Le società di leasing
 Per esercitare tale attività è necessaria l’iscrizione
nell’elenco generale presso la Banca d’Italia che
esercita la vigilanza su tali enti. Sono richiesti i
seguenti requisiti:
 Forma giuridica: società per azioni, società in
accomandita per azioni, società a responsabilità
limitata, società cooperativa;
 Versamento del capitale sociale: almeno cinque volte il
minimo stabilito per le spa;
 Requisiti di onorabilità dei partecipanti al capitale e di
professionalità degli esponenti.
 Svolgono attività creditizia mediante la stipulazione
di contratti di locazione finanziaria che presuppone
l’esistenza di un bene utile per il cliente ed idoneo alla
locazione.
Il contratto di leasing
 La società di leasing (locatore) concede in locazione al
cliente (locatario), per un tempo determinato e in
contropartita di un canone periodico, il bene
acquistato o fatto costruire secondo le indicazioni del
locatorio;
 Al termine del contratto è concessa al locatario la
facoltà di acquistare il bene a condizioni prefissate;
 La proprietà del bene rimane alla società di leasing
fino all’eventuale riscatto da parte del locatario
(rischio obolescenza);
 La società di leasing deve pertanto calcolare i canoni
periodici in modo che coprano non solo gli interessi,
ma anche la quota di ammortamento.
Lo Stato Patrimoniale
 Nel bilancio delle società di leasing che applicano il
metodo finanziario viene contabilizzata la
dimensione finanziaria del contratto cioè i crediti
originati dal diritto a riscuotere i canoni di locazione
(valore attuale de canoni futuri da riscuotere
nell’attivo SP come crediti da operazioni di leasing). Il
bene è contabilizzato nel bilancio del locatario anche
se formalmente non ne è proprietario;
 Le società che applicano il metodo patrimoniale
iscrivono nell’attivo i cespiti relativi ai beni dati in
leasing fino al momento dell’eventuale riscatto.
 Il finanziamento delle società di leasing avviene
prevalentemente attraverso prestiti concessi da
banche o, in misura minore, altri intermediari
finanziari.
Il Conto Economico
 Per le società di leasing le voci prevalenti del
Conto Economico sono:
 Ricavi da interessi a fronte di crediti;
 Interessi passivi sui finanziamenti accesi a titolo di
debito;
 Commissioni nette e risultato netto delle
operazioni finanziarie.
 Non sono presenti le rettifiche di valore sui beni
dati in leasing che sono invece iscritti nel bilancio
del locatario.
Le società di factoring
 Intermediari creditizi la cui attività consiste
nell’acquisto di crediti commerciali da imprese;
 La cessione può avvenire pro soluto (il cedente
garantisce solo l’esistenza del credito) o pro solvendo
(il cedente si assume anche la garanzia contro
l’insolvenza del debitore);
 I servizi offerti sono: informativi, di amministrazione,
gestione ed incasso dei crediti, recupero crediti,
garanzia (pro soluto) e di anticipazione parziale del
valore dei crediti ceduti.
 La società di factor ha rapporti sia con il debitore che
con il creditore ceduti: necessità di gestire una mole
elevata di informazioni e duplice capacità di
valutazione del rischio.
Lo Stato Patrimoniale
 I crediti acquistati sono iscritti nell’attivo dello
Stato Patrimoniale in apposite poste per operazioni
in factoring al loro valore di acquisizione
(tipicamente il valore nominale),le scadenze sono
normalmente a breve;
 Al passivo vanno inserite le quote dei crediti non
ancora corrisposte ai soggetti cedenti; nel caso di
cessione pro solvendo si inseriscono al passivo
anche i crediti inesigibili;
 Il finanziamento delle società di factoring avviene
per lo più nella forma dell’indebitamento bancario
a breve.
Il Conto Economico
 Tra i ricavi si rovano le commissioni e gli interessi
derivanti dall’attività di gestione e smobilizzo
anticipato dei crediti;
 Tra i costi si trovano gli interessi passivi per la
copertura del fabbisogno finanziario derivante
dall’anticipo dei crediti, i costi operativi e le perdite su
crediti;
 Le caratteristiche del processo produttivo dovrebbero
generare basse perdite su crediti e alti costi di
gestione per lo svolgimento dell’attività di
valutazione;
 Passaggio da un orientamento al margine di interesse
a uno al margine di intermediazione.
Le Società di Credito al Consumo
 Il credito al consumo comprende due categorie di
operazioni:
 Il credito personale: finanziamento senza vincolo
di destinazione di durata pluriennale e di importo
contenuto basato sulla struttura tecnica del mutuo.
 Il credito finalizzato: serve per acquistare uno
specifico bene di consumo scelto dal cliente. Esso
paga una serie di rate comprensive del rimborso del
capitale e degli interessi; la forma tecnica
sottostante può essere quella del mutuo a rata
costante o del finanziamento revolving su carta di
credito (pagamento di rate per riacquisire il diritto
ad utilizzare una linea di credito).
…segue
 Le società di credito al consumo possono essere
indipendenti oppure facenti parte di gruppi
industriali, bancari, assicurativi o di
distribuzione commerciale;
 Particolare rilevanza hanno quelle legate a gruppi
industriali che svolgono la funzione captive di
agevolare la vendita del bene principale e quelle
di matrice bancaria che offrono i loro di servizi di
finanziamento, soprattutto personale, attraverso
una rete di commercianti convenzionati;
 Con maggiore ritardo nel nostro paesi si sta
muovendo la grande distribuzione organizzata.
Le specificità
 Le valutazioni del merito creditizio della
controparte, data la necessaria velocità di
risposta, si basano su metodi statistici
standardizzati, spesso basati su serie storiche;
 Si creano dei database di informazioni che
consento di lavorare a distanza, senza essere a
diretto contatto col cliente, minimizzando i costi
di valutazione e assicurando il monitoraggio
puntuale di ciascuna pratica;
 L’elevatissimo numero di pratiche gestite
necessita di essere supportato da una procedura
quanto più automatizzata.
I Fondi Comuni di Investimento
 Forme di investimento collettivo (gestione in monte




del risparmio);
Il patrimonio è gestito da un’apposita società (SGR) ed
è distinto sia da quello della società che da quello dei
singoli partecipanti;
Le quote di partecipazione hanno tutte uguale valore e
uguali diritti, sono rappresentati da titoli nominativi
o al portatore;
La quota viene definita passività di mercato (il valore
dipende dal valore di mercato del patrimonio del
fondo o dalla quotazione nel mercato regolamentato);
Fondi aperti o chiusi (modalità di gestione), fondi
mobiliari o immobiliari (oggetto dell’investimento),
Le tipologie
 Il fondo si dice aperto se il sottoscrittore in ogni
momento ha la facoltà di investire o disinvestire nel
fondo stesso al prezzo corrente della quota;
 Il patrimonio del fondo aperto è variabile.
 Il fondo si dice chiuso se, trascorsa la sua fase
costitutiva, non possono essere accettati nuovi
sottoscrittori, specularmente i partecipanti non
possono esercitare il diritto di riscatto prima di una
data scadenza;
 Le quote dei fondi chiusi sono normalmente valutate
in mercati regolamentati per cui il loro trasferimento
appare più agevole.
I soggetti coinvolti
 Il sottoscrittore o partecipante al fondo;
 La società di gestione del risparmio: procede agli
investimenti in titoli ed altre attività finanziarie
delle somme versate dai partecipanti; la
negoziazione avviene in qualità di mandatario e
non di proprietario; la SGR provvede all’esercizio
collettivo dei diritti inerenti ai titoli e ad ogni
altra attività di gestione;
 La banca depositaria: custodisce il patrimonio del
fondo e svolge operazioni di controllo della
conformità delle operazioni svolte dalla SGR;
 Il collocatore: soggetto autorizzato a collocare le
quote del fondo presso il pubblico.
Il ruolo della SGR
 Svolge un’intermediazione leggera poiché non c’è formale
interposizione di bilancio (scambio diretto assistito);
 Svolge la sua attività in forza di una delega molto ampia;
 Esercita la totalità dei diritti di proprietà per conto del
fondo;
 Le attività esercitate sono:
 Trading: valutazione e selezione degli investimenti;
 Negoziazione accentrata: acquisto e vendita di valori
mobiliari;
 Trasformazione del rischio: il rendimento della quota è
uguale al rendimento del portafoglio, ma il rischio è inferiore
alla media ponderata;
 Trasformazione delle scadenze: la scadenza della quota è a
vista ed il riscatto avviene al prezzo corrente.
Lo Stato Patrimoniale
 Lo SP della SGR evidenzia al passivo le consistenze dei
mezzi propri, che dipendono dai fondi gestiti, ed
all’attivo gli investimenti reali per il funzionamento
della società e le attività finanziarie di proprietà.
 Il Fondo Comune non presenta uno SP, ma un
rendiconto annuale che contiene:
 Sintesi del patrimonio: movimenti, valore complessivo
netto del fondo, quote in circolazione, emesse e
rimborsate nell’esercizio, gestione svolta e performance
conseguita;
 Prospetto di ripartizione del portafoglio;
 Elenco dei primi 50 titolo posseduti, o di quelli che
superano lo 0,5% del valore complessivo del fondo.
Altri obblighi informativi
 Prospetto informativo: contiene le informazione
necessarie a conoscere nel dettaglio le
caratteristiche dell’investimento proposto ed il
benchmark di riferimento, il regolamento del
fondo, la SGR, i collocatori, la banca depositaria e
la società di revisione;
 Relazione semestrale: stessi contenuti del
rendiconto annuale;
 Prospetto giornaliero;
 Calcolo e pubblicazione giornaliera del valore
della quota.
Le imprese di Assicurazione
 L’assicurazione rappresenta una modalità, alternativa
al risparmio, per fronteggiare bisogni economici
futuri;
 Con l’assicurazione un individuo ottiene da un altro
soggetto, previo il versamento di un importo
periodico (premio), l’ammontare complessivo
necessario a fronteggiare un bisogno di entità e
scadenza incerte;
 L’assicurazione si basa sul principio mutualistico: solo
alcuni soggetti appartenenti ad una collettività
possono essere colpiti dall’evento in oggetto;
 Il sistema mutualistico può essere attuato
direttamente dalla collettività di riferimento
attraverso l’assunzione di impegni reciprochi, oppure
esercitato in forma di impresa da un intermediario.
Le aree di attività
 Assicurazioni danni: rischi attinenti ai beni
(incendio, furto), ai soggetti (infortuni, malattia)
e al patrimonio (responsabilità civile);
 Assicurazioni vita: sono relative ai rischi attinenti
esclusivamente la vita umana (rischi di morte e
rischi di sopravvivenza).
La natura di intermediario
finanziario
 L’attività assicurativa prevede la raccolta ex-ante di
premi allo scopo di costituire i capitali necessari gli
impegni assunti verso gli assicurati. Le risorse
finanziarie devono quindi essere investite dalla
società di assicurazione che si profila come un
investitore istituzionale;
 Le assicurazioni diventano intermediari finanziari
nella misura in cui gli investimenti sono indirizzati
verso attività finanziarie emesse e non verso attività
reali.
 Differenza principale rispetto agli altri intermediari:
aleatorietà della controprestazione.
La gestione finanziaria
 A livello aggregato l’assicurazione è in grado di
prevedere, in base a tavole statistiche ed alla sua
esperienza, la dinamica dei flussi in uscita e il
grado di liquidità dei rischi puri.
 Caso danni: la dimensione delle passività (riserve
tecniche) può essere anche maggiore dei premi
raccolti e dipende da eventi aleatori; la dinamica
dei flussi finanziari in uscita è quindi in parte
indipendente da variabili economiche;
 Caso vita: non c’è aleatorietà sull’esborso e c’è
quindi una migliore conoscenza dell’importo
massimo delle passività.
I profili gestionali
 Gestione tecnico-assicurativa:
 Costituzione e gestione del portafoglio rischi;
 Cessione dei rischi ad altre compagnie;
 Ispezione dei sinistri;
 Valutazione e liquidazione dei risarcimenti.
 Gestione patrimoniale-finanziaria:
 Attività di tesoreria (incasso premi, pagamento
risarcimenti);
 Gestione dei flussi in entrata ed uscita generati
dalla gestione aziendale;
 Investimento delle riserve tecniche.
Il Bilancio
 L’attività di assicurazione ha un orizzonte di medio-
lungo periodo, è necessario prevenire comportamenti
incoerenti con gli impegni assunti:
 Riserve tecniche: obbligo a creare un fondo di
accantonamento sufficiente a far fronte agli impegni in
essere (salvaguardia della solvibilità nel lungo
periodo);
 Attività a copertura: obbligo a detenere attività di
ammontare almeno pari agli accantonamenti e coerenti
con le prestazioni in obbligo;
 Margine di solvibilità: determinazione di un livello
minimo di mezzi propri e di ulteriori attività che sono
incluse nel patrimonio libero.
Lo Stato Patrimoniale
 Le passività si caratterizzano per le riserve tecniche:
riserva premi (sia ramo vita che danni risponde al
disallineamento temporale), riserva sinistri (solo
ramo danni, per sinistri già verificati e non ancora
liquidati), riserve aggiuntive (ramo danni es.
senescenza per assicurazioni malattia, si compongono
di valori stimati), riserva matematica (ramo vita, tiene
conto di tutti gli obblighi futuri assunti);
 Le attività comprendono i beni mobili ed immobili, i
titoli, le partecipazioni, i mutui e i prestiti, la
liquidità. Devono avere natura di solvibilità, liquidità
e redditività coerenti con le peculiarità del passivo.
Le tipologie di previdenza
 Previdenza pubblica di base: ispirazione
solidaristica (i contributi versati dal singolo non
sono accantonati per la sua rendita futura, ma
usati immediatamente per erogare le pensioni in
essere), non c’è accumulo, ma solo trasferimento
di risparmio.
 Previdenza complementare collettiva: fondi
pensione, gestione del contributo su base
collettiva ed in base al principio della
capitalizzazione (trasferimento nel tempo),
 Previdenza complementare individuale: si fonda
sempre sul principio della capitalizzazione, ma
risponde ad esigenze personalizzate.
I Fondi Pensione
 Istituzioni autonome e dotate di soggettività
giuridica che, tramite un contratto stipulato su
base collettiva, accumulano i contributi dei
lavoratori di una o più imprese per erogarne il
montante in forma di rendite vitalizie o di
capitale nel periodo post-lavorativo.
 Le legge impone ai FP il divieto di autogestione
delle risorse raccolte che devono essere affidate
ad investitori istituzionali specializzati (es.
banche, SIM, SGR); il fondo svolge un ruolo di
mediazione tra lavoratori e investitori, la
normativa italiana non ha quindi creato una
nuova figura di investitore istituzionale,
contrariamente a quella anglosassone.
…segue
 La legge prevede l’esistenza di due tipologie di
fondi: chiusi ( istituiti attraverso una
contrattazione collettiva) vengono disegnati in
base alle esigenze dei lavoratori coinvolti, ma
hanno costi di istituzione elevati; aperti (istituiti
dai soggetti autorizzati alla gestione delle risorse)
possono essere sottoscritti da lavoratori
subordinati, autonomi o liberi professionisti che
non hanno un fondo chiuso di categoria o non
intendono avvalersene.
Le finalità degli intermediari
 Il fine istituzionale dell’impresa è la produzione
di reddito (?) e l’accumulazione (?) di ricchezza
mediante l’attività di produzione, distribuzione e
scambio;
 Anche gli intermediari finanziare perseguono tale
finalità e cioè rispettare la condizione che il
valore totale della produzione sia maggiore dei
costi correlati;
 Evoluzione più recente: perseguire una redditività
adeguata nel medio-lungo periodo che sappia
coniugare le diverse aspettative degli stakeholder;
 Raggiungimento dell’equilibrio di gestione.
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