(1881-1973), considerato uno dei geni della pittura moderna,
compose Guernica nel 1937, sull'onda dell'emozione seguita alla notizia
dell'atroce eccidio del popolo basco nella città di Guernica(Spagna del
nord) attuale dai bombardieri Tedeschi nel corso della guerra civile
Spagnola. L'opera, nonostante la monumentalità delle sue dimensioni (è
alta tre metri e mezzo e lunga quasi otto metri e mezzo) e la complessità del
soggetto, fu realizzato dall'artista con un lavoro febbrile in sole cinque
settimane, in tempo utile per rappresentare la Spagna alla grande
Esposizione Internazionale di Parigi del 1937.
L’opera fu per Picasso l’occasione per affrontare il tema politico. Il feroce
bombardamento diventa un inno universalmente pronunciato contro gli
orrori della guerra. La tecnica adottata e lo monocromia scelta si adattano
perfettamente a un’opera che vuole denunciare le conseguenze luttuose e
distruttive di un evento bellico. Come scrisse Herbert Read, Picasso creò
“un monumento alla disillusione, alla disperazione, alla distruzione.”
• Nella prima scena da sinistra, sotto al toro (simbolo della Spagna)
campeggia una tragica “pietà”, in cui la madre urla al cielo il proprio
strazio, mentre sostiene il corpo senza vita del figlioletto.
• Anche la scena successiva è dominata da un urlo, quello del lacerante
nitrito del cavallo ferito, che trasmette orrore e pietà. I suoi occhi,
stravolti fino quasi alla follia, sono illuminati dalla lampada domestica
che scende dal soffitto e dal lume sorretto dalla donna che si sporge dalla
finestra per chiedere aiuto.
• Nella terza scena si tenta la fuga dalle case che crollano a seguito dei
bombardamenti; ma mentre si cerca affannosamente salvezza e aiuto, si
muore. Nell’orrore della tragedia collettiva, Picasso ha voluto lasciare
un segno di speranza: dalla spada spezzata, ancora tenuta saldamente
al braccio martoriato, spunta infatti un fiore.
• Il racconto della tragedia della violenza e della distruzione è chiuso
dall’ultima scena, a destra. In essa la figura con le braccia alzate urla
la sua disperazione, sotto il crollo della propria abitazione.
Pablo Picasso
•
Picasso, nato in Spagna (Malaga 1881),
ha la sua formazione culturale nella
tradizione artistica iberica, avviato in
ciò dal padre, insegnante nella scuola
d'arte locale. Nel 1900, l'artista, non
ancora ventenne, si reca a Parigi dove si
stabilirà successivamente. Un punto
d'arrivo del cammino artistico di Picasso
sono "Les Demoiselles d' Avignon", opera
con la quale abbiamo la premessa del
Cubismo. Nel 1909 Picasso trascorre l'
estate in Spagna, e crea i primi paesaggi
cubisti, intesi come ricostruzione ideale
del volume. Nel suo travaglio artistico
sperimenterà varie tecniche (il collage), e
del cubismo stesso vivrà vari stadi
(protocubismo,
cubismo
analitico,
cubismo sintetico). La durata del periodo
cubista è estremamente breve e con la
prima guerra mondiale esso può
considerarsi definitivamente chiuso. Nel
dopoguerra alterna dipinti monumentali
a riprese di cubismo sintetico, rivolgendo
il suo interesse anche alla grafica e alla
scenografia. Morirà a Mougins nel 1973.
La mattina dopo il Diluvio di William
Turner
Ho scelto questo quadro
associandolo a Ungaretti,
perchè, i temi della sua poesia
sono la caducità della vita, la
solitudine, il dolore, il senso di
fratellanza che unisce gli uomini
esposti al medesimo destino, La
consapevolezza di sentirsi parte
dell'universo e dello
sradicamento vissuto in modo
doloroso.
La vita è per il poeta angoscia e
pena, ma anche possibilità di
illusioni che danno la forza e il
coraggio di vivere. E' questo
anche il senso di tutta l'opera:
l'umanità deve ritrovare se
stessa e i propri spazi vitali,
anche, e soprattutto, nel nulla e
nella distruzione
Un terribile guerriero dalla
testa d’aquila scruta
l’apocalittico scenario di
distruzione
Max Ernst “Europa dopo il
diluvio”
Un’enorme stalagmite verde diventa un totem che taglia a
metà la tela: una struttura in apparenza rocciosa da cui
affiorano figure metà uomo e metà uccello
Vittime dei gas (1918-19)
Sagent
Nell'inverno del 1918 Sagent realizzò il dipinto “vittime dei gas”. Per
realizzare l'opera Sagent ha dovuto fare molti sopralluoghi sui
campi di battaglia.
Il 21 Agosto fu testimone di un episodio che lo colpì profondamente
: un campo di soldati vittime degli effetti del gas iprite, il quale
causava la perdita della vista e in alcuni casi la morte. Cominciò a
dipingere la scena alla quale aveva assistito sulla base degli schizzi
eseguiti in Francia.
L'opera venne terminata nel 1919 e venne consacrata come opera
dell'anno.
Al centro del dipinto , dietro gli uomini ciechi, si intravedono le fasi
di una partita di calcio:accanto alla tragica sofferenza la vita
normale continua.
Tra le due colonne di soldati il sole al tramonto getta una luce
soffusa sulla scena.
Allineati in primo piano , i soldati ciechi stanno seduti o sdraiati.
All'estrema destra si vedono le corde che reggono le tende verso
cui si dirigono.
Max Ernst
Otto Dix 1892- 1969
• Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Dix si arruolò
entusiasticamente volontario nell'esercito tedesco.
• In qualità di sottufficiale combatté sia sul fronte occidentale, contro gli
eserciti inglese e francese, che sul Fronte Orientale, contro l’esercito
russo; nel corso della guerra fu ferito e decorato più volte.
L’esperienza della guerra scioccò profondamente Dix, trasformandolo in
un convinto pacifista: una parte importante dell’opera di Dix rifletterà
proprio quel tragico periodo.
• Solo dopo molti anni arriverà a mettere su tela un documento di valore
eccezionale come il "trittico sulla guerra", realizzato a Dresda nei primi
anni trenta, dopo un lungo periodo di incubazione, ad appena un anno
dalla salita al potere di Hitler. Nel pannello centrale, tra corpi
maciullati ed in decomposizione, emerge una unica figura viva, uno
spettrale soldato con maschera antigas; sovrasta il tutto uno scheletro
impigliato fra travi d'acciaio, che sembra puntare l'indice della mano
destra
verso
qualcuno
o
qualcosa.
Otto Dix “trittico sulla guerra”
• Voglio farvi una domanda:
il vostro denaro vale così tanto
vi comprerà il perdono
pensate che potrebbe?
Io penso che scoprirete
quando la morte esigerà il pedaggio
che tutti i soldi che avete accumulato
non serviranno a ricomprarvi l'anima
E spero che moriate
e che la vostra morte giunga presto
seguirò la vostra bara
Giovanni Fattori “Soldati”
“Volto della guerra” di Salvador Dalì
Letteratura italiana
• SAN MARTINO DEL CARSO di
Ungaretti
• FRATELLI di Ungaretti
• VEGLIA di Ungaretti
• SOLDATI di Ungaretti
• ALLE FRONDE DEI SALICI di
Quasimodo
• Ungaretti
• Quasimodo
Ungaretti
• Giuseppe Ungaretti (1888-1970) è il poeta che ha
innovato nel modo più radicale il linguaggio della
poesia.
• Egli partecipò poi alla prima guerra mondiale come
volontario. La guerra di trincea lo segnò
profondamente e scaturirono da questa esperienza
le prime e più significative raccolte ungarettiane, Il
porto sepolto e Allegria di naufragi, confluite nell’
Allegria
Di fronte al dolore ed alla crudeltà vissute in guerra Ungaretti non
può adoperare il raffinato codice della poesia tradizionale. Adotta
pertanto un lessico povero, aspro, essenziale, una parola isolata
nello spazio bianco e quindi carica di significato. Decisamente
contrario alle rime preferisce utilizzare anafore e iterazioni, che
rendono più incisiva l’espressione.
•
•
Le liriche del Porto Sepolto sono state tutte composte al fronte, nelle
trincee del Carso, su cartoline, margini di vecchi giornali, spazi bianchi
di care lettere ricevute.
Nella raccolta si intrecciano due poli: Da un lato il poeta è assalito dal
dolore e dall’angoscia, dall’altro sente il bisogno di reagire
attaccandosi alla vita e sentendosi vicino ai suoi compagni e a tutte le
cose della natura.
SAN MARTINO DEL CARSO
Francisco Goya, le fucilazioni del 3
maggio
Valloncello dell’ Albero il 27 agosto
1916
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
È il mio cuore
il paese più straziato
SAN MARTINO DEL CARSO
•
Il poeta osserva lo scempio che la guerra ha operato a San
martino del Carso, un villaggio del quale non è rimasto in piedi che
qualche brandello di muro, e immediatamente pensa a tanti
compagni dei quali non sono rimasti neppure brandelli. Ma il loro
ricordo è sempre vivido nel suo cuore che è simile ad un cimitero
nel quale nessuna croce manca. È il cuore più straziato perché la
morte di ciascun compagno è come un’amputazione del proprio
essere di cui l’uomo Ungaretti porterà sempre i segni dentro di sé.
Il poeta esprime il proprio dolore per gli amici morti in battaglia.
A ogni assenza, a ogni morte procurata dai combattimenti,
corrisponde una cicatrice incancellabile nel suo cuore.
Jessica
Baschieri
FRATELLI
Mariano il 15 luglio 1916
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Nell’ aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità
Fratelli
Otto Dix, L'ancora
FRATELLI
• Due gruppi di soldati si incontrano nella notte e si interrogano, spinti dal
bisogno di riconoscersi: Di che reggimento siete / fratelli? Ma la domanda
rimane senza risposta proprio perché ciò che conta non è la domanda ma
l’appellativo fratelli di cui ciascuna delle tre brevi strofe centrali offre una
definizione sempre più approfondita.
• La Parola tremante / nella notte genera l’ immagine concreta della foglia
appena nata, germoglio di vita che si affaccia al mondo inerme, debole,
indifesa; da questa scaturisce una definizione più forte e decisa: il richiamo
accorato assume il tono di una rivolta contro la guerra e l’odio da essa
scatenato. È l’istintiva ribellione dell’uomo che, consapevole della sua fragilità,
si sforza di fronteggiarla con la ricerca di una difficile fratellanza. La lirica si
chiude con la ripresa della parola Fratelli che costituisce, rispetto alla frase d’
apertura, un ulteriore approfondimento. Se all’inizio Fratelli era solo un
saluto, adesso racchiude in sé tutti i significati di cui la parola si è via via
caricata nel corso del componimenti.
Laura
LauraCampana
Campana
VEGLIA
•
Henri Rousseau, La guerra
Cima Quattro il 23 dicembre 1915
Un’ intera nottata
buttata vicino
a un compagno
massacrato
con la bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
Non sono mai stato
Tanto
Attaccato alla vita
VEGLIA
•
Quando il poeta scrive questa poesia siamo vicino al periodo
natalizio. In questo periodo natalizio il poeta scrive delle lettere
piene di amore pur avendo accanto a sé il corpo di un suo
compagno del fronte di guerra; questo corpo è massacrato e
sfigurato. Al poeta rimane impressa questa immagine e rimane
ammutolito, esso solamente adesso si rende conto di quanto sia
importante e preziosa la vita, perché si può perdere da un
momento all’altro. Il poeta ha accanto un soldato morto, con le
mani congelate e la bocca digrignante volta verso la luce della
luna. Nonostante questa situazione agghiacciante, il poeta scrive
una lettera d’amore,ed è attaccato alla vita come non gli è mai
capitato prima. In questa situazione drammatica l’unica cosa che
percepisce è la sua voglia di divere.
SOLDATI
Bosco di Courton luglio 1918
Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie
Pablo Picasso, Massacro in Corea
Virginia Cei
SOLDATI
• Il poeta esprime le condizioni dei soldati in
guerra, che possono cadere da un
momento all’altro, come d’autunno le foglie
cadono dal ramo dell’albero.La foglia sul
ramo decimato, fragile e indebolita nel
vento d’autunno che la minaccia, aspetta,
vulnerabile come il soldato, dopo una
lunga stagione di guerra.
ALLE FRONDE DEI SALICI.
E come potevano noi cantare
Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al
lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al
figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Alle Fronde Dei Salici..
Commento....
La rappresentazione degli orrori commessi dai nazisti sulla popolazione
inerme degli italiani, massacri che suscitavano panico e paura tra i civili e il
silenzio dei poeti. Orribili erano i morti abbandonati nelle piazze, il lamento
dei fanciulli, il grido straziante della madre che vedeva il proprio figlio
appeso sul palo del telegrafo. Scene reali che si verificavano nelle città e
nelle campagne italiane. I nazisti occupavano il Paese e i poeti non
trovavano le parole per esprimere lo sconforto e il dolore che avevano nel
cuore, nell’anima. Tanto dolore paralizza la mano e offusca la mente. I
poeti erano ridotti all’impotenza, avevano finito di scrivere versi e avevano
appeso i lori fogli puliti al vento della guerra perché la poesia è impotente
di fronte ai morti e alla barbarie. Come scrive Maurizio Dardano: «Lievi.
Questo aggettivo sottolinea la fragilità della poesia e quasi la sua
inconsistenza, la sua apparente impotenza di fronte ai grandi rivolgimenti
della storia».
L'immagine si può riferire al verso della poesia “Alle fronde dei salici”
in cui si parla del lamento degli agnelli dei fanciulli
La poesia
• Che cos’ è la poesia?
• La poesia è invenzione, creazione di un mondo
fantastico, diverso da quello reale e pure
profondamente legato ad esso, attraverso la quale
il poeta esprime sentimenti o idee, parla di se
stesso e degli altri, traduce in parola l’universo,
procurando a sé e ai suoi lettori un particolare
piacere intellettuale.
• Per Leopardi poesia equivale a piacere, felicità, che
invade sia il poeta nell’atto di comporre sia il
lettore nel momento in cui legge il testo.
• Ungaretti pone l’accento sulla sofferenza continua
del poeta che si sforza di tradurre in parola
l’universo e i sentimenti dell’uomo
“Masters of War” by Bob Dylan
•
•
Bob Dylan, poet, songwriter and singer, is one of the most
important figure in white rock music.
I think that his song “Masters of war” is a passionate denouncement
of war and of the people who make it. He denounces and finds out
the “masters of war”, those people who make money because they
build guns, bombs and so on. In this way they destroy everything
and bring death. The anger of the singer is a way of catharsis, a
way of getting temporary relief from the feeling of impotence that
affects people who cannot understand our civilization
Volto della guerra”
di Salvador Dalì
• Come you masters of war
You that build all the guns
You that build the death planes
You that build the big bombs
You that hide behind walls
You that hide behind desks
I just want you to know
I can see through your masks
You that never done nothin'
But build to destroy
You play with my world
Like it's your little toy
You put a gun in my hand
And you hide from my eyes
And you turn and run farther
When the fast bullets fly
Venite padroni della guerra
voi che costruite i grossi cannoni
voi che costruite gli aeroplani di morte
voi che costruite tutte le bombe
voi che vi nascondete dietro i muri
voi che vi nascondete dietro le scrivanie
voglio solo che sappiate
che posso vedere attraverso le vostre
maschere
Voi che non avete mai fatto nulla
se non costruire per distruggere
voi giocate con il mio mondo
come se fosse il vostro piccolo giocattolo
voi mettete un fucile nella mia mano
e vi nascondete dai miei occhi
e vi voltate e correte lontano
quando volano le veloci pallottole
• Like Judas of old
You lie and deceive
A world war can be won
You want me to believe
But I see through your eyes
And I see through your brain
Like I see through the water
That runs down my drain
You fasten the triggers
For the others to fire
Then you set back and watch
When the death count gets
higher
You hide in your mansion
As young people's blood
Flows out of their bodies
And is buried in the mud
Come Giuda dei tempi antichi
voi mentite e ingannate
una guerra mondiale può essere vinta
voi volete che io creda
ma io vedo attraverso i vostri occhi
e vedo attraverso il vostro cervello
come vedo attraverso l'acqua
che scorre giù nella fogna
Voi caricate le armi
che altri dovranno sparare
e poi vi sedete e guardate
mentre il conto dei morti sale
voi vi nascondete nei vostri palazzi
mentre il sangue dei giovani
scorre dai loro corpi
e viene sepolto nel fango
• You've thrown the worst fear
That can ever be hurled
Fear to bring children
Into the world
For threatening my baby
Unborn and unnamed
You ain't worth the blood
That runs in your veins
•
How much do I know
To talk out of turn
You might say that I'm young
You might say I'm unlearned
But there's one thing I know
Though I'm younger than you
Even Jesus would never
Forgive what you do
Avete causato la peggior paura
che mai possa spargersi
paura di portare figli
in questo mondo
poiché minacciate il mio bambino
non nato e senza nome
voi non valete il sangue
che scorre nelle vostre vene.
Che cosa sono io per parlare quando
non è il mio turno?
Direte che sono giovane
direte che non ne so abbastanza.
Ma c'è una cosa che so
anche se sono più giovane di voi:
so che perfino Gesù
non perdonerebbe quello che fate
La guerra
Guerra tremenda come il fuoco che brucia ,
perché distruggi la vita,
separi le persone ,
guerra sei il dolore della morte .
Elisa Pini
– Nonna dimmi che cosa è la guerra ?
– La guerra è terribile ,
– è la morte stessa nascosta nelle armi dell’
uomo ,
– è la casa distrutta dalle bombe ,
– è il grido incessante della gente ,
– è la fame , la miseria , e il dolore .
Elisa Pini
E' la rappresentazione degli orrori commessi dai nazisti sulla popolazione
inerme degli italiani, massacri che suscitavano panico e paura tra i civili e il
silenzio dei poeti. Orribili erano i morti abbandonati nelle piazze, il lamento dei
fanciulli, il grido straziante della madre che vedeva il proprio figlio appeso sul
palo del telegrafo. Scene reali che si verificavano nelle città e nelle campagne
italiane. I nazisti occupavano il Paese e i poeti non trovavano le parole per
esprimere lo sconforto e il dolore che avevano nel cuore, nell’anima. Tanto
dolore paralizza la mano e offusca la mente. I poeti erano ridotti all’impotenza,
avevano finito di scrivere versi e avevano appeso i lori fogli puliti al vento
della guerra perché la poesia è impotente di fronte ai morti e alla barbarie.
Come scrive Maurizio Dardano: «Lievi. Questo aggettivo sottolinea la fragilità
della poesia e quasi la sua inconsistenza, la sua apparente impotenza di fronte
ai grandi rivolgimenti della storia».
Alicata Rossana
Istituto Statale d’Arte di Cascina
• Attività interdisciplinare svolta
• dalla classe II C Progetto Michelangelo con la collaborazione dei
docenti:
• Prof.ssa Milena Pugliesi
• Prof. Fabio Zaccagnini
• Prof. Iacopo Genovesi
• Prof. Davide Giroldini
• Prof.ssa Stefania Frassi
Foto classe
• Prof. ssa Alessandra Ricci
•
Anno scolastico 2007/08
Classe 2 C
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La guerra - Politecnico di Milano