Donatella D’Accolti
 La prima citazione di diagnosi infermieristica è ad opera di McManus risale al 1950.
 1973 l'ANA (Associazione delle Infermiere Americane) pubblica gli standard
dell'attivita' professionale; Gebbie e Lavin organizzano la I Conferenza Nazionale
per la classificazione delle diagnosi infermieristiche.
 Nel 1978 il gruppo di lavoro sulla classificazione delle diagnosi infermieristiche si
formalizza con il nome di Associazione Nord Americana per le Diagnosi
Infermieristiche (NANDA)
 Nel 1987 l'ANA riconosce ufficialmente la NANDA come organizzazione deputata
allo sviluppo di un sistema di classificazione delle diagnosi infermieristiche.
 La stessa definizione dei D.I. ha subito evoluzioni nel tempo:
 Una funzione infermieristica indipendente, una valutazione delle risposte personali del cliente
alle sue esperienze umane attraverso il ciclo dell'esistenza, siano esse crisi di sviluppo o
accidentali, malattie, avversità o altri stress (Bircher,1975);
 Problemi di salute attuali o potenziali che gli infermieri, in virtù della loro preparazione ed
esperienza, sono capaci di trattare ed abilitati a farlo (Gordon, 1982);
 Un giudizio clinico riguardante una persona, una famiglia o una comunità al quale si giunge
mediante un processo deliberato e sistematico di raccolta e analisi di dati. Esso costituisce la base
per la prescrizione di trattamenti risolutivi di cui è responsabile l'infermiere (Shoemaker,1984);
 Un'affermazione che descrive una risposta umana (stato di salute o modello di interazione con
alterazioni in atto/potenziali) di una persona o di un gruppo, che l'infermiere è abilitato a
riconoscere e per la quale può prescrivere interventi risolutivi che mirano a mantenere lo stato di
salute o a ridurre, eliminare o prevenire le alterazioni (Carpenito,1988).
 La diagnosi infermieristica è un giudizio
clinico riguardante le risposte della
persona, della famiglia o della comunità a
problemi di salute/processi vitali attuali o
potenziali .
 La Diagnosi Infermieristica costituisce la base sulla quale scegliere
gli interventi infermieristici volti a raggiungere dei risultati di cui
l'infermiere è responsabile.
 Il termine D.I. funge sia da titolo, sia da azione per descrivere i
problemi funzionali del paziente. Il suo scopo è di identificare i
problemi e di sintetizzare le informazioni.
 Il suo scopo è di identificare i problemi e di sintetizzare le
informazioni raccolte durante l’accertamento diagnostico, punto di
partenza del processo diagnostico.
 1) una migliore descrizione del campo di attività di cui
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l'infermiere ha una responsabilità esclusiva;
2) una più accurata descrizione della quantità e qualità delle
attività infermieristiche sia a scopo gestionale che organizzativo
("peso" dell'assistenza infermieristica) ;
3) comunicazione univoca e agevole all'interno del mondo
infermieristico e tra gli infermieri e gli altri professionisti
dell'ambito sanitario. La comunicazione tra infermieri avviene in
primo luogo in forma scritta (protocolli, piani di assistenza,
cartelle infermieristiche e altri documenti professionali);
4) una formazione professionale orientata alla dimensione
autonoma dell'attività infermieristica senza però dimenticare gli
aspetti collaborativi;
5) possibilità di statistiche e ricerche mirate grazie anche alla
possibilità di informatizzazione delle D.I..
 Il TITOLO: deve riassumere definizione e caratteristiche
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definenti.
I DESCRITTORI: sono parole usate per assegnare un significato
addizionale alla diagnosi infermieristica;
La DEFINIZIONE: esprime in modo chiaro e preciso il significato
della diagnosi per differenziarla da quelle che le somigliano.
Le CARATTERISTICHE DEFINENTI si riferiscono ad indicatori
clinici, cioè segni e sintomi oggettivi e soggettivi che insieme
orientano a quella D.I.
FATTORI DI RISCHIO (solo per le D.I. a rischio) che
rappresentano le situazioni che accentuano la vulnerabilità della
persona o del gruppo.
I FATTORI CORRELATI sono fattori eziologici o contribuenti
che determinano quel particolare cambiamento dello stato di
salute.
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Abilità: capacità di fare o agire .

Anticipato: realizzato in anticipo, previsto.

Bilancio: stato di equilibrio.

Compromesso: reso vulnerabile al pericolo.

Diminuito: ridotto di dimensione, quantità o grado.

Ritardato: rimandato, impedito.

Insufficiente: inadeguato per quantità, qualità o grado; non sufficiente, incompleto.

Ridotto: interamente svuotato o parzialmente esaurito.

Sproporzionato: non corrispondente a uno standard.

Incapace: reso inefficiente, non operante.

Disorganizzato: incapace di organizzazione sistematica.

Disturbato: agitato, interrotto o interferente.

Disfunzionale: anomalo, con funzione incompleta.
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Efficace: che produce un effetto inteso o atteso.

Eccessivo: caratterizzato da una quantità più grande del necessario, desiderabile o utile.

Funzionale: funzione normale completa.
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Squilibrato: in stato di non equilibrio.

Inabile: incapace di fare o agire .

Aumentato: ingrandito in dimensione, quantità o grado.

Inefficace: non produce l'effetto desiderato.

Interrotto: che non garantisce continuità o uniformità.

Organizzato: che forma una gestione sistematica.

Percepito: diventato avvertibile attraverso i sensi, con un significato.

In condizione di essere migliorato (usato per le diagnosi di benessere): può essere reso maggiore, di migliore qualità, può ottenere quanto
desiderato.
 “Lo scopo di una tassonomia è di fornire un
vocabolario per la classificazione dei fenomeni in
una disciplina e svolgere un ruolo nella
derivazione dei concetti” (NANDA, 1999).
 La professione infermieristica richiede solide basi
scientifiche e di conseguenza un sistema di
classificazione che offra una struttura alla pratica clinica.
 Ciò significa che il sistema di classificazione per le D.I.
comprende una conoscenza della pratica infermieristica,
dei modelli teorici e delle caratteristiche delle
tassonomie.
 Alla prima conferenza nazionale le D.I. furono elencate in
ordine alfabetico.
 Essa utilizza un formato multiassiale che aiuta ad
aggiungere nuove diagnosi o a modificare quelle esistenti.
 Esistono sette assi:
 Asse 1: Il concetto diagnostico.
 Asse 2: Tempo (acuto, cronico, intermittente, continuo).
 Asse 3: Unità di assistenza (persona, famiglia, gruppo,
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comunità).
Asse 4: Età (da feto a grande vecchio).
Asse 5: Stato di salute (benessere, rischio, problema in atto).
Asse 6: Descrittore (limita o specifica il senso del concetto
diagnostico).
Asse 7: Topologia (parti/regioni del corpo).
 diagnosi mediche (es. diabete)
 stati patologici (es. ipertermia)
 trattamenti o strumenti (es. sondino nasogastrico)
 indagini diagnostiche (es. cateterismo cardiaco)
 situazioni (es. gravidanza)
 bisogni (es. bisogno di esprimere le paure)
 obiettivi (es. provvederà da solo a…).
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Le diagnosi infermieristiche