CoViScO 2014/2015
Giuseppe A. Micheli
LEZIONE 5
Dalle Norme ai Moods.
La dimensione non cognitiva
della percezione di input
cognitivi
1
Covisco 2013 - 5 – La dimensione non cognitiva
QUESTIONE NUMERO 1
[1]
Se la modernità è effetto di
slittamento nella mappa
dei ‘value models’, come
prende forma il loro
cambiamento?
2
Covisco 2013 - 05 - Vie d'uscita
Come prende forma un cambiamento
nei value models?
“Le scelte di un individuo, incluse quelle economiche, sono in larga parte o quasi
tutte basate su considerazioni normativo-affettive (N/A) non solo nella selezione degli obiettivi, ma anche dei mezzi. Le zone limitate in cui dominano considerazioni logico-empiriche sono esse stesse definite da fattori normativoaffettivi che legittimano e motivano tali processi decisionali” (Etzioni, 1988).
C’è coerenza tra l’ipotesi di ‘disembedment’ e questa
affer-mazione di Etzioni? Sì. Le scelte cambiano o perché
escono dall’area tabu ed entrano in un’area di neutralità
affet-tiva, o perché al contrario entrano in nuove aree
influenzate da fattori N/A.
Etzioni dice la stessa cosa, sostenendo che i fattori N/A influenzano
le scelte per tre vie: infusione, esclusione, recinzione. Approfondiamo questi tre meccanismi.
3
Covisco 2013 - 05 - Vie d'uscita
Infusione, loading, intrusione
Una prima via d’influenza dei fattori N/A sulle scelte è definita da
Etzioni “infusione”: con essa considerazioni ‘razionali’ sono messe
in secondo piano rispetto a fattori N/A. Essa assume due forme.
Loading: I fattori N/A caricano o ‘colorano’ i fatti, le loro
interpretazioni e le inferenze
che ne sono tratte con elementi non logico-empirici.
Il matrimonio è una scelta
segnata da un Sacramento,
perciò richiede una
cerimonia religiosa
Covisco 2013 - 05 - Vie d'uscita
Intrusione: I fattori N/A ostacolano la
formulazione ordinata di considerazioni
‘razionali’, per es. abbreviandole con salti di
ragionamento o pervenendo a conclu-sioni
non logicamente conseguenti.
Abbiamo sempre pensato che era meglio aspettare a avere
un figlio dopo avere trovato un lavoro stabile. Ma quando i
nostri amici ne hanno avuto noi ce ne siamo innamorati e
4
abbiamo cambiato idea istantaneamente..
Esclusione (e recinzione)
Si ha esclusione quando, per fuInclusione o recinzione (fencing)
sione normativa di un certo mezzo
è l’altra faccia dell’esclusione.
con un certo fine, considerazioni
Fattori N/A definiscono le “zone
‘razionali’ sono trattate come
di legittima indifferenza” in cui è
moralmente o emozionalmente
legittimo prendere decisioni su
improponibili o irrilevanti.
basi ‘razionali’.
Opzioni escluse non sono neppure prese in considerazione dagli attori: la loro adozione o presa in considerazione è deliberata-mente bloccata, tabu. Gli attori percepiscono che esiste un solo binario per l’azione, anche se l’osservatore ne vede altri.
Un tipico teenager americano non ci
pensa su due volte a scegliere tra
una Coca con hamburger e una
Perrier con lumache.
Area inertiale
Norme&Tradizioni
Scelte relative al college e
alla carriera lavorativa sono
prese in conformità alle
tradizioni di famiglia.
L’enclosure non è che l’altra faccia dell’esclusione. Fattori normativo-affettivi delimitano ”zone di indifferenza legittimata” come le
sole appropriate per prendere decisioni su basi ‘razionali’.5
Covisco 2013 - 05 - Vie d'uscita
“Matters of indifferency”
Slittamenti nel ‘dominio della ragione’ non sono esclusivi del nostro tempo.
Lo stesso movimento di secolarizzazione è un processo di lungo corso di
inclusione di issues teologici entro zone di indifferenza legittimata.
Appartenente alla cerchia oxoniense dei ‘latitudinaristi’, Locke
nel saggio sulla tolleranza del
1667 distingue ciò che è competenza della speculazione e del
dogma divino da “tutte le opinioni e le azioni pratiche in matters
of indifferency..”.
“tutti quei principi e opinioni pratiche per i
quali gli individui sono obbligati a aggiustare
le proprie azioni l’un l’altro, per esempio
per allevare i propri figli, o amministrare i
propri beni, o stabilire se poligamia o divorzio
sono legittimi o meno. Queste opinioni, e le
azioni che ne conseguono, sono indifferenti ad
altri principi, e hanno diritto alla tolleranza..”
Le idee di Locke riecheggiano nella teoria alta e bassa dei processi storici nel ‘900:
Per Weber (1922) il processo di razionalizzazione dell’azione sostituisce alla accettazione acritica delle
tradizioni un adattamento
vigile alle situazioni in
funzione dell’interesse
individuale”.
Covisco 2013 - 05 - Vie d'uscita
Nella terza precondizione di Coale (1973) alla Transizione Demografica, il birth control rientra nel dominio delle scelte consapevoli tramite la disponibilità
di tecniche contraccettive. Le scelte procreative slittano dall’area della regolazione normativa a quella della
neutralità affettiva, dove esse sono valutate in base ai
parametri di costi e di benefici. La transizione di 6Coale
è emergenza di un’area “emozionalmente neutrale”.
QUESTIONE NUMERO 2
[2]
Che ruolo gioca, nella
formazione di scelte
transizionali, l’aumento
di scenari di “incertezza
forte” o totale?
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Covisco 2013 - 6 - Moods
Un approccio al decision-making del
tutto dipendente dall’informazione
La quasi totalità dei modelli di decision-making sono totalmente information-dependent, basat su meccanismi esclusivamente cognitivi:
“Il comportamento è determinato da intenzioni. Le intenzioni sono interpretate come atteggiamenti nei confronti del comportamento in questione e delle connesse norme soggettive. Atteggiamenti e norme sono formulati in termini di convinzioni (beliefs) sulle conseguenze di quell’azione e sulle attese in proposito dei referenti privilegiati. Tirando le somme, dunque, un comportamento di un individuo è spiegato in funzione delle sue opinioni. E
dato che le convinzioni delle persone si sostanziano nelle informazioni (corrette o no)
a loro disposizione su se e sul mondo che li circonda, ne segue che i loro comportamenti sono alla fine completamente determinati da queste informazioni” (Ajzen, ‘88)
Cardine di questi modelli è la categoria di atteggiamento. La filosofia di sondaggi
d’opinione ci ha abituati a disegnare così i processi decisionali: un miscuglio di
background sociale, clima culturale e un sistema di valori influenza gli atteggiamenti
dll’individuo, questo a loro volta anticipano le corrispondenti scelte.
In base a questo schema, un atteggiamento è una mera
costruzione teorica, ma certo non ‘teoricamente densa’
Comportamento
(theory-laden), operata tramite i modelli sociopsicologici.
Atteggiamenti
Insomma, un concetto socialmente utile ma privo di statuto
Value system
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scientifico, che potrebbe anche essere sostituito da altri
Background sociale
concetti (Doob, 1947) relativi alla teoria dell’apprendimento.
Covisco 2013 - 6 - Moods
Diffusione di una società del rischio
Giddens, Beck, Castel hanno sottolineato come noi viviamo in una società
che è sempre più consapevole del rischio.
Per Giddens la transizione in corso è prevalentemente una questione tecnologica, che
riguarda scennari (per
es. il riscaldamento
globale) sempre più
complessi.
“Quanto più cerchiamo di colonizzare il futuro, tanto più
esso ci riserva sorprese (..) Man mano che la natura viene
invasa, ed anche azzerata dalla socializzazione uma-na, e la
tradizione si dissolve, nuovi tipi di incalcolabilità vengono
a galla”. (Giddens, 1994).
“I rischi della civilizzazione oggi sfuggono alla percezione e
si localizzano nella sfera delle formule fisiche e chimiche
(..). Possiamo definire il rischio odierno come un modo
Per Beck la crescente
sistematico di trattare gli hazards e le insicurezze indotte
consapevolezza del
rischio è perfettamente e introdotte dalla modernizzazione stessa” (Beck, 1992).
coerente col paradigma “Una società basata su un sistema di garanzie accentua la
della scelta razionale. propria complessità; nel momento in cui accresce il controllo
Robert Castel formula sui rischi, essa ne crea di nuovi, e il moltiplicarsi di possibili
concetti analoghi.
alternative di vita porta come conseguenza una crescente
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ansietà” (Castel, 2003).
Covisco 2013 - 6 - Moods
Dall’incertezza debole a quella forte
‘knightiana’
Le strategie economiche individuali influenzano le scelte di passaggio,
interagendo coi sistemi di norme. Ma quali logiche regolano il processo
decisionale in presenza di fratture socio-culturali, quando parti di un
sistema di valori divergono tra loro o confliggono con una realtà in
trasformazione? C’è un altro livello di logica che affiora quando rational
choice e logiche normative si annullano reciprocamente?
La teoria economica della decidibilità sottolinea come l’incertezza non sia
un concetto univoco. In particolare, rispetto alle più note condizioni di
conoscenza completa o di incertezza debole o semi-debole (o informazione
forte o semi-debole) è oggetto oggi di attenzione la cosiddetta incertezza
forte (o informazione debole) “knightiana” [Knight F.H., Uncertainty and
Profit, Boston, Houghton Mifflin, 1921)]:
Incertezza forte knightiana è la situazione in cui conosciamo solo
parzialmente il vettore dei dati sperimentali [se non è conosciuto per
nulla siamo in situazione di incertezza totale], ma soprattutto nulla
conosciamo sul modello generatore dei dati stessi. In questo contesto
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l’individuo formulerà “probabilità soggettive”.
Covisco 2013 - 6 - Moods
Ambivalenza del concetto di
percezione del rischio
Le scienze sociali sono oggi allineate a un approccio riduttiva-mente cognitivista,
in cui l’insicurezza si riduce alla incertezza statistica di fronte a rischi crescenti.
Ma l’insicurezza e l’ansietà hanno un doppio processo formativo. La
percezione del rischio può salire:
Da una parte a causa di eventi
esterni e visibili, per una crescita
della incertezza oggettiva, anche
prodotti dalla società stessa
(spiegazione esogena)
I due livelli di formazione sono ben distinti. La
percezione del rischio può crescere sia per
l’espandersi del rischio, sia per l’insinuarsi di una
sorta di insicurezza intrinseca che a sua volta
induce gli individui a leggere la propria situazione
di incertezza alla luce di un accresciuto
pessimismo. Una percezione del rischio che può
sottendere bassa autostima, perdita di selfefficacy, o slittamento del locus of control.
Covisco 2013 - 6 - Moods
Dall’altro sgorga dall’interno,
come reazione a una minaccia
persistente che accresce uno
stato d’ansia senza oggetto
preciso (spiegazione endogena)
“La sicurezza ontologica è per la
verità una sensazione di sicurezza (..). Ha a che fare con
l’ “esserci nel mondo”. Ma si
tratta di un fenomeno emozionale, più che cognitivo”
(Giddens, 1990). 11
QUESTIONE NUMERO 3
[3]
La percezione del rischio e
della complessità dipende
solo dalla situazione o
anche dal frame? Che
ruolo vi giocano gli ‘stati
d’animo’ (e cosa sono)?
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Covisco 2013 - 6 - Moods
Tre dimensioni della (in-)sicurezza
Heckausen definisce queste strategie compensative ‘strategie di controllo
secondario’. Baltes (1987) le definisce plasticità: “Nel dominio dell’intellectual
functioning la plasticità è capacità di riserva di sviluppo, specifica per ogni diversa
età. Nel dominio della personalità, la plasticità è resilienza al ‘developmental stress’ e a
problemi di coping di fronte a eventi avversi nel corso di vita” (ma plasticità ≠ resilienza).
Ma di quali meccanismi è a sua volta composta la plasticità? Almeno tre. Le due
categorie più note sono quelle di self-esteem e self-efficacy:
L’autostima esprime l’autovalutazione sul valore di sé
(moral restraint & self-control in Malthus, Locke Smith).
La percezione di self-efficacy esprime la convinzione nelle proprie capacità di organizzare
ed eseguire le sequenze di azioni necessarie
per produrre un dato risultato” (Bandura,1997).
La dicotomia di Rotten (1966) “locus of control interno/esterno” segnala la convinzione di Ego sulla relazione causa-effetto che intercorre tra una data azione e
un risultato (internal control: Ego ritiene che i risultati siano determinati dalle
sue stesse azioni; external control: il risultato è percepito come effetto di fortuna, caso, destino o della complessità imprevedibile delle circostanze)
NB: Self esteem, self-efficacy e locus of control13sono
meccanismi del tutto distinti. L’uno non implica l’altro.
Covisco 2013 - 6 - Moods
Il modello di Planned Behavior
Negli anni Ottanta Ajzen
recepisce le categorie di
rischio e incertezza, e
costruisce un modello di
decision-making che
dipende dalla valutazione:
a) dell’utilità attesa
dell’azione; della
valutazione degli altri; c)
della propria capacità di
perseguire l’obiettivo
Scelta del
comportamento
Intenzione
Valutazione
dell’azione
Attesa
soggettiva
di conseguenze del
comportamento
Valutazione
soggettiva
di utilità
delle conseguenze
Valutazione
quadro norme
Valutazione
del controllo
Percezione della
valutazione che
Altri dà del comportamento e
peso dato al loro
parere
Grado percepito di
controllo su
comportamento
La percezione del controllo sull’azione è un fattore assimilabile alla self-efficacy, autovalutazione di efficacia di un individuo nel perseguire l’obiettivo da
lui prescelto. La percezione del controllo deve molto al concetto di locus of
control di Rotten, la convinzione generica di un individuo di riuscire (o non
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riuscire) a tenere sotto controllo esito delle proprie azioni.
Covisco 2013 - 6 - Moods
Moods. Stati d’animo
decapitati dell’oggetto
L’attenzione si sposta sugli stati d’animo. Non su atteggiamenti o
emozioni. Quel che li rende utili, per leggere comportamenti di
dilazione o rimozione, è che i moods (oltre ad essere di più lunga
durata) sono aspecifici: non hanno un preciso oggetto/causa.
Uno sciatore che vede staccarsi una valanga prova un senso di paura, in cui
sono presenti tutti e tre gli elementi basilari di un’emozione: un soggetto,
uno stato della mente dotato di durata, un oggetto specifico di tale stato. Ma,
una volta scampato, continuerà a lungo a provare un senso di disagio, anche
se la causa di quella emozione originale non è più presente. Nella nuova
struttura affettiva viene a mancare la terza condizione di esistenza (lo
specifico oggetto a cui sia orientato lo stato della mente). Non più paura ma
angoscia. Non è più un’emozione, ma un umore, stato d’animo, disposizione.
Le emozioni, come gli atteggiamenti, hanno sempre un oggetto. I moods no,
sono “fenomeni mentali non intenzionati” (Frijda, 1993).
Possiamo cominciare a intuire che stati d’animo ‘di crisi’ possono
restringere la capacità di resilienza dell’individuo, inducendo pro15
pensione a posporre (put off) o addirittura a rimuovere (cut off).
Covisco 2013 - 6 - Moods
Distinguere emozioni & moods/1
Jervis (1991) identifica un atteggiamento per la
simu-tanea presenza di tre elementi:
Ma non tutti gli stati della mente
possiedono tutti e tre gli elementi!!
Un soggetto
Un suo stato intenzionale perdurante
Uno specifico obiettivo del’intenzione
Supponiamo che una persona assista a un fenomeno catastrofico, come l’esplosione di una bomba o la caduta di una valanga, che minacci la sua stessa vita.
Certo proverà un senso di paura o di terrore. In entrambi i casi sono presenti
tutti e tre gli elementi basilari di un’emozione: un soggetto, uno stato della
mente dotato di durata, un oggetto specifico di tale stato.
Supponiamo ora che l’esperienza di Ego sia stata così forte da restare impressa a
lungo nella mente.. Ego continuerà a stare male anche se la causa di
quell’emozione originale non è più presente. In questa struttura affettiva viene a
mancare la terza condizione di esistenza (uno specifico oggetto a cui è orientato
lo stato della mente). Il sentimento che Ego prova non è più di paura o terrore,
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ma di angoscia. Non è più un’emozione, ma un mood.
Covisco 2013 - 6 - Moods
Distinguere emozioni & moods/2
Intensità
Parkinson et al. (1996) stila una
lista di differenze fondamentali tra
moods, atteggiamenti e emozioni.
La raggruppiamo in 5 classi:
Mood
EmozioniTempo
Moods
Emozioni
Atteggiamenti
Livello di
azione
Livello affettivo a
debole intensità
Livello affettivo ad alta
intensità
Livello cognitivo
Durata/modello temporale
Relativamente a lungo
termine, continuo,
insorgenza graduale
Relativamente a breve
termine, episodico,
insorgenza rapida
Relativamente a lungo
termine, continuo,
insorgenza graduale
Causazione
Non causato da eventi
specifici
Causato da eventi
specifici
Cusato da eventi
specifici
Individuazione
di scopo
Non messo a fuoco
Individua un oggetto
specifico
Individua un oggetto
specifico
Funzione di
segnalazione
Dà informazioni sullo
stato attuale del Self
Dà informazioni sullo
stato della situazione
Dà informazioni sul
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Self e sulla situazione
Covisco 2013 - 6 - Moods
Un modello circomplesso di affetti
Impaurito
Angosciato
Stupito
Eccitato
Annoiato
Russell e Mehrabian (1974) hanno formulato il modello PAD per mappare i moods,
Infelice
collocati in uno spazio a 3 dimensioni:
‘Pleasure-unpleasure’, ‘degree-ofArousal’, ‘Dominance-submissiveness’
Seccato
(cioè ‘controllo vs assenza di controllo).
Nel 1980 Russell abbandona il terzo asse
e si concentra sui primi due, collocando i
termini di stati affettivi in una rappresentazione a circomplesso.
Aroused
AROUSAL
I moods sono costrutti sociali, ma la loro
attrattività sta nel fatto che sono
misurabili e verificabili. Una tradizione
secolare di studi psicometrici ha posto le
fondamenta della misurazione dei moods.
Contento
PLEASANTNESS Felice
Rilassato
Depresso
Appagato
Scoraggiato
Calmo
Acquiescente
Un circomplesso è una struttura bidimensionale circolare in cui gli items vicini sulla circonferenza sono correlati direttamente tra loro, quelli opposti sono correlati negativamente,
mentre quelli a 90° sono incorrelati tra loro.
Da notare che i livelli intermedi di arousal sono vissuti come ‘affettivamente neutrali’ (à la
18
Parsons). In questo senso il grado di arousal consente di distinguere emozioni da moods.
Covisco 2013 - 6 - Moods
QUESTIONE NUMERO 4
[4]
Se non è effetto di
elaborazioni cognitive e
consapevoli, da cosa può
dipendere allora il formarsi
di azioni disancorate dalle
intenzioni?
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Covisco 2013 - 6 - Moods
Stati disposizionali di crisi
La piuparte dei modelli basati su moods per spiegare i comportamenti hanno a che fare con stati mentali di crisi.
Eventi di crisi inducono stati d’animo di crisi, questi a loro
volta incidono nel cam-biamento dei comportamenti pur senza
una precisa relazione causa-effetto (mancando la terza
proprietà di una struttura cognitiva, l’intenzionalità).
Lo studio dell’influenza degli stressori quotidiani è un sottoprodotto degli inventari di ‘coefficienti di stress’ attribuiti ai
diversi eventi significativi di vita (divorzi, lutti, multe, etc.).
La comunità scientifica ha anche elaborato liste alla rovescia, liste cioè di strutture affettive che possono influire su
azioni/nonazioni con connotazioni di crisi.
La comunità scientifica ha prodotto una
gran massa di teorie e materiali narrativi
concernenti stati mentali di crisi. Ecco
perché moods e stati d’animo aiutano a
risolvere alcuni complessi indovinelli sul
comportamento umano.
Covisco 2013 - 6 - Moods
Eventi
stressori
MOODS
Azione in
contingenze
critiche
Per Brown e Harris (1978) la depressione può
essere una risposta comprensibile a eventi critici della vita (come la perdita di una figura di
attaccamento) ma nel suo sviluppo può produrre
uno stato d’animo generalizzato e sfocato di
hopelessness, privo di oggetto e scopo.
Molti moods come euforia o cattivo umore,
melanconia o aggressività, apatia e insicurezza
sono stati d’animo privi di qualunque struttura
20
di cause e di fini.
Effetti di una disposizione
di crisi sull’azione
Che effetti produce una stato disposizionale di crisi sull’azione (o
non-azione) di un individuo?
La struttura portante di queste forme cognitivo-affettive è data da tre
proprietà (l’ultima particolarmente importante per noi).
- I Perdita di capacità di reagire, indifferenza agli stimoli (akedìa)
per reazione
alla natura
insostenibile
degli stimoli
stessi.
- II -
- III -
Incapacità di scegliere l’ordine Perdita del nesso tra azione e obiettidi priorità e quindi prendere
vo. Le scelte ai passaggi cruciali di vita
decisioni irreversibili. Un’orga- sono spesso decisioni “di non decidere”.
nizzazione “paratattica” del pro- Leiben-stein sottolineava che “scelte di
cesso decisionale consiste nel fecondità sono in parte notevole determimettere le alternative possibili nate da ‘non-decision decisions’, scelte
tutte allo stesso livello, senza
passive o inerziali. Ma la sua categoria fa
individuare interdipendenze e
riferimento principalmente a non-azioni. A
priorità (vedi filosofia del ‘tutto noi serve qualcos’altro che includa sia non
e subito’)
-azioni che azioni non-goal-oriented.
21
Covisco 2013 - 6 - Moods
Il doppio lucchetto per innescare
il processo di scelta
Il processo di formazione delle scelte in condizioni di incertezza
knightiana passa attraverso lo sblocco di due ordini di lucchetti.
Quello della valutazione del massimo beneficio/minimo sforzo) in
base ai parametri razionali è solo il secondo lucchetto.
“Soltanto a se stessa l’intraprendenza economica
può dare ad intendere di essere attuata
principalmente sulla base di un’enunciazione delle
sue prospettive, per quanto oneste e sincere
queste siano. Essa non è basata su un calcolo
preciso di vantaggi futuri, molto più di quanto lo
sia una spedizione al Polo Sud” (Keynes, 1936)
Il primo lucchetto è l’attivazione di uno stato d’animo di
disponibilità a mettersi in gioco, a lasciarsi andare a un
rischio non calcolabile (come gli animal spirits keynesiani).
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Covisco 2013 - 6 - Moods
Non serve accelerare se non si
innesta la frizione
Così azioni e intenzioni (o atteggiamenti), apparentemente parti di una
unica sequenza decisionale, sono in realtà esito di trafile differenti:
Le intenzioni plasmate
da vincoli strettamente
cognitivi e normativi.
Le azioni legate al semaforo verde regolato dagli stati d’animo sottostanti, che
possono rendere le intenzioni ineffettuali.
“Come la volontà non sceglie da sola nessun contenuto determinato, così dalla pura conoscenza dei contenuti del mondo non
deriva alcuna posizione del fine (..) Anche se afferriamo il calcolo
dei mezzi con assoluta chiarezza, finché ci fermiamo ad esso
restiamo esseri puramente teoretici, per nulla pratici. La volontà
si limita ad accompagnare la nostre riflessioni come un pedale
d’organo, o come la premessa generale di un campo, sulle cui
particolarità contenutistiche non incide minimamente, nel quale
però essa soltanto può introdurre vita e realtà” (Simmel, 1907).
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Se il semaforo non s’accende, le azioni restano disancorate dalle intenzioni:
una
Covisco
2013 frizione
- 6 - Moods staccata rende inutile pigiare l’acceleratore.
Caveat: rischi di circolarità
ermeneutica
Ma attenzione: spiegare condotte di crisi come effetto pervasivo
dello spirito del tempo può essere generico e destoricizzante
Benasayag e Schmit (2004) sostengono che l’onda di richieste di
aiuto che viene dai giovani “riflette l’angoscia di un’intera
popolazione”. Non disagio individuale negli snodi esistenziali di
passaggio ma crisi di civiltà, prevalere delle passioni ‘tristi’
(degenerazione del desiderio) sulla ragione.
Ma così facendo si corre il rischio di circolarità ermeneutica in cui incorre chi:
a) sommando tanti indizi individuali emette diagnosi per la società nel suo
complesso, come quella (Oswald Spengler) del ‘tramonto dell’occidente’,
b) Avendo una diagnosi globale legge i comportamenti dei singoli come
mecca-nico e massificato adeguamento allo spirito del tempo.
Il caso del singolo (o di tanti singoli) è fatto regola destoricizzata per tutti
perdendo di vista il contesto storico o generazionale del cambiamento ‘epocale’.
Covisco 2013 - 05 - Vie
d'uscita
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