FACOLTA' DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN SCIENZE INFERMIERISTICHE LA MISURAZIONE DELLA COMPLESSITA’ ASSISTENZIALE: ricerca non sperimentale applicata evolutiva longitudinale STUDENTE: Michela Cavallotto RELATORE: Bruno Cavaliere CO-RELATORE: Patrizia Bergese “Di dove son venuto? Di dove mi hai preso?” domandava il bambino alla mamma. Ella rispose, mezzo piangendo e mezzo ridendo, serrandosi il bambino contro il petto: “Tu eri nascosto nel mio cuore come un desiderio, mio caro! Tu eri nelle bambole dei miei giochi infantili e quando io, tutte le mattine, facevo con l’argilla l’immagine del mio Dio, plasmavo e riplasmavo anche la tua.” Tu hai vagato seguendo la corrente della vita del mondo finché ti sei arenato sul mio cuore. (R. Tagore, da La Luna crescente) a mio figlio 2 INDICE Premessa……………………………………………………………pag. 4 CAP.1 IL SISTEMA INTEGRATO DELLA COMPLESSITA’ ASSISTENZIALE 1.1. INTRODUZIONE………………………………………………….. 7 1.2. LA COMPLESSITA’ ASSISTENZIALE……………………………...8 1.3. L’ANALISI BIBLIOGRAFICA………………………………………10 1.3.1. Risultati………………………………...……………………….12 1.3.2. Conclusioni……………………………………………………..13 1.4. SISTEMA INTEGRATO DELLA COMPLESSITA’ASSISTENZIALE 1.4.1. Determinare e gestire i processi operativi: il processo di nursing e i piani di assistenza infermieristica………………………….19 1.5. L’INDICE DI COMPLESSITA’ ASSISTENZIALE…………………38 CAP.2. COLLEGAMENTI NANDA, NIC, NOC E COSTRUZIONE DEL NOMENCLATORE 2.1. CLASSIFICARE: PERCHE’?..............................................................46 2.2. NIC……………………………………………………………………47 2.3. NOC…………………………………………………………………..49 2.4. 2.4. I COLLEGAMENTI NANDA, NOC, NIC……………………..53 2.5. DAI LINGUAGGI ALLA COSTRUZIONE DEL NOMENCLATORE CAP.3. METODOLOGIA DELLA RICERCA 3.1. INTRODUZIONE ALLA RICERCA INFERMIERISTICA………...75 3.2. CONTESTO…………………………………………………………..78 3.3. DISEGNO DELLO STUDIO………………………………………...80 3.4. CAMPIONAMENTO………………………………………………...81 3.5. FASI OPERATIVE…………………………………………………...85 3.6. METODI RACCOLTA DATI………………………………………86 3.7. ANALISI STATISTICA……………………………………………...87 3.8. DISCUSSIONE DEI RISULTATI…………………………………...98 3.9. IMPLICAZIONI E RACCOMANDAZIONI……………………….100 Bibliografia…………............................................................................102 3 PREMESSA Nel coro degli ultimi trent’anni abbiamo assistito a una grande evoluzione dell’assistenza sanitaria che, è iniziata con la rincorsa all’efficienza del sistema, passando poi al concetto di efficacia. L’ultima fase di questa evoluzione, che stiamo attualmente vivendo, è rivolta a perseguire la qualità dell’assistenza sanitaria. Con quest’ultima facciamo ancora riferimento ai concetti di efficacia e efficienza ma introduciamo altri elementi quali la sicurezza, l’appropriatezza, l’equità d’accesso e la partecipazione degli utenti. In quest’ottica il metodo di misurazione della complessità assistenziale con la metodologia I.C.A.1 si pone come “sistema organizzativo integrato” capace di facilitare alcuni meccanismi di funzionamento fondamentali per attivare il cambiamento attraverso la creazione di basidati appropriate dal punto di vista metodologico e quindi capaci di supportare il professionista nel processo decisionale di identificazione , progettazione , attuazione e verifica delle proprie attività finalizzate alla risoluzione degli obiettivi attraverso risultati verificabili. Il seguente progetto si ricerca si articola in tre capitoli. Il primo capitolo definisce il concetto di complessità assistenziale estendendolo, attraverso la revisione della letteratura internazionale esistente, alla metodologia da me adottata per questo studio. Il secondo capitolo prende in esame i tre sistemi di classificazione internazionali NANDA, NIC, NOC2 in un'unica tassonomia utile per la 1 2 I.C.A- acronimo di Indice di Complessità Assistenziale NANDA- acronimo di North American Nursing Diagnosis Association N.I.C- acronimo di Nursing Interventions Classification N.O.C- acronimo di Nursing Outcomes Classification 4 costruzione del nomenclatore: strumento operativo per la rilevazione dati sul campo. Infine, il terzo capitolo, presenta le fasi operative della ricerca non sperimentale applicata evolutiva longitudinale condotta in due UU.OO. di Medicina del Presidio Ospedaliero “Cardinal Massaia” di Asti. 5 CAPITOLO 1 "Quel che proviamo quando siamo innamorati è forse la nostra condizione normale. L’amore mostra all’uomo come dovrebbe essere." (Cechov) grazie Fabrizio IL SISTEMA INTEGRATO DELLA COMPLESSITA’ ASSISTENZIALE 6 1.1. INTRODUZIONE Quando si parla di bisogni di salute spesso si sente dire che questi sono sempre più “complessi”. Questo perché la domanda di salute negli ultimi anni ha subito delle importanti modificazioni. Da un lato si è assistito ad un profondo cambiamento dello stile di vita dei soggetti, all’aumentare della vita media e ad una modificazione della tipologia di patologie più frequenti con il conseguente affermarsi di bisogni prioritari di salute sempre più di tipo cronico-degenerativo; dall’altro il progresso e lo sviluppo tecnologico hanno portato ad importanti innovazioni in ambito sanitario che hanno consentito il raggiungimento di benefici ai pazienti, ma anche contemporaneamente hanno reso necessario una maggiore disponibilità di risorse per rispondere alla domanda sanitaria. Per arrivare a delle scelte eque ed erogare un’assistenza infermieristica in grado di garantire le giuste prestazioni a chi ne ha effettivamente bisogno,è necessario abbandonare la logica delle stesse in maniera indiscriminata a tutti. Da qui l’interrogativo rispetto a quali siano i criteri effettivamente utili a stabilire quale paziente sia bisognoso di più attenzione da un punto di vista infermieristico. Trovare gli strumenti per misurare la complessità può diventare un valido supporto per pianificare l’assistenza e le attività infermieristiche e stabilire in quali occasioni sia possibile avvalersi o meno della collaborazione del personale di supporto. 7 1.2. LA COMPLESSITA’ ASSISTENZIALE Il sostantivo femminile “complessità” rimanda a: “essere complesso, la natura complessa di qualcosa” ed ancora all’aggettivo complesso (dal latino complexu, participio passato di complecti, abbracciare) “costituito da più parti connesse fra loro”, “che si manifesta sotto molteplici aspetti” e, per estensione, “complicato”, “difficile”.3 Quando si parla di complessità assistenziale in ambito infermieristico, si fa riferimento ad un concetto che comprende la valutazione dei bisogni di tipo fisico, educativo, relazionale del singolo paziente o di un insieme di pazienti, cui l’infermiere deve quotidianamente far fronte. Per dare una risposta assistenziale efficace, efficiente e di buona qualità diventa importante misurare la complessità assistenziale del singolo utente, o di un intero dipartimento o unità operativa, al fine di identificare le priorità assistenziali. La misurazione, attraverso indicatori dell’assistenza basati su criteri oggettivi,riproducibili e verificabili consente di: - pianificare l’attività infermieristica in quanto permette di identificare i bisogni assistenziali; - valutare la complessità di ogni singolo malato e l’evoluzione delle sue condizioni nel tempo; - determinare le risorse,il tempo e le competenze necessarie per assistere; - elaborare strumenti organizzativi che permettono di agire in autonomia; - consentire di dare visibilità alla professione infermieristica e fare in modo che essa possa acquistare quel peso necessario al 3 Dizionario della lingua italiana, A. Curcio Editori,Roma 2000 8 momento dell’assegnazione delle risorse, che attualmente non viene considerato attraverso il sistema di classificazione stabilito dai DRG (Diagnosis Related Group); - arrivare ad una più obiettiva allocazione delle risorse che vada a considerare non solo l’aspetto quantitativo, ma che preveda un approccio multidimensionale, in grado di riflettere gli effettivi bisogni del paziente. La problematica della complessità assistenziale è andata di pari passo con la classificazione dei pazienti da un punto di vista infermieristico ed è emersa nella realtà americana ed europea in tempi molto diversi. Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna e Paesi Nordici il dibattito sull’argomento ha iniziato a delinearsi già attorno agli anni 50’ e 60’. In questi anni si son o sviluppati i primi metodi di classificazione dei pazienti. Si trattava di strumenti creati per rispondere ai bisogni di tipo organizzativo, giustificati solo da valutazioni economiche ed amministrative, che poco avevano a che fare con l’assistenza vera e propria e con il concetto olistico del “prendersi cura”4. Nel corso degli anni è emersa l’esigenza di non considerare questi metodi di classificazione solo come strumenti di tipo manageriale, ma come risposte alla continua variazione dei bisogni dei pazienti. Secondo Malloch e Conovalloff5 è possibile individuare nella realtà americana dei sistemi di classificazione dei pazienti tre generazioni diverse. 1. Quelli di prima generazione, anni 70’,erano molto dispendiosi in termini di tempo e impegnavano le organizzazioni in rilevazioni annuali attraverso cui venivano decisi le dotazioni organiche. 4 Fagerstrom L, Bergbon EI, “Mesuring the unmeasurable:a caring of science perspective on patient classification”. J Nurs Manag 1998; 6: 165-172 5 Pagliusco G, Falloppi P. Complessità assistenziale: modelli a confronto, Management infermieristico, 2006, vol.1 9 2. I sistemi di seconda generazione, anni 80’, erano influenzati dai DRG: si basano su sistemi informatici e venivano utilizzati per garantire la migliore allocazione delle risorse per il controllo dei costi. 3. I terzi, anni 90’, rimangono centrati sul paziente e diventano modalità di gestione quotidiana dell’assistenza per garantire carichi di lavoro equilibrati. Dal 2000 in poi il nuovo obiettivo diventa fornire ai pazienti l’assistenza di cui effettivamente bisogno, in accordo con una visione di tipo umanistico e olistico.6 In Italia il dibattito sull’analisi della complessità assistenziale è qualcosa di molto recente. Il contesto Italiano non offre modelli di riferimento in proposito. Uno dei primi accenni rispetto a questa problematica risale al 1999. Nel nostro Paese, come nel resto dell’Europa e degli USA, si stanno sperimentando alcuni strumenti per misurare la complessità assistenziale e dare visibilità all’assistenza infermieristica. 1.3. ANALISI BIBLIOGRAFICA La raccolta dei dati è avvenuta avvalendosi principalmente del database Medline a cui è possibile accedere attraverso il sito PubMed. I criteri di selezione usati sono stati: -pubblicazioni relative agli ultimi dieci anni: tale limite ha risposto all’esigenza di selezionare materiale aggiornato (i primi articoli risalgono infatti al 1950). 6 Allegrini E.,P.Maimeri,C. Ferrari,L.Pomari, Sistemi di classificazione dei pazienti, Assistenza infermieristica e ricerca,Il Pensiero scientifico, Vol.25 n.1, 2006 10 La ricerca su PubMed ha consentito la selezione di 40 articoli. Tra questi 28 sono stati effettivamente utilizzati per l’elaborazione di una revisione bibliografica, in quanto ritenuti pertinenti sull’argomento. E’ stato anche consultato il database CINHAL, dove sono stati ottenuti nuovi risultati di interesse. E’ stata anche verificata l’esistenza di linee guida relative all’argomento in esame. La consultazione del sito di linee guida www.guideline.gov non ha prodotto alcun risultato significativo. La consultazione di questo tipo di fonti ha prodotto solo risultati relativi a realtà straniere . Si è fatto quindi un tentativo di ricerca di materiale italiano attraverso la consultazione del motore di ricerca www.google.it. L’utilizzo della parola “complessità assistenziale” ha prodotto un gran numero di risultati. Di questi,tuttavia, soltanto 10 si sono ritenuti inerenti l’argomento e quindi analizzati. FONTE CONSULTATA PAROLA CHIAVE http//www.nbci.nin. -patient nih.gov/PubMed classification LIMITI ARTICOLI DI INTERESSE ARTICOLI REPERITI 40 28 - 2 - - 70 10 - - - -ultimi 10 anni ”AND “system” AND”nursing” http://www.cinhal.com -“ patient classification” http://www.google.it -“complessità assistenziale” http://www.guideline.gov -“ patient classification” Tab. I. Sintesi dell’analisi bibliografica 11 1.3.1.RISULTATI L’analisi degli articoli raccolti ha permesso di approfondire sette tipologie di classificazione: -Indice di complessità assistenziale; -Modello di analisi della complessità assistenziale; -Zebra System; -Nursing Minimum Data Set (N.M.D.S.); -Third Generation Patient Classification System; -Patient Intensity for Nursing Index; -Oulu Patien Classification. I parametri considerati dai metodi di classificazione della C.A. analizzati in questo studio sono riportati in tabella II. Modello analisi complessità Zebra system N.M.D.S.7 Third gener P.C.S.8 P.I.N.I.9 O.P.C10 sì sì sì sì sì si sì Monitoraggio sì sì sì sì sì si sì Igiene e cura sì sì sì sì sì si sì I.C.A. PARAMETRO CONSIDERATO Assicurare funzioni vitali personale mobilizzazione sì nutrizione sì sì Sonno e riposo sì sì Eliminazione sì sì sì sì 7 H H Werley, E C Devine, C R Zorn, P Ryan, and B L Westra,The Nursing Minimum Data Set: abstraction tool for standardized, comparable, essential data, American Journal of Public Health,1991,vol.81,n°4 8 Acronimo di Third Generation Patient Classification System; 9 Acronimo di Patient Intensity for Nursing Index; 10 Acronimo di Oulu Patien Classification. 12 Procedure diagnostico sì sì sì sì sì terapeutiche Supporto emotivo sì aspetti educativi Assicurare la sì comunicazione Pianificazione attività sì Risultati non sì si sì sì prevedibili Assicurare un sì ambiente sicuro Supporto nella sì transizione Tab. II. Sintesi dell’analisi dei metodi di classificazione identificati 1.3.2. CONCLUSIONI L’analisi del materiale raccolto attraverso questa revisione della letteratura ha permesso di rilevare come i vari metodi presi in considerazione siano fortemente basati sul concetto di autonomia . Questo contrasta con l’attuale concezione dell’assistenza infermieristica. Il nuovo codice deontologico afferma al Capitolo 1,art.2: “L’assistenza infermieristica è servizio alla persona, alla famiglia e alla collettività. Si realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari di natura intellettuale, tecnico- scientifica, gestionale, relazionale ed educativa.”11 11 Codice deontologico degli infermieri 2009 13 Nell’articolo 1 del profilo professionale invece, si parla di assistenza infermieristica riabilitativa” definendola e si “preventiva,curativa, sottolinea come palliativa l’infermiere e partecipi “all’identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività”12. Il bisogno di autonomia si configura quindi come soltanto uno dei problemi che la persona può presentare. Per arrivare ad una valutazione oggettiva e completa della C.A., all’autonomia si devono aggiungere criteri come: -prevedibilità delle condizioni cliniche del soggetto; -grado di instabilità; -conoscenze e abilità tecniche necessarie per rispondere ad un determinato problema; -contesto in cui si trova ad operare. Un’altra riflessione che emerge dall’analisi del materiale raccolto è relativa al fatto che in tutti i metodi viene dato per scontato che nell’assistenza infermieristica venga svolto un lavoro di pianificazione. Nella nostra realtà la pianificazione non è però ancora diventata un aspetto esplicito della pratica infermieristica e, anche ove ciò avvenisse, questa, non viene documentata. Esistono, quindi, alcune difficoltà e alcuni passi da compiere : sviluppare all’interno della classe infermieristica una visione condivisa ed esplicita di cosa significhi assistenza e acquisire il processo di pianificazione assistenziale scritta come modalità di lavoro condivisa. Un altro ostacolo da superare riguarda la scarsa attitudine, propria del contesto italiano, di utilizzare scale o griglie di valutazione come strumenti di supporto alla pratica assistenziale. 12 Gazzetta Ufficiale 9 gennaio 1995, n. 6, Decreto 14 settembre 1994, n. 739, Regolamento concernente l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’infermiere 14 Il superamento di questi ostacoli può favorire in futuro l’implementazione dei metodi di valutazione della complessità assistenziale. Due sono probabilmente le principali opportunità che la promozione di questi strumenti offrirebbe: da un lato, come emerso dall’esperienza di altri paesi, la possibilità di utilizzarli nel contesto organizzativo, dall’altro la possibilità di impiegarli nel processo di attribuzione di attività alle figure di supporto, problema quanto mai attuale in Italia. Alla luce di tali considerazioni si può affermare che l’approfondimento dello studio sulla complessità assistenziale e la creazione di strumenti per la sua rilevazione, stanno per diventare una priorità anche per il contesto italiano. Senza dubbio la rilevazione della C.A. costituisce una problematica aperta destinata ad avere importanti sviluppi. 1.4. “IL SISTEMA INTEGRATO DI MISURAZIONE DELLA COMPLESSITA’ ASSISTENZIALE”13 Nel coro degli ultimi trent’anni abbiamo assistito a una grande evoluzione dell’assistenza sanitaria che, è iniziata con la rincorsa all’efficienza del sistema, passando poi al concetto di efficacia. L’ultima fase di questa evoluzione, che stiamo attualmente vivendo, è rivolta a perseguire la qualità dell’assistenza sanitaria. Con quest’ultima facciamo ancora riferimento ai concetti di efficacia e efficienza ma introduciamo altri elementi quali la sicurezza, l’appropriatezza, l’equità d’accesso e la partecipazione degli utenti. Perseguire questo obiettivo, condivisibile da tutti, non è così semplice poiché all’interno del sistema salute vi sono soggetti diversi che per 13 Cavaliere B. “Misurare la complessità assistenziale - strumenti operativi per le professioni sanitarie”, Maggioli editori, aprile 2009 15 proprio mandato riescono a rivolgere più attenzione ad alcuni aspetti e meno ad altri. Una delle più rilevanti differenze nell’interpretare e perseguire questi obiettivi si manifesta tra il ruolo del “management” e quello della clinica, considerando nel primo tutti quei soggetti che hanno prevalente responsabilità gestionali, economiche, amministrative, e nel secondo chi è a diretto contatto con il paziente e deve assicurare gli interventi preventivi, curativi, riabilitativi, palliativi. La gestione del Governo Clinico potrebbe costituire un ponte che colma il gap tra l’approccio manageriale e quello clinico alla qualità dell’assistenza sanitaria .14 Gli infermieri non solo concorrono all’identificazione dei bisogni e alla realizzazione delle appropriate risposte assistenziali dell’utente ma, rappresentano anche i soggetti che consentono la realizzazione pratica nelle unità operative della gran parte delle iniziative di cui il GC si alimenta. La definizione di nursing outcome, ossia di risultato dell’assistenza infermieristica è una condizione misurabile che, verificata nel tempo è “la risposta agli interventi di assistenza infermieristica”. Misurare, attraverso degli indicatori sensibili all’infermieristica, è una necessità che affonda le sue radici in F. Nightingale,1863, e si è sviluppata nella storia infermieristica fino ai giorni nostri. Creare una cultura basata sulle migliori evidenze scientifiche, su un sistema di valutazione delle prestazioni erogate attraverso l’uso di indicatori potenzialmente sensibili all’infermieristica permette di: Creare un linguaggio condiviso all’interno della professione; 14 Chiari P.,Mosci D:, Naldi E.,L’infermieristica basata sulle prove di efficacia, MCGraw-Hill,2006 16 Erogare prestazioni di qualità; Convergere tutti i comportamenti verso obiettivi comuni; Definire gli standard assistenziali qualitativi confrontabili con altre realtà ( benchmarking); Favorire la revisione delle attività; Documentare gli interventi assistenziali rendendoli visibili; Promuovere la personalizzazione degli interventi facilitando il processo di pianificazione delle attività; Contribuire ad aumentare la conoscenza infermieristica; Integrare la ricerca con la pratica; Rispondere a un’etica professionale, che esige vengano fornite al paziente le migliori cure possibili; Stimolare la professione infermieristica a rispondere di ciò che concerne il suo “oggetto”, con l’appoggio di dati e documentazione scientifici per evitare che siano altre professioni sanitarie a trovare risposte alle questioni che concernono la pratica infermieristica Migliorare il rapporto con le altre discipline Determinare l’assorbimento di risorse(costi) L’uso degli indicatori è finalizzato non solo ad una verifica dei risultati raggiunti, ma anche alla definizione delle priorità di intervento di quell’ organizzazione. L’organizzazione si dota di strumenti di verifica dell’applicazione delle azioni preventive concordate in seguito alla valutazione dei rischi per i pazienti ed agisce di conseguenza per garantirne l’applicazione. 17 In quest’ottica il metodo di misurazione della complessità assistenziale si pone come “sistema organizzativo integrato “ capace di facilitare alcuni meccanismi di funzionamento fondamentali per attivare il cambiamento attraverso la creazione di basi-dati appropriate dal punto di vista metodologico e quindi capaci di supportare il professionista nel processo decisionale di identificazione , progettazione , attuazione e verifica delle proprie attività finalizzate alla risoluzione degli obiettivi attraverso risultati verificabili.15 Il sistema integrato per la determinazione della complessità assistenziale si configura come una metodologia contestualizzabile a differenti professionalità e a differenti ambiti operativi delle strutture sanitarie ospedaliere e territoriali. Questa metodologia ha l’obiettivo di supportare il professionista nella sua attività garantendo la produzione di un adeguato sistema informativo che consente di produrre il maggiore numero possibile di informazioni attraverso la registrazione del minore numero possibile di dati.16 La misurazione della “complessità assistenziale si esplica attraverso le seguenti fasi operative: 1. determinare e gestire i processi operativi: attraverso la realizzazione del “nomenclatore”; 2. misurare l’indice di complessità assistenziale; 3. determinare classi di gravità per l’utente e classi di criticità per i processi; 4. quantificare le azione in rapporto prestazioni; 5. valutare l’appropriatezza delle azioni in rapporto alle prestazioni; 6. integrare l’equipe assistenziale; 7. comparare la “criticità” delle strutture organizzative; 15 Cavaliere B. “Misurare la complessità assistenziale - strumenti operativi per le professioni sanitarie”, Maggioli editori, aprile 2009 16 Ibidem vedi nota 8 18 8. Determinare il fabbisogno di risorse; 9. Misurare i costi. 1.4.1.DETERMINARE E GESTIRE I PROCESSI OPERATIVI: il processo di nursing e i piani di assistenza infermieristica. Oggi più che mai vi è la necessità di rendere visibili, misurabili e condivise tutte le azioni di assistenza che vengono quotidianamente garantite in tutti gli ambiti della salute e più in generale che vengano riconosciute come tali dai professionisti. Tale necessità si concretizza attraverso l’assunzione di responsabilità quali: a) la scelta di un modello concettuale di riferimento e la conseguente determinazione dei processi assistenziali intesi come scopo dell’equipe e governati con responsabilità diretta; b) la determinazione delle prestazioni erogabili dell’equipe e realizzate attraverso la stesura di un nomenclatore nel quale vengono codificate le azioni condivise ritenute adeguate per la corretta erogazione della perfomance ; c) la definizione del contenuto e delle relative modalità operative delle azioni attraverso la determinazione di specifiche procedure e istruzioni operative corredate da sufficienti criteri, standard e indicatori di valutazione; d) la condivisione e l’approvazione attraverso la formalizzazione di un sistema permanente di revisione. 19 Greenwood considera una professione come un gruppo organizzato avente continui interscambi con la società che forma la sua matrice, un gruppo che compie la sua funzione sociale attraverso una rete di relazioni formali ed informali indicando degli attributi distintivi quali: 1) una teoria sistematica 2) un’autorità professionale 3) sanzioni della comunità 4) un codice etico 5) una cultura professionale.17 La disciplina infermieristica comportamenti e è l’insieme di norme regole, esperienze scientifiche orientate dal codice deontologico, profilo professionale, dall’etica e dai regolamenti didattici che accomunano, integrano, validano e sono scientificamente istituzionalizzate dall’Università.18 Questa disciplina è prevalentemente descrittiva (orientata all’agire) e viene annoverata tra le scienze umane perché assume come oggetto l’uomo. Ha bisogno di riferimenti teorici e modelli concettuali. Le basi della pratica infermieristica sono state esplicitate in una o più delle seguenti forme: filosofie, modelli concettuali, teorie. Le filosofie sono più astratte dei modelli concettuali che a loro volta sono più astratti delle teorie. Ogni teorico ha sviluppato il proprio modello concettuale e la propria teoria a partire dalla filosofia di base o da una sintesi di più teorie19. 17 Greenwood E., Attributes of profession. In Prandstraller G.P. (a cura di), Sociologia delle professioni, Citta nuova, Roma 1980 18 M.R. Alliggod A.M.Tomey “ La teoria del nursing” 3° ediz. , McGrowHill, Milano, 2006 19 M.R. Alliggod A.M.Tomey “ La teoria del nursing” 3° ediz. , McGrowHill, Milano, 2006 20 Modello : è un rappresentazione schematica di alcuni aspetti della realtà, che aiuta lo sviluppo di una teoria Modello teorico: nasce al di fuori della disciplina infermieristica, ma viene da essa utilizzato per lo studio di determinati fenomeni (metodo deduttivo). Modello concettuale: nasce all’interno della disciplina infermieristica, è pensato dagli infermieri. I modelli concettuali sono modelli di assistenza infermieristica, nascono cioè dall’esperienza pratica (metodo induttivo). I modelli teorici del nursing aiutano il professionista a riconoscere quei segni e sintomi utili alla pianificazione, attraverso categorie e classificazioni che, nella guida operativa, permettono di realizzare pienamente l’approccio olistico. La consapevolezza dell’unicità dell’uomo nella sua dimensione biopsico-sociale è un fattore determinante nell’offrire all’infermiere i mezzi necessari per la comprensione globale dell’individuo e per l’interpretazione dei suoi bisogni di assistenza. In questo senso, la teoria dei “Modelli funzionali della salute” di M. Gordon offre un metodo di lavoro che, favorendo l’approccio olistico e la comprensione dell’uomo nella sua totalità non ne trascura le singole componenti. L’uomo é rappresentato come un sistema aperto in costante interazione con l’ambiente esterno, che, a sua volta influenza il suo stato di salute, per questo motivo devono essere compresi e analizzati in modo sincrono e integrato. Qualsiasi modello venga impiegato nella realtà organizzativa per la documentazione 21 dell’assistenza, deve presentare la capacità di supportare sia la gestione delle informazioni relative a problemi, interventi e risultati di competenza infermieristica sia la formalizzazione delle operazioni metodologiche ad esso connesse. L’adozione di un linguaggio tecnico-scientifico uniforme, per rappresentare e descrivere i fenomeni legati alla pratica professionale, è un problema attuale nell’esperienza italiana. Tale prospettiva trova espressione non solo nella necessità di adottare nuovi strumenti informativi, ma anche nella volontà di affermare a livello operativo l’autonomia e la responsabilità che finalmente l’infermiere si vede riconoscere dall’ordinamento legislativo italiano. Inoltre, l’adozione di un sistema di classificazione arricchisce il corpo di conoscenze teorico garantendo al professionista un comune quadro di riferimento nella gestione delle proprie competenze. Il raggiungimento di un accordo offre all’infermiere una sorta di garanzia concettuale, poiché l’affermazione operativa della tassonomia fornisce “un uso e un significato ben definito per ogni titolo diagnostico”20 ed elude possibili errori interpretativi, facilitando un linguaggio analitico e sistematico universale. Nel marzo del 1990 l’Assemblea Generale della NANDA approva una definizione ufficiale della diagnosi infermieristica: “è un giudizio clinico riguardante le risposte della persona, della famiglia o della comunità, a problemi di salute, processi vitali attuali o potenziali. La diagnosi infermieristica costituisce la base sulla quale scegliere gli interventi 20 Gordon M. (1990), tratto da Lynda Juall Carpenito, “Diagnosi infermieristiche: applicazione alla pratica clinica”, Ed. Ambrosiana. 22 infermieristici volti a conseguire degli intenti di cui l’infermiere è responsabile”.21 Nella realtà italiana, già da tempo, é stata pubblicata la traduzione ufficiale delle analisi elaborate dalla NANDA, proprio al fine di favorirne la diffusione in ambito lavorativo e formativo; in questo testo sono, però, presenti anche titoli diagnostici che descrivono fenomeni di dubbia competenza infermieristica esclusiva. Lynda Juall Carpenito (1985), a tal proposito, ha fornito, nel suo modello teorico “bifocale”, un chiarimento importante: l’infermiere si occupa non solo di diagnosi infermieristiche, ma anche di problemi collaborativi. “Le diagnosi infermieristiche riguardano le risposte di persone, famiglie o gruppi alle situazioni per le quali l’infermiere può prescrivere interventi volti a conseguire degli esiti; i problemi collaborativi, invece, descrivono determinate complicanze che l’infermiere gestisce con interventi di prescrizione sia medica che infermieristica”.22 La prima si riferisce all’ambito autonomo e decisionale del ruolo dell’infermiere in quanto professionista; il secondo, invece, supporta e formalizza le attività collaborative con altri professionisti della salute. I sistemi di classificazione permettono, inoltre, attraverso la gestione dei dati prodotti dalla loro applicazione alla realtà operativa, di determinare il contributo infermieristico alla più generale assistenza sanitaria, sostenere la didattica, la ricerca e la valutazione organizzativa ed economica dell’azione infermieristica. 21 Carpenito-Moyet Lynda J. “ Diagnosi infermieristiche. Applicazione alla pratica clinica” a cura di Calamandrei C., Rasero L., CEA Editore, 3 edizione, 2006 22 Ibidem ved. Nota 14 23 Il processo di assistenza infermieristica fornisce una struttura per la pratica infermieristica, una sorta di “griglia” nell’ambito della quale l’infermiere può utilizzare le proprie conoscenze e abilità per prendersi cura dell’assistito. Il processo di assistenza è utilizzato continuamente nella pianificazione e nell’attuazione. L’infermiere considera l’assistito come la figura centrale nel piano di cura e trova conferma dell’appropriatezza di tutti gli aspetti dell’assistenza infermieristica osservandone i risultati. L’accertamento è la fase iniziale del ragionamento diagnostico e del momento decisionale che porta alla definizione della diagnosi infermieristica, le caratteristiche definenti,fattori correlati e di rischio. Successivamente il professionista rileva gli obiettivi-risultato (NOCNursing Outcomes Classification) pertinenti per l’assistito quindi, pianifica gli interventi-attività ( NIC-Nursing Interventions Classification)che lo aiuteranno a raggiungere gli obiettivi stabiliti. Infine, dopo l’attuazione del piano assistenziale si procederà alla sua valutazione ed eventuale revisione. Il processo di nursing ha le seguenti caratteristiche: viene utilizzato per erogare assistenza infermieristica individualizzata al cliente, alle famiglie e alle comunità, in tutto l’arco della vita, in tutti gli ambienti (ospedale, comunità, domicilio). Si tratta di un processo ordinato, sistematico e interdipendente, centrato sul cliente, di cui utilizza i punti di forza. Per utilizzare il processo di nursing l’infermiere deve possedere conoscenze professionali di base e specifiche, continuamente aggiornate, la capacità di esprimersi correttamente in forma scritta e di ascoltare utenti, altri professionisti, familiari e persone significative. 24 Il processo di nursing è costituito da sei fasi: accertamento, diagnosi, identificazione degli esiti (outcomes), pianificazione, attuazione e valutazione (Fig. 1). Fig. 1 Fasi del processo di nursing Accertamento L’accertamento è la raccolta di dati per scopi infermieristici sull’ individuo, famiglia, o comunità, per identificare problemi di salute reali o potenziali. L’accertamento infermieristico riguarda specificatamente lo stato di benessere del cliente, le condizioni fisiche e le abilità funzionali. Si suddivide in tre attività: 1. raccolta dei dati (processo iniziale di compilazione di informazioni sul cliente) e loro registrazione (su un modello specifico, in forma scritta o computerizzata): 2. validazione dei dati (conferma della loro accuratezza); 3. organizzazione dei dati (in modo ordinato, attraverso dei modelli). 25 L’accertamento è attuato ovunque, anche se dovrebbe essere sempre garantito il comfort fisico, offrendo un ambiente tranquillo ed appartato, eventualmente chiedendo alla famiglia e ai visitatori di non essere presenti. L’accertamento è modificato in base alla situazione del paziente e la sua età. Questo significa che si possono usare metodiche e strumenti diversi, ma che può anche essere cambiata la sequenza di raccolta dati. Gli infermieri usano diverse abilità cliniche per l’accertamento: osservazione, intervista, esame fisico e intuizione. Esistono due tipi di dati: oggettivi e soggettivi. I dati oggettivi (segni) sono informazioni misurabili o osservabili, ottenuti con i sensi, strumenti, od apparecchiature (es. polso, pressione arteriosa, ossimetria, creatininemia). I dati soggettivi (sintomi) comprendono sentimenti, affermazioni, percezioni del paziente, raccolti soprattutto intervista, e registrati come citazione diretta, fra virgolette (es. “Ogni volta che devo fare dialisi sono nervosa.”). I dati sono raccolti da due tipi di fonti: primarie e secondarie. La fonte primaria è il cliente. Se il cliente è confuso, inattendibile o incapace di fornire informazioni si usano le fonti secondarie (familiari, altre persone significative, sanitari, documentazione e letteratura). Le fonti secondarie andrebbero comunque usate per confermare od ampliare le informazioni fornite dal cliente. Dopo l’accertamento, il professionista sanitario,organizza le caratteristiche definenti all’interno di un modello concettuale di assistenza infermieristica. Il modello scelto da chi scrive per formulare il nomenclatore dell’I.C.A. è rappresentato dai Modelli funzionali della salute di Marjory Gordon. 26 I modelli funzionali di salute di M. Gordon hanno carattere olistico e si focalizzano sulle funzioni normali, alterate o a rischio di alterazione del cliente, attraverso undici modelli applicabili a tutti i tipi di pazienti, di ogni età, in ogni contesto, a singoli- famiglie- comunità. Si tratta di una struttura concettuale che è stata elaborata per conseguire diversi scopi, tra i quali: -organizzare le conoscenze cliniche dell’infermiere; -costruire strumenti per la raccolta dati di pertinenza infermieristica; -classificare le diagnosi infermieristiche, cioè i fenomeni di salute che l’infermiere affronta e tratta in maniere sostanzialmente indipendente.23 La descrizione e la valutazione dei modelli di salute permette al professionista di identificare i modelli che sono funzionali ( punti di forza del cliente) e quelli che sono disfunzionali (diagnosi infermieristiche) facilitando l’accertamento di base e il processo diagnostico. Per comprendere appieno il significato della tipologia è opportuno esaminare ciascuno dei termini che compongono il suo titolo. MODELLO. In questo caso indica una serie di comportamenti che si ripetono nel tempo. I modelli individuati dall’autrice sono undici e vanno sempre considerati e analizzati non come entità separate, ma tenendo conto dei loro collegamenti nell’unicità e complessità della persona considerando non solo i modelli attuali di una persona,ma anche quelli passati. FUNZIONALE. In questo contesto si prende in esame la funzionalità a livello biologico(adeguatezza o meno della respirazione,circolazione..), a livello psichico e lo stile di vita, è dunque,in gioco la funzionalità umana complessiva. 23 D’Addio L., Calamandrei C. I Modelli Funzionali della Salute di Marjory Gordon: un’esperienza applicative nella formazione infermieristica di base, Nursing Oggi, 1999 N° 4 27 Un modello funzionale può diventare disfunzionale ( e perciò costituire un problema, identificabile con una diagnosi infermieristica) se la persona mette in atto una serie di comportamenti che influiscono negativamente sulla sua funzionalità o salute generale. SALUTE. Intesa in senso funzionale la salute “è uno stato in cui la persona è come desidera essere ed è in grado di fare quello che desidera fare, avendo la libertà e l’autonomia necessarie per partecipare alle cose del mondo e per occuparsi delle proprie”24. Se consideriamo i modelli in rapporto alla salute o alla malattia, possiamo affermare come prima approssimazione, che essi sono spesso disfunzionali in caso di malattia( la quale può alterare il modello di eliminazione, percezione..) mentre, risultano funzionali in condizioni di buona salute, ma la relazione non è così semplicistica e meccanica. Questa autrice si è liberamente ispirata per la creazione di tali modelli alla teoria della gerarchia dei bisogni di A. Maslow Gli undici modelli di M. Gordon sono: 1. Modello di percezione e gestione della salute - modello di salute e di benessere percepito dalla persona; - comportamento generale nei confronti della salute (come la persona gestisce la salute e la sua adesione a pratiche di prevenzione riguardanti la salute mentale e fisica,alle prescrizioni mediche/infermieristiche e ai controlli sanitari); - stato o condizioni di salute in rapporto alla formulazione di piani per il futuro. 2. Modello nutrizionale – metabolico - consumo di alimenti e bevande in relazione al fabbisogno metabolico e agli indicatori organici di adeguatezza della nutrizione; 24 Gordon M, Nursing Diagnosis Process and Application, St. Luis, Mosby,1994 28 - tipi, ora quantità e preferenze di alimenti e bevande nonché assunzione di integratori; - lesioni cutanee e capacità di cicatrizzazione; - indicatori dello stato nutrizionale (quali le condizioni di cute, capelli ed unghie, temperatura corporea, altezza e peso); 3. Modello di eliminazione - modello di funzione escretoria( intestinale,urinaria e cutanea); -percezione circa la regolarità della funzione escretoria, le abitudini intestinali l’eventuale uso di lassativi; - abitudini e mezzi che la persona adotta. 4. Modello di attività – esercizio fisico - esercizio fisico, attività fisiche, tempo libero, svaghi - attività di vita quotidiana - sport - fattori che interferiscono con l’attività fisica( es. deficit neurologici, dispnea..) 5. Modello di sonno – riposo - modello di sonno, riposo e rilassamento; - percezione della quantità e qualità del proprio riposo; - livello di energia (sentirsi o non sentirsi in forze); - abitudini e eventuali ausili (farmaci) e problemi relativi al sonno. 6. Modello cognitivo – percettivo - adeguatezza delle modalità sensoriali (vista, udito,tatto, gusto,olfatto); - percezione e trattamento nell’ambito cognitivo compreso il dolore e il modo in cui viene percepito; - capacità funzionali nell’ambito cognitivo quali il linguaggio, memoria e capacità decisionali. 7. Modello di percezione di sé – concetto di sé - atteggiamenti verso se stessi; 29 - percezione delle proprie capacità; - immagine corporea, identità, modello emozionale generale; - modello di postura, contatto visivo, voce e modo di parlare. 8. Modello di ruolo – relazione - impegni di ruolo (familiari, lavorativi, sociali); - percezione delle proprie responsabilità. 9. Modello di sessualità – riproduzione - soddisfazione o disturbi nel campo della sessualità; - fase relativa alla riproduzione (pubertà, menopausa, ecc…) - modello riproduttivo (desiderio di avere figli, uso di contraccettivi) 10. Modello di adattamento – tolleranza allo stress - modo generale di affrontare le situazioni e sua efficacia in termini di tolleranza allo stress; - capacità percepita di gestire le situazioni; - sistemi di sostegno della persona(familiari o di altro tipo). 11. Modello di valori – convinzioni - valori, scopi, credenze che guidano le scelte; - conflitti relativi allo stato di salute25 Diagnosi La seconda fase del processo di nursing è la diagnosi delle risposte umane a dei problemi di salute reali o potenziali, attraverso l’analisi dei dati raccolti nell’accertamento, per poter poi selezionare gli interventi infermieristici. 25 Gordon M., Manuale delle Diagnosi infermieristiche , 2 ed.,Edises, 2008 30 Le diagnosi infermieristiche sono “un giudizio clinico sulle risposte di un individuo, di una famiglia o di una comunità a processi di salute/vita, reali o potenziali. Le diagnosi infermieristiche offrono le basi per selezionare gli interventi infermieristici per raggiungere gli esiti di cui l’infermiere è responsabile” (NANDA, 2001). La storia delle diagnosi infermieristiche inizia negli anni ’20, ma la prima autrice che usò tale termine fu Fry (1953). Successivamente, la creazione della North American Nurses Diagnoses Association (NANDA), iniziata da Gebbie e Lavin, a partire dal 1973 stimolò la loro evoluzione. Attualmente, la più importante tassonomia di diagnosi infermieristiche è proprio quella della NANDA, la quale permette di ordinare informazioni complesse. La tassonomia 2003-2004 è costituita da 167 diagnosi infermieristiche, frutto di un continuo aggiornamento. Un altro sistema di classificazioni di diagnosi infermieristiche è il Nursing Diagnosis Extension and Classification (NDEC) dell’Iowa University, creato in collaborazione con la NANDA. Le diagnosi infermieristiche devono essere distinte dalle diagnosi mediche (malattie di organi o apparati che la terapia cerca di correggere/prevenire) e dai problemi collaborativi, definibili come complicanze fisiologiche, reali o potenziali, derivanti da malattie, traumi, trattamenti o studi diagnostici in cui gli infermieri intervengono in collaborazione con altre discipline (Carpenito, 2002). Le componenti delle diagnosi infermieristiche sono: 1. Titolo della diagnosi: nome breve attribuito ad un problema (es. Mancanza di speranza, Compromissione della mobilità, Ansia, Deficit nella cura di sé, Compromissione dell’integrità tessutale…). 31 2. Descrittori: parole usate per specificare meglio la diagnosi infermieristica (es. inefficace, squilibrato, carente…). 3. Definizione: breve descrizione del problema sintetizzata in due o tre righe. 4. Caratteristiche definenti: segni e sintomi che confermano la presenza di una diagnosi reale (tachicardia, desquamazione, agitazione…) 5. Fattori di rischio: fattori che aumentano la sensibilità di un cliente ad una situazione anomala. (es. immobilità, età estreme). 6. Fattori correlati: cause di un problema su cui l’infermiere può agire (immobilità, deficit di conoscenze...). Non vanno confuse con la secondarietà (causa medica). Le diagnosi infermieristiche sono di cinque tipi: 1. Diagnosi infermieristiche reali: descrivono risposte umane a problemi di salute manifesti e sono formulate in tre parti: titolo, caratteristiche definenti e fattori correlati. Ad esempio, “Ansia correlata a deficit di conoscenze che si manifesta con tachicardia e riferita apprensione”. 2. Diagnosi infermieristiche di rischio (ex-potenziali): esprimono una vulnerabilità specifica di un cliente a problemi di salute. Sono formulate in due parti: titolo e fattori di rischio. Ad esempio, “Rischio di infezione correlato a vie di ingresso di microrganismi”. 3. Diagnosi infermieristiche di benessere: descrivono i livelli di benessere di soggetti che possono ottenerne di superiori. La formulazione è in una parte: es. “Potenziale miglioramento del benessere spirituale”. 4. Diagnosi infermieristiche possibili: situazioni in cui non ci sono evidenze sufficienti per convalidare una diagnosi. La formulazione è in due parti (titolo e correlazione sostituita da “per causa sconosciuta”). Ad 32 esempio: “Nutrizione alterata: inferiore al fabbisogno per causa sconosciuta”. 5. Diagnosi infermieristiche a sindrome: raggruppamenti di più problemi (es. Sindrome da immobilizzazione, Sindrome da deficit nella cura di sé…). La formulazione generalmente è ad una parte, in quanto la correlazione è inclusa nel titolo (es. “da immobilizzazione”) e mancano le caratteristiche definenti perché raggruppano più situazioni per cui il paziente è a rischio. Tuttavia, esistono delle eccezioni, ad esempio, “Sindrome da deficit nella cura di sé” richiede di definire la causa è il livello di carenza nell’effettuare le varie attività di vita quotidiana, al fine di prevedere gli interventi sostitutivi necessari e la riabilitazione del paziente. Identificazione degli esiti L’identificazione degli esiti è la formulazione di obiettivi misurabili e realistici per il cliente e di criteri di esito, basi necessarie per valutare se le diagnosi infermieristiche sono state risolte. Per facilitare la definizione degli esiti, due ricercatori dell’Iowa University (Johnson & Maas) hanno prodotto una classificazione degli esiti sensibili all’assistenza infermieristica (Nursing Outcomes Classification, NOC), costituito da circa 385 esiti. Per ogni diagnosi NANDA sono elencati gli obiettivi risultato che la Iowa Outcomes Project ha identificato come i più probabili da monitorare. 33 Pianificazione La pianificazione consiste nella formulazione, da parte dell’infermiere, di un piano di nursing individualizzato, espresso in forma scritta (a mano, oppure al computer), destinato a tutta l’équipe assistenziale. La pianificazione è finalizzata è orientare l’assistenza al cliente, garantendone la continuità e permettendo la delega di alcune attività. Per facilitare l’individuazione degli interventi, McCloskey & Bulechek, dell’Iowa University hanno costruito un sistema noto come Nursing Interventation Classification (NIC), costituito da quasi 500 interventi di assistenza diretta o indiretta, prescritti dall’infermiere o da altri operatori. Secondo McCloskey & Bulechek (2000) gli interventi infermieristici sono “ogni trattamento, basato sul giudizio e le conoscenze cliniche, che un infermiere esegue per migliorare gli esiti del paziente/cliente”26. Nel piano di nursing gli interventi vengono scritti come attività specifiche per un particolare cliente. La classificazione dei NIC suddivide in categorie le attività utilizzando un linguaggio standard. Gli interventi infermieristici prioritari sono il frutto della ricerca condotta dallo Iowa Intervention Project Tea, che li indica come i trattamenti da scegliere per una particolare diagnosi infermieristica.27Tali interventi sono i più efficaci per la risoluzione del problema di salute ma, questo non significa che siano gli unici praticabili. Nella terminologia NIC, gli “interventi” sono classificati sotto titoli ampi che definiscono categorie generali. Tali titoli sono stati collegati alle denominazioni delle diagnosi NANDA attraverso un 26 Ibidem, vedi nota 22 Johnson M., Bulechek G., McCloskey Dochterman J, Maas S., Moorhead S. DIAGNOSI INFERMIERISTICHE, RISULTATI, INTERVENTI - Collegamenti NANDA, NOC, NIC,Casa editrice ambrosiana, 2005 27 34 processo sistematico sottoposto al giudizio di esperti nella pratica e nella ricerca infermieristica. Nella terminologia NIC, le azioni specifiche di pertinenza dell’infermiere sono chiamate attività(es. rilevare segni vitali). Gli interventi prioritari infermieristici NIC orientano l’operatore a considerare tutte le attività professionalizzanti relative a questi interventi. Le prescrizioni/attività infermieristiche devono essere mirate all’eziologia della diagnosi infermieristica dell’assistito. Dall’elenco delle attività per ciascun piano di assistenza si dovranno scegliere quelle applicabili al cliente ed al contesto operativo. Con il variare delle condizioni dell’assistito, altre attività dovranno essere aggiunte, cambiate o cancellate. Attuazione L’attuazione è la realizzazione concreta degli interventi pianificati, da parte dell’infermiere o di altri professionisti/operatori, o altre persone significative. Nella fase attuativa l’infermiere attua gli interventi da lui prescritti, ma anche quelli prescritti dal medico. Per realizzare la fase di attuazione l’infermiere deve possedere abilità interpersonali e tecniche. Esistono diverse tipologie di interventi infermieristici che possono essere attuati dall’infermiere: educativi, di supervisione, psicosociali, di sostegno, di coordinamento,di sorveglianza, di mantenimento e psicomotori. 35 Valutazione L’ultima fase del processo di nursing è la valutazione. In questo fase si decide il successo dell’intervento infermieristico attraverso l’espressione di un giudizio sui risultati raggiunti dal cliente, in relazione a quanto realizzato dall’infermiere. La valutazione è attuata attraverso i criteri di esito, per determinare il raggiungimento dell’obiettivo. La valutazione richiede le seguenti attività: revisione degli obiettivi del cliente e dei criteri di esito, raccolta dati, determinazione del raggiungimento degli obiettivi ed eventuale revisione del piano di assistenza. Per attuare correttamente la valutazione devono essere note le risposte normali che una persona può garantire in determinate situazioni, degli standard di assistenza e della ricerca clinica. La valutazione può riguardare il singolo caso o gruppi di pazienti con caratteristiche simili (valutazione della qualità dell’assistenza). Documentazione I sanitari hanno l’obbligo di documentare il piano di assistenza e le variazioni di stato del cliente. I dati devono essere documentati in forma accurata, chiara, completa, sintetica, oggettiva, strutturata, tempestiva e leggibile. Tale documentazione (registrazioni) può essere attuata manualmente o in forma computerizzate (cartella informatizzata). Per facilitare la registrazione dell’assistenza si stanno diffondendo numerosi vocabolari infermieristici relativi ai principali concetti del nursing (diagnosi infermieristiche, esiti ed interventi), da usarsi in tutti i contesti (NANDA, 36 NIC, NOC, ICNP) o in contesti specifici (es l’Omaha per le infermiere visitatici, il PNDS per gli infermieri di sala operatoria…). Note abbreviate rispetto a procedure infermieristiche di routine analogamente aiutano l’infermiere nella documentazione dei parametri vitali, delle entrate/uscite, risposte a terapie, somministrazione di farmaci, esiti di esami ematochimici… In genere, si sta diffondendo sempre di più il principio della documentazione delle eccezioni (noto come CBEcharting by exception) e non tutto quello che è stato fatto. Oltre alla scheda di accertamento all’ammissione, altri documenti infermieristici importanti sono la documentazione alla dimissione (sintesi delle condizioni del cliente alla dimissione e note sull’assistenza ancora necessaria) e i moduli standardizzati per i rapporti sugli incidenti. I rapporti sono invece comunicazioni orali di informazioni relative al processo di nursing a personale sanitario. Una forma frequente di rapporto è quello al cambio dei turni o “consegna”, i rapporti durante i “giri infermieristici” e quelli ai medici su informazioni cliniche rilevanti. Nella documentazione e nei rapporti sull’assistenza infermieristica non vanno comunque dimenticati alcuni principi di base: riservatezza, accesso garantito, precisione e concisione. 37 1.5. L’INDICE DI ASSISTENZIALE Il primo studio pubblicato COMPLESSITA’ sull’I.C.A.(Indice di Complessità Assistenziale) risale al 1999 nell’era dei “carichi di lavoro” e diviene uno strumento validato scientificamente nel 2006 dopo varie sperimentazioni a Genova, Livorno, Biella, Massa, Novi ligure, Roma, Siena, Napoli, Viareggio, Matera. Le applicazioni attualmente in corso sono: Siena; Viareggio; Matera; Vicenza. Il sistema integrato per le determinazione della complessità assistenziale è una metodica multidimensionale per rilevare la “complessità” dei processi e delle attività assistenziali attraverso rilevazioni quotidiane. Le finalità dell’ I.C.A. sono: Migliorare la qualità dell’assistenza Misurare il livello di “gravita” del malato; Favorire la revisione delle attività; Definire gli standard assistenziali qualitativi; Documentare gli interventi assistenziali rendendoli visibili; Promuovere la personalizzazione degli interventi facilitando il processo di pianificazione delle attività; Valutare l’appropriatezza delle prestazioni; Rispondere a un’etica professionale, che esige vengano fornite al paziente le migliori cure possibili; Stimolare la professione infermieristica a rispondere di ciò che concerne il suo “oggetto”, con l’appoggio di dati e documentazione scientifici per evitare che siano altre professioni sanitarie a trovare risposte alle questioni che concernono la pratica infermieristica Comparare la “criticità” delle strutture organizzative attraverso “l’impronta digitale”; Contribuire alla determinazione dei costi dell’assistenza , per esempio per DRG; 38 Allocare il personale infermieristico in funzione della complessità e variabilità dei bisogni di assistenziali; Creare i presupposti per la definizione del coefficiente di distribuzione del personale di supporto che tenga conto della complessità infermieristica. La fase di progettazione del sistema consente di definire le funzioni specifiche dei differenti ruoli attraverso la determinazione dei processi in specifiche categorie di prestazioni28 contenute nel nomenclatore. Il nomenclatore rappresenta lo strumento fondamentale per misurare la complessità assistenziale ed è costituito da tre elementi: -le categorie di prestazioni: rappresentano l’insieme delle azioni governate (le prestazioni, i processi), per la specifica competenze disciplinare (ad esempio i Modelli funzionali di salute di M. Gordon trattati nel paragrafo precedente ); - “le azioni” che rappresentano l’insieme delle attività concrete che il professionista mette in atto per porre in essere la propria attività.(ad esempio il sistema di classificazione NANDA, NOC e NIC); -il “peso” delle azioni , che rappresenta la modalità operativa con la quale si realizza l’indicatore multidimensionale per posizionare le azioni su una scala di cinque livelli di complessità. Si rammenta che tale peso rappresenta il mix di valutazioni inerenti lo stato del malato, la competenza del professionista e la criticità organizzativa. A differenza del primo elemento, quest’ultimo si esprime sempre in cinque livelli 28 Cavaliere B. “Misurare la complessità assistenziale - strumenti operativi per le professioni sanitarie”, Maggioli editori, aprile 2009 39 graduati dove il livello uno rappresenta la più bassa e cinque la più alta complessità. Esempio di struttura del nomenclatore: 2.MODELLO NUTRIZIONALE-METABOLICO LIVELLI NIC COD 0 Non necessita di interventi 1. Cura di sé: alimentazione, assistenza nella .Assistere una persona nell’alimentazione 1803 1 1 2. Peso, gestione del 1240 1. Alimentazione. Fornire l’apporto alimentare a un assistito che non è in grado di 1050 2 alimentarsi da solo 2. Campioni, gestione dei. .Ottenere, preparare, conservare un campione per l’analisi di laboratorio 7820 2 1. Bilancio idrico-elettrolitico, monitoraggi del. Raccolta e analisi dei dati dell’assistito per regolare il bilancio idrico-elettrolitico 2020 3 1920 3 2. Equilibrio acido-base, monitoraggio. Raccolta e analisi dei dati dell’assistito allo scopo di regolare l’equilibrio acido-base 3. Nutrizione,monitoraggio della. Raccolta e analisi dei dati per prevenire o diminuire la malnutrizione 1160 3 3 4. Parametri vitali, monitoraggio dei: raccolta e analisi dei dati cardiovascolari e respiratori e della temperatura corporea allo scopo di individuare e prevenire le complicazioni 6680 1. Deglutizione, trattamento della. Facilitare la deglutizione e prevenire le complicanze dei disturbi della deglutizione 1860 2. Flebotomia: campione di sangue venoso 4238 3. Flebotomia: campione di sangue arterioso. 4332 3590 4 4. Cute, sorveglianza della. Raccolta e analisi dei dati della persona allo scopo di mantenere integra lo stato della cute e mucose 4 5. Aspirazione, precauzione nei confronti della. Prevenire o rendere minimi i fattori di rischio di aspirazione di elementi estranei nelle vie aeree 4 6. Infezioni, protezione delle. Prevenzione e precoce identificazione di un infezione in una persona a rischio 4 4 4 3200 6550 40 4 4 4 5 5 5 7. Cavo orale mantenimento salute della. Mantenimento e promozione dell’igiene orale e della salute dentale in una persona a rischio di sviluppare lesioni orali e/o dentali 1710 9. Intubazione gastrointestinale. Introduzione di un tubo nel tratto gastrointestinale 1080 10. Accesso venoso, mantenimento dello 2440 1. Bilancio idroelettrolitico, gestione del. Regolazione e prevenzione delle complicanze derivanti da un’alterazione del livello dei liquidi o degli elettroliti 2080 2. Nutrizione, gestione della. Aiutare a fornire un apporto dietetico bilanciato di cibi e liquidi 1100 3. Liquidi, gestione dei. Promozione dell’equilibrio dei liquidi e prevenzione delle complicanze derivanti da un’alterazione del loro livello 4120 1910 5 5 5 4. Equilibrio acido-base, gestione dello. Promozione dell’equilibrio acido-base e prevenzione delle complicanze 5. Infezione, controllo delle. Rendere minima l’infezione e la diffusione di agenti infettanti 6. Nutrizione parenterale totale- Preparazione e somministrazione di sostanze nutritive per via ev e monitoraggio della risposta dell’assistito 7. Nutrizione per sonda. - Preparazione e introduzione di sostanze nutritive per 5 6540 1200 1056 mezzo di sonda gastrica/enterale 8. Cute, trattamenti topici. Applicazione di sostanze topiche o manipolazione di 5 strumenti che promuovono l’integrità tissutale e rendano minimo il rischio di lesioni3584 5 9. Iperglicemia, gestione della. Prevenire e trattare i livelli di glucosio ematico superiori alla norma 2120 5 10. ipoglicemia . Prevenire e trattare i livelli di glucosio ematico inferiori alla norma 11. Ferita, cura della. Prevenzione delle complicanze e promozione della guarigione della ferita 3660 5 5 12. Ulcere da pressione, cura delle. Facilitare la guarigione 3520 1730 5 13. Cavo orale recupero salute della. Promozione della salute in una persona affetta da una lesione orale/dentale Come si può notare la struttura di costruzione del nomenclatore prevede gli elementi precedentemente enunciati di definizione del processo attraverso la determinazione del numero di prestazioni totali (nel caso 41 rappresentato la professione infermieristica ne ha identificato undici) che si corredano delle relative azioni, ovvero gli elementi operativi per garantire il processo. Le azioni a loro volta sono distribuite, su cinque livelli di peso. Il loro significato è semplice e logico, la complessità relativa è graduale da 1, intesa come più bassa, a cinque intesa come più alta. Il peso rappresenta un parametro di riferimento relativo all’azione svolta in grado di esprimere la gradualità della complessità multidimensionale che dipende da molteplici fattori identificati e valutati dai professionisti,dai modelli organizzativi e dai sistemi di valutazione delle performance. La misurazione della complessità assistenziale per singolo malato avviene attraverso il costante rilevamento dei dati grazie ad un sistema di misurazione obiettivo, verificabile e riproducibile che offre il vantaggio di raccogliere il maggior numero di informazioni possibili- cliniche, assistenziali,organizzative,gestionali,economiche- con il minor numero di rilevazioni e dispendio di risorse. L’assegnazione del livello di “gravità”per singola prestazione è realizzata attraverso la compilazione giornaliera di una scheda/griglia che registra i riferimenti di riconoscimento univoco dell’utente, le categorie di prestazioni, il giorno di rilevazioni, il livello di complessità. In questo caso l’infermiere attraverso un’intervista identifica i bisogni espressi e attraverso un esame obiettivo i bisogni inespressi che concorrono all’analisi e alla valutazioni del caso, le decisioni prese dal professionista determinano la registrazione delle azioni di cui ha bisogno quell’utente sotto forma di codici univoci trattati dal nomenclatore precedentemente presentato. La compilazione consente di identificare tutte le azioni che si ritengono necessarie per quell’utente in ogni categoria di prestazioni. E’ possibile 42 segnare un numero indefinito di azioni per ogni categoria di prestazioni. Questa decisione è ad esclusiva autonomia del professionista. Le azioni così raccolte consentono di compilare anche il campo livello /peso, infatti il livello è determinato dall’azione con maggior peso assistenziale. Le azioni sono ovviamente selezionabili dal professionista esclusivamente dal nomenclatore e quindi questo strumento garantisce da un lato l’autonomia del professionista , è lui che determina quali interventi, e dall’altro garantisce una standardizzazione delle attività per l’utente e anche per l’organizzazione.29 Una volta assegnati tutti i livelli/ “pesi” per tutte le undici prestazioni, si passa al calcolo della classe di gravità, che viene calcolato attraverso la sommatoria di tutte le rilevazioni quotidiane. CLASSI DESCRIZIONI INTERVALLO 2 CRITICITA’/GRAVITA’ MOLTO LIEVE CRITICITA’/GRAVITA’ LIEVE 11-21 3 CRITICITA’/GRAVITA’ MODERATA 22-32 4 CRITICITA’/GRAVITA’ELEVATA 33-43 5 CRITICITA’/GRAVITA’ MOLTO ELEVATA 44-55 1 0-10 Tab.III: classi di gravità/criticità Con questo strumento si riesce ad essere molto analitici perché si registrano tutte le azioni di assistenza o di processo e nello stesso tempo, si producono immediatamente anche indicatori sintetici quali l’ICA 29 Cavaliere B. “Misurare la complessità assistenziale - strumenti operativi per le professioni sanitarie”, Maggioli editori, aprile 2009 43 giornaliero , la classe di gravità e la distribuzione dei pesi per macroattività, ovvero la registrazione del peso per ogni prestazione, garantendo la produzione dell’impronta digitale” che vedremo essere un indicatore molto importante per gli studi sull’appropriatezza e standardizzazione delle cure. La rilevazione delle azioni consentono di monitorare il livello di complessità relativo all’utente o ai processi garantiti sia da un punto di vista quantitativo (numero delle attività) che qualitativo (peso delle attività). Infatti la determinazione del peso ci consente di analizzare non solo quante attività devono essere realizzate ma anche la natura delle stesse. Il tutto è stato realizzato attraverso l’impiego di uno strumento, il nomenclatore , che preventivamente aveva trovato la condivisione nel gruppo professionale. 44 CAPITOLO DUE COLLEGAMENTI NANDA, NIC, NOC E COSTRUZIONE DEL NOMENCLATORE 45 2.1. CLASSIFICARE: PERCHE’ Da molti anni nella letteratura infermieristica si discute il bisogno di uniformare o standardizzare i linguaggi infermieristici. Un linguaggio infermieristico uniforme risponde a numerosi scopi: fornisce agli infermieri un linguaggio specifico legato alla professione per comunicare fra loro, con altri professionisti dell’assistenza sanitaria e con il pubblico; permettere la raccolta e l’analisi di informazioni che documentino il contributo dell’assistenza infermieristica alle persone con bisogni di salute; facilita la valutazione e il miglioramento dell’assistenza infermieristica; promuove lo sviluppo del sapere infermieristico; permette lo sviluppo di sistemi informativi clinici elettronici e le registrazioni elettroniche dei dati delle persone assistite ( cartelle cliniche informatizzate); fornisce informazioni per la formulazione di linee politiche e organizzative riguardanti la salute e l’assistenza infermieristica; semplifica l’insegnamento del processo decisionale clinico agli studenti infermieri. In questo capitolo descriverò i collegamenti fra tre linguaggi standard riconosciuti dall’American Nursing Association (ANA): a. Le diagnosi elaborate dalla North American Nursing Diagnosis Association (NANDA). b. Gli interventi della Nursing Interventions Classification (NIC). 46 c. I risultati della Nursing Outcomes Classification (NOC). Le diagnosi infermieristiche sono già state trattate nel precedente capitolo. 2.2 NIC Lo studio dello sviluppo di un vocabolario e di una classificazione degli interventi infermieristici iniziò nel 1987 con la formazione di un gruppo di ricerca condotto da J.McCloskey e G. Bulechek dell’università di Iowa . Il gruppo elaborò la Classificazione degli interventi infermieristici (NIC), una classificazione standardizzata che comprende gli interventi attuati dagli infermieri. Il centro dell’interesse degli interventi è il comportamento dell’infermiere, ossia tutto ciò che fanno per aiutare la persona assistita a conseguire un risultato atteso, svolto in autonomia o in collaborazione con altre figure professionali. Un intervento è definito come “ qualunque trattamento, basato sul giudizio e sulla conoscenza clinica, che un infermiere compie al fine di raggiungere i risultati dell’assistito”30. Ogni intervento NIC è costituito da: 1. un titolo 2. una definizione 3. un elenco di attività che permette all’infermiere di scegliere quelle più appropriate, in funzione della specifica persona da assistere. 30 Johnson M, Bulechek G., McCloskey Dochterman J., Maas M., Moorhead S. DIAGNOSI INFERMIERISTICHE, RISULTATI, INTERVENTI - Collegamenti NANDA, NOC, NIC Casa editrice ambrosiana,Milano, 2009 47 Il titolo e la definizione dell’intervento sono il contenuto dell’intervento standard e non dovrebbero cambiare quando il linguaggio NIC viene utilizzato per documentare l’assistenza. Quest’ultima può essere personalizzata attraverso la scelta delle attività che vengono selezionate in base ad una lista di circa 10-30 attività per ciascun intervento. La prima edizione pubblicata nel 1992 conteneva 336 interventi, la seconda del 1996 ne conteneva 433 e, la terza, del 2000 contiene 486 interventi, la quinta ed ultima consta di 542 interventi. I 542 interventi della quinta edizione sono raggruppati in 30 classi e 7 domini, per facilità d’uso. I 7 domini sono: 1. fisiologia di base 2. fisiologia complessa 3. comportamento 4. sicurezza 5. famiglia 6. sistema sanitario 7. comunità. Alcuni interventi si collocano in più di una classe, ma a ciascuno è assegnato un unico numero (codice) che identifica la classe primaria nella tassonomia; la quale coglie le abilità e le competenze di tutti gli infermieri e può essere usata in tutti i contesti. L’elaborazione della NIC si è avvalsa di molteplici metodi di ricerca utilizzando un approccio induttivo. Per accrescere le competenze clinicopratiche dei membri del gruppo, si usarono analisi di contenuto, revisioni di gruppo su temi specifici e questionari completati da infermieri esperti nelle aree specialistiche della pratica infermieristica. Per costruire la 48 tassonomia si adottarono i metodi dell’analisi delle similarità, i cluster gerarchici e le scale multidimensionali. Gli interventi NIC sono stati collegati alle diagnosi NANDA, ai problemi della Omaha System e ai risultati NOC. La tassonomia NIC è stata tradotta in 5 lingue e in questo momento sono in corso 5 ulteriori traduzioni. L’uso della NIC per documentare la pratica infermieristica si sta rapidamente diffondendo, sia a livello nazionale sia a livello internazionale. La classificazione è continuamente aggiornata attraverso un costante processo di feedback e revisione sempre in corso. 2.3. NOC A partire dagli anni ’60, è stato dedicato un notevole impegno per sviluppare indicatori di risultato utili per valutare la pratica infermieristica. Nel 1991 si costituì un gruppo di ricerca presso l’Università dello Iowa (guidato da Marion Johnson e Meridean Maas) il cui risultato fu la Nursing Outcomes Classification (NOC, Classificazione dei risultati infermieristici), una tassonomia completa e standard dei risultati dei pazienti/clienti sviluppati per valutare gli effetti degli interventi infermieristici.31 I risultati dell’assistito descrivono le condizioni, i comportamenti, gli esiti e i sentimenti della persona in risposta all’assistenza erogata. Oltre all’intervento in sé, anche un certo numero di variabili influenzano i risultati: processo utilizzato, interventi di altri professionisti, variabili organizzative e ambientali, caratteristiche dell’assistito, tra cui la salute 31 Johnson M, Bulechek G., McCloskey Dochterman J., Maas M., Moorhead S. DIAGNOSI INFERMIERISTICHE, RISULTATI, INTERVENTI - Collegamenti NANDA, NOC, NIC Casa editrice ambrosiana,Milano, 2009 49 fisica e emozionale,e le situazioni di vita sperimentate dall’utente. Il compito dell’infermieristica è di definire quali risultati per la persona con bisogni di salute sono sensibili all’assistenza, ovvero, quali sono maggiormente influenzati dagli interventi infermieristici rispetto a tutti i setting assistenziali (individuo/famiglia/comunità). Un outcomes è definito come: una variabile che l’assistito o un caregiver dichiara, un comportamento o una percezione che risponde agli interventi di assistenza infermieristica ed è concettualizzata a un livello medio di astrazione.32 Ogni risultato NOC ha: 1. un titolo 2. una definizione 3. un elenco di indicatori per valutare le condizioni dell’assistito in relazione al risultato 4. una scala di Likert con valori da 1 a 5 per misurare la condizione della persona (es. da 1= estremamente compromesso fino a 5= non compromesso) Le scale consentono ai risultati NOC di monitorare, in un continuum salute-malattia, i progressi o, la loro assenza dall’inizio alla fine di ciascun episodio assistenziale. La classificazione originale, pubblicata nel 1997, conteneva 190 risultati; la seconda edizione, del 2000, ne conteneva 260; la terza edizione, pubblicata nel 2004, ne conteneva 330. I 385 NOC ( 4°edizione del 2008) sono raggruppati in una di tassonomia che organizza i risultati all’interno di un quadro concettuale per facilitare la localizzazione di un risultato. I 385 risultati sono raggruppati in trentuno classi e, in sette domini, per la facilità dell’uso. I sette settori 32 Johnson M, Maas M., Moorhead S., Nursing Outcomes Classification (NOC),2° ed.,St Louis, Mosby, 2000, pag. 24 50 sono: salute funzionale, salute fisiologica, salute psicosociale, conoscenze e comportamenti di salute, salute percepita, salute della famiglia e salute comunitaria. Ogni risultato è solamente in una classe e possiede un unico numero di codice che ne facilita l’uso in sistemi di informazione clinica informatizzata e, consente, la manipolazione dei dati per rispondere alle domande circa l’assistenza infermieristica di qualità ed efficacia. La classificazione è continuamente aggiornata per inserire i nuovi risultati e per rivedere quelli già esistenti sulla base dei nuovi risultati di ricerca ed è pubblicato su un ciclo di 4 anni. La ricerca per sviluppare i NOC è iniziata con la formazione di team di ricerca che ha dato i primi risultati nel 1991 e ha registrato progressi attraverso le seguenti fasi. Fase I – Progetto pilota e metodo di prova (1992-1993) Fase II - Costruzione di risultati (1993-1996) Fase III - La costruzione della tassonomia e la sperimentazione clinica (1996-1997) Fase IV - Valutazione delle scale di misura (1998- 2002) Fase V - Affinamento e uso clinico (1997 - Presente). Molteplici metodi di ricerca sono stati utilizzati per lo sviluppo dei NOC. E’ stato utilizzato un approccio induttivo per sviluppare i risultati in base alla prassi attuale e alla ricerca. Per la costruzione dei risultati sono stati utilizzati un di gruppo di ricerca e l’analisi di revisione. Sono stati utilizzati dei questionari somministrati a 1200 infermieri esperti in 21 ambiti specialistici per valutare la validità dei contenuti dell’assistenza infermieristica e la sensibilità dei risultati. La tassonomia è stata costruita utilizzando somiglianza / dis-somiglianza analisi e tecniche di clustering gerarchico. 51 I risultati sono continuamente sottoposti alla valutazione in nove ambiti clinici tra cui ospedali,istituzioni assistenziali per lungodegenti, assistenza domiciliare e centri infermieristici. L’obiettivo della valutazione si concentra sull’attendibilità e sulla validità delle scale di misura utilizzate nei vari ambiti. I risultati sono stati legati alle diagnosi infermieristiche internazionali Nanda, ai modelli funzionali di Gordon e agli interventi NIC. NOC è una delle lingue standard riconosciuti dalla American Nurses Association (ANA), è incluso nella National Library of Medicine Metathesaurus Unified per un linguaggio medico e nella cumulativo Indice di infermieristica Literature (CINAHL) ed è stato approvato per l’uso da parte della sanità Livello 7 Terminologia (HL7). NOC è attualmente in fase di mappatura in SNOMED (Systemized nomenclatura di Medicina).33 L’uso di NOC nella pratica infermieristica di istruzione e ricerca è il più preciso indicatore di utilità ed in corso di adozione in un certo numero di studi clinici per la valutazione della pratica infermieristica e per l’insegnamento nei corsi di laurea. L’interesse è stato dimostrato in altri paesi oltre agli USA tra i quali: Olanda, Giappone, Corea, Francia, Spagna e Germania e molte altre traduzioni sono in corso tra cui il portoghese. 2.4. I COLLEGAMENTI NANDA, NOC, NIC I collegamenti presentati in questa tesi illustrano come tre distinti linguaggi infermieristici possono essere connessi e utilizzati insieme nella pianificazione dell’assistenza per una singola persona o per un gruppo di assistiti. 33 http://www.nursing.uiowa.edu/cnc 52 Tali collegamenti non si intendono prescrittivi, rigidi, obbligatori e non sostituiscono il giudizio clinico del professionista ma, rappresentano ciò che indica la relazione o l’associazione di concetti: 1. i collegamenti tra le diagnosi della NANDA e i risultati della NOC suggeriscono le relazioni tra il problema dell’utente o il suo stato di salute/problema/condizione che ci si aspetta vengano risolte o migliorate da un intervento; 2. i collegamenti tra le diagnosi NANDA e gli interventi NIC indicano la relazione fra il problema dell’assistito e le azioni infermieristiche che risolveranno o diminuiranno il problema; 3. i collegamenti tra i risultati della NOC e gli interventi della NIC suggeriscono una relazione simile, quella cioè tra il risultato che ci si aspetta che un intervento possa influenzare. Come già descritto nel capitolo precedente il collegamento tra questi linguaggi (standardizzati e validati scientificamente) si inseriscono nel processo di pianificazione dell’assistenza infermieristica che consta delle seguenti fasi: a. accertamento (Modelli funzionali della salute di M. Gordon) b. diagnosi infermieristica (NANDA) c. pianificazione degli obiettivi (NOC) d. scelta degli interventi (NIC) e. verifica e valutazione dei risultati ottenuti 53 -A _B -C -D -E FIG. N° 2. Il processo infermieristico schematizzato in questo cerchio. Partendo dal cerchio più interno, (A) l’accertamento, il processo si sposta verso l’esterno e passando per la formulazione delle diagnosi della NANDA e i problemi collaborativi (B),la pianificazione (C), la specificazione degli obiettivi NOC e delle priorità, la definizione del piano di assistenza e l’affettiva attuazione (NIC) e documentazione (D), giunge al processo continuo della valutazione dei risultati attesi (E). “Le abilità necessarie agli infermieri per usare il processo assistenziale sono: intellettuali, interpersonali e tecniche. Le abilità intellettuali implicano la risoluzione dei problemi, il pensiero critico e la formulazione di giudizi infermieristici”34 Nell’uso dei collegamenti, tali abilità sono indirizzate alla valutazione e alla selezione dei risultati e degli interventi elaborati per ciascuna diagnosi. Il primo giudizio che l’infermiere deve esprime quando usa i collegamenti è stabilire la diagnosi infermieristica preceduta da un accertamento delle condizioni della persona o per un gruppo di utenti/assistiti. 34 Yura H.,Walsh M.B., The nursing process: Assessing, planning, implementing evaluating, 2°ed., New York. Appleton-Century-Crofts, 1973 54 Successivamente il professionista può inserire la diagnosi nei collegamenti e stabilire se ciascuno dei risultati suggeriti sono appropriati per il singolo/gruppo di paziente/i. Nella scelta dei risultati (NOC) bisogna considerare i seguenti fattori. I. le caratteristiche definenti della diagnosi; II. i fattori correlati; III. le caratteristiche dell’assistito che possono influenzare il risultato; IV. i risultati che generalmente sono associati alla diagnosi; V. le preferenze del cliente. Definite diagnosi e outcomes vengono scelti gli interventi (NIC) tenendo presente: I. il risultato atteso per l’assistito; II. le caratteristiche definenti della diagnosi; III. le prove di efficacia/evidenze scientifiche desunte dalla ricerca associata a un intervento; IV. la fattibilità dell’attuazione dell’intervento; V. l’accettabilità dell’intervento per l’assistito; VI. l’abilità/competenza dell’infermiere. 55 Per meglio comprendere le potenzialità di questa linguaggi riporto l’esempio di un caso clinico e relativo piano assistenziale utilizzando le diagnosi della NANDA-NOC-NIC. CASO CLINICO Il sig. B., uomo di 61 anni, è stato ricoverato in P.s. per grave dolore toracico, dispnea, nausea e sudorazione algida. I parametri vitali sono: PA 110/ 60 mmhg, FC 70 battiti minuto, FR 32 atti/minuto, SpO2 86%, ECG ritmo sinusale con sopraslivellamento del tratto ST. Gli viene somministrato ossigeno a 5 Lt/min., si inseriscono due vie di infusione venosa entrambe con soluzione elettrolitica alla massima velocità. Al sig. B. vengono somministrati una compressa di nitroglicerina per via sublinguale, morfina 5 mg EV(senza modificazione del dolore) ed Aspirina. Vengono effettuati prelievi ematici, RX torace, ECG. Il sig.B. appare ansioso e apprensivo, e manifesta paura di morire. La sua storia clinica comprende diversi episodi di dolore toracico,insorti dopo uno sforzo, della durata di alcuni minuti, storia famigliare positiva per cardiopatie. Al malato è somministrato streptokinasi e viene trasferito in emodinamica per effettuare un’angioplastica. DIAGNOSI NANDA 0029 GITTATA RISULTATO NOC INTERVENTO NIC 0040 POMPA 4044 ASSISTENZA CARDIACA, RIDUZIONE DELLA CARDIACA,EFFICACIA DELLA CARDIACA:FASE ACUTA Caratteristiche definenti Indicatori Attività Spossatezza P.A. nei limiti F.C. nei limiti ECG nella norma Tolleranza all’attività nei limiti Dimensioni cardiache nei limiti Colorazione cutanea normale Distensione delle vene del collo non presenti Alterazione del ritmo assenti Angina assente Edema periferico assente Nausea e spossatezza assente Variazione P.A. Irrequietezza Dispnea Cute fredda e umida Aritmie Modificazione del colorito Dolore toracico Aumentata frequenza respiratoria Modificazioni ECG Enzimi cardiaci anormali Valutare il dolore toracico Monitorare param.vitali Auscultare i suoni cardiaci Auscultare i polmoni per crepitii Monitorare le entrate e le uscite Effettuare prelievi venosi Eseguire ECG Monitorare la funzione renale Mantenere un ambiente che favorisca il riposo Informare l’assistito di evitare le attività che producono la manovra di Valsalva Somministrare la terapia Monitorare l’efficacia della cura 56 2.5. DAI LINGUAGGI ALLA COSTRUZIONE DEL NOMENCLATORE La costruzione del nomenclatore rappresenta la tappa fondamentale per effettuare sul campo la misurazione della complessità assistenziale ed è costituito da tre elementi fondamentali: 1. le categorie di prestazioni: rappresentano l’insieme delle azioni governate (le prestazioni, i processi), per la specifica competenze disciplinare (ad esempio i Modelli funzionali di salute di M. Gordon trattati nel capitolo precedente ); 2. “le azioni” che rappresentano l’insieme delle attività concrete che il professionista mette in atto per porre in essere la propria attività.(ad esempio il sistema di classificazione NANDA, NOC e NIC); 3. il “peso” delle azioni , che rappresenta la modalità operativa con la quale si realizza l’indicatore multidimensionale per posizionare le azioni su una scala di cinque livelli di complessità dove il livello uno rappresenta la più bassa e cinque la più alta complessità. Ciascun modello individuato da M.Gordon è stato collegato ad una o più diagnosi infermieristiche scelte tra le 167 individuate dalla NANDA (2003-2004) che vengono maggiormente utilizzate nel contesto in cui ho effettuato le rilevazioni (non sono state volutamente incluse le diagnosi legate al bambino). Per ciascuna diagnosi ho ricercato gli obiettivi NOC e gli interventi NIC maggiormente rappresentativi dell’assistenza infermieristica in due Unità 57 Operative di Medicina del Presidio Ospedaliero del Cardinal Massaia di Asti. L’ associazione tra le tassonomie della diagnosi infermieristiche, obiettivi e, interventi, sono state verificate dalla NANDA e dall’ANA( American Nurses Association) e rese pubbliche nel 2001 con Nursing Diagnosis, Outcomes and Intervention, I ed, di Marion Johnson. Tra i collegamenti individuati sono stati utilizzati quelli maggiormente rappresentativi dell’assistenza infermieristica nel contesto in cui avverrà la rilevazione. 2.5.1 DIAGNOSI INFERMIERISTICHE CLASSIFICATE SECONDO M. GORDON35-36 1. Modello di percezione e gestione della salute37 Non adesione Regime terapeutico, gestione efficace del (persona) Regime terapeutico, gestione inefficace del (persona) Regime terapeutico, disponibilità a migliorare la gestione del Salute, alterato mantenimento della Salute, comportamenti volti a migliorare la 2. Modello nutrizionale – metabolico Infezione, rischio di Nutrizione alterata (inferiore al fabbisogno) 35 Gordon M., Nursing Diagnosis: process and applicacion., Mc Graw-Hill, New York, 1982 Johnson M, Bulechek G., McCloskey Dochterman J., Maas M., Moorhead S. DIAGNOSI INFERMIERISTICHE, RISULTATI, INTERVENTI - Collegamenti NANDA, NOC, NIC Casa editrice ambrosiana,Milano, 2009 37 Le diagnosi sottolineate sono state scelte e correlate ai linguaggi NIC e NOC 36 58 Deglutizione, compromissione della Nutrizione alterata (superiore al fabbisogno) Protezione alterata Integrità tessutale, compromissione della Cavo orale, alterazione della mucosa del Integrità cutanea, compromissione della Temperatura corporea, rischio di alterazione della Ipertermia Ipotermia Termoregolazione inefficace Volume dei liquidi, deficit di Volume dei liquidi, eccesso di Volume dei liquidi, rischio di squilibrio nel Bilancio idrico, disponibilità a migliorare il 3. Modello di eliminazione Diarrea Eliminazione urinaria, alterato modello di Incontinenza totale Ritenzione urinaria Incontinenza urinaria da urgenza Incontinenza urinaria funzionale Incontinenza urinaria riflessa Incontinenza fecale Nausea Stipsi, rischio di Stipsi percepita 59 4. Modello di attività – esercizio fisico Attività, intolleranza alla Attività diversive, deficit di Cura di sé deficit della Alimentazione Bagno/igiene personale Uso del gabinetto Vestirsi/curare il proprio aspetto Disfunzione neuro vascolare periferica, rischio di Gittata cardiaca, riduzione della Immobilizzazione, sindrome da Mobilità, compromissione della (sedia a rotelle o letto) Perfusione tessutale, inefficace Cardiopolmonare Cerebrale Gastrointestinale Periferica Renale Respirazione, inefficace modello di Scambi gassosi, compromissione degli Svezzamento dal ventilatore, risposta disfunzionale allo Ventilazione spontanea, incapacità di sostenere la Vie aeree, liberazione inefficace delle 5. Modello di sonno – riposo Sonno, disturbo del modello di sonno Sonno, deprivazione di 60 Sonno, disponibilità a migliorare il 6. Modello cognitivo – percettivo Ambiente, sindrome da compromessa interpretazione dello Aspirazione, rischio di Dolore acuto Dolore cronico Conflitto decisionale Confusione mentale acuta Confusione mentale cronica Conoscenze, deficit di Disreflessia Eminegligenza Pensiero, alterazione dei processi di pensiero Memoria, compromissione della Percezione sensoriale, disturbo della: cinestesica gustativa olfattiva tattile uditiva visiva 7. Modello di percezione di sé – concetto di sé Affaticamento Ansia 61 Concetto di sé, disponibilità a migliorare il Autostima cronicamente scarsa Autostima situazionale scarsa Identità personale, disturbo della Immagine corporea, disturbo della Impotenza, rischio di senso di Impotenza, senso di Paura Speranza, mancanza di 8. Modello di ruolo – relazione Comunicazione, disponibilità a migliorare la Comunicazione verbale, compromissione della Interazioni sociali, compromissioni delle Isolamento sociale Lutto disfunzionale Lutto anticipatorio Processi familiari alterati Processi familiari, disponibilità a migliorare i Processi familiari, interruzione dei Ruolo, inefficaci prestazioni di Solitudine, rischio di 9. Modello di sessualità – riproduzione Sessuale, disfunzione Sessualità, inefficace modello della 62 10. Modello di adattamento – tolleranza allo stress Adattamento, compromissione dello caregiver, tensione nel ruolo di caregiver, rischio di tensione nel ruolo di automutilazione, rischio di automutilazione suicidio, rischio di campo di energia, disturbo del coping inefficace della persona coping difensivo coping compromesso della famiglia coping della famiglia, disponibilità a migliorare il coping inadeguato della famiglia post-traumatica, sindrome post-traumatica, rischio di sindrome negazione inefficace stupro, sindrome da trauma da suicidio, rischio di trasferimento, compromessa capacità di violenza rivolta ad altri, rischio di violenza rivolta a se stessi, rischio di 11. Modello di valori – convinzioni spirituale, disponibilità a migliorare il benessere spirituale, sofferenza spirituale, rischio di 63 1. DIAGNOSI INFERMIERISTICA Modello di percezione e gestione della salute OBIETTIVI NOC COD INTERVENTI NIC COD Counseling 5240 Adesione,comportamento di 1601 Insegnamento: individuale 5606 00079 Sostegno all’adozione di 5250 Definizione: comportamento della persona e/o famiglia/ caregiver che non coincide con un piano di promozione della salute o terapeutico concordato tra la persona/caregiver e un professionista della salute decisioni Codice Nanda NON ADESIONE Obiettivi, fissazione congiunta 1806 SALUTE ALTERATO MANTENIMENTO DELLA, 00099 Conoscenze: comportamenti relativi alla salute Definizione: incapacità di identificare, gestire e/o cercare aiuto per il mantenimento della propria salute 4410 di Educazione alla salute 5510 Rischi, identificazione dei 6610 Informazioni sanitarie, scambio 7960 di Dimissione, pianificazione della Decisioni sull’assistenza sanitaria 1606 7370 Diritti degli assistiti, tutela dei 7460 Sistema sanitario, guida al 7400 Sistema di supporto, 5440 potenziamento dei 2.Modello nutrizionale – metabolico DIAGNOSI INFERMIERISTICA OBIETTIVI NOC COD PESO,CONTROLLO DEL 1612 STATO NUTRIZIONALE 1004 INTERVENTI NIC COD Codice Nanda Peso, gestione del NUTRIZIONE INFERIORE AL FABBISOGNO 00002 Definizione: assunzione di nutrienti insufficiente a soddisfare il fabbisogno metabolico STATO NUTRIZIONALE: 1009 1240 Cura di sé: alimentazione, assistenza nella Counseling nutrizionale Bilancio idroelettrolitico, gestione de Intubazione gastrointestinale 1803 Parametri vitali, monitoraggio dei 6680 Nutrizione, gestione della Nutrizione,monitoraggio della Nutrizione parenterale totale Nutrizione per sonda Terapia nutrizionale Farmaci, gestione dei Alimentazione 1100 1160 5246 2020 1080 1200 1056 1120 2380 1050 64 APPORTO DI NUTRIENTI STATO NUTRIZIONALE: APPORTO DI ALIMENTI E LIQUIDI 1008 FERITE: PER 1°INTENZIONE, GUARIGIONE DELLE 1102 FERITA PER SECONDA INTENZIONE 1103 Deglutizione, trattamento della Laboratorio, interpretazione dei dati 1860 Liquidi, gestione dei Terapia endovenosa Bilancio idrico, monitoraggi del 4120 2314 4130 Ferita, cura della Cute, sorveglianza della Cute, trattamenti topici Infezioni, protezione delle Iperglicemia, gestione della Posizionamento Ulcere da pressione, cura delle Splint, applicazione di Infezione, controllo delle Ambiente, gestione delle Campioni, gestione dei Esami di laboratorio al letto del malato Accesso venoso, mantenimento dello Allergia, gestione delle 3660 3590 3584 6550 2120 0840 3520 Aspirazione, precauzione nei confronti della Deglutizione, trattamento della Rischi, identificazione dei sorveglianza Vie aeree: aspirazione Vie aeree: gestione Cavo orale mantenimento salute della 3200 Occhio, cura del 1650 Cavo orale recupero salute della 1730 Cavo orale promozione salute della Temperatura regolazione della Parametri vitali Febbre, trattamento della Ipotermia, trattamento della 1720 7690 NUTRIZIONE SUPERIORE AL FABBISOGNO 00001 Definizione: assunzioni di nutrienti che eccede il fabbisogno metabolico INFEZIONI, RISCHIO DI 00004 Definizione: a maggior rischio di essere invasi da microrganismi patogeni INFEZIONI, STATO DI DEGLUTIZIONE 00103 ASPIRAZIONE, CONTROLLO DELLA 0703 1918 Definizione: anormale funzionamento del meccanismo della deglutizione associato a deficit strutturali/orali/faringei/esofagei INTEGRITA’ TESSUTALE, COMPROMISSIONE DELLA 00044 INTEGRITA’ TESSUTALE: CUTE E MUCOSE 1101 Definizione: danno della mucosa, del tessuto corneale, tegumentario o sottocutaneo TEMPERATURA CORPOREA, RISCHIO DI SQUILIBRIO DELLA 00005 TERMOREGOLAZIONE 0800 Definizione: a rischio di incapacità di mantenere la temperatura corporea entro il range normale VOLUME DI LIQUIDI, RISCHIO DI SQUILIBRIO DI BILANCIO ELETTROLITICO E ACIDO-BASE 0600 0910 6540 6480 7820 7610 2440 6410 1860 6610 6650 3160 3140 1710 3900 6680 3740 3800 Calore e freddo, applicazione di 1380 Vestire, spogliare 1630 Bilancio elettrolitico, gestione del Bilancio idroelettrolitico, 2000 2080 65 00025 gestione del Liquidi, gestione dei Bilancio idro-elettrolitico, monitoraggio Endovenosa, terapia Equilibrio acido-base, monitoraggio Equilibrio acido-base, gestione dello Laboratorio, interpretazione dati di Parametri vitali Definizione: a rischio di diminuzione/aumento o rapido passaggio dall’uno all’altro dei liquidi intravascolari, interstiziali e/o intracellulari. BILANCIO IDRICO Emodinamica, regolazione Flebotomia: campione di sangue arterioso Flebotomia: campione di sangue venoso Accesso venoso, mantenimento dello Ipovolemia, gestione della Ipervolemia gestione della 0601 4120 4130 2314 1920 1910 7690 6680 4150 4332 4238 2440 4180 4170 3. Modello di eliminazione DIAGNOSI INFERMIERISTICA OBIETTIVI NOC COD INTERVENTI NIC COD Codice Nanda DIARREA 00013 BILANCIO ELETTROLITICO E ACIDOBASE 0600 Definizione: emissione di feci liquide, non formate ELIMINAZIONE FECALE SINTOMI, GRAVITA’ DEI ELIMINAZIONE URINARIA, ALTERATO MODELLO DI 00016 Definizione: disturbo dell’eliminazione urinaria CONTINENZA URINARIA ELIMINAZIONE URINARIA 0501 Bilancio elettrolitico, gestione del Bilancio idroelettrolitico, gestione del Liquidi, gestione dei Equilibrio acido-base, monitoraggio Equilibrio acido-base, gestione dello Bilancio idrico, monitoraggi del Abitudini intestinali, aiuto per la gestione delle Diarrea, gestione della 2000 Cura perineale Campioni, gestioni dei 1750 7820 Cura di sé: uso del gabinetto, assistenza nella Stomia,cura della 1804 Dolore, gestione del 1400 Farmaci, somministrazione di Flatulenza, riduzione della Eliminazione urinaria, gestione della Incontinenza urinaria, assistenza nella Rieducazione vescicale Cateterismo veascicale Insegnamento: procedure/trattamento 2300 0470 0590 2080 4120 1920 1910 4130 0430 0460 0480 2103 0502 0503 Drenaggio urinario,assistenza in caso di Nausea, gestione della 0610 0570 0580 5618 1878 1450 66 NAUSEA 00134 Definizione: sensazione spiacevole, intermittente, a livello del faringe, dell’epigastrio o di tutto l’addome, che può portare o non portare al vomito BENESSERE LIVELLO DI 2100 STIPSI 00011 Definizione: diminuzione della normale frequenza della defecazione, accompagnata dall’emissione fecale difficoltosa incompleta e/o con feci eccessivamente dure e asciutte ELIMINAZIONE FECALE 0501 3200 Aspirazione, precauzione nei confronti della Farmaci, somministrazione di 2300 Vomito, gestione del 1570 Stipsi/fecaloma, gestione della Intestinale, irrigazione Liquidi, gestione dei Abitudini intestinali, aiuto per la gestione delle Farmaci gestione dei Nutrizione, gestione della Nutrizione , monitoraggio della 0450 0420 4120 0430 2380 1100 1160 4. Modello di attività – esercizio fisico DIAGNOSI INFERMIERISTICA OBIETTIVI NOC COD INTERVENTI NIC Codice Nanda Ambiente, gestione dello 6480 ATTIVITA’, INTOLLERANZA ATTIVITA’, TOLLERANZA 000 Attività fisica, promozione della 0200 ALLA DELLA 5 Esercizio fisico: deambulazione 0221 00092 Esercizio fisico: mobilità articolare 0224 Definizione: energia fisiche/psichiche insufficienti per continuare o completare le attività quotidiane necessarie Cura di sé,assistenza nella 1800 CURA DI SE’: ATTIVITA’ DI 030 Case management 7320 VITA QUOTIDIANA 0 Cura di sé:bagno/igiene personale 1801 Cura di sé: vestirsi 1802 Cura di sé: uso del gabinetto 1804 Cura di sé: alimentazione, assistenza1803 Piedi cura dei 1660 Unghie, cura delle 1680 Capelli, cura dei 1670 Assistenza 4066 GITTATA CIRCOLAZIONE, STATO 040 circolatoria,insufficienza CARDIACA,RIDUZIONE DELLA DELLA 1 Bilancio idrico, monitoraggio 4130 00029 Emorragia, controllo della 4160 Definizione: condizione in cui il sangue pompato dal cuore è inadeguato a soddisfare il fabbisogno metabolico dell’organismo Emoderivati, somministrazione 4030 Endovenosa terapia 4200 Esami di laboratorio al letto del 7610 malato Aritmia, gestione della 4090 PARAMETRI VITALI, STATO 080 Farmaci, somministrazione dei 2300 DEI 2 Parametri vitali, monitoraggio 6680 dei Abitudini intestinali, aiuto per la IMMOBILIZZAZIONE, RISCHIO IMMOBILITA’,CONSEGUEN 020 gestione della DI SINDROME DA ZE FISICHE DELLA 4 Attivita’ fisica, promozione 0200 Cute, sorveglianza della 3590 00040 67 Definizione: a rischio di deterioramento di sistemi organici per inattività prescritta o inevitabile IMMOBILITA’, 020 CONSEGUENZE PSICO- 5 Precauzione antiemboliche 4110 posizionamento 0840 Coping, miglioramento del 5230 sostegno 5270 COGNITIVE DELLA RESPIRAZIONE, INEFFICACE MODELLODI 00032 STATO RESPIRATORIO: PERVIETA’ DELLE VIE AEREE Definizione: inspirazione e/o espirazione che non garantiscono una ventilazione efficace 0403 STATO RESPIRATORIO: VENTILAZIONE SCAMBI GASSOSI, COMPROMISSIONE DEGLI 00030 Definizione: BILANCIO ELETTROLITICOACIDO-BASE Monitoraggio respiratorio 3350 Parametri vitali Assistenza ventilatoria Equilibrio acido-base,gestione dello Vie aeree gestione Ossigeno terapia 6680 3390 1910 Tosse potenziamento tosse 3250 Ventilazione meccanmica 3300 Vie aeree: aspirazione 3160 Ventilatore meccanico svezzamento 3310 Equilibrio acido-base, monitoraggio Equilibrio acido-base, gestione dello Laboratorio dati, interpretazione dei dati di 1920 0410 0600 3140 3 1910 7690 5.Modello di sonno – riposo DIAGNOSI INFERMIERISTICA OBIETTIVI NOC COD INTERVENTI NIC COD Codice Nanda SONNO, DISTURBO DEL MODELLO DI 00095 Definizione: alterazione limitata nel tempo della durata e della qualità del sonno SONNO 0004 Ambiente, gestione delllo 6480 Attività fisica, promozione della Ansia, riduzione della 0200 Demenza, aiuto per la gestione della posizionamento 6460 Sonno, miglioramento del 1850 Sicurezza, potenziamento della Dolore, gestione del 5380 Farmaci, somministrazione di 2300 5820 0840 1400 68 6. Modello cognitivo – percettivo DIAGNOSI INFERMIERISTICA OBIETTIVI NOC COD INTERVENTI NIC COD Coping, miglioramento del Insegnamento: individuale Morente, assistenza al presenza 5230 5606 5260 5340 Analgesia, controllata del malato, assistenza alla Analgesici, somministrazione di Dolore, gestione del screening Sistema di supporto, potenziamento dei 2400 Negoziazione con la persona assistita Umore, gestione dello Insegnamento:farmaci prescritti Farmaci, gestione dei Sostegno spirituale Speranza, infondere counseling documentazione Modifica di sé, assistenza nella 4420 5330 5616 2380 5420 5310 5240 7920 4470 Delirio, gestione del 6440 Orientamento della realtà 4820 Allucinazioni, gestione delle 6510 Ambiente sicurezza, gestione dello Cadute, prevenzione delle Farmaci, somministrazione di Cerebrale, promozione della perfusione Monitoraggio neurologico Crisi convulsive, precauzioni per le 6486 Codice Nanda DOLORE ACUTO 00132 Definizione: esperienza sensitiva ed emotiva spiacevole che deriva da un danno tessutale reale o potenziale ad insorgenza improvvisa o lenta di qualunque intensità con una durata inferiore ai 6 mesi DOLORE CRONICO 00133 BENESSERE, LIVELLO DI 2100 DOLORE, CONTROLLO DEL 1605 DEPRESSIONE, DELLA CONTROLLO 1409 ORIENTAMENTO COGNITIVO 0901 Definizione: esperienza sensitiva ed emotiva spiacevole che deriva da un danno tessutale reale o potenziale ad insorgenza improvvisa o lenta di qualunque intensità con una durata superiore ai 6 mesi CONFUSIONE MENTALE ACUTA 00128 Definizione: improvvisa insorgenza di un insieme di disturbi globali transitori che riguardano l’attenzione, l’ attività cognitiva, l’attività psicomotoria, il livello di coscienza e/o il ciclo sonno-veglia CONFUSIONE MENTALE CRONICA 00129 Definizione: deterioramento irreversibile dell’intelletto o della personalità caratterizzato da una diminuita capacità di intraprendere gli stimoli ambientali e di svolgere i processi intellettivi, che si manifesta con disturbi della memoria, orientamento, comportamento STATO NEUROLOGICO: COSCIENZA 0912 ORIENTAMENTO COGNITIVO 0901 2210 1400 6520 5440 6490 2300 2550 2620 2690 Orientamento della realtà 4820 Calmante, tecnica 5880 Sorveglianza, sicurezza 6654 Spazi, restrizione degli 6420 Contenzione fisica 6580 Famiglia, sostegno della 7140 69 7. Modello di percezione di sé – concetto di sé OBIETTIVI NOC COD INTERVENTI NIC COD ANSIA 00146 Definizione: vago senso di disagio/timore accompagnato da risposte autonome della persona . ANSIA, CONTROLLO DELLA 1402 Ansia, riduzione della Ascolto attivo 5820 4920 CAMBIAMENTI DELLA VITA, ADATTAMENTO 1305 Situazioni critiche, guida preventiva alle Salute, educazione alla Sostegno emozionale 5210 IMMAGINE CORPOREA, DISTURBO DELLA 00118 IMMAGINE CORPOREA 1200 DIAGNOSI INFERMIERISTICA Codice Nanda Definizione: confusione nel quadro mentale del proprio sé fisico Immagine corporea, miglioramento della Ansia riduzione della Consapevolezza di sé, potenziamento della Cura di sé, assistenza nella Sistemi di supporto, potenziamento dei 5510 5270 5220 5820 5390 1800 5440 8. Modello di ruolo – relazione DIAGNOSI INFERMIERISTICA OBIETTIVI NOC COD ABILITA’ COMUNICATIVE 0902 INTERVENTI NIC COD Comunicazione, deficit della parole, miglioramento della Comunicazione, deficit dell’udito, miglioramento dello Comunicazone , deficit della vista, miglioramento della Apprendimento, miglioramento della disponibilità allo 4976 Codice Nanda COMUNICAZIONE VERBALE, COMPROMISSIONE DELLA 00051 Definizione: diminuita, ritardata o assente capacità di ricevere, processare, trasmettere e usare un sistema di simboli LUTTO DISFUNZIONALE 00135 Definizione: prolungata e inefficace utilizzazione di risposte intellettive e emotive mediante le quali le persone/famiglie/ comunità cercano di realizzare un processo di modificazione del concetto di sé basato sulla percezione di una perdita LUTTO RISOLUZIONE DEL 1304 Lutto, facilitazione dell’elaborazione del Collera, assistenza nel controllo della Sistemi di supporto, potenziamento dei Sostegno emozionale 4974 4978 5540 5290 4640 5440 5270 Sostegno spirituale 5420 Visite, facilitazione delle 7560 70 9.Modello di sessualità-riproduzione DIAGNOSI INFERMIERISTICA OBIETTIVI NOC COD IDENTITA’ SESSUALE, ACCETTAZIONE DELLA 1207 INTERVENTI NIC COD Codice Nanda SESSUALITA’, INEFFICACE MODELLO 00065 Definizione:espressione di preoccupazione riguardo alla propria sessualità Counseling sessuale 5248 Immagine corporea, miglioramento della Comportamento sessuale, aiuto per la gestione della Insegnamento sessualità 5220 Ansia riduzionedella 5820 4356 5624 10.Modello di adattamento – tolleranza allo stress DIAGNOSI INFERMIERISTICA OBIETTIVI NOC COD INTERVENTI NIC COD 2203 Caregiver, sostegno al Caregiver, sostituzione del Coping, miglioramento del Famiglia, coinvolgimento della 7040 7260 5230 7110 Codice Nanda CAREGIVER, TENSIONE NEL RUOLO DI 00061 CAREGIVER, ALTERAZIONE DELLO STILE DI VITA DEL Definizione: difficoltà nello svolgimento del ruolo di caregiver all’interno della famiglia CAREGIVER, BENESSERE DEL 2508 Sistemi di supporto, potenziamento 5440 Ricorso ad altri operatori e servizi 8100 Insegnamento attività/esercizi Insegnamento farmaci prescritti Dimissione, pianificazione del 11. Modello di valori e convinzioni DIAGNOSI INFERMIERISTICA OBIETTIVI NOC COD MORIRE CON DIGNITA’ 1303 INTERVENTI NIC COD Morente assistenza al Lutto, facilitazione dell’elaborazione del Valori , chiarificazione dei Mediazione culturale Sostegno spirituale 5260 5290 Codice Nanda SPIRITUALE, SOFFERENZA 00066 Definizione: compromessa capacità di trovare un senso e uno scopo nella vita 5480 7330 5420 Tab. IV : collegamenti tra le tre tassonomie-NANDA, NOC, NIC- elaborate dall’Iowa Intervention Project Tea. 71 Individuate le categorie di prestazioni nei Modelli funzionali di salute di M. Gordon, stabilite le azioni ad essi correlati (il sistema di classificazione NANDA, NOC e NIC), ho proceduto nell’attribuzione di un peso relativo a ciascuna prestazione infermieristica contenuta nel nomenclatore. Quest’ultimo rappresenta l’indicatore multidimensionale per posizionare le azioni su una scala di cinque livelli di complessità dove il livello uno rappresenta la più bassa e cinque la più alta complessità. Per effettuare questa operazione ho attribuito ad ogni NIC un punteggio da 1( complessità percepita come bassa) a 5 ( complessità percepita come alta) in base ad una tabella a doppia entrata in cui erano presenti cinque tipologie di variabili. Esempio di tabella utilizzata per attribuire il peso relativo: Parametri vitali, monitoraggio dei: raccolta e analisi dei dati cardiovascolari e respiratori e della temperatura corporea allo scopo di individuare e prevenire le complicazioni Variabili 0 1 2 3 5 x Conoscenza x Priorità x Tempo Rischio 4 x Tecnica operativa x Tecnica relazionale x Livello peso 19 TAB.V: esempio di tabella utilizzata nel focus group con gli infermieri per determinare il “livello/peso” relativo a ciascun NIC La compilazione di questa tabella è stata svolta dal gruppo infermieristico delle due UU.OO in cui ho effettuato le rilevazioni per 72 ogni azione determinata e si esprime attraverso una valutazione condivisa, che si esplicita attraverso la compilazione di tutti i componenti e la determinazione del risultato modale ovvero il livello del peso più frequente. Il livello del peso è la semplice sommatoria della valutazioni sulle rispettive variabili nel caso del nostro esempio si procederà come segue: 3+4+2+1+2+2= 19. Questo numero consente di determinare il peso attraverso la successiva tabella. Livello Intervalli 1 1-6 2 7-12 3 13-19 4 20-26 5 27-30 Tab. VI: range dei pesi Di conseguenza l’azione presa in esame è di complessità livello 3. Ovviamente questo calcolo e la relativa tabella dei range di riferimento varia al variare del numero delle variabili prese in esame mentre l’unico elemento fisso è rappresentato dalla possibilità di assegnare solo cinque livelli di complessità dell’azione. Questa scelta è direttamente collegata alla necessità di produrre un sistema sufficientemente attendibile ma soprattutto semplice ed immediato. 73 CAPITOLO TRE Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi. (Marcel Proust, da "Recherche") grazie mamma e papà METODOLOGIA DELLA RICERCA 74 3.1. INTRODUZIONE INFERMIERISTICA ALLA RICERCA “La ricerca infermieristica ha l'obiettivo di sviluppare le conoscenze nell'assistenza alla persona sana, o ammalata. E' volta alla comprensione dei meccanismi genetici, fisiologici o sociali, comportamentali ed ambientali che influiscono sulla capacità della persona o della famiglia di mantenere o migliorare una funzionalità ottimale e ridurre gli effetti negativi della malattia" (Intenational Council of Nursing I.C.N. 1987). La ricerca è parte integrante del ruolo e della responsabilità dell’infermiere. Il suo coinvolgimento nella ricerca spazia a diversi livelli, dalla progettazione e conduzione di uno studio alla valutazione critica della ricerca pubblicata. A prescindere dal grado di coinvolgimento, l’infermiere deve tenere a mente che migliorare le conoscenze nell’ambito della ricerca significa migliorare la qualità delle cure da prestare al paziente.38 L’ambito di azione della ricerca infermieristica è in Italia essenzialmente pratico, questa è fondamentale per sviluppare e definire conoscenze utili per il miglioramento della pratica clinica. I campi d’azione sono: la pratica clinica, l'educazione infermieristica (in vari ambiti), aspetti legali- amministrativi, organizzazione dei servizi sanitari. La ricerca infermieristica offre le basi per la diffusione di una unica entità del sapere scientifico che costituisce il fondamento della pratica infermieristica. La ricerca unisce formazione, pratica e teoria. Gli infermieri diventano utenti informati della ricerca attraverso il processo formativo e l'esperienza clinica. In qualità di utenti della ricerca gli 38 Fain J.A. La ricerca infermieristica - Leggerla, comprenderla e applicarla 2/ed, , Mcgrow-Hill, June 2004 75 infermieri devono possedere sia una conoscenza di base del progetto di ricerca sia la capacità di valutazione critica attraverso cui poter guidare i punti di forza o le debolezze degli studi già fatti da altri e pubblicati su riviste, prima di applicarli. La ricerca infermieristica nella prima metà del XX secolo è stata incentrata principalmente sugli studi relativi alla formazione professionale, nonostante si assistesse alla comparsa di alcuni studi clinici sull'assistenza. Florence Nightingale nel 1852 studia e calcola gli indici di mortalità tra i soldati Britannici della guerra di Crimea e sulla base dei dati raccolti, elabora un programma per ridurre il sovraffollamento militare. Nella seconda metà del XX secolo la ricerca infermieristica rifiorisce, nello stesso periodo si sono moltiplicati i programmi universitari (1927 1° dottorato di ricerca), sono apparse le prime riviste infermieristiche , l'American Nurses Association (ANA) ha costituito un comitato per la ricerca e sono aumentati in maniera consistente gli stanziamenti. Gli infermieri, a prescindere dal livello di formazione professionale hanno la responsabilità di partecipare al processo di ricerca, con il ruolo di essere un fruitore informato. Il rapporto di ricerca collaborativo, interno alla disciplina , estenderà e contribuirà a perfezionare il bagaglio di conoscenze infermieristiche che fornisce la base per una pratica fondata sulle evidenze. Il futuro della ricerca infermieristica è rappresentato dall'estensione del sapere scientifico, posto alla base della competenza degli infermieri nel valutare, programmare e condurre la ricerca, che porterà al conseguimento della leadership in campo accademico e clinico. Le ricerche di gruppo (interprofessionali) e la riproduzione degli studi acquisteranno sempre più valore. Gli studi di ricerca devono essere improntati su problemi e risultati clinici, devono promuovere la salute, ridurre l'impatto negativo dei problemi sanitari, garantire l'assistenza per 76 gruppi vulnerabili e sviluppare un sistema di assistenza sanitaria efficace in termine di costi. Heather et al.39 hanno condotto, già 14 anni fa, una meta-analisi per vedere se la pratica basata sull’evidenza produceva delle differenze per i pazienti: hanno riassunto 84 studi condotti da infermieri che comprendevano 4.146 pazienti. I pazienti assistiti da professionisti che utilizzavano i risultati della ricerca nella loro pratica clinica avevano miglioramenti considerevoli in comportamenti, conoscenze, parametri fisiologici e psico-sociali confrontati con i pazienti assistiti in maniera tradizionale. Praticare un’infermieristica basata sull’evidenza anzichè sulla tradizione è necessario non solo per rispettare l’obbligo degli infermieri verso la società, ma anche per mantenere credibilità di fronte ad altre professioni sanitarie e per costruire una base di conoscenze infermieristiche che potranno essere usate per influenzare decisioni su grande scala, sia a livello aziendale che a livello governativo regionale e nazionale. Molte agenzie governative nel mondo sostengono la pratica basata sull’evidenza. In Gran Bretagna il Department of Health (http://www.doh.gov.uk/nurstrat.htm) e in Canada il National Health Forum (http://www.nfh.hc-sc.gc.ca/activity/evidence/list-e.htm) auspicano che il settore della Sanità si sviluppi basandosi sulle evidenze. Negli Stati Uniti, l’Agency for Healthcare Research and Quality (AHRQ) (http://www.ahrq.gov) sponsorizza e sostiene studi di ricerca (anche in nursing) basati sull’evidenza. La loro rivista (Research Activities) è disponibile gratuitamente on line al seguente indirizzo: http://www.ahcpr.gov/research/mar00/. AHRQ sponsorizza anche la National Guideline Clearinghouse che pubblica gratuitamente on line i 39 Heather BS, Becker AM, Olsen RK. Nursing interventions and patients outcomes: a meta-analysis of studies. Nurs Res 1988; 37:303-7 77 riassunti delle linee guida (http://www.guideline.gov) L’Irlanda ha recentemente reso gratuitamente disponibile a tutti la Cochrane Library sul proprio territorio nazionale.40 Alcuni esempi di studi che hanno portato di recente a nuove informazioni su alcune tecniche..41 Altri esempi sono disponibili sulla rivista della Federazione dei Collegi IPASVI e nella Rivista Assistenza Infermieristica e Ricerca. 3.2. CONTESTO L'Azienda è nata nel 1995, con la denominazione di Asl 19, dalla fusione dell'Ussl 68 (Asti) e Ussl 69 (Nizza). Dal 1° gennaio 2008 ha assunto l'attuale denominazione di Asl AT; opera nella rete delle Aziende Sanitarie piemontesi, che complessivamente sono 13. Il bacino di utenza servito è di 106 comuni, su 118 della provincia di Asti, per complessivi 202.909 abitanti. Sul territorio di competenza dell'Azienda operano due Presidi Ospedalieri, situati ad Asti e Nizza Monferrato, e tre Distretti denominati Asti Centro, Asti Nord e Asti Sud. Il Presidio Ospedaliero di Asti “Cardinal Massaia” è suddiviso in Dipartimenti che si articolano in Strutture Operative Complesse ( ), Strutture Operative Semplici Dipartimentali ( ), Strutture Operative Semplici ( ). I Dipartimenti dell'area sanitaria sono sei: Chirurgico, Medico, Servizi, Materno Infantile, Emergenza, 40 Accettazione, Salute Mentale. Sackett DL, Straus SE, Richardson WS, Rosenberg WM, Haynes RB. Evidence-Based Medicine: How to Practice and Teach EBM. Edinburgh: Churchill Livingstone, 2000. 41 78 L'area territoriale comprende i Distretti e il Dipartimento di Prevenzione; l'area amministrativa gli Uffici di Staff e il Dipartimento Amministrativo Tecnico Logistico.42 Il dipartimento di Medicina comprende le seguenti strutture: Strutture Operative Complesse Strutture Operative Semplici Dipartimentali Strutture Operative Semplici CARDIOLOGIA DERMATOLOGIA DIABETOLOGIA DIETOLOGIA GASTROENTEROLOGIA GERIATRIA LUNGODEGENZA MALATTIE INFETTIVE MEDICINA A MEDICINA B MEDICINA POLIFUNZIONALE INTERNA VALLE BELBO EMATOLOGIA NEFROLOGIA NEUROLOGIA STROKE UNIT ONCOLOGIA CURE PALLIATIVE INTRA ED EXTRA OSPEDALIERE PNEUMOLOGIA RECUPERO RIEDUCAZIONE FUNZIONALE RECUPERO RIEDUCAZIONE FUNZIONALE DEGENZA 1° LIVELLO Le rilevazioni sono state effettuate nelle strutture complesse di medicina. SOC MEDICINA A SOC MEDICINA B IND. DI OCCUPAZIONE 99,2 99,3 DEG. MEDIA 11,5 10,9 INDICE DI TOUR-OVER 0,1 0,1 IND. DI ROTAZIONE 15,6 16,4 85 85 STANDARD OCCUPAZIONALE REGIONALE STANDARD DEGENZA MEDIA REGIONALE N° INFERMIERI 11 11 24,48 23,93 N° O.S.S. 11,75 11,70 Tab.VII :dati relativi alle due S.O.C. 42 www.aslasti.it 79 3.3. PROBLEMA DI RICERCA Il quesito di ricerca è stato formulato con la seguente proposizione: è possibile misurare la complessità dell’assistenza infermieristica erogata alle persone assistite presso le unità operative di diagnosi e cura dei contesti sottoposti ad indagine attraverso il metodo I.C.A. ed utilizzando le tassonomie internazionali (NANDA,NIC,NOC)? A tal fine, la ricerca bibliografica43è stata indirizzata all’individuazione nella letteratura di quadri di riferimento concettuali per la definizione e determinazione dei livelli di complessità dell’assistenza infermieristica utilizzati e dei collegamenti tra “Modelli funzionali” di M. Gordon ed i linguaggi internazionali NANDA, NOC, NIC. Si è determinato a livello teorico, un insieme di categorie valide di prestazioni (NIC) da sottoporre a ricerca44 e il problema successivo da risolvere è stato individuato nella necessità di definire a quali di queste azioni infermieristiche e in quale modo poteva essere attribuita la variazione dei “pesi/livelli” di complessità dell’assistenza infermieristica alle persone assistite rilevata nelle diverse unità operative . Si è determinata pertanto l’esigenza di attribuire un valore quantitativo alle diverse categorie di dati per accedere alla determinazione delle variabili dei livelli presentati dai dati rilevati.45 43 Ved. Capitolo 1 e 2 Ved. Capitolo 2.4: DAI LINGUAGGI ALLA COSTRUZIONE DEL NOMENCLATORE 45 Ved. Capitolo 3.5: FASI OPERATIVE-SECONDA FASE 44 80 3.4. DISEGNO DELLO STUDIO La tipologia di studio che è stato scelto è la ricerca non sperimentale applicata evolutiva longitudinale. Questo disegno è stato utilizzato poiché l’obiettivo consiste nel costruire un’immagine del fenomeno “complessità assistenziale”. Se nella ricerca sperimentale la variabile indipendente viene manipolata, nella ricerca non sperimentale le variabili indipendenti si sono, per così dire, già verificate, e il ricercatore non può più controllarle attraverso la manipolazione. Nella classificazione dei progetti non sperimentali esistono alcune categorie che utilizzano una prospettiva di tipo temporale. Gli studi longitudinali raccolgono dati dal medesimo gruppo di pazienti in diversi momenti del continuum temporale. I vantaggi consistono nel fatto che ciascun soggetto viene seguito separatamente e quindi esso stesso funge da strumento autonomo di controllo, che le risposte sono più approfondite e, che l’andamento dei dati può essere analizzato precocemente: il ricercatore può infatti rilevare i cambiamenti nelle variabili in esame nel corso del tempo. Gli svantaggi consistono nell’onerosità in termini temporali, monetari e di sforzo pratico.46 46 LoBiondo G.,Haber W.J., Metodologia della ricerca infermieristica, McGraw-Hill, Milano, 1997 81 3.5. FASI OPERATIVE 1. PRIMA FASE : presentazione e richiesta di autorizzazione da parte della Direzione Sanitaria del Presidio Ospedaliero Cardinal Massaia di Asti, del Direttore di Dipartimento, della Responsabile di Area Dipartimentale e delle Coordinatrici delle due Unità di Medicina. 2. SECONDA FASE : organizzazione di un “FOCUS GROUP” in entrambe le UU.OO. di Medicina. I due focus group si sono tenuti presso i locali dei sopracitati reparti in due giorni diversi per la durata di due ore ciascuno. L’obiettivo consisteva nel far conoscere più approfonditamente il metodo I.C.A, i linguaggi internazionali (Diagnosi infermieristicheNANDA- NIC-NOC) utilizzati per la costruzione del nomenclatore e le varie fasi operative della ricerca. Gli infermieri che hanno partecipato erano: -6 in “Medicina A”; -7 in “Medicina B”; -1 coordinatore; -1 Responsabile di Area Dipartimentale. Ai partecipanti è stata illustrata, dalla sottoscritta, la metodologia dello studio, il nomenclatore utilizzato e le fasi operative attraverso una lezione frontale. Ad ogni partecipante è stato rilasciato una scheda contenente dieci azioni (NIC) presenti nel nomenclatore ed, ad ogni item veniva chiesto di compilare una tabella a doppia entrata in cui, erano presenti cinque livelli di complessità e sei variabili. 82 Ogni scheda è stata elaborata apponendo il “peso relativo” dato dalla sommatoria di tutti i punteggi forniti dagli infermieri. 3. TERZA FASE Nel periodo dal 31 agosto 2009 al 9 settembre del 2009 ho condotto quotidianamente le rilevazioni nelle due UU.OO di medicina del presidio ospedaliero Cardinal Massaia di Asti. Le rilevazioni, effettuate dalla sottoscritta, sono avvenute di mattina nel reparto di “Medicina B” ed al pomeriggio in “Medicina A”. L’indice di complessità (ICA) realizza tutta la produzione delle sue informazioni attraverso un’unica rilevazione quotidiana per utente (nel caso in cui sia realizzata su utenti) o per giornate (nel caso in cui si realizzi su processi ) che viene garantita attraverso la compilazione di una specifica scheda sintetica cartacea o informatizzata (già presentata precedentemente). La sua compilazione è competenza esclusiva dei professionisti afferenti lo specifico profilo professionale per la quale è stata realizzata. Si realizza quindi quella condizione già ampiamente sottolineata di strumento semplice, veloce da un lato ma altrettanto preciso, oggettivo e verificabile. Il nomenclatore è costituito da una scheda che registra i riferimenti di riconoscimento univoco dell’utente , le categorie delle prestazioni , il giorno di rilevazione , il livello di complessità (concetto presentato quando abbiamo enunciato il sistema dei pesi nella costruzione del nomenclatore) e le azioni. Per la compilazione si procede partendo dalla registrazione dell’utente e del giorno. Infine per ogni categoria di prestazioni vengono identificate 83 tutte le azione ritenute, dal professionista, necessarie per quell’utente in quella giornata. In questo caso , l’infermiere, attraverso un’intervista identifica i bisogni espressi e, attraverso la consultazione della Cartella infermieristica, i bisogni inespressi (nel caso di nuovo ingresso questa rilevazione è ovviamente più complessa ) che concorrono all’analisi e alla valutazione del caso , le decisioni prese dal professionista determinano la registrazione delle azioni di cui ha bisogno quell’utente sotto forma di codici univoci tratti dal nomenclatore precedentemente presentato. La compilazione consente di identificare tutte le azioni che si ritengono necessarie per quell’utente in ogni categoria di prestazioni. E’ possibile segnare un numero indefinito di azioni per ogni categoria di prestazioni. Questa decisione è ad esclusiva autonomia del professionista. Le azioni così raccolte consentono di compilare anche il campo livello /peso, infatti il livello è determinato dall’azione con maggior peso assistenziale.47 Una volta completata la compilazione giornaliera la colonna dei pesi viene sommata determinando l’Indice di Complessità Assistenziale (ICA) giornaliero. Tale indice è stato poi, inserito in una tabella pre-codificata attraverso la quale è stato possibile stabilire la classe di gravità per singolo malato. CLASSI DESCRIZIONE INTERVALLI 1 Criticità/Gravità molto lieve 2 Criticità/Gravità lieve 11-21 3 Criticità/Gravità moderata 22-32 0-10 47 Cavaliere B. “Misurare la complessità assistenziale - strumenti operativi per le professioni sanitarie”, Maggioli editori, aprile 2009 84 4 Criticità/Gravità elevata 33-43 5 Criticità/Gravità molto elevata 44-55 Tab.VIII: numero classi di gravità e relativi range di riferimento 3.6. CAMPIONAMENTO Il campione selezionato per questo studio è di tipo non probabilistico di convenienza. La popolazione esaminata era rappresentata da tutti i pazienti degenti della UU.OO. di Medicina A ed Medicina B nel periodo compreso tra il 31 agosto e il 9 settembre 2009 compreso, presenti al momento della rilevazione: mattina dalle ore 6 alle 11 per la “Medicina B”, pomeriggio dalle 16 alle 20 per la “Medicina A”. Le persone assistite esaminate mediante i dati della cartella infermieristica presentano un’età compresa tra i 35 e i 98 anni, con una media di 58,2 anni. Oltre la metà (52%) era di sesso maschile e le giornate media di degenza al momento della prima rilevazione era di 10,8 giorni. I pazienti deceduti durante le rilevazioni sono stati 7 di cui 3 in “Medicina B” e 4 in “Medicina A”. I degenti dimessi sono stati 31 in totale di cui 14 in “Medicina A” e 17 in “Medicina B”.Il profilo clinico dei degenti, ottenuto mediante le informazioni provenienti dalla determinazione del DRG48 e, presentati sotto forma di MDC49 sono: 48 49 DRG – acronimo di Diagnosis Related Groups. MDC – acronimo di Major Diagnostic Category. 85 MDC Malattie e disturbi dell’a.respiratorio Malattie e disturbi del s. circolatorio Malattie e disturbi del s. nervoso Malattie e disturbi del sangue e degli organi emopoietici Altro TOTALE TOT. DRG N° 68 % 55% 20 16% 10 8% 18 15% 7 123 6% 100% Tab. IX : prevalenza di MDC nei reparti di medicina “A” ed “B” I soggetti totali intervistati sono stati 123: 57 in Medicina A e 66 in Medicina B di cui solamente 1 paziente in quest’ultima UU.OO. non ha voluto partecipare allo studio. La numerosità del campione è stata calcolata assumendo un intervallo di confidenza del 5% ed un livello di confidenza del 95%. L’universo campione, N= 123, è maggiore del necessario di 20 unità. Livello di confidenza 95% Intervallo di confidenza 5% Numerosità Universo: 123 unità Dimensione necessario campione: 93 unità 3.7. METODO RACCOLTA DATI I metodi di raccolta dati utilizzati in questa ricerca includono: fonti primarie e secondarie ovvero l’intervista e i documenti disponibili (cartella infermieristica). 86 L’impiego dei dati disponibili offre determinati vantaggi: risparmio di tempo, completezza delle informazioni, autenticità e rappresentatività delle fonti. L’intervista diretta-strutturata sulle azioni (N.I.C.), presenti nello strumento da me creato attraverso l’uso dei linguaggi standard (N.A.N.D.A. e A.N.A.), utilizzava domande aperte. Le interviste con domande aperte in cui non erano previste risposte standardizzate (es. scale di Liker) consentono di raccogliere un numero più ricco e complesso di dati. Gli svantaggi sono dati dal costo elevato in termini di tempo e dalla possibilità di interferenza con i dati che si verifica nel caso in cui l’intervistatore involontariamente induca il soggetto a rispondere in un determinato modo. 3.8. ANALISI STATISTICA I risultati ottenuti dalle singole rilevazioni quotidiane sono stati inseriti nel pc col programma informatico MICROSOFT OFFICE EXCEL. Nel sistema informatico sono state inserite le varie attività infermieristiche codificate col sistema sopraelencato e il peso totale di ciascun Modello Funzionale la cui somma ha fornito un valore: l’INDICE DI COMPLESSITA’ ASSISTENZIALE. Tale indice è stato poi, inserito in una tabella pre-codificata attraverso la quale è stato possibile stabilire la classe di gravità per singolo malato.(ved. Tabella VI pag 84). Dall’analisi dei dati è emerso che nella “Medicina A”, nel periodo della ricerca, il campione è stato inferiore di 9 unità rispetto alla “Medicina B” dato, già evidenziato, nella Tab. n (pag 79) in cui si evidenziava un tasso 87 di occupazione ed rotazione maggiore in quest’ultima e, un tasso di degenza media inferiore rispetto alla prima. Nella “Medicina B” è possibile sottolineare un I.C.A. medio ( M=25,46429) superiore rispetto alla “Medicina A” ed una DS (+- 0,094638) inferiore alla seconda, che dimostra una maggiore omogeneità del campione. ( Ved. Tabella VII) CLASSI DI GRAVITA’ MED A MED B 57 66 2,831587 2,912666 MEDIANA 2 3 MODA 2 2 COEFFICIENTE DI VARIAZIONE DEVIAZIONE STANDARD 4 4 0,990619 0,094638 N° RILEVAZIONI MEDIA Tab.X: statistica descrittiva per Classi di Gravità(sopra) ed I.C.A (sotto) I.C.A MED A MED B 57 66 24,96409 25,46429 22.5 24 MODA 16 19 COEFFICIENTE DI VARIAZIONE DEVIAZIONE 39 44 10,86352 10,44175 N° RILEVAZIONI MEDIA MEDIANA STANDARD 88 ICA MED.B 60 50 40 VALORI 30 20 10 0 1 11 21 31 41 51 61 71 81 91 101 111 121 131 141 151 161 171 181 191 201 211 221 231 N° RILEVAZIONI Istogramma n°1-2: rappresentazione punteggi ICA e linea di tendenza della media mobile ICA MED. A 50 40 30 VALORI 20 10 0 1 8 15 22 29 36 43 50 57 64 71 78 85 92 99 106113120127134 141148155162169176183 190197204211218225232 239 N° RILEVAZIONI In base alle informazioni disponibili in entrambe le UU.OO. la classe media di gravità è la seconda (M=2) col 44% in “A” e il 39% in “B” mentre la costante è la percentuale di casi con Criticità/Gravità molto lieve/ classe 1. (Ved. Aereogramma n° 3) 89 CLASSE DI GRAVITA' MEDIE MED. A 6% 3% 19% 1 44% 2 3 4 5 28% Aereogramma n°1:media classi di gravità nell’UU.OO. “Medicina A” CLASSI DI GRAVITA'MEDIE MED. B 3% 11% 13% 39% 1 2 3 4 5 34% Aereogramma n°2: media classi di gravità nell’UU.OO. “Medicina B” CLASSE DI GRAVITA' MEDIE MED. A E B 9% 3% 16% 41% 1 2 3 4 5 31% Aereogramma n° 3: media classi di gravità nell’UU.OO. “Medicina A”e “Medicina B” 90 Nei grafici “a linee” ed istogramma “in pila” è possibile evidenziare come l’andamento temporale delle classi di gravità registri un trend in aumento rispetto alla classe “Criticità/Gravità lieve” di livello 2 mentre tutte le altre classi mantengono un andamento lineare.( Ved. Grafico a linee n°1, 2 ed istogramma in pila n° 1,2) ANDAMENTO C. GRAVITA' MED. B 25 20 C.GRAVITA' 1 15 10 C. GRAVITA' 2 C. GRAVITA' 3 C. GRAVITA' 4 5 C. GRAVITA' 5 0 1 2 3 4 5 C.GRAVITA' 1 1 2 1 0 2 C. GRAVITA' 2 11 15 20 22 20 C. GRAVITA' 3 14 13 13 16 20 C. GRAVITA' 4 11 8 5 2 3 C. GRAVITA' 5 5 7 5 5 3 Grafico “a linee” n° 1: andamento temporale delle medie delle classi di gravità in cinque rilevazioni dal 31/08 al 08/09/09 nel reparto di Med. B ANDAMENTO C. GRAVITA' MED. A 25 C. GRAVITA' 1 CL. GRAVITA' 2 C. GRAVITA' 3 C. GRAVITA' 4 C.GRAVITA' 5 20 15 10 5 0 1 2 3 4 5 C. GRAVITA' 1 0 0 2 2 2 CL. GRAVITA' 2 16 22 24 22 13 C. GRAVITA' 3 17 13 11 10 10 C. GRAVITA' 4 10 9 9 8 7 C.GRAVITA' 5 2 4 2 3 3 Grafico “a linee” n° 2: andamento temporale delle medie delle classi di gravità in cinque rilevazioni dal 31/08 al 08/09/09 nel reparto di Med. B 91 ANDAMENTO C. GRAVITA' MED B 100% 5 7 11 8 5 5 80% 13 60% 5 2 3 3 16 20 22 20 13 14 40% 15 20% 20 11 1 2 1 0 2 31/08/09 02/09/09 04/09/09 06/09/09 08/09/09 0% 31-ago 02-set 04-set 06-set 08-set C. GRAVITA' 5 5 7 5 5 3 C.GRAVITA' 4 11 8 5 2 3 C. GRAVITA'3 14 13 13 16 20 C.GRAVITA'2 11 15 20 22 20 C.GRAVITA' 1 1 2 1 0 2 C.GRAVITA' 1 C.GRAVITA'2 C. GRAVITA'3 C.GRAVITA' 4 C. GRAVITA' 5 Istogramma “in pila 100%”n° 1: andamento temporale ANDAMENTO C. GRAVITA' MED.A 100% 2 4 90% 10 80% 9 70% 2 3 9 8 11 60% 3 7 10 13 10 17 50% 40% 30% 24 22 13 22 20% 16 10% 0 0 2 2 2 31/08/09 02/09/09 04/09/09 06/09/09 08/09/09 0% 31-ago 02-set 04-set 06-set 08-set C. GRAVITA' 5 2 4 2 3 3 C. GRAVITA' 4 10 9 9 8 7 C. GRAVITA' 3 17 13 11 10 10 C.GRAVITA' 2 16 22 24 22 13 C.GRAVITA' 1 0 0 2 2 2 C.GRAVITA' 1 C.GRAVITA' 2 C. GRAVITA' 3 C. GRAVITA' 4 C. GRAVITA' 5 Istogramma “in pila 100%”n°2: andamento temporale 92 Gli istogrammi sottostanti e i relativi poligoni di frequenza (fa)dimostrano che il campione è asimmetrico con curva positiva e leptocurtosi: l’insieme dei dati è situato nella parte bassa del campo di variazione con una coda più lunga orientata verso destra, ossia la parte positiva del grafico. La media in questo tipo di curva è situata alla sinistra della mediana. La curtosi si riferisce alla forma appuntita o piatta di una distribuzione. La leptocurtosi dimostra la vicinanza dei dati con DS=0,094638 per la Med. B ed DS 0,990619 della Med. A. CLASSI DI GRAVITA' POLIGONO DI FREQUENZE 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 100 f(a) F(a) 80 60 40 20 0 1 2 3 4 5 1 2 CLASSI DI GRAVITA' 3 4 5 CLASSI DI GRAVITA' Istogrammi (n° 3sopra- n°4 sotto) e relativi poligono di frequenza (n°1sopra- 2 sotto) CLASSI DI GRAVITA'MED. A POLIGONO DI FREQUENZE 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 f(a) f(a) 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 1 2 3 CLASSI DI GRAVITA' 4 5 1 2 3 4 5 CLASSI DI GRAVITA' 93 PRESTAZIONI NIC MED. B 1 2 3 4 5 Prestazioni relative al mod. percezionegestione salute Prestazioni relative al mod. nutrizionale metabolico Prestazioni relative al mod. di eliminazione Prestazioni relative al mod. attività-esercizio Prestazioni relative al mod. sonno-riposo Prestazioni relative al mod. cognitivo- percet. Prestazioni relative al mod. percezione del sé Prestazioni relative al mod. ruolo-relazione Prestazioni relative al mod. sessualità Prestazioni relative al mod. tolleranza allo stress Prestazioni relative al mod. valoriconvinzioni Calcolo dell’indice di criticità Indice di criticità di struttura 75 50 20 647 306 97 518 500 984 403 80 589 747 350 15 118 650 326 987 951 479 376 40 15 12 29 43 70 438 21 276 85 37 14 8 394 93 15 65 37 0 0 4 0 0 194 905 103 84 93 0 8 17 3 16 1742 3317 1879 3587 1862 37671 PRESTAZIONI NIC MED. A 1 2 3 4 5 Prestazioni relative al mod. percezionegestione salute Prestazioni relative al mod. nutrizionale metabolico Prestazioni relative al mod. di eliminazione Prestazioni relative al mod. attività-esercizio Prestazioni relative al mod. sonno-riposo Prestazioni relative al mod. cognitivo-percet. Prestazioni relative al mod. percezione del sè Prestazioni relative al mod. ruolo-relazione Prestazioni relative al mod. sessualità 55 37 8 569 201 62 380 420 906 259 58 396 580 320 8 170 561 298 947 879 350 327 28 11 9 20 40 57 425 16 226 85 24 7 6 360 73 15 50 38 0 0 1 0 0 170 769 103 62 94 0 5 15 1 7 1471 2673 1549 3298 1517 Prestazioni relative al mod. tolleranza allo stress Prestazioni relative al mod. valoriconvinzioni Calcolo dell’indice di criticità Indice di criticità di struttura 32241 Tab.XI: griglia di rilevazione della criticità di struttura 94 NUMERO TOTALE PRESTAZIONI NIC 6000 5500 5000 4500 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 11.M.valoriconvinzioni 10.M.tolleranza allo stress 9.M.sessualità riproduzione 8.M.ruolorelazione 7.M.percezione del sè 6.M.cognitivopercettivo 5.M.sonnoriposo 4.M.attivitàesercizio 3.M. eliminazione 1.M. percezionegestione salute 2. M.nutrizionalemetabolico 0 Istogramma n°5: numero totale prestazioni- NIC rilevate nelle UU.OO di Medicina “A” e “B” STRUTTURE A) INDICE DI CRITICITA’ B) N° MALATI C) A:B I. CRITICITA’ PONDERATO D) MEDIA PONDERATA F) SCARTO C-D + 2,57 MED. B 37671 66 570,77 568,2 32241 57 565,63 568,2 -2,57 MED. A Tab. XII: calcolo dello scarto della media ponderata dell'Indice di criticità di struttura Osservando la griglia di rilevazione si può notare quanto segue: la rilevazione si realizza mediante la distribuzione degli utenti o dei processi all’interno delle classi di prestazioni e per livello peso associato. Ovvero questa griglia ci dice quanti utenti o processi, in un intervallo di tempo di dieci giorni, presentavano una complessità relativa per singola classe di prestazione. L’indice di criticità si ottiene dalla somma dei pesi delle singole prestazioni mentre, l’indice di criticità di struttura è dato dal prodotto del precedente col peso prestazione(1,2,3,4,5). 95 Il calcolo dell’indice di criticità ponderato ci consente di comparare attraverso una semplice operazione che consiste nel dividere l’indice calcolato per il numero degli utenti o dei processi sottoposti a rilevazione. Questa ponderazione è necessaria in quanto è ovviamente comune trovare , per un uguale intervallo di tempo, un numero variabile di utenti o di processi in strutture differenti. 2,57 -3 -2 -1 0 MED. B 1 2 3 MED.A Peraltro, come evidenziato dal grafico soprastante, il calcolo dello scarto, risultante dalla differenza dell’Indice di Criticità Ponderato con la Media Ponderata, indica il “Peso” con cui può essere misurata la maggiore o minore complessità assistenziale delle UU.OO. indagate. Si evince, dunque, che in tale ricerca il reparto di Med. “B”presentava una complessità assistenziale maggiore rispetto alla Med. “A” . Va da sé che tale scarto non esprime un valore definitivo: per poter assolvere a questa funzione, infatti, esso dovrebbe essere integrato da altre variabili, ma la sua semplicità ed immediatezza lo raccomandano come strumento quali-quantitativo utile ad avviare il monitoraggio delle professionalità richieste dal processo di assistenza in atto con tecniche più raffinate. 96 IMPRONTA DIGITALE DEL SIG. R.E. 1 5 4 3 2 1 0 11 10 9 2 3 4 8 IMPRONTA DIGITALE E MODELLI FUNZIONALI 1.M.gestione salute 5 11.M.valori 2. M.nutrizionale 4 3 10.M.tolleranza stress 3.M. eliminazione 2 1 0 9.M.sessualità 4.M.attività-esercizio 5 7 8.M.ruolo-relazione 6 5.M.sonno-riposo 7.M.percezione sè 6.M.cognitivo IMPRONTA DIGITALEDEL31/08 IMPRONTA DIGITALEDEL SIG. R.E. IMPRONTA DIGITALE E MODELLI FUNZIONALI 1.M.gestione salute 1 11.M.valori 5 4 3 2 1 0 11 10 9 2 10.M.tolleranza stress 3 4 8 5 7 6 9.M.sessualità 5 4 3 2 1 0 2. M.nutrizionale 3.M. eliminazione 4.M.attività-esercizio 8.M.ruolo-relazione 7.M.percezione sè 5.M.sonno-riposo 6.M.cognitivo IMPRONTA DIGITALEDEL 08/09 Grafico “radar”n° 1: “impronta digitale” (rappresentazione grafica della distribuzione dei livelli/pesi per categorie di prestazioni) del pz R.E. di anni 75 ricoverato per scompenso cardio circolatorio in Med. B da 10 giorni e relativi Modelli Funzionali Il primo grafico “radar” (sopra) mostra un ICA giornaliero di 40 con i relativi Modelli Funzionali, nel secondo grafico (sotto) l’ICA è aumentato a 49. Esito: paziente deceduto il giorno stesso. E’ possibile notare che mentre i primi quattro “modelli funzionali” rimangono invariati a distanza di 5 giorni, si verifica un significativo peggioramento degli altri aspetti. 97 3.9. DISCUSSIONE RISULTATI E LIMITI Il disegno di ricerca non sperimentale utilizzato su DEI un campione significativo (N=123) di pazienti degenti presso due UU.OO del presidio Ospedaliero “Cardinal Massaia” di Asti aveva come scopo/obiettivo della ricerca di costruire un’immagine del fenomeno “complessità assistenziale” nei contesti suddetti. Nella nomenclatore elaborato sulla base della metodologia I.C.A, utilizzando le tassonomie NANDA,NIC,NOC, è emersa una struttura a undici fattori: modello di percezione e gestione della salute, modello nutrizionale metabolico, modello di eliminazione, modello di attività ed esercizio fisico, modello sonno e riposo, modello cognitivo-percettivo, modello percezione di sé, modello ruolo-relazione, modello sessualità riproduzione, modello tolleranza allo stress e modello valori e convinzioni. La validità interna dello strumento utilizzata nelle rilevazioni è stata dimostrata attraverso la validità di contenuto e la validità di facciata. Per quanto attiene la prima è stata ottenuta durante il focus group condotto con gli infermieri dei due reparti in oggetto. Nella validità di contenuto sono stati utilizzati due sistemi già validati scientificamente: l’I.C.A.(per ciò che concerne la metodologia) ed i collegamenti dei linguaggi NANDA-NOC-NIC elaborati dall’Iowa Intervention Project Tea. Dalle analisi statistiche, precedentemente illustrate, è stato possibile stabilire la complessità assistenziale, effettuare una comparazione statisticamente valida delle strutture in oggetto e definire le attività/prestazioni infermieristiche eseguite per singolo paziente. 98 E’a questo livello che si inserisce il Sistema di “Misurazione Integrato della Complessità Assistenziale (I.C.A)”, in grado di pesare e configurare una fisiologia alla prassi infermieristica. Mi sono permessa di definire l’I.C.A un “Driver Multidimensionale” poiché è un sistema che ricerca la misura di una grandezza fisica, è in grado di definire i fattori che determinano l’assorbimento di risorse e del livello di Output al quale si colloca l’attività. L’I.C.A è un sistema dinamico che si presta ad una lettura sistemica, in grado di dare sinuosità ad una fotografia apparentemente statica, intende un sistema: come l’insieme di elementi legati da interdipendenza dinamica ed organizzati per il raggiungimento di uno scopo. Nonostante le notevoli ripercussioni sull’assistenza nell’impiego di questa metodologia, dall’esame dell’ “impronta digitale” giornaliera- per singolo paziente- non è stato possibile realizzare profili di cura attendibili poiché bisogna procedere attraverso studi di ricorrenza della distribuzione dell’impronta digitale e non solo del semplice ICA giornaliero. Questa condizione ci consente di affermare che la complessità assistenziale o di processo presenta una variabilità molto analitica e quindi non è sufficiente un solo criterio per la sua determinazione. I numerosi limiti dello studio, il tipo di ricerca adottato, il periodo di tempo limitato in cui è stata effettuata l’indagine, l’assenza di analisi inferenziale non rende possibile generalizzare i risultati ottenuti o supporre deduzioni simili in altri campioni. Nella ricerca bibliografica così come nelle altre sperimentazione I.C.A. sono raccomandati periodi di osservazione/misurazione superiori ai dieci giorni utilizzati per tale studio (es. metodo I.C.A. rilevazioni che abbiano periodicità annuale o infrannuale, metodo RAFAELA 4-8 settimane di rilevazioni). 99 3.10 IMPLICAZIONI, RACCOMANDAZIONI PER LA RICERCA FUTURA I risultati dello studio hanno delle implicazioni per l’assistenza infermieristica poiché forniscono una fotografia significativa di due realtà ospedaliere di medicina. Attraverso il Sistema Integrato della Complessità Assistenziale è possibile: √ Determinare e descrivere le azioni √ Misurare la complessità delle cure √ Comparare le criticità delle strutture √ Quantificare le prestazioni √ Valutare l’appropriatezza delle azioni √ Pianificare l’assistenza √ Integrare le equipe assistenziali √ Determinare i costi assistenziali Nella ricerca effettuata le prime quattro finalità sono state soddisfatte mentre, per le altre, i risultati proposti in questo studio necessitano di ulteriori conferme e di un ulteriore approfondimento. Nelle ricerche infermieristiche future sarà altresì necessario considerare i quesiti che elencherò qui di seguito. 1. All’interno di un reparto di degenza (soggetti adulti e/o pediatrici) è possibile stabilire l’appropriatezza delle prestazioni 100 infermieristiche per classi di gravità secondo la metodologia dell’I.C.A? 2. E’ possibile definire l’unità di finanziamento, ovvero l’oggetto di costo (es. il singolo prodotto, la singola prestazione finale, le specifiche unità organizzative oppure specifiche attività assistenziali o l’intero episodio di assistenza), attraverso l’impronta digitale (l’indice di complessità delle cure per malato, individua l’unità di prestazione, che identifica l’unità di finanziamento alla base del sistema e corrisponde tendenzialmente con l’unità di prodotto del servizio finanziato)? Per ciò che concerne la valutazione dell’appropriatezza delle azioni infermieristiche per ciascuna classe di gravità e, per stabilire una correlazione statisticamente significativa, che dimostri efficacia ed efficienza della pianificazione assistenziale/ care plane, sarebbe necessario effettuare una ricerca sperimentale : trial clinico randomizzato in doppio cieco. Nel secondo quesito di ricerca è possibile effettuare uno Studio Analitico Quantitativo Prospettico: la raccolta sistematica dei dati, potrà rilevare le Classi Modali, facilitando l’identificazione di Categorie di Pazienti (Iso Complessità) che sottintendono profili di cura ricorrenti (predittive del costo) omogenei per assorbimento di risorse in determinate tipologie di malati o gruppi. 101 BIBLIOGRAFIA Allegrini E.,P.Maimeri,C. Ferrari,L.Pomari, “Sistemi di classificazione dei pazienti, Assistenza infermieristica e ricerca”,Il Pensiero scientifico, Vol.25 n.1, 2006 Alliggod M.R., A.M.Tomey “La teoria del nursing”, 3° ediz., McGrowHill, Milano, 2006 Benner P., “L’eccellenza nella pratica clinica dell’infermiere”, McGrowHill, Milano, 2003 Brady AM, Byrne G, Horan P, Griffiths C, MacGregor C, Begley C. “Measuring the workload of community nurses in Ireland: a review of workload measurement systems”.J Nurs Manag, 2007 Jul;15(5):481-9. 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