Unità n. 7 I modelli della didattica e la valutazione Evoluzione della scienza Teoria di Kuhn Alternarsi di fasi normali e fasi paradigmatiche VS Evoluzione come accumulo Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche 1 Evoluzione della scienza (Fasi normali) Scienza normale Fasi paradigmatiche Accrescimento delle conoscenze Periodi “tranquilli” Rottura delle continuità del quadro normale Rivoluzione scientifica Anomalia non spiegabile col paradigma dominante Mutamento di paradigma 2 Paradigma 1 Non tanto modello (amo, amas, amat…) quanto: «una costellazione di punti di arrivo, che comprendono valori, tecniche, ecc, condivisa da una comunità scientifica e da essa usata per dare legittimità a problemi e soluzioni» (T. Kuhn) Paradigma 2 Approccio paradigmatico Scienze esatte Approccio pluriparadigmatico Scienze umane Coloro la cui ricerca si basa sui paradigmi condivisi dalla comunità scientifica s’impegnano ad osservare le stesse regole e gli stessi modelli nella loro attività scientifica. (Kuhn) P. della conoscenza e P. didattici e valutativi Conoscenza lineare e gerarchica (anni 50-70 all’incirca) Conoscenza reticolare - costruzione della conoscenza (anni 80 all’incirca) Fiducia nell’oggettività della scienza Comportamentismo e cognitivismo Conoscenza come riproduzione della realtà esterna Azione didattica e valutativa esterna Obiettivo - Prodotto – Individualizzazione – Teoria del curricolo – V. quantitativa Conoscenza situata e soggettiva nel contesto Costruttivismo socio – culturale Apprendimento individuale ma costruito nella comunità grazie alla negoziazione Autoregolazione - – Progetto Autovalutazione – V. idiografica Processo più che prodotto. V. qualitativa Conoscenza lineare Fondamento: Scienza caratterizzata da concezione realista della realtà. Il pensiero rispecchia la realtà, rispecchia il mondo, che esiste con le sue regole indipendentemente dal soggetto che lo conosce, il cui pensiero lo riproduce Razionalità scientifica Costruzione della conoscenza Ciò che noi percepiamo della realtà non è una riproduzione della realtà esterna. La conoscenza ha sempre una componente soggettiva che non si può eliminare, che cambia da soggetto a soggetto ed è interna a ciascuno. La realtà esiste, i nostri sensi ci danno conto di questo, ma noi organizziamo la nostra percezione in base a dei veri e propri pregiudizi. La conoscenza ha una componente interpretativa per cui il soggetto non è passivo ma partecipa significativamente alla sua costruzione P. didattici dell’apprendimentoGalliani Razionalista - informazionista Sistemico - interazionista Costruttivista - sociale Teorie della comunicazione e della conoscenza P. razionalista - informazionista Docente Allievo/i Trasferimento di informazioni da D (Emittente) ad A (Ricevente) M2 Docente M1 Allievo Retroazione (feed - back) Autoregolazione R P. razionalista - informazionista Sapere cosa Senso dato in partenza Programmazione per obiettivi_Meccanicismo_Mastery_ Comportamentismo_Valutazione diagnostica, formativa e sommativa P. sistemico - interazionista Relazioni interpersonali Sapere come Ricerca di senso Senso mediato per risolvere i problemi Interazione: relazioni tra docente e alunni e nei gruppi Ricerca (azione sugli oggetti della conoscenza) Strumenti valutativi di natura qualitativa_ Docente facilitatore_ P. costruttivista - sociale Conoscenza situata Collaborazione e negoziazione sociale Apprendimento individuale ma nella comunità di apprendimento Senso costruito, condiviso e distribuito Saper fare, sapere perché, quando e dove Esperienza Valutazione autentica_ Compiti significativi. Sostegno all’apprendimento_ Progetto P. didattici dell’apprendimentoPiu Normativa e scuola reale Razionalista informazionista Programma_V. selettiva e sommativa_Prodotto Sistemico interazionista Programmazione_L.517/77 _ Processo e prodotto Costruttivista - sociale Progetto_Sostegno all’apprendimento Pagella Grazie alla studentessa Sabrina Ceraso Scheda personale Frontespizio Scheda personale . Quadro 1 Scheda personale . Quadro 2a ELEMENTI DA REGISTRARE A CURA DEL CONSIGLIO DI CLASSE. Giudizi analitici motivati per ciascuna disciplina in rapporto alla programmazione didattica, desunti dalle osservazioni sistematiche … Scheda personale. Quadro 2b Valutazione adeguatamente informativa sul livello globale di maturazione … E ora? Autonomia scolastica, nell’ambito dell’unitarietà del sistema nazionale Indicazioni per il curricolo Progetto d’istituto, nel rispetto delle linee generali I modelli di Damiano Del Prodotto Del Processo Dell’Oggetto mediatore Insegnamento attività tecnico – razionale Prodotto atteso Programmazione per Obiettivi Mastery etc Valutazione quantitativa Metodo Problem solving Interazione con l’ambiente. Agire sull’ambiente. Gli oggetti culturali sono i mediatori Programmazione per sfondo integratore, didattica per concetti e altri (risolvere il problema) e problem posing (Riflessione sul problema, squilibrio, ricerca della strada risolutiva, riflessione) Ricerca – Scoperta – Laboratorio Valutazione qualitativa I quattro paradigmi della valutazione Della decisione; Dell’informazione; Dell’interpretazione; Della formazione 1. Il paradigma della decisione Storicamente si rifà a Piéron: razionalità scientifica: docimologia votata al perfezionamento dei metodi destinati ad assicurare le “graduatorie umane” Psicometria: misurazione delle prestazioni degli alunni (prove oggettive) per rendere scientifica la decisone Il paradigma della decisione Parole d’ordine: Assicurare la misura Bonniol e Vial: modello della valutazione come misura Il paradigma della decisione: punti di forza Una maggiore oggettività nella misurazione dei risultati finali; Una minore relatività dei giudizi e nei voti anche intermedi; Una maggiore consapevolezza della ineliminabile soggettività (Hadji) Il P. della decisione: punti di debolezza Giudica ma non spiega Giudica ma dimentica che è funzione della valutazione essere strumento di formazione; Giudica e dimentica che suo interesse è facilitare l’azione 2. Il P. dell’informazione La valutazione al servizio dell’insegnamento e dell’insegnante (che non è solo l’esaminatore finale ma che valuta nel quadro delle sue azioni di formazione); «Risalire, per quanto riguarda l’alunno, dal prodotto (“il compito scolastico”) al produttore e ai processi di produzione e, per quanto riguarda il valutatore, dal voto, espressione – risultato della valutazione all’attività di valutazione nella sua complessa globalità» Il P. dell’informazione: il cuore del problema «Non si tratta più di misurare, ma di analizzare, di diagnosticare: concentrarsi sull’alunno per conoscerlo meglio, al fine di aiutarlo meglio […] lungi dall’essere una misura, la valutazione è un atto sociale, che si pone nel quadro di un rapporto sociale di comunicazione» che ha almeno due protagonisti (insegnante – alunno). (Hadji), Il P. dell’informazione: la parola d’ordine … Valutazione formativa ossia valutazione nei e dei processi e non solo dei prodotti: «il contenuto non si può considerare indipendente dal problema pedagogico» La dimensione informativa … deve raccogliere informazioni, senza le quali non può svolgere il suo ruolo, che è quello di assistere l’apprendimento (dissoluzione nella didattica?) …. La valutazione ha il compito di fornire giorno per giorno informazioni che assistano la pratica dell’insegnamento; consiste «nella raccolta e uso d’informazioni circa i mutamenti nel comportamento degli allievi allo scopo di prendere decisioni riguardo al programma educativo» (Crombach) La dimensione informativa: e nella scuola italiana? La legge 517/77 Sostituisce ai voti i giudizi (quelli analitici e quelli globali), adotta la scheda personale. Bonniol e Vial: modello della valutazione come gestione Ma oggi tutto questo basta? La società complessa. L’incertezza e le differenze (Edgar Morin) La società della conoscenza Il pensiero riflessivo L’eterotopia (l’altrove del pensiero che fa cambiare il nostro pensiero) No, non basta Parlare di valutazione comporta la ricerca di metodologie interpretative. Il soggetto in apprendimento diventa un soggetto da ascoltare, ha una storia cognitiva da raccontare, un romanzo di formazione che aiuta a comprendere il senso di quella storia. La conversazione autobiografica della valutazione è una delle strade promettenti; la sua cultura è un “testo” da interpretare, se l’insegnante ha competenze etnografiche o ermeneutiche (L. Fabbri, F. Batini) Il paradigma dell’interpretazione: lo sfondo Il costruttivismo socio – interazionista 3 Il P. dell’interpretazione: lo sfondo L’era della differenziazione culturale; Il pensiero migrante L’apprendimento è situato (e quindi è contestualizzato, è negoziato, è condiviso, è collaborativo.) In quanto collaborativo l’apprendimento «fornisce l’opportunità di fruire di quella “zona di funzionamento psicologico detta di sviluppo prossimale” (VygotskiJ, 1978) entro la quale il soggetto può svolgere assieme agli altri, pari o adulti più esperti, attività cognitive che non assolverebbe altrimenti da solo» (Varisco, 1996) Il P. dell’interpretazione: lo sfondo Bateson e l’ecologia della mente Mente Individuo Sottosistema Società Ecosistema Aspetto olistico Vasta Mente La mente individuale non ha confini fissi. Essi sono tracciati in relazione alla ricerca, considerando tutti i canali utilizzati dall’individuo. Camminando la mente di un cieco è costituita dall’uomo, dal suo bastone, dalla strada, ecc. Il sistema biologico connette tutti gli esseri viventi Valutare No a metodologie standardizzate e quantitative, Sì “pratiche individuali, locali, particolari, specifiche, che hanno a che fare con elementi biografici ed autobiografici sul versante cognitivo, che raccontano la storia, narrano cioè i passi percorsi nella storia formativa, irrepetibile di un soggetto” Sì alla riflessione (Fabbri e Batini) P. dell’interpretazione Bonniol e Vial: modello della valutazione come ricerca di senso 4 - Il paradigma della formazione Parole d’ordine: Mente plurima e flessibile nella società della conoscenza Riflessività, criticità, dialogicità Controllo interno vs controllo esterno Autonomia dei soggetti Dall’etero all’autoV Il fine ultimo, ma proprio ultimo, è L’autovalutazione (dell’allievo, del docente, del micro e del macro sistema) Autovalutazione Pensiero riflessivo Autonomia cognitiva (il soggetto coprotagonista nella costruzione della sua conoscenza) VS Valutazione eterodiretta Per non concludere: primo principio Il processo di valutazione nei fatti educativi non può essere né teorizzato né vissuto in modo neutrale e unilaterale. Necessita, piuttosto, di una visione plurale, che è una risorsa solo se si riescono a comprendere i vari punti di vista. Per non concludere: secondo principio Nei processi formativi, e dunque anche nella scuola, il valutare è un atto molto complesso in cui sono presenti e interrelati problemi di varia natura: etici, pedagogici, epistemologici, istituzionali, legislativi e via discorrendo. Per non concludere: terzo principio Compito della valutazione è non dare risposte, ma porre domande perché «Una risposta è il tratto di strada che ti sei lasciato alle spalle. Solo una domanda può puntare oltre» (J. Gaarder in C’è nessuno?, un libro che l’autore del Mondo di Sofia ha scritto per bambini ma che consiglio di leggere ai «grandi») Quante domande i vostri alunni vi porranno? Riuscirete a guardare avanti solo se avrete saputo pilotare e stupirvi guardando nei loro occhi. Aristotele: lo stupore è sintomo del pensiero speculativo. Con la consapevolezza del dramma della valutazione certificativa che comunque vivrete nella scuola Per non concludere: quarto principio Certezze o ragionevoli dubbi? La valutazione è sempre incerta. In quanto atto del pensiero ermeneutico e critico è soggetta continuamente a falsificazione. Il solito Verdi Soggettività – Intersoggettività – Trasparenza negli scopi, nei metodi, nei criteri e comunicazione. Consapevolezza dei fattori umani che intervengono nel processo formativo