CONTENIMENTO E REGOLE:
l’antidoto per aiutare i figli a
crescere sereni
DOTT.SSA ELISA PAPA
ALBO N° 5343 DEL 3/3/2008
ASSOCIAZIONE MEC EDUCATIONAL
WWW.MECEDUCATIONAL.IT
 Se vogliamo comprendere perché gli adolescenti di
oggi sono così diversi da quelli di pochi decenni fa
dobbiamo in primo luogo considerare i profondi
cambiamenti, iniziati negli anni ‘70, che hanno
determinato il passaggio dalla famiglia delle
regole alla famiglia degli affetti.
Famiglia normativa
 trasmissione dei valori dai genitori ai figli senza
che questi possano mettere in discussione i principi
e gli stili di vita acquisiti dalla famiglia di origine.
 precise distinzioni di ruolo
 relazioni genitori-figli più formali delle attuali
 responsabilizzazione precoce della prole.
 autorità paterna solida.
Famiglia affettiva
 caratterizzata dalla volontà di aiutare e sostenere il figlio
a diventare quello che interiormente desidera essere;
 ruolo centrale all’esperienza genitoriale, che diventa il
perno della vita affettiva.
 luogo privilegiato di accudimento e protezione;
 scopo fondamentale è fornire amore e sicurezza ai figli,
soddisfacendone ogni bisogno affettivo, economico e
sociale.
 A questo nuovo modo di intendere la famiglia si
aggiunge un diverso equilibrio che si esprime in
una relativa sovrapposizione di ruoli fra le figure
parentali e che si traduce in una maggiore libertà
nei rapporti fra i componenti della famiglia, in una
maggiore
reciprocità,
in
una
disponibilità e apertura al dialogo.
accresciuta
 Esercitare
la
leadership
in
modo
paritario
è
complicato, vuol dire testare la propria competenza
reciproca attraverso un numero infinito di dialoghi e
discussioni, fino a riuscire ad affidare una decisione a
quello tra i due partner che sembra più adatto nel caso
specifico. Una leadership paritaria presuppone o forma
persone adulte, disposte a rinunciare alle tendenze
egoistiche e sconsiderate (J. Juul, 2012)
Nuovo ruolo paterno
 La crisi del padre come depositario dell’autorità e del
potere ha consentito l’emergere di un’inedita
figura paterna capace di affiancarsi pariteticamente
a quella materna quale responsabile e garante del
comune progetto generativo: una figura più amorevole
e più pronta all’ascolto, che non disdegna di svolgere
una
funzione
affettiva
appannaggio materno.
in
passato
di
esclusivo
 Tale crisi, ha portato ad una maggiore democrazia
affettiva nelle relazioni familiari.
 Il rapporto tra le generazioni si è rotto nel nome di
un diritto di eguaglianza che però abolisce la
responsabilità degli adulti a sostenere il loro ruolo
nel processo formativo dei figli, gli adulti vengono
meno al ruolo di rappresentanti della legge
simbolica (Recalcati).
 Il disagio dei nostri figli adolescenti non è più
centrato sull’antagonismo tra le generazioni ma sulla
perdita della differenza e, dunque, sull’assenza
di adulti in grado di esercitare funzioni educative e di
costruire quell’alterità che rende possibile l’urto alla
base di ogni processo di formazione (M. Recalcati).
L’adolescente
è
chiamato
ad
affrontare
una
profonda
riorganizzazione del mondo interno e dei rapporti con l’esterno
che passa necessariamente attraverso un duplice distacco,
riguardante la perdita delle rappresentazioni del Sé infantile e
quella delle figure genitoriali interiorizzate.
I cambiamenti somatici della pubertà richiedono, inoltre, di
modificare la rappresentazione che l’adolescente ha del proprio
corpo e di integrare, nell’immagine mutata di sé, il riconoscimento
del proprio corpo sessuato.
 Alcune ricerche hanno dimostrato che i genitori di un figlio
adolescente presentano grande stress e il matrimonio è
soggetto a molte crisi, maggiormente accentuate all’interno
di quelle coppie i cui coniugi si erano soprattutto identificati
nel ruolo di genitori, essi possono rischiare di sentirsi inutili
o inadeguati di fronte al figlio che diventa indipendente.
Il conflitto
 I contrasti in famiglia permettono al ragazzo di
conoscersi meglio, di confrontare le sue idee e di
definirsi rispetto al punto di vista altrui. Inoltre,
attraverso il conflitto l’adolescente impara
alcune abilità sociali quali la capacità di ascolto,
comunicazione,
negoziazione,
che
saranno
indispensabili per la futura vita relazionale.
I figli percepiscono la realtà circostante secondo gli schemi
che hanno appreso in famiglia e tendono a comportarsi
secondo lo stile della stessa.
Per questo motivo risulta fondamentale che i genitori
adottino entrambi lo stesso modello di riferimento,
nel quale sono descritti i due aspetti fondamentali che
definiscono la qualità della funzione genitoriale ideale:
l’affetto
e
il
controllo.
Queste
promuoveranno
l’autonomia e permetteranno di raggiungere la separazione.
 I bambini, fin dai primi mesi di vita, hanno un profondo
bisogno di sentire che le figure significative di riferimento
avvertono ciò che essi stanno sentendo e percependo in quel
preciso momento. Grazie a questa dinamica di continui
rispecchiamenti, scambi e sintonizzazioni empatiche, i piccoli
apprendono a identificare stati mentali diversi, a strutturare
un adeguato sistema emozionale, a regolare e a modulare le
pulsioni e le sensazioni, a contenere gli stati d’animo
sgradevoli e a utilizzare nel miglior modo quelli piacevoli. In
caso contrario rimangono totalmente dipendenti dai genitori.
In questa situazione avremo un adolescente prima ed un
adulto poi, continuamente in ansia, mai veramente
autonomo ed in grado di auto-rassicurarsi. Mettendo
continuamente
in dubbio
la
realtà
delle
proprie
percezioni e sensazioni, questi ragazzi tendono a
rimanere dipendenti dal mondo esterno in quanto tesi
alla ricerca di conferme sulla validità del proprio sentire.
Evidenze neurofisiologiche
 Bambini non contenuti e con poche regole producono
un’eccessiva quantità di cortisolo (ormone dello stress),
responsabile di una cattiva e limitata proliferazione delle
cellule nervose nel cervello.
 Inoltre, la mancanza reiterata di autorevolezza, sembra
addirittura provocare un inadeguato sviluppo delle vie
nervose dalla corteccia al sistema limbico (responsabile
della gestione delle emozioni), causando un diminuito
controllo delle pulsioni.
 Coloro che rischiano una delle tante forme di
dipendenza sono quindi soprattutto giovani cui
nessuno
ha
rispecchiato
adeguatamente
le
emozioni emergenti, rimaste proprio per questa
ragione
allo
stato
di
pulsione,
sconosciuta,incontrollata e tendente alla scarica
immediata (tutto e subito).
Dare le regole ai bambini significa fargli percepire
l’adulto come un punto fermo, il quale fornirà una sorta di
recinto entro cui stare e oltre al quale non andare.
Le emozioni di cui il bambino si sente in balia vengono
contenute dal “No” dell’adulto, il quale si guadagna così la sua
fiducia. L’adulto deve essere fermo e convinto della scelta delle
regole date al bambino, regole motivate e giustificate al
bambino stesso (“No, perché…”), sarà quindi un adulto che
rappresenta stabilità, che lo aiuterà a trovare una bussola nella
vita.
 Un
adolescente ha bisogno di essere ascoltato
attentamente e non superficialmente.
L'essere sempre interrotto o criticato non gli permette di
acquisire sicurezza nei suoi stessi pensieri e di sviluppare
un buon livello di autostima, ma anche, dargli sempre
ragione, lasciarlo parlare continuamente quando ha
bisogno di essere contenuto, non gli permetterà di
sviluppare un proprio senso critico e la capacità di
interpretare in modo obiettivo ed equilibrato un evento,
una situazione, un argomento, ecc.
 La nostra responsabilità personale prevede anche il dover
rinunciare, talvolta, a risultare popolari al momento, per
salvaguardare il rispetto nei nostri confronti.
 Bambini e adolescenti hanno bisogno di sapere chi sono i
loro genitori e di cosa si fanno garanti: dietro le parole
deve risultare visibile la persona reale. L’autenticità
conferisce ai genitori l’autorità personale necessaria per
esercitare influenza su di loro.
Dire no è faticoso, più faticoso che lasciare perdere o che
cambiare idea di fronte ad un rifiuto ostinato. Ma l'amore non
basta per educare un figlio.
Molti genitori sono convinti di rispettare la libertà dei figli, la loro
autonomia non intervenendo quasi mai, non ponendo confini.
In realtà così facendo trasmettono invece un forte segnale di
indifferenza.
La risposta è che senza regole, limiti, divieti, i nostri bambini
crescono allo “stato brado emotivo”, non vi è un “recinto
morale” di riferimento, non c'è consapevolezza dei limiti e
pertanto non c'è consapevolezza della trasgressione e del
superamento del limite.
Senza regole, il bambino sperimenta una pericolosa sensazione di
onnipotenza di cui con ogni probabilità farà le spese una volta uscito
dal nucleo strettamente famigliare, con i coetanei e con gli altri adulti,
quando dovrà tollerare le frustrazioni che derivano dal non poter fare
tutto ciò che vuole .
I divieti creano la capacità del bambino di autoregolarsi
senza bisogno di controlli esterni interiorizzando così la
regola come risultato anche di un processo morale e non solo
della paura della punizione.
VADEMECUM PER I GENITORI
1.
le regole o leggi famigliari vanno decise dai genitori
2.
le regole devono essere decise da entrambi i genitori e devono
essere mediate tra le diverse posizioni (mediazioni che
sarebbe meglio avvenissero nell'intimo della coppia e non
davanti al perplesso bambino in attesa della regola).
3.
Stabilite delle regole e fatele rispettare, motivandole con
ragionamenti adatti alla loro età.
4.
Interessatevi alle loro emozioni, ascoltateli e comprendeteli.
5. Regole e punizioni (mai corporali) sono alla base di una
buona educazione, siatene certi.
1. Evitate di umiliarli. Frasi del tipo «quando piangi sembri
una femminuccia» vanno eliminate dal vocabolario.
2. Non pianificate un calendario di attività troppo pieno.
Lasciateli annoiare: apprezzeranno di più i momenti di
svago.
3. Siate sempre chiari, evitate le contraddizioni e le ambiguità
4. Non siate loro amici, siate i loro genitori
Quando i genitori fanno troppo per i
loro figli, i figli non faranno abbastanza
per se stessi.
Elbert Hubbard, The Notebook, 1927 (postumo)
Bibliografia:
L'ora di lezione – M. Recalcati - Einaudi
Genitori competenti – J. Juul - Erickson
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