… perché tanto odio La shoah è una ricorrenza che cade il 27 gennaio per non dimenticare lo sterminio degli ebrei ( considerati dai tedeschi responsabili della sconfitta della Germania durante la prima guerra mondiale e ritenuti razza impura ) compiuto a causa di un dittatore pazzo, Adolf Hitler che li uccise dolorosamente nei campi di sterminio, nelle camere a gas e nei forni crematori, dove venivano bruciati. Shoah in lingua ebraica significa “distruzione”, “desolazione” o “calamità” nel senso di una sciagura improvvisa, inaspettata; è una parola utilizzata a spiegare quando un governo manda a prendere delle persone per segregarle e sterminarle. Olocausto dalla seconda metà del XX secolo è divenuto il termine con il quale ci si riferisce al genocidio compiuto dai nazisti a danno degli ebrei rinchiusi nei vari campi di concentramento. Siamo a conoscenza della Shoah non solo attraverso documenti scritti, ma anche testimonianze orali di persone che hanno vissuto quanto accaduto come la scrittrice ebrea Anne Frank, sopravvissuta alla follia tedesca. Lei nel suo diario, racconta quanto vissuto: la cattiveria dei tedeschi allora non aveva limiti, non avevano pietà per nessuno, neanche per i bambini… Questo già ci lascia immaginare quanto dovettero subire quei poveri ebrei… Gli ebrei erano tenuti in condizioni pietose: erano scheletri viventi, non potevano mangiare niente, tranne pane e acqua. Venivano tenuti schiavi nei campi di lavoro e poi uccisi in quelli di sterminio. Non avevano alcuna libertà… Figlio di un padre autoritario e repressivo, Adolf Hitler nasce nella piccola cittadina austriaca di Braunau am Inn nel 1889. La precoce morte della madre (a cui era estremamente legato), inoltre, lascia profonde ferite nel suo animo. Iscrittosi alla scuola Reale di Linz, è un allievo problematico e dal rendimento non certo brillante. Fatica ad integrarsi, a studiare e ad avere un rapporto armonico con studenti e professori. Per campare, deve rassegnarsi a fare l'impiegato, mentre nel tempo libero discute di politica con amici e conoscenti. Nel 1912 si trasferì a Monaco di Baviera, dove lo colse l'avvenimento decisivo che lo spinse all'impegno politico: la prima guerra mondiale. Poi, da quando, il 30 gennaio 1933, il feldmaresciallo Hindenburg lo incaricò di reggere la cancelleria del Reich, la sua biografia si confuse con la storia stessa della Germania nazista. Unitamente al consolidamento della dittatura, Hitler lavorò anche per rafforzare il proprio potere personale. Capo dello Stato alla morte di Hindenburg, il 2 agosto 1934, dopo essersi sbarazzato anche del suo antico amico e ora pericoloso rivale, il capo delle SA Ernst Röhm, alla vigilia della guerra mondiale da lui scatenata, nel febbraio del 1938, assunse anche il comando diretto della Wehrmacht. La guerra, con l'ulteriore esaltazione dell'unità della nazione intorno al Führer e al regime, accrebbe la concentrazione dei poteri nelle sue mani, specie dopo che i rovesci sul fronte orientale alimentarono le sue diffidenze verso i comandanti militari. Immagini di Hitler Nella sua definizione più semplice, per razzismo si intende la convinzione preconcetta e scientificamente errata (come dimostrato dalla genetica delle popolazioni e da molti altri approcci metodologici), che la specie umana sia suddivisa in "razze" biologicamente distinte, caratterizzate da diverse capacità intellettive, con la conseguente idea che sia possibile determinare una gerarchia di valore secondo cui una particolare e ipotetica "razza" possa essere definita superiore o inferiore a un'altra . RAFFAELE PAOLILLO 1° C