ISTITUTO MARIA IMMACOLATA FESTA DELLA FAMIGLIA 2013 Opportunità o rischio? Scuola e famiglia per un uso consapevole di Internet e dei nuovi media Tecnologia come elemento di innovazione didattica Tecnologie Didattiche non Tecnologie per la didattica • non sono l’applicazione di strumenti informatici (ICT) in qualche situazione didattica • non sono l’uso del calcolatore con visione tecnocentrica Teorie pedagogiche + Tecnologie per la didattica Tecnologie Didattiche I punti chiave di un impianto didattico basato sull’utilizzo delle tecnologie di rete a supporto della formazione sono: il protagonismo dei discenti, la loro collaborazione forte interattività sia verticale (docente-discente), sia – soprattutto – orizzontale (fra pari). FINALITÀ Valorizzare e promuovere le potenzialità di questi nuovi strumenti nella vita dei nostri figli, pur non sottovalutandone i rischi A CHI CI RIVOLGIAMO Ai genitori che: desiderano comprendere meglio perché i loro figli trascorrono tanto tempo con Internet e cellulare e cosa tali strumenti rappresentano nella loro vita; non hanno la stessa competenza dei loro figli e ritengono che l’utilizzo dei nuovi strumenti multimediali rappresenti un fatto puramente tecnico, che non li coinvolge quindi come educatori (se non per proibirne o limitarne l’uso); hanno una buona competenza tecnica nell’uso delle nuove tecnologie perché le utilizzano quotidianamente per motivi di lavoro, ma finiscono con il dimenticare che i loro figli non hanno ancora maturato quella capacità critica e quella consapevolezza di sé che loro possiedono in quanto adulti, dimenticando così il loro compito educativo. considerano tali strumenti potenzialmente dannosi per i loro figli, rafforzati in questa convinzione dal fatto che, nella loro esperienza giovanile, non esistevano e pensano che, forse per questo motivo, erano meno diffusi tra i giovani alcuni tipi di disagi: la tendenza all’isolamento, l’assuefazione alla violenza, la dipendenza, ecc; PRINCIPALI RISCHI • possibile esposizione a contenuti violenti e non adatti alla loro età; • possibili contatti con adulti che vogliono conoscere e avvicinare bambini/e o ragazzi/e (adescamento); • videogiochi diseducativi; • pubblicità ingannevoli; • scorrette informazioni su ricerche scolastiche, diete, ecc.; • download di musica o film coperti da diritti d’autore; • virus informatici in grado di infettare computer e cellulari; • rischio di molestie o maltrattamenti da coetanei (cyber-bullismo); • uso eccessivo di Internet/cellulare (dipendenza). CONFINE 1. DIMENSIONE 2. SPAZIO 3. OLTREPASSAMENTO MEDIA EDUCATION MODELLI DI INTERVENTO 1 - PROTEZIONE: il bambino concettualizzato come “minore”, come un soggetto debole incapace di difendersi da solo dalle insidie dei media la forza dei media e la debolezza dell’infanzia consigliavano misure di tutela Ruolo della ME: cosa fanno i media ai bambini 2 - ABILITAZIONE DEI SOGGETTI: al bambino vengono riconosciute delle competenze, si inizia a pensarlo come un qualcuno che è capace di interagire con i messaggi dei media Ruolo della ME: cosa fanno i bambini con i media CAMBIA L’IDEA DEL LAVORO EDUCATIVO la Media Education: diviene strumento di potenziamento dei soggetti, si propone lo sviluppo di consapevolezza e di pensiero critico, non pensa più a difendere il bambino ma a creare le condizioni perché si possa difendere da sé. CAMBIA L’IDEA DEL LAVORO EDUCATIVO Si tratta di una posizione corretta: 1. Sia perché il bambino deve essere pensato come soggetto competente, riconosciuto nella sua specificità e non immaginato come un adulto imperfetto, 2. sia perché educare non vuol dire proteggere ma costruire l’autonomia dei soggetti. IL PROBLEMA Questo tipo di approccio continua a pensare al rapporto tra i media e i loro destinatari in termini trasmissivi: da una parte ci sono gli apparati dei media, che sono detentori della produzione e che trasmettono i messaggi; dall’altra c’è il pubblico, che questi messaggi li riceve. CARATTERISTICHE DELLA SVOLTA DIGITALE DAL PUNTO DI VISTA DEI MEDIA 1- portabilità La miniaturizzazione delle applicazioni informatiche e la convergenza delle diverse tecnologie verso il digitale sta producendo una nuova generazione di apparati mobili che funzionano come vere e proprie centrali multimediali. Il ragazzo l’ha sempre con sé. Pensare da parte di genitori o insegnanti che sia possibile controllare o condividere il momento del consumo, in questa prospettiva, diviene pura utopia. 2 – interattività Il flusso della comunicazione non è più unidirezionale, Esso diventa multidirezionale, riconosce all’utente la possibilità di interrogare i media secondo le sue esigenze, ma soprattutto di costruire dei sistemi di relazioni sociali con gli altri utenti. Il Social Network, in questa prospettiva, diviene un’impresa di comunicazione i cui autori sono gli stessi utenti 3 - generativitàImplicita conseguenza dell’interattività e resa possibile dalla trasformazione dei media in stazioni multimediali, la generatività dei Nuovi Media allude alla possibilità che essi garantiscono all’utente di passare dalla posizione di spettatore a quella di autore. Scattare una fotografia o girare un piccolo video con il proprio videofonino e poi pubblicarlo in Internet è oggi estremamente facile, con il risultato di non poter più parlare di una produzione separata dal pubblico: il pubblico è la produzione. insieme alle opportunità (più creatività, più libertà di ricerca, più spazio per l’originalità espressiva, più possibilità di comunicazione) cresce il rischio educativo. Se il problema della “vecchia” congiuntura mediale era la massificazione, l’industria delle coscienze (di qui la necessità di costruire il pensiero critico), oggi i più giovani, cioè, rischiano di rimanere vittime non più dei modelli di comportamento o di consumo proposti dai media, ma di adulti o di altri minori attraverso i media. NEW MEDIA EDUCATION Essa si propone due compiti: 1. Il primo è di immaginare strategie e metodi educativi specifici per i Nuovi Media pensare ad attività e strumenti che gli insegnanti possano produttivamente utilizzare per il loro intervento nelle classi 2. La centratura si sposta dal pensiero critico alla responsabilità: non basta più educare uno spettatore che sia attento e critico, occorre educare un soggetto che sia responsabile, sia quando naviga contenuti che quando ne produce di propri. . L’ALLEANZA EDUCATIVA TRA SCUOLA E FAMIGLIA Le famiglie sono coinvolte in prima persona nell’educazione affettiva e morale; la scuola invece nell’ambito della formazione culturale ma anche nell’educazione affettiva. Queste agenzie educative sono chiamate a collaborare a un progetto comune, nell’ambito di funzioni educative condivise. Lo sforzo comune dei genitori e della scuola deve essere quello di “fare sistema”; vale a dire, riuscire a percepirsi come “nodi” di una rete di educazione e di tutela, chiamata ad attivare sinergie convergenti su di un comune obiettivo: la difesa e la promozione del diritto di bambini e ragazzi a essere educati all’uso dei media, attraverso informazioni e programmi adatti a promuoverne le attitudini e la formazione di una coscienza critica e responsabile. DA COSA DIPENDE L’UTILIZZO DEI NUOVI MEDIA? Meccanismi motivazionali: • dinamiche affettive e relazionali (emozioni, motivazioni, socialità, bisogni); • dinamiche cognitive (conoscenze e competenze tecniche dello strumento); • dinamiche valoriali e civiche (valori e principi morali ed etici che guidano la persona). ATTENZIONI POSSIBILI TEMPO SPAZIO CONTENUTI COMPAGNIA Il miglior modo per intervenire sul comportamento dei giovani nell’utilizzo dei media, in un’ottica di prevenzione ad ampio raggio, richiede la necessità di muoversi su una dimensione educativa che tenga conto dei loro bisogni affettivi, sociali, di riferimento, di conoscenza, ecc. e dei loro diritti, primo fra tutti quello alla partecipazione ai sistemi di convivenza cui appartengono.