Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale Facoltà di Scienze Economiche ed Aziendali (S.E.A.) Corso di Laurea in Economia e Gestione dei Servizi Turistici Prof. Filippo Bencardino Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale Principali mutamenti di geopolitica mondiale Globalizzazione economica Sviluppo diseguale Conflitti internazionali Paesi euroasiatici Paesi del Terzo mondo L’allargamento dell’UE Continuo processo d’integrazione Riorientamento delle politiche regionali secondo criteri ispirati alla coesione, competitività e cooperazione nell’ottica della sostenibilità Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale La globalizzazione attraverso il progressivo abbattimento e/o riduzione delle barriere legislative, doganali e fiscali e la libera circolazione delle merci e dei capitali nascita di un Mercato globale Aumento del benessere non equamente distribuito tra: PAESI POVERI Offerta frammentata e a scarso v.a. Basso potere contrattuale Forte concorrenza con Paesi che producono beni similari Assenza di un mercato nazionale Monoproduzione (volontaria o indotta) Dipendenza PAESI RICCHI Offerta diversificata e ad alto v.a. Forte potere contrattuale Posizioni monopolistiche Controllo del mercato dei capitali “Deterioramento delle ragioni di scambio” e limiti all’innesco di processi di sviluppo endogeno ma soprattutto….. Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale Anni ’60 Il debito del Terzo Mondo Prestiti ai PVS con i “petrodollari” anche per progetti futili Anni ’80 Insolvenza dei PVS ed impossibilità di pagare gli interessi Fine anni ’80 Finanziarizzazione del debito e dominio delle multinazionali ma anche interventi a favore dei PVS Recentemente Accordo di Colonia (1999) e Vertice G8 di Okinawa (2000) Riduzione del debito del 90% e oltre…. Cause interne Scarso aiuto delle politiche governative Carenza di capitali ed infrastrutture Carenza di competenze … + Cause esterne Emorragia di ricchezze ed indebitamento + Scambio ineguale Aumento del divario tra Nord e Sud del mondo Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale Con la fine della Guerra Fredda (1947-89) e delle rivalità tra Stati Uniti ed Unione Sovietica, i conflitti internazionali si concentrano in due macroaree : Area dei Paesi euro-asiatici e l’area dei Paesi del Terzo Mondo Nella fascia geopolitica che collega le coste del Baltico, attraverso l’Europa danubiano-balcanica e il Caucaso, agli altipiani dell’Asia Centrale, si sono susseguiti una serie di conflitti interni ed internazionali: guerra tra Armenia e Arzebaigian guerriglia in Ossezia conflitto in Moldova guerre cecene del 1995 e 1999 guerra civile in Tagikistan guerre dei Balcani .... Territori… - con politiche di formazione recenti - con legittimità politica precaria - con confini contestati - con popolazioni non omogenee dal punto di vista etno-culturale Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale Dagli anni ’90 numerosi conflitti si sono susseguiti anche in Medio Oriente per motivi diversi: invasione del Kuwait da parte dell’Iraq (controllo del mercato del petrolio) conflitto in Israele (rivendicazioni della patria da parte dei palestinesi) conflitto curdo (affermazione della propria identità culturale) guerra civile in Afghanistan (lotta ad ogni forma di occidentalizzazione) Conflitto indopakistano (controllo del Kasmir) forte competizione geopolitica ed energetica (conflitti tra le Repubbliche ex Sovietiche) ..... Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale Area dei Paesi del Terzo Mondo Conflitti interstatali per la definizione dei confini post-coloniali (Anni ’80): Marocco e Algeria, Eritrea ed Etiopia, Zambia e Zaire ..... Conflitti secessionisti per la definizione dei confini all’interno delle stesse nazioni: Katanga nell’ex Congo Belga Biafra in Nigeria Ribellione dei tuareg nel Mali e nel Niger Ribellione tutsi nella regione orientale del Kivu all’autorità centrale di Kinshasa ... Conflitti intranazionali combattuti per motivi di identità etnica, economici, politici, regionali, personali: Ruanda e Burundi Conflitto nell’Angola e nel Congo-Brazzaville .... Regionalizzazione della crisi Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale L’instabilità politica conseguente ai nuovi conflitti internazionali ha portato a ridisegnare la mappa geopolitica di Europa e Mediterraneo attraverso un continuo processo di integrazione .... Le principali tappe dell’allargamento dell’Unione Europea: 1995 2004 2007 ? L'ingresso di Danimarca, Irlanda e Gran Bretagna (1973); Grecia (1981); Spagna e Portogallo (1986); Austria, Finlandia e Svezia (1995) L’adesione di Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Slovenia e Ungheria Nascita dell’UE-15 Nascita dell’UE-25 Sono entrate a far parte dell’Unione anche Bulgaria e Romania Croazia (sono iniziati i negoziati per l’adesione); Turchia (candidata dal 1999) Albania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Serbia e Montenegro per aderire alla UE devono avviare un processo di riforma per rispettare i “criteri di Copenaghen” Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale Per agevolare il processo di adesione dei Paesi candidati, l'UE ha definito una strategia di preadesione attraverso tre Programmi comunitari: Phare (sostegno e ricostruzione economica della Polonia e dell’Ungheria) Ispa (incentivi ad investire in ambiente e trasporti) Sapard (adeguamento strutturale per l’agricoltura e lo sviluppo rurale) Obiettivo: Fonte: www.europarl.it fornire assistenza, promuove gli investimenti nei Paesi candidati, favorirne le riforme, consentire un loro adeguamento alle sfide del Mercato Unico Europeo Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale Commissione Mondiale sull’ Ambiente e lo Sviluppo Rapporto Brundtland 1993 2001 1992 1987 Sostenibilità dello sviluppo Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo Sviluppo Dichiarazione di Rio Agenda 21 Comunità Europea V e VI Programma di azione per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile Sanciscono l’integrazione tra le politiche ambientali e le politiche di sviluppo Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale «Per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo che soddisfi i bisogni Def.: del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri» (Rapporto Brundtland - 1987) Alla base del concetto di sostenibilità si hanno due interpretazioni ..... .... tre principi fondamentali e .... Sostenibilità forte Sostenibilità debole Integrità del sistema Efficienza economica Equità sociale .... molteplici dimensioni Sostenibilità ambientale Sostenibilità culturale Sostenibilità geografica Sostenibilità demografica Sostenibilità sociale Sostenibilità economica Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale La Conferenza delle Nazioni Unite sull'Ambiente e lo Sviluppo "Earth Summit“ (Rio de Janeiro 1992), alla quale hanno partecipato 183 paesi, ha approvato la "Dichiarazione di Rio sull'Ambiente e lo Sviluppo“ e Agenda 21 è un documento di natura programmatica ed operativa, che sintetizza le azioni specifiche e le strategie che i paesi firmatari si sono impegnati ad attuare, nel XXI secolo, per favorire lo sviluppo sostenibile Il capitolo 28 di Agenda 21 dà grande importanza al ruolo degli Enti locali per l’adozione di Agenda 21 locale Obiettivo: Pianificazione delle politiche sostenibile dello sviluppo attraverso un approccio strategico flessibile e condiviso dagli attori locali Strumenti chiave Forum ambientale RSA Piano di azione ambientale Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale Nel 1993 la Comunità Europea emana il V Programma politico e d'azione a favore dell'ambiente e “per uno sviluppo durevole e sostenibile” Obiettivo: elaborare una strategia programmatica indicativa per l’avvio di una “nuova generazione di politiche per l’ambiente” Cause... La RSA evidenzia «..un lento ma inesorabile deterioramento dell’ambiente della Comunità..» Carenza di dati per la programmazione Inadeguatezza delle strategie formulate Cambiamenti climatici in atto Squilibri ambientali (es. deforestazione) Fissazione di obiettivi indicativi di lunga durata Punti chiave del Programma Organizzazione della programmazione ambientale per tematiche principali (cambiamento climatico, inquinamento, rifiuti…) e settori di riferimento: industria, energia, trasporti, agricoltura e turismo Utilizzo di strumenti: legislativi; orizzontali di supporto (dati statistici, ricerca scientifica..); finanziari (LIFE, ENVIREG...); di mercato. Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale Nel 2001 è stato varato il “VI Programma d’azione per l’ambiente ” intitolato “Our Future, Our Choice”. Esso integra i temi ambientali nella strategia politica di sviluppo sostenibile adottata dall’Unione Europea per il decennio 2001-2010 Quattro sono le aree tematiche che necessitano di maggiori interventi e per le quali sono stati fissati diversi obiettivi: 1) natura e biodiversità 2) ambiente e salute assicurare l’equilibrio dei sistemi naturali arrestare la perdita della biodiversità proteggere il suolo dall’erosione e dall’inquinamento misure di prevenzione per le tutela della salute umana e dell’ambiente emanazione di norme sanitarie più severe ricerca legame inquinamento e salute umana 3) cambiamento climatico 2008-2012: riduzione delle emissioni medie di gas ad effetto serra dell’8% come concordato nel Protocollo di Kyoto entro il 2020: riduzione delle emissioni globali del 20-40% nel lungo periodo: abbattimento delle emissioni del 70% 4) risorse naturale e rifiuti uso razionale delle risorse rinnovabili e non rinnovabili riduzione dei rifiuti e riciclaggio Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale Trattato delle Comunità Europee Atto Unico Europeo Trattato di Maastricht Artt. 158 e 159 Coesione economica e sociale Fondi Strutturali e BEI U.E. e Fondo di coesione 1999 1992 1986 1957 La politica di coesione Commissione Europea Agenda 2000 L’obiettivo principale è ridurre le disuguaglianze economiche e sociali tra i Paesi Membri Programma 2007-13 Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale La politica di coesione: nascita ed evoluzione (art.158): introduce il concetto di Trattato delle Comunità Europee (1957) “Coesione economica e sociale” (art.159): obbligo della Commissione di presentare una relazione triennale sui progressi verso la Coesione Atto Unico Europeo (1986) Stabilisce che i Fondi Europei e la BEI devono operare per la correzione degli squilibri regionali fra i Paesi Comunitari Trattato di Maastricht (1992) Definisce la Coesione un obiettivo comunitario fondamentale ed istituisce il Fondo di coesione in favore degli Stati membri in difficoltà La Commissione (1996) Adotta il I° Rapporto sulla coesione economica e sociale alla base del I° Forum sulla coesione del 1997 e delle proposte di Agenda 2000 Nel 2001 si ha il II° Rapporto sulla coesione economica e sociale Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale Con Agenda 2000 - “Per un’Unione più forte e più ampia ” si programma la politica di coesione per il 2000-2006 intervenendo in tema di : Politica agricola comune Aiuti strutturali Strumenti di pre-adesione dei paesi candidati Attraverso i Fondi strutturali ed il Fondo di coesione si è puntato al perseguimento di tre obiettivi comunitari e .... ..... di quattro iniziative comunitarie Obiettivo 1: INTERREG III: promuovere la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale (FERS) Obiettivo 2: URBAN II: finalizzato alla riqualificazione economica e sociale delle città e dei quartieri in crisi (FERS) promuovere lo sviluppo e l’adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo favorire la riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali Obiettivo 3: favorire l’adeguamento e l’ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione LEADER PLUS promuovere lo sviluppo endogeno delle aree ruraie (FEOGA) EQUAL promuovere nuove pratiche di lotta alle discriminazioni e alle disuguaglianze nel mondo del lavoro (FSE) Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale Dettagli sull’evoluzione degli obiettivi comunitari Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale Programmazione della Politica di coesione europea per il periodo 2007-2013 III Rapporto di coesione economica e sociale 1) descrizione dei risultati raggiunti dalla programmazione precedente: Quattro priorità politiche : sviluppo sostenibile conservazione e gestione delle risorse naturali dare concretezza alla cittadinanza europea - obiettivi - iniziative comunitarie 2) analisi dell’impatto socio - economico dell’allargamento: - demografica (+ 20%); - reddituale (-12,5% UE25; -18% UE 27); - occupazionale , differenze economico-sociali, concentrazione della ricchezza… ruolo dell’UE nel mondo + Ripartizione delle risorse tra le diverse politiche comunitarie Necessità di interventi di politica di coesione in un’ottica di: Convergenza Competitività Cooperazione Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale PRINCIPI Convergenza OBIETTIVO Sostenere la crescita economica ed occupazionale nei paesi meno sviluppati Regionale: anticipare e promuovere i mutamenti economici nelle aree industriali, urbane e rurali potenziandone la competitività Competitività Nazionale: rafforzare l’attuazione della Strategia Europea per l’Occupazione e sostenere riforme strutturali del mercato del lavoro negli Stati Membri RISORSE DESTINATARI FINANZIARIE Stanziamento pari al 78% del bilancio futuro Regioni in ritardo di sviluppo FONDO FESR FSE FESR Stanziamento pari al 18% del bilancio ripartito in quote uguali tra i due fondi puntare su uno sviluppo Beneficerà del 4% equilibrato ed armonioso del degli stanziamenCooperazione territorio attraverso la coopera- ti della politica zione transfrontaliera, transnaregionale zionale ed interregionale Tutto il territorio dell’Unione (programmi regionali) FSE (programmi nazionali) Tutto il territorio dell’Unione Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale Il III Rapporto di coesione, per confermando i principi che hanno fatto il successo della politica comunitaria degli ultimi anni, ha proposto una profonda riforma in materia di: Strumenti finanziari : riduzione del numero di Fondi da 6 a 3 Fondi : non più programmi plurifondi ma l’utilizzato del principio “1 fondo 1 programma” Programmazione : è previsto uno snellimento a livello politico ed operativo Gestione finanziaria : i pagamenti saranno effettuati in base a priorità e non più in base a misure come avviene attualmente; sarà inoltre mantenuto il sistema dei pagamenti per anticipi e rimborsi e il principio del disimpegno automatico Controllo : In proporzione all’entità del finanziamento ottenuto e all’adeguatezza, il controllo verrà effettuato dalla Commissione o dai singoli Stati o da un Ente nazionale indipendente Partenariato : si punta ad un potenziamento della cooperazione tra gli Stati, le Regioni e le autonomie locali Le nuove determinanti dello sviluppo territoriale