Il dopo Khomeini A Khomeini (morto il 3 giugno 1989) succede (come guida suprema) Khamenei Presidenti: prima Rafsanjani, poi Khatami (fino 2005) Khatami è un riformista: - rapporto bilanciato tra legge religiosa e libertà dei cittadini - miglioramento delle relazioni estere (soprattutto con l’Europa, meno con gli USA) -miglioramento della situazione economica -Libertà di stampa con ammissione di nuove testate giornalistiche. Questo porta a un nuovo dibattito culturale e politico La nuova diplomazia di Khatami 2005: Ahmadinejad il ritorno del radicalismo Segna il ritorno del radicalismo politico anche se meno ideologizzato rispetto ai predecessori Partito populista e fortemente antiamericano •Le sue posizioni di opposizione nei confronti degli USA e di Israele ne hanno fatto – per alcuni stati del Medio Oriente un simbolo della lotta “anti – imperialista” •Programma di arricchimento dell’uranio e contrasti con l’ONU http://www.youtube.com/watch?v=cNuE06 XvZmM http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=148 Le due anime dell’Iran Fronte ultraconservatore Componenti: Guida Suprema Fronte moderato-riformista iraniana, l'Ayatollah Ali Khamenei, il Presidente della Repubblica Islamica, Mahmoud Ahmadinejad, l'Ayatollah Ahmad Jannati (presidente del Consiglio dei Guardiani), comandanti del corpo militare dei Guardiani della Rivoluzione Principi: perseguire la proliferazione nucleare, a continuare il sostegno politicoeconomico a Hamas e Hezbollah, a stringere alleanza con Russia e della Repubblica, Mohammad Khatami, il Presidente del Consiglio per il Discernimento, l'Ayatollah Hashemi Rafsanjani, e l'ex candidato alle ultime elezioni presidenziali, Mir Hossein Moussavi Principi: continuare lo sviluppo dell'industria nucleare ma, con trasparenza , maggiore apertura alla comunità internazionale, maggiore apertura della società Cina. Componenti: Ex Presidente 2009: nuove elezioni ma “vecchio leader” Le elezioni presidenziali del Giugno 2009 vedono ancora Ahmadinejad al potere (62% dei voti) Proteste in piazza Viene arrestato il leader dell’opposizione moderata Mousavi che aveva denunciato brogli elettorali Molti morti tra i civili QUESTIONE: E’ DEMOCRAZIA? LIBANO Il libano durante le due guerre mondiali Durante la prima guerra mondiale il Libano è ancora sotto il controllo militare dei Turchi, ma in seguito alla vittoria degli Alleati, nel 1918, il suo territorio diventa nei fatti una colonia francese . Scopo della Francia è quello di creare, in seno al mondo arabo musulmano, uno Stato a maggioranza cristiana nel quale i maroniti avrebbero dovuto essere maggioritari. La scelta fu sbagliata alla luce delle tante etnie presenti in libano Dopo la seconda guerra mondiale, il Libano ottiene la sua completa indipendenza, diventando i un importante centro commerciale e finanziario. Errore: i francesi lasciano il potere nelle mani dei cristiani maroniti, sostanzialmente conservatori, fingendo di ignorare che la stragrande maggioranza della popolazione è araba di religione musulmana Gruppi religiosi in Libano (dati percentuali) Musulmani 60% di cui: Sciiti 35% Sunniti 20% Drusi 5% Altri 1% Cristiani 39% di cui: Maroniti 20-25% Greci ortodossi 5% Altri (melkiti, etc…) 10-15% Altri (ebrei, ecc.) 1% Agli inizi degli anni Settanta, in pieno conflitto mediorientale e dopo la cacciata dalla Giordania (settembre nero) in Libano confluiscono numerosi profughi palestinesi (che oggi rappresentano quasi il 10% della popolazione) Questo creerà i presupposti per la guerra civile. Guerra in Libano (1 fase –fase siriana e palestinese ) Nel 1970, la Giordania espelle numerosi Palestinesi dai propri territori. I profughi si rifugiano in Libano (dove esistono già colonie di rifugiati palestinesi) Si crea così una sorta di “stato dentro lo stato” e le componenti religiose maronite in libano si schierano, in linea generale, contro il movimento palestinese mentre le milizie druse lo sostengono. La situazione si fa incandescente e il presidente libanese chiede aiuto alla Siria per cacciare i drusi. Le fazioni in guerra Il Libano diventa un avamposto della guerriglia palestinese: il confine più vicino per combattere Israele . Da un lato c’è la guerra tra israeliani e palestinesi i cui effetti si riflettono anche nel vicino libano Dall’altro c’è la lotta per la detenzione del potere in Libano: da una parte i cristiani, sostenuti da Israele, cercano di difendere l’indipendenza e la sovranità del Paese e i loro privilegi; dall’altro i musulmani, sostenuti dai palestinesi, ma soprattutto dalla Siria e, dopo la rivoluzione khomeinista del 1979 anche dall’Iran, reclamano la loro “porzione” di potere statale 1975: La Siria occupa il Libano. Il del Paese è diviso in 2 parti con il Libano meridionale e Beirut ovest in mano ai palestinesi di OLP e dei sunniti e il monte Libano a Beirut ai maroniti (sostenuti da altre frange anti-islamiche) Nel 1977 con l’uccisione di Kamal Jumblatt (druso) si chiude la prima fase della guerra La guerra in Libano (2 fase – fase israeliana) Invasione israeliana del Paese con l’operazione Litani 1978. Al Fatah risponde. Si apre la seconda fase della guerra. Le Nazioni Unite approvano una forza di interposizione internazionale – UNIFIL. Il “cessate il fuoco” imposto dagli americani prevede che l’OLP abbandoni Beirut sotto protezione della forza multinazionale. Il leader palestinese Arafat, il suo stato maggiore e la quasi totalità dei guerriglieri palestinesi vengono esiliati. La morte del leader libanese (filoisraeliano) Gemayal per mano dei siriani fa si che Israele rafforzi la sua azione con l’operazione Pace in Galilea Subito dopo la guerra culmina nel 1982 col massacro di Shabra Satila http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=225 Nel 1983 dopo numerosi attacchi alle forza alleate si raggiunge un accordo con Israele per il ritiro dal Libano http://www.youtube.com/watch?v=THumTTechlI Appendice: il massacro si Sabra e Shatila Il 1 settembre 1982, vennero definitivamente evacuati i campi profughi Il Ministro della Difesa Ariel Sharon contestò la presenza di 2000 guerriglieri dell'OLP rimasti in territorio libanese Il 14 settembre 1982, Gemayel fu ucciso da servizi segreti siriani Le milizie cristiano-falangiste di Elie Hobeika alle 18,00 circa del 16 settembre 1982, entrano nei campi profughi di Sabra e Shatila. Il giorno prima, l'esercito israeliano aveva chiuso ermeticamente i campi profughi Ci furono tra 3000 e le 3500, il tutto in sole 40 ore tra il 16 e il 18 settembre Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato il massacro con la risoluzione 37/123 del 16 dicembre 1982. Nel giugno del 2001 la Corte di Cassazione belga, apre il processo su Sabra e Shatila per i crimini di guerra e contro l'umanità, convocando Hobeika come unico responsabile Hobeika fu assassinato nel 2002 poco prima di testimoniare http://www.youtube.com/watch?v=WrCjesy6ioQ APPENDICE: I campi profughi palestinesi Appendice: la strategia israeliana La strategia israeliana consisteva nel chiudere i confini sul fiume Litani http://www.youtube.com/w atch?v=SJdVH8BI2Q&feature=related Guerra in Libano (ultima fase) Ancora guerra tra le fazioni – entrano in gioco le dinamiche “riflesse” l’’Iran sostiene le milizie di Hezbollah, l’Iraq sostiene i maroniti (più per convenienza che per comunità di ideali!) A seguito dell’invasione israeliana del Libano, l’Iran con appoggio dei siriani aveva inviato nel Paese numerosi Pasdaran per addestrare gli sciiti alla guerra: nasce così il movimento di Hezbollah, composto da integralisti islamici Gli accordi di Taif La fine della guerra civile viene sancita dall’accordo di Taif nel 1989. La situazione del dopoguerre vedeva: Assetto di governo: presidente della Repubblica cristiano maronita, primo ministro sunnita presenza militare della Siria; crescita del peso politico degli Hezbollah Appendice: gli Hezbollah Partito politico sciita del fondato nel giugno 1982, dotato di un'ala militare I suoi leader si ispirano all'Ayatollah Khomeini, e le sue forze militari sono state addestrate Guardie Rivoluzionarie Iraniane Dal 1992 l'organizzazione è guidata da Hassan Nasralla Si oppone all’ala dei cristiano maroniti L'ala politica di Hezbollāh è, molto attiva in campo sociale, gestendo una serie di attività ed istituzioni che forniscono istruzione, assistenza sanitaria e sostegno economico alle famiglie meno abbienti http://www.youtube.com/watch?v= HYWVyOAAmtw Libano (dopo la guerra) Non tutti i musulmani, però, seguono il “partito di Dio”, ma seguono in maggioranza la leadership dei sunniti, guidati dalla famiglia Hariri, e perciò perseguono un modello di “modernizzazione” (consono alla tradizione libanese) in alleanza con i paesi moderati Dopo l’assassinio dell’ex primo ministro libanese Rafiq Hariri (febbraio 2005) inizia la cosiddetta rivolta dei cedri la Siria, sotto la pressione del “movimento del 14 marzo” si ritira dal libano http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/punt ata.aspx?id=226& Per la prima volta un movimento senza fede religiosa, ma solo contro il “nemico siriano”. Ma questo equilibrio pacifico è di brevissima durata L’alleanza di partiti anti-siriani guidata da Saad al-Hariri, figlio di Rafiq, vince le elezioni politiche; Fouad Sinora, alleato di Hariri, è il nuovo primo ministro. Si riaprono le vecchie discordie - nuova linea di scontro sciita/sunnita e anche fra radicali e moderati, anti- e filo-occidentali. La guerra del Libano del 2006 Dopo l’uscita di scena della Siria, rinascono le vecchie lotte inter-etniche e inter-religiose Dopo un attacco da parte di Hezbollah ad una pattuglia israeliena, Israele risponde: è di nuovo guerra israelolibanese che termina solo con l’intervento della forza di interposizione UNIFIL http://www.lastoriasiamon oi.rai.it/pop/schedaVideo. aspx?id=630 2009 elezioni in Libano Vince la coalizione del “14 marzo” di Saad Hariri, a sorpresa su quella di matrice fondamentalista di Hezbollah Si affianca al Repubblica, il cattolico maronita Michel Suleiman Il futuro del Libano 3 agosto 2010: una disputa di confine tra israeliani e libanesi ha evocato il fantasma di un nuovo conflitto nella regione Il movimento di Hezbollah ne approfitta per giustificare la sua presenza nel Sud del Libano e nelle zone di confine, nonché per convincere il popolo libanese della pericolosità di un suo disarmo Hezbollah sempre più vicino all’Iran Le speranze di stabilizzazione della situazione interna libanese nate dalla svolta impressa da Saad Hariri sono fallite?