Prospettive per la gestione e prevenzione delle problematiche di danneggiamento Dott.ssa Claudia Russo Dipartimento di Produzioni Animali Università di Pisa -Abbandono di colline e montagne per inurbamento delle popolazioni, con incremento di ungulati selvatici, cibo naturale del lupo. -Notevole adattabilità della specie sia a nuovi territori che alle fonti trofiche disponibili: > distacco dei giovani maschi e formazione di nuovi branchi. -Creazione di Parchi ed aree protette, che sono diventate -Mancanza zone rifugio di per predatori i lupi. naturali. -Divieto assoluto di cacciare il lupo per rischio di estinzione nei nostri territori. Conflitto con l’uomo e con le attività zootecniche (allevamento ovino): - perdite economiche per uccisione di capi, >aumento di aborti, di animali morti per paura, cadute ecc., < produzione di latte nei giorni immediatamente successivi all’attacco per stress subito dalle femmine (meno formaggio, problemi per i piccoli). Lupo: fattore che può indurre alla chiusura di molte piccole realtà, fondamentali non solo per le famiglie che le conducono per la gestione e la salvaguardia del territorio. Gestire il lupo non è facile: la legge lo protegge e non consente azioni di contenimento numerico. In realtà anche in Europa varie leggi nazionali proteggono il lupo, ma tale sistema comincia ad incrinarsi: in Svezia hanno permesso l’abbattimento di un certo numero di animali al fine di avere sul territorio una popolazione “sostenibile” (210 capi). Anche in Italia si comincia a parlare di abbattimenti: in un recente convegno, allevatori e rappresentati delle amministrazioni locali hanno fatto capire che sarebbero favorevoli a ridurre le popolazioni di lupo presenti, ritenute troppo invasive per la realtà locale. Misure preventive: conoscenza approfondita del fenomeno. Non è possibile individuare la stessa soluzione per aree diverse. Fenomeni di predazione piuttosto isolati: semplici azioni preventive, come ricoverare al chiuso gli animali durante la notte o far partorire le femmine in stalla, presenza di cani da guardiania opportunamente addestrati e in numero proporzionale alle dimensioni del gregge, uso di recinzioni elettrificate da porsi a protezione delle zone di pascolo: costo di impianto e di mantenimento piuttosto elevato che non può ricadere sul singolo pastore: necessità di fondi da parte degli organismi preposti. Zone con predazione largamente diffusa: anche gli abitanti si sentono “a rischio” e gli attacchi spesso avvengono anche all’interno degli ovili o dei pollai. E’ pertanto necessaria un’azione più incisiva che limiti gli attacchi, sia per la sicurezza degli animali allevati sia per quella delle persone. Ovviamente, queste sono le zone in cui gli interventi sono più difficili. Sistema di risarcimento dei danni da predazione: risulta molto difficile distinguere gli attacchi del lupo da quelli dei cani abbandonati ed inselvatichiti. Regole che riguardano lo smaltimento delle carcasse predate: il costo è a carico dell’ allevatore che spesso non ottiene neanche il risarcimento. Grosso lavoro da fare: necessario continuare il lavoro di monitoraggio nelle province interessate per avere un’idea della reale ampiezza del fenomeno e delle eventuali problematiche strutturali degli allevamenti. Vorremmo sapere da voi quali proposte vorreste che venissero portate avanti nelle sedi opportune, per la risoluzione, almeno parziale, di questo conflitto mai risolto fra lupo ed uomo. Va proseguito il lavoro fin qui intrapreso con la vostra collaborazione, per poter pubblicizzare il fenomeno in modo da sensibilizzare l’opinione pubblica, e le persone preposte alla risoluzione del problema.