Triangolo di Tartaglia Le prime 10 righe del triangolo di Tartaglia. Ogni numero, tranne il numero generatore al vertice del triangolo, è la somma dei due numeri sovrastanti. Ai bordi si trova sempre 1, perché i due numeri sovrastanti sono sovrastanti sono, in questo caso, da una parte 1 e dall’altra nessun numero, cioè zero =20 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 3 4 5 6 7 8 1 3 6 10 15 21 28 1 4 10 20 35 56 1 5 15 35 70 1 6 21 56 1 7 28 1 8 1 1 9 36 84 126 126 84 36 9 1 10 =21 45 =22 =23 =24 120 210 252 =25 210 120 =26 45 =27 =28 1 10 1 =29 =210 Niccolò Fontana Il triangolo di Tartaglia è stato ideato da Niccolò Fontana, detto il Tartaglia, nato a Brescia nel 1499 e morto a Venezia il 13 Dicembre 1557. Il soprannome “Tartaglia” gli fu dato in seguito a una ferita al volto che a 12 anni gli procurò un’accentuata balbuzie; anche una volta diventato famoso decise di mantenere il soprannome. Tartaglia non ebbe un’infanzia facile: perse il padre a 6 anni e non poté permettersi di andare a scuola poiché la sua famiglia era troppo povera. Praticamente fu autodidatta e andrò a “scuola di scrivere” soltanto per 15 giorni, all’età di 14 anni, per imparare a scrivere l’alfabeto - come racconta nella sua autobiografia – ma arrivato alla lettera “k” la dovette abbandonare, non potendo continuare a pagare il maestro. Scoprì di avere una straordinaria abilità in matematica e si guadagnò da vivere insegnando matematica a Verona e dal 1534 a Venezia. Tartaglia nel 1556 scrisse il “General trattato di numeri et misure”, opera enciclopedica di matematica elementare, dove compare il famoso “triangolo di Tartaglia”, applicato a problemi di probabilità. Il triangolo era già noto prima di Tartaglia ai cinesi. Diede anche un importante contributo alla diffusione delle opere dei matematici antichi. Sua è la prima traduzione dal latino in italiano degli Elementi di Euclide.