Martedì 14 aprile 2014
Dott.ssa Elisa Papa – albo n° 5343 del 3/3/2008
Associazione MeC Educational
www.meceducational.it
 Se vogliamo comprendere perché gli adolescenti di
oggi sono così diversi da quelli di pochi decenni fa
dobbiamo in primo luogo considerare i profondi
cambiamenti, iniziati negli anni ‘70, che hanno
determinato il passaggio dalla famiglia delle regole
alla famiglia degli affetti.
I cambiamenti a cui ci riferiamo sono:
 una marcata presenza femminile nel mondo del lavoro;
 l’avvento della cosiddetta “famiglia lunga e stretta”
caratterizzata dalla presenza di pochi figli e da un’alta
percentuale di permanenza in casa dei genitori;
 la difficoltà d’ingresso nel mondo del lavoro per i giovani;
 la diffusione delle nuove culture del benessere e della
soddisfazione, ecc
 maggiori ricerche e conoscenze sui bambini in relazione agli
adulti
Famiglia normativa
 La
famiglia normativa era ed
è basata sulla
trasmissione dei valori dai genitori ai figli, senza che
questi possano mettere in discussione i principi e gli
stili di vita acquisiti dalla famiglia di origine.
 Molti degli attuali genitori di adolescenti descrivono la
loro famiglia d’origine come caratterizzata da un regime
educativo
tendenzialmente
normativo,
governata
da
precise distinzioni di ruolo, con relazioni genitori-figli più
formali delle attuali, orientata ad una responsabilizzazione
precoce della prole.
 Una famiglia, cioè, in cui il polo normativo prevaleva su
quello affettivo, esprimendosi in una cultura educativa
basata più sulla capacità di sostenere la frustrazione che
sulla soddisfazione dei bisogni.
 La gerarchia che caratterizzava la famiglia, governata
da un’autorità paterna ancora solida, forniva agli
adolescenti la motivazione a spostare precocemente il
loro
interesse
all’esterno,
alla
ricerca
di
un’indipendenza e di una libertà sessuale che la
famiglia del passato non consentiva: un “volgersi
altrove” che spesso avveniva all’insegna della ribellione
e dello scontro generazionale.
 I genitori degli adolescenti attuali invece, assegnano
un ruolo centrale all’esperienza genitoriale, che diventa
il perno della vita affettiva.
 La nuova famiglia tende dunque a rappresentare se
stessa come luogo privilegiato di accudimento e
protezione; suo scopo fondamentale è quello di fornire
amore e sicurezza ai figli, soddisfacendone ogni
bisogno affettivo, economico e sociale.
Famiglia affettiva
 La famiglia affettiva è caratterizzata dalla volontà di
aiutare e sostenere il figlio a diventare quello che
interiormente desidera essere, per far questo i genitori
si devono proiettare in una dimensione di ascolto
attivo per iniziare un processo maieutico sulla
personalità del figlio.
 Grande influenza è data dall’effetto del controllo delle
nascite. Il figlio voluto, quasi scelto, diventa l’oggetto
di un superinvestimento da parte dei genitori.
 Questa situazione comporta alcuni vantaggi, quali una
maggiore ricchezza affettiva, ma anche possibili
inconvenienti, come la maggiore dipendenza e
l’ambivalenza di sentimenti che ogni situazione di
contiguità emotiva genera.
 A questo nuovo modo di intendere la famiglia si
aggiunge un diverso equilibrio che si esprime in una
relativa sovrapposizione di ruoli fra le figure parentali
e che si traduce in una maggiore libertà nei rapporti
fra i componenti della famiglia, in una maggiore
reciprocità, in una accresciuta disponibilità e apertura
al dialogo.
 Esercitare la leadership in modo paritario però è cosa
tutt’altro che semplice. Vuol dire testare la propria
competenza reciproca attraverso un numero infinito di
dialoghi e discussioni, fino a riuscire ad affidare una
decisione a quello tra i due partner che sembra più
adatto nel caso specifico. Si può dire quindi che una
leadership paritaria presuppone o forma persone
adulte, disposte a rinunciare alle tendenze egoistiche e
sconsiderate (J. Juul, 2012)
Nuovo ruolo paterno
 La crisi del padre come depositario dell’autorità e del
potere ha consentito l’emergere di un’inedita figura
paterna capace di affiancarsi pariteticamente a quella
materna quale responsabile e garante del comune
progetto generativo: una figura più amorevole e più
pronta all’ascolto, che non disdegna di svolgere una
funzione affettiva in passato di esclusivo appannaggio
materno.
 Tale crisi, ha portato ad una maggiore democrazia
affettiva nelle relazioni familiari.
 Il mutamento dell’autorità paterna si radica nella crisi
dei valori trasmessi dal padre e spesso nel consapevole
disinvestimento, da parte di entrambi i genitori, di
valori che rimandano ad un papà autoritario e
emotivamente distante che la coppia attuale non vuole
replicare.
 Ma può avere come conseguenza una più faticosa
assunzione di responsabilità di ruolo da parte dei figli,
che rischiano di prolungare indefinitamente il passaggio
dall’infanzia all’età adulta.
 Le funzioni del nuovo padre non appaiono più
nettamente distinguibili da quelle di una madre che, a
sua volta, ha ceduto il dominio esclusivo della
comunicazione affettiva familiare, ottenendo in cambio
competenze in aree in passato di esclusivo presidio
paterno.
Nuovo ruolo materno
 La nuova madre è infatti una donna che ha spostato
parte dei propri interessi all’esterno della famiglia, pur
condividendo
con
il
partner
un
importante
investimento affettivo sulla vita familiare. E’ una
madre attenta all’indipendenza, alla realizzazione,
all’autonomia, alla ricerca di risultati, sia per se stessa
che per i figli.
 Grazie a questo nuovo ruolo, essa ha assunto in parte
quella funzione di ponte fra famiglia e società che era
in passato di esclusiva competenza maschile, così da
essere nel rapporto con i figli sostanzialmente
intercambiabile con il partner.
 Questa ridefinizione dei ruoli parentali può rendere
talvolta ambivalenti e contraddittori i nuovi genitori.
 Come sosteneva Goethe: “si diventa grandi soltanto
quando siamo capaci di perdonare i nostri
genitori”. Questo significa che i nuovi genitori devono
trovare dentro di sé la forza per trasformare la famiglia
in affettiva e questo è possibile solo se si lavora sulle
emozioni provate nell’esser stati figli.
 Più critico appare tuttavia, rispetto al passato, il rapporto di
questa nuova famiglia con l’esterno. Si tratta di un rapporto
con
il
sociale
maggiormente
caratterizzato
da
preoccupazioni e timori, dalla tensione a proteggere
l’appartenenza e il legame all’interno del nucleo contro
ogni tendenza centrifuga.
 Quando parliamo degli adolescenti di oggi ci riferiamo
quindi
ad
una
cultura
della
famiglia
affettiva
e
tendenzialmente democratica al suo interno, ma barricata
e difesa nei confronti di un esterno che ci si rappresenta
come pericoloso.
Che fare?
 Come spesso accade, bisognerebbe tenere attivi
entrambi i modelli, non negare le differenze tra
bambini e adulti. I ragazzi hanno bisogno della guida
dei grandi che dovrebbe basarsi sugli stessi valori
validi anche nella relazione tra adulti.
I figli percepiscono la realtà circostante secondo gli
schemi che hanno appreso in famiglia e tendono a
comportarsi secondo lo stile della stessa.
Per questo motivo risulta fondamentale che i
genitori adottino entrambi lo stesso modello di
riferimento, nel quale sono descritti i due aspetti
fondamentali che definiscono la qualità della
funzione
genitoriale
ideale:
l’affetto
e
il
controllo. Queste promuoveranno l’autonomia e
permetteranno di raggiungere la separazione.
 I ragazzi stessi sono continuamente alla ricerca di "limiti" alle
proprie azioni. Gli servono per capire fin dove si possono spingere
per perseguire i propri obiettivi e dove fermarsi. Tale acquisizione
passa prima attraverso il rapporto educativo con i genitori, domani
attraverso un processo di autoregolazione. In tal senso i genitori
rappresentano una palestra educativa dove apprendere il ruolo da
adulto del domani.
 In virtù di questa ultima considerazione appare evidente
l'importanza di rivestire un ruolo chiaro, solido, coerente per il
benessere del proprio figlio. Un figlio che avanza richieste
continue è un figlio che per primo non è in piena armonia con sé
stesso ed è che richiede la decisa presenza dei propri genitori.
Dare le regole ai bambini significa fargli percepire
l’adulto come un punto fermo, il quale fornirà una sorta
di recinto entro cui stare e oltre al quale non andare.
Le emozioni di cui il bambino si sente in balia vengono
contenute dal “No” dell’adulto, il quale si guadagna così la
sua fiducia. L’adulto deve essere fermo e convinto della
scelta delle regole date al bambino, regole motivate e
giustificate al bambino stesso (“No, perché…”), sarà quindi
un adulto che rappresenta stabilità, che lo aiuterà a trovare
una bussola nella vita.
 Le difficoltà e le frustrazioni (nate da un “no” o dalla
negazione di un desiderio) aiutano i bambini a tirar fuori le
loro risorse, le capacità che hanno nel loro kit di base e che li
aiutano, una volta superata questa emozione e la situazione,
ad aumentare la loro auto stima e la fiducia in se stessi.
 La rabbia certo è una cosa che dobbiamo aiutarli a sbollire,
lasciandoli in un primo momento fare da soli (lasciamogli
fare il “ciclo completo della rabbia”) poi riprendiamo con loro
quanto successo. “La mamma o il papà ti ha detto di no
perché….”.
 Non dobbiamo negare la difficoltà quotidiana nel far
rispettare le regole soprattutto perché i
ragazzi
sembrano volerci mettere molto alla prova come
adulti e genitori. Queste “prove” le viviamo come sfide,
come testardaggini da parte loro, in realtà non sono altro
che richieste di rassicurazione e contenimento
rispetto alla loro esplosione di emozioni e di
autonomia. Un’energia che ha bisogno di essere
contenuta da un abbraccio, da un “no”, da un regola
stabilita dalla coppia genitoriale e che sia coerente nel
tempo.
 E’ fondamentale osservare come i rimproveri sono
efficaci
solo
se
offriamo
una
spiegazione/motivazione adeguata e coerente e lui è
nelle condizioni di capire davvero dove ha sbagliato.
Se viene ripreso per non avere rispettato una regola
che non è in grado di capire, il rimprovero apparirà ai
suoi occhi come qualcosa senza senso e quindi da
non rispettare e se il genitore insisterà apparirà come
un persecutore e dittatore.
 E' necessario prendere seriamente quello che dice un
adolescente,
che
ha
bisogno
di
essere
ascoltato
attentamente e non superficialmente.
L'essere sempre interrotto o criticato non gli permette di
acquisire sicurezza nei suoi stessi pensieri e di sviluppare un
buon livello di autostima, ma anche, dargli sempre ragione,
lasciarlo parlare continuamente quando ha bisogno di essere
contenuto, non gli permettere di sviluppare un proprio senso
critico e la capacità di interpretare in modo obiettivo ed
equilibrato un evento, una situazione, un argomento, ecc.
Confusione tra uguaglianza e giustizia
 Spesso i figli confondono i due concetti.
 I genitori sono obbligati a trattare i figli nel migliore
modo possibile, ed essendo diversi tra loro, devono
anche essere trattati in modo differente. Non esiste
una giustizia assoluta, né in famiglia né altrove
 La nostra responsabilità personale prevede anche il dover
rinunciare, talvolta, a risultare popolari al momento, per
salvaguardare il rispetto nei nostri confronti.
 Bambini e adolescenti hanno bisogno di sapere chi
sono i loro genitori e di cosa si fanno garanti: dietro le
parole deve risultare visibile la persona reale.
L’autenticità conferisce ai genitori l’autorità personale
necessaria per esercitare influenza su di loro.
VADEMECUM PER I GENITORI
1.
le regole o leggi famigliari vanno decise dai genitori
2. le regole devono essere decise da entrambi i genitori e devono
essere mediate tra le diverse posizioni (mediazioni che sarebbe
meglio avvenissero nell'intimo della coppia e non davanti al
perplesso bambino in attesa della regola).
3.
le regole dichiarate dovrebbero essere stabili e non variare e i
genitori dovrebbero impegnarsi nel mantenere coerenza (d'altra
parte è però opportuno prevedere che le regole cambino in
relazione alle tappe evolutive del bambino .
4. Interessatevi alle loro emozioni, ascoltateli e comprendeteli.
5. Regole e punizioni (mai corporali) sono alla base di una
buona educazione, siatene certi.
6. Evitate di umiliarli. Frasi del tipo «quando piangi sembri una
femminuccia» vanno eliminate dal vocabolario.
7. Non pianificate un calendario di attività troppo pieno.
Lasciateli annoiare: apprezzeranno di più i momenti di svago.
8. Siate sempre chiari, evitate le contraddizioni e le ambiguità
9. Non siate loro amici, siate i loro genitori
Quando i genitori fanno troppo per
i loro figli, i figli non faranno
abbastanza per sé stessi.
Elbert Hubbard, The Notebook, 1927 (postumo)
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